Cosenza, 15 febbraio 2019 - Sala degli Specchi della Provincia di Cosenza - La Conoscenza Condivisa, per un nuovo modello di organizzazione scolastica.
Il Mirandolese Guido Zaccarelli, autore della Conoscenza Condivisa®, è stato invitato a Cosenza per partecipare, come relatore, al seminario dal titolo "La Conoscenza Condivisa, per un nuovo modello di organizzazione scolastica".
Il seminario si è proposto di suggerire azioni e comportamenti orientati ad offrire una diversa prospettiva con la quale osservare la struttura delle organizzazioni scolastiche ancora oggi centrate sul modello piramidale, un modello burocratico e dirigistico che rappresenta uno degli aspetti di maggiore criticità delle nostre scuole, per la difficoltà nell'avviare e sostenere processi di miglioramento e raggiungimento dei fini e della missione assegnati dalla nostra Costituzione.
Il contributo di Zaccarelli è stato quello di diffondere i principi e i valori della Conoscenza Condivisa, da applicare a tutta l'organizzazione scolastica nazionale, dove garantire ad ogni componente la partecipazione attiva e la corresponsabilità nelle scelte e nei risultati dell'agire formativo, capace di favorire e di stimolare anche un clima positivo e motivante per i diversi attori coinvolti nel processo educativo ed in quello organizzativo.
Cos'è la Conoscenza condivisa?: «è il nome che identifica il comportamento delle organizzazioni scolastiche che mettono la Persona al centro della scuola». È la presa cosciente dell'innesto culturale di una nuova consapevolezza scolastica: «per vincere le sfide offerte dalla globalizzazione le organizzazioni scolastiche devono creare al loro interno luoghi di lavoro felicitanti dove le persone condividono in forma paritetica la conoscenza».
Serve una nuova azione educativa, formativa e culturale necessaria per tracciare la strada di una nuova realtà organizzativa, da verticale a circolare dove la persona è al centro. Il mondo in cui viviamo è di fronte a grandi cambiamenti e la velocità con la quale la realtà muta ai nostri occhi è incessante e spesso imprevedibile. Negli ultimi anni la nostra società ha subito l'azione di media e di strumenti altamente tecnologici che hanno moltiplicato le potenzialità comunicative di ogni individuo soprattutto grazie alla nascita del pianeta Internet, dove le persone possono condividere in rete la conoscenza.
L'intera organizzazione scolastica non può rimanere distante dai continui mutamenti che stanno caratterizzando la società contemporanea, ma essere attenta per cogliere i segnali in anticipo ed essere proattiva nell'adeguare se stessa ai desideri e ai bisogni della società contemporanea. La scuola del futuro deve prevedere un modello circolare dove ognuno è parte integrante di un disegno collettivo che ha al centro la funzione che legittima la stessa esistenza delle istituzioni scolastiche, l'insegnamento-apprendimento, aperto alla possibilità di scambio di esperienze "tra pari", che sono proprie delle comunità di apprendimento, ove il sapere dell'uno viene messo a disposizione dell'altro, in un processo circolare ricorrente di costruzione della conoscenza con ampi riflessi nell'agire educativo.
La condivisione della conoscenza fonda le sue radici sul bene comune, essenza irrinunciabile per assicurare alla nostra scuola l'apertura al cambiamento e alla comprensione della complessità dei saperi contemporanei e di spalancare le porte alla reciproca attivazione di preziosi processi di apprendimento per fare crescere l'identità sociale e consentire alle persone di sentirsi attrici protagoniste e parte attiva del cambiamento.
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Quante volte entrando in libreria abbiamo detto a noi stessi: «questo libro è mio».
Di Guido Zaccarelli Mirandola 16 febbraio 2019 - Un libro è l'incontro con un'emozione, è il vivere una esperienza che contagia, a volte inebriante per l'energia che promana e la forza dirompente di cui dispone, orientata a dare ombra ad una identità piena di luce oppure di catapultarla in una gioia irrefrenabile, cambiando o rinforzando il senso della vita. Come innanzi ad un incontro inatteso, dove un petalo scivola da una mano e viene raccolto prima che il suo lento ondeggiare sfiori il terreno per riporlo da dove era partito.
È il momento dove l'ascolto s'inebria di armonia fino a raggiungere la profondità dei sentimenti pronti a dire: «ho incontrato la persona della (mia) vita». Il libro è come una goccia d'acqua, immersa nel mare che ondeggia in mezzo alle altre, camuffandosi senza dire nulla di sé fino a raggiungere in silenzio la riva. Un rivolo d'acqua che incanala nella sabbia bagnata insieme a tante altre disperdendosi all'istante, senza lasciare traccia. Potevano incontrare mari tranquilli e accompagnare alati la traversata delle navi, incontrare onde vigorose che s'infrangevano contro l'imbarcazione, increspandosi ad ogni sobbalzo dello scafo o infrangersi sulle rocce dal volto aculeo fino a diventare sbuffi rumorosi d'acqua marina. Il libro è l'incontro con la storia della vita pensando a volte che sia solo nostra. La realtà è comune a tutti agli uomini. Ciò che cambia è la posizione delle note nel pentagramma, alcuni brani iniziano con il DO basso altri con il DO alto, altri ancora con qualsiasi altra nota; nel mezzo, tra una e le altre, le sfumature dell'arcobaleno che inneggiano all'armonia della vita.
Quando il musicista segue con lo sguardo le note disposte sul pentagramma, segue idealmente il percorso della sua vita; il lettore segue la linea tracciata dall'autore che l'aiuta a muoversi tra gli estremi della sua fantasia e il lento, o rapido oscillare, nell'arco vitale della propria esistenza. L'incontro con se stessi è la scintilla che tiene incollato il lettore al racconto, come i sentimenti tengono uniti le persone quando si muovono oltre le pagine della prefazione del libro che stanno scrivendo insieme a quattro mani. È il prodotto del caso dove l'energia del momento si concentra in una luce che aspettava da tempo di essere scoperta, in viaggio tra stelle di lunga durata e meteoriti che transitano senza lasciare un segno dietro di sé. Ognuna di loro ha un suo angolo di celebrità e molte caratteristiche in comune a tante altre.
Qui nasce l'incontro con il linguista e antropologo russo, poi divenuto sovietico, Vladimir Propp.
Egli studiando 400 fiabe di magia russe, scoprì che «in ogni fiaba le azioni erano sempre le stesse e realizzate dagli stessi personaggi». Lo studio ha permesso di individuare otto categorie di personaggi che svolgono 31 funzioni, che si muovono in uno schema dove i personaggi sono prima in equilibrio, poi avviene la rottura, successivamente l'eroe compie azioni importanti fino al ripristino dell'equilibrio iniziale.
«Leggere di altri significa leggere di se stessi» dove il lettore s'immedesima nel personaggio fino ad assumere le sembianze, facendosi accompagnare dall'autore sulla filigrana della narrazione per condurlo a vivere la storia immersa nell'emozione, vissuta tra la fabula e l'intreccio. Nella fabula il racconto si distende nel seguire la cronologia degli eventi, seguendo una disposizione logica e naturale; diversamente l'intreccio riguarda il modo con il quale l'autore presenta al lettore il suo testo narrativo, spesso modificando le regole temporali di svolgimento naturale degli accadimenti. Tutto questo reso possibile dalla narrazione che consente di trattare un argomento accaduto in precedenza (flashback) oppure di anticipare gli eventi successivi (flashforward), entrambi arricchiti dalla dimensione emotiva.
Preso il libro dallo scaffale, il lettore inizia a sfogliare le pagine come fossero i petali di un fiore, soffermandosi su una di esse dove avviene l'incontro con una parola, con una frase in armonia con il proprio pensiero fino a scuotere la saggezza dell'anima. Passaggi alati e rapidi alla ricerca di conferme, o di smentite, che prendono il volo dissipandosi o consolidandosi in pochi istanti, il tempo con il quale il cuore comanda alla voce silenziosa di salire dal profondo dell'introspezione: «questo libro è mio».
La sete è tanta e forte è il desiderio di dissetarsi immergendo il cuore e l'anima nel racconto. «Lì inizia il percorso della vita». Un filo conduttore dove l'uomo cammina sul dorso delle parole incontrando la punteggiatura che limita o amplia lo sguardo del pensiero. Brevi periodi segnati da un punto che ferma per un istante il tempo per concedere una sosta, breve o lunga che sia, per riprendere il fiato. Uno spazio bianco dove riprendere il cammino lineare della vita, segnata a pochi passi con una virgola, una pausa, per legare il discorso di prima con quello successivo dove lo sguardo arretra, o avanza, precipitosamente alla ricerca di un altro punto, oppure di un'altra virgola che renda grazia il momento.
Ogni periodo fa storia a sé: «è una frase tra due punti». Poi ne vengono altri e nel cammino ecco apparire due punti destinati ad aprire un nuovo discorso sena chiudere il precedente, ma dando più voce al passato per comprendere meglio se stessi e spiegare gli altri, a volte senza un perché, a volte ponendo le domande, altre volte incontrando un punto esclamativo. Le persone nella vita incontrano la punteggiatura, segni grafici invisibili nel quotidiano ma scritti nelle pagine del libro della propria vita. Le parole si susseguono, le une dopo le altre, scorci di vita che seguono la strada incontrando le note musicali della punteggiatura, da ascoltare per vivere e assaporare uno stato di grazia unico e irripetibile. È nel silenzio che la punteggiatura trova se stessa e la forza di esprimere tutto il valore presente nei segni. Sensazioni che messe in campo spingono a sfogliare con le dita le pagine fino a fermarsi su di una. Decidere se continuare o riporlo nello scaffale da dove era stato preso. Sono istanti di vita vissuti nel breve tempo che trascorre tra una punteggiatura e l'altra, uno spazio infinitesimale di profonda emozione. Attimi che non tornano, se non colti nella loro essenza, al contrario di un testo scritto dove è possibile ritornare sui propri passi. «Siamo NOI gli autori della nostra esistenza».
Spetta al lettore decidere se andare oltre o fermarsi, fissare lo sguardo o volgerlo altrove, consapevole che camminando incontrerà sempre la punteggiatura che inneggia alla vita: «questo è il libro della (mia) vita, lo conservo per sempre».
GUIDO ZACCARELLI
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale con Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Di Guido Zaccarelli – Mirandola (MO) 18 marzo 2018 - La scrittura è il segno grafico che l'uomo impiega per rappresentare la realtà che lo circonda e descriverla, attingendo dalla sorgente dei propri sentimenti la fonte principale per arricchire il testo di contenuti e di emozioni.
Un viaggio di andata e ritorno da compiere più volte sulla stessa riga per calarsi nella profondità della parola e addentrasi nei meandri di ogni singola sfumatura, per cogliere l'essenza dell'invisibile dove il pensiero s'eleva oltre i confini del presente.
Un modo per donare al lettore il luogo dove riflettere e aiutarlo a colmare il vuoto lasciato libero tra una parola e l'altra. La semiotica è la scienza che studia il linguaggio dei segni in un'ottica di significazione: "è tutto ciò che rimanda a qualcos'altro che non c'è: il fischio del capostazione che segnala la partenza di un treno, il segnale lampeggiante di un semaforo, il testo presente in un libro, qualsiasi frase contenuta in una bottiglia lanciata in mare e ritrovata a distanza di anni."
Ogni cosa che noi vediamo e tocchiamo è un segno semiotico che genera un processo di comunicazione che può essere di natura sociale, attraverso l'interazione di persone, oppure astratto, che non prevede la presenza di una mente umana ma di un oggetto, il suo riferimento nel contesto e il suono che è in grado di generare.
Il significato muta in base al contesto, nel quale il segno è collocato, inteso come l'insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli, spaziali, temporali, relazionali e culturali presenti in un qualsiasi scambio comunicativo.
Il contesto si può ampliare o restringere secondo le esigenze presenti nell'interazione comunicativa. Il libro è l'oggetto di questo atto comunicativo che mette in contatto il lettore con lo scrittore, la lettura è il riferimento al testo e l'audiolibro il suono che viene prodotto. Leggere ascoltando è un segno semiotico capace di generare un continuo divenire con l'oggetto che rappresenta e con l'aiuto della voce ornare di ulteriori significati la lettura.
Leggere ascoltando è momento unico da dedicare all'ascolto attivo nei momenti di libertà, dove combinare la quotidianità con l'eufonia della parola in un continuo rincorrersi di suoni e di melodie che incantano le emozioni fissandosi in modo indelebile nella memoria. Il desiderio di leggere e di ascoltare diventa una sana abitudine da incoraggiare ogni giorno per la presa cosciente di generare un diffuso e sano benessere personale e sociale, che coinvolge non solo le persone fragili, ma l'intera popolazione.
Le moderne tecnologie della informazione e della comunicazione sono strumenti sempre allettanti, raffinati e in continua evoluzione, nati per diffondere il valore e il piacere dell'ascolto, in questo particolare caso, della lettura da impiegare per orchestrare una composizione armonica di parole, lettere e suoni. Le persone vivono il disagio del tempo sottratto a dare risposte sempre più complesse anche quando la semplicità è di casa.
Leggere ascoltando è il futuro al quale dobbiamo prestare il fianco per farlo diventare uno strumento quotidiano di condivisione della conoscenza e di crescita culturale e sociale, non solo per le persone fragili, ma per tutti Noi con l'intento di creare un futuro che continuamente si disseta alla fonte principale della lettura e dell'ascolto.
Bibliografia: Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro. Guido Zaccarelli, Franco Angeli Editore.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Curriculum: Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
È stato presentato presso la Sede UICI di Modena alla presenza del Presidente Dott. Ivan Galiotto l'audiolibro, disponibile nel catalogo delle opere del libro parlato nazionale, "Dalla Piramide al Cerchio", il saggio con il quale l'autore Guido Zaccarelli si è rivolto ai suoi lettori con lo scopo di infondere un nuovo modello culturale dove la persona è posta al centro di qualsiasi modello organizzativo dove possa riconoscersi per identità e senso di appartenenza.
Un argomento di profonda attualità presente nei luoghi di lavoro: un diffuso senso di malessere personale che nel tempo ha contagiato l'intero agire sociale creato dall'economia 4.0.
Occorre invitare il management ad adottare modelli organizzativi più aderenti ai bisogni e ai desideri delle persone, dove disciplinare le pretese rivolte all'uomo di seguire i ritmi incalzanti di produzione della catena di montaggio, imposti dall'organizzazione per ridurre i costi e competere con i mercati globali. La competitività di una azienda si misura dalla sua capacità di porre le persone nelle condizioni di donare le proprie idee agli altri e di condividere la conoscenza in forma circolare.
La presenza di un clima organizzativo positivo motiva le persone al fare e a identificarsi nel comune agire dell'azienda creando le premesse per la creazione di luoghi di lavoro felicitanti. Sapendo di essere rispettate, agiranno, proporranno, saranno volenterose, altrimenti lavoreranno solo per la retribuzione.
Un viaggio che esige di essere fatto in compagnia di altre persone che condividono il valore e il senso etico che sta alla base della Conoscenza condivisa.
Ecco nascere l'idea del libro parlato, nata da un incontro con il dr. Ivan Galiotto, Presidente dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti – Sezione Territoriale di Modena per diffonde il senso etico e i valori che stanno alla base della conoscenza condivisa. L'idea si è trasformata in un progetto concreto e disponibile tramite il Centro di Produzione del Libro Parlato di Modena. Quest'ultimo, infatti, ha prodotto la versione audio dell'opera grazie ai donatori di voce del Centro.
Il Centro Nazionale del Libro Parlato (CNLP) è un servizio che l'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti offre gratuitamente da oltre sessant'anni ai non vedenti, agli ipovedenti e a tutte le persone che hanno difficoltà di lettura.
non solo per i ciechi ma anche per tutte quelle persone che per patologia o per l'età avanzata hanno gravi problemi di vista e si svolge alternativamente tramite dazione in comodato delle opere prodotte in formato digitale su cd in standard Daisy ovvero acquisizione delle stesse tramite il servizio denominato "libro parlato on-line".
Il Centro Nazionale del Libro Parlato ha sede in Roma presso la Presidenza Nazionale dell'Unione Italiana dei Ciechi e degli Ipovedenti. In tale sede e negli uffici distaccati di Firenze, Lecce, Brescia e Modena, insistono gli studi professionali per la produzione su cd delle opere lette da speaker professionisti.
Oltre agli speakers professionisti i centri si avvalgono inoltre di donatori di voce volontari che registrano in casa nel tempo libero. Le opere prodotte dai primi sono denominate di "Primo livello", mentre quelle realizzate dai secondi di "Secondo livello". Sul territorio nazionale, infine, l'organizzazione si avvale della collaborazione delle Sezioni Territoriali, per l'erogazione del servizio di distribuzione.
Il Brain Decision Stress, coniato da Guido Zaccarelli, è una condizione di forte stress nel quale il cervello dell'uomo si trova quando è chiamato a gestire la complessità.
di Guido Zaccarelli Modena 4 febbraio 2018 - L'uomo è un agente a razionalità limitata e non è in grado di valutare nella stessa unità di tempo tutti gli scenari che si spalancano ai propri occhi quando deve rispondere in modo rapido e appropriato alle istanze provenienti dal contesto di riferimento.
«L'uomo si basa sulla sua razionalità, ma anche sulla soddisfazione che deriva dalla sua scelta.»
Questo in breve sosteneva lo psicologo, economista e informatico statunitense Herbert Alexander Simon, considerato il padre dell'intelligenza artificiale.
La razionalità limitata proviene dalla impossibilità di gestire ed elaborare nello stesso istante milioni di informazioni con le quali effettuare, nel minor tempo possibile, la scelta migliore: il tempo è denaro, sosteneva lo scienziato e politico statunitense Benjamin Franklin. Il limite è nella natura fisica dell'uomo.
Nello specifico insito nella MBT, Memoria a Breve Termine, che contiene un elevato numero di informazioni per un breve periodo di tempo, trascorso il quale, se non vengono ripetute, si perdono. Se invece vengono più volte reiterate transitano nella memoria MLT, Memoria a Lungo Termine, dove vengono opportunamente organizzate e fissate in modo permanente per un recupero rapido e veloce. La MBT e la MLT sono paragonabili alla memoria di un personal computer che comunemente conosciamo con il nome di RAM e HD - Disco Rigido.
La razionalità limitata deriva dalla impossibilità di disporre di una memoria molto ampia in grado di accedere a tutte le informazioni necessarie per decidere in quel momento la soluzione migliore.
La difficoltà risiede nella incapacità di gestire il tutto in relazione alla parte.
Per risolvere i problemi derivati dalla complessità l'uomo deve frazionare l'intero ed agire sulla parte. Tipico è il desiderio di acquistare un bene, per il quale si vorrebbe disporre in termini assoluti di tutti gli elementi possibili per effettuare la scelta ottimale in quell'istante, mentre invece si deve limitare il campo d'azione della ricerca ad un numero ridotto di informazioni. L'analisi, volutamente fin qui condotta, presenta il quadro di un uomo che decide senza prendere in considerazione anche la dimensione emotiva che rappresenta e gioca un ruolo fondamentale all'interno di qualsiasi processo decisionale.
I sentimenti e le emozioni collaborano attivamente con la razionalità pura nel promuovere l'insorgere di stati emotigeni che modificano l'equilibrio dell'organismo e la messa in atto di comportamenti in alcuni casi rispondenti con l'azione desiderata e in altri di contrasto in condizioni di normalità. Il Brain Decision Stress è una condizione di forte stress nel quale il cervello dell'uomo si trova quando è chiamato a gestire la complessità.
Al pari di quando il processore del nostro computer deve elaborare, in breve tempo, una elevata quantità di dati. Lo sforzo richiesto implica una maggiore disponibilità di energia, un aumento della temperatura interna e un allungamento dei tempi di risposta, situazioni di forte stress, che possono provocare un arresto inaspettato del sistema.
Il disagio dell'uomo prende il sopravvento. Il malessere personale stimola l'azione decisionale oltre la razionalità pura portandolo alla introspezione dove cercare utili appigli per scegliere. L'in-decisione è un momento che condiziona fortemente l'agire dell'uomo dedito all'ascolto esteriore e interiore alla ricerca di sfumature invisibili all'occhio.
È una fase delicata e il cervello è costantemente sottoposto ad elevati livelli di stress la cui azione è diretta a ricercare le informazioni presenti nella MBT e nella MLT per trovare una rapida soluzione.
La complessità è elevata e la scelta è fortemente condizionata anche dai sentimenti i quali tengono in tensione l'uomo verso una scelta che, se dettata dalla sola ragione, avrebbe vita facile.
La decisione libera l'anima della persona facendola volare verso un nuova condizione fisica e ed emotiva e assaporare una nuova condizione di benessere.
Il Brain Decision Stress ha ultimato il proprio lavoro, in attesa di approdare in una nuova condizione in cui dare prova di sé e della capacità di donare all'uomo la possibilità di fare la scelta migliore in compagnia dei propri sentimenti e delle proprie emozioni.
La relazione quotidiana con la realtà che ci circonda è la fonte principale alla quale l'uomo si accosta per ampliare la propria conoscenza.
Di Guido Zaccarelli 21 gennaio 2018 - Non sempre l'uomo concede al mondo tutto ciò che riceve e laboriosamente ottiene con la forza del proprio impegno. Spesso trattiene buona parte delle proprie conoscenze per sé liberandole solamente quando percepisce intorno a sé la presenza di un clima sereno e di fiducia reciproca in grado di generare un diffuso stato di benessere psicofisico.
In una azienda dove il clima organizzativo è freddo e le relazioni umane sono frammentate, viene a meno da parte dell'uomo la disponibilità a concedere all'organizzazione la conoscenza, soprattutto quella invisibile. Solo la parte visibile viene accordata in virtù di un vincolo retributivo o in presenza di obblighi di altra natura.
È difficile fornire una definizione univoca di conoscenza, in quanto propria dell'uomo che si nutre e trova giovamento ogni giorno grazie alla relazione con il mondo.
I libri di testo riportano definizioni differenti agenti tutti nella direzione di offrire al lettore un variegato insieme di prospettive da rendere coerenti con l'interesse e le circostanze del momento. Com'è difficile definire la conoscenza altrettanto difficoltoso è attribuire un valore economico alla conoscenza, per via della sua natura immateriale.
È possibile rappresentarla numericamente attraverso questionari realizzati all'occorrenza per assegnare un valore economico proprio al contesto da misurare, sapendo della presenza di forti scostamenti tra i risultati ottenuti e i valori presi come riferimento.
L'iceberg è l'immagine impiegata per raffigurare la conoscenza che rende netta la separazione tra ciò che si vede e la parte sommersa. La parte visibile è ciò che l'uomo mostra e condivide con gli altri, quella sommersa è ciò che trattiene e che mette a disposizione del prossimo quando le circostanze favorevoli lo consentono.
Le condizioni si verificano in coincidenza di un clima mite che riscalda l'intero blocco di ghiaccio. Il calore generato dal clima positivo riduce la distanza tra le persone favorendo la prossimità del dialogo e la nascita di un sistema di relazioni alla pari che confinano nella reciprocità. La parte sommersa dell'iceberg si scioglie contribuendo ad elevare il livello dell'acqua della conoscenza fino a raggiungere la prossimità dell'azienda. I confini periferici delimitano il perimetro entro il quale la conoscenza inizia a produrre i propri frutti. Le persone iniziano a dissetarsi alla fonte comune della "Conoscenza Condivisa" e anche chi era collocato in periferia riesce a godere dei benefici comuni. È l'inizio di una nuova era.
L'azienda inizia a vedere in quesiti nuovi atteggiamenti la possibilità di impostare un nuovo modo d'intendere la relazione tra le persone e di intraprendere nuovi modelli di business orientati a fare crescere l'impresa nel medio e lungo periodo. I questionari contribuiscono a sostenere il management nel difficile compito di assegnare un valore attendibile alla conoscenza liquida che rappresenta una entità economica importante da massimizzare in investimenti umani e tecnologici. Una volta valorizzata partecipa a formare il bilancio dell'intangibile che le aziende dovrebbero redigere come fonte di analisi per intraprendere azioni collettive di buon governo organizzativo.
La conoscenza liquida partecipa attivamente alla formazione del MOL, Margine Operativo Lordo, quale importante indicatore di redditività di una azienda che non tiene conto degli interessi, delle imposte, del deprezzamento dei beni e degli ammortamenti. Il dialogo franco e spontaneo tra le persone e la disponibilità a condividere la conoscenza invisibile, consente all'azienda di contenere i costi dei dipendenti, l'accesso a soluzioni esterne e la presenza di una elevata burocrazia che rallenta tutte le fasi operative e strategiche.
È in corso un cambio culturale nelle aziende, complice un mondo che muta il contesto in ogni momento.
La conoscenza invisibile è un patrimonio importante per l'uomo, per l'azienda e per la società civile. Lasciarla sommersa significa non comprendere il vero significato, la portata e il contributo che potrebbe fornire per accrescere la redditività di una impresa e la sua capacità di competere in una scala sempre più ampia di valori etici, morali ed economici: non si vede bene che col cuore.
"L'essenziale è invisibile agli occhi". Antoine Jean Baptiste Marie Roger de Saint-Exupéry
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GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Curriculum: Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
La Conoscenza Condivisa entra in azienda e le persone sono felici. Avvertono dentro di sé che qualcosa è cambiato, respirano un'aria nuova, sentono di lavorare sereni e immersi in un diffuso stato di benessere che li gratifica e li rende partecipi di un disegno organizzativo collettivo nel quale si ritrovano per identità e senso di appartenenza.
di Guido Zaccarelli Modena 14 gennaio 2018 - Il senso di appartenenza è una dimensione fondamentale per l'uomo che lo riporta alle sue origini sociali, di vita di relazione, vissute all'interno delle comunità dove regnava la cooperazione prima che la dominazione prendesse il sopravvento. Luoghi sereni e sicuri in cui ritrovare se stessi in ogni circostanza per affrontare le difficoltà del momento.
Il senso di appartenenza, che potremo definire come «il significato vero che le persone attribuiscono all'unità di misura dello stare insieme.» Stare insieme nel benessere, ha un valore personale e sociale unico e inestimabile, consente di dare il meglio di sé in qualsiasi luogo, momento o circostanza, in modo naturale e spontaneo, senza pregiudizi di sorta.
"Lo scopo è lavorare in un ambiente felice". Anche le aziende devono dare prova di sé e dell'impegno assunto, non solo nei confronti del mondo che lo circonda ma anche di quello interno, scrivendo il curriculum nel quale riportare e rendere pubblico il contesto dove le persone lavorano e l'impegno assunto nel promuovere il valore delle persone.
"Il curriculum, non solo per le persone ma anche per le aziende: una relazione alla pari". Si profila in questo modo la nascita di una nuova linea di credito e di apertura verso un modo differente d'intendere la relazione di fiducia tra l'imprenditore e il lavoratore, "il protocollo della conoscenza condivisa", in grado di generare un sistema di credenze "senza linea di confine" aperto al dialogo e al confronto dialettico volto a rendere attrattiva la permanenza del lavoratore e favorire il grado di attrattività per l'inserimento di nuovi collaboratori.
Un cambiamento irrinunciabile a cui le aziende devono tendere nell'immediato futuro, per effetto dell'evoluzione dei tempi, che non premia solo la quantità in riferimento alla redditività d'impresa, ma sopra ogni cosa, il valore aggiunto associato alla qualità dei prodotti realizzati dai dipendenti che sostengono con la volontà del fare l'azienda nel loro difficile compito di fare impresa. Tutto questo nasce dalla consapevolezza dell'imprenditore che vede innanzi a se un futuro altamente tecnologico, dove l'attore principale non sarà solo la tecnologia, ma le persone senza le quali non sarà possibile raggiungere gli obiettivi predeterminati.
Sono imprenditori che si muovono sulla base dei risultati economici ed etici che desiderano raggiungere dalla propria comunità aziendale, come espressione di un bene sociale da coltivare e sviluppare nel tempo. Un modello di riferimento a cui ispirarsi per farlo rientrare nel linguaggio comune: "in questa azienda le persone sono felici, vieni a scoprire il perché", consolida la presenza del lavoratore e facilita l'inserimento di nuove entrate.
Per conseguire questo scopo serve la Conoscenza Condivisa.
Cos'è la Conoscenza Condivisa di cui tanto si parla?: "La Conoscenza Condivisa è il nome che identifica il comportamento delle aziende che mettono la persona al centro dell'organizzazione, é la presa cosciente dell'innesto di una nuova consapevolezza: per vincere le sfide offerte dalla globalizzazione le aziende devono creare al loro interno luoghi di lavoro felici dove le persone condividono in forma paritetica la conoscenza".
Come mai serve un nome per identificare il comportamento di una azienda, di un imprenditore che valorizza i suoi dipendenti?. Perché se diventa facile individuare un oggetto della realtà che ci circonda, un bicchiere, un gatto, è molto difficile definire e applicare un modello culturale e portarlo a fattore comune in modo che tutte le persone si possano identificare. Assegnare un nome e prescrivere delle regole facilita l'adesione collegiale e facilita la messa in pratica, una volta entrato nella dimensione quotidiana.
Il Protocollo della Conoscenza Condivisa è un insieme di regole condivise all'interno dell'azienda, a cui possono aderire al¬tre realtà aziendali per creare una rete di aziende che agiscono sulla base degli stessi valori. L'intento è di favorire la realizzazione di una rete della Conoscenza Condivisa per allargare e rendere comune il dialogo tra le persone dell'organizzazione per agevolare un confronto diretto e leale, sostenuto dalla fiducia reciproca e dal dono della gratuità. Il lavoro è lungo e difficoltoso. Se non partiamo non daremo mai a noi stessi la possibilità di tagliare il traguardo prima degli altri, per cambiare una realtà che ormai non ci appartiene perché espressione remota di un tempo passato.
Mettiamoci in marcia e affrontiamo insieme le avversità senza attendere che qualcuno raggiunga il traguardo prima di Noi per decidere del nostro futuro.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Curriculum: Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Quando si parla di welfare aziendale lo stato d'animo delle persone prima e il pensiero poi si muovono d'intesa per accompagnare la mente e lo spirito a intravedere un ambiente di lavoro felice dove poter realizzare i propri sogni e conseguire le proprie aspettative personali, professionali e sociali.
Di Guido Zaccarelli Modena 19 ottobre 2017 - Molte aziende, spinte da un quadro legislativo favorevole, che consente loro di ricevere agevolazioni fiscali importanti in chiave di ammortamento sul breve e medio periodo, stanno mettendo a punto programmi di sviluppo interno del welfare rivolto alle maestranze, per creare una dimensione lavorativa in linea con le aspettative di ogni singola persona.
Uno sforzo che è ancora agli inizi per le molteplici difficoltà che nascono naturali in relazione alla necessità di promuovere similmente un cambio del modello culturale, al quale le persone sono state impegnate per anni a seguire, in strutture organizzative imperniate su schemi piramidali sostenuti da una accentuata azione verticistica delle linee di comando. "Il capo che ordina al sottoposto di eseguire un lavoro senza avere la possibilità, per quest'ultimo, di poter intervenire nel modulare schemi d'azione e comportamenti orientati a combinare la nascita di un valore aggiunto collettivo".
La catena del valore, da tempo terreno di studi e di osservazione da parte del mondo scientifico ed economico, è il punto di congiunzione all'interno della quale è imprescindibile la necessità di individuare e definire la stessa unità di misura per ottenere una gestione coerente del personale e delle attività ad esse riferite. Le difficoltà esistono, e in molti casi di difficile soluzione, causa la presenza della dimensione immateriale che non consente di definire ordini di grandezza misurabili in termini oggettivi e replicabili nella stessa realtà e in ambiti differenti.
La presenza di questi scenari induce una riflessione attenta e puntuale dello stato delle cose e il confronto tra posizioni differenti potrebbe fare emergere una scollatura tra il quadro normativo in atto, proiettata nella dimensione economica e psicofisica delle persone, e la volontà di una certa parte del management di consolidare la struttura organizzativa esistente, dando per scontato che la semplice adesione al programma di welfare aziendale sia sufficiente per soddisfare e completare il progetto di benessere delle persone.
E' urgente la pretesa, da più parti sollevata, di chiedersi se il modello piramidale in atto, che le persone vivono ancora oggi sulla propria pelle e avvertono come un peso quotidiano insostenibile da portare sulle proprie spalle, può essere ancora considerato il modello vincente sul quale continuare a sviluppare politiche economiche globali, oppure, forte dell'inversione di tendenza e della crisi in atto, è necessaria una brusca virata per rispondere alle mutate esigenze emerse dal contatto con le nuove economie di mercato e con modelli relazionali differenti.
È forte il dubbio in chi scrive che il welfare come oggi viene pensato, gestito e applicato, senza un cambio del modello organizzativo, possa realmente ed efficacemente completare il disegno che ha animato lo spirito e la mano del legislatore, se non vengono messe in campo azioni decise di cambiamento del modello organizzativo, legittimando il cerchio come figura geometrica di riferimento, al quale ispirarsi nelle aziende che hanno deciso che il benessere delle persone appartiene alla comunità, il cui valore sociale si mescola con il fine economico e nella cooperazione il punto d'arrivo del bene comune.
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