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Un investimento di circa 30.000 euro in tecnologie per il Policlinico di Modena. Un piano sicurezza che riguarderà le aree esterne e i parcheggi, accessi alla struttura, maggiore attenzione alle aree a rischio. La Direzione: "L'ospedale è un bene di tutti, aiutateci a preservarlo". -

Modena, 26 ottobre 2015 -

130 telecamere funzionanti, le guardie giurate a presidiare il campus, la presenza del poliziotto al Posto di Polizia e l'inserimento del Policlinico nel percorso delle Volanti. Questi i primi effetti del piano di sicurezza che il Policlinico di Modena ha predisposto con la collaborazione delle Istituzioni e delle forze dell'ordine cittadine e che verrà varato entro dicembre 2015 che riguarderà le aree esterne e i parcheggi, accessi alla struttura, maggiore attenzione alle aree a rischio. La Direzione generale ha da subito inserito la sicurezza tra le sue priorità e a questo proposito ha deciso di istituire, a partire dal 1° maggio, la figura del security manager, per raggiungere l'obiettivo di definire politiche di sicurezza in tutta l'area ospedaliera e implementare soluzioni più idonee di tipo sia organizzativo, sia tecnologico.

Gli interventi

"ll Policlinico di Modena è una struttura enorme – spiega Enrica Corvino, Security manager del Policlinico - e, per la sua stessa natura di ospedale, deve essere aperto al pubblico: pazienti, parenti, studenti. Purtroppo questa vocazione di accoglienza può essere sfruttata, da persone senza scrupoli, per comportamenti delittuosi, sempre gravi ma davvero vigliacchi quando si sfrutta la sofferenza per commettere un reato. In questi mesi abbiamo lavorato per potenziare e razionalizzare l'esistente, con l'obiettivo di implementare la dotazione di sicurezza nel 2016. È stata decisiva la collaborazione con il servizio di Vigilanza Interna (Coop Service) e le forze dell'ordine. La necessità di una collaborazione con tutti i soggetti coinvolti è motivata proprio dal fatto che non esiste un sistema di sicurezza sicuro perfetto e che per minimizzare il più possibile i rischi è fondamentale un approccio a trecentosessanta gradi che tenga conto delle diverse realtà aziendali". Nella pratica sono stati investiti 30.000 euro per ripristinare tutte le 130 telecamere presenti, sostituendo quelle obsolete e/o non più funzionanti riposizionando quelle che – per effetto di modifiche avvenute agli spazi non assicuravano più la giusta visuale. Si tratta di 97 telecamere all'interno, e 33 all'esterno. A questo intervento di sicurezza passiva, si è aggiunto un potenziamento del turno della vigilanza e una più stretta collaborazione con le istituzioni e le forze dell'ordine. "Abbiamo costituito una vera e propria cabina di regia – conclude Corvino – all'interno della quale scambiamo informazioni e predisponiamo azioni di miglioramento, monitorando la situazione."

Il supporto di tutti

Il piano sicurezza mira a dotare il Policlinico di nuovi strumenti per difendersi. Gli strumenti, però, da soli non bastano, solo collaborando tutti insieme potremo vincere questa battaglia di civiltà. Per questo motivo il Security manager ha incontrato i coordinatori infermieristici, in collaborazione con la Direzione Professioni Sanitarie per proporre modelli di comportamento condivisi. A breve sarà consegnato loro un vademecum che riporta consigli utili per cercare di ridurrei i rischi. "Ognuno fa la sua parte, compie le giuste azioni preliminari e diventa un componente dell'equipe che si preoccupa della sua sicurezza" questo lo slogan che riassume la filosofia del progetto.

"Desidero ringraziare il Security manager, gli operatori e la vigilanza per il lavoro svolto in questi mesi – ha concluso il Direttore generale Ivan Trenti – e le Istituzioni che hanno subito mostrato grande sensibilità al problema di sicurezza del Policlinico e ci hanno fornito grande collaborazione. Questo piano va visto come un punto di partenza, non di arrivo: c'è ancora molto lavoro da fare ma questo primo risultato vuole essere un segnale importante per tutta la cittadinanza."

(Fonte: ufficio stampa USL MO)

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Prima Parma – Territorio & Autonomia, a firma Zanacca - Lavagetto, sulla mancata risposta alla petizione sottoscritta da oltre 2.000 Parmigiani a sostegno del progetto "città sicura" come previsto dallo Statuto Comunale. -

Parma, 29 settembre 2015 -

Apprendiamo dai giornali on-line che oggi il Consiglio Comunale discuterà di sicurezza. Restiamo ancora una volta basiti nel constatare che nessuno dell'Amministrazione Comunale ha ancora dato risposta alla petizione sottoscritta da oltre 2.000 Parmigiani a sostegno del progetto "città sicura" come previsto dallo Statuto Comunale.
Eppure, dopo il nostro appello al Prefetto, ci era sembrato di capire che, a seguito della riunione dei capigruppo, la relativa mozione, dopo oltre un anno di attesa, era in dirittura di arrivo.

Inoltre, in risposta a quella presa di posizione, avevamo esplicitamente chiesto di essere avvisati qualora la mozione arrivasse in discussione in Consiglio Comunale, come atto di cortesia se non anche dovuto nei confronti di tutti gli oltre 2000 cittadini di Parma.

A questo punto, chiediamo ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, compresi quelli che in questi giorni si stanno impegnando in analoghe iniziative, se ritengono che tale atteggiamento sia rispettoso nei riguardi delle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la petizione.

Naturalmente, ci spiace pensare che, forse, il nostro atteggiamento collaborativo e sempre positivo, possa essere stato scambiato dall'Amministrazione come mancanza di forza nel concretizzare il nostro lavoro e le nostre proposte.

Ora utilizzeremo ogni strumento possibile per fare rispettare la volontà ed i diritti di noi Parmigiani ed arrivare ad avere una risposta certa e veloce alla petizione, stanchi ormai di questo atteggiamento irrispettoso di chi ci amministra.

Cecilia Zanacca

Giampaolo Lavagetto

Prima Parma – Territorio & Autonomia

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Prima Parma-Territorio & Autonomia: "Ora almeno si invitino i firmatari a partecipare alla discussione della mozione." -

Parma, 16 settembre 2015 -

Riceviamo e pubblichiamo la replica a Marco Vagnozzi, Presidente del Consiglio Comunale, dopo la denuncia al Prefetto, di Giampaolo Lavagetto e Cecilia Zanacca per la mancata risposta in merito alla petizione "Città Sicura" che aveva raccolto oltre 200 firme. -

"Caro Presidente del Consiglio Comunale di Parma,

La sua "repentina" risposta alla nostra richiesta di intervento da parte del Prefetto di Parma al fine di vedere tutelate le richieste di oltre 2000 cittadini di Parma relativamente alla petizione "Città Sicura", più che da portavoce dei cittadini ( ci sembra che sia questo il modo in cui si facciano chiamare gli eletti del M5S), rischia di apparire come una stizzita replica stile Prima Repubblica. E' davvero questo il punto cui il logorio dell'amministrazione vi ha portato ? Speriamo davvero di no! Diversamente tutti i proclami che vi hanno portato ad amministrare la città, sarebbero svaniti nel nulla come una bolla di sapone!
Caro Presidente, a noi non interessa la polemica pretestuosa, ne tanto meno gli attacchi personali, ma il rispetto dei diritti dei Cittadini di Parma. Quello ci sta davvero molto a cuore!
Ci siamo infatti rivolti al Prefetto di Parma semplicemente perchè non avevamo avuto alcun riscontro da chi di dovere; soprattutto non l'avevano avuto più di 2000 parmigiani che, confidando nell'attuale amministrazione, avevano scelto un modo da voi caldeggiato (vedi attuale statuto comunale) per risolvere questioni particolarmente urgenti. Un anno di totale silenzio avrebbe scatenato reazioni ben più energiche di quelle da noi seguite, assolutamente in linea con quanto previsto dalla legge. Soprattutto perchè ci era parso che il suo movimento facesse di questo tema un cavallo di battaglia; non è forse vero?
Da 12 mesi le viene gentilmente chiesto dai primi firmatari della petizione di fare chiarezza sull' iter della medesima, visto che lo Statuto impone all'Ente di fornire agli interessati, risposta ai quesiti posti. Solo ora, purtroppo a seguito di quello che abbiamo ritenuto dover fare per tutelare la fiducia ricevuta da oltre 2.000 Parmigiani, ci si risponde che la responsabilità del ritardo sembra essere dell' intero Consiglio Comunale. Soprattutto, apprendiamo che in modo unilaterale si è deciso, senza interpellare gli interessati, di sciogliere la petizione in una unica seduta con altre iniziative dei Consiglieri, cosa che non ci sembra rispettosa dei cittadini firmatari ne dello stesso Statuto.
Naturalmente agendo nell'interesse dei cittadini di Parma, siamo ancora assolutamente pronti a riprendere il discorso in modo costruttivo con lei e con tutto il Consiglio Comunale, a patto che tutto si svolta con la massima urgenza e condivisione. A tale proposito, ci sembra doveroso che i primi firmatari della petizione siano invitati nella sede di quella che lei ha annunciato essere la prossima discussione della mozione, al fine di potere illustrare ai consiglieri il punto di vista degli oltre 2.000 parmigiani firmatari.
E' forse pretendere troppo?

Cecilia Zanacca - Giampaolo Lavagetto

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La nota stampa di Cecilia Zanacca, leader di Prima Parma-Territorio & Autonomia sulla petizione per Parma "Città Sicura": "Bene la raccolta firme sulla differenziata. Ora, però, il Consigliere Ghiretti coerentemente si attivi i affinché il consiglio comunale dia risposta agli oltre 2.000 parmigiani che hanno sottoscritto la petizione." -

Parma, 14 settembre 2015 -

Da ormai oltre 1 anno, più di 2.000 parmigiani attendono che il Consiglio Comunale di Parma dia una risposta alla petizione sul progetto "Città Sicura". Nel settembre dello scorso anno, infatti, il Presidente del Consiglio Comunale, in chiusura della discussione, si era impegnato a trasformare in mozione la petizione affinché, come da Statuto, fosse data una risposta ai firmatari. Da allora numerosi appelli ai consiglieri sono stati fatti affinché venisse mantenuto l'impegno preso. Non ultimo, l' appello di oltre 10 consiglieri di quartiere inviato a giugno di quest'anno a tutti i capigruppo, ma anche questo toltalmente ignorato dai destinatari. Prendiamo atto che il consigliere Ghiretti, con il suo gruppo Parma Unita, in questi giorni ha avviato una condivisibile raccolta firma sulla petizione per un miglioramento della raccolta differenziata. Augurandogli il buon esito dell' iniziativa e complimentandoci per la meritoria iniziativa, ritenendo assolutamente condividibile il fatto che non esistano firme di cittadini di Parma di serie A e di serie B, chiediamo al Consigliere Ghiretti di attivarsi al fine di stimolare il Consoglio Comaunale a dare la doverosa risposta, ormai attesa troppo a lungo.
Ci auguriamo pertanto che, finalmente tutti i parmigiani sottocrittori della petizione "Città Sicura" abbiano la dovuta attenzione e risposta.

Cecilia Zanacca
Prima Parma - Territorio & Autonomia

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Giovedì, 27 Agosto 2015 10:28

Zanzara killer, nuovi casi in pianura padana

Si rinnova l'allarme per la zanzara killer. Due vittime gravi in pianura padana. Nell'uno per cento dei casi l'infezione può portare la meningite. I sintomi sono simili a una comune influenza. Le raccomandazioni.

di Virgilio, Parma 26 agosto 2015 -
Sono 2 le persone ricoverate nel reparto di malattie infettive e tropicali dell'ospedale di Sant'Angelo Lodigiano. Ai pazienti, che mostravano uno stato confusionale con febbre alta, è stata diagnosticata la febbre del Nilo occidentale, un virus che si trasmette a causa delle zanzare culex pipiens.
La malattia indicata come west nile disease, che è al centro delle attività di sorveglianza e prevenzione della Regione Emilia Romagna ormai da diversi anni (2009), seppure in modo non grave ha colpito, anche recentemente, un cittadino di Reggio Emilia e uno di Scandiano.

West Nile Disease

La West Nile Disease o Malattia del Nilo Occidentale è un'infezione virale trasmessa dalle zanzare, che trova negli uccelli (corvidi) il serbatoio naturale. Può essere contratta dall'uomo e dal cavallo, se punti da una zanzara portatrice del virus. Con maggiore frequenza i vettori della malattia del Nilo occidentale sono le zanzare del genere culex, (zanzara comune), anche se non è possibile escludere che anche le zanzare tigre, che vivono prevalentemente di giorno e che sono considerate i principali vettori delle forme di malattia Chikungunya e Dengue, possano trasmettere la malattia del Nilo Occidentale.


Le zanzare del genere culex pungono più frequentemente nelle ore crepuscolari e serali, e si sviluppano vicino a terreni ricchi di vegetazione in prossimità di grandi raccolte di acqua.
La maggior parte delle persone infette malattia del Nilo occidentale non mostra alcun sintomo.

Circa nel 20% dei casi si manifesta nella forma conclamata con tosse, eruzioni cutanee, diarrea, linfadenopatia (linfonodi ingrossati) e difficoltà a respirare. Questi sintomi durano solitamente 3-5 giorni e possono variare molto a seconda dell'età della persona.
In pochi casi, negli anziani e nei soggetti più deboli (immunodepressi), possono aggiungersi gravi complicazioni neurologiche quali meningite o encefalite; i sintomi più gravi (malattia neuro invasiva di West Nile) si presentano in media in meno dell'1% delle persone infette (1 persona su 150).

Nei casi più gravi (circa 1 su mille) il virus può causare un'encefalite letale o esiti permanenti. Come già detto la forma grave della malattia interessa principalmente le persone anziane o con ridotta efficienza del sistema immunitario.
Anche gli animali possono essere colpiti da questo virus, in particolare uccelli selvatici e cavalli. Nel cavallo il decorso della malattia è simile a quello dell'uomo: di solito si notano febbre, difficoltà di movimento degli arti posteriori, fino ad arrivare all'impossibilità ad alzarsi da terra. La zanzara rappresenta l'unico vettore del virus e quindi l'unica possibilità di contrarre l'infezione.

Nel 2009 La Regione ha emanato il Piano di sorveglianza e controllo malattia di West Nile Disease, Chikungunya e Dengue e altri arbovirus in Emilia-Romagna. Nel 2015 Il sistema regionale di sorveglianza ha rilevato il virus in zanzare comuni e uccelli selvatici e conseguentemente sono state attivate tutte le misure previste dal Piano regionale.
Ai Comuni è stato chiesto di continuare gli interventi straordinari contro gli insetti adulti, in caso di manifestazioni all'aperto in ore serali che comportino la presenza di molte persone, e di potenziare l'informazione e la comunicazione sulla necessità di proteggersi dalle punture delle zanzare:

- rimuovere con frequenza ogni raccolta di acqua permanente da sottovasi, bidoni, ciotole per animali, teli e quanto altro. L'acqua va gettata nel terreno, dove le larve moriranno, e non nei tombini, dove invece sopravvivono fino a diventare zanzare adulte
- consigliabile trattare ogni 20 giorni con prodotti antilarvali tombini e caditoie di grondaia.
- all'interno degli edifici il metodo più efficace è l'utilizzo di zanzariere, a maglie strette, applicate a porte-finestre e finestre, ma anche direttamente sul letto; in alternativa, è possibile utilizzare, sempre con le finestre aperte, zampironi o apparecchi elettroemanatori di insetticidi liquidi o a piastrine.
- nei luoghi all'aperto dovrebbero essere indossati indumenti di colore chiaro – quelli scuri o colorati sono più attrattivi per gli insetti - che coprano il più possibile (con maniche lunghe e pantaloni lunghi).
- vanno evitati i profumi, le creme e i dopobarba in quanto attraggono gli insetti.
- Un buon livello di protezione è assicurato dall'uso di repellenti cutanei per uso topico (direttamente sulla pelle). Le sostanze repellenti applicate sulla cute ostacolano, infatti, il raggiungimento della pelle da parte della zanzara, impedendo ai sensori delle zanzare di intercettare i vasi sanguigni.
- questi prodotti vanno applicati sulla cute scoperta, compreso il cuoio capelluto. Occorre ripetere il trattamento dato che i prodotti evaporano rapidamente e vengono eliminati con la sudorazione.
- nell'uso di questi prodotti bisogna seguire scrupolosamente le indicazioni riportate sulla confezione e va adottata grande cautela con i bambini o su pelli sensibili. I repellenti non vanno applicati sulle mucose (labbra, bocca), sugli occhi, sulla cute abrasa; possono essere invece spruzzati sui vestiti per aumentarne l'effetto protettivo.

 

Una risoluzione, a firma del consigliere Foti, impegna la Giunta regionale a verificare, insieme ai competenti organi di Polizia, la reale situazione in cui versano le maggiori stazioni dell'Emilia-Romagna e in particolare quella di Bologna e a promuovere azioni che garantiscano la tutela e la sicurezza dei viaggiatori e di chi opera in quei contesti

La situazione in cui versano le principali stazioni ferroviarie non è più tollerabile visto il "costante aumento" di "borseggi, scippi, rapine, aggressioni verbali e fisiche da parte di persone di varie etnie che inducono, quando non obbligano, i viaggiatori a usufruire dei loro servigi in cambio di denaro e, in caso di risposta negativa, fanno oggetto il malcapitato di insulti e maltrattamenti".

Lo scrive il consigliere Tommaso Foti (Fdi-An) in una risoluzione, dove segnala che le stazioni, e in particolare quella di Bologna, si stanno riducendo sempre più a ricettacoli di "emarginati di ogni genere".

"Non è difficile ritenere- si legge nel testo- che molti di coloro che si prestano a 'fornire aiuto' ai passeggeri (sia proponendosi per il trasporto delle valigie, sia per procurare il titolo di viaggio) sono il braccio operativo di violenti organizzati in racket che sovrintendono qualsiasi attività: l'invalido che fa la questua, il portabagagli abusivo, il clochard per poter dormire 'tranquillamente' nel proprio cartone, solo per citarne alcuni, devono tutti versare il 'pizzo' al racket".

Di qui, l'invito alla Giunta regionale ad assumere iniziative per verificare, in accordo con i competenti Corpi di Polizia, quale sia la reale situazione delle stazioni dell'Emilia-Romagna e, in primo luogo, di quella del capoluogo regionale "così da promuovere un'azione coordinata, congiunta e condivisa che garantisca la tutela e la sicurezza dei passeggeri e di coloro che prestano regolarmente la propria attività nelle stazioni, a partire dalle donne e dagli uomini in divisa".

(Fonte Regione Emilia Romagna) - (Tutti gli atti consiliari – dalle interrogazioni alle risoluzioni, ai progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa (ac)

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Nel pomeriggio di ieri, personale della Squadra Volante durante il servizio di controllo del territorio ha effettuato accurate verifiche nella zona della stazione dei treni e all'interno della stessa.

Gli agenti hanno proceduto all'identificazione di un gruppo di persone che stazionava sotto la pensilina esterna senza apparente motivo; tra questi vi era una donna, già nota alle forze dell'ordine, tale G.D., classe 1987, con numerosi precedenti penali a proprio carico, che stava discutendo animatamente con un'altra persona.
Al termine del controllo il gruppetto di senza tetto è stato invitato ad allontanarsi dalla zona.

Intorno alla mezzanotte, la Sala Operativa, allertata da una telefona al 113, ha inviato una pattuglia presso la Stazione Ferroviaria. Era stata segnalata la presenza di una ragazza, appena scesa da un treno in transito, la quale in stato di agitazione aveva lanciato per terra la custodia di un telefono cellulare cercando nel contempo di spegnere il dispositivo, nonostante lo stesso continuasse a suonare e finendo per nasconderlo all'interno di uno stivale.

Grazie alle indicazioni del richiedente l'intervento, gli agenti sono riusciti ad individuare la donna e a fermarla. La ragazza identificata per G.D., la stessa che nel pomeriggio stazionava sotto la pensilina della stazione unitamente ad altri soggetti poco raccomandabili, dopo parecchie insistenze ha consegnato il cellulare in suo possesso, affermando di appartenerle.

G.D., stante i numerosi precedenti di polizia e essendo evidente la provenienza illecita del cellulare, il cui PIN d'accesso era sconosciuto alla donna, è stata accompagnata presso la Questura per ulteriori accertamenti.

Nel frattempo, è stato contattato il capotreno del convoglio dal quale la ragazza era scesa, il quale ha riferito che un dipendente delle FF.SS., in servizio su quel treno, si era accorto della sottrazione del proprio cellulare, ma non era riuscito a bloccare la donna prima che il treno ripartisse da Modena.

Alla luce di quanto sopra, G.D. è stata trattenuta presso le locali celle di sicurezza in stato di arresto, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.

(Fonte Questura di Modena)

Pubblicato in Cronaca Modena

Obbligo di registrazione delle sostanze chimiche per le PMI. Iniziativa gratuita per informare le imprese su come utilizzarle. Unioncamere Emilia-Romagna gestisce l'unico sportello informativo territoriale. Risposte e soluzioni per raggiungere l'obiettivo REACH

Tutte le sostanze chimiche prodotte o importate nello Spazio economico europeo (SEE), in una fascia compresa tra 1 e 100 tonnellate l'anno, dovranno essere registrate presso l'Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) entro il 31 maggio 2018. E' questo il termine ultimo di registrazione ai sensi del regolamento REACH (acronimo che significa registrazione, valutazione, autorizzazione dei prodotti chimici), grazie al quale saranno raccolti tutti i dati su sostanze prodotte o utilizzate in Europa, al fine di migliorare la salute dell'uomo e lo stato dell'ambiente.

Ai sensi del REACH, occorre avere una conoscenza approfondita del portafoglio prodotti della propria azienda. Le imprese dovranno analizzare i volumi di vendita e produzione delle sostanze, verificare gli obblighi previsti e pianificare le registrazioni.

Già da oggi è essenziale una identificazione corretta delle sostanze. Unioncamere Emilia-Romagna, nell'ambito delle attività della rete Enterprise Europe Network, e d'intesa con il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE), coordina lo Sportello Informativo Territoriale per le imprese (SIT REACH) per l'intera regione.

Per aiutare le imprese a orientarsi nella complessa fase di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche, il sistema camerale emiliano-romagnolo, in collaborazione con il Coordinamento REACH-CLP della Regione Emilia-Romagna, a cui partecipano i Dipartimenti di Sanità Pubblica delle 11 Aziende USL, ha attivato anche il portale www.reach-er.it mettendo a disposizione un servizio informativo telematico gratuito per la risoluzione dei quesiti (in forma anonima) delle imprese.

Il Regolamento REACH impone a produttori e importatori di sostanze chimiche di gestire in modo sistematico i rischi che questi materiali possono comportare per la salute: una vera "schedatura" che impatta in modo significativo su un numero sempre crescente di imprese, non solo per l'industria chimica, ma per tutti i comparti in cui si utilizzano sostanze chimiche (tessile, legno e mobili, produzione carta e stampa, gomma e plastica, meccanica, elettronica, petrolifero, automotive).

La finalità del servizio dello Sportello informativo telematico è quindi di aiutare le aziende della regione a orientarsi nella complessa fase di registrazione, valutazione, autorizzazione e restrizione delle sostanze chimiche.

(Fonte Unioncamere Emilia Romagna)

Martedì, 18 Agosto 2015 11:35

Novellara per un giorno è diventato Pompieropoli

Un giorno da pompieri: un sogno diventato realtà per un centinaio di bambini e bambine dei campi giochi comunali e della piscina comunale di Novellara qualche settimana fa, grazie ai Vigili del Fuoco volontari di Reggio Emilia e di Paese Pronto in collaborazione con l'associazione di Protezione Civile novellarese Nubilaria ed il Comune che ha concesso gli spazi pubblici.

pompieropoli 6

I vigili volontari hanno allestito un percorso ad ostacoli con scale da percorrere, pertica da cui scendere, ponte mobile e tunnel da attraversare con tanto di salvataggio di un gattino arrampicatosi su una pianta. Infine, i bambini hanno potuto spegnere insieme ai pompieri il fuoco e hanno ricevuto un attestato di partecipazione. Diversi cittadini incuriositi si sono fermati ad assistere alle varie prove e alcuni genitori hanno potuto ammirare i propri piccoli eroi in azione.

Un'avventura sicuramente indimenticabile che ha dato lo spunto ai volontari di protezione Civile Nubilaria d'organizzare a proprie spese la festa di fine campo giochi estivo l'11 settembre, nel cortile della Rocca, insieme a Civilino, la mascotte della Protezione Civile nazionale che tra gioco e lezioni insegnerà tante cose utili a tutti i bambini.

(a seguire galleria immagini)

 

Cresce il dibattito sulla collocazione dei profughi nel centro cittadino parmene. La posizione di "Prima Parma - Territorio & Autonomia" espressa attraverso il comunicato stampa che segue.

Comunicato stampa.

Prima Parma - Territorio & Autonomia: se non fosse il nome di un movimento politico potrebbe essere il miglior titolo per un articolo ...

Gli sbarchi continui di profughi sulle coste Italiane coinvolge sempre più anche la nostra città. Profughi che fuggono da territori problematici o semplicemente persone in cerca di fortuna nel tanto ,da loro agognato, paese oltremare a noi non è dato di sapere e comunque non cambia le cose.

In un paese già tanto in difficoltà, in una città - Parma - che sta cercando di resistere alla tanto declamata "Decrescita Felice", l'arrivo di altri 40 profughi non fa felice nessuno.

Inutile sottolineare che pur essendo un problema che riguarda tutti gli stati europei, chi si trova in prima linea ad affrontare le difficoltà che l'assistenza ad un tale numero di immigrati comporta, è il nostro Paese.

Noi come città non possiamo sottrarci a questo gravoso impegno ma, non occorre sottolineare, ne faremmo volentieri a meno!

Un plauso a Don Scaccaglia ed ai frati dell'Annunziata che hanno subito dato la loro disponibilità ad ospitare questi profughi; iniziativa meritoria ed assolutamente in linea con la missione che hanno scelto di svolgere vista la loro scelta di vita; una missione che però non si può chiedere sia condivisa indistintamente anche da tutti gli altri cittadini di Parma.

La decisione poi di ospitarli proprio nel centro della città, lascia davvero increduli molti.
Tanti sono gli sforzi che più soggetti hanno fatto e le iniziative in progetto per il rilancio del centro storico al fine di incrementare il turismo, il commercio e gli eventi artistici ... la presenza di strutture ricettive di immigrati in tale zona non è certo una aiuto in tal senso; il disappunto espresso da tantissimi parmigiani testimonia il timore che anche questa zona diventi luogo di criminalità incontrollata, di spaccio e di disturbo della quiete pubbblica così come già avvenuto per altre aree tristemente note alla cronaca.

Proprio vero che la volontà dei cittadini non ha palesemente alcun peso sulle scelte governative; ci si chiede come sia possibile continuare ad ignorare i diritti di noi cittadini, diritti conquistati con il nostro lavoro, con il nostro contributo alla spesa pubblica, con il nostro amore per le tradiizioni ed il decoro della nostra città! Neppure la voce e le richieste dei consigli di quartiere, così decantati dalla nostra amministrazione, sono stati presi in considerazione.

Cosa ancora più inquietante è che questa situazione sia tollerata ed in alcuni casi anche incentivata non tanto per un interesse umanitario quanto piuttosto speculativo da parte di realtà che vedono in tutto qusto una fonte di enorme guadagno.

Noi di Prima Parma - Territorio & Autonomia non permetteremo a nessuno di sacrificare la nostra città con scelte infauste quandanche non etiche e forse solo speculative; non siamo insensibili alle richieste umanitarie legate al problema dei profughi ma vogliamo che si trovino soluzioni adeguate e soprattutto eque per i cittadini di Parma. I nostri rappresentanti all'interno dei Consigli di Quartiere sono pronti a dialogare con l'attuale amministrazione per addivenire a scelte condivise da tutti i cittadini di Parma

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