Giovedì, 11 Giugno 2015 15:08

Parmigiano Reggiano: in Russia sempre più diffuse le imitazioni

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forma di Parmigiano Reggiano forma di Parmigiano Reggiano

Il presidente russo all'Expo, la Cia di Reggio Emilia: "Un'occasione per ricordargli le qualità del nostro formaggio, mentre nel suo Paese dilagano i falsi, o si ricorre al contrabbando!" -

Reggio Emilia, 11 giugno 2015 -

Mentre si protraggono le reciproche sanzioni tra Occidente e Russia a causa della crisi ucraina, cresce la preoccupazione per i nostri prodotti come i formaggi che - non più presenti su quel mercato - rischiano di essere spodestati da imitazioni. Lo segnala la Cia di Reggio Emilia, riprendendo la notizia da una testata online (Agricolae) che scrive: "Mentre in Italia si lavora per porre un argine a chi "falsifica" il nostro made in Italy agroalimentare (l'ultima novità è il segno unico distintivo), in Russia da quanto si apprende stanno aumentando i prodotti finti italiani. La causa? L'embargo russo. Infatti da fonti interne all'ambasciata si apprende che stanno aumentando i finti parmigiano reggiano e mozzarelle con l'aggiunta del nome della regione o del paese della Russia dove questi vengono prodotti. Come dire "mozzarella di Mosca" o "Parmigiano di San Pietroburgo". Questo sarebbe dovuto al fatto che i russi non riescono più – per via del blocco alle importazioni dall'Europa – a reperire i tanto amati prodotti tricolori".

La preoccupazione della Cia reggiana è appunto che il protrarsi del blocco possa far perdere in modo permanente un mercato nel quale il Parmigiano-Reggiano collocava il 7% del proprio export, con un fatturato annuo di quasi 6 milioni di euro, generato dalla vendita di 10.800 forme. Per questo, ci si chiede se è stato possibile ricordare al presidente russo Vladimir Putin, nel corso della sua visita all'Expo milanese, che le imitazioni sono prodotti di serie B, spesso anzi di infimo valore e lontanissimi dall'originale, anche se - notizie abbastanza recenti – pare sia stato lo stesso ministero agricolo russo ad incentivare lo sviluppo di queste produzioni fittizie, sembra proprio per reazione all'embargo occidentale; in tal senso si erano registrate dichiarazioni del Ministro che esaltava i formaggi 'fatti in casa' rispetto ai nostri tipici.

"Nonostante queste spinte 'nazionaliste', è possibile però che l'élite russa non abbia mai "sofferto" davvero la mancanza del vero Parmigiano-Reggiano. Di vero e proprio contrabbando del nostro formaggio da paesi extraeuropei verso la Russia si era parlato qualche tempo fa, addirittura con un'interrogazione parlamentare dell'on. Massimo Fiorio: i russi che non intendevano rinunciare al "vero" Re dei formaggi, secondo le notizie riportate nell'interrogazione, potevano contare su una linea di rifornimento che passava da altri Paesi (Bielorussia in particolare)." - conclude il comunicato.

(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)

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