In viaggio nelle aziende del futuro, tra eccellenza e perfezione, dove l'apprendimento diventa l'abitudine del fare ordinato.
Eccellenza e perfezione sono due delle principali parole che vengono impiegate per declinare una azienda in rapporto ad un'altra, nell'esaltarne l'identità imprenditoriale, connessa alla produzione dei beni e dei servizi o allo stile che adotta in relazione ai propri collaboratori, per raggiungere gli obiettivi definiti in sede di pianificazione strategica.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 11 maggio 2019 - Eccellenza è un termine che osservato nella sua radice latina (ex – cèllere) porta il lettore a proiettare il proprio sguardo, e la propria immaginazione, verso qualcosa che sta fuori rispetto a ciò che sta dentro alla realtà osservata. L'eccellenza, significa, fare emergere ciò che le persone hanno dentro di sé per portarlo alla conoscenza altrui, come nel caso della Pietà vaticana realizzata da Michelangelo nel 1498 che innanzi alla bellezza dell'opera affermò: «ho solo tolto il marmo in eccesso».
Il marmo che Michelangelo ordinò alle cave di Carrara nel 1497, conteneva già dentro di sé quella che sarebbe poi diventata "la più bella opera di marmo che sia hoge in Roma".
L'eccellenza significa rendere visibile al mondo l'invisibile. Aristotele parla dell'eccellenza, come un'azione ripetuta nel tempo che si raggiunge solo avendo conoscenza e competenza dell'agire e del fare ordinato. Tutto questo inizia in un momento importante della vita delle persone che si concretizza con l'apprendimento inteso "come coscienza delle realtà, secondo la totalità dei suoi fattori, e la totalità dei fattori dell'uomo,continuamente messi al vaglio altrui, per una crescita declinata verso l'eccellenza". Apprendere è un processo di costante affinamento che porta a fissare la conoscenza appresa nel tempo per fissarla in modo permanente al muro del sapere.
L'apprendimento è un fare circolare e ricorrente senza fine che porta, per istanti successivi, all'eccellenza, quale espressione autentica della raffinatezza, che si ottiene nel tempo attraverso l'imitazione del fare condiviso. Tutto questo diventa arte, essenziale per nutrire l'anima dell'uomo e spingerlo ogni giorno a migliorare la propria eccellenza, grazie alla forza dell'attività umana capace di unificare tutti i fili che intrecciano il reticolo dell'essere umano, che si dispone all'unità, per favorire la compenetrazione tra immagine poetica e vita ordinaria, tra la quotidiana esperienza di vita, e la stessa, impiegata per trasformare le azioni ripetute in un linguaggio creativo periodico e infinito. L'eccellenza assume in questo caso una dimensione aurea che si stacca dalla realtà per aspirare al mondo delle idee, e dei sentimenti, con i quali l'uomo dialoga in silenzio alla ricerca di una nuova identità da impiegare per affinare la relazione con se stesso e gli altri.
Se l'eccellenza eleva l'uomo verso nuovi mondi, cos'è quindi la perfezione?: significa portare a termine qualcosa che una volta completato non abbisogna di nulla. Infatti i greci si riferivano ad un flauto, ad una commedia, quindi a qualcosa di concreto, ad un oggetto ad una cosa visibile che l'uomo poteva toccare con mano per vedere in ogni istante se doveva togliere o aggiungere qualche cosa, perché non fosse privo di nulla. Aristotele riporta a noi le tre dimensioni della perfezione, ciò che è completo, che contiene tutte le parti necessarie, ciò che è buono, e che niente potrebbe essere migliore, e ciò che ha raggiunto lo scopo.
Eccellenza e perfezione agiscono in forma dinamica sul piano dell'espressione e sul piano del contenuto per concludere la loro azione nella qualità, la dimensione immateriale che vede intrise le due dimensioni forgiate dall'abilità dell'uomo che tende ogni giorno a colmare la distanza che lo separa dall'infinito. La qualità diventa l'elemento di sintesi che identifica l'eccellenza e la perfezione in grado di riportare l'abitudine del fare ordinato, declinato sul valore etico dell'impresa. L'abitudine ci porta ad assumere le consuetudini dei luoghi di vita dell'eccellenza e della perfezione che definisce l'identità, il modo di essere e il fare di una azienda.
Riferimenti bibliografici e sitografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici: https://www.wikipedia.org/
https://www.etimo.it/?term=eccellente
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Platone nella Repubblica scritta tra il 386 e il 370 a. C. riporta a tutti noi il suo modello ideale di società fondata sul principio della giustizia e della equità sociale, che si attua attraverso il dialogo e il confronto dialettico tra le persone.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 4 maggio 2019 - Per Platone la società ideale vede la presenza di più persone che insieme ricercano il piacere e operano per la sopravvivenza della comunità, fondata sul lavoro e la cooperazione di tutti coloro che in base alle loro conoscenze, competenze e i propri talenti, si muovono nella direzione del benessere della collettività.
Al pari di Platone, potremmo immaginare l'azienda come un grande villaggio, dove nel tempo nascono le prime comunità (cum-munus) che vivono all'interno di mura comuni (cum-moenia) e s'impegnano per un dovere comune (cum-munia), per raggiungere il bene comune (cum-munis). La società nasce dall'aggregazione di nuclei familiari, fino a comprendere al proprio interno tutti gli elementi necessari a garantirne l'autosufficienza.
Se per Aristotele la famiglia è la prima fase di comunità che possiamo osservare, per Platone la società utopica è divisa in tre classi, quella dei governati che devono amministrare secondo la giustizia e la razionalità e dei filosofi, quella dei difensori dell'ordine pubblico e infine quella degli artigiani e agricoltori. Tema cardine, è l'educazione dei propri cittadini che vengono formati in base alle loro caratteristiche e predisposizioni naturali evitando "le forzature" che nel tempo sarebbero controproducenti per la vita e la fiducia della intera società.
Il talento è il punto di partenza per lo sviluppo della società strettamente slegata dalle condizioni sociali (classi) della famiglia la cui dipendenza agirebbe nel vincolare il sistema delle relazioni della collettività e della economia al principio dell'equità sociale. Una economia quindi fondata sulla relazione e non sul rapporto gerarchico che hanno segnato nel tempo le strutture organizzative aziendali e della intera società: le donne e gli uomini sono uguali tra di loro e l'accesso alla carriera si basa sulle conoscenze e competenze.
Il futuro attende una nuova dimensione di società proprio partendo dal modello platonico che vede nascere una nuova concezione di economia basata strettamente sulla relazione. Come mai è stato necessario partire dalla filosofia greca e in questo caso da Platone, per dare riscontro a questo nuovo paradigma che trova le sue radici nell'economia della relazione?
La filosofia porta l'uomo a riflettere agendo sulla ricerca di qualsiasi campo questa si svolga e dal fatto che quello che si ricerca non la contiene. Questo porta al vero significato e all'importanza che i greci attribuivano alla parola e alla sua etimologia. La parola economia è molto importante per l'uomo e viene spesso associata al valore della moneta, e come tale, quando l'economia sale, scende o rimane stabile, subito la mente è proiettata a pensare alla moneta e agli interessi derivati dal suo possesso. Se osservata attentamente, l'economia è un termine formato dalla parola greca oikos e nòmos che viste nel loro insieme portano alla gestione razionale ed equilibrata della casa secondo le regole ferree della massaia.
La casa è costruita sulla base della relazione tra i membri e non da un rapporto gerarchico di subalternità, e si ispira al principio della solidarietà sostenuto dall'agire cooperativo. Quindi una economia più conservativa dei valori e della condivisione dei profitti. Relazione è un termine che ci porta al latino religàre, di legare insieme alla pari, che si esprime all'interno di un contesto circolare necessario per osservare il cuore pulsante dell'economia fondata sui valori e sul senso etico di appartenenza. È necessario pertanto incentivare la nascita di un modello aziendale centrato sulla nascita di un nuovo paradigma basato sull'economia della relazione, dove oltre alla condivisione, i lavoratori "offrono" le loro conoscenze, competenze e saperi alla comunità aziendale.
È il nuovo che avanza.
Le virtù vanno servite come l'oste serve il vino migliore ai propri clienti per accrescere la fiducia nel segno della continuità, come la massaia dispone se stesso per la famiglia. Ecco che l'etica, la passione e la motivazione diventano autopoietici, per se stessi e in relazione agli altri, diventando gli assi portanti per concepire l'economia non solo fondata sulla moneta ma anche sulla forza attribuita alla capacità della relazione di accrescere l'economia dell'etica e del senso di appartenenza. Il tutto rivolto alla ricerca, come affermava Aristotele, di una dimensione "eudaimonica", dove la felicità e il primo il fine ultimo delle azioni umane e la ricchezza il mezzo di cui servirsi in attesa di altro.
La relazione accresce l'intero spettro dell'economia di cui oggi farsi carico per proiettare lo sguardo oltre la siepe di Leopardi quando sul monte Tabor a Recanati ha scritto l'Infinito e s'immagina lo spazio immenso dell'universo che l'uomo può percepire, ma non comprendere, nella sua maestosità. L'economia della relazione deve spingere le persone oltre la siepe per approdare in uno spazio cosmico che Platone chiama iperuranio, oltre la volta celeste, dove realizzare un mondo nel quale l'economia della relazione è in grado di esprimere la nascita di un nuovo cosmo e assolvere appieno ai bisogni delle aziende e ai desideri dei lavoratori per costruire imprese che mettano la persona al centro.
La relazione nasce per questi motivi, per "nutrire" e "offrire" reciprocamente la propria conoscenza altrui. Saranno l'intelligenza e il talento a disposizione dei singoli a generare nuovi spazi di creatività da dedicare all'innovazione e alla genesi di nuove opportunità sociali e imprenditoriali aiutati da un sistema premiante che valorizza i talenti dei singoli per accrescerne il valore e l'identità sociale.
Riferimenti bibliografici e sitografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici: https://www.wikipedia.org/
https://www.lintellettualedissidente.it/filosofia/platone-e-la-societa-ideale/
http://creativefreedom.over-blog.it/article-economia-etimologia-per-cervelli-non-fus-87515550.html
https://www.skuola.net/appunti-italiano/leopardi-giacomo/leopardi-infinito.html
https://www.skuola.net/filosofia-antica/aristotele-eudaimonia.html
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
Amore - l'innamoramento, la via più veloce per diventare un killer, ovvero la fenomenologia della dipendenza psicologica. Per mettere a fuoco i meccanismi mentali che ci creano problemi a livello individuale e relazionale e avere gli strumenti per affrontarli in modo semplice.
di Paolo Mario Buttiglieri 28 aprile 2019 - E' ora di fare chiarezza su dei fenomeni che creano disagio e sofferenza.
Uno di questi è l'innamoramento. Ingenuamente siamo portati a credere che innamorarsi significhi dare il proprio amore all'oggetto di cui ci si innamora. Se qualcuno è innamorato di noi, pensiamo di essere amati. Se ci innamoriamo di qualcuno pensiamo di amarlo. Le cose però non stanno così.
Innamorarsi è in realtà la decisione che prendiamo nei confronti di una cosa che ci attrae. Una persona ci attrae e allora decidiamo di impossessarcene, di farla diventare nostra. Non desideriamo che sia libera ma che sia di nostra proprietà. Se anche l'altra persona è attratta da noi può succedere che anche lei decida di innamorarsi di noi, cioè di impossessarsi di noi e di desiderare che la persona non sia più libera ma sua proprietà. E se questo accade diremo "il mio partner", il mio moroso, il mio fidanzato, la mia compagna e l'altro dirà la stessa cosa. E ci sembrerà una cosa magica. In realtà quello che è successo è che abbiamo ammanettato quella persona e gli abbiamo anche messo un guinzaglio. Lei ha fatto la stessa cosa. Due prigionieri reciproci. Andiamo al cinema, andiamo al ristorante, andiamo a fare shopping. E se uno dei due volesse liberarsi da questo legame? Ci sposiamo e deleghiamo allo Stato di vigilare che nessuno dei due si liberi da guinzaglio e manette e scappi. Per essere ancora più sicuri facciamo un figlio e così oltre alle manette avremo una bella responsabilità. Prima o poi le manette stringono, il guinzaglio ci toglie il respiro, il figlio diventa un peso. E allora ci viene voglia di essere liberi. E quando il partner se ne accorge si arrabbia, ci fa il muso, ci ricorda le nostre responsabilità.
La nostra voglia di libertà diventa per l'altro mancanza di amore verso di lui, egoismo, e questo ci fa soffrire. Lui è nostro!! Perchè vuole staccarsi da me? Cosa gli manca? Traditore! E' interessata a un altro? Di sicuro c'è un altro. Stronza. Sta sempre di più fuori casa. E sta sempre senza manette. Se non sta con me io non valgo niente, mi sento morire, non mi interessano le altre. Voglio solo lei. O lei o niente. E allora mi ritrovo ammanettato e senza niente e nessuno nella mia vita. Le altre non mi interessano: lei invece era speciale. Era mia prigioniera. Cosa gli mancava? Non gli bastavano le manette che gli avevo regalato? Non gli piaceva più il morso del mio guinzaglio. E mio figlio? Vorrà mica portarmelo via?
Nel momento in cui semplicemente vogliamo esercitare la nostra libertà, esprimere liberamente la nostra personalità ci accorgiamo che la persona di cui ci eravamo innamorati e che avevamo anche sposato in realtà non ci amava ma ci possedeva. Eravamo diventati sua proprietà. Eravamo un oggetto. Ora ne siamo consapevoli. Ma, se lui non lo è, crede di amarci quando tira il guinzaglio e ci controlla che indossiamo le manette. La nostra voglia di libertà per lui è ingiustificato tradimento, un capriccio, una nostra debolezza, una nostra immotivata cattiveria che lui non merita. E lei cucinava, mi faceva compagnia, si occupava del bambino, rifaceva il letto, faceva la spesa, passava il week end con me. Io avevo delegato a lei queste cose, che già faceva quando ero piccolo mia madre. E ora? Sono solo e abbandonato. E più mi sento solo e abbandonato, e più ho goduto della mia partner e più la odio.
A volte questo odio nelle persone fragili porta anche all'omicidio, alla persecuzione del partner insofferente al guinzaglio. Si può uccidere solo una persona che si possiede e non una persona che si ama. Si può essere gelosi solo di una cosa che si possiede e non che si ama. Le cose che si amano si rispettano, ci si preoccupa che siano libere, che possano esprimersi liberamente. Ma se tu stai male e non sai amarti non sarai capace di amare. Sentirai forte il bisogno che qualcuno ti ami, che ti faccia star bene, che ti dia quella felicità che non sei capace di dare a te stesso, che respiri al posto tuo. E quando incontri qualcuno attratto da te e che decide di amarti tu non vedi l'ora di fargli indossare le manette e il tuo guinzaglio. E appena accade tiri un respiro di sollievo: finalmente lei è tua. Tu eri zoppo e adesso ti appoggi a lei, alle sue due gambe. Così non senti il peso della gamba che ti manca. E quando lei deciderà di lasciarti tu sarai nel panico. Perché ti vedrai precipitare a terra. La sua libertà per te è la tua rovina e non potrai che odiarla. Più lei ti ha amato, più ti ha fatto sentire bene e più nel momento dell'abbandono ti farà sentire male. E allora ti sembrerà normale fargliela pagare e anche ucciderla. In realtà non l'hai mai amata.
Ma non ne sei consapevole. Non voler possedere niente e nessuno, ma cogli il profumo e la bellezza di ogni cosa e di ogni persona. Ama te stesso! Butta via quelle manette e quel guinzaglio e diventerai anche più simpatico. In caso contrario rimarrai uno stronzo.
Paolo Mario Buttiglieri, sociologo (Fiorenzuola D'Arda - PC)
Forse mai come questa volta siamo arrivati qui con la consapevolezza che non siamo in grado di fare durare NOI le cose belle che ci capitano nella vita. E forse mai come oggi siamo stati consapevoli di quanto siamo bisognosi di qualcuno che regga l'urto del tempo rispondendo al nostro sterminato bisogno di durata. Julián Carrón
Di Guido Zaccarelli Mirandola 25 aprile 2019 - Dalla piramide al cerchio è un saggio che è stato scritto pensando all'attività svolta dai lavoratori a catena di montaggio, confrontato con il duro lavoro degli schiavi a bordo delle galee. Le galee erano imbarcazioni lunghe una cinquantina di metri che fecero la loro prima apparizione intorno al XIV secolo e impiegate per scopi bellici e mercantili spostandosi da un porto all'altro del Mediterraneo.
La particolare sagoma le rendeva instabili per navigazioni oltre oceano e nei periodi invernali, limitandone l'uso nei soli periodi estivi. Le ridotte dimensioni della stiva le obbligavano a viaggiare a bordo costa per facilitare il rifornimento delle cisterne d'acqua riservate a dissetare i rematori. Potevano incontrare mari tranquilli e alati che accompagnavano la navigazione oppure incontrare onde vigorose che s'infrangevano contro l'imbarcazione, increspandosi ad ogni sobbalzo dello scafo. Sbuffi di acqua marina pronti ad inondare la nave nel caso l'equipaggio non fosse stato pronto a resistere ai lamenti e ai fragori della natura.
Per farlo dovevano dare il meglio di sé per il bene soggettivo. La vita a bordo era molto dura e spesso portava alla morte a causa delle sofferenze inflitte dall'aguzzino che, armato di frusta, obbligava a remare fino allo sfinimento. Chi non riusciva a reggere il compito veniva sostituito e il più delle volte, considerato lo stato fisico, abbandonato in mare. L'alimentazione era di scarsa qualità e veniva somministrata ogni quattro ore durante una pausa di dieci minuti, preferibilmente all'imbrunire, per non mostrare ai rematori il contenuto di questo miscuglio fatto con farina, acqua e aceto. Era una vera e propria prigione: del resto la parola galera deriva proprio da galea, per indicare un luogo dove veniva limitata, se non abolita, la libertà personale.
Il corpo dei vogatori era formato dagli schiavi, dai galeotti e dai buonavoglia. Ora, nel XXI le persone che quotidianamente lavorano in una catena di montaggio, a cui viene chiesto di produrre incessantemente per raggiungere elevati livelli di produzione e di redditività aziendale, vivono le stesse condizioni provate dai rematori ai tempi delle Galee, oppure qualcosa è cambiato? La catena di montaggio di molte aziende è infernale. La velocità di scorrimento è elevata e i tempi macchina sono frustranti. Si pensi che in talune situazioni il tempo macchina per svolgere una attività ( più fasi ) è di soli cinque secondi. I turni sono incalzanti e la pausa è di breve durata a metà di ogni mezzo turno. Il lavoratore è immerso nella propria attività e rare sono le occasioni nelle quali viene permesso il dialogo per un confronto. La relazione è verticistica seppur inquadrata all'interno di uno schema a matrice.
Dal taylorismo, al fordismo in avanti, lo schema produttivo è rimasto invariato nella filosofia: le persone svolgono un lavoro parcellizzato il cui requisito fondamentale è l'attenzione da porre alla sequenza delle attività da svolgere per garantire gli standard di qualità. Il turnover è molto elevato per la stanchezza fisica e psichica che il lavoro comporta connesso al clima ambientale e al numero di operazioni routinarie che devono essere eseguite nell'unità di tempo. La catena di montaggio meccanica si trasforma in una catena di montaggio umana dove ogni lavoratore diventa una parte intercambiabile di un altro lavoratore con il quale forma la linea di produzione.
Il sistema familiare e sociale si sfascia per l'incapacità della società di autoregolarsi in una dimensione umana della relazione portando l'individuo all'esasperazione complice la manca di regole che consentano di vivere il tempo nella pienezza. L'economia del benessere è la dimensione che consente di avvicinare la dimensione reale di una società che produce beni e servizi per migliorare gli stili di vita delle persone e dall'altro godere della disponibilità di tempo per vivere nel benessere, ovvero stare bene con se stessi per stare bene con gli altri. In questo millennio, assai lontano dal secolo delle galee sono ancora oggi presenti situazioni lavorative che necessitano di essere trasformate per donare loro quel valore etico che il lavoro possiede e alle persone restituire la loro dignità personale e professionale. Possiamo pensare di trasformare le galee aziendali in imbarcazioni dove lavorare a misura d'uomo?
Julián Carrón a Rimini il 12 Aprile 2019: «E questo stupisce ancora di più, dal momento che viviamo in una società liquida e quindi dovremmo esserci abituati al fatto che niente dura. Siamo tante volte in preda a un vortice di affetti, di sentimenti, in cui tutto si costruisce e si smonta sempre molto in fretta; di conseguenza, facilmente siamo vittime della delusione. Niente sembra tenere, il tempo consuma, svuota tutto; quello che è accaduto ieri perde la sua presa su di noi, il suo fascino». Lo scopo è «... il desiderio cioè di una felicità che duri, che non si dissolva nello spazio di una giornata o di una stagione».
Riferimenti bibliografici:
Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Che cosa regge l'urto del tempo? Esercizi della Fraternità di Comunione e Liberazione Rimini, 12 aprile 2019 Appunti dall'Introduzione di Julián Carrón
Riferimenti sitografici: https://www.wikipedia.org/
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
La saggezza è osservare ciò che ci circonda e dare una spiegazione differente a ciò che il mondo propone.
Di Guido Zaccarelli 19 aprile 2019 - La formazione in azienda ha la prerogativa di infondere energia positiva e costruttiva fornendo alle persone gli strumenti per condividere l'identità aziendale e stimolare la capacità di osservare la realtà da prospettive differenti rispetto al passato. La formazione multiprospettica è in grado di assolvere la funzione cardine delle aziende, necessaria alle imprese per competere con i mercati globali: le persone devono imparare a leggere la realtà in modo rapido e multiprospettico evitando di mantenere ancorato il loro pensiero al passato. Il pensiero dinamico è la chiave di volta per superare rapidamente gli sbarramenti che l'impresa incontra nel raggiungere gli obiettivi aziendali evitando di uscire rapidamente dal mercato.
È noto che le persone innanzi ad una domanda rispondono utilizzando le euristiche, scorciatoie cognitive, attingendo dalle loro esperienze, dalla opinione comune e immergendo il pensiero nella credenza diffusa che anche il nuovo possa essere considerato alla stregua del passato. In una economia che avanza in modo veloce e chiede alle organizzazioni di adattarsi rapidamente ai nuovi contesti sociali e produttivi, avere al proprio interno persone che non sono in grado di leggere la realtà in modo veloce, e con cambi di prospettiva differenti, riduce drasticamente la possibilità all'impresa di essere super competitiva nei mercati di riferimento e anche aprire a nuove opportunità. La realtà delle aziende è ancora legata alla presenza di collaboratori che spesso non offrono spunti di riflessione alternativi al flusso di pensiero corrente espresso dalla maggior parte dei colleghi.
Rimangono ancorati ai loro saperi e più che trainare, osservano e rimangono in scia, adottando un comportamento passivo. La mancata flessibilità a cambiare la prospettiva di osservazione, a cogliere in un discorso le parole più importanti legate al contesto per rilanciare l'ambito conversazionale è molto diffuso e si nota frequentemente nei corsi di formazione a tutti i livelli.
Un esempio: il docente propone il tema della giornata formulando una domanda accompagnata da una slide che contiene al proprio interno una frase formata da alcune parole e da una immagine ad effetto. Le persone vengono immediatamente attratte dalla immagine concentrando la loro attenzione su ciò che in quel momento attira la loro curiosità, perdendo completamente di vista la domanda e la frase proiettata. Poche osservano la frase, (circa 20%), e le altre fissano l'immagine che diventa il luogo dove riflettere e iniziare il dibattito accorgendosi solo successivamente che la domanda e il testo riportavano a risposte differenti. La mancata attenzione alle parole e al linguaggio utilizzato, genera errori e comporta l'avvio di procedure che pesano sui bilanci dell'impresa e nella gestione dei flussi organizzativi interni ed esterni. Lo scopo è fare attenzione alle parole dense e alle sfumature che vengono evocate in accordo con il contesto, verificando il grado di pertinenza qualora fosse distante dall'asse relazionale. Occorre prendere possesso di una nuova metodica didattica per ambire all'Active Learning, all'apprendimento attivo, che vede protagonista la formazione multiprospettica perché capace di sostenere la creatività della parola, del linguaggio e della immaginazione, preparando le persone alla curiosità, che contagia nelle fasi iniziali l'incubazione e l'illuminazione per dirigersi verso la valutazione e concludersi con la possibilità che l'idea venga realizzata.
David Kolb, educatore statunitense, ha teorizzato un processo detto apprendimento esperienziale, che mescola le nozioni acquisite in passato, con l'osservazione della realtà e con le nuove conoscenze ottenute. «L'apprendimento esperienziale è un processo in cui la conoscenza avviene attraverso l'osservazione e la trasformazione dell'esperienza e non attraverso la passiva acquisizione di nozioni, concetti e relazioni».
Queste nuove conoscenze portano le imprese a una nuova consapevolezza, che possiamo chiamare saggezza. Descartes sosteneva che «la saggezza è la scienza della felicità». Applicare la saggezza nelle organizzazioni significa iniziare a definire le basi per la creazione di luoghi di lavoro felicitanti capaci di mettere le persone nelle condizioni di valutare cosa è buon per loro e cosa lo è per il sistema; significa innanzitutto basare le relazioni sull'ascolto reciproco e quindi sull'umiltà che l'ascolto richiede. L'azienda saggia è quella che, tramite la sua esperienza, ha cambiato completamente la rotta di navigazione grazie alla capacità dei suoi collaboratori di cambiare rapidamente il proprio pensiero in ragione degli accadimenti anticipando le fasi evolutive per un'azione multiprospettica in grado di contagiare tutta l'organizzazione per farla convergere verso la saggezza. Rousseau diceva che «chi è saggio è umile»
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore.
Riferimenti sitografici: https://www.wikipedia.org/
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
La Persona è al centro dell'interesse sociale ed economico per la valenza relazione che assume nei contesti familiari e lavorativi, maggiormente esposti al contagio di una società che tende a frammentarsi sui bisogni materiali, e di opinione, facendo emergere l'individuo rispetto all'essere umano.
Di Guido Zaccarelli, Mirandola 14 aprile 2019 - Un tema che da tempo è al centro di un dibattito collettivo che vede diversi attori coinvolti nel cercare di arginare il fenomeno per riportarlo ai valori etici e morali della vita di comunità. L'opportunità di osservare la realtà da un'altra prospettiva è nata dall'incontro inatteso con la Dr.ssa Romana Prostamo, laureata in psicologia, diplomata in Scienze Umane, e specializzata in Neuropsicologia con una lunga esperienza anche a missioni umanitarie, in Kenya, Camerun, Ciad, Ladack, Kashmir, alla quale ho chiesto di fornire il proprio contributo in merito al senso dell'essere umano, tema centrale della Conoscenza Condivisa®.
Cosa significa: il senso dell'essere umano?
L'affettività ha come ingredienti fondamentali: l'amore, la compassione, la generosità e la "pietas" nel senso cristiano della parola. Elementi intimi che si manifestano a vario grado d'intensità nei moti d'animo e negli impulsi fisiologici. Come uomini basiamo la nostra piena realizzazione e serenità, sull'intimo appagamento del bisogno di affetto. Siamo animali sociali, dunque senza forme di affettività come, per esempio, l'amicizia, un abbraccio o uno scambio verbale, le nostre vite ci appaiono vuote, e la solitudine diventa insopportabile. Noi dipendiamo gli uni dagli altri. Questa interdipendenza è una legge di natura e se ci allontaniamo da essa avviene il disconoscimento di chi siamo, e tutte le qualità intrinseche del senso dell'umano, si sgretolano nell'assenza di un terreno su cui ergersi.
Cos'è l'affettività di cui tanto di parla?
L'affettività è un moto universale, crea un ponte di collegamento indistruttibile tra le persone e tra le generazioni, è un'energia che travalica il tempo, filtra come l'acqua in ogni anfratto della nostra natura di esseri senzienti e genera quel senso del donare scevro da ogni ricerca di risarcimento secondario. Gli studi di neurofisiologia e di psicologia hanno riconosciuto da tempo la circolarità dinamica che connette la dimensione dell'affettività a quella della conoscenza e della coscienza. Harry Harlow, psicologo statunitense, con le sue osservazioni sulla natura dell'amore ha dimostrato quanto il bambino, malgrado sia nella fase dell'appagamento dei bisogni primari, dia priorità alla mamma accogliente per ricevere protezione e affetto, e solo in un secondo momento appaga i bisogni fondamentali della fame e della sete. John Bowlby, con la sua teoria dell'Attaccamento conferma le osservazioni di Harlow, dicendo che le motivazioni intrinseche che legano il bambino ad una figura primaria sono la ricerca di protezione, serenità, calore affettivo, sensibilità. In ultima analisi, il motivo per cui l'amore e la compassione portano la felicità più grande risiede semplicemente nel fatto che nessuno nasce libero dal bisogno di amore.
Come si sta caratterizzando la società?
Malgrado i continui riconoscimenti sull'importanza dell'affettività, la società moderna si sta sempre più caratterizzando in senso negativo: rabbia, indifferenza e la spasmodica ricerca dell'appagamento materiale, prevalgono su sentimenti altruistici e compassionevoli tanto che i valori affettivi sembrano accantonati. Una società che ha un altissimo numero di persone che vivono la solitudine, l'abbandono, la ghettizzazione e la discriminazione, urla forte il bisogno di fermarsi a riflettere sulle cause di una vera e propria anestesia emozionale. Un male sociale che ha innescato il declassamento di qualità meravigliose come l'amorevolezza e la generosità d'animo a meri orpelli utili ma non necessari, rendendo molti affamati di amore, di riconoscimento e di pace.
La famiglia è importante per generare l'affettività?
Nascere in una famiglia i cui genitori sono attenti alle esigenze del bambino, con una spiccata propensione al dialogo, alla comprensione e agli abbracci, gli permetterà di costruire paradigmi affettivi ed emozionali positivi. Questi contenuti lo plasmeranno nell'elaborazione delle informazioni provenienti dall'ambiente, nelle forme pensiero e di conseguenza nel comportamento. C'è quindi la necessità di esperire e far esperire l'amore come stato profondamente intimo, stupefacente e gratificante. Quando questo accade, avremo adulti che ricreeranno nei rapporti interpersonali della propria vita le esperienze di relazione della prima infanzia. E' anche vero che noi, forti della nostra possibilità di scegliere, se non trasformiamo la nostra mente, tutto rimarrà com'è ora.
In conclusione, cosa possiamo suggerire ai nostri lettori?
Quale migliore occasione abbiamo, ogni giorno, di non arrenderci allo status quo e diventare fautori del grande cambiamento, rinnovare il nostro senso umano di desiderio di socialità e accoglienza e dimostrare che abbiamo compreso come essere migliori di chi ci ha preceduto e imparare a donare col cuore aperto. Dobbiamo ricordarci che "per far felice una persona non devi condividere le tue ricchezze ma fargli scoprire le sue".
Diplomata in Medicina Tradizionale Cinese, Fitoterapia, Training neurosensoriale. Romana Prostamo inizia la sua esperienza professionale presso il reparto oncologico del Niguarda Cà Granda e poi, nella Clinica "Città di Milano". Studia da 25 anni la filosofia buddhista che amplierà la sua visione personale e di terapista. Praticante delle tecniche meditative, tra cui la Vipassana e la Mindfulness. Ha acquisito il Diploma di Operatore Ayurvedico al "Center for Study and Research on Alternative Medicine" a Milano e ha frequentato i corsi di Julian Barnard per la Floriterapia di Bach e a quelli di Iam White sui Bush Flowers australiani. Dopo gli studi in logopedia, inizia la sua esperienza in Francia, Stati Uniti e Paesi in via di sviluppo, approfondendo così le tecniche di training riabilitativo lavorando giornalmente con persone affette da malattie neurodegenerative progressive. Nel periodo in cui lavora nell'Hospital of Leh, India del nord, approfondisce lo studio della Medicina Ayurvedica, assistendo al lavoro dei medici Amchi, ladakhi e tibetani, e in loco inizia il suo apprendimento come allieva tantrico buddhista Mahayana sui percorsi di ricerca spirituale e guarigione. Tornata a Milano, al fine di poter aprire un Centro per un approccio terapeutico alternativo alle disabilità, frequenta per due anni la facoltà di Scienze Biologiche all'Università Statale di Milano, per la necessità di comprendere più a fondo l'organizzazione funzionale del corpo umano, grazie alla quale riesce ad approfondire lo studio delle strutture e delle funzionalità cellulari. Nello stesso periodo intraprende, come volontaria, la terapia riabilitativa a domicilio ai malati di Corea di Huntington. Consegue la laurea in "Scienze e Tecniche Psicologiche" con la tesi "Le mille strade per il cambiamento" e successivamente in "Psicologia" con la tesi "BDSM tra psicopatologia e normalità". Successivamente comincia a prendere forma la D.C.P.A. (Dinamiche di Cambiamento e Potenziamento delle Abilità), nel riconoscimento che ciascuna persona è diversa e di conseguenza anche al percorso terapeutico viene richiesto un "taglio sartoriale".
Nel 2014 fonda il Centro Biopsicotronico per il benessere Nerudo al cui interno operano diverse figure professionali per il miglioramento e la guarigione delle persone. https://www.divulgazionemetafisicamilano.it/curriculum
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GUIDO ZACCARELLI
CURRICULUM - Guido Zaccarelli, è docente di informatica, consulente aziendale, saggista e collaboratore redazionale di Gazzetta dell'Emilia. È laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie e frequentato la scuola di alta specializzazione per formatore e consulente d'impresa. È stato referente del Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola e dal 2008 al 2018 docente a contratto di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
A Parma, emerge un nuovo male, il male di vivere. Da mercoledì 13 marzo, nella sede provinciale Ugl di Parma, in via Abbeveratoia 65/A, saranno attivi due Sportelli di ascolto, per la consulenza psicologica e la disabilità.
“Da noi,- dichiara il segretario provinciale Ugl - Unione Generale del Lavoro – Matteo Impagnatiello - nessuno deve restare indietro. Le persone non sono numeri che riempiono le statistiche, bensì essere umani e cittadini con una propria storia di aspirazioni, trionfi, sconfitte, idee e progetti”.
Nel territorio del ducato stanno emergendo tante solitudini, che determinano isolamento.
Tutti i mercoledì entrerà in funzione lo Sportello di consulenza psicologica, affidato a Giusi Cugini, esperta del settore. La psicologa clinica metterà a disposizione le sue competenze per sostenere e far fronte ai diversi disagi esistenziali, con colloqui psicologici individuali: problematiche scolastiche, lavorative, familiari e della salute.
Mentre, per offrire più servizi sindacali, tutti i giovedì aprirà lo Sportello per la Disabilità.
“La disabilità, nonostante il tanto parlare, resta un mondo in cui la persona è troppo spesso disinformata e sola”, denuncia Laura Schianchi, responsabile regionale Ugl Politiche sulla Disabilità. Schianchi, con Matteo Menozzi, responsabile provinciale, saranno a disposizione per ascoltare ed assistere le persone diversamente abili ed i loro familiari.
Con questa iniziativa, il sindacato Ugl vuole vivere la quotidianità della sua gente.
Fonte: Ugl Utl Parma
La mostra "Ombre Invisibili" e la tavola rotonda dal "Bisogno di Amore alla dipendenza affettiva" si trasferiscono a Noceto. Lo scorso 15 novembre si è tenuta la conferenza stampa con il Sindaco Fabio Fecci e la Vicesindaco Daisy Bizzi.
Dal bisogno di amore alla dipendenza affettiva
Ombre invisibili: "dal bisogno di amore alla dipendenza affettiva", un progetto che nasce dalla collaborazione di Barbara Dagli Alberi, Floriana Maini con l'Associazione Culturale Coinetica e il Polo Clinico di Psicologia e Psicoterapia Idipsi.
L'obiettivo è quello di sensibilizzare le persone su temi molto attuali come amori malati, mancanza di autostima e violenza psicologica.
Come?
Attraverso una tavola rotonda e una mostra fotografica.
Dove?
Noceto il 25 novembre 2018 ore 16,30 con l'inaugurazione della mostra presso la Sala Milli - Castello della Musica per continuare con la tavola rotonda il 5 dicembre 2018 ore 20,45 presso la Sala Rossellini - Castello della Musica
In questo momento storico in cui sempre di più le persone si sentono sole, nonostante internet e i social facciano credere il contrario, creare uno spazio in cui pubblico, istituzioni, associazioni ed esperti del settore possano confrontarsi diventa importante per creare momenti di riflessione, dove anche la fotografia e l'arte contribuiscano con il loro messaggio emozionale.
Inaugurazione mostra il 25 novembre alle ore 16,30 presso la salla Milli del Castello della Musicca a Noceto (PR).
Tavola rotonda 5 dicembre ore 20,45 sempre presso il Castello della Musica a Noceto.
#ombreinvisibili #stopallaviolenza
Il dato base è un dato Istat: già nel 2017 l'Istituto Nazionale di Statistica comunicava un crollo di questo indicatore.
Nel 2017, il presidente dell'Istituto Nazionale di Statistica, nell'autorevole cornice del XXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, comunicava il dato ufficiale: rispetto al 2005 l'indice di stato psicologico degli italiani ha perso circa 4 punti nelle fasce di età comprese tra i 50 ed i 59 anni e circa 2 punti nelle fasce di età comprese tra i 20 ed i 49 anni.
Il dato è riportato nel grafico a pagina 10 del documento «La salute mentale in Italia: cosa ci dicono i dati dell'Istat» accessibile anche online sul sito dell'Istituto Nazionale di Statistica (https://www.istat.it/it/files/2015/10/Salute-mentale_Giorgio-Alleva_2017.pdf ).
Ma risalire la china si può. Ne è convinta Anima Select, l'organizzazione che in pochi mesi ha rivoluzionato il mondo degli incontri grazie all'esclusivo «abbinamento emotivo» basato sulle tecniche scientifiche ideate dallo psicologo Stefano Benemeglio.
«Proprio a partire da un percorso di crescita personale si può arrivare a conquistare tutto ciò che si vuole, non solo un uomo o una donna -a seconda dei casi- ma anche successo, wellness finanziario e tutto il resto» assicura Giuseppe Gambardella, ideatore e ceo di Anima Select ( www.AnimaSelect.it ).
Dopo aver partecipato ai corsi tenuti dallo psicologo Stefano Benemeglio, padre delle discipline analogiche, noto per i molti esperimenti di successo portati avanti nelle sedi più prestigiose includendo anche l'Ordine dei Medici di Madrid e per la sua ampia ricerca sulle discipline analogiche portata avanti fin dagli Anni Settanta quando fu counselor e coach di numerose stelle di Hollywood, l'imprenditore italo-inglese ha lanciato questa nuova iniziativa.
Sviluppato soprattutto nei Paesi anglosassoni, il «wellness emotivo» arriva così in Italia in un momento che vede più che mai abbassati gli indici di stato fisico e psicologico della popolazione, una situazione che nel nostro Paese penalizza maggiormente gli uomini rispetto alle donne ed il Sud rispetto al resto del Paese.
A crollare maggiormente in Italia -secondo quanto osservano gli analisti di Anima Select- è il mental component summary (MCS), l'indice che misura lo stato psicologico della popolazione attraverso l'autovalutazione della vitalità, delle attività sociali, dello stato emotivo e della salute mentale.
Per sedentarietà e per eccesso di peso si rileva -più in particolare- un persistente svantaggio del Mezzogiorno. Ma i problemi sussistono anche nel Nord Italia che -con oltre un quarto di consumatori a rischio- si caratterizza per maggiori quote di consumo di alcol.
Il Centro Italia, rimane invece l'area geografica con la maggior quota di fumatrici (tra gli uomini la percentuale più elevata si rileva nel Mezzogiorno).
Ogni regione, insomma, ha il suo problema. E per tutti vi è una diversa soluzione, che tiene in conto la diversa tipologia emotiva di ciascun individuo.
«La tipologia emotiva è già formata in ognuno di noi e quindi non può essere modificata. Essa è determinata dal modo in cui l'individuo contestualizza se stesso nell'ambiente della famiglia e da come egli vede e vive il rapporto da un punto di vista soggettivo con i genitori e con se stesso» puntualizza Giuseppe Gambardella.
Se poi si fa una proiezione dello stato psicologico della popolazione italiana al 2018, l'indice stimato da Anima Select scende addirittura a 35 punti su 100: 36 punti su 100 per il campione maschile e 34 punti su 100 per quello femminile, contro i 47 punti per gli uomini ed i 44 punti per le donne misurati dall'Istat nel 2013.
Ora l'asso nella manica di Gambardella è il «metodo»: attraverso parametri analogici ideati dal padre delle discipline analogiche, Anima Select offre la possibilità di raggiungere un pieno benessere emotivo. E per chi è alla ricerca dell'anima gemella offre un'altissima probabilità di riuscita poiché a priori il «match» avviene solo con persone che hanno una tipologia analogica compatibile.
Così Anima Select offre alle coppie il 70% di probabilità in più di durare, probabilità che è basata sulla determinazione di 8 tipologie emotive per cui le coppie così formate hanno sempre un "incastro reale", seguendo le tecniche scientifiche ideate dallo psicologo Stefano Benemeglio.
Dopo il flop delle agenzie matrimoniali tradizionali nasce dunque un nuovo approccio che niente ha a che vedere con quello che esisteva negli Anni Ottanta, ma che tiene conto degli aspetti più profondi e innovativi della psicologia umana, prestando una particolare attenzione al benessere emotivo della persona.
Come iniziare a ritrovare il proprio wellness emotivo? Per cominciare basta sottoporsi ad un semplice test online, disponibile ed accessibile gratuitamente a tutti sul portale di Anima Select (www.AnimaSelect.it ).
Giornata nazionale della psicologia. Dal 10 ottobre al 10 novembre, un mese di colloqui informativi, incontri e workshop
Non un solo giorno, ma un mese di iniziative rivolte ai cittadini per celebrare – in concomitanza con la Giornata Mondiale della Salute Mentale – la Giornata Nazionale della Psicologia, promossa dal Consiglio Nazionale dell'Ordine degli Psicologi e patrocinata dal Ministero della Salute.
Dal 10 ottobre al 10 novembre 2018, le psicologhe e psicoterapeute Amalia Prunotto e Samantha Vitali e la psicologa Arianna Gatti aderiranno all'iniziativa «Studi Aperti» con colloqui di informazione e consulenza gratuiti, su appuntamento, nei loro Studi in centro città.
Incontri e workshop sono pensati per favorire il dialogo tra professionisti ed utenti e per promuovere il benessere psicologico.
In linea con gli scopi della Giornata Nazionale, l'obiettivo è infatti quello di informare sulle più rilevanti ed emergenti tematiche di interesse psicologico e di far conoscere maggiormente ai cittadini ed alla comunità le potenzialità della Psicologia come scienza e come professione.
Per conoscere il programma, ricevere info e prenotare i colloqui:
Amalia Prunotto tel. 338 2795278; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. ; www.amaliaprunotto.com
Samantha Vitali tel. 3930409920; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Arianna Gatti tel. 3280594658; Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
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