Giovedì, 19 Settembre 2024 06:18

L’auto-regalo di KK per il suo quarto anno di Parma? Il rinnovo di Pecchia… In evidenza

Scritto da Gabriele Majo

2_gabriele-majo-foto-corrado-benedetti-150x150.jpeg(Gmajo) – Oh, a scanso di equivoci: stavolta, a differenza del Diario Crociato, non parto dalla notizia (quella, ignorata, stranamente, da tutti i colleghi, del record, finalmente raggiunto, degli abbonati), quanto da un mio auspicio, uno sprone: e giuro che non ci prendo la percentuale, però, caro (se mi consente) presidente Krause, oggi, nel giorno del suo quarto genetliaco quale padrone del Parma, si faccia un regalo, rinnovi il contratto di Pecchia!

 

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Mi si potrà obiettare: ma come, Trupo ha appena finito di scrivere che per il suo quarto compleanno KK si è auto-regalato il 9% di Nuovo Inizio che, come dagli accordi stipulati appunto allora, dopo quattro anni si sciacqua del tutto dalla società, lasciando il toto del pacchetto (al di là del simbolico 1% di PPC) al tycoon americano e tu gli suggerisci di farsene un altro (di auto-regali), appunto col rinnovo – tanto dato per scontato, quanto mai formalizzato – di Pecchia?

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Ora: io non so se, appunto, Krause avesse già saldato in anticipo quest’ultima pendenza ai Magnifici 7, o se dovrà regolarla in coincidenza con la loro effettiva uscita dal pacchetto azionario, che, come StadioTardini.it vi aveva largamente anticipato (non in una news, ma nell’abbondante carteggio nello spazio commenti) accadrà, presumibilmente, nella prima decade di ottobre; ma anche se dovesse riconoscere ai piocioni ancora unamilionata, cosa volete che sia, visto che, stando a quanto ha certificato di recente anche Federico Casanova, Fabio Pecchia è tra gli allenatori meno cari della serie A, ed il suo rinnovo costerebbe sicuramente meno, per esempio, rispetto ai sontuosi investimenti per Suzuki e Keita o qualcun altro di quei giovani lasciati in prestito ai club che glieli han venduti (peraltro, come direbbe Davide, con quei 7.5 milioni Setti, con l’obiettivo di salvarsi, ci avrebbe fatto il mercato per un’intera stagione…).

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Perché tiro a mano oggi, all’indomani di due sconfitte in stecca del Parma, la questione (rimossa) del rinnovo di Pecchia? Intanto perché, stando ad alcune autorevoli fonti era già cosa fatta mesi fa, mentre ad oggi, 18 settembre 2024 così, ancora, non è, e poi, soprattutto, perché in questo momento l’allenatore va blindato, non tanto per il rischio di farselo portare via da qualche altro club (il laureato, peraltro, non è un pisquano qualsiasi, e una destinazione per – l’immediato – futuro, ci mette un attimo a trovarla), quanto per restituirgli un’autorevolezza che una parte di tifoseria irriconoscente tende a negargli, specie dopo l’affaire dei cambi di Napoli, cui si aggiunge un certo tipo di gestione della ripresa con l’Udinese.

 

Ma, oltre, ai tifosi, che sono sempre un po’ mutevoli (datemi retta: a seconda dei risultati, il bel gioco è una favoletta a cui si vuole credere…) c’è da consolidare la posizione dell’allenatore anche nei confronti dei suoi sottoposti: in un mondo dove si ragiona soprattutto col dollaro negli occhi, pensate che un calciatore non sappia se il proprio mister sia o meno ben saldo sulla panchina? Ora: sarebbe abbastanza folle pensare che Pecchia possa esserne rimosso, ma perché non confermargli proprio oggi, nell’imminenza di una partita delicata come quella di Lecce (che potrebbe rivelarsi uno spartiacque della stagione, visto come si son messe le cose), la fiducia?

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Personalmente – anche se molti sembrano ora dimenticarsene – ritengo Fabio Pecchia il principale artefice della promozione in A del Parma, conseguita con un materiale umano – mi perdoneranno gli assenti – non esattamente eccezionale, ma che lui ha saputo plasmare, valorizzare, trasformando in oro (da Re Mida, a differenza di altri Re Bida) tutto quello che toccava. Non merita di essere tratto come l’ultimo della classe: è vero che nella mentalità americana i contratti si onorano fino all’ultimo giorno e poi, semmai, si rinnovano il giorno dopo e fino alla scadenza non si deve osare chiedere prolungamenti, ma qui siamo in Italia, per la precisione nel mondo del pallone, dove, a differenza di quello del lavoro, si ragiona con scadenze contrattuali procrastinate nel tempo.

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Secondo indiscrezioni (scimmiottando qualcuno, potrei portare a garanzia come parole: se parlo è perché so) Fabio Pecchia avrebbe avuto – su questo tema – un (solo) colloquio diretto con Kyle Krause (senza intermediazione di direttori tecnici o sportivi o altro) nel mese di giugno, dandosi reciprocamente tempo per rivedersi ed approfondire. La stagione è entrata nel vivo, ma, appunto, il tycoon, che comunque mantiene un bel dialogo sulle questioni di campo con l’allenatore, non sarebbe più tornato a bomba sul tema rinnovo (magari una riflessione sulla gestione delle risorse umane e tecniche nel calcio italiano?), mentre, va da sé, Pecchia, che sa stare al mondo, sta ben lontano dall’andare a disturbare il manovratore, anche se, ho ragione di credere, non disdegnerebbe, finalmente, apporre quella firma che tutti i grandi mercatologi che si esprimono su scala nazionale o locale davano da mesi per fatta.

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Oh: magari andrà a finire come per Figaro Pederzoli (che tutti lo cercavano e tutti lo volevano, inclusi Roma e Napoli) che, appunto, si aspetta l’ultima decina prima di apporre l’anelato autografo (pare persino in ribasso rispetto a prima, bel premio promozione…), ma, onestamente, credo che non avere un allenatore confermato, ora che la Serie A sta iniziando a mostrare le prime difficoltà, dopo la grande illusione del calcio d’agosto sia piuttosto controproducente…

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Sicché, va bene regalarsi il 9% di Nuovo Inizio (faccenda già decisa quattro anni fa e che non muterà per nulla il corso della storia, dal momento che erano di fatto estromessi dalla gestione del Parma Calcio 1913 fin dal 18 settembre 2020, con alcuno dei soci o il vecchio AD Carra cooptati nel CdA), ma l’urgenza oggi, per il quarto compleanno, è a modesto avviso dello scrivente, consolidare almeno l’allenatore, dopo che per il mercato si è inseguito più il dogma (con tanto di spese per il futuro) che non l’esigenza primaria di tentare di salvaguardare la categoria con acquisti mirati per la bisogna. Gabriele Majo (le foto di Pecchia e Krause sono tratte dal sito ufficiale parmacalcio1913.com)

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gabriele-majo-per-slide.jpegGabriele Majo

Gabriele Majo, 60 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni . Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma FC quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 a Dicembre 2023 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società. Dal 2010, a conferma di una indiscussa poliedricità, ha iniziato un percorso come attore/figurazione speciale di film e cortometraggi: l'apice l'ha raggiunto con il cammeo (parte parlata) all'interno del pluripremiato film di Giorgio Diritti "Volevo Nascondermi" " (con presenza nel trailer ufficiale) e partecipazioni in "Baciato dalla Fortuna", "La Certosa di Parma", "Fai bei sogni" (del regista Marco Bellocchio), "Il Treno dei bambini" di Cristina Comencini, "Postcard from Earth " del regista Darren Aronofsky, "Ferrari" del regista Michael Mann. Apparizioni anche nei cortometraggi nazionali "Tracce", "Variazioni", "L'Assassinio di Davide Menguzzi", "Pausa pranzo di lavoro"; tra i protagonisti (Ispettore Majo) della produzione locale della Mezzani Film "La Spétnèda", e poi nei successivi lavori "ColPo di Genio" e "Franciao".

 

 

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