Inflazione, Cia: freddo e gelo hanno "gonfiato" i prezzi al supermercato, vegetali +20% a gennaio - (all'Istat arriva la conferma degli effetti del maltempo sui listini al consumo, con il carrello della spesa spinto in alto soprattutto dagli alimentari freschi)
Anche l'Istat certifica gli effetti al supermercato del "mix" drammatico di maltempo e terremoto, che a gennaio si è abbattuto sull'Italia provocando danni per 700 milioni di euro circa all'agricoltura tra coltivazioni distrutte, strutture aziendali crollate e soprattutto mancata commercializzazione. L'inflazione ha rialzato la testa spinta in alto proprio dai prezzi degli alimentari freschi, in primis degli ortaggi, che sono cresciuti del 14,3% rispetto a dicembre e addirittura del 20,1% su gennaio 2016. Così l'Ufficio Studi della Cia-Agricoltori Italiani sui dati diffusi nei giorni scorsi dall'Istituto nazionale di statistica.
Il gelo, ma anche gli aumenti dei costi energetici per il trasporto dei beni, hanno determinato notevoli aumenti dei prezzi sui banchi di frutta e verdura in queste ultime settimane. Molte produzioni di ortaggi e frutta sono state distrutte a causa del freddo eccezionale, ne consegue che la minore offerta dà adito a maggiorazioni – si spera sempre giustificate, commenta Cia -, anche in considerazione del fatto che il gelo ha colpito anche la produzione spagnola.
La gelata drammatica di inizio anno, dunque, ha penalizzato non soltanto gli agricoltori ma anche i consumatori. Freddo e neve hanno messo in ginocchio migliaia di imprese agricole soprattutto al Sud, dove si produce appunto il 61% degli ortaggi italiani e il 97% degli agrumi nazionali -spiega la Cia-. Produzioni intere falcidiate dalle gelate o bloccate nei magazzini aziendali per le cattive condizioni stradali, che hanno rallentato fortemente la circolazione dei tir e quindi le consegne di prodotti freschi lungo la filiera. Con conseguenze immediate sul rialzo dei prezzi al consumo. Una situazione peraltro, secondo gli esperti di mercato, destinata a protrarsi per alcune settimane, in considerazione del tempo necessario a recuperare le perdite produttive nelle zone colpite.
(CIA Reggio Emilia)
All'azienda guastallese Fondo Possioncella assegnato il prestigioso riconoscimento istituito dalla Cia – Agricoltori Italiani
La 14esima edizione del premio Bandiera Verde Agricoltura – istituito dalla CIA Agricoltori Italiani – qualche giorno fa a Roma ha visto premiata (nelle Sezioni Strategiche) un'azienda reggiana, la società agricola Fondo Possioncella dei fratelli Perini, che si trova in via Longarini a Guastalla.
Il premio è stato consegnato nella prestigiosa cornice del Campidoglio a Roma, e rappresenta una "certificazione" del valore di un lavoro volto ad ottenere la massima qualità dall'attività di allevamento e dal legame con il territorio d'origine. "Mettere insieme tradizione e innovazione. Il segreto del successo delle aziende agricole più competitive è in questo mix, che nel 90% dei casi è interpretato in chiave ecosostenibile", afferma la CIA nel motivare il premio.
Giunta alla sua 14esima edizione, Bandiera Verde continua dunque a scoprire le realtà più creative e rappresentative per il settore agricolo. Il premio promosso dalla Cia -Agricoltori Italiani, è stato consegnato a 13 aziende, 6 comuni e 5 associazioni "campioni" della nuova agricoltura italiana.
Assegnati anche 7 riconoscimenti a "sezioni strategiche" e 2 Premi speciali.
Tra i premiati, anche Osvaldo Bevilacqua per la trasmissione "Sereno Variabile".
La motivazione del premio all'azienda guastallese così recita: Il formaggio come un contenitore del territorio e del sapere intelligente, che ha reso unico il grande percorso della cultura agro-alimentare del nostro Paese. Questa, in sintesi, la filosofia portata avanti dai fratelli Perini che hanno raccolto l'eredità di famiglia che, dal 1962, alleva vacche da latte di razza Frisona per la produrre latte di alta qualità, destinato principalmente alla formaggio Parmigiano-Reggiano venduto in azienda e attraverso i moderni canali di distribuzione. Un prodotto di eccellenza che, da secoli, segue sempre la stessa ricetta: il latte di due mungiture, il siero innesto (ovvero i fermenti lattici ottenuti lasciando acidificare il siero della lavorazione del giorno precedente) e caglio di vitello. Una catena che non si può mai interrompere per ottenere risultati eccellenti. In azienda nulla è lasciato al caso ed ogni dettaglio viene curato nei minimi particolari: dalla nascita dei bovini, ad un'alimentazione sana e naturale di tutti gli animali, passando per la loro crescita in spazi idonei e areati fino alla loro età produttiva.
Questo il mix che ha portato l'azienda a conseguire importanti traguardi, come il 4° posto, sui 500 partecipanti, raggiunto dal Parmigiano marchiato "Fondo Possioncella" al concorso Alma nel contesto CIBUS di Parma.
Insomma, ecosostenibilità, tutela del territorio e dei suoi prodotti e diversificazione.
(Fonte CIA Reggio Emilia)
Una tavola rotonda organizzata dalla Cia reggiana e conclusa dal presidente Dino Scanavino ha compiuto un'interessante analisi del rapporto con il mercato, con Benini, Frascari, Bezzi e Caselli.
Reggio Emilia 1 settembre 2016 - "L'agricoltura è percepita come settore trainante dell'economia nazionale, ma gli agricoltori non guadagnano". La contraddizione che segna il momento attuale dell'agricoltura è stato ben sintetizzato dal presidente nazionale Dino Scanavino nel concludere la tavola rotonda che ha avuto luogo nel corso dell'Assemblea annuale CIA di Reggio Emilia presso la Cantina Albinea Canali.
Entrando più nel dettaglio, il presidente ha ricordato che un settore che valorizza l'immagine dell'Italia, che rappresenta il 3% del Pil, che genera il 14% del Pil con il settore alimentare, lascia generalmente al produttore agricolo il 15/17% del valore finale del prodotto; una quota che serve in generale a coprire i costi e pagare il lavoro, ma che non lascia margini di reddito e neppure risorse per investire.
In altro modo, con una metafora socio-sanitaria, aveva definito l'attualità agricola il presidente provinciale CIA Antenore Cervi: "Il paziente sembra sano, ma un attento check-up segnala qualche sintomo che preoccupa". I dati che Cervi ha illustrato relativi all'agricoltura reggiana, segnalano del resto una sostanziale stagnazione: il valore della produzione nel 2015 è cresciuto di uno 0,4% rispetto al non esaltante 2014 e le previsioni della Camera di commercio per il 2016 ipotizzano -1,5%; frutto di andamenti che hanno visto il Parmigiano Reggiano ritrovare equilibrio dopo anni pesanti, nel contempo peṛ ha conosciuto difficoltà il settore del vino ed il comparto vegetale in generale, mentre la suinicoltura è risultata stagnante, anche se attualmente sta vedendo prezzi in decisa ripresa.
Come se ne esce, è quanto si è cercato di capire discutendo tra autorevoli relatori su "l'agricoltura reggiana a confronto con il mercato". Francesca Benini, direttore commerciale di Riunite & Civ, ha segnalato come per affrontare la crisi del lambrusco, occorre avvicinare il mondo dei giovani al nostro vino, soffermandosi su interessanti iniziative che l'azienda sta sperimentando, anche con innovazioni di prodotto e d'immagine. Temi ripresi dal presidente del Consorzio Vini Reggiani Davide Frascari, il quale ha giudicato efficace il lavoro del Consorzio per quanto riguarda la tutela del marchio, ma carente invece sul piano della promozione, sulla quale le cantine tendono ad agire in proprio.
Promozione è anche una parte importante della strategia del Consorzio del Parmigiano Reggiano: il presidente Alessandro Bezzi, nel ricordare le azioni decise di recente, ha segnalato che i prossimi investimenti saranno rivolti a diversi soggetti che operano nella filiera, mentre ha anticipato che si stanno mettendo a punto piani di lungo periodo. Osservati speciali – ha annunciato – saranno in futuro i grattugiati e porzionati.
L'assessore regionale Simona Caselli, partendo dal concetto condiviso "non c'è una crisi agricola, c'è una crisi nella ripartizione del valore prodotto", ha sintetizzato la sua ricetta per un'agricoltura in salute: lavorare bene in campo, essere più organizzati, valorizzare insieme marchi e marche, fare gioco di squadra, innovare anche utilizzando le tecnologie più moderne.
Non è mancato il richiamo al peso delle burocrazie, che Scanavino ha espresso con la formula: dobbiamo ridurre la complessità del sistema agricolo ed il peso delle infrastrutture, specie quelle inutili.
Francesco Zambonini sostituisce Giorgio Davoli in pensione da fine 2015. in passato anche direttore della CIA di Reggio Emilia, oltre ad essere stato per due mandati Sindaco del Comune di Ramiseto.
Reggio Emilia -10 febbraio 2016 - Completato nei giorni scorsi il riassetto della CIA reggiana, con una serie di movimenti del personale originati dall'andata in pensione a fine 2015 del responsabile della Zona Reggio Giorgio Davoli. Il nuovo responsabile è Francesco Zambonini, com'è stato comunicato nei giorni scorsi alla Direzione zonale.
Questi lascia l'ufficio contrattuale provinciale, incarico che viene assunto da Augusto Pistelli, che a sua volta ha lasciato la responsabilità della Zona di Guastalla a Monia Rondini.
Con Zambonini (che mantiene la responsabilità dell'ufficio tecnico e resta referente per la caccia) è stato scelto - dal Direttore e dalla Giunta provinciale - per la zona centrale dell'organizzazione un elemento di provata esperienza: è stato infatti in passato anche direttore della CIA di Reggio Emilia, oltre ad essere stato per due mandati Sindaco del Comune di Ramiseto.
La Zona di Reggio richiedeva un intervento di questa portata, dato che negli ultimi mesi ha subito un profondo rinnovamento nell'area imprese: oltre a Davoli vi è stato infatti un altro pensionamento (Cinzia Soncini), e due funzionarie sono attualmente in maternità.
La Zona – di cui è presidente l'imprenditore viticolo Lorenzo Catellani – comprende oltre al comune di Reggio anche Albinea, Cadelbosco Sopra, Casalgrande, Castellarano, Castelnovo Sotto e Scandiano.
La Cia reggiana contro le minacce mafiose a Luca Vecchi. Non solo mafia degli affari. Istituzioni e cittadini chiamati a intensificare la vigilanza.
Reggio Emilia 3 febbraio 2016 - CIA – Agricoltori Italiani di Reggio Emilia esprime la propria solidarietà ed il proprio sostegno al Sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi, oggetto di tentativi di intimidazione mafiosa, rivoltigli tramite una lettera.
"La città ed il territorio reggiano – afferma il presidente provinciale Antenore Cervi – non possono tollerare minacce più o meno esplicite a cittadini ed istituzioni, né l'insediamento delle cosche nel proprio territorio. Se qualcuno ha mai pensato che da noi si muovesse solamente una 'mafia degli affari' da questo come da tanti 'misteriosi' incendi e danneggiamenti si svela il volto criminale di questi soggetti".
"Istituzioni e cittadini tutti – conclude – sono chiamati ad intensificare vigilanza e rifiuto rispetto a queste organizzazioni, che nella nostra provincia non devono poter trovare terreno fertile per i loro intrighi".
Agrinsieme con le migliaia di agricoltori, provenienti da tutt'Europa, che ieri sono scesi in piazza a Bruxelles. Il responsabile del coordinamento tra Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari Dino Scanavino: "C'è bisogno di un cambio di passo. I prezzi pagati agli allevatori per carne e latte quasi non coprono i costi produttivi e mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende. Servono interventi urgenti per affrontare l'emergenza, come ritiri dal mercato di prodotti caseari e un piano di ristrutturazione dei debiti" -
Reggio Emlia, 8 settembre 2015 -
C'era anche Agrinsieme con le migliaia di agricoltori, provenienti da tutt'Europa, che ieri sono scesi in piazza a Bruxelles per sollecitare le istituzioni comunitarie a intervenire tempestivamente sulla crisi della zootecnia, nel giorno del Consiglio Ue straordinario dei ministri dell'Agricoltura.
"Con questa manifestazione vogliamo sostenere le istanze dei produttori italiani in Ue -ha detto dalla capitale belga Dino Scanavino, responsabile del coordinamento che riunisce Cia, Confagricoltura, Copagri e Alleanza delle cooperative agroalimentari-. La situazione della zootecnia sta diventando sempre più insostenibile e gli agricoltori, nonostante i loro sacrifici, non riescono a lasciarsi alle spalle gli effetti della crisi. Da un lato il comparto della carne, che deve fare i conti con la sempre più pressante volatilità dei costi delle materie prime, con la forte dipendenza dall'estero dei ristalli e con i prezzi fermi da troppo tempo a livelli non remunerativi; dall'altro lato il settore lattiero-caseario, con quotazioni all'origine in caduta libera negli ultimi mesi. Un comparto che, dopo trent'anni di sistema delle quote, necessita di certezze per il futuro e le cui prospettive reddituali sono tutte da valutare."
"La zootecnia perde redditività ogni giorno di più e i prezzi pagati agli allevatori spesso insufficienti anche a coprire i costi produttivi mettono a rischio la sopravvivenza delle aziende -ha osservato Scanavino-. Per questo oggi manifestiamo insieme agli altri agricoltori europei, per sollecitare i Governi dell'Unione ad avviare un'irrinunciabile cambio di passo, prima di tutto in materia di gestione delle crisi. Il quadro di interventi e strumenti di cui dispone la Pac ha mostrato negli anni tutti i suoi limiti di efficacia e la crisi russa ha acuito le difficoltà ed è ricaduta sulle spalle degli agricoltori. La riunione dei ministri agricoli di oggi rappresenta quindi un crocevia per il futuro. Soltanto con decisioni coraggiose, infatti, è possibile ridare slancio a un settore centrale dell'economia dei territori dell'Ue. Un'attività economica che, attraverso 14 milioni circa di aziende che gestiscono il 45% della superficie complessiva, continua a fornire un importante contributo in termini di Pil e posti di lavoro diretti e indiretti. Salvaguardare e valorizzare questi importanti valori deve essere una prerogativa nelle decisioni delle politiche europee."
"Intanto, però, servono provvedimenti a breve termine da attuarsi subito per ridare fiato agli allevatori e "tamponare" l'emergenza. Al ministro Maurizio Martina, che abbiamo incontrato con la delegazione di Agrinsieme prima dell'inizio del Consiglio Ue -ha spiegato Scanavino- abbiamo chiesto: di attivare un intervento di ritiro dal mercato dei formaggi Dop (Grana Padano, Parmigiano Reggiano, Montasio) per un equivalente di circa 15 milioni di euro da assegnare agli aiuti agli indigenti; di ristrutturare il debito delle aziende zootecniche colpite dalla crisi; di restituire agli allevatori le quote versate e oggetto di compensazione nel periodo 2014/2015, che stimiamo siano circa 75 milioni di euro; di avviare un piano di promozione istituzionale per il consumo di carne e latte italiane.
(fonte: Ufficio stampa Agrinsieme)
La Cia di Reggio Emilia ha incontrato il Prefetto ricordando l'entità del danno causato alle coltivazioni. -
Reggio Emilia, 6 agosto 2015 -
Nel pomeriggio di martedì, alcuni Dirigenti della Confederazione Italiana Agricoltori di Reggio Emilia hanno incontrato S.E. il Prefetto dr. Raffaele Ruberto, per consegnare l'ordine del giorno approvato dalla Direzione nazionale del 23 giugno scorso, nel quale si sollecita un intervento immediato da parte delle Istituzioni per far fronte all'emergenza dei danni provocati dalla fauna selvatica all'agricoltura. Il Prefetto ha assicurato l'invio alle autorità superiori competenti sulla materia faunistica, delle osservazioni e proposte sottopostegli da una delegazione guidata dal presidente provinciale Antenore Cervi, con il direttore Annamaria Mora e Pietro Codeluppi, Roberta Rivi, Francesco Zambonini.
Una situazione insostenibile su tutto il territorio nazionale, si legge nella parte introduttiva del documento, quella provocata nelle campagne per effetto dei danni relativi alla presenza di specie alloctone e invasive, ungulati e selvatici predatori. Le imprese agricole ormai da anni sostengono spese e subiscono danni non risarciti. L'esasperazione degli agricoltori, alle prese anche con il pericolo per la loro incolumità fisica, ha raggiunto livelli molto elevati. Per quanto riguarda Reggio – ha segnalato la delegazione Cia – a parte il tema delle nutrie, per le quali si sta cercando la strada per arrivare ad un efficace controllo ed i cui danni alle produzioni da metà 2014 non sono e non saranno più risarciti, i dati disponibili parlano di danni accertati dalla Provincia nel 2014 per oltre 178mila euro con 188 domande (intesta danni da storno per 85.775 euro, a seguire danni da nutria – solo per metà annata, come detto – per oltre 41mila). Quanto agli Atc reggiani, per i dati noti che risalgono al 2013, sono stati accertati danni per oltre 48mila euro.
Sulla base di tali premesse, la Confederazione Italiana Agricoltori ha deciso di avviare una serie di iniziative per intraprendere un percorso efficace di risoluzione della problematica.
Innanzitutto, un impegno da parte del Parlamento e del Governo per adottare, ciascuno nell'ambito delle competenze di merito, "provvedimenti legislativi e attuativi che consentano la limitazione/gestione delle specie, in relazione alla capacità del territorio di sostenere la loro adeguata presenza nella logica della coesistenza sostenibile".
Accanto a ciò, alle Regioni e agli Enti locali, la Cia chiede "interventi adeguati di abbattimento selettivo rivolti all'effettivo controllo della massiccia presenza delle specie alloctone e invasive, degli ungulati e dei selvatici predatori che stravolgono l'equilibrio naturale e produttivo".
Infine, ma non meno importante, la richiesta di un ristorno di fondi che sia realmente commisurato alle perdite causate alle imprese agricole per effetto dei danni da fauna selvatica. Inoltre, la Direzione Nazionale della Cia si rivolge alle Associazioni venatorie ambientaliste e animaliste. L'invito è a considerare "con maggiore attenzione e disponibilità le ragioni degli agricoltori" la cui sostenibilità economica è funzione della produzione agricola e delle attività di allevamento. Se il loro reddito sarà tutelato dai danni provocati dalla fauna selvatica, gli agricoltori, attraverso lavoro e impegno quotidiano, potranno continuare a svolgere quel ruolo fondamentale che li contraddistingue dalle altre attività economiche, in termini di mantenimento della biodiversità agraria e della tutela ambientale-paesaggistica.
Si richiedono urgenti ed efficaci risposte ai Ministeri e Istituzioni competenti (Ministero dell' ambiente, ISPRA, Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali), recita la parte conclusiva dell'ordine del giorno, in assenza delle quali la Confederazione Italiana Agricoltori è pronta a mobilitarsi su tutto il territorio nazionale.
(Fonte: ufficio stampa CIA Reggio Emilia)
Il presidente russo all'Expo, la Cia di Reggio Emilia: "Un'occasione per ricordargli le qualità del nostro formaggio, mentre nel suo Paese dilagano i falsi, o si ricorre al contrabbando!" -
Reggio Emilia, 11 giugno 2015 -
Mentre si protraggono le reciproche sanzioni tra Occidente e Russia a causa della crisi ucraina, cresce la preoccupazione per i nostri prodotti come i formaggi che - non più presenti su quel mercato - rischiano di essere spodestati da imitazioni. Lo segnala la Cia di Reggio Emilia, riprendendo la notizia da una testata online (Agricolae) che scrive: "Mentre in Italia si lavora per porre un argine a chi "falsifica" il nostro made in Italy agroalimentare (l'ultima novità è il segno unico distintivo), in Russia da quanto si apprende stanno aumentando i prodotti finti italiani. La causa? L'embargo russo. Infatti da fonti interne all'ambasciata si apprende che stanno aumentando i finti parmigiano reggiano e mozzarelle con l'aggiunta del nome della regione o del paese della Russia dove questi vengono prodotti. Come dire "mozzarella di Mosca" o "Parmigiano di San Pietroburgo". Questo sarebbe dovuto al fatto che i russi non riescono più – per via del blocco alle importazioni dall'Europa – a reperire i tanto amati prodotti tricolori".
La preoccupazione della Cia reggiana è appunto che il protrarsi del blocco possa far perdere in modo permanente un mercato nel quale il Parmigiano-Reggiano collocava il 7% del proprio export, con un fatturato annuo di quasi 6 milioni di euro, generato dalla vendita di 10.800 forme. Per questo, ci si chiede se è stato possibile ricordare al presidente russo Vladimir Putin, nel corso della sua visita all'Expo milanese, che le imitazioni sono prodotti di serie B, spesso anzi di infimo valore e lontanissimi dall'originale, anche se - notizie abbastanza recenti – pare sia stato lo stesso ministero agricolo russo ad incentivare lo sviluppo di queste produzioni fittizie, sembra proprio per reazione all'embargo occidentale; in tal senso si erano registrate dichiarazioni del Ministro che esaltava i formaggi 'fatti in casa' rispetto ai nostri tipici.
"Nonostante queste spinte 'nazionaliste', è possibile però che l'élite russa non abbia mai "sofferto" davvero la mancanza del vero Parmigiano-Reggiano. Di vero e proprio contrabbando del nostro formaggio da paesi extraeuropei verso la Russia si era parlato qualche tempo fa, addirittura con un'interrogazione parlamentare dell'on. Massimo Fiorio: i russi che non intendevano rinunciare al "vero" Re dei formaggi, secondo le notizie riportate nell'interrogazione, potevano contare su una linea di rifornimento che passava da altri Paesi (Bielorussia in particolare)." - conclude il comunicato.
(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)
Firmata una convenzione dai presidenti Secondo Scanavino e Rossella Cantoni nell'Aula Magna della sede universitaria reggiana per valorizzare l'attività della Biblioteca Archivio dedicata ad Emilio Sereni e le attività dedicate agli studi sul paesaggio agrario. -
Reggio Emilia, 29 aprile 2015 -
La Confederazione Italiana Agricoltori - Cia e l'Istituto Alcide Cervi hanno sottoscritto una convenzione con lo scopo di valorizzare al massimo l'attività della Biblioteca Archivio dedicata ad Emilio Sereni e le attività che vi sono collegate, dedicate agli studi sul paesaggio agrario. A firmare il documento, presso l'Aula Magna della sede reggiana dell'Università di Modena e Reggio, sono stati i presidenti Secondo Scanavino e Rossella Cantoni, auspice il capogruppo S & D del Parlamento Europeo Gianni Pittella.
Un documento che rafforza la storica collaborazione della Cia con l'Istituto che ha sede a Gattatico; va ricordato infatti che l'Organizzazione agricola è l'erede dell'Alleanza Nazionale Contadini, socio fondatore dell'Istituto Cervi, e che dell'Alleanza Emilio Sereni fu presidente. Con i suoi numerosissimi studi, Emilio Sereni ha fornito un grande contributo di elaborazione teorica e di ricerca empirica alle più diverse scienze storico–sociali; tuttavia la sua fama anche a livello internazionale è legata soprattutto alla notissima "Storia del paesaggio agrario italiano" (scritta nel1955, ma pubblicata nel 1961). Tutto il materiale ereditato da un lascito di Sereni è di proprietà della Cia, che lo ha ceduto in uso gratuito all'Istituto Cervi.
Nell'ambito del rapporto di collaborazione saranno previste diverse attività, tra le quali la promozione della Biblioteca archivio Sereni, il finanziamento di borse di studio, la promozione di moduli formativi per scuole e università. La Confederazione italiana Agricoltori nel favorire la realizzazione di questi obiettivi è disponibile a finanziare, valutando anno per anno, l'attività concordata per promuovere gli studi Sereniani, sulla cultura del paesaggio agrario.
Intanto, le attività programmate per il 2015 va dalla digitalizzazione dello schedario Sereni, al lancio della Summer School Sereni sul paesaggio agrario – che giunge quest'anno alla settima edizione - nell'ambito dell'Expo milanese, dove sarà anche realizzata una mostra fotografica, che troverà poi sede permanente presso la Biblioteca Archivio di Gattatico.
(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)
Perquisizioni in alcuni caseifici e magazzini di stoccaggio di formaggio Dop. Il presidente della Cia di Reggio Emilia chiede un ulteriore rafforzamento dei controlli -
Reggio Emilia, 26 marzo 2015 -
"Fa davvero sensazione l'operazione che i Nac di Parma ed i Carabinieri di Reggio hanno effettuato nella giornata di ieri" - questo il commento del presidente Antenore Cervi, della Cia di Reggio Emilia, in merito alle perquisizioni che hanno interessato alcuni caseifici e magazzini di stoccaggio di formaggio Dop - Parmigiano Reggiano e Grana Padano - situati in alcune province di Emilia-Romagna e Lombardia, su disposizioni della Procura di Reggio.
"Un plauso all'operazione ed all'effettuazione di ogni controllo; in un sistema che fa della qualità e del rispetto di determinati standard produttivi il proprio segno distintivo, non ci possono essere sconti per nessuno". - prosegue la nota.
"Qualora dalle indagini uscissero confermate le ipotesi 'truffaldine' – afferma Cervi-, chi ne fosse colpevole dovrebbe essere espulso dal settore e messo nell'impossibilità di reiterare comportamenti lesivi del nome e dell'immagine di un prodotto che viene definito Re dei formaggi. A questo proposito, riteniamo che il Consorzio di tutela del nostro formaggio, proprio in funzione della salvaguardia dell'immagine, in caso di dimostrata colpevolezza dovrebbe rivalersi per risarcire il danno che una vicenda come questa può arrecare alla reputazione di prodotti che si fregiano del marchio Dop".
"Operazioni come quella in corso – prosegue Cervi – ed un più accurato e puntuale lavoro di sorveglianza e controllo, devono tutelare i produttori onesti e rigorosi da episodi di competizione sleale".
"Il nostro punto di vista – conclude Cervi – è che si deve rafforzare ulteriormente l'attività dell'Organismo di controllo sui nostri formaggi di qualità, essendo questo il primo e più importante livello di verifica della conformità alle leggi ed ai disciplinari. Questi controlli vanno quindi estesi e resi sempre più seri e rigidi".