Di Coopservice 3 Dicembre 2020 - Il tema della pulizia e sanificazione degli ambienti interni con prodotti e metodologie più efficaci e al contempo più rispettosi dell’ambiente rispetto alle sostanze chimiche abitualmente utilizzate ha trovato recentemente rinnovata attenzione. Da una parte in seguito alle specifiche esigenze di disinfezione generate dalla pandemia da Sars Cov-2, dall’altra in corrispondenza della sempre maggiore diffusione di sensibilità e pratiche riconducibili alla sostenibilità ambientale.
Va ricordata a tal proposito la recente estensione del marchio europeo di eccellenza ambientale Ecolabel anche ai servizi di pulizia, con la conseguente certificazione di qualità ecologica ottenuta nel maggio scorso dalla linea di prodotto Green Leaf di Coopservice.
Si tratta di servizi a ridotto impatto ambientale progettati ed erogati da Coopservice, nei quali viene garantito l’uso di prodotti ecologici certificati, di attrezzature e mezzi a basse emissioni, di materiali riciclati/riciclabili e sistemi di raccolta differenziata dei rifiuti, nonché il ricorso a metodologie di lavoro che riducono l’uso di agenti chimici e limitano gli sprechi
Il potere ossidante dell’ozono
Tra le soluzioni innovative ed ecologiche che oggi vengono proposte da molti operatori professionali rientrano anche le cosiddette ‘pulizie a ozono’, ovvero basate sull’utilizzo di apposite apparecchiature elettroniche portatili (ozonizzatori) che permettono la generazione sul posto e l’emissione di questo gas tramite scariche elettriche.
Il presupposto di tale tecnica è che il comprovato forte potere ossidante dell’ozono insieme alla sua caratteristica di gas presente in natura offrirebbe la possibilità di procedere con rapida efficacia, e nella piena compatibilità ecologica, alla disinfezione di ambienti e oggetti a rischio di contaminazione dei microorganismi che veicolano malattie per il corpo umano: i cosiddetti agenti patogeni quali batteri, funghi, muffe, protozoi, virus.
Ozono contro il coronavirus? Ancora nessuna evidenza
Va da sé come la situazione epidemiologica correlata al virus SARS-CoV-2 abbia infatti creato una grande richiesta di servizi, di prodotti e di tecnologie per la sanificazione e la disinfezione degli ambienti in cui le persone vivono e lavorano.
E la tecnologia delle ‘pulizie a ozono’ ha finito, in alcuni casi, per essere impropriamente presentata quale rimedio sicuro ed efficace contro il Covid 19, costringendo il Ministero della Salute e la stessa associazione internazionale che ne raggruppa i principali produttori a dover dichiarare che al momento “non ci sono evidenze che l’ozono svolga una funzione sterilizzante nei confronti del nuovo coronavirus e che conseguentemente metta al riparo dal contrarre l’infezione”.
È necessario dunque fare chiarezza sull’argomento, contestualizzando allo stato dei fatti le possibili applicazioni della tecnologia.
L’altra faccia della medaglia dell’ozono
Il punto di partenza, come detto, è il comprovato potere ossidante dell’ozono, in grado di aggredire le molecole dei composti organici fino a disattivare, se indotto a concentrazioni elevate, una vasta gamma di agenti patogeni quali batteri, virus, protozoi.
Date queste caratteristiche, dunque, anche nel caso del virus Sars CoV-2 un’azione neutralizzante è in linea di principio plausibile, ma non vi è ancora alcuna validazione di efficacia in tal senso.
C’è inoltre un lato B della questione. Così come può essere un alleato prezioso per preservare la salute umana, parimenti l’ozono è una sostanza pericolosa sia per le sue proprietà intrinseche fisiche che per quelle tossicologiche.
In altri termini: le stesse proprietà che ne determinano l’efficacia, vale a dire la capacità di agire come agente ossidante, possono costituire anche la causa dei suoi principali effetti tossici quali possibili danni alle membrane cellulari con lesioni dei tessuti direttamente esposti: sistema respiratorio, occhi, mucose, cute.
Studi epidemiologici hanno infatti documentato effetti infiammatori e una maggiore suscettibilità alle infezioni respiratorie associati all’uso di ozonizzatori, soprattutto da parte di soggetti vulnerabili come i bambini.
Un documento ufficiale sull’uso professionale dell’ozono
Si tratta di affermazioni, queste, che trovano ampio e documentato riscontro nel documento “Focus on: utilizzo professionale dell’ozono anche in riferimento a COVID-19” redatto e pubblicato nel luglio scorso da un gruppo di lavoro creato congiuntamente dall’Istituto Superiore di Sanità e dall’Inail.
Lo studio parte da una disamina delle diverse applicazioni ormai consolidate di questo gas: dalla sanificazione degli ambienti a quella dei dispositivi, al settore alimentare, fino al trattamento delle acque (è nota l’efficacia dell’uso dell’ozono nella potabilizzazione idrica).
Contestualmente, sulla base delle valutazioni disponibili a livello nazionale e internazionale, il documento affronta le tematiche dei pericoli e rischi connessi all’uso, fornisce informazioni sulla tossicità e sull’impatto sulla salute umana e sull’ambiente, analizza l’efficacia della sostanza come virucida, suggerisce precauzioni da adottare nell’utilizzo degli ozonizzatori.
Le conclusioni sono molto nette, seppur transitorie: allo stato attuale, in Italia, l’ozono può essere commercializzato e utilizzato esclusivamente come prodotto ‘sanificante’.
Per il suo utilizzo invece come ‘disinfettante’, vale a dire come presidio medico chirurgico specificamente atto a ridurre, eliminare, rendere innocui i microorganismi patogeni batterici e virali, i tempi sono prematuri: occorre infatti attendere il completamento della valutazione in corso a livello europeo sui biocidi.
Le questioni aperte sull’utilizzo dell’ozono
Più analiticamente, è acquisito come l’ozono sia in grado di degradare rapidamente i composti organici (sanificazione); così come, pur nell’ambito della fase di valutazione ancora in corso, esiste già un’ampia base di dati che ne conferma l’azione microbicida che comprende anche i virus (disinfezione). Tanto è vero che sin dal 2003 l’ozono è stato ritenuto idoneo dalla statunitense Food and Drug Administration per il trattamento di dispositivi medici riutilizzabili.
Non è però ancora ben definito come garantire, in sicurezza, l’efficacia della sua applicazione: data la volatilità del gas, le condizioni operative devono essere attentamente valutate e selezionate in quanto l’efficacia dei processi di ozonizzazione varia significativamente in funzione delle caratteristiche dell’ambiente da sanificare; nonché appunto in funzione di possibili controindicazioni, quali la tossicità di elevate concentrazioni della sostanza e il danno ossidativo a prodotti o ad attrezzature.
In particolare occorrerebbe definire protocolli per l’applicazione efficace e sicura su ambienti e superfici, in modo da poter valutare parametri essenziali per l’utilizzo in sicurezza del gas quali la concentrazione e il tempo necessario di contatto.
Per quanto riguarda poi l’efficacia contro il SARS-CoV-2, se considerando i meccanismi di azione dell’ozono un’azione disinfettante è come detto teoricamente plausibile, ancora non sono disponibili dimostrazioni dirette dell’efficacia attraverso studi e ricerche verificate e oggetto di pubblicazione scientifica.
La richiesta di una regolamentazione a livello europeo
Alla luce delle informazioni disponibili l’applicazione dell’ozono per la sanificazione, ovvero quale modalità di intervento di pulizia approfondita e di ottimizzazione delle misure igieniche e microclimatiche, può essere dunque utile in diversi contesti ambientali, purché realizzato da parte di personale appositamente formato e adeguatamente protetto.
In relazione alle sue proprietà pericolose e ai rischi associati, infatti, i generatori di ozono vanno utilizzati previa opportuna valutazione del rischio, adottando adeguate misure organizzative in modo da effettuare in totale sicurezza il processo di sanificazione; ne è pertanto vivamente sconsigliato l’impiego in ambito domestico da parte di operatori non professionali.
Il documento ISS-Inail conclude auspicando, in relazione sia ai benefici che ai pericoli associati all’ozono, una tempestiva regolamentazione a livello comunitario, sulla base della conclusione dell’iter valutativo in corso (nell’ambito dei regolamenti europei sui biocidi) quale prodotto per la disinfezione di ambienti e superfici da microorganismi patogeni.