Accompagnata da personale della Polizia penitenziaria, la Garante regionale dei detenuti, Desi Bruno, e il Garante di Parma, Roberto Cavalieri, hanno visitato gli Istituti penitenziari della città.
Parma, 14 luglio 2014 -
Questi i numeri: 539 detenuti presenti (la capienza regolamentare è di 385 posti, quella "tollerata" di 652), di cui 407 condannati in via definitiva (132 gli imputati), 80 gli ergastolani, 58 in regime di 41bis, 295 i detenuti comuni, 26 gli ammessi al lavoro all'esterno e in regime di semilibertà, 228 stranieri; 23 i ricoverati al Centro diagnostico e terapeutico, 7 nella sezione per tetraparaplegici. Del circuito dell'alta sicurezza, fanno parte 158 detenuti.
È in sensibile aumento, su base semestrale, il numero dei detenuti del circuito differenziato dell'alta sicurezza, con la corrispondente diminuzione dei detenuti comuni, in linea con quanto previsto dal progetto dipartimentale di realizzazione dei circuiti regionali, che prevede che la struttura si caratterizzi per la presenza di questa tipologia di detenuti. È invece stabile il numero degli ergastolani, per i quali sarebbe opportuno pensare a spazi dedicati ed esclusivi, laddove possibile. In tal senso l'auspicio è che alcuni spazi del padiglione in corso di costruzione possano essere riservati proprio a questa particolare tipologia di detenuti. Nelle sezioni dove sono collocati detenuti "comuni", con un grado di pericolosità di lieve significatività, è in vigore il regime "a celle aperte" per alcune ore al giorno.
Resta particolarmente critica la situazione sanitaria, con particolare riferimento al Centro diagnostico e terapeutico (Cdt) gestito dall'Ausl all'interno della struttura, dove vengono assegnati i detenuti per il trattamento di patologie in fase acuta o cronica (circa 20 posti). Continuano a essere inviati a Parma detenuti malati da altri istituti di pena, con intere sezioni ordinarie che sono occupate da detenuti malati, nell'attesa di essere ricoverati. Appare eccessivo il numero dei detenuti affetti da gravi patologie in relazione ai posti disponibili; la promiscuità fra persone sane e malate provoca un peggioramento complessivo delle condizioni di vita. Tale criticità è stata da tempo segnalata dalla Garante alle autorità competenti, in particolare al ministro della Giustizia, chiedendo che cessino le assegnazioni di persone malate al Cdt di Parma, nell'impossibilità di un'effettiva presa in carico.
Nella sezione che ospita il Centro non è in vigore il regime "a celle aperte", in ragione della compresenza di detenuti appartenenti al circuito dell'alta sicurezza e detenuti comuni (in tutto 23). Si segnala la persistente mancanza di un medico specialista in urologia, con i detenuti che all'occorrenza vengono portati all'esterno, con il necessario accompagnamento della scorta, per effettuare questa tipologia di consulti e altre visite specialistiche. È nota la frequente difficoltà a garantire gli accompagnamenti, con il conseguente slittamento della visite specialistiche (diverse settimane e anche mesi) con grave disagio per i detenuti.
Nel corso della visita, è stato effettuato un sopralluogo negli spazi detentivi della Sezione Iride, destinata ad ospitare i detenuti in isolamento disciplinare, sanitario e giudiziario. Ai detenuti in isolamento disciplinare viene applicato un regime detentivo caratterizzato da estremo rigore: per tutta la durata della sanzione permangono in celle senza suppellettili (né scrittoio, né tv, né sedia – una sedia gli viene fornita solo durante la consumazione dei pasti), senza la porta a separare la camera di pernottamento dal bagno con la turca. La Garante regionale e il Garante di Parma chiederanno all'Amministrazione Penitenziaria di modificare in maniera sostanziale le condizioni dell'isolamento, senza far venir meno profili di sicurezza, al fine di tutelare l'equilibrio psico-fisico delle persone.
Nei colloqui con i detenuti, le principali segnalazioni riguardano la materia sanitaria e la territorialità della pena, con la richiesta di favorire il trasferimento in istituti penitenziari più vicini al luogo di residenza della famiglia.(rg)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)