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Negli ultimi mesi la sicurezza negli ospedali modenesi Policlinico e Civile di Baggiovara si è ulteriormente rafforzata grazie ad una vera e propria task force che ha dato i suoi frutti. Il Piano Sicurezza avviato nel 2015 al Policlinico è stato esteso all'Ospedale Civile dalla fine del 2017 e permette di migliorare la sicurezza nei nosocomi cittadini grazie al lavoro svolto in collaborazione tra la Vigilanza Interna e le Forze dell'Ordine.

Il Piano Sicurezza mira a far collimare la vocazione di accoglienza dell'ospedale con la necessità di tutelare non solo i pazienti e dipendenti ma anche le attrezzature che, essendo di proprietà di un ente pubblico, sono della collettività.

Al Policlinico di Modena, nel 2015 sono state ripristinate tutte le 130 telecamere presenti, sostituendo quelle obsolete e/o non più funzionanti riposizionando quelle che, per effetto di modifiche avvenute agli spazi, non assicuravano più la giusta visuale. Nel 2016 il progetto ha visto l'installazione delle telecamere presso gli ingressi principali, le aree esterne non ancora videosorvegliate e misure ad hoc per alcuni reparti. Ad oggi le telecamere installate al Policlinico sono 183 di cui la maggior parte vigila sugli ingressi e sulle aree comuni che accolgono ogni giorno migliaia di visitatori.

All'Ospedale Civile di Baggiovara le telecamere installate sono 85. Tra queste, 68 sono interne e vigilano sugli ingressi, sui corridoi di transito e gli spazi comuni. 8 monitorano il parcheggio coperto, 9 gli accessi alla viabilità interna. Anche per questo Presidio Ospedaliero è previsto un progetto di implementazione delle telecamere per coprire aree ora scoperte e quindi rafforzare il controllo

Il posizionamento delle telecamere deve consentire il controllo, senza impattare sulla privacy dei degenti. A questi aspetti tecnologici si aggiunge la decisiva collaborazione tra il servizio di Vigilanza Interna (Coop Service) e i poliziotti dei due posti di polizia interni agli ospedali e le forze dell'ordine, che vengono attivate in caso di necessità a rafforzare l'apparato preposto alla sicurezza.

Il Piano ha consentito una sostanziale diminuzione dei furti sia al Policlinico sia a Baggiovara. Dal giugno 2017 al maggio 2018, al Policlinico si sono registrate 99 denunce, una media 8,25 al mese. Il dato è in linea con quello registrato nei 12 mesi precedenti (maggio 2016-aprile 2017) e certifica un consolidamento degli ottimi risultati ottenuti con il varo del piano nel 2015. Nello stesso periodo, all'Ospedale Civile di Baggiovara si sono registrate 25 denunce, una media di 2 al mese. Se si considera che, mediamente, nei due ospedali accedono oltre 6/7.000 mila cittadini al giorno, ci si rende conto del fatto che siamo in presenza di una situazione sotto controllo.

"Rispetto ai primi mesi successivi al varo del Piano Sicurezza – spiega il Security Manager aziendale – quando al Policlinico registrammo un calo di oltre il 60% dei furti, adesso siamo in una fase di consolidamento su livelli che riteniamo, tutto sommato, fisiologici. L'attenzione sul tema sicurezza deve sempre essere mantenuta alta, fermo restando che vista l'affluenza delle persone negli ospedali non esiste il "rischio zero". I risultati ottenuti confermano che siamo nella giusta direzione per contenere al massimo questo fenomeno, come dimostra il drastico calo dei furti di biciclette e l'identificazione in questi mesi di diversi autori di furti che sono stati denunciati all'autorità giudiziaria. È importante per migliorare ulteriormente la collaborazione di tutti, dipendenti e cittadini, che devono tenere la attenzione sempre alta e segnalare subito situazioni anomale o problematiche".

Premiata la dottoressa Jessica Mandrioli, Responsabile del Centro SLA che riceverà un finanziamento per una ricerca innovativa da svolgersi nei prossimi 2 anni sui meccanismi patogenetici della malattia.

Importante riconoscimento per la Neurologia dell'Ospedale Civile di Baggiovara. La Dr.ssa Jessica Mandrioli, responsabile del centro SLA dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena è uno dei vincitori del Bando per la ricerca indipendente dell'AIFA, l'Agenzia Italiana del Farmaco. Tra i 343 progetti presentati, il Suo progetto si posiziona al 15° posto tra i quaranta premiati con un finanziamento di quasi un milione di euro che sarà utilizzato per sviluppare sperimentazione clinica della durata di 2 anni che verrà condotta in 9 centri di eccellenza per la cura della SLA in Italia, diffusi su tutto il territorio nazionale, coordinati dal centro di Modena e che prevedrà la collaborazione di 4 importanti laboratori universitari.

"Lo studio prevede l'affiancamento alla parte clinica di sperimentazione di un nuovo farmaco per la SLA, anche di una importante parte di studio sui meccanismi patogenetici della malattia e sugli effetti biologici del farmaco" – ha precisato la dottoressa Mandrioli. Oltre al Dipartimento di Neuroscienze dell'AOU di Modena, hanno partecipato al progetto anche il prof. Roberto D'Amico (Statistica Medica, UniMORE) e la prof. Serena Carra (Biologia Molecolare, UniMORE), con il supporto del Servizio Formazione, Ricerca e Innovazione, dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena.

La sperimentazione sarà uno studio clinico di fase II, multicentrico, randomizzato, in doppio cieco (strutturato quindi in modo da non creare effetti di aspettativa consci o inconsci, che potrebbero alterarne i risultati), controllato con placebo e rappresenterà un nuovo trial clinico nel panorama nazionale della ricerca farmacologica nella SLA.

"La SLA – spiega la dottoressa Mandrioli - è una malattia neurodegenerativa caratterizzata dalla degenerazione e morte dei neuroni motori della corteccia cerebrale, del tronco cerebrale e del midollo spinale. Clinicamente si manifesta con la progressiva paralisi della muscolatura scheletrica che determina la perdita della capacità di movimento, di comunicare, di deglutire e di respirare". La malattia esordisce mediamente nella sesta decade di vita, anche se tutte le classi d'età possono esserne affette; l'incidenza nel mondo è di 2-3/100.000 abitanti/anno.

"Al momento – aggiunge il prof. Paolo Frigio Nichelli, Direttore della Neurologia - non sono disponibili trattamenti in grado di guarire la malattia, anche a causa dei processi patogenetici non ancora del tutto chiari. Nonostante numerosi trattamenti volti al controllo dei sintomi e al mantenimento della qualità della vita, in Italia l'unico farmaco con indicazione per la SLA è il Riluzolo che ne rallenta la progressione di pochi mesi."

Lo studio rappresenterà quindi una opportunità di partecipazione per i malati affetti da questa patologia ancora priva di trattamenti significativamente efficaci. Le informazioni derivate da questo studio, potranno essere utili a comprendere meglio alcuni meccanismi patogenetici della malattia, in particolare il ruolo dei meccanismi di degradazione delle proteine anomale che, accumulandosi all'interno della cellula, la portano a morte, nonché i meccanismi di azione del farmaco e la sua efficacia nel rallentare il decorso della malattia. Nel caso i risultati si rivelassero positivi, saranno la base necessaria per il disegno di un successivo studio di fase III di conferma.

(Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Modena)

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