Roma, 5 gennaio 2022 - Il caos di queste ore a Parma e in tutta l’Emilia-Romagna, con i cittadini segregati in casa in attesa dell'appuntamento o dell’esito del tampone di guarigione dell’Ausl, si sarebbero potuti evitare se la Regione stesse applicando il decreto legge 30 dicembre 2021 n. 229 in vigore dal 31 dicembre. Presenterò un’interrogazione al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro della Salute perché verifichino l’applicazione del decreto Legge in tutte le regioni.
La norma statale è chiara: basta un tampone anche antigenico con esito negativo fatto in farmacia o in laboratorio privato, per mettere fine alla quarantena e all'isolamento, mentre la Regione continua ad applicare il protocollo sulla base della normativa precedente per cui il tampone di guarigione deve essere molecolare e può essere fatto esclusivamente dall’Ausl, con tempi di attesa e risposta ben più lunghi.
Una decisione in aperto contrasto con la normativa nazionale che intende facilitare il rientro nella società di guariti e di chi è venuto in contatto con positivi e che invece tiene ancora in isolamento persone che con un tampone rapido sarebbero già uscite legittimamente di casa. Oltre al danno individuale per chi è segregato in casa, le aziende restano senza lavoratori e le scuole senza insegnanti o studenti.
Come beffa ulteriore, la Regione ha dichiarato che deciderà sul da farsi venerdì 7, giorno in cui riaprono le scuole. Non si tratta di decidere, ma di applicare la norma e liberare subito i cittadini guariti.
Così Laura Cavandoli, deputata parmigiana della Lega