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Domenica, 03 Maggio 2015 11:14

Festa per il Lavoro. Altro che “choosy”!

Il 1° maggio festeggiato con la disoccupazione galoppante. Unica nota positiva viene dai lavoratori di Expo e la commovente gara di solidarietà (gratuita!) per completare il padiglione del Nepal.

di Lamberto Colla - Parma, 3 maggio 2015 -
Ancora una batosta arriva dai dati Istat. La disoccupazione cresce ancora e a essere maggiormente colpita è la fascia giovanile. I commentatori, giusto per dare un po' di speranza, dicono che siamo alla soglia limite e che comunque è troppo presto per dare un giudizio sul "jobs act" e sulle altre misure messe in campo dal Governo a fine 2014, atte a favorire l'occupazione.

Fatto sta che altri 90.000 posti di lavoro sono stati bruciati. Due grandi imprese commerciali, "Auchan" e "Mercatone Uno" hanno annunciato il loro stato di crisi. La grande catena distributiva francese dovrà ridurre di circa 1.500 unità il proprio organico mentre per il Mercatone Uno i commissari (Stefano Coen, Ermanno Sgaravato e Vincenzo Tassinari) stanno tentando di acquisire la fiducia dei fornitori per poter procedere nell'attività; in ballo ci sono 3.700 dipendenti. Sono solo gli ultimi due esempi della settimana in corso, ma l'elenco delle aziende in stato di crisi sul tavolo del Ministero dell'Industria e sui tavoli provinciali sono migliaia e si allungherà sempre più se il Governo non si deciderà a fare una operazione forte non per incentivare l'occupazione ma per stimolare il lavoro.

E' imperativo abbattere le tasse, magari introducendo la flat tax, almeno in un settore a titolo di sperimentarne l'impatto.
Se le imprese non hanno lavoro come possono dare occupazione? Le stesse imprese che hanno la fortuna di avere ordinativi continueranno a fare fronte alle risorse umane in carico senza ulteriori acquisti in manodopera strette come sono nella marginalità e dalla stretta creditizia. A tale proposito, la laborioso Emilia Romagna, stando all'analisi di Confesercenti, è il fanalino di coda nazionale nell'erogazione di credito alle imprese commerciali e del turismo.
In questa situazione di congelamento persistente c'è poco da sperare che un misero incentivo all'assunzione possa stravolgere la situazione dell'occupazione; al limite verranno regolarizzati contratti di lavoro precari, niente più.
Nuova occupazione potrà essere offerta solo se le imprese, soprattutto le micro, piccole e medio imprese, saranno nelle condizioni di tornare a competere sui loro mercati di riferimento. E allora la fantasia , creatività e competenze degli italiani faranno la differenza e l'economia tornerà a volare.

Basta volerlo!

Occorre liberare i "tori infuriati " da eccesso di repressione fiscale e allora il mondo economico si troverà invaso nuovamente di prodotti e servizi tricolore.
Ci vuole coraggio a governare e si deve accettare il rischio di non piacere agli "pseudo alleati europei" come invece fece drammaticamente il governo Monti. I rigurgiti della politica di lacrime e sangue continuano a rialire verso la bocca.

E' proprio di poche ore fa la notizia che la Corte Costituzionale ha stabilito che la norma con cui per il 2012 e il 2013 era stato bloccato l'adeguamento al costo della vita delle pensioni di importo superiore a tre volte il minimo Inps è incostituzionale. Un costo di 5,3 miliardi di euro che va a soffocare il tesoretto appena scoperto di 1,7. La legge, contenuta nel Salva Italia varata dal governo Monti a poche settimane del suo insediamento era stata promulgata "in considerazione della contingente situazione finanziaria".
Una condizione evidentemente non sufficiente per la Consulta che ha sancito nuovamente il principio che "L'interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti, è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio" (sentenza numero 70 depositata giovedì 30 aprile, di cui è relatrice il giudice Silvana Sciarra.)

Ancora una volta i professoroni ci hanno dato dimostrazione di quanto sia distante la pratica dalla teoria.

Infine che dire del tormentone che ha attraversato la stampa più autorevole circa i migliaia di giovani, i choosy per dirla alla Fornero, che avrebbero rifiutato 1.300€/mese offerti da Expo2015. Una campagna di falsità alimentata gratuitamente e senza un apparente scopo se non quello di attrarre lettori affamati di gossip e senzionalismi. Quella stessa stampa autorevole che pur di raccogliere consensi tradotti in "click", "Mi piace" e commenti sgrammaticati, posta quotidianamente articoletti sulle "10 cose da fare per soddisfare una donna o un uomo", piuttosto che selfie desnudi con bacio saffico di starlette dello showbiz internazionale e altre amenità pruriginose.

Ebbene, questa autorevole stampa ha dovuto fare retromarcia solo dopo che la "stampa libera", rappresentata dai social media, ha raccolto le testimonianze di questi "schizzinosi" che invece di 1.300€ ne avrebbero presi 500 dovendo sopportare anche le spese di trasferta o di coloro i quali, dopo mesi spesi in attesa di una risposta da parte della società di selezione, hanno dovuto declinare l'invito perché, nel frattempo fortuna loro, avevano trovato altro impiego.

Così, in un momento di crisi di lavoro, si calpesta la dignità di chi cerca, non trova, e addirittura, piuttosto che restare a casa, lavora gratuitamente solo per acquisire esperienza nella vana speranza che un giorno possa diventare spendibile.
Nel giorno della ricorrenza del 1° maggio, festa del lavoro per chi ce l'ha, sarebbe il caso che Governo facesse un esame di coscienza e prendesse il coraggio di agire, mentre la "stampa", orfana dei governi di Berlusconi, indirizzi i suoi strali verso i detentori di privilegi statali tornando a assumere il ruolo di testimonianza e di critica, indispensabili per alimentare una sana democrazia.

 

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Gilda degli Insegnanti di Parma: "La settima parata del Pd in pochi giorni, questa volta al "Gadda" di Fornovo Taro. -

Parma, 29 aprile 2015 -

Con la scusa di una denominazione ingannevole, "Buona Scuola", il Partito Democratico sta cercando di infliggere agli insegnanti italiani e all'intero sistema scolastico l'approvazione di norme liberticide, indegne di un sistema di istruzione libero e democratico, il tutto senza il minimo confronto con le rappresentanze di categoria che il 5 maggio sciopereranno. A Parma e nel Parmense continua la presenza asfissiante della politica dentro la scuola, in particolare del Pd. L'ultimo episodio, il settimo in pochi giorni, è avvenuto al "Gadda" di Fornovo Taro, dove ancora una volta c'era il parlamentare Romanini. Nel nostro territorio è diventato usuale invitare nelle scuole i rappresentanti di questa forza politica, dalla quale mai ci saremmo mai aspettati azioni così gravi. Gli altri episodi che stanno rendendo evidente la deriva politica della scuola parmense e italiana, sono avvenuti: all'Istituto "Bodoni", dove per consegnare ai ragazzi quella Costituzione, la stessa che la "Buona Scuola" calpesta, erano presenti in pompa magna il parlamentare Pagliari e l'esponente locale Serpagli (entrambi del Pd). Dice Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti: "Vogliono dare il mandato ai presidi di scegliersi a piacimento gli insegnanti, questo significherà; clientele, corruzione e malavita". Gli altri casi in ordine di tempo, avvenuti dall'inizio di aprile, riguardano l'Istituto Comprensivo di Traversetolo, il Solari di Fidenza, il Berenini di Fidenza, il Bocchialini di Parma, la media "Zani" di Fidenza e il "Bodoni" di Parma.

(fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

La Gilda degli Insegnanti contro la presenza all'Istituto "Bodoni" del parlamentare Romanini e l'esponente locale Serpagli, entrambi del Pd. -

Parma, 27 aprile 2015 -

"Mentre col furbesco nome di "Buona Scuola" il Partito Democratico sta cercando di infliggere agli insegnanti italiani e all'intero sistema scolastico l'approvazione di norme liberticide, che per certi versi sono addirittura peggiori di quelle dell'epoca fascista, il tutto senza il minimo confronto con le rappresentanze di categoria, a Parma e nel Parmense l'aria di regime è sempre più pesante: è diventato usuale invitare nelle scuole i rappresentanti di questa forza politica dalla quale mai ci saremmo mai aspettati azioni così gravi tese a minare uno dei pilastri del sistema democratico. L'ultimo imbarazzante episodio, il sesto in pochi giorni, è avvenuto all'Istituto "Bodoni", dove per consegnare ai ragazzi quella Costituzione, la stessa che con la legge della pseudo "Buona Scuola" si vorrebbe violare, erano presenti in pompa magna il parlamentare Romanini e l'esponente locale Serpagli (entrambi del Pd), il primo in rappresentanza del Senato e l'altro della Provincia. Istituzioni che per motivi di opportunità avrebbero potuto mandare esponenti diversi da quelli del Pd. Un Regio decreto del 1923 disponeva che la scuola era governata dal "preside e dal collegio dei professori", adesso si vuole instaurare una nuova dittatura, reclutando i docenti con scelta discrezionale del preside il quale diverrebbe una sorta di proprietario. Un metodo che introdurrà il clientelismo, l'arbitrio, la corruzione e anche i condizionamenti della malavita organizzata la quale certamente è interessata a manovrare la distribuzione di posti di lavoro. Inoltre si vuole depauperare il Collegio dei docenti, sottraendogli il potere delle scelte didattiche ed affidare tutto al capo."

Dice Salvatore Pizzo, Coordinatore Provinciale della Gilda degli Insegnanti: "Per questo respingiamo la presenza nelle scuole di esponenti di quella parte politica, anche quando rappresentano le istituzioni, fanno parte di un partito che vuole eliminare la libertà della classe docente asservendola a logiche insulse". Gli altri casi in ordine di tempo, avvenuti dall'inizio di aprile, riguardano l'Istituto Comprensivo di Traversetolo, il Solari di Fidenza, il Berenini di Fidenza, il Bocchialini di Parma, la media "Zani" di Fidenza.

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

Le atrocità della guerra sono ferite che mai alcuna pratica di chirurgia estetica riuscirà a far sparire. Il terrore delle incursioni notturne di "Pippo" sono ancora limpide nei ricordi di chi è sopravvissuto. Meglio non dimenticare.

di Lamberto Colla - Parma, 26 aprile 2015 -


Meglio non dimenticare. Sono trascorsi solo 70 anni dalla fine della seconda guerra mondiale da quel 25 aprile 1945 in cui vennero liberate Milano e Torino. Via via la resistenza conquistò le città, Bologna il 21 aprile, Genova il 23, Venezia il 28 aprile per concludersi con la Resa di Caserta del 29 aprile, data che sancisce la fine della seconda guerra mondiale.

Vendette e "conti in sospeso" proseguirono ancora per diversi anni a seguire ma chi era stato destinato alla guida provvisoria del Paese lavorò alacremente per condurre la nazione in un processo di rapida democratizzazione e, già il 2 giugno 1946, il referendum popolare decise per repubblica e quindi, via verso l'ultimo passo formale: la stesura della Costituzione.

Non dimenticare quegli anni, per coloro che hanno avuto la fortuna di non viverli, vuol dire andare a indagare, interrogando i nonni e gli amici dei nonni, andando a fare ricerche per comprendere cosa vuol dire vivere sotto bombardamento. Il terrore che i soldati venissero a fare rappresaglia nel cortile o a requisire il cibo e le scorte alimentari. In guerra la vita umana non ha valore salvo quando può essere utilizzata come merce di riscatto.

Sono trascorsi 70 anni, 70 anni di pace, o quasi.

La pace è una conquista che va alimentata con giudizio giorno dopo giorno. Non è un stato di fatto permanente, anzi è una combinazione di fattori altamente instabile. La naturale propensione del genere umano a prevaricare è impossibile da eliminare e può essere governata solo con intelligenza e con il solito ma efficace metodo della carota e del bastone.

70 anni di pace, tra gli ex alleati e gli sconfitti della seconda guerra mondiale, grazie a quei premier, così lungimiranti, che addirittura misero le fondamenta per una patria comune quell'europa che ancora stenta a decollare.

E, all'interno di questa Europa, in questi 70 anni di "quasi" Pace, abbiamo assistito all'erezione del Muro di Berlino e alla sua distruzione, allo smembramento della Jugoslavia e vissuto, da telespettatori, alla guerra in Bosnia. Ai confini invece assistiamo al conflitto ucraino e alla minaccia dell'ISIS ma anche una massa biblica di donne, bambini e uomini che fuggono dalle guerre, prevalentemente civili, nei loro paesi. Tentano una difficile fuga nella speranza di sopravvive vivendo nella certezza che morirebbero nel loro paese.

Si stimano circa 5.000 sbarchi a settimana e è fuori discussione che si debba intervenire nel salvataggio in mare, per norme marittime ma soprattutto per coscienza cristiana.
Il salvataggio però non è sufficiente e l'accoglienza non può essere compito della sola Italia, come invece pretenderebbero i partner europei. Il premier britannico, solo per fare un esempio, ha perentoriamente dichiarato che la marina di Sua Maestà andrà in soccorso, per due mesi, nel mediterraneo ma il Regno Unito non darà asilo a alcuno. Dopodiché David Cameron ha lasciato il vertice straordinario dell'UE mancando di presenziare alla conferenza stampa.

Un vertice dei capi di governo che, ancora una volta, ha dimostrato come l'Europa sia molto lontana dal traguardo di una confederazione tra Stati dimostrando al mondo intero la sua debolezza e la miopia dei premier, di statura ben diversa dai loro predecessori di 70 anni fa.

Non basta l'avere deciso di triplicare l'impegno economico a favore dell'operazione Triton, che da novembre scorso ha preso il posto di mare Nostrum, raggiungendo la medesima quota di spesa (9 milioni al mese) sostenuta dall'Italia durante l'operazione autonoma di salvataggio. Non basta anche per il fatto che la maggiore responsabilità sulla attuale situazione libica è da imputare ai Francesi e agli Inglesi. Non basta perché l'Italia potrà opporsi a sostenere i suoi impegni quando i problemi giungeranno da oriente o dal nord dell'europa.

Non basta perché la pace va conquistata, giorno dopo giorno, con la fiducia e non con il menefreghismo ostentato dall'Europa e dai suoi rappresentanti.

Alla luce di quanto sta accadendo nel mondo ma soprattutto nel vicino medio oriente, nell'est dell'europa e nel continente africano , il 25 aprile deve assumere il significato di proiettare nel futuro la storia, far comprendere e ricordare come gli errori si possono rapidamente trasformare in orrori.

Il 25 aprile, festa nostrana della liberazione, deve perciò trasformarsi nella festa della pace e della tolleranza, della fiducia e dell'orgoglio nazionale, della convinzione che, anche se armata, la pace non è una conquista definitiva ma un regalo per la buona condotta.
Di questo passo l'Europa presto non sarà più in pace!

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015

SOMMARIO Anno 14 - n° 16 19 aprile 2015
(In allegato la news letter in formato pdf scaricabile)

SOMMARIO

1.1 editoriale Il paese del bengodi cade a pezzi. Ricominciare daccapo!
3.1 Lattiero caseario La caduta dei derivati del latte.
4.1 Expo2015 I Musei del Cibo: le eccellenze di Parma per Expo 2015
4.2 salute e benessere Dimagrire col cioccolato per poi mantenere il peso
5.1 tempi di crisi Fallimenti diminuiti nel primo trimestre 2015
5.2 eventi Torna "Caseifici Aperti"
6.1 aspettando expo2015 La porta d'ingresso di Expo2015, il Padiglione Zero.
7.1 export Esportazioni di formaggi italiani in crescita
8.1 ambiente Greenpeace cerca fondi sola da privati.
9.1 promozioni "vino" e partners

Dai soffitti delle scuole ai ponti. I crolli di questi ultimi mesi dimostrano che, oltre all'incuria, vi è dolo o totale incapacità a costruire o ricostruire.
Bisogna ricominciare dai fondamentali.

di Lamberto Colla - Parma, 19 aprile 2015 -
Sino a qualche anno fa convivevo con la presunzione di stare in uno dei paesi più avanzati e democratici del mondo.

Un paese con molti difetti tra i quali l'accettazione, da parte della maggioranza della popolazione, di una quota sensibile di malcostume politico e istituzionale, ma dove era sicuro vivere e prosperare, immersi nella grande bellezza, diffusa in ogni angolo.

Mi consideravo fortunato perché facendo un computo tra pregi e difetti, i primi riuscivano a prevalere.

Questa pesantissima crisi economica invece sta mettendo in evidenza e assegnando sempre maggiore spazio a dilaganti quanto intollerabili e censurabili comportamenti criminali.
Avrei preferito veder cadere qualche muretto a secco di Pompei piuttosto che i soffitti delle scuole, magari appena restaurate, o ponti inaugurati una settimana prima. Un Paese che fa bella mostra di acquedotti d'epoca romana ancora intatti e moderne sopraelevate spezzate in due. A questo punto c'è da pensare che molte "mine" siano seminate qua e là sul nostro fragilissimo territorio.

Un Paese dove sono sufficienti due giorni di piogge abbondanti per mettere in ginocchio intere regioni, provocare danni miliardari e quasi sempre qualche morto.
In mezzo a tutti questi disastri quelli che maggiormente mi turbano e mi fanno veramente rabbia sono quelli che colpiscono le scuole, luoghi per eccellenza destinati al culto e dove la famiglia dovrebbe avere la certezza di avere consegnato in sicurezza il proprio figliolo.

Questo dovrebbe essere un elemento fondamentale dal quale mai prescindere. Così infatti lo è sicuramente all'estero e in nazioni la cui fama non è certamente positiva.

Proprio nei giorni scorsi, parlando con una signora rumena, in Italia per fare una campagna agricola, mi fece vedere le foto dei suoi bambini all'interno dei plessi scolastici.
Da non credere! Aule perfettamente ordinate e pulite, ampi spazi ricoperti da enormi e bellissimi tappeti dove i bambini, seduti a terra e in cerchio, svolgono alcune parti didattiche più socializzanti. Nei periodi di vacanza, mi raccontava la signora, e in quei giorni si stava consumando la Pasqua Ortodossa, le scuole svolgono comunque attività collettive, da ricerche a visite nei musei, a istruzioni di ballo di coppia e di lingue. Attività volontarie e non obbligatorie ma comunque altamente educative e formative.

Qui invece gli edifici scolastici sono fuori norma e i soffitti cadono in testa agli alunni. In quest'ultima settimana è stata sfiorata la tragedia per il crollo di un soffitto in una scuola appena ristrutturata di Ostuni con "solo" due allievi feriti. A Olbia invece è caduto un grosso lampadario e il fato, in quest'ultimo caso, ha voluto solo dare un avvertimento colpendo uno dei banchi da poco liberato in quanto gli alunni stavano uscendo dall'aula.
Ed è ancora vivo il ricordo del liceale di Rivoli (TO), morto sepolto a seguito del crollo del soffitto del Liceo Darwin che, oltre alla morte del 17enne Vito Scaffardi, in quel tragico giorno di novembre 2008 fece altri quattro feriti gravi.

A nulla servì il pesante richiamo del destino a rimettere in sicurezza gli edifici scolastici attraverso la tragedia della scuola di San Giuliano di Puglia in provincia di Campobasso. A seguito della scossa sismica dell'ottavo grado che colpi il Molise il 31 ottobre 2002, l'istituto "Francesco Jovine" crollò lasciando intrappolati sotto le macerie 56 bambini, 4 maestre e 2 bidelle. Il bilancio definitivo delle vittime fu tragico: 27 bambini e una maestra, oltre a 35 feriti, molti dei quali con lesioni permanenti.
Da quel giorno del 2002 sono trascorsi quasi 13 anni ma nulla sembra sia stato fatto.

CONCLUSIONE
Occorre rifondare l'Italia partendo dai fondamentali e la scuola prima di ogni altra cosa. Non solo in termini di sicurezza ma anche in termini educativi e di sostegno sociale alle famiglie. Una buona e sana educazione produrrà una sana e educata società nel prossimo futuro.
Infine bisogna definitivamente chiudere il periodo delle emergenze e degli appalti al massimo ribasso. Nell'emergenza ormai è appurato, almeno sin dal terremoto dell'Aquila ma sicuramente anche da prima, ci sguazzano i soliti e spregiudicati noti.

Bisogna fare pulizia e tornare a essere quel Paese del Bengodi ammirato e invidiato.

Oggi di quel Paese è rimasto ben poco e in mano a pochissimi sciagurati e immorali che si arricchiscono sulle spalle dei tanti che sgobbano, soffrono e pagano.

Quei tanti invisibili che però diventano visbilissimi quando si tratta di affibbiare una multa, una tassa o una pena qualsiasi e che inermi osservano il super-buonismo destinato a chi delinque quotidianamente e ai quali una giustificazione sociale si riesce sempre a confezionare.

Crollo della scuola di San Giuliano di Puglia - terremoto Molise 31 ottobre 2002 - Foto Protezione Civile

 

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Venerdì, 17 Aprile 2015 17:37

Parma - Scuola, esponenti del PD al "Bocchialini"

Quarto caso in pochi giorni esponenti del PD all'interno di una Scuola Statale di Parma, questa volta è accaduto al "Bocchialini". - 

Parma, 17 aprile 2015 -

Oramai è provocazione pura: proprio all'indomani di una mobilitazione nazionale che vede coinvolti tutte le organizzazioni rappresentative della scuola italiana, comprese la quasi totalità che di quelle che rappresentano i dirigenti scolastici, unite contro l'aggressione che il Pd vuole perpetrare contro i docenti chiamandola con il simpatico nome di "Buona Scuola", ancora una volta in un istituto sono stati invitati esponenti del Pd.

Siamo oramai al regime è un fatto indecente, un "modello Parma" che per adesso siamo gli unici a denunciare. Dopo il caso dell'Istituto Comprensivo di Traversetolo (dove sono stati chiamati il deputato Romanini), quello del"Solari" di Fidenza (dove è intervenuto un autorevole esponente del Pd fidentino), dell'l'Itis "Berenini" anch'esso di Fidenza, dove sono intervenuti sindaco, vice sindaco e presidente del consiglio comunale, tutti del Pd, oggi la notizia dell'ennesima parata arriva dal "Bocchialini" di Parma, dove c'era nuovamente il deputato Romanini, il sindaco di Salsomaggiore Fritelli e l'esponente Pd Simona Caselli.

La Gilda degli Insegnanti è apartitica ed apolitica (ribadiamo contestavamo in maniera durissima anche le scelte dell'ex governo Berlusconi ai tempi della riforma Gelmini), ma esprimiamo il nostro disappunto, invitando le persone a reagire civilmente, innanzitutto perché la scuola è per definizione apolitica e poi perchè è inopportuno invitare proprio gli esponenti del Pd in questo preciso momento, la loro presenza all'interno delle scuole suona come una provocazione: il testo del Disegno di Legge sulla cosiddetta "Buona Scuola", infatti prevede l'instaurazione della dittatura del preside, scardina il principio dell'imparzialità della pubblica amministrazione, rimettendo sostanzialmente alla volontà di un singolo la decisione dei criteri per le assunzioni e addirittura dei trasferimenti dei docenti, volontà che se trasformate in legge saranno portatrici di inevitabili fenomeni di corruzione. Si vuole dare ai presidi il potere di entrare nella didattica, nonostante la Costituzione tuteli espressamente la libertà dell'insegnamento, si vogliono licenziare d'ufficio tutti coloro che per oltre 36 mesi sono stati sfruttati con contratti a temine, ciò se malauguratamente non dovessero rientrare in un fumoso piano di assunzioni che il governo intende agganciare alla sedicente riforma e che invece potrebbe attuare con un decreto ad hoc. Proprio ieri i docenti della Gilda di Parma sono scesi in piazza al fianco degli studenti, principali vittime di questo tentativo di assalto alla scuola. Salvatore Pizzo, coordinatore provinciale della Gilda, precisa: "I deputati del Pd compiano un atto di coraggio, votino in dissenso dal loro gruppo parlamentare e si schierino con il territorio che li ha eletti".

(Fonte: ufficio stampa Gilda Insegnanti Unams Parma)

"Voglio vederci chiaro" afferma il consigliere leghista. "Aspettiamo di vedere l'esposto, poi valuteremo il da farsi" la replica dell'assessore Veneroni -

- di Federico Bonati -

Reggio Emilia, 13 aprile 2015 –

"Era il luglio 2014 quando il Consiglio di Stato rese pubblica la sentenza 3214/2014, nella quale decretava l'annullamento del POC approvato nel 2006 perché mancavano alcuni passaggi e la dichiarazione di pubblica utilità. La sentenza in questione scaturì da una segnalazione di alcuni cittadini interessati dal tracciato della strada tangenziale, sulla quale ritengono tuttora che il comune abbia commesso molti errori nell'iter del progetto, errori rilevati anche dal Consiglio di Stato". Esordisce così Mauro Melli, consigliere della Lega Nord nel comune di Novellara, dicendo di volerci vedere chiaro in merito a questa vicenda, arrivando, infatti, a presentare un esposto alla Corte dei Conti di Bologna chiedendosi se gli amministratori e i funzionari comunali "si siano resi responsabili di danno erariale per non aver seguito il corretto iter deliberativo".

"Il sindaco Elena Carletti ed il suo assessore ai lavori pubblici - prosegue Melli - affermarono in seguito sulla stampa che avrebbero fatto ricorso, realizzando poi la delibera di giunta n. 110/2014 con la quale decisero di stanziare una cifra per lo studio Coffrini atta a presentare il ricorso". A Melli questi sembravano, come affermò alla stampa lo stesso consigliere, soldi sprecati, presentando in seguito alcune interrogazioni, durante i consigli comunali, sulla vicenda, nonchè una mozione con delibera di consiglio n. 59/2014 e 59-1/2014, affinchè venisse istituita una commissione di controllo e garanzia, prevista dal testo unico enti locali, ma la maggioranza votò contro tale proposta. Il comune in ottobre ritirò poi tutte le consulenze legali in atto con lo studio Coffrini affidandole ad altri legali, come si evince dalla determina 535/2014, con il seguente saldo dei conti in sospeso.

"A dicembre- continua la cronistoria del consigliere del Carroccio- iniziò l'iter di adozione del nuovo POC così come richiesto dal Consiglio di Stato, ma ricordo che risulterà concluso solo quando ci sarà l'approvazione da parte del consiglio comunale, e per il momento siamo in una condizione incerta". Storia finita? Assolutamente no, perché da un lato il comune di Novellara ritirò il ricorso perché non più interessato (sentenza n.1694/2015), ma al tempo stesso il Consiglio di Stato condannò il comune al pagamento delle spese legali per un ammontare di 2000 euro. "Ancora soldi buttati" tuonò sulla stampa Melli, che per vederci chiaro in questa vicenda si è rivolto alla Corte dei Conti.

Sulla vicenda è stato chiamato ad intervenire anche l'assessore all'urbanistica del comune di Novellara Carlo Veneroni, che ha appreso dall'articolo del Resto del Carlino dell'esposto del consigliere Melli: "Non ho ancora visto l'esposto. Appena avremo modo di vederlo, come amministrazione comunale, faremo le dovute valutazioni del caso". All'assessore viene poi richiesto per quale motivo la proposta di Melli di una commissione di controllo e garanzia riguardante la tangenziale, ricevette il parere negativo della maggioranza: "Perché era già presente un altro strumento comunale, vale a dire la commissione urbanistica. Non era il caso di istituire una commissione speciale, creando un clima non piacevole, soprattutto tra i dipendenti comunali". Una vicenda, quella novellarese, che ancora non intravede la parola fine.

Pubblicato in Cronaca Reggio Emilia

Un uomo qualunque compie una strage e scappa. Pazzo, stressato o uomo che viveva sopra le righe ma non c'è motivazione che tenga per giustificare quanto avvenuto al Tribunale di Milano giovedi mattina scorso.

di Lamberto Colla - Parma, 12 aprile 2015 -

E' paradossale ma mentre Claudio Giardiello compiva i suoi gesti eroici in tutta libertà all'interno del Tribunale di Milano, in Prefettura era in corso una riunione per discutere di sicurezza in presenza del Ministro dell'Interni Angelino Alfano. Certo che con l'inaugurazione dell'EXPO 2015 a meno di un mese e con l'ISIS a poche miglia dalle nostre coste, il Signor Claudio Giardiello, è riuscito a accendere tragicamente i fari sulle falle della sicurezza dei nostri obiettivi sensibili.

Quello che è accaduto al Tribunale di Milano sorprende ancor più se si pensa che da 12 anni "Striscia la Notizia" documenta le falle nella sicurezza dei Tribunali italiani, Milano compreso. Servizi giornalisti ben documentati che pare non abbiano ottenuto la necessaria attenzione da chi è preposto alla sicurezza di uno dei Fori più importanti del Paese.

E' stata necessaria l'impresa dell'uomo qualunque, il Claudio Giardiello, soffocato dalla crisi economica, a giudizio per bancarotta fraudolenta, armato di pistola vera e con due caricatori di scorta a svegliare l'opinione pubblica e fare cadere in disgrazia le famiglie delle 4 vittime, dirette o indirette, della lucida follia di un ex imprenditore.
Una persona qualunque, vestito della uniforme da professionista, è riuscita a entrare eludendo ogni controllo ben armato e, almeno da quanto hanno raccontato le cronache locali, a scorribandare all'interno del Tribunale per cercare le sue vittime e poi, mentre le teste di cuoio pensavano a come fare irruzione, ecco che l'assassino non è più asserragliato al 7° o al 4° piano bensì fuori dall'edificio e, in sella al suo scuterone, indirizzato verso il successivo obiettivo se non fosse stato finalmente intercettato presso Vimercate a 30 km dal luogo della strage.

Non un terrorista, dunque, ma una delle tante persone disperate, non un fanatico guerrafondaio addestrato nei campi dell'Isis, ma una cultura criminale acquisita solo dai telefilm polizieschi di cui era appassionato. Ebbene quest'uomo ha raggiunto il suo scopo, selezionando le sue vittime e colpendole a morte, tranne una persona colta da malore, ma avrebbe potuto essere una strage di ben altre proporzioni se l'agguato fosse stato preparato da professionisti del crimine, se invece di una beretta 7,65 fosse stato dotato di una mitraglietta o, ancor peggio, di bombe. Decine e decine sarebbero state le vittime accomunate nel tragico destino.

Prima che venga definitivamente e rapidamente sepolto l'episodio avremo da ascoltare le solite banalità dei benpensanti, di coloro che cercheranno di sminuire l'accaduto, e di altri che, come peraltro ha già dichiarato il giudice Gerardo Colombo, sosterranno che è frutto del clima avverso ai giudici.
Altri ancora cercheranno di dipingere l'assassino armato dalla Stato usurante, tant'è che già nel pomeriggio di giovedì era stata aperta una comunità su Facebook "Claudio Giardiello Vittima dello stato" che, all'alba del giorno successivo, contava già 232 fan.

Tante ne sentiremo per addolcire la pillola ma, c'è da scommetterci, ben presto calerà il silenzio, non per pudore ma per opportunismo.

Fatto sta che la gravità di quanto è accaduto giovedi scorso al Tribunale di Milano non può passare sotto l'uscio.
I responsabili della sicurezza del Tribunale dovranno essere perseguiti e la Sicurezza generale del nostro Paese dovrà essere rivista, meglio coordinata e soprattutto, accogliendo l'invito dell'arcivescovo di Milano, Cardinale Angelo Scola, a non lasciarsi coinvolgere da sterili polemiche auspicando invece che ognuno faccia la sua parte per garantire la sicurezza "Ogni Istituzione, scrive l'Arcivescovo di Milano, a partire dalla Chiesa, faccia la propria parte per prevenire e contenere il male che acceca e uccide, per educare al bene comune e per garantire sicurezza ai cittadini."

Il paradosso è che mentre l'uomo qualunque cercava le sue vittime, dentro e fuori il tribunale il Ministro dell'Interno, Angelino Alfano, era in Prefettura del capoluogo lombardo a discutere, guarda caso, sulla sicurezza potendo così vivere sul campo il tasso di protezione garantito agli obiettivi sensibili. Non voglio immaginare quanto possono essere esposti gli obiettivi meno sensibili.

Che nessuno si scandalizzi se ben presto saremo testimoni di una rincorsa a acquistare armi per la difesa personale.
E allora sarà veramente il far west!

 

 

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L' Assessore al Welfare del Comune di Parma, Laura Rossi: "Il Governo finge di non togliere soldi agli italiani e scarica sugli Enti Locali. Stiamo rischiando tutti di non vederci garantiti i diritti essenziali nei prossimi anni". -

Parma, 9 aprile 2015 -

Riceviamo e pubblichiamo -

"Questo Def non è una manovra, che toglie i soldi dalle tasche degli italiani... Non ci saranno tagli alle prestazioni per i cittadini"... Matteo Renzi - 7 aprile 2015.

"Dopo sei anni diciamo basta ai tagli ai Comuni. Quando si parla di spesa nei Comuni bisogna sapere che cosa significa: asili nido, scuole materne, assistenza domiciliare, disabili, trasporti, riassetto del territorio e promozione cultura. Dal 2010 i Comuni hanno contribuito al risanamento con oltre 17 miliardi, di cui 8,5 miliardi per il Patto di Stabilità e altri 8,5 come riduzione della spesa. Sforzo mai chiesto in uguale misura a nessuna altra amministrazione pubblica, partendo dai ministeri alle regioni. Alle amministrazioni che hanno la maggiore responsabilità del debito e della spesa pubblica, non è stato chiesto un sacrificio pari a quello che hanno dovuto sopportare i sindaci. Dopo sei anni diciamo basta. Siamo stufi di sentirci spiegare come bisogna gestire i Comuni da dirigenti ministeriali che un Comune non lo hanno mai visto. E non hanno mai amministrato nemmeno un condominio. Vogliamo che la forbice si fermi... Piero Fassino - 7 aprile 2015.

Piero Fassino, presidente dell'ANCI, ha temporeggiato quanto poteva, per rispetto del Presidente del Consiglio che è anche segretario del suo partito ma, infine, ha tuonato...
I Comuni devono, per legge, chiudere i bilanci di previsione 2015 e anche i Sindaci del PD sono costretti a dire ciò che a Parma stiamo dicendo da Novembre.
Il Governo finge di non togliere soldi agli italiani e scarica sugli Enti Locali quei tagli lineari ed indiscriminati, che costringono i Sindaci ad aumentare le tasse e a ridimensionare i servizi, riorganizzandoli, poiché non ci sono più le coperture di legge.
Le affermazioni di Matteo Renzi e Piero Fassino sono evidentemente in contraddizione l'un l'altra e la politica locale è incapace di proporre soluzioni ma sa bene come sfruttare ed organizzare la protesta per meri scopi elettorali.
La proposta, essere capaci di proposta, anche se dall'opposizione, è prassi politica Italiana sconosciuta ma riconoscere nelle parole di Piero Fassino la reale preoccupazione che hanno tutti gli amministratori locali di non essere più in grado di garantire livelli di servizi precedentemente conquistati, è realtà, è evidente a chiunque.
Cari cittadini, intellettualmente onesti non organizzati dalla politica, non lasciatevi incantare dalle sirene della politica locale, la verità è che stiamo rischiando TUTTI di non vederci garantiti i diritti essenziali nei prossimi anni se il Governo non cambia veramente verso, ve lo stiamo dicendo da mesi...
Lavoriamo tutti i giorni per trovare soluzioni, nell'ostracismo quotidiano di chi non ha a cuore la crescita della Città ma il solo obbiettivo di "riconquistare" il potere, sfruttando qualsiasi argomento o occasione.
Spero che la voce di Piero Fassino tuoni più forte della nostra...

Laura Rossi
Assessore al Welfare del Comune di Parma
www.assessorelaurarossi.it

 

Pubblicato in Politica Parma
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