una realtà che si è fatta avanti nel calcio che conta proprio a partire dall'inizio di questa decade. Adesso, tornata con vigore nella tanto amata Serie A Tim, la squadra emiliana vive ancora di luce riflessa dei tanti successi ottenuti quasi trent'anni fa, quando sotto la guida di un guru come Nevio Scala iniziò un percorso unico che la fece entrare di diritto tra le squadre più importanti del momento. In questo momento, a metà classifica dopo la sconfitta contro il Verona per 3-2, la compagine ducale sembra essere comunque piuttosto sicura di mantenere un posto nella prossima stagione della massima serie italiana, sperando di ritrovare quanto prima i fasti del passato recente di cui parleremo di seguito.
Il miracolo di Scala
Dopo un'importante promozione in Serie A nell'estate del 1990 e l'acquisto da parte della multinazionale Parmalat, la squadra ducale vide aumentare enormemente la sua potenza sul mercato, il che influì non poco sull'allestimento di una squadra di primo livello. L'arrivo in panchina del tecnico Nevio Scala, un uomo paziente ma risoluto, fu essenziale per la partenza di questo progetto ambizioso che si concretizzò immediatamente con la conquista della Coppa Italia nella stagione 1991-92 contro la Juventus per quello che fu il primo titolo in assoluto della storia del Parma, il tutto rimontando la sconfitta rimediata all'andata. Da quel momento in poi, il Parma avrebbe figurato tra le squadre più frizzanti e simpatiche del campionato italiano, dando dimostrazione di una grande compattezza e freschezza di gioco. Il ciclo di Scala durò sette anni, un periodo nel quale arrivarono calciatori di grandissimo talento come Gianfranco Zola, Faustino Asprilla e Fabio Cannavaro, quest'ultimo pallone d'oro nel 2006 dopo aver conquistato da capitano il mondiale di Germania con la nazionale italiana. Zola, proveniente dal Napoli dove fu allievo di Maradona, fu uno dei grandi protagonisti dell'eccellente annata 1994-95, quando in una finale di Coppa UEFA al cardiopalma contro la Juventus i ducali si imposero per 1-0 con goal di Dino Baggio, conquistando così la loro seconda coppa europea in poco tempo dopo il trionfo in Coppa delle Coppe nella stagione 1992-93. La metà degli anni '90 fu senza dubbio un'epoca gloriosa per il Parma Calcio, che sembrava essere veramente una pretendente allo Scudetto, oggi appannaggio praticamente esclusivo di una Juventus favorita alla vittoria di quest'anno secondo le scommesse sul calcio di Betway con una quota di 1,04 il 6 luglio. In seguito, nonostante l'addio di Scala nell'estate del 1996, la società ducale continuò la sua ascesa verso le zone nobili della classifica negli anni a seguire.
L'arrivo in cima
Nell'annata 1996-97, l'arrivo di un tecnico rampante come Carlo Ancelotti rappresentò una svolta assoluta per il Parma. La sapienza tattica dell'ex calciatore di Roma e Milan e l'arrivo di una serie di giocatori di grande spessore portò il Parma al suo miglior risultato di sempre in campionato, ossia il secondo posto dietro la Juventus. Si trattava di un Parma ambizioso che poggiava le fondamenta su elementi esperti come Apolloni, Sensini e Dino Baggio, ma che trovò anche un aiuto importantissimo da un giovane di belle speranze come Gianluigi Buffon, che aveva debuttato la stagione precedente a soli 16 anni e si sarebbe in poco tempo imposto come portiere titolare a discapito del veterano Luca Bucci. L'arrivo di un bomber come Hernán Crespo, il quale impiegò vari mesi per adattarsi al campionato italiano ma una volta iniziato a segnare non si fermò più, fu il plus per riuscire ad ottenere lo storico secondo posto. Durante la stagione successiva, l'arrivo del difensore francese Lilian Thuram permise ad Ancelotti di mettere su una difesa strepitosa composta dal transalpino, Fabio Cannavaro e Buffon, costruendo in questo modo lo zoccolo duro di una squadra che la stagione successiva, sotto gli insegnamenti di Alberto Malesani, si sarebbe poi consacrata con la vittoria della Coppa UEFA in finale contro l'Olympique Marsiglia. Il Parma era arrivato in cima e nelle stagioni successive si sarebbe mantenuto ad altissimi livelli, prima di un netto crollo.
Molti anni dopo quelle imprese, allo stadio Ennio Tardini i tifosi sognano ancora di poter ripetere, quanto prima, quei risultati.