L'indagine della squadra mobile di Modena ha permesso di scoprire una truffa sul cemento utilizzato nella realizzazione della scuola Media Frassoni di Finale Emilia. Si tratterebbe di calcestruzzo depotenziato...
Modena, 27 maggio 2016
Ci sono due aziende nel mirino della Procura di Modena dopo che è partita l'indagine sull'utilizzo di materiale di scarsa qualità per la costruzione della scuola media "Frassoni" di Finale Emilia.
Secondo la Squadra Mobile le ditte fornitrici avrebbero anche fornito campioni fasulli per sfuggire ai controlli.
L'ipotesi avanzata è che si possa trattare di calcestruzzo di qualità più scadente rispetto a quello certificato ufficialmente dalla Direzione dei lavori, per risparmiare sul materiale e trarre maggiore profitto che è servito per la realizzazione della Scuola Media "Cesare Frassoni" di Finale Emilia.
Il reato ipotizzato dalla Squadra Mobile della Questura di Modena e dalla Polizia Municipale è quello di truffa.
Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Ferretti, hanno portato oggi ad una ventina di perquisizioni fatte negli uffici di due imprese edili.
Il filone dell'inchiesta ha preso avvio alla fine del 2015 ed è ancora lontano dall'esaurirsi.
L'operazione è scaturita da intercettazioni telefoniche per un traffico di droga in cui si parlava di 'cubetti'.
I 'cubetti' erano appunto il cemento che veniva trasportato, o meglio, i campioni di calcestruzzo che le ditte finite nell'indagine realizzano per testare i materiali che dovrebbero essere conformi alle richieste degli appaltatori e alle norme vigenti.
In modo continuo e sistematico nel cantiere di Finale veniva messa in atto la truffa del cemento depotenziato. La legge obbliga, infatti, gli operai a realizzare il cubetto in concomitanza con la colata vera e propria di cemento, per poi etichettarlo con un verbale che ne contenga le caratteristiche tecniche e inviarlo ad un laboratorio indipendente che ne certifichi la qualità. Ebbene, i cubetti realizzati alle scuole Frassoni venivano puntualmente sostituiti con altri blocchi di cemento provenienti da vari magazzini: i "provini" originali venivano accatastati lasciati nel dimenticatoio, mentre i sostituti venivano etichettati con un nuovo verbale e spediti al laboratorio, dove ovviamente passavano il test della prova di schiacciamento.
Nei guai sono finite due imprese. In primis la Betonrossi spa, azienda piacentina leader nella produzione di cementi e con diversi stabilimenti in tutto il nord Italia, che era la fornitrice dell'impresa che aveva vinto la gara di appalto, ovvero la modenese AeC Costruzioni Srl. Sarebbero oltre una quindicina le persone indagate, dai tecnici ai vertici aziendali delle due società, ma la Procura mantiene l'assoluto riserbo in attesa di ulteriori approfondimenti. AK
Tre napoletani di 54, 43 e 32 anni avevano istituito una vera e propria associazione a delinquere finalizzata all'estorcere denaro agli anziani. La Polizia è riuscita a smascherarli dopo la segnalazione di un cassiere di banca, insospettito dalla richiesta di una cliente 84 enne di ritirare 5000 euro.
Di Manuela Fiorini
Modena, 7 aprile 2016
Un vero e proprio business della truffa quello messo in piedi da Gennaro Parisi, 54 anni, Giovanni Bonito, 43, e Gennaro Farinelli, 32, tutti e tre di origine napoletana. Le vittime erano tutte scelte tra gli anziani, sfruttando la loro buona fede, con il metodo del "finto avvocato". Il più "sgamato" dei tre contattava i nominativi e si fingeva un legale che chiedeva una cauzione per un ipotetico incidente accaduto a un figlio a un nipote del malcapitato. A questo punto, entravano in azione i due complici che si occupavano del contatto diretto con il truffato e alla riscossione del denaro.
Lo scorso ottobre, tuttavia, qualcosa è andato storto, grazie alla prontezza di un cassiere di banca che, alla richiesta di un prelievo di 5000 euro da parte di una correntista 84 enne, piuttosto agitata, ha intuito qualcosa e si è fatto raccontare le circostanze, dopodiché, ha avvertito le Forze dell'Ordine. Gli agenti della Squadra Mobile della Questura di Modena si erano recati sul posto e avevano poi seguito l'anziana lungo la strada per casa, individuando un uomo che la pedinava. Procedevano così al fermo e identificavano Bonito, che aveva con sé un telefono cellulare. E' stato proprio quest'ultimo a consentire alla Polizia di risalire a resto della banda e ricostruire la proficua attività dei truffatori. Il 32 enne faceva da "centralinista" da Cattolica per non essere individuato, componeva numeri in sequenza attingendo da un database a disposizione della banda utilizzando schede usa e getta con numero progressivo, suddivise per "lotti" di truffati. Gli agenti hanno ricostruito che, in una sola giornata, erano state tentate ben 38 truffe, tutti a danno di anziani modenesi. Dopo mesi di indagini, coordinate dal PM Lucia De Santis, si è arrivati a identificare tutti i membri della banda e sono scattate le misure cautelari. I tre si trovano attualmente confinati nei rispettivi Comuni di residenza con obbligo di firma.
Vittima dei raggiro una studentessa reggiana che si è fidata di un allettante annuncio per l'acquisto di un cellulare. La donna è stata rintracciata e denunciata dai Carabinieri di Castelnovo Monti.
Parma, 5 aprile 2016
Una 20enne reggiana è stata vittima dell'ennesima truffa online. Interessata all'acquisto di un cellulare ha versato 150 euro su una carta prepagata ma si trattava di una trappola. A compiere la truffa una 50enne parmigiana che pubblicava annunci con offerte allettanti e una volta ricevuta la cifra non spediva nulla facendo perdere le sue tracce.
I militari sono riusciti a risalire alla donna tramite l'account di posta, l'Ip del computer da cui era stai fatto l'annuncio e i dati della carta prepagata: è stata denunciata dai Carabinieri di Castelnovo Monti con l'accusa di truffa.