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È l'ultimo singolo del trio, tutto emiliano, Marco Ligabue, Beppe Carletti e Paolo Belli. Tre artisti di diverse generazioni, provenienti da stili e modi di fare musica diversi ma accomunati non solo dal luogo di nascita, ma anche, e soprattutto, dall'amore per la vita. -

Reggio Emilia, 23 marzo 2015 – di Federico Bonati -

Le idee migliori, è risaputo, nascono in maniera improvvisa e del tutto spontanea. Ed è proprio in questo modo che nasce "L'equilibrista", singolo realizzato da tre esempi dell'Emilia musicale: Marco Ligabue, Paolo Belli e Beppe Carletti dei Nomadi. Tutto comincia con una foto postata sui social network di un backstage, da qui la rete ha fatto il resto. La foto ritraeva Marco Ligabue, Paolo Belli e Beppe Carletti stretti in un abbraccio, ed in poco tempo sono arrivati tantissimi commenti e apprezzamenti per questo inedito trio che sa di Emilia, di musica e di positività. Dal 20 marzo questa foto è divenuta musica e immagini, appunto con "L'equilibrista".

Tre artisti di diverse generazioni, provenienti da stili e modi di fare musica diversi (Belli dallo swing, Ligabue dal tex-mex dei primi Rio, sino al pop-rock e alla musica leggera come solista, Carletti dalla musica leggera con testi che risultano essere autentiche poesie), ma accomunati non solo dal luogo di nascita, quella terra che negli anni ha regalato tanti talenti e che da sempre è sinonimo di voglia di fare, ma anche, e soprattutto, dall'amore per la vita. Una vita in cui ognuno, nelle grandi e piccole difficoltà quotidiane, lotta per superare le barriere e per far valere il proprio talento, senza cadere nel vuoto. Proprio come un autentico equilibrista.

Belli Ligabue Carletti copertina rid

Il video, di Daniele Testi e Maurizio Bresciani, è stato girato nella piazza di Correggio ricostruendo la classica atmosfera delle feste di paese della provincia italiana.
Oltre alla banda cittadina, le cheerleaders e i giocolieri, Marco, Paolo e Beppe hanno voluto con loro sul set Marco Fantini, Beatrice Valli, il piccolo Nicco Matteucci e Andrea Antonello (Fondazione "I bambini delle Fate").
Tante facce diverse, ciascuna con un bagaglio diverso ed un proprio talento da mostrare e di cui essere orgoglioso. Ognuno ha portato la sua esperienza di vita testimoniando che, in fondo, c'è un equilibrista dentro ognuno di noi.

Corale è la soddisfazione dei tre artisti. "Sono molto orgoglioso di far parte di questo progetto e di condividerlo con due artisti che stimo ma soprattutto due amici, e diffondere un messaggio importante nel quale credo", dice Paolo Belli, cui fa eco Marco Ligabue: "Girare il video a Correggio, la mia città, è stato un modo per avvicinarmi ancora di più alla mia terra e darle il giusto riconoscimento". Eloquente il commento di Carletti: "Siamo artisti di tre generazioni diverse uniti dall'amore per la musica e per la nostra terra".
Ancora una volta un grande successo musicale per l'Emilia, patria di eccellenze enogastronomiche, automobilistiche, di paesaggi mozzafiato, e di artisti pregiati, come in questo caso, a livello musicale.

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Grande successo per "Buon Compleanno Liga" al Teatro Comunale di Carpi. Ottima musica e solidarietà. Ad arricchire la serata Josè Fiorilli, ex tastierista di Ligabue e l' ottetto d'archi del conservatorio Arrigo Boito di Parma -

 - di Federico Bonati -

Modena, 16 marzo 2015 –

L'avevano promesso: il "Buon Compleanno Liga" sarebbe stato qualcosa di magico. E gli Happy Hour, questa promessa, l'hanno mantenuta. In un Teatro Comunale al limite del sold out è andato in scena uno degli eventi di cartello della stagione teatrale, nonché del tour 2015 della band, il "Buon Compleanno Liga" ha unito, in una serata splendida, ottima musica e solidarietà, ribadendo la forza di un connubio giunto al suo secondo anno di vita.

Un sodalizio importante quello fra la band e l'APT (Associazione Pazienti Tiroidei) di Carpi, ribadito dal presidente onorario Paolo Papi: "Una collaborazione felice, giunta al suo secondo anno, molto importante per l'associazione". L'associazione promuove da anni la diagnosi, la ricerca e la cura sulle malattie della tiroide, e in questa occasione ha premiato la dottoressa Rosa Maria Paraglioli per il lavoro svolto sul delicato campo riguardante la tiroide. Tanta la gratitudine espressa dall'APT, così come tanta è stata quella espressa dal comune di Carpi nelle parole dell'assessore De Pietri: "Il volontariato è senza dubbio una risorsa basilare, e sotto questo aspetto l'APT svolge un lavoro prezioso sul territorio e nei confronti dei pazienti".

Arriva poi il momento dello show. Il primo tempo ripropone le sonorità e gli arrangiamenti del tour "Quasi Acustico" che Ligabue propose in giro per i teatri d'Italia nel 2011, spaziando da pezzi più recenti e noti ad un pubblico vasto (Questa è la mia vita, Le donne lo sanno, Certe Notti) sino ad arrivare a brani decisamente più di nicchia come "Seduto in riva al fosso", "Angelo della nebbia" e "Walter il Mago", ma con un impatto sonoro di grande efficacia. Sul palco c'è poi l'ospite della serata, Josè Fiorilli, tastierista di Ligabue dal 2006 al 2013, che accompagna la band carpigiana alle tastiere e all'hammond. Prima dell'intervallo arriva una scarica di adrenalina pura, con brani rock quali "Urlando contro il cielo" e "Happy Hour", che stimolano l'alzata in piedi della platea, a discapito del rigore del luogo.

Happy Hour 3rid

Sono le atmosfere delle "Notti in Arena" ad accompagnare il secondo tempo dell'evento, grazie all'ottetto d'archi del conservatorio Arrigo Boito di Parma. L'inizio è morbido con "Il giorno di dolore che uno ha" e "Sarà un bel souvenir", ma senza disdegnare il rock più istintivo per il quale ci sono "Il centro del mondo" e "Sulla mia strada". Finale da standing ovation, con "Non è tempo per noi" che strappa brividi e lacrime ai presenti, e il bis di "Urlando contro il cielo", con tutto il teatro a saltare e ballare, quasi ad urlare che anche Carpi, quella sera, è in Mondovisione.

Dopo lo show, uno dei più emozionati è Josè Fiorilli, sempre felice di tornare in Emilia a suonare: "Mi sono divertito tantissimo. I ragazzi l'anno scorso mi hanno stupito, quest'anno ho avuto una conferma della loro bravura. È stato un concerto d'ascolto, nel quale gli arrangiamenti hanno sicuramente fatto la differenza". Sui volti dei musicisti la stanchezza non ha scalfito la doppia soddisfazione: quella di aver fatto uno show magistrale e quella di aver aiutato, col ricavato dell'evento e anche grazie alla collaborazione dei numerosissimi sponsor partecipanti, un'associazione che svolge un lavoro encomiabile ed indispensabile sul territorio carpigiano.

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Sold out imminente per "Buon Compleanno Liga". Tra solidarietà e musica in arrivo un grande evento della rassegna carpigiana per festeggiare Luciano Ligabue -

 - di Federico Bonati -

Modena, 10 marzo 2015 –

C'è qualcosa di speciale che rende il pubblico di Luciano Ligabue un pubblico a sé, definito da molti come "il pubblico più bello di tutti". L'educazione ai concerti, la capacità di proiettare nelle sue canzoni parti della propria vita, le emozioni che inevitabilmente scaturiscono brano dopo brano, ma anche la forte coesione nel partecipare a tutti gli eventi riguardanti il rocker di Correggio. Fu proprio con questa intenzione che gli Happy Hour, band tributo a Ligabue, con radici a Carpi ma con un palmarès di concerti in giro per la penisola, cominciarono nel 2011 ad organizzare quello che col tempo è divenuto un evento atteso per molti fan, sia della band che di Ligabue: il "Buon Compleanno Liga".

Si partì dal Room 77 a Correggio, passando quindi al Palasport Enzo Ferrari di Carpi. Nel 2013 i sei musicisti emiliani (Fabio Azzali, Enrico Magnanini, Alessandro De Filippi, Andrea Po, Francesco Bevini e Francesco Caliendo), reduci da una splendida serata in Piazzale Re Astolfo a Carpi, decisero di non variare troppo la formula vincente dell'anno prima. Nacque cosi' il "Buon Compleanno Liga 3.0", sempre al palazzetto, ma con qualche chicca in più per i partecipanti: spettacoli di ballo, canto e dj set per aprire la serata ad un concerto di quasi 2 ore e 30 minuti. La partecipazione straordinaria del pubblico, nonostante le condizioni meteo avverse, confermò l'ennesimo successo dell'appuntamento annuale. Nel 2014 arrivò poi la svolta. Il 16 marzo di quell'anno, infatti, al Teatro Comunale di Carpi più di quattrocento spettatori assistettero a quello che da molti è stato definito il "Buon Compleanno Liga" migliore di sempre. L'atmosfera dei concerti semiacustici di Ligabue, avvalorati dalla location e dai tre ospiti Josè Fiorilli, Max Cottafavi e Mel Previte, tutti reduci da anni di concerti con il rocker di Correggio, fece si che la serata rimanesse nel cuore dei fan per giorni e giorni. Una scaletta tra vecchi e nuovi successi, intervallati da pezzi di "nicchia", mandò in visibilio i palchi del teatro. L'incasso della serata, fu poi devoluto all'associazione A.P.T. Carpi (Associazione Pazienti Tiroidei Onlus) al fine di finanziare una borsa di studio per uno specializzando in materia. Il nobile intento e la riuscitissima serata, hanno portato gli Happy Hour ad affermarsi nella scena tribute italiana con ampi consensi. L'attesa è ora tutta per venerdì 13 Marzo, quando il "Buon Compleanno Liga" tornerà in teatro con l'ormai consueta formula, arricchito dalla presenza di Josè Fiorilli e dell'ottetto d'archi del conservatorio "Arrigo Boito" di Parma.

Fabio Azzali, frontman e cantante del gruppo, ha accettato di rispondere alle domande della Gazzetta dell'Emilia.

Fabio, come nasce l'idea di "Buon Compleanno Liga? "Nacque nel 2009 per dare, a chi viene in queste terre il giorno del compleanno di Luciano Ligabue, un ritrovo e qualcosa "da fare". L'idea arrivò quando alcuni ragazzi di Correggio ci chiamarono a suonare il 13 Marzo 2009 in centro a Correggio, da lì parti l'idea che oggi ha portato il "Buon Compleanno Liga" ad essere uno degli eventi più attesi dell'anno per noi e per i fan.

Dal Palazzetto dello Sport al Teatro Comunale il passo è importante. Che cosa si prova quando si è su quel palco? Le emozioni sono contrastanti. Si respira la storia in quel teatro e non puoi fare a meno di sentirti piccolo. Nutro grande rispetto e soggezione per quella struttura così importante. Su quel palco hai due momenti distinti: il primo nel quale ti domandi: "Perché lo sto facendo?", il secondo in cui godi ogni attimo di quello che stai vivendo e sai che il teatro, insieme alla gente che lo riempie, sta assorbendo tutte le vibrazioni a braccetto con te. In due parole è pura magia.

Da ormai due anni prosegue il sodalizio con l'APT. Com'è nata quest'unione che rende la musica solidale? Quando capimmo che il "Buon Compleanno Liga" aveva potenzialità grandissime, abbiamo deciso che fare anche del bene in questi eventi, soprattutto per Carpi, non era poi così difficile. APT si è dimostrata subito disponibile ad appoggiarci per quanto riguardava organizzazione e spese, cosa poi ricambiata col grande incasso riscontrato. Speriamo di poter continuare il nostro sodalizio.

Restiamo sull'argomento solidarietà: puntate a superare la quota di donazioni dello scorso anno? La nostra speranza è sempre quella di poter donare il più possibile. Questo dipende da molti fattori quali spese di gestione che purtroppo a volte gravano sul ricavato. Ma fortunatamente quest'anno, sotto quell'aspetto, siamo tutti molto più tranquilli, grazie anche a una quantità di sponsor maggiore rispetto alle edizioni precedenti. E di questo, non possiamo che essere infinitamente grati!

Oltre a voi, sul palco ci saranno anche Josè Fiorilli e un ottetto d'archi del conservatorio "Boito" di Parma. In sostanza, che spettacolo si dovrà attendere chi verrà a Carpi a Teatro venerdì sera? Lo spettacolo di venerdì mi piace chiamarlo, parafrasando un noto romanzo, " 50 Sfumature di Liga", perché sarà un live davvero completo. Passeremo dal suono più soft a quello più carico, passando per le "Notti in Arena" al "Quasi acustico". Quindi, chi ama Ligabue, dal più accanito al più radiofonico, troverà pane per i suoi denti. Sarà uno spettacolo di quelli che, speriamo, sarà difficile scordare.

Happy Hour 2intera rid

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Venerdì, 20 Febbraio 2015 10:18

Indimenticato Augusto

A Novellara è tutto pronto per "Nomadincontro" e per il ventitreesimo tributo ad Augusto Daolio. -

di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 20 febbraio 2015 –

Chi, almeno una volta nella vita, non ha ascoltato "Io vagabondo" dei Nomadi? Quell'aria iniziale inconfondibile che cede il passo lentamente all'incedere di quella voce calda e potente, la voce di Augusto Daolio. A ventitrè anni dalla scomparsa, Novellara e il "popolo Nomade" non dimenticano chi ha scritto, assieme all'inossidabile Beppe Carletti, pagine indelebili della musica italiana, e lo fa con Nomadincontro, una due giorni dedicata ad Augusto e a tutto il panorama musicale, e non solo, dei Nomadi.

Si comincia sabato 21 febbraio, quando alla Rocca dei Gonzaga, alle 17.00, saranno inaugurate le mostre "50 anni Nomadi" e "In arte, Augusto Daolio". Alle 20.30, presso il Teatro Tenda ci saranno gli opening act di Matteo Rovatti, Luca Anceschi con Francesca Scalari, iVideo per lasciare poi spazio ai Nomadi alle 21.30.

Mentre i suggestivi portici di Novellara ospiteranno una mostra temporanea dedicata ad Augusto, gli eventi proseguiranno anche domenica 22. Alle 8.30, presso la Collegiata S. Stefano, ci sarà una messa in suffragio di Augusto Daolio e Dante Pegreffi, dopo la quale, intorno alle 10.30 Beppe Carletti incontrerà i testimoni della Shoa al Teatro della Rocca dei Gonzaga nell'incontro intitolato "Ad Auschwitza c'era la neve, il fumo saliva lento, nel freddo giorno d'inverno e sono nel vento", condotto da Pierluigi Senatore.

Alle 14.00, al Teatro Tenda, sarà la volta di "Son", nella quale interverranno i vincitori dei concorsi dedicati ad Augusto, alla quale saranno presenti gli ospiti Martina Maccolini, Davide di Pietro, i Controtempo, Silvio Sacchi e il coro "È più bello insieme". Alle 15.45 Marco Barbieri presenterà l'associazione "Augusto per la vita", con la conseguente consegna del contributo al progetto di Ricerca "Caratterizzazione molecolare e nuovi approcci terapeutici nel trattamento del mesotelioma pleurico" svolto in collaborazione tra Università degli Studi Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma e I.R.S.T. (Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori) di Meldola.

Alle 16.00 sarà ancora la volta dei Nomadi, che concluderanno la rassegna novellarese proponendo il meglio del loro repertorio. Per entrambi i concerti della band, i biglietti sono in vendita al costo di 18 € in prevendita e 20 € in giorno del concerto.
Un'occasione speciale per ritrovarsi e far mantenere vivo il ricordo di chi non c'è più, anche e soprattutto, grazie alle sue canzoni.

Lunedì, 02 Febbraio 2015 10:38

Parma - Incontrando oggi il Viandante di Schubert.

Conversazione-concerto con il pianista Filippo Faes: oggi, lunedì 2 febbraio, ore 20.30, nell'Auditorium del Carmine. Ingresso libero -

Parma, 2 febbraio 2015 -

Salutato dalla critica come uno dei più profondi e creativi interpreti della sua generazione, vincitore del Concorso Schubert di Dortmund nel 1989, il pianista e direttore d'orchestra Filippo Faes sarà a Parma, oggi, lunedì 2 febbraio (ore 20.30), invitato dal Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" di Parma per un'accattivante lezione-concerto. Muovendosi tra musicisti, poeti e censori a Vienna negli anni della Restaurazione, Faes propone un viaggio in compagnia di emarginati ed alienati, in tempi di pensiero unico, chiedendosi quanto somigliano gli anni della Restaurazione ai nostri. Un discorso sulla libertà, la musica, la nostra storia a cui il pianista farà seguire l'esecuzione di alcuni brani di Franz Schubert, tra cui la Sonata in do minore opera postuma D 958.

"Ritengo che sempre, in ogni epoca storica, l'Arte abbia svolto un'importante funzione politica, più o meno riconosciuta, a seconda della sensibilità del suo tempo. - spiega Faes - Essere musicisti oggi significa secondo me, prima di tutto, rendersi conto di quale può essere questa funzione oggi, di come l'interazione tra musica e società possa vivere e infondere vitalità e rinnovamento ad entrambe". Filippo Faes è promotore di numerose Conversazioni concerto che hanno riscosso ovunque un grande seguito di pubblico: "La forza evocativa della voce, il potere che il raccontare possiede di indurre l'ascoltatore alla ricettività creano innumerevoli 'sentieri' tra la scena e il pubblico, lungo i quali corre poi la comunicazione musicale vera e propria. - osserva Faes - Ed è una sensazione tangibile di aria ionizzata quella che ho mentre suono se, prima di cominciare, ho avuto la possibilità di comunicare col pubblico, se insomma l'evento è in forma di conversazione concerto".

L'ingresso alla conversazione-concerto è libero.

(Fonte: uffcio stampa Conservatorio di Musica "A. Boito" di Parma)

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Martedì 27 gennaio 2015, alle ore 20.30, nell'Auditorium del Carmine si terrà il concerto del Gruppo di Musica Contemporanea del Conservatorio di Musica "Arrigo Boito" dedicato al ricordo delle vittime dell'Olocausto. L'ingresso è libero.

Parma, 26 gennaio 2015 -

Nel Giorno della Memoria, quando in tutto il mondo si commemorano le vittime dell'Olocausto, il Conservatorio di Musica "A. Boito" di Parma organizza un concerto per non dimenticare. Martedì 27 gennaio, ore 20.30, nell'Auditorium del Carmine verrà eseguito Through Roses, lavoro del compositore e pianista Marc Neikrug scritto nel 1979-80. Si tratta di una sorta di melodramma sui generis, in cui un attore (Massimiliano Sbarsi) legge il diario di un violinista sopravvissuto al campo di concentramento di Aushwitz. Le memorie frammentate, i ricordi e gli incubi del protagonista sono accompagnati dalla musica eseguita da una piccola orchestra da camera. Tradotto in undici lingue, eseguito oltre cinquecento volte, il brano di Neikrug intreccia abilmente la musica classica, repertorio del narratore, in un tessuto contemporaneo e drammatico. A questa composizione verrà accostato Proverb di Steve Reich, compositore statunitense di famiglia ebrea, esecuzione cui si accompagnerà la proiezione di un video storico dell'orchestra del campo di concentramento di Terezin. Si tratta in questo caso di una composizione scritta nel 1995, in un periodo in cui Reich traeva ispirazione dai primi esempi di polifonia medievale. Il brano s'inserisce nella corrente minimalista di cui Reich fu uno dei padri fondatori.

Ad eseguire questi brani sarà il Gruppo di Musica Contemporanea del Conservatorio "A. Boito" di Parma, diretto dal Prof. Danilo Grassi, docente di percussioni del Conservatorio e direttore d'orchestra. Interpreti: Aoi Yonamine, Yue Wu, Giulia Zaniboni (Soprani); Yongseok Choi, Lorenzo Bonomi (Tenori); Michele Allegro, Daniele Incerti (Tastiere); Paolo Nocentini, Antonio Magnatta (Vibrafoni); Jagoda Pietrusiak (flauto/ottavino); Fabrizio Oriani (oboe); Weronica Bacher (clarinetto); Giorgia Baglivo (percussioni); Angelo Aliberti (pianoforte); Elena Sofia De Vita (violino); Marco Toscani (viola); Alessandra Lunghi (violoncello); Massimiliano Sbarsi (voce narrante).

L'ingresso al concerto è libero.

(Fonte: ufficio stampa Conservatorio di Musica "A. Boito" di Parma)

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Giovedì, 22 Gennaio 2015 09:17

A voce alta contro tutte le mafie

Presentato a Roma il brano di Marco Ligabue, Lello Analfino e Othelloman "Il silenzio è dolo", uno spaccato di Sicilia fatta di nomi e di storie -

Di Federico Bonati -

Roma, 22 gennaio 2015 –

È stato presentato in conferenza stampa "Il silenzio è dolo", ultimo progetto musicale, con importanti risvolti sociali, dell'artista emiliano Marco Ligabue. Questo progetto, come spiega il cantautore, è frutto dell'incontro con Ismaele La Vardera. Ismaele proviene da Villa Abate, teatro di uno scandalo di politica clientelare legato alla selezione degli scrutatori per le europee 2014, ed è un giornalista giovane, ma tosto, proprio come il suo direttore a Telejato, Pino Maniaci, più volte vittima di ripercussioni e vessazioni mafiose nei suoi confronti, che tuttavia non sono mai state capaci di azzittirlo. L'incontro tra Ismaele e Marco è un incontro incentrato sulla richiesta di dare una voce, in questo caso di carattere artistico, ad una Sicilia pulita e con una grande voglia di riscatto, una Sicilia fatta di cinque milioni di persone oneste, una Sicilia che per troppo tempo ha vissuto nel silenzio e nell'omertà, e che ora vuole fare sentire la sua voce. Poiché è proprio nel silenzio che si fortifica l'azione mafiosa.

Ligabue inizia quindi a creare il pezzo, al quale si aggiungono due nomi noti della musica siciliana: il cantautore Lello Analfino dei Tinturia e il rapper palermitano Othelloman. Ciò che ne esce è "Il silenzio è dolo", uno spaccato di Sicilia fatta di nomi e di storie, alcune conosciute altre meno, racchiuse in musica, a testimonianza del fatto che si è taciuto troppo ed ora è arrivato il momento di fare sentire la voce.
La voce anche di persone come Valeria Grasso, testimone di giustizia. La sua storia è una di quelle che colpiscono nel profondo, ma che allo stesso tempo sono all'ordine del giorno nei luoghi nei quali è presente l'efferata azione di stampo mafioso e malavitoso. Nel quartiere San Lorenzo di Palermo, Valeria aprì una palestra, salvo poi finire nella rete dell'estorsione. Trovò il coraggio di denunciare tutto alla procura di Palermo, e la sua testimonianza portò alla condanna a dodici anni per l'estorsore Salvatore Lo Pricchio.
Ma questo suo coraggio le complicò la vita in maniera inesorabile: arrivarono minacce di morte rivolte ai suoi tre figli, ma più di tutto fece scalpore il silenzio e l'abbandono delle istituzioni. Fu solo dopo una strenua lotta che Valeria rientrò nel piano di protezione dei testimoni di giustizia, dovendo lasciare la sua terra.

Silenzio dolo 1rid

Valeria, come anche l'intera Nazionale Cantanti, hanno sposato il progetto, che oltre ad una connotazione musicale ha anche una importante rilevanza sociale, in particolar modo nei confronti di scuole e università, perché è proprio agendo sui giovani studenti che la mafia può, e deve, essere sconfitta. Anche la politica, con l'IDV in primis, ha appoggiato e riconosciuto l'importanza del progetto "Il silenzio è dolo".
Al termine della conferenza stampa è stato fatto vedere in anteprima nazionale il video della canzone: Ligabue, Othelloman e Analfino tra le strade di Palermo, Capaci, Villa Abate, nei mercati delle città, dove tante persone si strappano pezzi di scotch dalla bocca, per tenere fede al tema: ormai il silenzio omertoso è un vero e proprio atto di dolo.
Alla fine del video il siparietto del levarsi lo scotch dalla bocca viene ripetuto da tutti i giornalisti presenti in sala, a dimostrazione che oltre alla libertà di parola, è importante difendere e valorizzare il diritto e il dovere di parola, in particolare per denunciare ogni tipo di sopruso, ogni tipo di mafia.
Applausi scroscianti per un'iniziativa importante, di lotta contro uno dei mali del paese, che prima o poi, grazie a chi non sta e non starà più in silenzio, scomparirà.

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Mercoledì, 21 Gennaio 2015 11:22

Parma - Leo Caligiuri in Trio al Ratafià Teatrobar

Musica d'autore con aperitivo. Concerto di Leo Caligiuri in Trio, domani, giovedì 22 gennaio (ore 21.30) al Ratafià Teatrobar di via Oradour 14, Parma -

Parma, 21 genniao 2015 -

Serata dedicata ai grandi standard jazz americani tra tradizione e contemporaneo quella che giovedì 22 gennaio (ore 21.30) si svolgerà al Ratafià Teatrobar di via Oradour. Ad esibirsi saranno Leo Caligiuri (piano) insieme a Paolo Ghetti (contrabbasso) e a Paolo Mozzoni (batteria).

Leo Caligiuri, già batterista a 8 anni, segue lo studio accademico delle percussioni con Danilo Grassi per poi avvicinarsi ad un altro strumento percussivo, il pianoforte, che non abbandona più. A 17 anni incide il suo album d'esordio che si piazza primo in Italia e terzo nel mondo come miglior debutto ai "Prog Awards". Le tecniche d'improvvisazione le affina con Tacchini, Bonati e Dani e poi segue delle master con Bruno Tommaso, Trovesi e Alperin. Con i suoi progetti entra a buon diritto sulla scena del Jazz italiano, con giovani talenti e con artisti del calibro di Gianni Cazzola, Emiliano Vernizzi, Enrico Lazzarini, Paolo Fresu, Marco Brioschi, Nick Wight, Nevruz, Lele Barbieri, Claudio Baglioni.

www.ratafia-teatrobar.it

(Fonte: leStaffette ufficio stampa)

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Questa sera, giovedì 8 gennaio ore 21.30 al Ratafià Teatrobar, Via Oradour 14 Flaco presenta L&R - Surf Guitar Band musica d'autore con aperitivo: Piero Canavera (batteria) Lorenzo Merlini (basso) Claudio Tuma e Flaco Biondini (chitarre) -

Parma, 8 gennaio 2015 -

Riprendono i giovedì musicali al Ratafià Teatrobar, in via Oradour. Primo appuntamento del nuovo anno, giovedì 8 gennaio ore 21.30, con la band L&R (Left & Right Band) che proporrà un concerto impostato su sonorità GUITAR SURF.
La Band, composta da Piero Canavera (alla batteria), già fondatore del gruppo progressive-rock Acqua Fragile, Lorenzo Merlini (al basso), Claudio Tuma e Flaco Biondini (alle chitarre), eseguirà brani evergreen quali Apache, Blue Star, Pipeline, Atlantis, fondendo melodie e suoni elettrici vintage.

Sviluppatasi negli USA negli anni tra la fine della decade del '50 e l'inizio di quella del '60, la Surf Musica ha come suoi precursori chitarristi come Dick Dale e gruppi strumentali quali The Ventures, The Surfaris, The Chantays o gli inglesi The Shadows. Una musica antesignana a quell'era beat che con l'avvento dei Beatles ha poi imposto un nuovo stile, il così detto British Sound. Negli anni '90 il genere ha vissuto un suo importante revival, anche attraverso l'uso che di questa musica da parte di alcuni giovani registi cinematografici americani - tra i quali spicca Quentin Tarantino - nelle colonne sonore dei loro film.

Il surf rock è tra una delle forme più popolari del rock&roll americano, strettamente associato alla cultura del surf, la cultura giovanile nata in quel periodo sulle spiagge della California meridionale. Pur essendo suonato da musicisti bianchi e diretto ad un pubblico bianco, il surf fu profondamente influenzato dalla musica nera. La prima ondata di surf rock fu lanciata da Dick Dale ed il suo singolo Let's Go Trippin. La seconda ondata del Surf è stata condotta dai Beach Boys, che aggiunsero lo stile Pop dei Four Freshmen ai ritmi di base di Chuck Berry al Surf, considerati da molti, l'ultima band Surf, semplicemente perché, assieme alla musica, conservarono i testi trattanti il Surf e la Spiaggia.
Tuttavia, il sound del surf rock rimase un'ispirazione per i chitarristi degli anni sessanta ed il genere tornò popolare negli anni novanta, grazie ad alcune band che ripercorsero la strada dei loro predecessori, dando vita al Surf Revival.

www.ratafia-teatrobar.it

(Fonte: leStaffette ufficio stampa)

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Ascoltare una canzone dei Rio vuol dire ricevere una scarica di energia positiva, gioia, felicità e buonumore. Ma, oltre queste sensazioni, da quelle canzoni arriva un messaggio di speranza, di libertà, di amore. Sentimenti scontati nel mondo della musica? Forse, o forse no. Almeno non per i Rio, che fanno del sole, il loro simbolo, un autentico way of life. Parola di Fabio Mora, cantante dei Rio.

Parma, 29 novembre 2014 - di Federico Bonati -

Fabio, facciamo un tuffo nel passato. È il 2001, tu incontri Marco Ligabue e lì nascono quelli che poi sarebbero divenuti i Rio. Che sogni c'erano in quell'incontro?
Marco ed io ci conoscemmo ad un concerto dei Los Lobos, e lì scoprimmo di avere in comune la passione per la musica messicana. È stata quindi la cultura tex-mex ad avvicinarci, e da lì sono nati i primi Rio. Il sogno, vero e proprio, era fare musica che ci appassionasse, che potesse far star bene chi la ascoltava e portarla in giro.

Nel 2004 poi la svolta con "Sei quella per me".
Prima però ci sono stati due anni di gavetta, dove abbiamo suonato davvero nei "peggiori bar di Caracas" (ride, ndr). Però da quei due anni siamo passati da un mix di rock 'n roll, blues, tex-mex, ad avere l'esigenza di scrivere pezzi nostri. Sentivamo effettivamente l'urgenza di dire qualcosa, ed ecco che Claudio Maioli ci diede l'opportunità di mettere nero su bianco i nostri brani, col nostro primo cd, "Mariachi Hotel". Poi ci fu anche l'esperienza del tour di "Elettrico Vivo", un tour acustico con le percussioni prodotte da un pc, in cui registravamo live alcuni brani sfornando dei cd a caldo della serata. Tutto questo ci ha permesso di trasmettere gioia alle persone, rubando metaforicamente il sole e portarlo tra la gente.

2009: l'incontro con Fiorella Mannoia, e quel brano "Il Gigante", incentrato sul tema dell'ambiente, un vero e proprio inno al pianeta. Che cosa pensi di quel brano?
Abbiamo capito, col tempo, che come band potevamo comunicare qualcosa di importante, non solo gioia e divertimento, ma anche un messaggio. La cosa bella è stata comunicare un messaggio sociale, come quello del rispetto dell'ambiente e del nostro pianeta, attraverso un brano leggero e coinvolgente, ma capace comunque di far riflettere. E il messaggio è quello dell'attaccamento a questo mondo, che troppo spesso maltrattiamo. Basterebbero piccoli gesti da parte di ognuno per cambiare le cose.

Poi un'esperienza di quelle che restano impresse nella pelle: il viaggio ad Auschwitz assieme a 700 studenti degli istituti superiori di Modena e provincia, con partenza dal campo di concentramento di Fossoli (MO). Che cosa ha significato per te quel viaggio?
È stato un viaggio che mi ha toccato nel profondo, e a parlarne ho ancora la pelle d'oca. Io sono partito per questo viaggio con nella mente ancora impressi i racconti di mio padre, prigioniero in Germania, e della sua fuga dopo l'attacco dei russi. Lo ammetto, c'era una tensione particolare, ma credo che lì i Rio siano cresciuti anche sotto il profilo umano. Auschwitz è un luogo terrificante, e dentro il campo si percepisce il male che è stato fatto in quel luogo. Tutte le coscienze dei presenti ne hanno risentito. Io mi sono chiesto: "Ma perché hanno invitato proprio noi?", e alla fine l'ho capito. Dopo tanto dolore, dopo tanta negatività legati al posto, c'era bisogno di una botta di energia positiva. A Cracovia suonammo per questi 700 studenti e fu un concerto spettacolare, pieno di gioia, felicità e libertà. Era questo che serviva dopo l'esperienza della visita ad Auschwitz.

"150" è una canzone che avete scritto in onore dei 150 anni dell'Unità d'Italia. L'Italia di oggi, per Fabio Mora, è l'Italia di "150" oppure no?
Pur essendo nazionalista, fatico a credere ad un unità d'intenti come poteva esserci al fondamento della nostra piccola/grande Italia.
L'attacco all'istruzione, alla cultura, il continuo togliere fondi all'arte, far sfumare il nostro "classico", modo di vivere, di vedere e respirare le cose, insomma il nostro "essere" italiani, sta scomparendo.
Credo ci siano comunque tanti giovani in gamba, anche se molti continuano ad uscire dai nostri confini anche solo per rincorrere un sogno o per realizzare un idea.
Sono sempre meno i mezzi per poter costruire qualcosa di nuovo in un paese dove la creatività è sempre stata parte integrante dell'essere italiano.
Ma continuo ad avere fiducia nel domani e credo nelle nuove generazioni.
So che arriverà un vento caldo che porterà nuova linfa ed energia alla nostra cara e vecchia Italia!

Dopo l'album "Mediterraneo" termina la collaborazione tra te e Marco. Due destini che prendono strade differenti. Che cosa ti ha lasciato quel momento?
Oltre alla fine di un sodalizio lavorativo che è durato dieci anni, quel momento lo ricordo come la fine di un rapporto amichevole. Era caduta tutta la struttura, tutto il concetto di gruppo, che è unione e condivisione. Quello che ci dovevamo dire, comunque, ce lo siamo detti e resta tra noi.

Nell'album "Fiori" del 2013, c'è una canzone, "Terre Mosse", con un chiaro riferimento al sisma dell'Emilia del 2012. Ricordi quei giorni di maggio? Una canzone per esorcizzare la paura o per mantenere vivo il ricordo?
Ricordo molto bene quei giorni, e la paura che scaturì da quelle scosse. Credo che quando accadono certi eventi, si scrive un po' per esorcizzare il tutto, un po' per mettere a nudo i propri sentimenti e un po' per regalare un'opportunità di rivalsa nei confronti dell'evento. Ammetto che non è stato facile scrivere il pezzo, ci ho messo sei mesi. Non volevo comporre una canzone triste e cupa, ma una canzone che desse speranza, e la svolta è stata quando ho trovato la metafora sole/girasole. In quel momento, la canzone ha preso davvero vita.

Fabio, se dovessi fare un bilancio della tua vita artistica, e per farlo dovessi usare una tua canzone, quale utilizzeresti?
Direi "Il sole splende sempre", una canzone che racchiude un po' tutta la filosofia dei Rio, ossia dare speranza, anche quando è difficile trovarla. Ma un modo, per vedere il bicchiere mezzo pieno, c'è sempre.

Il 2015, per Fabio Mora, sarà un anno di...
Intanto, il 2014 è stato il decimo compleanno dei Rio. Ora io e Bronski (Fabio Ferraboschi, ndr) stiamo portando avanti il nostro progetto blues, che ci vedrà il 5 dicembre sul palco del Vox di Nonantola (MO). Abbiamo in cantiere un progetto che si sta sviluppando e che prenderà vita nel 2015, e quello sarà il ritorno dei Rio. Un progetto ricco di sorprese, dove si chiuderà un cerchio e si aprirà una finestra su qualcosa di nuovo.

Si aprirà quindi un nuovo capitolo nella storia dei Rio pronti a vivere, e a far vivere, citando una loro canzone, un "Nuovo sole".

Pubblicato in Cultura Emilia
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