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Domenica, 26 Gennaio 2014 10:08

La crisi si legge nel mattone.

 

Più che flessione si tratta di  vero e proprio crollo dell’edilizia residenziale: -37,2%

 

 - Roma  gennaio 2014 -- 

Nel primo semestre del 2013 l'edilizia residenziale presenta una rilevante flessione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,2% le abitazioni e -35,5% la superficie utile abitabile). A comunicarlo è l’ISTAT nella   periodica rilevazione. Anche l'edilizia non residenziale - prosegue il comunicato dell’istituto statistico - ha una consistente diminuzione con quasi un terzo di superficie in meno rispetto al primo semestre del 2012 (-31,6%).

Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta in forte calo, presentando, nel primo trimestre, una variazione tendenziale del -38,2% e nel secondo del -36,2%. Significative sono anche le diminuzioni della superficie utile nel confronto con gli analoghi trimestri del precedente anno: -36,6% per il primo trimestre 2013 e -34,3% per il secondo.

Nel primo trimestre del 2013, l'edilizia non residenziale presenta una superficie in netta contrazione rispetto allo stesso periodo del 2012 (-37,3%). Meno accentuata è la flessione nel secondo trimestre 2013, con un calo della superficie non residenziale pari al 25,6% rispetto allo stesso periodo del 2012.

abitazioni IItrim2013 gde

 

(Fonte ISTAT)

Pubblicato in Economia Emilia

Il presidente Trespidi: "Ecco come saranno suddivise le risorse del 'tesoretto' sul lavoro. Incrementato di 200mila euro dalla Provincia il fondo con Comune e Camera di Commercio" -

Piacenza, 21 gennaio 2014 -

"Il 'Tesoretto' della Provincia di Piacenza a favore del lavoro, previsto nell'assestamento di bilancio del novembre scorso, verrà suddiviso tra lavoratori a rischio di espulsione-esclusione dal mercato del lavoro, giovani tra i 29 e i 34 anni e per azioni a favore dell'autoimprenditoria". Così il presidente della Provincia di Piacenza Massimo Trespidi, che questo pomeriggio ha illustrato la destinazione delle risorse accantonate dall'ente di Corso Garibaldi a sostegno del lavoro per fronteggiare la crisi economica.
Le risorse totali, si diceva, ammontano a 500mila euro. Di queste, 200mila euro andranno ad incrementare il Fondo per contributi a datori di lavoro per interventi a sostegno dell'inserimento e del reinserimento professionale di lavoratori a rischio di espulsione-esclusione dal mercato del lavoro - anno 2013-2014. Il fondo attualmente dispone di complessivi 118.946,42 euro (e risulta così composto: 33.946,42 Provincia di Piacenza, 50mila euro Camera di Commercio di Piacenza e 35mila euro Comune di Piacenza). Con gli ulteriori 200mila euro della Provincia di Piacenza il fondo arriverà a 318.946,42 euro e consentirà di finanziare ed incentivare, secondo le stime, l'assunzione di circa 70 lavoratori. I destinatari sono lavoratori e lavoratrici over 50 disoccupati e lavoratrici over 35 e lavoratori over 45 in difficoltà nel reinserimento lavorativo; i beneficiari dei contributi sono i datori di lavoro privati titolari di partita IVA. "Questa tipologia di contributi - hanno spiegato Trespidi, la dirigente del Settore Formazione e Lavoro, servizi alla persona e alla comunità della Provincia Manuela Moreni con la referente delle Politiche del Lavoro Scilla Fagnoni - è una soluzione che tiene conto dell'immediatezza dell'intervento, dei tempi stretti di spesa, dell'efficacia sulla base dei risultati pregressi: si tratta infatti di contributi che riceve il datore di lavoro per l'assunzione a tempo indeterminato o la stabilizzazione del lavoratore".
Altri 250mila euro saranno invece concretizzati in incentivi alle imprese per l'assunzione e la stabilizzazione di giovani dai 29 ai 34 anni. I destinatari sono giovani disoccupati e inoccupati e lavoratori discontinui di età 29-34 anni; i beneficiari sono i datori di lavoro privati titolari di partita IVA. "Si tratta – ha continuato Trespidi - di un'iniziativa, tesa a fronteggiare la disoccupazione giovanile, che prevede contributi a favore dei datori di lavoro che assumono - o trasformano il rapporto - a tempo indeterminato. L'iniziativa è stata condivisa con le parti sociali. Si sta valutando di inserire nel bando un contributo aggiuntivo in caso di assunzioni da parte di imprese innovative (in possesso di brevetti o che hanno depositato domanda di brevetto)".
Infine 50mila euro saranno destinati al sostegno di iniziative di promozione dell'autoimprenditoria giovanile e femminile. La Provincia, con modalità già consolidata, interviene all'abbattimento del tasso d'interesse (pari a due punti percentuali) per le aziende richiedenti, a seguito del convenzionamento in essere con Cariparma e Confidi locali. Le somme sono erogate direttamente ai beneficiari in base all'ammontare comunicato; in questo modo vengono finanziate le cosiddette "start up". Ogni anno lo sportello risponde a migliaia di contatti (15mila nel biennio 2012-2013). Nel 2013 i progetti analizzati sono stati più di 2mila; 130 le imprese attivate tra il 2012 e il 2013. Nell'ultimo triennio (2010-2013) hanno avuto accesso alla linea di credito agevolata, attivata in convenzione con Cariparma e Confidi, 95 realtà (per importi di investimento stimati pari a 3 milioni di euro e contributi provinciali pari a 100mila euro).
Per informazioni relative all'avviso pubblico (per l'inserimento e il reinserimento di lavoratori e per il piano giovani) è possibile, per la Provincia, contattare: Graziella Cucina (0523 795519) e Cecilia Copelli (0523 795502). L'avviso pubblico e la relativa modulistica sono pubblicati nel Portale Lavoro sul sito della Provincia (www.provincia.pc.it) e sul sito della Camera di Commercio (www.pc.camcom.it). La data di scadenza per la presentazione delle domande è il 30 aprile 2014. Per l'autoimprenditorialità è possibile contattare l'indirizzo mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Piacenza)

 

Pubblicato in Comunicati Lavoro Emilia

Presenti gli organi dirigenti dell'Associazione imprenditoriale modenese il Sindaco della città dei Pico Maino Benatti e il presidente del Consiglio regionale Palma Costi -

Modena, 16 gennaio 2014 -

"C'è necessità di ricreare condizioni di fiducia, finalizzate all'avvio di una nuova fase di crescita. Per un tessuto economico che, malgrado sisma e crisi, non si è arreso, ha resistito riprendendo il lavoro tra infinite difficoltà. Snellimento delle pratiche burocratiche, ricostruzione, acceso al credito, una proroga seria al rifinanziamento dei mutui: servono segnali forti e concreti a tal senso. C'è tanto da fare, ostacoli e problemi non mancano, ma non ci tireremo indietro. Siamo stati al fianco delle imprese nei momenti peggiori, lo siamo oggi, lo saremo sempre". Un inciso di rilievo quello di Mauro Bega direttore sindacale di Confesercenti Area Nord a coronamento dell'inaugurazione della nuova sede dell'Associazione imprenditoriale a Mirandola. Con lui anche il sindaco della città dei Pico Maino Benatti, il presidente del Consiglio Regionale Palma Costi, Roberto Bernaroli e Andrea Ratti rispettivamente presidente Confesercenti Area Nord e membro del consiglio di presidenza di Confesercenti Modena.

La nuova sede - in via Agnini sempre presso il direzionale La favorita con l'ingresso ora al civico 94 - sostituisce di fatto quella sita nel medesimo stabile. Va ricordato comunque che l'attività dell'Associazione non si è mai arrestata se non per pochi giorni immediatamente dopo il sisma. Confesercenti infatti per non far mancare il proprio sostegno e vicinanza, data la gravità del momento agli associati, aveva provveduto ad attivare un apposito punto di riferimento in due casette mobili così da poter continuare ad offrire i propri servizi di consulenza.

Dopo il taglio del nastro e il saluto alle autorità il presidente Bernaroli ha voluto ringraziare i dipendenti Confesercenti per l'incessante impegno profuso nei mesi successivi al sisma. L'intervento di Mauro Bega ha offerto poi qualche spunto di riflessione su post-sisma e ricostruzione. "Rimane indelebile il ricordo di quei drammatici giorni. Come del resto la reazione di fronte alla catastrofe, mostrata da cittadini ed imprese. Reazione che ha contribuito tra mille difficoltà, prima a salvaguardare e quindi a rimettere in moto quella rete importante e fondamentale costituita da tante micro e piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi, parte dell'ossatura portante dell'economia locale. Confesercenti non ha fatto mancare il proprio sostegno, come non mancherà di farlo oggi e in futuro. Sono innumerevoli e difficili le sfide imposte ogni giorno dal binomio composto da crisi e sisma. Le imprese stanno resistendo, ma a fatica dal momento in cui le richieste di sospensione e rateizzazione delle imposte o la realizzazione di una fiscalità di vantaggio portata avanti da Associazioni, Comuni e Regione, sono state dal Governo disattese o accolte solo in parte. Le difficoltà però non debbono frenare la possibilità per la città di Mirandola di recuperare quella centralità che l''ha sempre contraddistinta come polo attrattivo commerciale e dei servizi dell'intera Area nord, comuni e province limitrofe compresi".

"È il momento della ricostruzione – ha evidenziato Bega - del nostro tessuto economico, sociale e culturale. E Il commercio deve essere parte integrante di questo progetto come lo è del territorio. A tal senso riteniamo ci sia necessità di un'azione sinergica tra l'Amministrazione comunale, le Associazioni imprenditoriali e di tutti gli imprenditori per contribuire all'elaborazione di un progetto che sia innovativo e di rilancio. In particolare del centro storico, in grado di mettere insieme recupero degli immobili sostegno delle imprese presenti e delocalizzate, azioni mirate di promozione. Il nostro impegno in questa direzione non verrà a meno. Come del resto quello di continuare ad essere un punto di riferimento per le PMI di Mirandola".

"Il 2014 – ha sostenuto il Sindaco di Mirandola Maino Benatti - sarà un anno importante per la ricostruzione della nostra comunità ed abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Le Associazioni di categoria, in particolare, hanno dato prova di impegno nella fase di emergenza e nell'avvio della ricostruzione, a fianco dei cittadini e delle istituzioni. A Confesercenti va dato merito per il lavoro svolto e per la costanza nell'opera di ripresa, culminata con l'apertura di questa nuova sede. All'associazione rivolgo i più sentiti auguri per il tanto lavoro che resta ancora da fare per far tornare le nostre comunità come prima e, se possibile, ancora migliore"

Situazione imprese commercio, servizi, terziario comuni Area Nord colpiti dal sisma
Il momento dell'inaugurazione ha rappresentato per l'Associazione anche l'occasione per fare il punto relativamente alla situazione attuale in merito alle piccole e medie attività imprenditoriali del commercio come dei servizi, dei comuni della sola Area Nord lesionati dal sisma Su un totale di circa 1600 imprese attive, sono circa 270 quelle che permangono ancora in strutture temporanee per la difficoltà a rientrare nella loro sede o trovarne un'altra adeguata alle loro esigenze. Nello specifico, risultano ancora delocalizzate in media circa il 16% delle imprese. Riguardo invece alla situazione dei singoli comuni dell'Area Nord: a Mirandola risultano ancora in strutture mobili o d'emergenza il 16% delle attività; a Concordia e San Felice Sul Panaro, sono rispettivamente il 30%; a Cavezzo e a San Possidonio il 20%; mentre nei restanti Comuni – Finale Emilia, Medolla , San Prospero e Camposanto, variano da un 6% ad un 10%.

(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)

 

 

 

Il potere di acquisto delle famiglie si è stabilizzato negli ultimi mesi ma è sceso al 1989. 

 

Emilia, 13 gennaio 2014 -

 “Il potere d’acquisto delle famiglie, dopo sei anni di caduta quasi ininterrotta, si è stabilizzato negli ultimi mesi. Ciò è favorevole alla ripresa che dovrà contare, oltre che sull’export, sulla stabilizzazione dei consumi privati ”– dichiara Sergio De Nardis capo economista NOMISMA commentando il dato ISTAT sulla propensione delle famiglie al risparmio.

“Il dato alimenta però anche motivi di preoccupazione perché evidenzia il deterioramento strutturale delle condizioni di vita generato dal periodo di recessione. In termine pro capite, il potere d’acquisto delle famiglie italiane è arretrato di 25 anni. Ciò è complementare al significativo aumento della povertà negli ultimi anni.

Ci sono anche preoccupazioni congiunturali. Il miglioramento dei redditi non si accompagna a un pari aumento dei consumi: la propensione al risparmio è tornata a crescere. L’economia avrebbe bisogno di consumatori che spendono. Al rialzo del risparmio contribuiscono l’esigenza di ricostituire la ricchezza intaccata negli anni passati, ma anche l’elevata incertezza. 

In un quadro segnato dal deterioramento del mercato del lavoro, il clima incerto è accresciuto dalla confusione in materia di tassazione, dalla continua riapertura di cantieri che si pensavano chiusi (v. pensioni), dagli scivoloni della politica. Tutto ciò alimenta timori, comportamenti precauzionali e rinvii di spesa, neutralizzando le notizie positive che derivano da altri fronti (riduzione dello spread).

Una politica economica che voglia salvaguardare la ripresa e ridare slancio all’Italia non può dunque eludere il dato di partenza costituito dal fortissimo peggioramento subito dalle famiglie. Essa deve poi  porsi l’obiettivo minimo di indicare in modo chiaro quali siano le condizioni fiscali e normative in cui le famiglie e le imprese saranno chiamate a effettuare le proprie scelte di spesa e investimento – conclude De Nardis.

 

Per effetto del calo del potere di acquisto più di due italiani su tre (68 per cento) hanno ridotto la spesa o rimandato l'acquisto di capi d'abbigliamento e oltre la meta (53 per cento) ha detto addio a viaggi e vacanze e ai beni tecnologici (52) e molto altro ancora. E' quanto emerge da una analisi Coldiretti/Ixè  dalla quale si evidenzia che il calo del potere di acquisto rilevato dall’Istat ha provocato una spending review degli italiani durante l’anno. La situazione economica generale del Paese - sottolinea la Coldiretti - si riflette sul potere di acquisto delle famiglie e quindi sull'andamento dei consumi. La crisi infatti ha provocato una profonda spending review dei bilanci familiari che ha colpito tutti le voci di spesa come la frequentazione di bar, discoteche o ristoranti nel tempo libero, dei quali ha fatto a meno ben il 49 per cento. Il 42 per cento degli italiani ha rinunciato alla ristrutturazione della casa, il 40 per cento all'auto o alla moto nuova e il 37 per cento agli arredamenti. Significativo è anche - continua la Coldiretti - l'addio alle attività culturali del 35 per cento degli italiani in un Paese che deve trovare via alternative per uscire dalla crisi, ma anche quello alle attività sportive (29 per cento) destinato ad avere un impatto sulla salute. E per il 2014 - conclude la Coldiretti - pesa il fatto che appena il 14 per cento delle famiglie italiane pensa che la propria situazione economica migliorerà, mentre per il 35 per cento è destinata a peggiorare anche se una maggioranza del 51 per cento ritiene che non cambi. (Fonti Nomisma e Coldiretti)

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

 

FIPE-CONFCOMMERCIO teme ulteriori aggravi per le imprese con l’adozione della moneta elettronica. 

 

Roma, dicembre 2013

Il 2013 si chiude con una forte preoccupazione per gli esercenti. A rendere un po’ meno serene le loro feste è la norma che introduce dal 2014 l’obbligo di accettazione della moneta elettronica in tutti esercizi commerciali, ivi compresi bar e ristoranti.


«Si tratta di una questione seria – ha commentato, Lino Stoppani, il presidente della Fipe-Confcommercio, la Federazione leader nel settore dei pubblici esercizi – che se non sarà risolta non consentirà di guardare al prossimo futuro con grandi speranze. La diffusione dei POS non è completata e le transazioni elettroniche sono ancora eccessivamente onerose».
Fipe auspica che contestualmente all’obbligo di accettazione del pagamento con moneta elettronica vengano adottati i decreti attuativi, perché questa condizione risolverebbe i problemi sollevati da Fipe. Infatti, come si apprende da organi di stampa, gli schemi dei decreti, nel testo noto, pongono un tetto limite di 30 euro di spesa per la tracciabilità dei pagamenti ed esentano dall’installazione del Pos le attività che nell’anno recedente hanno realizzato un fatturato inferiore a 200 mila euro.

Domenica, 29 Dicembre 2013 08:17

Codacons: a Natale speso il 42,7% in meno del 2007

 

Natale, in sei anni consumi crollati di 7,7 miliardi di euro. Nel 2007 gli italiani hanno speso 18 miliardi nel 2013 10,3 miliardi.

 

 

 Roma, dicembre - Spese di Natale crollate in Italia dal 2007 ad oggi, con una riduzione degli acquisti pari a 7,7 miliardi di euro in soli 6 anni. Il dato drammatico viene fornito oggi dal Codacons.

“Le festività di Natale rappresentano la principale occasione di acquisto per le famiglie, generando ingenti volumi d’affari in tutti i settori (alimentare, viaggi, casa, profumeria, cultura, ecc.). Tuttavia negli anni – spiega il Presidente Carlo Rienzi - a causa della crisi economica e della progressiva perdita del potere d’acquisto dei cittadini, si è registrato in Italia un crollo vertiginoso dei consumi natalizi, calati dal periodo pre-crisi ad oggi addirittura del 42,7%”.

In base ai dati ufficiali infatti nel 2007 “l’effetto Natale”, ossia i maggiori consumi per spese natalizie effettuate nel mese di dicembre presso negozi, grande distribuzione e centri commerciali, è stato pari a 18 miliardi di euro. Nel 2013 invece – afferma l’associazione – la spesa degli italiani nell’intero periodo natalizio per i vari settori (alimentare, viaggi, regali, casa, ecc.) non supererà quota 10,3 miliardi di euro.

Ciò significa che in 6 anni le famiglie del nostro paese hanno ridotto i consumi legati alle feste del 42,7%, tagliando le spese natalizie per la maxi cifra di 7,7 miliardi di euro. 

(Fonte Codacons)

Il presidente Vasco Errani in Assemblea legislativa: "Una situazione critica per l'economia e la crisi colpirà anche nel 2014". Fondi strutturali, riforme, sostegno alle aziende e per l'occupazione, investimenti per la sicurezza del territorio e azioni per la ricostruzione post sisma: "Così la Regione Emilia-Romagna ha agito per contrastare le difficoltà e io continuo a lavorare senza fare mai un passo indietro" -

Bologna, 17 dicembre 2013 -

Un 2013 complesso e un 2014 che si prospetta difficile. Ma un'Emilia-Romagna che pur non essendo fuori "dalla crisi più grave della nostra storia per occupazione e lavoro", tuttavia "ha i conti a posto" e registra "significativi risultati nell'utilizzo delle risorse a disposizione" e nel "contrasto alle difficoltà dettate dall'economia". Ecco come la Regione Emilia-Romagna "ha agito per contrastare la crisi e io continuerò a lavorare senza fare un passo indietro".

Così, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha questa mattina tracciato un bilancio dell'anno appena trascorso davanti all'Assemblea legislativa, chiamata a discutere una relazione sullo stato di attuazione del programma di legislatura.

Ha dato rilievo alla difficile congiuntura, il presidente Errani, partendo dal dato dei "9 punti di Pil persi dal 2008" e al 8,9 per cento di disoccupazione in Emilia Romagna, "un dato elevatissimo per la nostra regione, pur a fronte di un 12,2 per cento di media nazionale". Dunque "calo della produzione, difficoltà per una parte significativa delle imprese, crisi del credito, aumento delle diseguaglianze e fenomeni di precarizzazione sociale, non solo lavorativa". Dati "preoccupanti" cui nella propria relazione il presidente ha sommato la crisi delle istituzioni, a indicare "la necessità di riforme profonde a partire dall'Unione europea".

In questo quadro l'Emilia Romagna "ha cercato di lavorare per attraversare la crisi mettendo allo stesso tempo in campo strategie di una crescita intelligente fondata su economia verde e qualità sociale".
"Il lavoro che abbiamo fatto – ha affermato Errani - è di assoluta qualità. Abbiamo gestito, insieme alle forse sociali e datoriali, migliaia di crisi. Strumento fondamentale insieme al sostegno al credito sono stati gli ammortizzatori in deroga: questa Regione ha usato per la mobilità solo il 3% dei fondi, meno di chiunque in Italia". L'altra leva "è stata quella del sostegno al credito: sono convinto che le scelte da noi fatte con i consorzi fidi e di garanzia abbia consentito a centinaia di imprese di non chiudere. Ma alcune norme europee e nazionali vanno riviste, come anche nel campo degli ammortizzatori in deroga".

Altri risultati, ha aggiunto Errani, sono stati registrati nel campo dell'export (+2% nel manifatturiero negli ultimi 3 anni, pur non recuperando il Pil) e dell'agricoltura, con una produzione lorda vendibile significativamente cresciuta tra il 2007 e il 2012.
Un passo importante della propria relazione il presidente della Regione lo ha dedicato alla chiusura della programmazione dei Fondi strutturali europei 2007/2013: "Questa Regione, come sempre, non lascerà nemmeno un euro nell'utilizzo di questi fondi, e siamo più che soddisfatti di questo risultato. Ora – ha aggiunto - si decida dove investire e come sulla base di chi ha saputo dimostrare di essere efficiente e di qualità per una nuova programmazione, anche integrata con i fondi regionali, perché si tratta delle risorse più importanti di cui disporrà questo Paese dal 2014 al 2020, bisogna che non perdiamo questa opportunità". In questo senso, ha specificato Errani, "le Regioni hanno già fatto un primo accordo col ministro Trigilia".

Infine, il presidente della Regione si è soffermato sulle politiche socio-sanitarie ("la nostra sanità ha i conti in regola, continueremo a investire su un nuovo welfare") e sulla ricostruzione post terremoto. In relazione a quest'ultimo aspetto, il presidente e commissario per ricostruzione ha sottolineato come il processo di rinascita nell'area "non è certo compiuto ma è in corso", e dopo aver ricordato "il raggiunto obiettivo non semplice dell'utilizzo al 100% dei fondi europei per l'emergenza, per cui c'era uno scetticismo di molti", ha annunciato che "entro il 23 dicembre saranno varate una serie di linee guida per rendere omogenei i percorsi per i professionisti".
Quindi il nuovo piano rifiuti (che sarà presentato entro gennaio) e gli investimenti per la sicurezza del territorio, 1 miliardo negli ultimi 6 anni ("vogliamo diventare la prima Regione ad avere un piano di gestione dei rischi").

"Questa Regione è ciò che fa e io – ha concluso Vasco Errani rivendicando con orgoglio il proprio ruolo e operato – continuerò a lavorare discutendo, confrontandomi, affrontando eventuali polemiche senza mai fare un passo indietro rispetto alle mie responsabilità".

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Ancora niente crescita per le Pmi modenesi: la produzione cala nel terzo trimestre sia rispetto ad un anno fa, sia a confronto dei tre mesi precedenti. Ancora una volta a salvare il settore manifatturiero è la meccanica -

Modena, 12 dicembre 2013 -

Quello del secondo trimestre, quando la produzione aveva raggiunto quasi il pareggio, si è rivelato un fuoco di paglia. Nel periodo luglio-settembre, infatti, i principali parametri produttivi delle imprese sino a 50 dipendenti monitorate da CNA subiscono un’altra battuta d’arresto: rispetto a dodici mesi fa perde il 2,5% la produzione e il 2,6% il fatturato. Ci salva l’export, che raggiunge quota 27,8% del fatturato, ma soprattutto a causa della perdurante debolezza del mercato interno. Le speranze si aggrappano agli ordinativi, annunciati in crescita sia dall’estero (+7,5) che in Italia (+1,5%). In leggera flessione (-1%) l’occupazione.

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AI LIVELLI DEL 2009

Una vero e proprio ruzzolone, insomma, che fa tornare l’economia dei piccoli ai valori del 2009, distanti quasi 20 punti (circa un quinto in meno), dai livelli produttivi record raggiunti sei anni fa, come fotografa il grafico seguente.

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I SETTORI

Tutti segni meno nei vari settori produttivi, con le eccezioni della meccanica, sia quella di precisione che pesante, e delle apparecchiature elettroniche, segmento magari ancora non diffusissimo nel nostro territorio, ma da seguire per l’alto contenuto di valore aggiunto che lo caratterizza. Ecco nel dettaglio gli andamenti settoriali (ciascun valore fa riferimento alla variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

ALIMENTARE

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-8,5%

-3,9%

-16,6%

FATTURATO

-6,8%

-1,9%

-15,4%

ORDINI ITALIA

-12,3%

+0,3%

-6,4%

ORDINI ESTERO

+6,9%

+0,1%

-5,0%

Rallenta la fase negativa di un settore che solitamente ha nel secondo semestre dell’anno il suo periodo clou. Sale ai massimi (33,2% la quota di fatturato estero sul totale).

MAGLIERIA

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-20,7%

-13,2%

+3,9%

FATTURATO

-14,5%

-8,9%

+5,7%

ORDINI ITALIA

-26,5%

+5,0%

-0,1%

ORDINI ESTERO

-15,5%

-11,4%

+3,0%

Era solo un solo un fuoco di paglia l’incoraggiante risultato marcato dalla maglieria nel secondo trimestre 2013: a luglio è iniziata una nuova contrazione che ritorna a dipingere a tinte nere il futuro. In controtendenza gli ordinativi interni.

ABBIGLIAMENTO

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-10,2%

-7,3%

-13,1%

FATTURATO

+8,7%

-14,3%

-4,0%

ORDINI ITALIA

-11,3%

+5,8%

-10,0%

ORDINI ESTERO

-22,8%

+16,8%

-3,0%

Tiene sicuramente meglio il conto proprio, anche se si diminuiscono prezzi e fatturato,. Al solito, l’ancora di salvezza è rappresentata dall’export, che vale circa la metà della produzione complessiva. Anche in questo caso incoraggianti le prospettive degli ordinativi, sia in Italia che oltreconfine.

CERAMICA

Parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-8,7%

-8,3%

-12,6%

FATTURATO

-8,5%

-3,8%

-14,5%

ORDINI ITALIA

-9,6%

-4,0%

-12,5%

ORDINI ESTERO

-30,3%

+1,8%

-6,0%

Frena l’economia, frena l’edilizia e frena, ovviamente, anche la ceramica, che nel terzo trimestre comunque migliora – si fa per dire – rispetto al periodo precedente.

PRODOTTI IN METALLO

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-5,5%

+2,1%

+3,1%

FATTURATO

-3,8%

+3,0%

+5,8%

ORDINI ITALIA

-7,7%

+3,9%

+4,3%

ORDINI ESTERO

-2,8%

+36,3%

+8,7%

Le uniche note liete arrivano, come spesso accade, dal mondo della meccanica. A cominciate da quella pesante, che migliora sia rispetto al trimestre precedente che ad un anno fa. L’export si attesta al 26% ma sono soprattutto le attese degli ordinativi che fanno pensare ad una ripresa in atto.

MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI

Parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-2,3%

+2,7%

+0,2%

FATTURATO

+0,8%

-3,0%

+7,2%

ORDINI ITALIA

-1,4%

-2,6%

-2,4%

ORDINI ESTERO

-4,3%

-19,3%

+18,4%

Le stesse considerazioni valgono per meccanica di precisione, che però paga l’aumento di produzione con un calo del fatturato, segno della tensione che continua a permanere sul lato dei prezzi. Inoltre, l’andamento degli ordinativi contrasta con la stabilità di questa pseudo-ripresa. Sopra il 41% il dato del fatturato estero.

BIOMEDICALE

Parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-0,3%

-7,2%

-0,4%

FATTURATO

+0,9%

-0,1%

+8,8%

ORDINI ITALIA

+2,2%

+4,0%

+6,6%

ORDINI ESTERO

+9,3%

+8,8%

+12,5%

Quasi fisiologico il calo del biomedicale, ancora condizionato dagli effetti del sisma di maggio, Incoraggiante l’andamento degli ordinativi, attesi comunque in crescita, sia in Italia che oltreconfine. Rimane altissima (56%) la percentuale di fatturato estero sul totale.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-6,0%

+0,7%

+5,1%

FATTURATO

-9,5%

+1,5%

+7,1%

ORDINI ITALIA

-12,8%

+4,4%

-7,5%

ORDINI ESTERO

+12,1%

-10,1%

+2,4%

Tiene anche questo comparto, forse ancora poco “pesante” per la nostra economia, ma che sta evidenziando una buona dinamicità.

LE CONSIDERAZIONI DI CNA: LA SITUAZIONE E’ CRITICA

Anche il 2013 si appresta a chiudere con un segno meno, per una ripresa che si allontana. E a pagare dazio sono soprattutto le imprese più piccole, a cominciare dalle medie per arrivare sino a quelle artigiane. “Sono i numeri che lo dicono”, rileva Umberto Venturi, presidente della CNA di Modena, “Mediobanca rivela che la pressione fiscale è all’incirca 10 punti più pesante nelle medie imprese rispetto a quelle più grandi. Ed è anche per colpa del fisco se quest’anno probabilmente chiuderanno i battenti quasi 34 mila imprese artigiane, che fanno circa 93 imprese al giorno, solo nel 2013”.

Costruzioni e manifattura i settori più colpiti. “Non possiamo più aspettare interventi tesi allo sviluppo, che passano anche attraverso una riduzione del carico fiscale che consenta alle imprese di investire e di sostenere l’occupazione”.

Occorre la consapevolezza che oggi c’è in gioco non il benessere di qualche imprenditore, ma la tenuta di un sistema economico attorno al quale è cresciuta un’intera comunità. Il governo deve capire che non è possibile perseguire i risparmi di spesa tagliando le spese degli enti locali: è come togliere le lattine dalla base di una piramide: è il modo giusto per farla crollare. D’altra parte, ci attendiamo che anche gli enti locali facciano la loro parte. Siamo convinti che è ancora possibile efficientare la macchina amministrativa senza pesare sui cittadini”

Creditori che la pubblica amministrazione non paga. Imprenditori cui non mancano le commesse ma la fiducia delle banche. Gli uni e gli altri che finiscono in mano agli strozzini. I più grossi se la cavano meglio: hanno i più piccoli cui negare il dovuto. La vicinanza fra morti sul lavoro e morti per il lavoro non è solo simbolica.Creditori che la pubblica amministrazione non paga. Imprenditori cui non mancano le commesse ma la fiducia delle banche. Gli uni e gli altri che finiscono in mano agli strozzini. I più grossi se la cavano meglio: hanno i più piccoli cui negare il dovuto. La vicinanza fra morti sul lavoro e morti per il lavoro non è solo simbolica.

 

(fonte: L’Ufficio Stampa CNA Modena)

Tre giorni di performance artistiche itineranti nell' Oltretorrente tra i negozi chiusi dalla crisi -
 
Parma, 27 novembre 2013 -
 
L' esperienza desolante dei negozi chiusi per colpa della crisi economica è una vetrina sulla realtà, che fa male ai cittadini e alla città, simboleggiano lo scenario della crisi; la triste evidenza di come la recessione economica possa trasformare il cuore della polis in un posto freddo, svuotato della propria realtà cittadina. Ad animare l' Oltretorrente sarà un "Walk show", una passeggiata nomade con l' ausilio di radio, smartphone e tablet, in un'esplorazione con soluzioni di performing media, che si snoderà fra i negozi di Via Bixio, arteria essenziale dello storico quartiere, tra le più duramente colpite da questo fenomeno di desertificazione commerciale. Il teatro, grazie al progetto «S-chiusi», diviene promotore di un intervento che può alimentare il risveglio esistente di nuove forme di cittadinanza e partecipazione. Un invito a visitare i singoli negozi, in una passeggiata creativa che aiuti a superare quella che non deve diventare la rassegnata abitudine a un inarrestabile declino, in cui i cittadini - spettatori diventano protagonisti, grazie alla loro partecipazione.
Il 29 novembre dalle 17 alle 19.30, il 30 novembre e 1 dicembre dalle 16.30 alle 19.30 le performance teatrali restituiranno vita a spazi urbani dimenticati.
«S-chiusi» è un progetto promosso da Associazione Micro Macro, Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive del Comune di Parma con il contributo di Fondazione Monte di Parma e Consorzio Gestione Centro Città con il patrocinio di Corso di laurea in servizio Sociale dell'Università di Parma in collaborazione con Confesercenti Parma e Unipol Assicurazioni.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.
 
Informazioni tel 0521 992044, www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole, www.parmacultura.it.
 
(Fonte: Comune di Parma)
Pubblicato in Cultura Emilia
Sono in preoccupante aumento – e tutte collegate a fattori esterni, tra i quali spicca la crisi economica - le angosce e le preoccupazioni dei giovani della montagna rispetto al futuro -
 
Reggio Emilia, 25 novembre 2013 -
 
Il 42,6% dei ragazzi (e in questo dato spiccano le maggiori difficoltà della componente femminile, che balzano al 57,3%) vive l'approccio al domani con pessimismo (8,2%), si sente confuso (stato d'animo che riguarda il 18,7% del totale e il 26,3% delle ragazze), angosciato (5,6%) e in ansia (10,1%).

Le ultime indagini dell'Osservatorio dell' Appennino Reggiano della Camera di Commercio – presentate venerdì a Castelnovo ne' Monti nell'ambito della quarta Conferenza dell'Appennino – parlano dunque di fragilità in aumento e strettamente legate al perdurare della crisi economica.

I giovani della montagna – come hanno sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, e il responsabile dell'Osservatorio Camerale, Giovanni Teneggi – appaiono molto più sicuri dei propri mezzi, delle proprie capacità, del loro livello di preparazione scolastica e professionale rispetto a pochi anni fa, ma le difficoltà economiche e di inserimento lavorativo, unite alle incertezze del quadro politico internazionale, in soli due anni hanno assunto il peso di macigni tra le preoccupazioni dei giovani.

Le analisi curate dal Laboratorio di Economia Locale dell'Università Cattolica di Piacenza in collaborazione con le scuole superiori castelnovesi sono eloquenti: nel 2011 si diceva preoccupato della crisi economica il 22,5% dei giovani della montagna, ma oggi la percentuale è balzata al 57,9%. Analogo l'andamento riguardante le difficoltà nell'accesso al lavoro, che dal 2011 al 2013 hanno visto le preoccupazioni quasi raddoppiate (dal 20,4 al 38,6%) e l'elevata disoccupazione, che oggi preoccupa il 28,7% dei giovani rispetto al 16,3% del 2011 e dello 0,6% del 2008.

Ma non è solo la difficoltà di inserimento lavorativo che genera angosce tra i giovani della montagna: il 17,3% dei ragazzi (e la cifra è quadruplicata in un biennio) è preoccupato dell'instabilità e della precarietà del lavoro.

E c'è una specificità tutta appenninica in questi dati, nel senso che rispetto al futuro le angosce colpiscono oltre il 20% dei ragazzi della montagna reggiana, mentre al di fuori della comunità montana la percentuale scende al 9,2%.

C'è dunque un grande e specifico lavoro da compiere nel nostro Appennino – come hanno sottolineato Bini, Teneggi, il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Gianluca Marconi, e il vicepresidente della provincia, Pierluigi Saccardi, puntando su quei punti di forza e intervenendo sui punti di debolezza che gli stessi giovani (insieme agli amministratori locali, anch'essi coinvolti nell'indagine) evidenziano. Tra i punti di forza spiccano la forza dell'associazionismo e del volontariato, la qualità del capitale umano, il sistema scolastico e i servizi alle famiglie, mentre tra le debolezze da superare spiccano, ancora una volta, le infrastrutture di trasporto e comunicazione.

(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
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