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Domenica, 16 Agosto 2015 12:31

Ballare o sballare, a noi la scelta

Romagna e Salento accomunati dal medesimo tragico destino in questa prima quindicina d'agosto. Divertimento e morte di giovanissimi. Adolescenti con voglia di divertirsi ma ancora incapaci di difendersi dalle trappole che si annidano nelle "movide".

di Lamberto Colla - Parma, 16 agosto 2015 -
 Chiuso il Cocoricò, trovato e punito il "colpevole" (la discoteca) e il problema non esiste più.

Così, a seguito del decesso del diciassettenne avvenuta lo scorso 4 agosto nella fabbrica del divertimento romagnolo, si è provveduto a "narcotizzare" l'opinione pubblica con la chiusura del locale. Non poteva mancare, nemmeno in questa circostanza la consueta dose di demagogia che contraddistingue ogni azione governativa e, il 10 agosto, il ministero dell'interno se ne uscì con una direttiva indirizzata ai prefetti atta a "rafforzare i servizi di prevenzione e controllo del territorio, anche a seguito di apposite riunioni di coordinamento e tavoli tecnici con le Forze di Polizia."
«Con la direttiva di oggi - ha affermato il ministro Alfano - ho predisposto l'adozione di misure preventive di vigilanza e sicurezza più opportune, soprattutto nelle ore serali e notturne, con particolare riguardo ai locali pubblici e di intrattenimento, nonché ai luoghi di ritrovo interessati da una numerosa affluenza di persone e di giovani.In questo quadro, riserveremo una particolare attenzione al rispetto degli orari di chiusura e della effettiva capienza dei locali, al fine di rendere più sicuri i luoghi di divertimento e di incontro, specialmente per i nostri giovani. Un conto è il ballo che diverte, altra cosa è lo sballo che uccide».

Carta straccia, le forze dell'ordine, che già sono sufficientemente impegnate su ben altre e più gravi questioni, intensificheranno l'attenzione per qualche giorno sul nuovo obiettivo ma ben presto tutto passerà nel dimenticatoio e verrà assorbito del programma e dell'emergenza quotidiana. Del contrasto della piaga sempre più diffusa della microcriminalità, al presidio degli stadi di calcio, al controllo dell'immigrazione e ai fenomeni connessi con le difficoltà di integrazione sociale.

Nel frattempo, alla discoteca del sud Guendalina di Santa Cesarea in Salento, un altro giovane ha trovato la morte, seppure in questo caso la causa sembrerebbe da imputare a una cardiopatia congenita, mentre su una spiaggia messinese viene trovata cadavere la giovanissima Ilaria di 16 anni. Un decesso che, dalle prime testimonianze raccolte dagli inquirenti, parrebbe dovuto a seguito dell'ingestione di droghe mal confezionate.

Tutti e tre giovanissimi e tutti e tre alla ricerca, si presume, dello sballo forse per sentirsi più grandi di quanto non fossero realmente.

Adolescenti con voglia di divertirsi ma ancora incapaci di difendersi dalle trappole che si annidano nelle "movide".

Che sia la discoteca che sia la "movida" all'aperto un dato è certo: se non vuoi la droga non la trovi.

Non esistono i distributori di ecstasy, di marijuana o di eroina nelle discoteche o agli angoli dei bar della movida cittadina.

Devi, se vuoi, cercare i contatti che ti portino allo spacciatore di "professione" o a un suo "vettore di fiducia", quel consumatore della porta a fianco che non avresti mai immaginato ne facesse uso.

E' sempre stato così. Lo era pure ai miei tempi. Negli anni '70 e '80 i miei genitori e i genitori dei miei amici consideravano le discoteche dei luoghi di perdizione e di distribuzione e consumo facile di droghe. Erano letteralmente terrorizzati perché condizionati dal solito refrain negativo sulle discoteche.
Così invece non era o almeno lo spaccio non era tra i servizi offerti dai gestori mentre, al contrario, i servizi di sicurezza cercavano, per quanto possibile, di intercettare gli spacciatori.
Ma anche all'epoca, quando la "mariagiovanna" e la "coca" erano roba da "fighi," se non la volevi provare non la trovavi e nessuno si avvicinava per offrirtela.

Tutto partiva dal soggetto, dalla volontà di provare e allora sì che le porte si aprivano verso i diversi paradisi dello sballo sintetico.
Dopo la fase iniziale, ovvero lo sballo da alcol, il giovanissimo o si redime o, purtroppo, salta sul carro delle droghe, più o meno leggere, ma sempre micidiali per la psiche e per l'organismo.

Forse oggi gli stupefacenti sono a molto più buon mercato, ma le modalità di approccio sono sempre le medesime, e le motivazioni che spingono i giovanissimi a provare sono personali e non inquadrabili solo nei problemi della "società" o della "famiglia", tantomeno alle discoteche.

Chiudere il Cocoricò o altra discoteca, salvo la accertata responsabilità dei gestori, vorrebbe dire chiudere tutte le strade dei centri storici, le spiagge e qualsiasi altro luogo di ritrovo dei giovani, di quei tantissimi giovani che per divertirsi non hanno bisogno di chimica esogena ma dal loro cervello, dalla loro creatività e dal loro interesse a socializzare raccolgono stimoli e scatenano quelle droghe endogene, adrenalina e serotonina (ormone del buonumore), in grado di condurti all'estasi magari in piacevole compagnia.

La maggior parte delle discoteche sono nient'altro che fabbriche del divertimento e sta poi a ciascuno individuo decidere se "suicidarsi" dentro o fuori la fabbrica, ma non per questo l'industria del divertimento deve essere necessariamente responsabile delle scelte personali.
Mi verrebbe invece da dire che una responsabilità maggiore l'hanno quei genitori che consentono ai figli e alle figlie quindicenni di restare fuori di casa sino all'alba.

La realtà è che l'adolescenza è una fase molto critica e il disagio, a quell'età, molto diffuso.
Ma qui è compito dei sociologi indagare e degli analisti intervenire sui singoli e sui loro nuclei familiari.

Aperitivo bordo piscina

 

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Domenica, 02 Agosto 2015 12:33

E’ sempre colpa dei giornalisti

Fuga di notizie dai tribunali, è colpa dei giornalisti, intercettazioni telefoniche riportate sui giornali, è colpa dei giornalisti, Insomma i giornalisti sono "crocetta" e delizia dei giudici e dei politici

di Lamberto Colla - Parma, 02 agosto 2015 -
Come un tormentone, ciclicamente, torna la necessità di mettere il bavaglio ai giornalisti.
Anche se, dobbiamo confessarlo, l'editoria nazionale non si sia mai particolarmente distinta per inchieste giornalistiche tali da fare tremare i palazzi di corte. Il più delle volte ci si è limitati a qualche scoop su locazioni concesse a buon mercato a qualche politico piuttosto di un orologio donato in cambio di favori con il sospetto, comunque, che la notizia fosse stata diffusa per scopi ben specifici di avvantaggiare l'una o l'altra parte politica colpendo nella vita privata un suo esponente di vertice.

Della "velina" invece vi è larga diffusione. E, come bombette a orologeria, ecco che vengono alla luce piccoli e grandi misfatti, di natura professionale e molto spesso di natura privata che nulla c'entrano con l'accusa, ma utili da fare orientare l'opinione pubblica verso giudizi di colpevolezza ancor prima che il processo, quello vero, abbia addirittura inizio.
Insomma, sembra quasi che il giornalista sia, in questi casi, il mero staffettista, e qui sta la vera colpa della categoria, dell'informazione o della "bufala" di turno a servizio occulto di qualcuno.

Alcuni giornalisti, vuoi per protagonismo, vuoi per eccesso di zelo e con la speranza, magari, di diventare il nuovo Indro Montanelli, raccolgono con superficialità la "velina", la confezionane egregiamente e la sbattono in prima pagina con buona pace dell'etica professionale e della dignità personale.
Questa categoria di professionisti dell'informazione sono i preziosissimi "utili idioti", molto spesso ignari di essere al servizio di potenti corporazioni, che lanciano il primo sasso nello stagno della disinformazione, della informazione guidata verso una verità distorta o comunque di parte.
Per quanto becera, servizievole e fedele al proprio padrone possa essere un giornalista non riesco assolutamente a credere che non abbia a cuore il proprio lavoro e soprattutto la propria dignità.

Ed il bubbone Crocetta / Borsellino, guarda caso venuto a galla alla vigilia della cerimonia di commemorazione del 23esimo anniversario dall'attentato di via D'Amelio che portò la morte al Giudice Paolo Borsellino e ai suoi 5 agenti di scorta, Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Cosina e Claudio Traina, rischia di essere l'esempio perfetto del malcostume e delle strane relazioni che connettono, politica, uffici giudiziari e distributori d'informazione.

Già perché nessuno, nemmeno il più masochistico autolesionista avrebbe pubblicato una notizia come quella relativa alla intercettazione telefonica nella quale il Professor Matteo Tutino avrebbe recitato, al governatore della Sicilia Crocetta, la fantomatica frase, poi pubblicata da l'Espresso, «Laura Borsellino va fatta fuori. Come il padre» senza averne minimamente verificato l'esistenza e la autorevolezza della fonte.

Tutto e il contrario di tutto è accaduto poi nell'arco di poche ore e la farsa siciliana è andata in onda.

Andiamo con ordine.
L'Espresso esce con lo scoop e lo stordimento è universale. Talmente accecante è la notizia che lo stesso Rosario Crocetta non ha reazioni immediate, non alza barricate a difesa di un'altra verità, non smentisce anzi, completamente impallato, mi verrebbe da dire, si "auto-sospende" dall'incarico di Governatore della Sicilia passando il testimone proprio a chi sostituì l'Assessore alla Sanità, Lucia Borsellino appunto, che si dimise per contrasto con il governatore stesso.

Di fatto una ammissione di colpevolezza seppure limitata al fatto che, a seguito di quello che avrebbe dovuto ascoltare, non avesse replicato ma se ne fosse stato zitto (come molti comuni mortali avrebbero fatto in una sorta di compatimento per quanto udito) o quantomeno una "silente" ammissione della esistenza della telefonata, dei contenuti della stessa e riportati dai due giornalisti, Piero Messina e Maurizio Zoppi, oggi indagati.

Un respiro di sollievo il Crocetta deve averlo tirato quando il Capo della Procura di Palermo, Francesco Lo Voi, dichiara che quelle intercettazioni non esistono. Una affermazione che per Crocetta, ha il medesimo effetto dei sali per sincopatici e, lancia in resta, va al contrattacco dichiarando che chiederà all'Espresso ben 10 milioni di euro a titolo di risarcimento danni.

Quindi, nell'arco di poche ore, si è passati dall'auto-sospensione alla richiesta di risarcimento milionario del danno.

A questo punto cresce il sospetto che chi racconta balle non siano i giornalisti in questione bensì altri, e tra i sospettati non può essere escluso lo stesso Capo della Procura palermitana, forse indotto a a farlo per salvaguardare indagini tutelate da riservatezza.

Intanto, giusto per non sbagliare, sono i giornalisti a essere indagati.
E che non mi si venga a dire che l'indagine è una forma di tutela per loro.

Per la cronaca, Messina è indagato per calunnia e pubblicazione di notizie false, Zoppi soltanto per questo secondo reato.
La perentoria negazione di Lo Voi, in merito alla esistenza delle intercettazioni, è difficilmente contestabile e contrastabile soprattutto perché sarà difficile, e comunque sconveniente per l'attività di inchiesta giornalistica, dichiarare la generalità della "talpa" e che questa infine abbia il coraggio e la convenienza dii confermare il suo coinvolgimento e sia nelle condizioni di fornire le prove.

La farsa siciliana è andata in onda e nella terra di Pirandello e Sciascia non poteva che essere così.

In conclusione, allo stato attuale, la colpa è dei giornalisti e intanto la "mafia" gongola.

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Lunedì, 27 Luglio 2015 12:37

Katia Tarasconi nuova consigliera regionale

La nuova consigliera regionale, subentra alla dimissionaria Paola Gazzolo. Formazione universitaria negli Stati Uniti, ex assessore al Comune di Piacenza, prima dei non eletti nella lista Pd della circoscrizione piacentina alle ultime regionali. Il benvenuto dell'Aula e gli auguri di buon lavoro della presidente Saliera. -

Parma, 27 luglio 2015 -

In apertura della seduta di oggi, l'Assemblea legislativa ha proclamato Katia Tarasconi (Pd) nuova consigliera regionale, dopo aver preso atto delle dimissioni irrevocabili da consigliera dell'assessore Paola Gazzolo, comunicate in una lettera alla presidente dell'Assemblea legislativa, Simonetta Saliera, lo scorso 21 luglio.
Come ha precisato Ottavia Soncini, vicepresidente dell'Assemblea legislativa, in quel momento alla presidenza dell'Aula, Tarasconi subentra in quanto prima dei non eletti nella circoscrizione di Piacenza della lista Pd alle elezioni regionali del 23 novembre 2014. Con voto unanime per alzata di mano, l'Aula ha preso atto delle dimissioni di Gazzolo, dopodiché la presidente Soncini ha proceduto alla proclamazione di Tarasconi, con un saluto di benvenuto a nome di tutta l'Assemblea legislativa.
La presidente dell'Assemblea legislativa, Saliera, assente per impegni istituzionali, ha chiamato al telefono la neo consigliera per augurarle buon lavoro.
Doppia cittadinanza, italiana e americana, esperta di comunicazione e web engineering, formazione universitaria negli Stati Uniti, dal 2007 Tarasconi è stata assessore del Comune di Piacenza all'Innovazione e informatizzazione, Servizi al cittadino, Finanziamenti europei, Conciliazione dei tempi di vita e di lavoro, Pari opportunità e Tutela animali.

Lega Nord di Piacenza: «Teppismo mirato: l'intento era quello di colpire il capogruppo leghista alla Camera o il movimento».

Piacenza,    Così la segreteria provinciale della Lega Nord di Piacenza definisce l'atto vandalico della quale è stata oggetto l'auto del deputato Massimiliano Fedriga sabato sera, in occasione della Festa della Lega Nord nazionale (regionale nel sistema leghista) tenutasi a Podenzano (PC).

«Il fatto che, tra tante di auto, solo il mezzo sul quale viaggiava Fedriga abbia subito profonde incisioni su entrambe le fiancate – afferma il Carroccio piacentino -, ci porta a giudicare l'episodio come un attacco politico da parte di chi è incapace di esprimere in altro modo opinioni diverse dalle nostre. Forse il livore ideologico di qualcuno infastidito dalle circa mille persone giunte in paese per salutare il segretario Matteo Salvini nella serata di venerdì non ha trovato altro sfogo che impugnare un cacciavite contro le lamiere di un'auto. Podenzano è comunque un paese civile, la cui immagine non merita di essere marchiata da un simile indegno gesto».

La Lega piacentina riconduce l'accaduto al clima di tensione che si respira da tre giorni, da quando giovedì scorso alcuni militanti sono entrati in consiglio comunale a Piacenza ognuno con una maglietta recante una lettera diversa a comporre la scritta "Tutti a casa".

«La Lega – prosegue la segreteria provinciale del Carroccio piacentino - è il partito che ha subito più attacchi, tanto fisici a militanti e rappresentanti, quanto vandalici alle sedi. Aggressioni, queste, giustificate sempre dal coro: "La Lega provoca" a far capire che merita di essere punita. Ciò è tipico di una certa cultura anni settanta, quella di chi al tempo solidarizzava con i terroristi e oggi copre politicamente i facinorosi dei centri sociali affinché le loro intemperanze verso l'avversario politico non vengano represse. È chiaro ormai il proposito degli assalti agli esponenti leghisti, che di riflesso puntano ad intimorire i simpatizzanti del movimento nel silenzio-assenso di quegli intellettuali e politici autoproclamatisi moralmente e geneticamente superiori. È in questo quadro di odio che la silenziosa protesta di alcuni militanti in un'aula consigliare è stata descritta dalle testate locali come "irruzione" colorita da "minacce al consigliere Pascai". Anche in quel caso, i leghisti insultati, spintonati e minacciati si sono trasformati in aggressori nelle parole della segreteria provinciale del Partito Democratico, la quale ha definito "squadrismo" e "attacco istituzionale" la quieta contestazione di una quindicina di persone. La strategia è ormai evidente: la sinistra, quindi, getti la maschera una volta per tutte».

 

PC Lega Nord vandalizzata auto Fedriga

(Comunicato Lega Nord di Piacenza 19 luglio 2015)

 

 

 

 

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Domenica, 19 Luglio 2015 12:42

Caos Grecia. Lotta agli UEmanoidi

Gli Uemanoidi hanno avuto la meglio e in Grecia salirà in cattedra il tandem Montis - Fornerakis offrendo il meglio delle riforme possibili asfaltando la strada ai conquistatori e sospendendo la democrazia a tempo indeterminato.

di Lamberto Colla - Parma, 19 luglio 2015 -
Alla fine ha vinto la linea ragionieristica, miope e cinica della Merkel.

Tsipras, probabilmente sotto ricatto, ha dovuto accettare condizioni peggiorative rispetto a quelle prospettate solo 48 ore prima del referendum da lui stesso promosso.

Il giovane premier ellenico non ha avuto la forza e il coraggio di tenere coperto il "bluff", potendo giocare la carta dell'importanza strategica della Grecia nel contesto geopolitico internazionale.
Infatti nessuno, USA per primi, avrebbe permesso che la repubblica ellenica uscisse dall'Unione Europea con il rischio che potesse, perciò, passare sotto la tutela Russa o, ancor peggio, regione di conquista dell'Isis.

Invece Tsipras è stato battuto dal "contro bluff" della cancelliera tedesca che gli ha prospettato chissà quali apocalittici scenari.

Tsipras ha perciò deciso di accettare il soffocamento lento del suo popolo scoprendo anzitempo le carte proprio nel momento in cui stava raccogliendo il consenso internazionale di coloro che vorrebbero una Europa diversa da quella attuale, tutta austerità e numeri, a trazione Merkeliana.

La Cancelliera tedesca ha vinto ma ha perso.
E pensare che, in questa partita greca, la Merkel avrebbe avuto l'occasione di rafforzare, ancor più, il suo ruolo politico internazionale se solo avesse ragionato come leader di una coalizione e operato nell'interesse di tutti. Invece, con questa linea dura, il Governo tedesco, si è fatto prendere la mano mostrando, ancora una volta, quell'irrefrenabile e ancestrale desiderio di dominare l'Europa.

Un'atteggiamento che, a dire il vero, non è piaciuto nemmeno a molti tedeschi e il filosofo 86enne Juergen Habermas, in una intervista al "The Guardian", è addirittura arrivato a sostenere che la cancelliera tedesca Angela Merkel si è "giocata", con la sua linea dura contro la Grecia, la reputazione tedesca, faticosamente ricostruita dopo la Seconda guerra Mondiale.

Se la Merkel avesse invece negoziato per la concessione di aiuti sostenibili alla Grecia, in grado quindi di promuovere una ripresa economica invece di una austerità che schiaccerà ulteriormente il già martoriato popolo ellenico, avrebbe avuto il merito di rilanciare, lei stessa, i valori che furono l'innesco per l'UE attuale.

Già perché all'epoca, si riuscì a creare l'europa grazie alla accettazione da parte di tutti i Paesi della cancellazione del debito tedesco, l'ultimo ostacolo alla realizzazione del sogno post bellico di una Europa federale, unita e prospera, in grado di negoziare con le superpotenze.
Invece, da otto anni, seppure senza cannoni e fucili, l'Europa è in piena terza guerra mondiale ancora per colpa dei tedeschi sempre troppo nazionalisti e incapaci di collaborare.

Grande responsabilità dell'insuccesso deve essere assegnata anche alla Francia di Hollande, al quale comunque va assegnato merito, almeno in quest'ultima fase delle trattative, di averci provato a indurre la Cancelliera a convincersi per una riduzione del debito negoziando un accordo economicamente sostenibile per la Grecia.
Per la Francia, oggi guidata da Francois Hollande e prima da Sarkozy, l'errore strategico fu di non avere voluto allearsi con l'Italia per promuovere, insieme, una politica mediterranea in contrapposizione a quella nordica capeggiata dalla Germania.

E ora veniamo alle responsabilità italiane e alla incapacità di fare valere il nostro oggettivo peso all'interno dell'UE.
Innanzitutto sarebbe da ricordare a Renzi, e ai due suoi illustri e accademici predecessori, che l'Italia, nonostante il tentativo di soffocamento durato otto anni, è la terza potenza economica continentale, la seconda manifatturiera, nonostante che il comparto abbia perduto 35.000 imprese durante quest'ultimo "conflitto", che l'Italia rappresenta quasi un quinto della intera popolazione con i suoi 60 milioni di abitanti e che per queste ultime due ragioni è uno dei massimi contribuenti dell'Unione.
Infine, se tutto ciò non bastasse, la strategica posizione geopolitica dell'italico stivale, ci colloca ai vertici della sicurezza NATO per tutto il bacino mediterraneo.

Un motivo in più perché le nostre navi militari, i nostri radar, le nostre forze armate e i nostri servizi di intelligence, dovrebbero essere destinati a protezione dell'europa invece di essere comandati al servizio di radiotaxi marino a disposizione dei trafficanti di umanità.

Ebbene, se Tsipras avesse tenuto duro ancora qualche giorno, forse Hollande avrebbe potuto finalmente illuminarsi, il nostro Renzi, molto probabilmente, sarebbe stato costretto a intervenire nella partita su spinta statunitense e forse, entrambi, avrebbero avuto il merito di passare alla storia per avere contribuito al restauro dell'Europa Unita.

Invece niente di tutto ciò e eccoci qui, ancora una volta, a testimoniare un nuovo disastro a opera dei ragionieri d'europa, quegli Uemanoidi, incapaci di elaborare politiche economiche perché invaghiti della contabilità che, ricordiamoglielo, altro non è che la storicizzazione puntuale dei fatti economici già accaduti.

 strasburgo gde

In conclusione, proprio facendo leva su questa ignoranza abissale, condita da presunzione cosmica, che i burattinai della finanza mondiale confidano per completare il loro disegno "illuminato" di portare ai vertici dei paesi i loro inconsistenti ma ubbidienti rappresentanti.

In Italia ci sono riusciti e in Grecia ci stanno stanno riuscendo.

Per salvare l'Europa, la sua storia e i popoli che per questa storia hanno speso anche in vite umane è urgente la ribellione per scacciare l'invasore alieno.

Che quindi si dichiari guerra agli Uemanoidi, una guerra partigiana europea, per ripristinare la sovranità dei Paesi che oltre mezzo secolo fa decisero, grazie al contributo di politici veri, visionari e lungimiranti, che la loro e nostra nuova patria sarebbe stata l'Europa Unita.

La piccola Grecia ha tentato una ribellione ed è stata soffocata e punita, ma una coalizione di maggior peso come quella italo-francese potrebbe invece porsi alla guida di una nuova politica europea dello sviluppo e della coesione.

 

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Interrogazione alla Giunta di Galeazzo Bignami (Fi) per chiedere di fare chiarezza sul caso: "Perché non è stato considerato infortunio sul lavoro?" -

Modena, 16 luglio 2015 -

Il caso di due vigili del fuoco del comando di Parma, impegnati il 31 gennaio 2014 nell'emergenza alluvione in provincia di Modena, ai quali, a seguito di un ricovero ospedaliero dovuto a un malore causato dal pranzo approntato dalla Protezione civile locale, è stato richiesto, dall'Azienda ospedaliero universitaria di Modena, il pagamento del ticket, è stato portato all'attenzione della Giunta regionale, tramite un'interrogazione, da Galeazzo Bignami (Fi).

Ai due vigili del fuoco, evidenzia il consigliere, "uno dimesso dal policlinico di Modena nella medesima giornata, l'altro uscito il giorno seguente firmando apposito richiesta, sarebbe pervenuta la richiesta del pagamento del ticket sanitario, paria a 81,46 euro, per l'accesso al pronto soccorso". Il Comando dei Vigili del fuoco di Parma, sottolinea il capogruppo Fi, "dato che i due vigili si trovavano in missione, avrebbe richiesto la cancellazione dei ticket, ottenendo in risposta che la richiesta riguardava il pagamento del ticket del solo vigile ricoverato, dato che, sulla base delle norme regionali, il periodo di osservazione era stato superiore alle sei ore".

Bignami, pertanto, chiede alla Giunta regionale "se intenda fare chiarezza sul caso, fornendo spiegazioni sul motivo per cui l'accaduto non sia stato considerato 'infortunio sul lavoro', rientrando in tal modo nella casistica che la Regione esenta dal pagamento di ticket". Domanda, inoltre, "se non ritenga di fare chiarezza in merito a chi competa la tutela dei servitori dello Stato, come i vigili del fuoco, o di altre forze di sicurezza nei contesti operativi d'emergenza e se intenda avviare una seria riflessione sul piano normativo che consenta di valutare l'eventuale estensione della copertura assicurativa Inail anche al personale del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco".

(Tutti gli atti consiliari – interrogazioni, interpellanze, risoluzioni, progetti di legge – sono disponibili on line sul sito dell'Assemblea legislativa al link: http://www.assemblea.emr.it/attivita-legislativa)
(lg)

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015


SOMMARIO Anno 14 - n° 28 12 luglio 2015 (in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale Caos Grecia. Gli UEmanoidi non erano programmati per rispondere alla disobbedienza.
3.1 cereali Nonostante tutto l'Indipendence Day ha favorito leggeri ribassi
4.1 Lattiero caseario Tutto fermo.
5.1 agro mercati Ismea, tensioni sui prezzi dei cereali.
6.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
6.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, Preoccupazioni per la crisi greca
6.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto.
7.1 export Canada, Parmigiano Reggiano punta al raddoppio
8.1 vino export Panel Business Strategies su consumatore cinese al 38 congresso mondiale OIV.
8.2 vino eventi Al Wine & Dine Festival di Shangai l'Italia sarà rappresentata da Vinitaly.
9.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
9.2 eventi made in italy Annunciata
10.1 Lattiero Caseario Lattiero Caseario in crisi. L'analisi di Giuseppe Alai presidente del Consorzio del Parmigiano Reggiano
10.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 28 12lug15 COP

La piccola Grecia ha messo alle corde l'UE. E se invece la Merkel volesse distrarre l'opinione pubblica dai problemi finanziari della sua Germania riunificata?

di Lamberto Colla - Parma, 12 luglio 2015 -
"Come può uno scoglio arginare il mare" si chiedevano Mogol e Battisti negli anni settanta e oggi ci chiediamo come possa verosimilmente la piccola Grecia creare tanto scalpore e imbarazzo in Europa.

Un Paese di poco più di 11 milioni di abitanti (quindi la nostra Lombardia), la metà dei quali concentrati a Atene, per non avere ubbidito alle teutoniche (è proprio il caso di dirlo) regole europee ha portato lo scompiglio in seno ai parlamenti UE riscaldando gli animi di quasi tutti gli eurodeputati. E' sembrato di rivivere i giorni in cui Berlusconi diede del "Kapò" a Martin Schulz (correva l'anno 2003), quell'eurodeputato che, guarda caso, è l'attuale Presidente del Parlamento Europeo.

Una voce così fuori dal coro, gli euroburocrati e gli europolitici, non erano abituati ad affrontare, non essendo stati stati programmati per l'opzione "disobbedienza". Così gli UEmanoidi sono andati in "Tilt" e il loro capo, la portinaia del condominio europa Angela Merkel, subito dopo l'esito del voto greco ha cercato rifugio nell'amichetto del cuore, Francois Hollande, dimostrando di essere proprio alla frutta!

Chissà cosa si saranno detti e quali strategie avranno approntato per quest'europa nella quale, giorno dopo giorno, si vede montare la protesta.

All'Austria (261.000 firme raccolte nella petizione popolare quando ne sarebbero state sufficienti 100.000), sembra voglia aggiungersi anche la Slovenia e comunque i vari focolai antieuropeisti, distribuiti in almeno 16 Paesi, hanno ripreso vigore.

Dopo le "gesta" di Tsipras e Varoufakis, anche i più pecoroni hanno ripreso coraggio tornando a alimentare un sentimento antieuropeista facendo facilmente presa su quella fascia di popolazione, peraltro sempre più ampia, scontenta della propria posizione economica e che non nutre più alcuna speranza per il futuro. Un sentimento montante pericoloso che rischia la disgregazione dell'Europa minando i principi di pace e libertà che furono le fondamenta sulle quali si costruì il condominio europeo.

Ebbene oggi, in forza di una mandria di politici presuntuosi, ottusi, probabilmente al soldo delle multinazionali più spregiudicate, ostinati a muovere la politica attraverso le leve finanziarie piuttosto che ricercare le soluzioni finanziarie per realizzare progetti politici e sociali, quest'Unione Europea a trazione Merkel, rischia di sciogliersi come neve al sole riportando la lancetta dell'umanità indietro di molti decenni.

E' gravissimo, a mio personalissimo giudizio, non aver trovato, in tempi rapidi, una soluzione per la "piccola" Grecia e dimostra per l'ennesima volta, al di là delle indubbie responsabilità dei vari governi ellenici, l'inconsistenza dei negoziatori e la scarsa lucidità politica dei rappresentanti del governo europeo.

Una incapacità già ampiamente dimostrata con la crisi degli immigranti e che, sinceramente, non vorrei misurare con l'Isis.

L'Unione Europea non si tocca ma le donne e gli uomini che la conducono sarebbe il caso di estrometterli e che ai nuovi venga assegnato il compito di reimpostare la politica restaurando i vecchi e sani principi che furono dei costitutori a partire dal Trattato di Roma del 1957.

Già in altre circostanze avevo sostenuto che la Germania, probabilmente con la complicità di qualcuno, avesse nascosto qualcosa tra le righe dei suoi bilanci. E la conferma comincia a affiorare da oltreoceano passando dai circuiti web ma nella totale indifferenza dei media più accreditati, le TV nazionali.

Una casermetta esplosiva ripiena di 54,7 trilioni di euro in prodotti derivati (i famosi prodotti finanziari "tossici") sarebbero detenuti dalla Deutsche Bank (DB). Una somma che equivale a 20 volte il Pil tedesco, che è di 2,74 trilioni e almeno a cinque volte il Pil dell'intera Eurozona, che è di 9,6 trilioni.

Lo scrive il giornale Usa online zerohedge.com. Però nonostante questa situazione, nessuno ne parla mentre si fa un gran parlare della "pesantissima" questione greca come se si volesse addossare, solo a altri, la responsabilità di una politica europea inconsistente, egoista e esageratamente sbilanciata verso gli interessi della Germania targata Angela Merkel. Donna forte e intelligente ma che, probabilmente, si è fatta prendere troppo la mano rischiando ora di trascinare la sua Germania unita e l'Europa, che di questa riunificazione si è addossata tutti gli oneri, verso un pericoloso burrone.

Pubblicato in Politica Emilia
Mercoledì, 08 Luglio 2015 16:53

Le tasse? Paghiamole con il baratto.

Una proposta che potrebbe dare la possibilità ai cittadini di rendersi utili per la comunità ottenendo uno sconto sulle tasse. -

Parma, 8 luglio 2015 -

Il comunicato di Prima Parma - Territorio & Autonomia -

Tutti noi siamo oberati da pesanti tasse Comunali. L'amministrazione di Parma ha scelto di applicare le aliquote più alte tra quelle che vi sono in Emilia Romagna.
I Parmigiani sono da tempo oltre che indignati anche e soprattutto in gravi difficoltà per fare fronte a tutti questi oneri.
Proponiamo quindi alla Giunta Pizzarotti di avvalersi della legge dello Stato n.164 del 2014 – Art.24 "Misure di agevolazione della partecipazione delle comunità locali in materia di tutela e valorizzazione del territorio".
Infatti, essa al comma 1 cita: «I comuni possono definire con apposita delibera i criteri e le condizioni per la realizzazione di interventi su progetti presentati da cittadini singoli o associati, purché individuati in relazione al territorio da riqualificare».

E la novità sta nelle righe immediatamente successive: «Gli interventi possono riguardare la pulizia, la manutenzione, l'abbellimento di aree verdi, piazze, strade ovvero interventi di decoro urbano, di recupero e riuso, con finalità di interesse generale, di aree e beni immobili inutilizzati, e in genere la valorizzazione di una limitata zona del territorio. I comuni possono deliberare riduzioni o esenzioni di tributi inerenti al tipo di attività posta in essere».

Provvedimento tanto più efficace anche in considerazione dei tanti lavoratori in mobilità o, addirittura, senza lavoro!
Si tenga anche presente che tale modalità, già attiva in alcuni Comuni Italiani, è la proposta lanciata dal Movimento Cinquestelle nel Comune di Modena.
Allora, caro Comune, lamenti sempre una mancanza di risorse?
Giustifichi sempre lo stato di degrado della città con la mancanza di disponibilità economica?
Bene. Utilizza allora il lavoro dei Parmigiani per manutenzione verde pubblico, assistenza alle scolaresche, sgombero neve, custodia parchi ed edifici di interesse pubblico, ecc. Basta fissare un metro di valutazione del servizio svolto volontariamente da ogni cittadino, dargli un valore in euro e finalizzare questo impegno per ottenere uno sconto sul pagamento delle tasse. Questa non sarà forse la soluzione a tutti i problemi, ma ci sembra un' operazione di buon senso.

Prima Parma - Territorio & Autonomia
Cecilia Zanacca Giampaolo Lavagetto

Pubblicato in Politica Parma

Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 27 05 luglio 2015

(in allegato il pdf scaricabile)

1.1 editoriale In fuga dall'abbraccio mortale
2.1 Pasta Che ci fa la pasta al Festival della magia internazionale?
3.1 cereali I dati USDA fanno scattare gli aumenti
4.1 Lattiero caseario A quando la ripresa del settore caseario?
5.1 cereali Meteo e rischio Grexit spingono le materie prime.
6.1 agro mercati Ismea, prezzi agricoli invertono la rotta a maggio
7.1 parmigiano reggiano Reggio Emilia - Prezzo "a riferimento" del latte industriale
7.2 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, dopo Harrods con Massimo Bottura da Sotheby's
7.3 giardinaggio Un bel giardino con i piccoli aiutanti di Ferragosto
8.1 export Parmigiano Reggiano, volano le esportazioni USA (+74%)
9.1 pomodoro Pomodoro, danni da grandine. Si temono perdite del 10%.
10.1 eventi Farm Run, Corsa a ostacoli nel fango: una prova per veri duri!
10.2 eventi made in italy Annunciata la seconda edizione del Eat Drink Love Italian Londra
11.1 e.commerce "Vino", la prima app per conoscerlo e acquistarlo a buon prezzo
11.2 promozioni "vino" e partners

Cibus 27 2015 COP

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