Macfrut rappresenta un punto di incontro e di confronto per i professionisti dell'ortofrutta, da coloro che si occupano di produzione, di commercio, a chi è impegnato nella logistica, nel packaging, nei macchinari e nella distribuzione.
Cesena, 10 settembre 2014 -
Quasi 30 convegni programmati senza contare gli incontri bilaterali fra imprese e delegazioni estere. Anche l'edizione 2014 di Macfrut si conferma ricca di appuntamenti formativi sulla ricerca e sull'innovazione.
Un'anteprima si avrà martedì 23 settembre, in sala Verde, con il convegno dal titolo: "Asparago, una coltivazione che guarda al futuro". L'appuntamento è per le ore 9 e i relatori si succederanno sia al mattino, sia al pomeriggio dalle 14.
In sala Europa, sempre martedì 23 ma dalle ore 15, si svolgerà il convegno: "La situazione produttiva e commerciale delle pere: criticità, prospettive e opportunità". A seguire la tavola rotonda sulla commercializzazione delle pere alla luce dei nuovi scenari internazionali.
Si entra nel vivo mercoledì 24 settembre (sala Verde): dalle 10 si affronta il tema dell'innovazione e della tracciabilità per una orticoltura sostenibile e di qualità. A seguire la tavola rotonda sulla tracciabilità della filiera come strumento essenziale per produzioni di qualità.
Alle 9,30 in sala Agricoltura sarà protagonista l'università. Saranno affrontati i temi legati al Tecnopolo di Cesena Ciri agroalimentare per l'ortofrutta.
Alle 10 si terrà l'inaugurazione ufficiale della fiera.
In sala Delegazioni, alle 11, si svolgerà un incontro sui rapporti fra Italia e Brasile concentrandosi sullo scambio di tecnologie e confronto di filiera orticola.
In sala Gialla, alle 11.30, si farà il punto sul programma di "Frutta nelle scuole".
Ricco anche il calendario del pomeriggio. Alle 15 Coldiretti nazionale, in sala Europa, promuove un convegno sul tema "Quali strategie per il futuro dell'ortofrutta made in Italy". Sempre ricco il programma eventi di mercoledì: in sala Agricoltura alle 15,30 si disserterà su App e internet, tema declinato sulla App della mela rossa di Cuneo Igp e del suo territorio.
Alle 15 in sala Gialla sarà affrontato un tema di stretta attualità: le opportunità commerciali tecnologiche con la Russia.
Dopo una giornata ricca come quella di mercoledì, giovedì 25 settembre si replica, anzi, si aumenta.
Prosegue il crollo delle quotazioni di Burro e la tendenza ribassista del latte spot. In discesa moderata il Grana Padano e il Parmigiano Reggiano. Il punto dell'Ismea a un mese dall'embargo russo.
di Virgilio, Parma - 10 settembre 2014
LATTE SPOT Prosegue la tendenza al ribasso per la terza settimana consecutiva. Alla Borsa veronese il latte crudo spot nazionale ha ceduto altri 50 centesimi (-1,28%) assestando i listini entro la forbice compresa tra 39,18 e 40,21 €/100 litri di latte. Sorte analoga per il latte intero pastorizzato di provenienza estera (Germania e Austria) che con una perdita dello 0,68% fissa il listino tra 37,12 e 37,63€/100 litri. Dopo la fiammata di rialzo dei listini di giugno (+11,41% per il latte spot nazionale e +20,52% latte intero pastorizzato estro), è proseguita inarrestabile la corsa al ribasso arrivando a registrare una perdita di valore dello 8,18% e del 12,57%, rispetto il periodo dell'anno precedente, rispettivamente per il nazionale e per l'estero.
BURRO E CREME Un'altra settimana di passione per i derivati del latte. I listini delle varie referenze di Burro cedono in modo consistente su tutte le piazze prese a riferimento. Solo il comparto delle creme a uso alimentare ha, per la settimana in corso, mantenuto ferme le quotazioni.
Nel dettaglio, il burro CEE è stato quotato a 2,85€/kg (-3,39%). E' invece di ben 15 centesimi il crollo dello zangolato quotato alla borsa di Reggio Emilia che colloca quindi il prezzo a 1,50€/kg registrando una perdita settimanale del 9,09%. 3,05€/Kg. la quotazione del burro di centrifuga, 2,10 per quello pastorizzato e 1,90 per lo zangolato. Ferme, come si diceva, le creme a uso alimentare che hanno mantenuto la quotazione di 1,44€/kg a Milano e tra 1,44 e 1,55€/kg a Verona
GRANA PADANO La DOP padana cede 5 centesimi per entrambe le stagionature sulla piazza milanese mentre le quotazioni alla borsa merci di Mantova hanno confermato i prezzi della precedente ottava.
Nello specifico, a Mantova, il 10 mesi di stagionatura ha confermato tra 6,45 e 6,70€/kg così come il 14-16 mesi di stagionatura è fermo entro la forbice tra 7,25 e 7,50€/kg. Il calo registrato alla borsa milanese ha invece portato i listini tra 6,65 e 6,75€/kg e tra 7,25 e 7,90€/kg rispettivamente per il 9 e per il 15 mesi di stagionatura.
PARMIGIANO REGGIANO Anche il Parmigiano Reggiano cede 5 centesimi sia alla borsa milanese per entrambe le stagionature quotate (12 e 24 mesi) sia alla borsa di Reggio Emilia in un percorso di allineamento delle quotazioni della borsa di riferimento comprensoriale di Parma. Venerdi 5 settembre, alla borsa di Parma, il 12 mesi è stato quotato tra 7,65 e 8,05€/kg e tra 9,00 e 9,35€/kg il 24 mesi. Quest'ultima stagionatura, quotata a Reggio Emilia martedì 9 settembre, con la perdita di 5 centesimi registrata, ha visto fermare i listini tra 9,05 e 9,40€/kg.
- Il Punto ISMEA a un mese dall'embargo Russo -
Soffrono i listini lattiero caseari.
A circa un mese dalla chiusura delle frontiere russe ai prodotti agroalimentari Ue, risultano evidenti i ribassi dei prezzi nel mercato lattiero caseario nazionale.
Secondo le rilevazioni Ismea, il prezzo medio del burro, influenzato dal negativo andamento dei listini internazionali, ha ceduto nell'ultima settimana di agosto il 5,3% totalizzando nella media mensile una flessione del 3,2% rispetto a luglio e di oltre il 25% su agosto di un anno fa.
Immediate anche le ripercussioni sui listini dei formaggi grana, tra i più colpiti, dopo il burro e le creme di latte, dalla risposta di Mosca alle sanzioni imposte dalla Ue per la crisi in Ucraina.
Il prezzo medio del Grana Padano, dopo aver registrato un andamento piuttosto stazionario nei mesi di giugno e luglio ha accusato un cedimento progressivo a partire dalla seconda settimana di agosto, chiudendo il mese con un meno 0,8% su base congiunturale e un meno 2,2% sull'anno. Più penalizzate le brevi stagionature (4-12 mesi) con una flessione dei listini che ha sfiorato l'1% nel mese.
Quanto al Parmigiano Reggiano è proseguita anche ad agosto la spirale discendente dei prezzi, con maggiore vigore nel corso dell'ultima settimana del mese.
Intanto, con una nota del 2 settembre, il Comitato Ue per i mercati agricoli ha dato il benestare all'apertura dell'ammasso privato per tutti i formaggi (ad eccezione dei freschi) fino ad un tetto di 155 mila tonnellate e per un periodo da 2 a 7 mesi. Il Comitato ha anche approvato l'ammasso privato da 3 a 7 mesi di burro e latte scremato in polvere, senza limiti di quantità .
(Fonte ISMEA 3 settembre 2014).
Dalla pasta al ragù di tofu al centrifugato di aloe vera, dal ginseng coreano super energetico alle bacche degli Incas, passando dai muffin senza latte al mercatino del biologico. Dalla nostra inviata, cronaca di una giornata al Sana, il Salone Internazionale del biologico e del naturale, ospitato nei padiglioni di Bologna Fiere.
Modena, 9 settembre 2014 - Testo e foto di Manuela Fiorini -
Superata abbondantemente la trentina, da qualche anno cerco di prestare più attenzione a quello che mangio, alternando crisi di astinenza da cibo spazzatura a redenzioni virtuose fatte di colazioni con latte di soia e merende a base di bacche di goji. Vivendo in una regione, l'Emilia Romagna, che ha tra le sue eccellenze i salumi e in una provincia, Modena, che al maiale ha dedicato persino un monumento, non è sempre facile rinunciare a mettere nel piatto qualcosa che ha avuto gli occhi per guardarti, ma anche su questo, diciamo che ci sto lavorando. Visitare il Sana, il Salone Internazionale del Biologico e del Naturale, in programma nei padiglioni di Bologna Fiere fino al 9 settembre, è stato, per certi versi, illuminante. Un'indagine curata da Nomisma in collaborazione con Federbio ha dimostrato, infatti, come la percentuale di consumatori di alimenti biologici in Italia sia salita, nel 2014, a un 59%, un +4,5% rispetto al 2013 e un + 5,8% rispetto al 2012. Solo in Emilia Romagna, sono 3771 le imprese che producono e trasformano prodotti biologici, di queste 2973 sono aziende agricole e 798 si occupano della trasformazione e della commercializzazione.
Dopo aver assunto nel mio vocabolario termini come organic, gluten free e vegan, comincio la mia visita dai padiglione dedicati all'alimentazione. Sarà che mezzogiorno è passato da un po' e lo stomaco comincia a farsi sentire, oppure perché ho sempre avuto le papille gustative piuttosto curiose di esplorare nuovi sapori. Il primo assaggio della giornata è una palettina di crema al cioccolato. La produce Teo & Bia con nocciole, zucchero di canna e cacao amaro. Ottima! Il gusto non ha nulla da invidiare alla sua grande concorrente industriale. Peccato non avere un'ampia fetta di pane (anche quello bio!) da spalmarcene sopra un barattolo intero!
Il mio percorso gastronomico prosegue attraverso muffin senza lattosio, pasticcini senza glutine, grissini bio iposodici, sfogliatine vegane e biscotti con le bacche di goji. E per chi, come me, pensava che ci fossero solo il latte di soia e il latte di riso, allo stand di Veggy Days può trovare anche il latte di miglio e quello di mandorle, rigorosamente bio, senza glutine e senza lattosio. Di fianco a me, gli invitati selezionati (no, la giornalista questa volta no...) divorano sandwich con hamburger di tofu e verdure e cotolette di seitan. Altro giro, altro assaggio. I maccheroncini con il ragù di tofu incontrano qualche resistenza ideologica da chi è abituata al ragù della nonna, quello con il macinato misto e la mortadella. Sono scettica, lo confesso. Però mi lascio tentare lo stesso dal pentolone fumante e dai piattini di carta riciclata e forchetta di amido di mais che sfilano sotto il mio naso. Profumo buono, gusto ottimo. Prova superata. Due stand più avanti, incappo in un flash mob. Ai primi arrivati, fino a esaurimento, assaggi di polpettine vegane di ceci e verdura con una spruzzata di salsa di yogurt di soia, servite in un cornetto di carta riciclata. Mi infilo di lato, metto bene in vista il pass riservato alla stampa e sorrido. Qualche volta funziona. La polpettina è mia! Gusto speziato, consistenza che non ha nulla da invidiare alle parenti animali. E poi, quella salsina di yogurt....
Penso alla mia scorta di bacche di goji, quelle che mi hanno fatto abbandonare le flebo di caffè per aiutare la concentrazione, ormai agli sgoccioli e mi lascio tentare dallo stand di Uberti, nome italiano ma ditta francese, che propone super bacche dalle proprietà antiossidanti, depurative ed energetiche. Per togliermi dall'imbarazzo della scelta, opto per un sacchetto di Cocktail Superfruits, con bacche di goji, more di gelso, mirtillo rosso americano e bacche degli Incas. Gusto curioso ma piacevole. Da tenere sulla scrivania e sgranocchiare in alternativa alla merendina industriale o alle patatine bisunte durante i cali glicemici.
Mentre scopro che anche la grande distribuzione, la Coop con la linea Vivi Verde, sta proponendo prodotti biologici, un'altra bella scoperta è Love Emilia, premiato da Sky tra le cinque idee più innovative della fiera. L'intuizione di Luca Paolini è quella di distribuire, attraverso il web commerce, i prodotti tipici dell'Emilia Romagna, dalla passata di pomodoro all'Aceto Balsamico Tradizionale di Modena, dal Parmigiano Reggiano all'Aceto di Mele, tutto rigorosamente biologico. Un'altra linea, propone anche le eccellenze dei salumi DOP della regione. Ma ai vegani non lo diciamo!
Prima di avventurarmi nei padiglioni dedicati al benessere e alla cosmesi naturale, alla caccia di campioncini, (confesso!) sento un leggero calo energetico. Meno male che una gentile signorina dagli occhi a mandorla dello stand di KGC mi invita a provare il nuovo prodotto G-Shot, una fialetta a base di vitamine, ginseng coreano e altre sette erbe dalle proprietà energetiche e ricostituenti. "Con o senza caffeina?" mi domanda la hostess. Naturalmente con. Perché mi aspetta la caccia al campioncino di crema antirughe.
Successo di pubblico e di espositori al SANA 2014. Cresce il BIO e con esso il SANA che, insieme a Bologna Fiere, curerà l'area tematica del biologico a EXPO 2015.
Bologna, 9 settembre 2014 –
Crescono i numeri del "BIO" in Italia e di pari passo sono in crescita i numeri del SANA 2014, la kermesse bolognese dedicata al mondo del biologico e della biodiversità, che chiude i battenti proprio oggi.
Inaugurata sabato scorso dal Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina, è stato dato l'annuncio che sarà proprio BolognaFiere con SANA a curare all'Expo 2015 l'area tematica del biologica e della biodiversità.
"BolognaFiere avrà la responsabilità di realizzare l'area del biologico e della biodiversità all'Esposizione Universale 2015, dedicata al grande tema "Nutrire il Pianeta" – ha dichiarato il Presidente di BolognaFiere Duccio Campagnoli nel suo intervento al convegno inaugurale di Sana. "Un traguardo che ci riempie di legittima soddisfazione per aver visto riconosciuto il ruolo di BolognaFiere come partner esclusivo di EXPO 2015 per il biologico e la biodiversità. Sarà un appuntamento di straordinaria importanza per tutto il settore di riferimento ed anche per il ruolo di Bologna di Città del Cibo, in chiave innanzi tutto di cultura dell'alimentazione di qualità, sostenibile e sicura".
620 espositori e un incremento del 15% rispetto il 2013, SANA 2014, ha dimostrato di avere le carte in regola per assumere il ruolo affidato nell'ambito dell'esposizione mondiale del 2015. Un incremento considerevole se messo in relazione alla crisi economica che sta travolgendo la maggior parte dei settori economici nazionali e più nello specifico degli eventi eventi fieristici. A sottolineare, ancor più marcatamente, l'importanza della manifestazione bolognese viene dall'apprezzamento internazionale che, in questa circostanza, ha visto aumentare del 40% la presenza di espositori esteri.
L'interesse verso il biologico quindi è in costante crescita e non dal solo punto di vista alimentare. Sta crescendo infatti il numero di soggetti che stanno radicalmente modificando gli stili di vita per adeguarsi a consumi "green" o "ecofriendly" in ogni comparto della propria vita di consumatori. L'alimentazione innanzitutto ma anche la cosmesi, l'attività sportiva, l'arredamento per finire anche alle costruzioni abitative.
Se, fino a pochi anni fa, il consumo di alimenti biologici era strettamente limitato al consumo domestico, negli ultimi anni, stando ai dati dell'Osservatorio SANA curato da Nomisma - su incarico di BolognaFiere e in collaborazione Federbio - sempre maggiore è il consumo fuori dalle mura domestica e il 2% ha dichiarato di consumo frequente fuori dalle mura domestiche.
Nonostante tutto, quindi, per il terzo anno consecutivo cresce in Italia la percentuale di consumatori di alimenti a marchio bio: nel 2014 è salita infatti al 59% sui consumatori totali registrando un netto incremento sia rispetto al 54,5% del 2013 (+ 4,5%) sia rispetto al 53,2% del 2012 (+ 5,8%). Solo il 41% degli italiani, ben al di sotto quindi della metà della popolazione del nostro paese, dichiara di non aver mai acquistato un prodotto bio negli ultimi dodici mesi. Tra chi invece nello stesso periodo ha fatto almeno un acquisto a marchio bio, il 37% dichiara di consumare prodotti bio almeno 1 volta alla settimana, il 22% ogni giorno.
In sintesi il biologico, visti numeri di consumi ma anche di terreni destinati a queste specifiche coltivazioni (+13% di superficie coltivata secondo Coldiretti nel corso del 2013), è una grande opportunità per il nostro Paese. La conferma viene dal Ministro Martina che durante il convegno inaugurale ha sottolineato che "I numeri ci dicono che il biologico è una grande opportunità per l'agricoltura italiana e per tutto il paese - ha aggiunto. Basta vedere cosa è accaduto negli ultimi anni per capire quanto futuro c'è nel settore biologico italiano. Qui c'è una forza straordinaria. Il fatto di poter annunciare la collaborazione tra questa esperienza e Expo Milano 2015 è un ulteriore tassello di quel progetto a cui stiamo dedicando tante energie per raccontare in Expo l'esperienza agroalimentare italiana".
Da quest'anno si sono anche spalancate le porte alle nuove tendenze che vanno a consolidarsi e il SANA si è trasformato nel palcoscenico ideale di NUCE INTERNATIONAL, il salone internazionale per l'industria nutraceutica, cosmeceutica, dei functional food & drinks e degli health ingredients, e di FOOD -ING INTERNATIONAL, evento dedicato agli ingredienti per tutti i settori dell'industria alimentare e delle bevande. Due esposizioni rigorosamente B2B, realizzate in collaborazione con Smartenergy srl.
Al SANA quindi il settore ha dato, ancora una volta, dimostrazione di capacità autorigenerative dimostrando un fermento difficilmente confrontabile con altri.
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I Numeri del BIO in Italia
ABSTRACT INDAGINE OSSERVATORIO SANA 2014
A CURA DI NOMISMA
Non si arresta l'interesse per il bio: la domanda cresce a doppia cifra sia in termini di vendite che di famiglie acquirenti. Tutto ciò a dispetto della crisi economica che non dà tregua e frena drammaticamente i consumi alimentari totali (le vendite al dettaglio segnano un -0,7% in termini tendenziali nei primi 6 mesi 2014).
I prodotti a marchio bio continuano a raccogliere grandi consensi: a rivelare perché è la Consumer Survey1 dell'Osservatorio SANA 2014, curata per il terzo anno consecutivo da Nomisma, su incarico di BolognaFiere e in collaborazione con Federbio. Lo studio realizzato da Nomisma fa il punto sul modello di consumo di prodotti alimentari biologici in Italia, evidenziando motivazioni di acquisto, profilo degli acquirenti bio, nuovi trend.
LA PROPENSIONE AL BIO NEI DIVERSI TARGET E IL NUMERO DI FAMIGLIE ACQUIRENTI
Il tasso di penetrazione, cioè la quota di famiglie che negli ultimi 12 mesi ha acquistato in almeno 1 occasione un prodotto alimentare a marchio bio, sale dal 53% del 2012 al 59%; questo significa che in corso d'anno 6 famiglie italiane su 10 (poco meno di 15 milioni di nuclei familiari) hanno acquistato almeno 1 volta un prodotto biologico.
Cresce il numero di famiglie acquirenti (in soli 2 anni oltre 2 milioni di nuclei familiari in più hanno acquistato bio in almeno una occasione) e aumenta la spesa destinata al Bio (la spesa pro-capite degli italiani è di 39€, solo nel 2011 era pari a 28€; il bio incide sul totale della spesa alimentare per circa il 2%, ma, solo 10 anni fa la quota era di qualche centesimo di punto percentuale).
Diversi sono fattori che incidono sulla propensione all'acquisto di prodotti a marchio biologico: il reddito (il tasso di penetrazione è più alto nelle famiglie con reddito mensile familiare medio-alto - 69%), la presenza di figli in età pre-scolare (69%), un elevato titolo di studio del responsabile degli acquisti alimentari della famiglia (67%). Ma non vi sono solo fattori socio-demografici ad influenzare la propensione al bio ma anche stili di vita: chi fa esercizio fisico/sport (62%), la raccolta differenziata dei rifiuti (61%) ma soprattutto chi è vegetariano o vegano (78%) o, in generale, chi ha disturbi o malattie che impongono grande attenzione alla dieta (68%).
Sul totale delle famiglie acquirenti, il 59% è un frequent user: nel 22% delle famiglie si consuma bio con grande regolarità (quotidianamente o quasi); a tale quota va aggiunta la componente di nuclei familiari dove il consumo bio avviene "almeno 1 volta a settimana" (37%). I prodotti ortofrutticoli freschi si confermano la categoria su cui ricade il maggiore interesse del consumatore italiano: oltre il 70% delle famiglie acquirenti dichiara di aver acquistato frutta e verdura a marchio bio in almeno una occasione negli ultimi 12 mesi. Grande successo riscuotono anche uova (57%), yogurt (50%), olio extra vergine d'oliva (49%), marmellate (45%), miele (35%). Tra gli acquirenti, importante è la penetrazione anche del vino (22%).
CANALE DI ACQUISTO PREVALENTE DI PRODOTTI BIO: GDO VS RETAIL SPECIALIZZATO
Chi acquista bio con più frequenza nella GDO (58% delle famiglie acquirenti di prodotti bio) lo fa più per comodità ("faccio la spesa bio e non bio in un'unica spedizione" - il 44% adduce tale motivazione) che per convenienza (17%). Per chi acquista bio soprattutto nella GDO, le promozioni si confermano un fattore determinante: il 12% entra nel punto vendita con la decisione già presa grazie alla consultazione del volantino promozionale e un ulteriore 28% valuta le offerte promozionali sul bio presenti sugli scaffali. A questo target, si aggiunge un 29% che decide cosa acquistare prima di entrare in iper e super, perché ha abitudini di acquisto di prodotti bio piuttosto consolidate.
Chi preferisce i negozi specializzati per fare la spesa bio lo fa soprattutto per l'assortimento offerto (il 55% indica tale motivazione come prevalente), in termini di ampiezza ("trovo tutte le categorie di prodotti bio che mi interessano" – 27%), di profondità ("trovo tutte le marche dei prodotti bio che mi interessano" - 11%) o su specifiche categorie ("trovo una buona scelta anche nel fresco" – 10%; "trovo anche prodotti bio e naturali non alimentari" – 7%). Tra le altre motivazioni, è rilevante la fiducia che il consumatore ripone nei prodotti offerti dai negozi specializzati in prodotti bio (23%).
TENDENZE 2015
Non vi sono segnali di inversione di tendenza nemmeno per il 2015: le previsioni di spesa per prodotti alimentari a marchio bio sono segnalate in crescita per il 19% degli attuali acquirenti; un ulteriore 70% ritiene che manterrà stabile la spesa. La quota di chi prevede una spesa bio in contrazione (solo l'11% degli attuali acquirenti) sarà probabilmente compensata dalla capacità di attrazione di nuovi consumatori: il 32% di chi oggi non acquista si dichiara propenso alla sperimentazione, soprattutto se le marche dei prodotti preferiti inserissero una linea bio e se fossero in assortimento nei negozi abitualmente frequentati.
QUALI ALTRE OPPORTUNITÀ DI CRESCITA?
Il biologico ha opportunità di crescita anche away from home. L'interesse non si ferma infatti solo al consumo domestico: l'indagine Nomisma-SANA mette in evidenza che il 14,5% degli italiani ha avuto negli ultimi 12 mesi almeno una occasione di consumare un pasto (prima colazione, pasto, cena) presso un locale che offre alimenti biologici. Il 2% degli italiani consuma spesso pasti bio fuori casa, il 9,5% lo ha fatto ogni tanto mentre il 3% ha avuto solo 1 occasione di consumo fuori casa. La possibilità di consumare un pasto sano al di fuori delle mura domestiche è un altro ambito per incentivare la nascita di una nuova offerta mirata per la ristorazione.
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I Numeri del SANA 2014
5 padiglioni dedicati
620 espositori (+15% totale e +40% esteri)
Campagna 2014: consegnato il 58,55% del pomodoro contrattato. Ospite l 'assessore regionale Rabboni al quale il presidente dell'Oi Pier Luigi Ferrari ha consegnato una targa come forma di ringraziamento -
Parma, 8 settembre 2014 -
Il punto sulla campagna
Si è lavorato intensamente nel mese di agosto, specie nell'ultima settimana del mese, nell'area del pomodoro da industria del Nord Italia. I dati resi noti dall'Organizzazione Interprofessionale del Pomodoro da Industria del Nord Italia mostrano che, solo tra il 25 e il 31 agosto, è stato consegnato il 13,40% del pomodoro contrattato, un valore record davvero elevato nell'arco di una sola settimana per il territorio del Nord Italia che ha permesso a fine mese di raggiungere la quota complessiva del 58,55% di pomodoro consegnato rispetto a quanto contrattato.
Resta il problema delle basse rese di trasformazione con un brix medio ponderato del 4,59, in calo rispetto al dato della media triennale del medesimo periodo di 4,97, per cui, a parità di materia prima consegnata, si ottiene in media circa un 10% in meno di prodotti finiti rispetto agli standard.
"La campagna 2014 – commenta l'Oi – è stata condizionata negativamente dal maltempo e, in particolare, delle continue e abbondanti piogge succedutesi per tutta l'estate. Nonostante fosse iniziata con i migliori auspici - con una contrattazione anticipata e con una programmazione delle superfici in risposta al fabbisogno delle imprese di trasformazione del territorio nonché con un buon clima nel periodo dei trapianti – la campagna è stata contraddistinta da diverse difficoltà agronomiche che i produttori si sono trovati a fronteggiare in campo, al fine di garantire la raccolta di un prodotto di qualità nel rispetto della produzione integrata. Continua l'impegno delle Organizzazioni di produttori per garantire le consegne alle imprese di trasformazione nei tempi programmati e nel rispetto dei contratti stipulati, ma vista la situazione attuale sembra lontano il raggiungimento dell'obiettivo della trasformazione di 2,4 milioni di tonnellate. Le problematiche della campagna 2014 stanno comportando difficoltà sia al comparto della produzione che della trasformazione e le condizioni meteo dei primi giorni di settembre, ancora contraddistinti dal maltempo, non hanno permesso un miglioramento generale della situazione".
Il messaggio di Rabboni: "Oi fondamentale per il futuro del pomodoro"
In occasione dell'ultimo comitato di coordinamento con l'aggiornamento sui dati e sull'andamento della campagna 2014 l'Oi Pomodoro da Industria del Nord Italia ha ospitato l'assessore regionale all'Agricoltura dell'Emilia Romagna Tiberio Rabboni al quale il presidente dell'Oi Pier Luigi Ferrari ha consegnato una targa come forma di ringraziamento per l'impegno da sempre dimostrato per la filiera del pomodoro, anche da parte di tutta la struttura dell'assessorato regionale dell'Emilia-Romagna che ha promosso forme di aggregazione e integrazione e strumenti per la competitività per le filiere agroalimentari.
Proprio Rabboni ha evidenziato l'importante ruolo che assumerà sempre di più l'Oi, a seguito delle decisioni prese con la nuova Pac, per garantire il futuro del pomodoro da industria nel Nord Italia.
"Nell'ambito della definizione degli aiuti accoppiati - ha dichiarato Rabboni – al pomodoro da industria sono stati assegnati solo 11.245.000 euro/annui, ossia circa 160 euro ad ettaro: una cifra non alta. Il pomodoro da industria meritava certamente di più. Si sarebbe dovuto tenere conto dei differenti costi di produzione che si sostengono in Italia rispetto agli altri paesi europei dove l'aiuto accoppiato è stato adottato con importi decisamente più significativi. L'Emilia Romagna ha guidato la cordata a sostegno del pomodoro da industria.
Sarà dunque fondamentale da parte dell'Oi strutturare, con le altre regioni in cui si produce pomodoro da industria nel Nord Italia, un'azione da mettere in campo nel 2017, quando è prevista la verifica degli impegni assunti in merito agli aiuti accoppiati sulla base dell'andamento dei mercati, presentando dati a sostegno di un necessario adeguamento degli importi degli aiuti per il pomodoro".
Le note positive arrivano dai nuovi regolamenti europei per Op, Aop e Oi che rafforzano il ruolo di queste tre forme di aggregazione. "A breve gli stati membri – ha aggiunto Rabboni – dovranno decidere se le Oi istituite con legislazione nazionale potranno essere considerate omologhe di quelle previste con legislazione europea. L'Italia non ha ancora preso decisioni in merito, nel frattempo come Regione abbiamo già predisposto il provvedimento per l'omologazione delle Oi nate con legislazione regionale, tra cui quella del pomodoro da industria del Nord Italia che rimarrà a tutti gli effetti riconosciuta a livello europeo".
Infine l'assessore si è soffermato sul Psr, in attesa dell'approvazione definitiva di Bruxelles e della firma dell'accordo di partenariato tra Ue ed Italia per monitorare l'uso delle risorse. "Il Psr – ha concluso Rabboni - per la prima volta riconosce il ruolo dell'Oi e la individua come beneficiario diretto di alcune tipologie di interventi e finanziamenti così come beneficiario indiretto visto che si riconosce, nella presentazione di un progetto, una posizione prioritaria alle imprese che fanno parte di un'Oi. Sul fronte dei benefici diretti figurano gli ambiti della ricerca per innovazione in termini di competitività e di sostenibilità ambientale della filiera. L'Oi potrà creare un gruppo operativo per l'innovazione sul pomodoro, anche su scala interregionale, mettendo insieme imprese, centri di ricerca ed università. Altro campo di finanziamenti diretti all'Oi riguarda il supporto alla filiera con osservatori, analisi economica, raccolta informazioni, conoscenza del potenziale produttivo, analisi di mercato, ricerca di nuovi mercati, organizzazione logistica, supporti informativi e informatici, sistemi di autocontrollo, animazione della relazione tra componenti della filiera, definizione di regole condivise, supporto per educazione ambientale, alimentare e sostenibilità sociale con finanziamenti sino al 70% degli importi ammessi da 50mila a 200mila euro. Servirà certamente un'azione coordinata per sfruttare al meglio queste opportunità a favore del comparto del pomodoro da industria".
(Fonte: ufficio stampa OI Pomodoro da Industria Nord Italia)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14
SOMMARIO Anno 13 - n° 36 8 settembre 14 (Cliccando su "allegati" è possibile scaricare in formato PDF)
1.1 editoriale In equilibrio sul precipizio
3.1 alimentazione Il grano khorasan KAMUT® presente al SANA 2014
4.1 crisi pesche e nettarine Crisi Russa: da ripensare a livello europeo
4.2 bonifica CER: attività di ricerca a sostegno dell'agricoltura terremotata
5.1 Lattiero caseario Il difficile momento dei derivati del latte
6.1 crisi russa Una rete di sicurezza UE per il latte
6.2 latte, la rete USA La rete di Protezione USA per il latte
7.1 #myER_KitchenStories Emilia Romagna, dalla tavola al web.
9.1 festival prosciutto Prosciutto e piadina? Sono baci e abbracci
9.2 assica L'evoluzione dei valori nutrizionali dei salumi
10.1 occupazione agricola Aumento record di assunzioni in agricoltura
Dal 6 al 9 settembre showcooking con degustazioni a cura del laboratorio Cibosano di Bologna e un incontro sullo studio legato alla sensibilità al glutine, condotto dall'Università di Firenze e pubblicato dal British Journal of Nutrition, con la presenza di Bob Quinn.
Milano, 1 settembre 2014 – Il grano khorasan KAMUT® è fra i protagonisti di SANA 2014, il salone internazionale del biologico e del naturale che si tiene dal 6 al 9 settembre a BolognaFiere. L'azienda Kamut Enterprises of Europe, che coltiva questo antico cereale secondo metodo bio, ha uno stand dedicato (E34) nel padiglione 33 in cui è possibile degustare una gustosa varietà di prodotti garantiti dalla filiera del marchio KAMUT®.
Ogni giorno allo stand del grano khorasan KAMUT® il laboratorio Cibosano di Bologna preparerà piatti vegetariani - dall'antipasto al dolce - con l'utilizzo dell'antico cereale, ideali da riproporre anche a casa, secondo la tradizione mediterranea e con un pizzico di fantasia gastronomica rubata qua e là per il mondo. La protagonista degli showcooking sarà Laura Cacciari, un'appassionata della cucina casalinga, sana, bio e genuina, ma con ispirazione e ingredienti internazionali.
Inoltre, per approfondire i recenti studi scientifici pubblicati sul British Journal of Nutrition, che dimostrano come il consumo di prodotti a base di grano khorasan KAMUT® permetta di alleviare i sintomi di una malattia cronica come la Sindrome del Colon Irritabile, domenica 7 settembre alle ore 11.30 presso la Sala Valzer del padiglione 33, si terrà una conferenza a tema: "I prodotti a base di grano khorasan KAMUT® riducono i sintomi della sensibilità al glutine (IBS)".
All'incontro parteciperanno Bob Quinn, Presidente di Kamut International, e gli autori dello studio: il Prof. Stefano Benedettelli, la Dott.ssa Anne Whittaker e il Dott. Francesco Sofi, dell'Università di Firenze.
Lo sapevi che ... ?
KAMUT® è il nome del marchio registrato per contraddistinguere una specifica ed antica varietà di grano e per garantirne determinate caratteristiche. Lo scopo di questo marchio registrato è "certificare" la pura e antica varietà di grano khorasan, coltivata secondo il metodo dell'agricoltura biologica, mai ibridato né incrociato, e con elevati standard qualitativi. KAMUT®, infatti, significa garanzia di alta qualità in biologico di un antico cereale riscoperto e reintrodotto sul mercato e nelle diete dall'azienda Kamut International.
Per ulteriori informazioni:
Ufficio stampa Kamut Enterprises of Europe
Ketchum
Sonia Silvani – Tel. 02 624119.77 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Sara Pecchielan – Tel. 02 624119.22–
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Federica Villa – Tel. 02 624119.31 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Crisi pesche e nettarine - Rabboni: "pronti ad attivare i ritiri straordinari decisi dalla Ue. Previsto anche un contratto tipo per velocizzare le operazioni. Ma la gestione delle crisi di mercato va ripensata a livello europeo".
Bologna - Il regolamento europeo per la crisi di mercato di pesche e nettarine che stanzia complessivamente 29 milioni di euro per i ritiri e 3 per la promozione, è stato al centro di due incontri a Bologna il 29 agosto scorso convocati dall'assessore regionale all'Agricoltura Tiberio Rabboni per fare il punto con le Organizzazioni di produttori e le rappresentanze regionali del mondo agricolo.
"L'Emilia-Romagna – ha detto Rabboni – è pronta a cogliere al meglio questa opportunità anche perché è una delle poche regioni europee che vanta nel settore esperienze, risultati e sistemi operativi funzionanti. Nella riunione abbiamo deciso di stilare un contratto tipo regionale per garantire un'applicazione veloce e facilitata del provvedimento europeo anche per le aziende agricole che non fanno parte di Organizzazioni di produttori. Resta il rammarico per una gestione delle crisi di mercato ancora una volta inadeguata rispetto a necessità, tempi e risorse. Superata questa emergenza occorrerà ripensare tutta la materia. Chiederemo al Ministero di attivarsi in questo senso presso la Commissione europea. Come Emilia-Romagna siamo pronti a dare il nostro contributo."
Il provvedimento europeo per la crisi di mercato di pesche e nettarine prevede risorse sia per i ritiri a scopo benefico (distribuzione agli indigenti) sia per altre destinazioni (energia rinnovabile e distillazione); si rivolge sia alle Organizzazioni dei produttori, che alle aziende agricole non socie e stabilisce una retroattività dall'11 agosto. Per il prodotto destinato agli enti benefici è prevista la concessione di un aiuto del 100% sia alle Op che alle aziende non socie; per gli altri tipi di destinazione l'importo sarà pari al 75% per le imprese socie Op e al 50% per quelle non socie.
L'incontro è servito anche per affrontare il tema del provvedimento europeo che stanzia 125 milioni di euro a fronte del blocco delle importazioni di diversi prodotti agroalimentari deciso dal Governo Russo. "Il regolamento sarà operativo nei prossimi giorni – ha sottolineato Rabboni - ed essenziale sarà la tempestività con cui i produttori si attiveranno. Mentre il provvedimento sulle pesche e nettarine riguarda poche regioni italiane e spagnole, quello sull'embargo della Russia interesse molti Paesi europei. A fronte di un interesse così vasto e di risorse comunque inadeguate essere organizzati e operativi farà la differenza. Per questo abbiamo già previsto una riunione ad hoc all'inizio della prossima settimana." Il Regolamento europeo sull'embargo russo stanzia 125 milioni di euro per 14 prodotti ortofrutticoli, comprese le susine. Nel settore lattiero-caseario anche i formaggi Dop a pasta dura come il Parmigiano Reggiano attraverso il finanziamento dello stoccaggio privato, per i quali al momento non sono però state rese note risorse ufficiali. Il tutto con retroattività dal 18 agosto.
(fonte Regione Emilia Romagna - Bologna, 29 agosto 2014)
Assolatte ritiene essenziale l'impiego della misure di mercato previste dalle "rete di sicurezza", non solo per i formaggi DOP ma anche per le mozzarelle ed i formaggi freschi, prodotti che rappresentano circa il 25% del esportazioni italiane in Russia.
di LGC - Parma -2 settembre 2014 -
L'escalation della crisi Russa e gli embarghi disposti da Vladimir Putin sui prodotti alimentari UE sta preoccupando i produttori di latte e formaggio.
Infatti la Russia, secondo quanto riportato da Assolatte, è la decima destinazione per l'export caseario italiano: nel 2013 sono state esportate circa 7.300 tonnellate di formaggi, per un valore complessivo di 43,3 milioni di euro, con un tasso di crescita superiore a quello di tutte le altre principali destinazioni (+33%).
Un traguardo raggiunto anno dopo anno e che ha avuto registrato una crescita più che proporzionale nell'ultimo quinquennio come mostra il grafico dell'associazione imprenditoriale che, proprio per questa ragione invoca l'aiuto della U o meglio un intervento che non sia limitato ai prodotti DOP.
L'embargo - riporta il sito di Assolatte - crea danni milionari al nostro settore soprattutto perché arriva in un momento di particolare crescita produttiva. I danni potrebbero riguardare non solo il presente ma anche il futuro: "Non va dimenticato – spiega Giuseppe Ambrosi, Presidente di Assolatte – che le imprese nazionali hanno fatto importanti investimenti per adeguare le proprie strutture agli obblighi delle autorità russe. L'embargo dunque interrompe relazioni istituzionali e commerciali costruite con lavoro e fatica. E se il blocco durasse davvero fino al prossimo agosto, i nostri prodotti saranno sostituiti da altri, e sarà difficile se non impossibile riprendere gli spazi conquistati con fatica."
L'impossibilità di accedere al mercato russo associata alla maggior disponibilità di latte (nei primi sei mesi del 2014, nell'Unione europea le consegne di latte sono aumentate del 5,4%), avrà probabilmente effetti anche sulle quotazioni europee del latte alla stalla, e dei formaggi, già diminuite nel corso degli ultimi mesi, e sui prodotti trasformati.
La rete di Protezione USA per il latte. Un premio assicurativo quasi simbolico per contrastare gli effetti di una eventuale sovrapproduzione di latte.
Parma 1 settembre 2014 --
Il programma di protezione del latte statunitense è stato ideato per evitare che si ripeta la situazione che portò al crollo delle quotazioni nel 2009. A riportare la notizia è Leo Bertozzi (esperto nella gestione delle produzioni agroalimentari di qualità e nella cultura lattiero-casearia) dalle colonne del portale del latte CLAL, I suoi fautori, prosegue l'ex direttore del Consorzio del Formaggio del Parmigiano Reggiano) ritengono che, nonostante il grande successo attuale dell'export ed il buon livello dei prezzi del latte USA, basterebbe una modesta sovrapproduzione, nell'ordine di solo un 1.5 – 2%, per fare precipitare la situazione col crollo delle quotazioni e la conseguente chiusura di stalle, fenomeno purtroppo già avvenuto negli ultimi anni.
Il programma, a base volontaria, assicura un sostegno finanziario agli allevatori quando la differenza fra prezzo del latte e costi dell'alimentazione (feed costs) scende sotto il livello di copertura assicurativa scelto dall'allevatore. Le adesioni al programma per il periodo 2014-2015 iniziano il 2 settembre e sono aperte fino al 28 novembre. Gli allevatori che aderiscono dovranno restare nel programma fino al 2018, versare una quota minima annuale di 100 Dollari ed assicurare i propri margini secondo una scala decrescente su cui scegliere, per ogni anno, quanto latte (fra il 25% ed il 90% della propria produzione) e quale livello di margine assicurare.
Negli anni successivi al 2015, la scelta andrà fatta dal 1 luglio al 30 settembre ed anche in questo caso gli allevatori avranno tempo sufficiente per prendere decisione adeguate al proprio margine di rischio ed alla propria situazione aziendale. La rete di protezione per i produttori di latte USA, prevista nel nuovo Farm Bill, si sta concretizzando con l'annuncio formale fatto dallo USDA e i 90 giorni di tempo per aderire al programma serviranno per educare ed informare adeguatamente i produttori. (Fonte Clal)
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