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Il segretario federale della Lega Nord si è recato ieri nei comuni del piacentino colpiti dall'alluvione lo scorso 14 settembre. Matteo Salvini: "La Lega cercherà di battere cassa a favore dei cittadini che hanno perso i propri beni e si impegnerà perchè tali disastri non si verifichino ancora". -

Piacenza, 14 ottobre -

«L'alluvione nel Piacentino è stata una tragedia annunciata. Ora qualcuno deve pagare per le tre persone decedute in Val Nure: i parenti delle vittime hanno fatto bene a fare un esposto». Così il segretario federale della Lega Nord, Matteo Salvini, nel corso di un sopralluogo nei comuni alluvionati di Bettola e Farini.

«Chi vive e lavora nelle vicinanze del tratto di strada sprofondato nel torrente Nure – ha affermato il leader del Carroccio a Bettola - da dieci anni si rivolgeva alla regione Emilia Romagna chiedendo interventi di messa in sicurezza dell'alveo. Invece, ostinandosi a non toccare la natura, ci ritroviamo a contare tre morti. La regione si svegli e faccia quello che avrebbe dovuto essere stato fatto dieci anni fa. Si ripuliscano fiumi, torrenti e canali da ghiaia e detriti, altrimenti la natura farà il suo corso. Non è colpa dell'acqua o della montagna, ma dell'incuria dell'uomo. L'importante è ora che non ci si dimentichi del disastro affinché episodi simili non si ripetano».

«La Lega cercherà di battere cassa a favore dei cittadini che hanno perso i propri beni e si impegnerà perchè tali disastri non si verifichino ancora» ha detto il segretario leghista a Farini, dove ha incontrato il primo cittadino, Antonio Mazzocchi. «Occorre – ha aggiunto - responsabilizzare i sindaci: si dia loro ampio mandato insieme ai fondi per agire. È impensabile che le allerte di Protezione Civile scattino in orari diversi a seconda dei comuni. Tra pubblico e privato a Farini si stimano almeno 15 milioni di danni. O si puliscono i fiumi, si tengono puliti i boschi, si controllano le frane e si tagliano gli alberi cresciuti nel posto sbagliato, oppure fra tre mesi conteremo altri danni o, ancor peggio, altri morti».

Salvini è poi intervenuto sull'arresto del vicepresidente forzista della Lombardia, Mario Mantovani, e dell'indagine nei confronti dell'assessore regionale leghista Massimo Garavaglia. «Ci auguriamo – ha riferito – che Mantovani chiarisca tutto ai lombardi. Come Lega siamo orgogliosi del modello sanitario lombardo, il più virtuoso d'Italia, ed è pazzesco che sia stato coinvolto un nostro assessore, la cui colpa sarebbe quella di aver aiutato a costo zero un'associazione di volontariato a favore dei dializzati. Se questa è una colpa, mi autodenuncio per aver sostenuto spesso Croce Rosse, Croce Bianca, Croce Verde, Avis e Aido. Se aiutare le associazioni volontaristiche si configura come reato, allora mi costituisco domani mattina».

La visita del segretario è proseguita a Piacenza nella sede provinciale del partito, dove ha partecipato all'inaugurazione.

Pubblicato in Cronaca Piacenza
Domenica, 11 Ottobre 2015 11:56

MPS, parte il processo ma bocche cucite

Lunedi 12 ottobre andrà in scena il processo Monte dei Paschi di Siena, la più antica banca mondiale e terzo gruppo bancario nazionale, all'epoca dei fatti riscontrati dalla magistratura. Un buco da 17 miliardi (3 miliardi più della Parmalat e quasi 4 in più di Enron) avvolto da misteri e coperto da silenzi a tutti i livelli con l'ausilio straordinario del Segreto di Stato.

di Lamberto Colla - Parma, 11 ottobre 2015 - Tutti a seguire e a inseguire le ridicole avventure dell'ex Sindaco Marino (forse, ha venti giorni per ripensarci come scrive lui stesso nella lettera ai Romani) le sue infantili bugie e i penosi tentativi di giustificare i suoi rimborsi spese. La fascia tricolore indossata negli USA al seguito del Papa sembrava anch'essa vergognarsi di essere mostrata in pubblico.

In fondo cosa sono 22.000 euro spesi per una trasvolata atlantica di tre giorni del Sindaco della Città Eterna in confronto ai 17 miliardi che si sono volatilizzati dalle casse senesi.

Questione di principio, risponderebbe qualche benpensante, dalla ferrea morale e immune da errori di cui questa nostra amata Penisola è popolata.

Già, così mentre tutti i riflettori sono accesi sul "marinato" di turno, le porcate passano e filano via indisturbate.

Nuovi personaggi in "Profumo" di santità emergono per sostituire i corrotti dell'ultimo scandalo e intanto si preparano i nuovi puliti che prenderanno il posto dei prossimi corrotti.

E così via senza soluzioni di continuità.

Lunedi 12 ottobre inizierà il processo MPS e ancora nessuno ne parla, tranne il Movimento Consumatori.
"In pochi giorni, il numero verde 800 168 636 dedicato agli azionisti Mps - scrive il Movimento dei Consumatori - ha superato i 1000 contatti
Il prossimo 12 ottobre è fissata l'udienza preliminare per il caso Mps. Entro questa data, gli azionisti sono legittimati a costituirsi parte civile e a richiedere il risarcimento dei danni subiti in conseguenza dei reati contestati, prima dalla procura della Repubblica di Siena e ora da quella di Milano.
La procura di Milano ha chiesto il rinvio a giudizio degli ex vertici Mps (Giuseppe Mussari, Antonio Vigni e Gianluca Baldassarri) e di NOMURA International PLC (Sayeed Sadeq e Raffaele Ricci) per i reati di false comunicazioni sociali e di manipolazione del mercato, con l'aggravante del nocumento del pubblico risparmio per la rappresentazione infedele della situazione patrimoniale di Mps, conseguente ad una serie di complesse operazioni di finanza strutturata.
Si tratta di reati gravissimi che hanno duramente danneggiato una tra le più antiche banche del mondo e decine di migliaia di azionisti che hanno creduto nell'operato di top manager risultati inaffidabili. Per questa ragioni, Movimento Consumatori ha lanciato una campagna nazionale diretta ad agevolare la costituzione di parte civile degli azionisti."

I Misteri MPS.
Dal "suicidio" di David Rossi, responsabile della comunicazione e amico del Presidente Mussari, che tanto ricorda la macabra messa in scena del suicidio di Roberto Calvi (era soprannominato il Banchiere di Dio) trovato impiccato 33 anni fa sotto il ponte londinese dei Frati Neri, al Segreto di Stato apposto ai documenti, alle coperture offerte da Profumo, che prese il posto di Mussari alla guida di MPS, a sua volta promosso al vertice dell'ABI (Associazione Bancaria Italiana) e per finire ai silenzi del PD ma anche del PDL.

Troppi misteri in un solo caso. Un caso che vede coinvolta ancora una volta una banca che potrebbe essere stata lo strumento di interessi politici di una parte o di corporazioni trasversali che all'ombra di una ridente quanto provinciale cittadina toscana, sviluppava affari per conto di "qualcuno" in disprezzo degli interessi dei suoi incolpevoli azionisti e risparmiatori.

Un caso che non meriterebbe questo silenzio anzi dovrebbe diventare "il caso per eccellenza" contro il sistema bancario. Quello che dovrebbe spalancare le porte della rottamazione dei burattinai della vecchia e della nuova politica. Gli intoccabili, coloro che possono prendersi il lusso di non comparire davanti ai giudici perché impegnati in una qualche riunione. Lusso che non fu concesso nemmeno a Berlusconi Premier, inseguito da braccio violento della magistratura in ogni summit internazionale coprendo di ridicolo l'intera nazione.

Il tempo della vera giustizia è ancora lontano e per noi cattolici possiamo solo confidare che, almeno davanti a Dio, i colpevoli avranno quello che meritano.

Siena palazzo da basso

Diverso il trattamento riservato al caso Parmalat dove alla fine si trovò un capro espiatorio e Callisto Tanzi fu mandato a marcire in galera mentre i banchieri, tanto vicini all'ex patron della multinazionale del latte, continuarono a scalare i vertici del mondo finanziario, quegli stessi che "consigliarono" di acquistare "a buon mercato" la Cirio di Cragnotti, di ristrutturarla per bene e che esultarono alla quotazione a New York, grazie a falsi documenti confezionati con la sola fotocopiatrice dell'ufficio senza nemmeno il contributo di photoshop. Ovviamente nessuno si accorse di nulla, nemmeno dei miliardi (inesistenti) di liquidi disponibili su conti paradisiaci e diligentemente ascritti a bilancio a copertura delle perdite. Da una parte uscivano lire e euro veri mentre dall'atra parte del mondo entravano numeri fittizi, e il gioco era fatto.

"La società - scrive il Sole 24 ore del 6 maggio scorso - era in stato di dissesto già nel 1990, al momento della quotazione in Borsa, ed è stata tenuta in vita per anni dalle banche pubbliche grazie alle coperture accordate a Tanzi da vasti settori della politica, a cominciare dalla sinistra Dc. Uomo di collegamento tra Tanzi e i partiti è stato Sergio Piccini, un ex sindacalista della Cisl scomparso nell'aprile 2000 per un incidente d'auto, che ha intavolato buone relazioni anche con gli alti gradi della Guardia di Finanza.
Poi, nella seconda metà degli anni 90, sono entrate in azione le grandi banche d'affari, che hanno spinto Parmalat verso le acquisizioni internazionali e hanno cominciato a montare le operazioni di finanza strutturata: finanziamenti a tassi elevati mascherati da aumenti di capitale, in modo da occultare al mercato le reali condizioni finanziarie del gruppo. Operazioni che, tra interessi e commissioni, hanno fruttato miliardi di euro alle merchant bank."

Staremo a vedere se, da domani, i media nazionali seguiranno il processo con la passione giornalistica dimostrata per la Parmalat e per Marino o per il funerale di Casamonica o per il processo che vede coinvolto Bossetti nell'omicidio della povera Yara dove sono riusciti a trovare rilevanza anche le scappatelle della bella moglie, avvenute peraltro dopo l'arresto del marito, fregandosene per bene dei figli della coppia.

Il segreto di Stato farà la sua comparsa più e più volte e i cittadini pagheranno per tutti, come è sempre stato.

Siena panoramica della piazza

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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa di Prima Parma - Territorio & Autonomia sulla raccomandata inviata al Prefetto di Parma per la Petizione "Città Sicura" sottoscritta da oltre 2.000 cittadini nel Luglio 2014. -

Parma, 6 ottobre 2015 -

"Non bastava che l'amministrazione comunale, in violazione dello statuto in vigore, da oltre un anno, non desse la dovuta risposta a tutti questi parmigiani; ora è la prefettura ad essere latente.
Mentre l'atteggiamento dell'amministrazione comunale rasenta quello dell'arroganza del potere, diversamente, la situazione creatasi con la prefettura è a dir poco disarmante, se non si trattasse di rispettare i diritti dei cittadini.
Nei giorni scorsi, non avendo ricevuto alcun riscontro da parte del Prefetto di Parma, abbiamo contattato gli uffici della prefettura stessa per avere notizie in merito alla nostra richiesta di intervento inviata proprio a mezzo della suddetta raccomandata con ricevuta di ritorno. Immaginerete il nostro stupore nell'apprendere dal funzionario preosto che la raccomandata, regolarmente giunta a destinazione, era stata da loro protocollata il 16.09.2015 ma, udite udite, ci veniva detto che al momento non si riusciva a ritrovare la nostra lettera. Sbigottiti siamo stati con molta naturalezza informati che si sarebbero attivati per recuperarla e ci avrebbero richiamato nel pomeriggio. Non ricevendo alcuna telefonata, il giorno successivo abbiamo ricontattato gli uffici prefettizi chiedendo delucidazioni. Ancora una volta ci veniva detto che si stava cercando di recuperare la lettera, assicurandoci che saremmo stati contattati nello stesso pomeriggio. Questa specie di parodia è proseguita anche nelle giornate successive. Alla fine abbiamo chiesto ci venisse fissato un appuntamento con il prefetto per chiarire la vicenda. Naturalmente, ci è stato detto che saremmo stati chiamati nel pomeriggio; ovviamente anche questa volta nessuno ci ha chiamato.
Spesso, giustamente, si chiede ai cittadini rispetto per le istituzioni. Alla luce di questa esperienza, ci chiediamo se da parte delle stesse si ritiene sia questo il modo migliore per ottenerlo.
Gent.mo Sig.Prefetto, i cittadini di Parma meritano una sua pronta risposta; non crede?"

Cecilia Zanacca - Gianpaolo Lavagetto
Prima Parma - Territorio & Autonomia

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SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015 - Cereali, ancora nel segno della stabilità, Il futuro del Parmigiano Reggiano passa attraverso il nuovo disciplinare, Oltre 1,5 milioni i visitatori al padiglione del vino a EXPO. Cara vendemmia. Mais e soia, le previsioni di settembre. Sconfitta l'Ebola!

(in allegato il formato pdf scaricabile)

SOMMARIO Anno 14 - n° 40 4 ottobre 2015
1.1 editoriale Sconfitta l'Ebola!
3.1 cereali Mercati agricoli ancora nel segno della stabilità.
4.1 Lattiero caseario Tirano solo le materie grasse.
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano, il futuro passa attraverso la qualità, la distintività e l'innovazione.
8.1 vino Expo e padiglione vino. Dal primo maggio visitatori oltre quota 1,5 milioni
8.2 lavoro nero Cara vendemmia quanto mi costi
9.1 prezzi agricoli Ismea, l'incertezza frena gli scambi
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 40 4ot15 COP

Domenica, 04 Ottobre 2015 11:55

Sconfitta l’Ebola!

Ricordate l'Ebola? Quella malattia altamente contagiosa e mortale che ha imperversato per il centro d'Africa dalla primavera del 2014 sino alla primavera 2015? D'incanto le cronache di tutto il mondo l'hanno accantonata. Probabilmente è stata sconfitta. O no?

di Lamberto Colla - Parma, 4 ottobre 2015 -
 Di colpo si sono interrotti i bollettini sullo stato d'avanzamento della malattia nei corpi dei singoli e nella diffusione territoriale. L'estate anticipata ha preso il sopravvento e il bollettino "meteo mondiale" di colpo si è aggiornato con le temperature atmosferiche abbandonando le temperature virali.

Abbiamo tutti tirato un sospiro di sollievo quando il medico italiano Fabrizio Pulvirenti, contagiato dall'Ebola in Sierra Leone e ricoverato il 25 novembre 2014, fu dimesso alla vigilia dell'epifania.

Da lì in poi le notizie hanno cominciato a scemare sino a annullarsi definitivamente all'equinozio di primavera.

Più nulla. Si è passati da bollettini medici orari sullo stato d'avanzamento della malattia nei territori africani al numero di contagi che crescevano in modo esponenziale alle temperature degli infettati occidentali al silenzio totale.

O la malattia è scomparsa o non c'è più interesse a parlarne.
Un qualche dubbio che interessi ci fossero, più economici che umanitari, già mi era venuto nell'ottobre scorso ancora prima che il povero Pulvirenti si ammalasse e venisse condotto in Italia per essere sottoposto a quelle cure sperimentali e fuori protocollo ma autorizzate, proprio in forza dell'emergenza sanitaria, dall'OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità).

fabrizio Pulvirenti - TG2000

Un battage mediatico insistente, continuo e accompagnato da immagini raccapriccianti di donne e bambini stesi a terra in attesa di poter essere visitati ci ha accompagnati per quasi un anno. E finalmente l'OMS ha accolto l'offerta di alcune case farmaceutiche di testare i loro vaccini piuttosto che le loro cure.
L'emotività mondiale era così elevata che nessuno avrebbe mai potuto e voluto opporre resistenza a questi tentativi e così è stato.

I primi risultati si sono conseguiti (almeno dalle cronache riportate dalle grandi agenzie) e i medici colpiti sono diventati, senza la loro volontà, perfetti testimonial del successo farmaceutico, non certo a buon mercato.

Già, perché per guarire il solo Pulvirenti, sarebbe stato necessario l'utilizzo di ben quattro diversi farmaci sperimentali. Secondo le stime, il costo complessivo sostenuto dal nostro sistema sanitario per salvare il medico dovrebbe essere stato di circa un milione di euro.

Avete letto bene, oltre un milione di euro! Da questa tragedia che ha colpito milioni di persone, contagiato circa 28.000 persone e contato quasi 12.000 morti dei quali 500 erano operatori sanitari, qualcuno ha sistemato bilanci, realizzato ricerche sostenute da altri e riempito i cassetti.

"L'epidemia di Ebola è stata spesso descritta come una tempesta perfetta: un'epidemia transfrontaliera in paesi con sistemi sanitari deboli, che non avevano mai conosciuto l'Ebola prima", dice Christopher Stokes, direttore generale di MSF (Medici Senza Frontiere). "Ma questa è una spiegazione di comodo. Perché l'epidemia di Ebola andasse a tal punto fuori controllo, molte istituzioni dovevano sbagliare. E così è stato, con conseguenze tragiche ed evitabili."

Tanto di comodo che quando chi doveva incassare che cosa e quanto (lo sanno solo gli interessati) ecco che l'emergenza sfuma, i media voltano pagina e i morti rimangono.
Per quanto nessuno ne parli più siamo ancora ben lungi dall'avere risolto il problema umanitario, come dimostra il rapporto di Medici Senza Frontiere dello scorso 23 marzo. "Per dichiarare la fine dell'epidemia, scrive l'MSF, è necessario identificare ogni singola persona che sia stata in contatto con un malato di Ebola. Non c'è spazio per errori e leggerezze.
Il numero di nuovi casi a settimana è ancora più alto che in qualsiasi precedente epidemia e i casi complessivi non sono diminuiti in modo significativo dalla fine di gennaio.
In Guinea, il numero di pazienti è di nuovo in aumento. In Sierra Leone, presentano il virus molte persone che non erano nelle liste di contatti Ebola conosciuti.
In Liberia si è registrato in questi giorni un nuovo caso, il primo dopo le dimissioni dell'ultimo paziente a inizio mese.
"Il trauma dell'Ebola ha lasciato persone diffidenti nei confronti delle strutture mediche, operatori sanitari demoralizzati e timorosi di riprendere servizio, comunità in lutto, impoverite e sospettose", si legge sul rapporto. Nei tre paesi più colpiti, quasi 500 operatori sanitari hanno perso la vita lo scorso anno, un duro colpo per la già grave carenza di personale prima dell'Ebola.

Ebola non è sconfitta, anzi l'ultima vittima è del 16 settembre scorso come riportato da BLOGO e altre 700 sono in quarantena: "Una ragazza di 16 anni è morta in Sierra Leone a causa del virus Ebola. Fonti sanitarie locali hanno riferito che la ragazza è deceduta presso in centro dell'International Medical Corps della città di Makeni, nella provincia di Bombali che si trova al Nord del Paese, al confine con la Guinea ed è una zona in cui da almeno sei mesi non si verificavano casi di contagio, come ha specificato il Centro nazionale di lotta all'Ebola che ha espresso la sua delusione per la notizia di questa morte ma ha anche assicurato la predisposizione di tutte le misure necessarie per affrontare il caso di contagio."

Forse si sono risolti i problemi economici di alcune aziende, non certo degli africani.

A pensare male si fa peccato, ma spesso ci si prende! ... diceva qualcuno...

Ebola - infografica - settembre 2015 - tratta da BLOGO

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Riceviamo e pubblichiamo il comunicato stampa di Prima Parma – Territorio & Autonomia, a firma Zanacca - Lavagetto, sulla mancata risposta alla petizione sottoscritta da oltre 2.000 Parmigiani a sostegno del progetto "città sicura" come previsto dallo Statuto Comunale. -

Parma, 29 settembre 2015 -

Apprendiamo dai giornali on-line che oggi il Consiglio Comunale discuterà di sicurezza. Restiamo ancora una volta basiti nel constatare che nessuno dell'Amministrazione Comunale ha ancora dato risposta alla petizione sottoscritta da oltre 2.000 Parmigiani a sostegno del progetto "città sicura" come previsto dallo Statuto Comunale.
Eppure, dopo il nostro appello al Prefetto, ci era sembrato di capire che, a seguito della riunione dei capigruppo, la relativa mozione, dopo oltre un anno di attesa, era in dirittura di arrivo.

Inoltre, in risposta a quella presa di posizione, avevamo esplicitamente chiesto di essere avvisati qualora la mozione arrivasse in discussione in Consiglio Comunale, come atto di cortesia se non anche dovuto nei confronti di tutti gli oltre 2000 cittadini di Parma.

A questo punto, chiediamo ai consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, compresi quelli che in questi giorni si stanno impegnando in analoghe iniziative, se ritengono che tale atteggiamento sia rispettoso nei riguardi delle migliaia di cittadini che hanno sottoscritto la petizione.

Naturalmente, ci spiace pensare che, forse, il nostro atteggiamento collaborativo e sempre positivo, possa essere stato scambiato dall'Amministrazione come mancanza di forza nel concretizzare il nostro lavoro e le nostre proposte.

Ora utilizzeremo ogni strumento possibile per fare rispettare la volontà ed i diritti di noi Parmigiani ed arrivare ad avere una risposta certa e veloce alla petizione, stanchi ormai di questo atteggiamento irrispettoso di chi ci amministra.

Cecilia Zanacca

Giampaolo Lavagetto

Prima Parma – Territorio & Autonomia

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 39 27 settembre 2015 - Cereali, la quiete prima della tempesta? Fiscalità agricola, quanto costerà alle impresa il regalo del Governo? I prezzi agricoli hanno rialzato la cresta in agosto scorso. Mais e soia, le previsioni di settembre. Tedeschi rivisti e (s)corretti.
(in allegato il formato pdf scaricabile)

1.1 editoriale DAS(H) AUTO
3.1 cereali Mercati agricoli. La quiete prima della "tempesta"?
4.1 Lattiero caseario Lieve recupero del burro
5.1 mais e soia mais e soia: previsioni settembre 2015
6.1 Mercati agricoli Ismea. "AgrOsserva" - Speciale secondo trimestre 2015.
7.1 vino Gran finale frizzante a Pianello per il Valtidone Wine Fest
7.2 parmigiano reggiano Quali prospettive per Parmigiano Reggiano
7.3 pomodoro Il Festival del Pomodoro si presenta a Expo 2015
8.1 expo 2015 Expo. Il "World Food Research and Innovation Forum" oltre l'esposizione universale
8.2 fiscalità agricola IMU e Irap, i costi del loro funerale.
9.1 prezzi agricoli Ismea, prezzi agricoli rialzano la testa ad agosto
10.1 promozioni "vino" e partners

Cibus 39 27set2016 COP

Domenica, 27 Settembre 2015 12:29

Das(h) Auto

Tedeschi rivisti e (s)corretti. Prima o poi la corda si strappa. Il caso Volkswagen per quanto importante sia è solo la punta di un iceberg del (mal)costume tedesco. Essere i primi a tutti i costi e pure irriconoscenti.

di Lamberto Colla - Parma, 27 settembre 2015 -
 Bravi a tenere nascoste le loro magagne, spocchiosi e presuntuosi pensando che nessuno avrebbe potuto dire o fare qualcosa. Pronti a fare le pulci a tutti ma a alzare barriere insormontabili quando sono loro a essere posti sotto osservazione.

Intendiamoci, quello che è accaduto alla Volkswagen non è che un campanello di allarme che sta a indicare come il grande mercato Statunitense non sarà ceduto all'europa tanto facilmente e l'accordo transatlantico (TTIP o TAFTA Transatlantic Trade and Investment o Transatlantic Free Trade Area) dovrà muoversi secondo le linee proposte dagli USA e dalle sue potenti lobbies. Colpire uno per colpire tutti.

Quindi prepariamoci ai rigurgiti di questa vicenda i cui effetti negativi ricadranno su tutta l'economia europea o per effetto diretto, in quanto gran parte della componentistica dell'industria automobilistica tedesca viene prodotta in Italia, sia per effetto indiretto o traslato per le ripercussioni che avrà nella conclusione degli accordi di libero scambio transatlantico che Obama vorrebbe incassare prima della fine del suo mandato e tra i quali gli OGM sono una parte, non la sola, in contenzioso.

Tornando sul settore automobilistico, se la Volkswagen l'ha combinata bella grossa, introducendo un software di frode in grado di accorgersi del test di analisi dei parametri di emissione dei gas, tutte le altre case automobilistiche sicuramente qualche manomissione dei dati non possono non averla realizzata.
Non si comprenderebbe altrimenti come certi veicoli di elevatissima potenza possano dichiarare consumi degni di una utilitaria.

Ma quello che è accaduto altro non è che la rappresentazione del sistema Germania: una solidale complicità tra imprese, governo e sindacati.

Ricordiamo che nei board delle imprese un posto è sempre a disposizione dei sindacati e una frode di queste proporzioni non poteva non essere nota a molti; dagli operai ai consiglieri di amministrazione e quindi al Governo.

Governo che già a luglio era stato chiamato e rispondere a una interrogazione sulla vicenda confermando di esserne a conoscenza e se poi un qualche dubbio ancora ci fosse ecco che il repentino cambio di opinione della Merkel sulla faccenda dei profughi e la sua "marchetta" a favore della grande industria automobilistica tedesca invitando le grandi marche d'argento a assumere i profughi, alla luce dei fatti, altro non era che un infantile quanto spregiudicato tentativo di ripagare il danno inferto, nella speranza che tutto venisse insabbiato o quantomeno negoziato nelle segrete stanze di Berlino o Washington.

Che la ferrea "Portinaia del condominio Europa" si fosse trasformata, nel giro di poche ore, in un agnellino aperta a risolvere i problemi di tutto l'emisfero sembrava più una favola e non poteva che generare pesanti sospetti.

Berlino1

Infatti la posta in gioco è enorme sia dal punto di vista economico sia dal punto di vista dell'immagine.

Un'occasione che dovrebbe finalmente fare ringalluzzire i partner europei muovendoli a chiedere con forza, finalmente, chiarimenti anche in merito al debito pubblico e ai bilanci delle tantissime banche popolari e regionali che la Cancelliera è riuscita a sottrarre al controllo della BCE attraverso le quali il Bilancio nazionale viene "pulito" o piuttosto realizzate operazioni di riacquisto di titoli invenduti nel mercato primario (l'articolo 101 del Trattato di Maastricht vieta l'acquisto sul mercato primario di titoli di Stato da parte delle banche centrali).

A questo si aggiunga che le obbligazioni emesse dall'analogo istituto della nostra Cassa depositi e Prestiti, il KFW (Kreditanstalt für Wiederaufbau), non rientra nel conteggio del debito pubblico tedesco (circa 500 miliardi) mentre i 300 miliardi della nostra CDP rientrano eccome. Ma sono almeno 5 i trucchi utilizzati per "ingannare" i partner europei e vengono ben illustrati nell'articolo di Francesco Cancellato pubblicato su "LINKIESTA" "del 8/7/2014.

Infine non si creda che la Germania non abbia le sue MPS da gestire e risanare e la crisi Greca è stata una manovra di aiuto alle banche, tedesche comprese, piuttosto che un sostegno alla economia ellenica e quindi al popolo greco.

berlino6

Tedeschi rivisti e (s)corretti.
La perfezione tedesca scricchiola come era da immaginare. La perfezione non è di questo mondo e non poteva essere di esclusivo patrimonio tedesco.

Ma l'arroganza e supponenza tedesca ha offuscato tutti, loro compresi, incoscienti degli aiuti che l'europa ha, non si sa bene per quale motivo, loro destinato. Prima con il condono dei danni di guerra, poi con gli aiuti all'unificazione delle due germanie quindi con la concessione, agli inizi del 2000, a superare il tetto d'indebitamento infine nel concedere quegli artifici contabili vietati agli altri Paesi.

E loro, invece di starsene zitti, probabilmente ritenendo di essere una nazione eletta, hanno continuato a fare le pulci a tutti, a intervenire pesantemente nei fatti politici degli altri Paesi e soprattutto nei nostri. L'Italia unica nazione in grado di contrastare l'industria e la manifatturiera tedesca in ogni parte del mondo è stato per oltre vant'anni il principale obiettivo della germania.

Un'azione costante e spregiudicata di concorrenza sleale per indebolire le nostre aziende e passare all'acquisto a basso prezzo come avvenuto, restando in campo motoristico, con la Lamborghini e la Ducati.

Da questa vicenda non impareranno nulla come nulla impararono dai risultati delle due guerre mondiali e la prova sta nella risposta allo scandalo in corso in queste ore.

Solo una ammissione dei fatti, forse nella speranza di ottenere clemenza, ma nessuna scusa e una risposta di facciata con la "decapitazione" del vertice Volkswagen liquidato con una copiosa provvista economica per di più (si parla tra 28 e 33 milioni di euro).

Già perché Winterkom non era a conoscenza della manipolazione dei dati. Nel comunicato del board infatti si sottolineava che "Winterkorn non era a conoscenza della manipolazione dei dati" e veniva ringraziato "per il suo elevato contributo" alla società.
Ma il danno di immagine potrebbe avere conseguenze pesanti e quel che è peggio contagerà anche l'europa.

I tedeschi non cambieranno mai, toccherà a noi invece cambiare nelle relazioni con loro, aumentando la nostra autostima e soprattutto andando a mettere gli occhi e le mani nelle loro tasche.

Intanto comincino i tedeschi, almeno quelli onesti, a fare ammenda e a pulirsi in casa: Das(h) Auto.

berlino4 stop

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Interrogazione alla Giunta dei consiglieri Sassi, Bertani, Gibertoni: "Il Pd ha guadagnato oltre 130.000 euro dalla gestione dei parcheggi e ha tenuto aperta un'area di ristoro". -

Reggio Emilia, 25 settembre 2015 -

Il grande concerto tenuto da Ligabue al Campovolo di Reggio Emilia diviene terreno di scontro politico. Il Movimento 5 stelle denuncia che la gestione dei parcheggi avrebbe fatto guadagnare il partito democratico, perché in mano all'organizzazione di Festareggio, che fino al 13 settembre occupava l'area.

"Inibire ai partiti politici attività economiche che ledono le imprese di settore (coop sociali e imprese nelle varie forme)" ed "escludere dal patrocinio della Regione iniziative collegate ai partiti" - si legge nella nota della Regione. A chiederlo, attraverso una interrogazione alla Giunta, sono Gian Luca Sassi (primo firmatario), Andrea Bertani e Giulia Gibertoni del M5s.

"Il concerto di Ligabue al Campovolo- i consiglieri citano notizie stampa- ha registrato l'incasso record di 7,5 milioni di euro e a guadagnarci (oltre 130.000 euro) è stato anche il Partito democratico, attraverso la gestione dei parcheggi, in mano all'organizzazione di Festareggio". Inoltre, proseguono, "il partito ha tenuto aperta anche un'area ristoro".

"L'attività commerciale del soggetto non commerciale- rilevano gli esponenti M5s- deve svolgersi in ambiti tali da non costituire una forma di concorrenza per le aziende di settore (coop sociali e imprese nelle varie forme) che sostengono il rischio d'impresa e l'occupazione grazie al mercato" e "il Partito Democratico- concludono- attraverso proprie strutture ha svolto attività di tipo commerciale". - conclude la nota. 

 

 

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia
Domenica, 20 Settembre 2015 12:09

New York, New York! E’ qui l’America.

Le inutili polemiche e le domande mai poste a Renzi. Per un volo di Stato si riempiono pagine e pagine di giornali ma delle domande insidiose con la pretesa di risposte chiare e circostanziate manco l'ombra. No, a quanto pare, su Renzi non si può.

di Lamberto Colla - Parma, 20 settembre 2015 -
Fossi stato al posto di Flavia Pennetta e Roberta Vinci sarei stato orgoglioso della presenza del "mio Premier" alla celebrazione di un evento tanto straordinario quanto irripetibile.
Tutti gli italiani, appassionati o meno di tennis, avrebbero, in quella serata del 12 settembre, voluto possedere l'accesso al canale televisivo detentore dei diritti di diffusione per ammirare e commuoversi con quelle due splendide ragazze pugliesi che si affrontavano in una finale del Grande Slam dopo avere fatto fuori le numero e due del tennis mondiale.

Appassionati e non avrebbero dato qualsiasi cosa per partecipare e condividere le emozioni di quelle due straordinarie gladiatrici.
E' per tutti questi italiani, per un giorno orgogliosi di essere nati sotto al tricolore, che la presenza di Renzi aveva grande importanza.

Le inutili polemiche giornalistiche che sono seguite al viaggio non hanno trovato riscontro sull'opinione pubblica e probabilmente erano finalizzate a qualcosa d'altro, forse a distrarre l'attenzione da qualcosa che doveva passare inosservato.

Il premier, se volete anche attraverso la sua spontanea e fresca, quanto estemporanea e inaspettata decisione a partecipare, si è concesso quello che gran parte dei suoi concittadini avrebbero voluto fare e perciò non solo non è stato criticato ma è risultato ancor più simpaticamente umano.

Invece di polemizzare sul costo di un viaggio di Stato, che per il nostro bilancio equivale all'acquisto di una risma di carta per una piccola media impresa, sarebbe meglio che i grandi giornali, quelli che contano, che influenzano e sono a loro volta troppo influenzati, avessero chiesto a Renzi di spiegare come potrà sostenere le promesse di taglio smodato delle tasse.

Infatti, il programma di Matteo Renzi sul fronte fiscale prevede: via tassa sulla prima casa, Imu agricola e tassa sugli imbullonati dal 2016 (tutte misure che saranno inserite nella legge di stabilità), interventi su Ires e Irap dal 2017 e misure sugli «scaglioni Irpef» dal 2018.

Una sommatoria di capitoli fiscali che stando a quanto riferito dal presidente Anci assommerebbe a 5 miliardi di euro.
«L'abolizione della Tasi sulla prima casa e dell'Imu agricola e sui cosiddetti imbullonati deve prevedere contestualmente risorse equivalenti per i Comuni pari a 5 miliardi». Lo ha riferito il presidente Anci Piero Fassino al termine di una riunione del coordinamento delle città metropolitane.


La domanda che dovrebbe sorgere spontanea: da dove provengono le risorse? E' questa la domanda legittima che dovrebbe essere posta, da parte dei grandi influenzatori, a Renzi & C. e di cui esigere una risposta plausibile.

Dalla revisione della spesa pubblica credo possano giungere solo che briciole.
La stima della spesa totale delle pubbliche amministrazioni è di 127 miliardi all'anno (di cui 67 riguardano la sanità) e avere la possibilità di incidere, anche di pochi punti percentuali, porterebbe risparmi enormi ma di ciò non si hanno notizie certe.

Certo è invece che ben tre "luminari" hanno assunto l'incarico della revisione e nessuno è riuscito a portare a termine il compitino.
Giarda, Bondi e infine Cottarelli hanno tentato ma invano e l'unica eredità è la costituzione della CONSIP, organismo cui spetta il compito di bandire le gare e fare da acquirente unico in grado di spuntare prezzi «convenzionati » più bassi di quelli di mercato, ma che per ora è stata in grado di gestire (gestire non vuol dire risparmiare) solo una minima partita per un valore non superiore a 38 miliardi.

E Ripresa economica sia!
Per fare "bilancio" quindi rimane solo un capitolo su cui contare - salvo qualche regalino da BCE e Ue - per compensare il taglio promesso: la ripresa economica del Paese.
Ed ecco che spunta, notte tempo, la ripresa economica che andrà a fare quadrare il bilancio di previsione e prontamente introdotti nel DEF (Documento di programmazione Economica e Finanziaria) approvato nelle scorse ore.

Le stime di crescita per il 2015 sono state aggiornate dallo 0,7 allo 0,9% mentre per il 2016 è previsto che il PIL cresca dell'1,6%.
Un raddoppio che profuma di miracolo all'italiana.

Non si comprende come si potrà, nel 2016, raggiungere quel livello di crescita senza riforme concrete e durature.

Di questo ne è convinto anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi il quale, riferendosi al risicato incremento di PIL registrato a fine agosto, aveva commentato che "Non basta e non è merito dell'Italia" - "La crescita del Pil dello 0,3% non basta, anche perché non è merito nostro ma è dovuto solo al dimezzamento del prezzo del petrolio a rafforzamento del dollaro e al Qe (Quantitative Easing - l'operazione voluta fortemente da Mario Draghi all'inizio del 2015. ndr)" e poco dopo aggiunge che "Noi non abbiamo fatto le pulizie interne, bisogna fare le riforme, solo in questo modo possiamo far ripartire il Paese".

A queste regalie vanno aggiunti i 13-14 miliardi che il Governo riuscirà a rastrellare dal buon cuore d'Europa per la maggiore flessibilità che sarà concessa oltre ai 3,3 miliardi che giungeranno per sostenere il programma di assistenza all'immigrazione. "L'indebitamento netto, si legge nella relazione al Parlamento allegata alla nota di aggiornamento al Def, potrà aumentare, rispetto al profilo tendenziale, fino ad un importo massimo di 17,9 miliardi nel 2016 (che include, ove riconosciuti in sede europea, i margini di flessibilità correlati all'emergenza immigrazione fino a un importo di 3,3 miliardi), 19,2 miliardi nel 2017, 16,2 miliardi nel 2018 e 13,9 miliardi nel 2019".

A fronte di questa ennesima presa per i fondelli, la stampa d'elite trova il coraggio di attaccare Renzi per un viaggio di rappresentanza al quale tutti avrebbero voluto partecipare, giornalisti accusatori compresi.

Sorge il sospetto che sia tutta una montatura, creata a arte per non dover porre domande troppo imbarazzanti d'altro tipo e al contempo di far credere all'opinione pubblica che una opposizione esiste e la critica giornalistica non teme di affrontare direttamente e a viso aperto il Premier.
Beato chi ci crede!

Un Alieno sul trofeo
(caccia all'Alieno: di chi è quel viso immortalato sul trofeo di Roberta Vinci?)
(foto da Presidenza del Consiglio)

Pubblicato in Politica Emilia
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