L'appuntamento alle ore 20. Dirige la Filarmonica Toscanini e il Coro del Teatro il Maestro Roberto Abbado. Interpreti: Eleonora Buratto, Anita Rachvelishvili, Giorgio Berrugi e Roberto Tagliavini. La replica il 20 settembre
Bologna 19 settembre 2020 - Un’altra grande esecuzione per rendere omaggio alle vittime della pandemia. Dopo il successo riscosso da Macbeth in apertura del XX Festival Verdi “Scintille d’Opera”, il direttore musicale del Festival Verdi, Roberto Abbado, ritorna oggi sul podio della Filarmonica Arturo Toscanini e del Coro del Teatro Regio di Parma, preparato da Martino Faggiani, per dirigere la Messa da Requiem di Giuseppe Verdi, su partitura nell’edizione critica a cura di David Rosen (The University of Chicago Press, Chicago e Casa Ricordi, Milano).
L’opera è in programma questa sera, 18 settembre, e domenica 20 settembre, alle ore 20. Solisti Eleonora Buratto (soprano) e Anita Rachvelishvili (mezzosoprano), entrambe al loro debutto dal Festival Verdi, Giorgio Berrugi (tenore), Roberto Tagliavini (basso). L’esecuzione è in memoria delle vittime della pandemia ed è dedicata anche a Piero Farulli nel centenario della nascita.
Di questo evento speciale, Dynamic produrrà il cd e dvd, curando la ripresa in diretta streaming a partire sempre dalle 20 su teatroregioparma.it (dove resterà disponibile al pubblico sino al 30 novembre 2020), su 12TvParma (canale 12 del digitale terrestre), Lepida TV (canale 118 del digitale terrestre e 5118 della piattaforma Sky) e su RadioEmiliaRomagna (www.radioemiliaromagna.it), canale culturale dell’assessorato alla Cultura e Paesaggio della Regione Emilia-Romagna. Anita Rachvelishvili figura per gentile concessione di Sony Classical.
“Questa Messa da Requiem rappresenta l’omaggio commosso del Teatro Regio di Parma e del Festival Verdi a tutte le vittime della pandemia- dichiara Anna Maria Meo, Direttore generale del Teatro Regio di Parma e Direttore artistico del Festival Verdi-. La musica non cancella il dolore, la sofferenza. È l’abbraccio invisibile e rigeneratore capace di profonda vicinanza e conforto. Commemoriamo con affetto coloro che non sono più con noi e ringraziamo tutti coloro hanno portato e portano ogni giorno il loro contributo per continuare ad affrontare con coraggio e determinazione questa pandemia”.
La composizione della Messa da Requiem (1874), opera monumentale, ieratica, strumentalmente sontuosa, negli anni di raccoglimento che seguirono i clamori dell’Aida, sancisce l’ingresso del compositore nel pantheon degli artisti della neonata nazione italiana, suggellato dalla dedica della composizione ad Alessandro Manzoni e, sul piano stilistico, come spiega Giuseppe Martini nelle sue note, rivela la capacità di Giuseppe Verdi di esprimere “una consapevole commistione fra sentimento della fede ed esperienza mondana. Un’esperienza che qui ha un colore particolare, che sembra davvero pullulare dalle pagine teatrali di Verdi, persino quelle ancora da farsi”.
Nelle note di direzione Roberto Abbado rivela alcune delle riflessioni condotte durante le fasi di preparazione: “Nel Requiem, Verdi non ha paura di mostrare che è terrorizzato dall’idea della morte. Dalle prime quattro misure della Messa, dal primo intervento del coro (la richiesta di darci eterno riposo), fino all’ultima nota del Requiem, c’è un progetto continuativo”./CL