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Il presidente Vasco Errani in Assemblea legislativa: "Una situazione critica per l'economia e la crisi colpirà anche nel 2014". Fondi strutturali, riforme, sostegno alle aziende e per l'occupazione, investimenti per la sicurezza del territorio e azioni per la ricostruzione post sisma: "Così la Regione Emilia-Romagna ha agito per contrastare le difficoltà e io continuo a lavorare senza fare mai un passo indietro" -

Bologna, 17 dicembre 2013 -

Un 2013 complesso e un 2014 che si prospetta difficile. Ma un'Emilia-Romagna che pur non essendo fuori "dalla crisi più grave della nostra storia per occupazione e lavoro", tuttavia "ha i conti a posto" e registra "significativi risultati nell'utilizzo delle risorse a disposizione" e nel "contrasto alle difficoltà dettate dall'economia". Ecco come la Regione Emilia-Romagna "ha agito per contrastare la crisi e io continuerò a lavorare senza fare un passo indietro".

Così, il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha questa mattina tracciato un bilancio dell'anno appena trascorso davanti all'Assemblea legislativa, chiamata a discutere una relazione sullo stato di attuazione del programma di legislatura.

Ha dato rilievo alla difficile congiuntura, il presidente Errani, partendo dal dato dei "9 punti di Pil persi dal 2008" e al 8,9 per cento di disoccupazione in Emilia Romagna, "un dato elevatissimo per la nostra regione, pur a fronte di un 12,2 per cento di media nazionale". Dunque "calo della produzione, difficoltà per una parte significativa delle imprese, crisi del credito, aumento delle diseguaglianze e fenomeni di precarizzazione sociale, non solo lavorativa". Dati "preoccupanti" cui nella propria relazione il presidente ha sommato la crisi delle istituzioni, a indicare "la necessità di riforme profonde a partire dall'Unione europea".

In questo quadro l'Emilia Romagna "ha cercato di lavorare per attraversare la crisi mettendo allo stesso tempo in campo strategie di una crescita intelligente fondata su economia verde e qualità sociale".
"Il lavoro che abbiamo fatto – ha affermato Errani - è di assoluta qualità. Abbiamo gestito, insieme alle forse sociali e datoriali, migliaia di crisi. Strumento fondamentale insieme al sostegno al credito sono stati gli ammortizzatori in deroga: questa Regione ha usato per la mobilità solo il 3% dei fondi, meno di chiunque in Italia". L'altra leva "è stata quella del sostegno al credito: sono convinto che le scelte da noi fatte con i consorzi fidi e di garanzia abbia consentito a centinaia di imprese di non chiudere. Ma alcune norme europee e nazionali vanno riviste, come anche nel campo degli ammortizzatori in deroga".

Altri risultati, ha aggiunto Errani, sono stati registrati nel campo dell'export (+2% nel manifatturiero negli ultimi 3 anni, pur non recuperando il Pil) e dell'agricoltura, con una produzione lorda vendibile significativamente cresciuta tra il 2007 e il 2012.
Un passo importante della propria relazione il presidente della Regione lo ha dedicato alla chiusura della programmazione dei Fondi strutturali europei 2007/2013: "Questa Regione, come sempre, non lascerà nemmeno un euro nell'utilizzo di questi fondi, e siamo più che soddisfatti di questo risultato. Ora – ha aggiunto - si decida dove investire e come sulla base di chi ha saputo dimostrare di essere efficiente e di qualità per una nuova programmazione, anche integrata con i fondi regionali, perché si tratta delle risorse più importanti di cui disporrà questo Paese dal 2014 al 2020, bisogna che non perdiamo questa opportunità". In questo senso, ha specificato Errani, "le Regioni hanno già fatto un primo accordo col ministro Trigilia".

Infine, il presidente della Regione si è soffermato sulle politiche socio-sanitarie ("la nostra sanità ha i conti in regola, continueremo a investire su un nuovo welfare") e sulla ricostruzione post terremoto. In relazione a quest'ultimo aspetto, il presidente e commissario per ricostruzione ha sottolineato come il processo di rinascita nell'area "non è certo compiuto ma è in corso", e dopo aver ricordato "il raggiunto obiettivo non semplice dell'utilizzo al 100% dei fondi europei per l'emergenza, per cui c'era uno scetticismo di molti", ha annunciato che "entro il 23 dicembre saranno varate una serie di linee guida per rendere omogenei i percorsi per i professionisti".
Quindi il nuovo piano rifiuti (che sarà presentato entro gennaio) e gli investimenti per la sicurezza del territorio, 1 miliardo negli ultimi 6 anni ("vogliamo diventare la prima Regione ad avere un piano di gestione dei rischi").

"Questa Regione è ciò che fa e io – ha concluso Vasco Errani rivendicando con orgoglio il proprio ruolo e operato – continuerò a lavorare discutendo, confrontandomi, affrontando eventuali polemiche senza mai fare un passo indietro rispetto alle mie responsabilità".

(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)

 

Ancora niente crescita per le Pmi modenesi: la produzione cala nel terzo trimestre sia rispetto ad un anno fa, sia a confronto dei tre mesi precedenti. Ancora una volta a salvare il settore manifatturiero è la meccanica -

Modena, 12 dicembre 2013 -

Quello del secondo trimestre, quando la produzione aveva raggiunto quasi il pareggio, si è rivelato un fuoco di paglia. Nel periodo luglio-settembre, infatti, i principali parametri produttivi delle imprese sino a 50 dipendenti monitorate da CNA subiscono un’altra battuta d’arresto: rispetto a dodici mesi fa perde il 2,5% la produzione e il 2,6% il fatturato. Ci salva l’export, che raggiunge quota 27,8% del fatturato, ma soprattutto a causa della perdurante debolezza del mercato interno. Le speranze si aggrappano agli ordinativi, annunciati in crescita sia dall’estero (+7,5) che in Italia (+1,5%). In leggera flessione (-1%) l’occupazione.

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AI LIVELLI DEL 2009

Una vero e proprio ruzzolone, insomma, che fa tornare l’economia dei piccoli ai valori del 2009, distanti quasi 20 punti (circa un quinto in meno), dai livelli produttivi record raggiunti sei anni fa, come fotografa il grafico seguente.

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I SETTORI

Tutti segni meno nei vari settori produttivi, con le eccezioni della meccanica, sia quella di precisione che pesante, e delle apparecchiature elettroniche, segmento magari ancora non diffusissimo nel nostro territorio, ma da seguire per l’alto contenuto di valore aggiunto che lo caratterizza. Ecco nel dettaglio gli andamenti settoriali (ciascun valore fa riferimento alla variazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente).

ALIMENTARE

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-8,5%

-3,9%

-16,6%

FATTURATO

-6,8%

-1,9%

-15,4%

ORDINI ITALIA

-12,3%

+0,3%

-6,4%

ORDINI ESTERO

+6,9%

+0,1%

-5,0%

Rallenta la fase negativa di un settore che solitamente ha nel secondo semestre dell’anno il suo periodo clou. Sale ai massimi (33,2% la quota di fatturato estero sul totale).

MAGLIERIA

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-20,7%

-13,2%

+3,9%

FATTURATO

-14,5%

-8,9%

+5,7%

ORDINI ITALIA

-26,5%

+5,0%

-0,1%

ORDINI ESTERO

-15,5%

-11,4%

+3,0%

Era solo un solo un fuoco di paglia l’incoraggiante risultato marcato dalla maglieria nel secondo trimestre 2013: a luglio è iniziata una nuova contrazione che ritorna a dipingere a tinte nere il futuro. In controtendenza gli ordinativi interni.

ABBIGLIAMENTO

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-10,2%

-7,3%

-13,1%

FATTURATO

+8,7%

-14,3%

-4,0%

ORDINI ITALIA

-11,3%

+5,8%

-10,0%

ORDINI ESTERO

-22,8%

+16,8%

-3,0%

Tiene sicuramente meglio il conto proprio, anche se si diminuiscono prezzi e fatturato,. Al solito, l’ancora di salvezza è rappresentata dall’export, che vale circa la metà della produzione complessiva. Anche in questo caso incoraggianti le prospettive degli ordinativi, sia in Italia che oltreconfine.

CERAMICA

Parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-8,7%

-8,3%

-12,6%

FATTURATO

-8,5%

-3,8%

-14,5%

ORDINI ITALIA

-9,6%

-4,0%

-12,5%

ORDINI ESTERO

-30,3%

+1,8%

-6,0%

Frena l’economia, frena l’edilizia e frena, ovviamente, anche la ceramica, che nel terzo trimestre comunque migliora – si fa per dire – rispetto al periodo precedente.

PRODOTTI IN METALLO

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-5,5%

+2,1%

+3,1%

FATTURATO

-3,8%

+3,0%

+5,8%

ORDINI ITALIA

-7,7%

+3,9%

+4,3%

ORDINI ESTERO

-2,8%

+36,3%

+8,7%

Le uniche note liete arrivano, come spesso accade, dal mondo della meccanica. A cominciate da quella pesante, che migliora sia rispetto al trimestre precedente che ad un anno fa. L’export si attesta al 26% ma sono soprattutto le attese degli ordinativi che fanno pensare ad una ripresa in atto.

MACCHINE E APPARECCHI MECCANICI

Parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-2,3%

+2,7%

+0,2%

FATTURATO

+0,8%

-3,0%

+7,2%

ORDINI ITALIA

-1,4%

-2,6%

-2,4%

ORDINI ESTERO

-4,3%

-19,3%

+18,4%

Le stesse considerazioni valgono per meccanica di precisione, che però paga l’aumento di produzione con un calo del fatturato, segno della tensione che continua a permanere sul lato dei prezzi. Inoltre, l’andamento degli ordinativi contrasta con la stabilità di questa pseudo-ripresa. Sopra il 41% il dato del fatturato estero.

BIOMEDICALE

Parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-0,3%

-7,2%

-0,4%

FATTURATO

+0,9%

-0,1%

+8,8%

ORDINI ITALIA

+2,2%

+4,0%

+6,6%

ORDINI ESTERO

+9,3%

+8,8%

+12,5%

Quasi fisiologico il calo del biomedicale, ancora condizionato dagli effetti del sisma di maggio, Incoraggiante l’andamento degli ordinativi, attesi comunque in crescita, sia in Italia che oltreconfine. Rimane altissima (56%) la percentuale di fatturato estero sul totale.

APPARECCHIATURE ELETTRICHE ED ELETTRONICHE

parametro

3° trim. 2012

3° trim. 2013

2° trim. 2013

PRODUZIONE

-6,0%

+0,7%

+5,1%

FATTURATO

-9,5%

+1,5%

+7,1%

ORDINI ITALIA

-12,8%

+4,4%

-7,5%

ORDINI ESTERO

+12,1%

-10,1%

+2,4%

Tiene anche questo comparto, forse ancora poco “pesante” per la nostra economia, ma che sta evidenziando una buona dinamicità.

LE CONSIDERAZIONI DI CNA: LA SITUAZIONE E’ CRITICA

Anche il 2013 si appresta a chiudere con un segno meno, per una ripresa che si allontana. E a pagare dazio sono soprattutto le imprese più piccole, a cominciare dalle medie per arrivare sino a quelle artigiane. “Sono i numeri che lo dicono”, rileva Umberto Venturi, presidente della CNA di Modena, “Mediobanca rivela che la pressione fiscale è all’incirca 10 punti più pesante nelle medie imprese rispetto a quelle più grandi. Ed è anche per colpa del fisco se quest’anno probabilmente chiuderanno i battenti quasi 34 mila imprese artigiane, che fanno circa 93 imprese al giorno, solo nel 2013”.

Costruzioni e manifattura i settori più colpiti. “Non possiamo più aspettare interventi tesi allo sviluppo, che passano anche attraverso una riduzione del carico fiscale che consenta alle imprese di investire e di sostenere l’occupazione”.

Occorre la consapevolezza che oggi c’è in gioco non il benessere di qualche imprenditore, ma la tenuta di un sistema economico attorno al quale è cresciuta un’intera comunità. Il governo deve capire che non è possibile perseguire i risparmi di spesa tagliando le spese degli enti locali: è come togliere le lattine dalla base di una piramide: è il modo giusto per farla crollare. D’altra parte, ci attendiamo che anche gli enti locali facciano la loro parte. Siamo convinti che è ancora possibile efficientare la macchina amministrativa senza pesare sui cittadini”

Creditori che la pubblica amministrazione non paga. Imprenditori cui non mancano le commesse ma la fiducia delle banche. Gli uni e gli altri che finiscono in mano agli strozzini. I più grossi se la cavano meglio: hanno i più piccoli cui negare il dovuto. La vicinanza fra morti sul lavoro e morti per il lavoro non è solo simbolica.Creditori che la pubblica amministrazione non paga. Imprenditori cui non mancano le commesse ma la fiducia delle banche. Gli uni e gli altri che finiscono in mano agli strozzini. I più grossi se la cavano meglio: hanno i più piccoli cui negare il dovuto. La vicinanza fra morti sul lavoro e morti per il lavoro non è solo simbolica.

 

(fonte: L’Ufficio Stampa CNA Modena)

Tre giorni di performance artistiche itineranti nell' Oltretorrente tra i negozi chiusi dalla crisi -
 
Parma, 27 novembre 2013 -
 
L' esperienza desolante dei negozi chiusi per colpa della crisi economica è una vetrina sulla realtà, che fa male ai cittadini e alla città, simboleggiano lo scenario della crisi; la triste evidenza di come la recessione economica possa trasformare il cuore della polis in un posto freddo, svuotato della propria realtà cittadina. Ad animare l' Oltretorrente sarà un "Walk show", una passeggiata nomade con l' ausilio di radio, smartphone e tablet, in un'esplorazione con soluzioni di performing media, che si snoderà fra i negozi di Via Bixio, arteria essenziale dello storico quartiere, tra le più duramente colpite da questo fenomeno di desertificazione commerciale. Il teatro, grazie al progetto «S-chiusi», diviene promotore di un intervento che può alimentare il risveglio esistente di nuove forme di cittadinanza e partecipazione. Un invito a visitare i singoli negozi, in una passeggiata creativa che aiuti a superare quella che non deve diventare la rassegnata abitudine a un inarrestabile declino, in cui i cittadini - spettatori diventano protagonisti, grazie alla loro partecipazione.
Il 29 novembre dalle 17 alle 19.30, il 30 novembre e 1 dicembre dalle 16.30 alle 19.30 le performance teatrali restituiranno vita a spazi urbani dimenticati.
«S-chiusi» è un progetto promosso da Associazione Micro Macro, Teatro delle Briciole Solares Fondazione delle Arti, Assessorati alla Cultura e alle Attività Produttive del Comune di Parma con il contributo di Fondazione Monte di Parma e Consorzio Gestione Centro Città con il patrocinio di Corso di laurea in servizio Sociale dell'Università di Parma in collaborazione con Confesercenti Parma e Unipol Assicurazioni.
Tutti gli appuntamenti sono a ingresso gratuito.
 
Informazioni tel 0521 992044, www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole, www.parmacultura.it.
 
(Fonte: Comune di Parma)
Pubblicato in Cultura Emilia
Sono in preoccupante aumento – e tutte collegate a fattori esterni, tra i quali spicca la crisi economica - le angosce e le preoccupazioni dei giovani della montagna rispetto al futuro -
 
Reggio Emilia, 25 novembre 2013 -
 
Il 42,6% dei ragazzi (e in questo dato spiccano le maggiori difficoltà della componente femminile, che balzano al 57,3%) vive l'approccio al domani con pessimismo (8,2%), si sente confuso (stato d'animo che riguarda il 18,7% del totale e il 26,3% delle ragazze), angosciato (5,6%) e in ansia (10,1%).

Le ultime indagini dell'Osservatorio dell' Appennino Reggiano della Camera di Commercio – presentate venerdì a Castelnovo ne' Monti nell'ambito della quarta Conferenza dell'Appennino – parlano dunque di fragilità in aumento e strettamente legate al perdurare della crisi economica.

I giovani della montagna – come hanno sottolineato il presidente della Camera di Commercio, Enrico Bini, e il responsabile dell'Osservatorio Camerale, Giovanni Teneggi – appaiono molto più sicuri dei propri mezzi, delle proprie capacità, del loro livello di preparazione scolastica e professionale rispetto a pochi anni fa, ma le difficoltà economiche e di inserimento lavorativo, unite alle incertezze del quadro politico internazionale, in soli due anni hanno assunto il peso di macigni tra le preoccupazioni dei giovani.

Le analisi curate dal Laboratorio di Economia Locale dell'Università Cattolica di Piacenza in collaborazione con le scuole superiori castelnovesi sono eloquenti: nel 2011 si diceva preoccupato della crisi economica il 22,5% dei giovani della montagna, ma oggi la percentuale è balzata al 57,9%. Analogo l'andamento riguardante le difficoltà nell'accesso al lavoro, che dal 2011 al 2013 hanno visto le preoccupazioni quasi raddoppiate (dal 20,4 al 38,6%) e l'elevata disoccupazione, che oggi preoccupa il 28,7% dei giovani rispetto al 16,3% del 2011 e dello 0,6% del 2008.

Ma non è solo la difficoltà di inserimento lavorativo che genera angosce tra i giovani della montagna: il 17,3% dei ragazzi (e la cifra è quadruplicata in un biennio) è preoccupato dell'instabilità e della precarietà del lavoro.

E c'è una specificità tutta appenninica in questi dati, nel senso che rispetto al futuro le angosce colpiscono oltre il 20% dei ragazzi della montagna reggiana, mentre al di fuori della comunità montana la percentuale scende al 9,2%.

C'è dunque un grande e specifico lavoro da compiere nel nostro Appennino – come hanno sottolineato Bini, Teneggi, il sindaco di Castelnovo ne' Monti, Gianluca Marconi, e il vicepresidente della provincia, Pierluigi Saccardi, puntando su quei punti di forza e intervenendo sui punti di debolezza che gli stessi giovani (insieme agli amministratori locali, anch'essi coinvolti nell'indagine) evidenziano. Tra i punti di forza spiccano la forza dell'associazionismo e del volontariato, la qualità del capitale umano, il sistema scolastico e i servizi alle famiglie, mentre tra le debolezze da superare spiccano, ancora una volta, le infrastrutture di trasporto e comunicazione.

(Fonte: Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Reggio Emilia, 21 novembre 2013 -
 
Interessante giornata di confronto al Centro Impiego su staffetta generazionale, cassintegrati che si comprano (e rilanciano) l'azienda e disoccupati che si inventano un nuovo lavoro -

Ancora un momento di confronto ad alto livello con le aziende del territorio, questa mattina al Centro per l'Impiego della Provincia di Reggio Emilia, grazie al nuovo appuntamento proposto dalla Provincia di Reggio Emilia per riflettere sulla crisi ed elaborare strategie ed azioni comuni. "Vogliamo che i servizi pubblici per l'Impiego siano anche luogo di incontro e di confronto di esperienze significative del territorio, sia per allargare e migliorare la qualità delle nostre relazioni con cittadini e imprese, sia per favorire e stimolare l'innovazione e la crescita a livello locale - ha detto il vicepresidente della Provincia di Reggio Emilia, Pierluigi Saccardi, in apertura di lavori - Queste occasioni di confronto, che la Provincia promuove periodicamente, sono di ancora maggiore utilità nei momenti di crisi economica, produttiva e sociale, come il periodo che purtroppo stiamo oggi vivendo".

Ad aprire la giornata è stato Vincenzo Ricciari dell'Osservatorio regionale del mercato del lavoro e della formazione Èupolis Lombardia, che ha proposto una interessante riflessione sui giovani e l'innovazione. Dopo aver tra l'altro ricordato come nei tempi di crisi i parasubordinati e gli atipici abbiano una probabilità di perdere il lavoro rispettivamente superiore di 9 e di 5 volte rispetto agli altri lavoratori, Ricciari ha espresso forti perplessità sia sul funzionamento dell'apprendistato, sia sui risultati delle riforme del lavoro succedutesi dal 1997 ad oggi, invitando i territori a investire sui settori innovativi, "perché una assunzione qui ne crea altre 5 nei servizi, mentre una assunzione nel manifatturiero solo altre 2".

Ancora più drastico è stato Andrea Gandini, docente di Economia aziendale dell'Università di Ferrara, chiamato a parlare di staffetta generazionale e buone pratiche per aumentare l'efficienza nell'impresa. Addirittura impietoso il raffronto con la Germania e in generale in Paesi del Nord Europa dipinto attraverso una serie di dati che davvero parlano da soli. Dalla percezione dei nostri adolescenti sul lavoro che li attende (solo il 5% lo prevede di tipo manuale, anche se il 40% finirà per farlo, contro un 40% di tedeschi che se lo immagina così, e nel 42% dei casi lo farà davvero) al tipo di scuole professionali: 4 anni passati a lavorare per 3 giorni e studiare per 2 in Germania, 5 anni a studiare e basta (e con sempre meno ore di laboratorio) da noi, "ma se tu passi quattro anni a lavorare 3 giorni la settimana come orafo, e a studiare da orafo per due, ci sono molte probabilità che alla fine tu l'orafo lo sappia fare davvero...".

Per non parlare di pensioni (in Germania, dove certamente non si guadagna meno, solo il 7% delle pensioni supera i 3.500 euro netti mensili, in Italia ben il 17%) e di politiche del lavoro, da noi fondamentalmente passive più che attive: "Noi abbiamo questo baraccone della cassa integrazione che ci è costata 80 miliardi dal 2008, in Germania se cala il lavoro, riducono magari l'orario di 6 ore, 2 ore le paga l'azienda, 2 il lavoratore, solo 2 lo Stato che così ha molte più risorse per le politiche attive", ha detto Gandini giudicando molto negativamente "certe contrattazioni sindacali degli anni Ottanta e Novanta che chissà per quanto tempo ancora pagheremo...".
 
Venendo alla staffetta generazionale , "ora possibile anche in Emilia-Romagna dopo che la Regione ha finalmente provveduto", può essere una soluzione: "Prevede che se un lavoratore over 55 passa per gli ultimi due anni al part-time, e l'azienda contestualmente assume un under 30, l'Inps paga ugualmente i due anni di oneri contributivi e questo può in effetti aiutare a portare innovazione nelle imprese e risolvere il problema di esuberi e personale obsoleto meglio che con la cassa integrazione o i prepensionamenti - ha aggiunto - E poi a oltre i 60 anni la gente cambia, sul lavoro dovrebbe avere un ruolo essenzialmente formativo, occuparsi di quello che sa fare bene e non dell'ordinaria amministrazione...".

Simona Caselli, presidente di Legacoop, ha quindi illustrato il fenomeno dell' acquisizione di aziende in crisi da parte dei dipendenti e di quanto sia efficace per creare e mantenere la rete d'impresa locale. Il workers buyout - in pratica il riacquisto da parte di dipendenti in cassa integrazione di aziende per lo più in procedura concorsuale – proprio grazie alla cooperazione, e dunque proprio a Reggio Emilia, sta diventando oggetto di studio un po' in tutta Europa. Già quattro le esperienze positive: dall'azienda di nicchia che lavora il legno in montagna, al cravattificio di Sant'Ilario per griffes famose rilevato dalle donne dipendenti, all'impresa che rischiava di saltare non tanto per la crisi, ma per la morte del titolare, fino al caso più emblematico, l'ex ceramica Magica oggi Greslab di Scandiano. "Era una ceramica in fallimento che da 60 lavoratori era scesa a 33 e ora, grazie all'impegno degli ex dipendenti e alle innovazioni introdotte, nonostante la crisi del settore è arrivata a dare lavoro a 66 persone, ma con una fatica incredibile", ha sottolineato Caselli. "Perché se non ci fosse stato il sistema cooperativo ad affiancarli nella fase iniziale, così come avviene per tutte le start-up, e se non ci fosse stata la Banca etica a credere in loro, questa impresa meravigliosa non sarebbe mai nata – ha detto – Ancora oggi un sistema bancario atavico e privo di una cultura di startup, stenta a dare fiducia a questa azienda che pure ha fatto tutto quello che i testi di economia insegnano si debba fare: ha innovato il prodotto, comprato un nuovo forno, ha cambiato mercati e raddoppiato il fatturato. Ma non ottengono nessun aumento del fido bancario a breve, perché ancora non producono utili...".

A chiudere l'interessante mattina, il caso della cooperativa sociale "Tutte le porte", fondata da un gruppo di persone iscritte al collocamento mirato dopo un'azione di formazione professionale co-finanziata dalla Provincia di Reggio Emilia. "Abbiamo deciso di crearci da soli quel lavoro che all'esterno non riuscivamo a trovare, mettendoci insieme e offrendo qualcosa che sul mercato non c'era - ha spiegato il presidente Daniele Cavalchi - Dopo aver bussato appunto a tutte le porte per rientrare nel mondo del lavoro, abbiamo deciso di unirci in una cooperativa in modo da valorizzare le loro professionalità e oggi offriamo ai privati, alle aziende ed agli enti servizi accurati, professionali ed a prezzi concorrenziali per quanto riguarda tutti i cosiddetti lavori di casa, dal'idraulico al muratore all'elettricista".

(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)





Sempre più seguaci di Gordon Ramsay. Avremo due cuochi per ogni operaio.

di Virgilio - Parma, 29 ottobre 2013

Boom di iscrizioni negli istituti di enogastronomia, turismo e agraria. I giovani sembrano quindi favorire gli orientamenti scolastici verso quei settori che meglio interpretano i segnali di distintività nazionale. E' forse presto per comprendere se un orientamento così marcato dei giovanissimi sia da attribuire più alla notorietà di certuni chef e delle trasmissioni televisive dedicate in toto o in parte all'arte culinaria o invece il frutto di una chiara e lucida interpretazione della attualità.

Il segnale comunque è molto forte e soprattutto centra in pieno i "plus" distintivi del nostro Paese: l'Ospitalità e il Turismo nel senso più ampio del termine, le filiere agroalimentari e l'immenso e invidiatissimo patrimonio culturale e paesaggistico.

La logica e il buon senso vorrebbe che si intervenisse per assecondare questa proiezione lavorativa

   - L'Italia Post industriale -

Gordon Ramsay - foto Dave Pullig per wikipedia gde

In Italia ci saranno, quindi, più di due cuochi per ogni operaio con la crisi che ha cambiato profondamente le aspirazioni dei giovani ed ha provocato il crollo delle iscrizioni agli istituti professionali con indirizzo industriale, scese al minimo storico rispetto al boom delle scuole di enogastronomia, turismo ed anche agraria. E' quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulle iscrizioni al primo anno della scuola secondaria di secondo grado, statali e paritarie, nell'anno scolastico 2013/2014.

Il recente sondaggio Coldiretti/Ixe' ha rilevato che il 54 per cento dei giovani oggi preferirebbe gestire un agriturismo piuttosto che lavorare in una multinazionale (21 per cento) o fare l'impiegato in banca (13 per cento). Ed anche che il 50 per cento degli italiani ritengono che cuoco e agricoltore siano le professioni con la maggiore possibilità di lavoro mentre solo l'11 per cento ritiene che l'operaio possa avere sbocchi occupazionali. D'altra parte il 79 per cento degli Italiani sostiene che in futuro in Italia ci sarà un numero minore di fabbriche secondo l'indagine. Per questo - continua la Coldiretti - l'88 per cento degli italiani afferma che il sistema di formazione nazionale andrebbe riqualificato anche con un corso specializzato all'Università sulla valorizzazione del Made in Italy.
I giovani - conclude la Coldiretti - hanno visto prima e meglio di altri dove ci sono reali prospettive e di fiducia per l'Italia che per crescere deve tornare a fare l'Italia e puntare su quegli asset di distintività nazionale che garantiscono un valore aggiunto nella competizione globale come il territorio, il turismo, la cultura, l'arte, il cibo e la cucina.

Assecondare questa tendenza vuol dire cavalcare il primo segnale di fiducia che si riscontra in questi ultimi anni. Un segnale forte che, oltretutto, proviene dai giovanissimi ai quali occorre dare un futuro più sicuro di quello che stanno vivendo quelli in età lavorativa attuale.

Purtroppo, e la conferma viene da vari e autorevoli istituti id ricerca, il tasso di disoccupazione e di inoccupazione è ancora una volta aumentato e con esso è cresciuta anche il tasso di "scoraggiamento" che sfiora il 50% degli inattivi.

- La fiducia dei consumatori in picchiata nonostante i primi timidi segnali di ripresa economica-

L'incertezza e la difficoltà delle famiglie pesano sull'andamento economico e sulla fiducia dei consumatori e per Federconsumatori "urge un concreto intervento di rilancio."

Oltre 6 milioni di persone che non lavorano ma vorrebbero farlo: 3,07 milioni di disoccupati e 2,99 milioni tra 'scoraggiati' o persone che vorrebbero avere un'occupazione ma non la cercano per motivi di famiglia o altri motivi. È quanto emerge dalle tabelle Istat del secondo trimestre 2013. La fiducia dei consumatori ad ottobre torna a diminuire e, purtroppo, non potrebbe essere diversamente.

Il clima di incertezza e difficoltà in cui si trovano le famiglie pesa, infatti, in maniera determinante sui comportamenti e sulle abitudini dei cittadini, costretti ad un numero sempre maggiore di rinunce.

La contrazione dei consumi, secondo i dati aggiornati dell'O.N.F. – Osservatorio Nazionale Federconsumatori, nel biennio 2012-2014 raggiungerà quota -8,1%. Una percentuale impressionante, che equivale ad una contrazione complessiva della spesa delle famiglie di circa 60 miliardi di Euro.

Queste minori entrate non potranno che creare una vera e propria voragine nel mercato, influendo negativamente sulla produzione e quindi sull'occupazione, contribuendo sempre di più alla contrazione del potere di acquisto delle famiglie. Per l'organizzazione dei consumatori la legge di stabilità rischia di introdurre elementi fortemente negativi per i cittadini. Primo su tutti l'introduzione di una simil-IMU, la Trise, che in assenza di detrazioni sulla prima casa (come prevedeva invece l'IMU) potrebbe rivelarsi addirittura peggiore dell'imposta municipale unica. Per Federconsumatori si rende quindi immediatamente necessario porre dei correttivi davvero in grado di rilanciare il potere di acquisto delle famiglie (specialmente quelle a reddito fisso) e gli investimenti per lo sviluppo e la ricerca necessari per la ripresa occupazionale.

"Una manovra, quindi, che dovrebbe prevedere meno regali alle banche e più misure a favore dei cittadini, a partire da un passo indietro sull'incremento IVA, che già in passato si è rivelato estremamente dannoso sia per i bilanci delle famiglie che per quelli dello Stato." – dichiarano Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti.

Pubblicato in Lavoro Emilia
Domenica, 06 Ottobre 2013 09:16

Consumi alimentari: meno 1,8% nei primi 8 mesi 2013





Segnali positivi solo dalla pasticceria e biscotteria (+2,3% volumi).

Roma, 02 ottobre 2013 --

In crisi è un po' tutto il carrello della spesa. Flettono pasta, latte, frutta e ortaggi, ma anche pesce, olio e vino. Una raffica di segni meno che ha investito i consumi alimentari della famiglie italiane da inizio anno a tutto il mese di agosto, data dell'ultima rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko. Un calo complessivo dell'1,8% in quantità e del 3,7% nella spesa rispetto ai primi otto mesi del 2012.

Variazioni positive - spiega l'Ismea - emergono solo per i prodotti del reparto pasticceria e biscotteria (+2,3% in volume), per le uova (+1,7%) e per i formaggi (+0,9%), mentre i vini crescono solo in termini di spesa (+3,6%) a causa dei rincari registrati in tutte le fasi di scambio.
 
Più in dettaglio, i consumi di pasta si riducono di circa l'1% con una contrazione della spesa che sfiora il 9% per effetto dell'elevata incidenza delle promozioni e dello spostamento degli acquirenti verso format distributivi più convenienti, come i discount.
 
In calo anche le carni fresche sia in termini di volumi (-2,4%) che di spesa (-1,4%). La flessione è principalmente dovuta alla diminuzione dei consumi di bovino (-4% circa in volume e in valore), conseguente a uno spostamento degli acquisti sia verso altre tipologie di carni di prezzo inferiore (suina e avicola in particolare), sia verso le uova.
 
Nel complesso - prosegue l'analisi dell'Istituto - si riducono anche gli acquisti di lattiero-caseari nel loro insieme (-2,2% in volume, -3,8% in valore), sui quali pesa la significativa flessione del latte fresco che cede il 4% dei quantitativi acquistati e il 7,5% degli incassi. Per l'ittico i consumi si riducono del 3,5% in volume e del 12,5% in valore, con performance particolarmente negative per il pesce fresco (-4,8% e -18,4%). Rilevante anche la contrazione degli oli extra vergini di oliva che arretrano di quasi il 10% in quantità e di un 9% circa in termini monetari. 
 
Più leggero il carrello anche per frutta e ortaggi. Le variazioni oscillano dal meno 3% della frutta fresca (sia in volume che in valore), al meno 1,8% degli ortaggi (-2,3% la spesa). Da rilevare l'inversione di tendenza degli ortaggi di IV gamma, comparto che fino al 2012 era sempre cresciuto. Nei primi otto mesi del 2013 gli acquisti hanno subito una contrazione su base annua del 3,5%, nonostante la forte diminuzione dei prezzi medi al consumo (-7,5% la spesa).

(Ismea)

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Domenica, 29 Settembre 2013 09:20

IV Gamma in decrescita.



La crisi colpisce la IV gamma che vede una riduzione del 3,5% nei volumi d'acquisto.

Roma,  settembre 2013 --

I tagli al carrello della spesa non risparmiano gli ortaggi di IV gamma, un segmento - quello delle verdure fresche, lavate, tagliate e confezionate - immune, almeno fino allo scorso anno, dalla crisi dei consumi alimentari e in grado di esprimere tassi di crescita anche a due cifre.
 
La rilevazione Ismea/Gfk-Eurisko indica nel periodo gennaio-agosto 2013 un calo del 3,5% dei volumi acquistati rispetto allo stesso periodo del 2012 e una flessione della spesa del 7,5%, a causa della concomitante riduzione dei prezzi medi al dettaglio (-4,2%).

Tale dinamica è riconducibile alla contrazione delle vendite di insalate monovarietali, di insalate miste e di altri ortaggi (ad es. carote), mentre le vendite di ortaggi pronti da cuocere si sono mosse in netta controtendenza, registrando un +2,8% su base annua, con un aumento della spesa dello 0,9%, solo in parte ridimensionata dalla riduzione dei listini medi (-1,8%).

Fino alla fine del 2012, gli acquisti di ortaggi di IV gamma hanno registrato un costante trend in crescita, complici l'elevato contenuto di servizio e la praticità d'uso che ne hanno fatto impennare i consumi del 380% in dieci anni nonostante prezzi decisamente più elevati rispetto al fresco tradizionale. 

I primi segnali di cedimento del mercato si sono manifestanti a dicembre 2012, quando l'onda lunga della crisi aveva determinato una brusca inversione di tendenza negli acquisti domestici che si è protratta fino a giugno 2013.

Miglioramenti sono emersi solo in estate: nel bimestre luglio-agosto le vendite (sia in volume che in termini monetari) hanno superato i livello dello stesso periodo del 2012, grazie soprattutto ai maggiori acquisti di insalate e ortaggi pronti da cuocere.

IV Gamma in decrescita
(Fonte Ismea)

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia
Martedì, 17 Settembre 2013 08:10

FIREM, qualche passo in avanti



Partenza a ranghi ridotti entro 8-15 mesi e nuovo incontro istituzionale il 1° di ottobre.

di Virgilio -

Formigine, 17 settembre 2013 --

Tutto cominciò un mese fa quando l'azienda di Formigine decise di "traslocare" tutti gli impianti in Polonia durante la chiusura estiva dell'attività.

Solo un rapido passaparola e l'istituzione di un presidio di lavoratori davanti ai cancelli dell'azienda consentì di bloccare la partenza dell'ultimo camion verso la nuova destinazione polacca.

Dopo la decisione di salvaguardare un sito produttivo e 16 unità lavorative su 40 nel comune è stato deciso l'avvio dell'attività nell'arco dei prossimi 8-15 mesi. Il tempo presumibilmente utile per finanziare l'operazione attraverso la cessione di un'immobile, da sostituire con un altro in affitto.

E' quanto prevede l'accordo sul piano industriale della Firem srl, siglato nel pomeriggio di ieri in Regione.

"Un punto di partenza – ha detto l'assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – è solo iniziato il confronto sul piano industriale. Il nostro auspicio è che, dopo quanto successo, l'approccio dell'azienda sia serio e concreto e che dia nuove prospettive ai lavoratori e al territorio".
L'azienda, su sollecitazione delle organizzazioni sindacali e delle istituzioni, ha confermato il proprio impegno per il riconoscimento di tutte le forme di sostegno al reddito consentite dalla legislazione vigente in caso di crisi aziendale, e ha dichiarato la propria disponibilità ad esaminare anche l'utilizzo del contratto di solidarietà dopo aver verificato le condizioni organizzative, e a collaborare con le Istituzioni e i sindacati per costruire prospettive di reimpiego per tutti i lavoratori.
La Firem si è impegnata a versare entro il 30 settembre la cifra complessiva di 11 mila euro, da ripartire per ogni lavoratore, come quota di ulteriore acconto della retribuzione di luglio 2013, e ha inoltre proposto di saldare interamente la mensilità di luglio e di agosto con quattro rate mensili a partire dal 15 ottobre 2013. "Abbiamo già verificato la disponibilità delle banche modenesi ad anticipare la cassa integrazione relativa all'ultima settimana di agosto e al mese di settembre – spiega l'assessore Muzzarelli – Una opportunità che possiamo realizzare grazie al protocollo d'intesa sottoscritto da Regione e Provincia di Modena con le banche del territorio".
Con la firma dell'accordo di oggi, l'azienda potrà ritirare i componenti e le parti meccaniche di proprio interesse dallo stabilimento di Formigine. Le istituzioni, valutando positivamente la prosecuzione del confronto si sono impegnate ad accompagnare l'azienda ed i lavoratori nell'utilizzo del più appropriato degli ammortizzatori sociali e ad accompagnare l'attuazione del piano anche nel confronto con gli istituti di credito.
Le parti hanno accettato di incontrarsi nuovamente alla presenza delle istituzioni il prossimo 1 ottobre.
Pubblicato in Lavoro Emilia
Domenica, 08 Settembre 2013 11:42

Almeno una volta eravamo "Poveri ma Belli".

- La fotografia della Crisi proposta da "Presadiretta" -

di Lamberto Colla ---
Parma, 8 settembre 2013 -
L'estate sta finendo e i palinsesti delle diverse reti stanno scaldando i motori per la ripresa della nuova stagione televisiva. Tra i primi a rimettersi in moto, tra le proposte di programmi giornalistici d'inchiesta, è stato, lunedi scorso, "PresaDiretta" condotto dal bravo e pacato Riccardo Iacona, con una serie di 4 puntate imperniate sulla distribuzione della ricchezza. Dopo aver raccontato l'enorme ricchezza privata del nostro paese nella prima puntata, accende le sue telecamere sulla ricchezza invisibile, quella non accertata, i soldi dell'evasione e quelli prodotti dalla grande criminalità organizzata. Questo il tema della prossima puntata di lunedi 9 settembre. Già con la prima puntata, però, Iacona ha fatto "bingo". Il confronto proposto tra ricchi e poveri del nostro Paese ha catalizzato l'attenzione di quasi 2.200.000 ascoltatori.


-Ricchezza e povertà: trend opposti-
Elemento di traino della puntata senza dubbio l'argomento: il lusso sfrenato contrapposto al l'indigenza crescente. La squadra di giornalisti Rai3, capitanata da Riccardo Iacona, è riuscita ad evidenziare dei dati allarmanti: l'Italia è una nazione dove la ricchezza privata emerge ben più che in altre nazioni, come la Francia e la Germania. Altro elemento distonico emerso sta nella tendenze registrate dei dati economici: da una parte i consumi sono in decrescita su tutti i settori, dall'abbigliamento al cibo, mentre dall'altro i beni di lusso sono in continua ascesa.
La cruda realtà dei numeri proposti da Iacona, fotografano la realtà peggiorata da tre anni di governo tecnico:
1 milione di disoccupati (3.144.000 totali)
4.200 aziende corrispondenti a 43 fallimenti al giorno
9.600.000 persone vivono in stato di povertà relativa (16% della popolazione)
5.000.000 di persone vivono in stato di povertà assoluta (+615 poveri al giorno)
+530.000 cassintegrati dall'inizio anno.
A questi dati si contrappongono quelli relativi alla ricchezza e al suo allocamento:
9mila miliardi di euro è il valore della ricchezza privata in in Italia. Quasi 5 volte il valore del debito pubblico fermo, si fa per dire, a 2000 miliardi di euro.
240.000 persone multimilionarie (media 5 milioni di euro) ai quali si aggiungono i 9 milioni di milionari che insieme posseggono il 50% del patrimonio privato nazionale. In sintesi il 10% della popolazione detiene il 50% del patrimonio.
E' appunto da questi dati che l'ex direttore generale di Intesa e ora presidente di SEA, Pietro Modiano, ripropone a Iacona la sua idea già espressa nel 2011: fare una "patrimoniale" da 20 miliardi annui per 4 anni allo scopo di ridare fiato alle trombe (consumi) .
"Abbiamo ancora adesso bisogna di una patrimoniale – spiega Modiano a Iacona – perché siamo in una fase straordinaria, non c'è mai stata una crisi lunga cinque anni. Se noi riusciamo nell'operazione di trasferire risorse da chi ha una bassa propensione al consumo, che sono i ricchi, a chi ha un'alta propensione al consumo, possiamo far ripartire l'economia."
Apparentemente una soluzione condivisibile seppure di difficile realizzazione. Difficile per il basso tasso di fiducia detenuto dagli italiani verso gli organi dell'amministrazione dello stato e del panorama politico connesso alla incertezza del buon uso di questi prelievi cospicui. Prima sarebbe opportuna una adeguata e consolidata politica di riordino dei conti pubblici e la rimozione, almeno in parte, delle cause che alimentano il continuo incremento delle spese d'apparato. Una seria "spending review" non è ancora stata proposta. Pertanto, la conseguenza più probabile alla proposta di Modiano sarebbe una nuova fuga di patrimoni verso lidi sicuri oltre confini.
-Orgoglio, dignità e buongusto-
Se quel 10% di "fortunati" volessero regalare qualcosa al Paese dal quale hanno, con abilità e fortuna, ottenuto così tanto non sarebbe un gesto sgradito. Renderebbe onore a tutta la categoria dei "paperoni" verso la quale si guarda in parte con invidia e ammirazione e in parte con rabbia e disprezzo. E' l'opulenza ostentata e la incapacità di rendersi conto della realtà da parte di alcuni di loro che fanno emergere i sentimenti negativi verso la categoria paperoniana. Alcuni esempi ben rappresentati nella trasmissione di Iacona una fra tutti la "signora dei salotti romani" Marisela Federici. Elegante e bella signora amante del "bello" e della ricercatezza. Nipote di un ex presidente del Venezuela, convolata in seconde nozze con Paolo Federici, rampollo di una famiglia aristocratica italiana Marisela Federici è riuscita a mostrare un lato della sua personalità e del suo stile di vita che forse sarebbe stato apprezzato, dai più, nell'epoca fulgida degli anni ottanta quando i piumini monclair e i paninari rappresentavano uno strato più ampio di popolazione. Buon per lei che può permettersi 6 aiutanti domestici, una stanza per i bicchieri, una per le porcellane, una per le posate e altre attrezzature destinate a arredare, di volta in volta con stili e temi diversi, le cerimonie private che si consumano nella sua lussuosa e sempre aperta dimora romana.
Quello che invece ha fatto irritare sono stati i diversi momenti di caduta di stile della signora. Una serie di occasioni perdute di regalare perle di buongusto. Affermazioni e atteggiamenti in totale contrasto con la raffinatezza dei ricevimenti che stava narrando all'intervistatrice.
Concordo pienamente con lei che sia "meglio una festa al mese che un analista alla settimana" e potrei anche concordare sul fatto che sia necessario non farsi ottenebrare dalla negatività e perseverare nella ricerca di nuovi lavori e occupazioni. Non posso però tollerare le affermazione fatte calare sull'argomento della crisi e dei suicidi. «Sono gesti disperati, - afferma la nobildonna - che non portano a nulla. Molto meglio la speranza». E poco dopo prosegue incalzata sull'argomento della crisi con un'ultima perla di saggezza «Non voglio essere cinica. Secondo me hanno un altro tipo di problemi. Hanno problemi mentali, più che economici o altro. Sono persone che hanno già una tara mentale che li porta a gesti disperati e conclude con l'invocazione all'azione come fanno i grandi manager: «Lavorassero un po' di più questi che si lamentano tanto. Che si mettessero a lavorare». Già a lavorare. Qualche scansafatiche c'è in giro ma molti, tantissimi, invece sono disponibili a qualsiasi lavoro, anche solo quello che servirebbe a pagare le sole bollette e un po' di verdura e frutta per i figli, felici di non avere nulla per sé stessi ma solo la coscienza a posto.
Mortificare l'orgoglio e la dignità sono delitti che andrebbero puniti severamente perchè minano le basi sulle quali si regge la nostra società: la famiglia. Genitori impossibilitati a reagire ai fenomeni che li opprimono che non riescono a garantire un futuro al loro frutto d'amore giovanile la dignità non può essere intaccata. Perduta quella sono precluse tutte le opzioni di speranza tanto invocata dalla signora Marisela. E senza speranza il buio diventa tenebra. Il passo successivo è l'alienazione di sé stessi se un tocco fatato non giunge prima dell'atto estremo. Si, signora, saranno stati malati ma a seguito di una grave malattia: la crisi che li ha, con mano invisibile, soffocati.

-Conclusioni-
Ammirazione invece hanno raccolto le testimonianze più umili offerte dalla trasmissione di Iacone. Donne e uomini privati di quasi tutti beni materiali e colpiti da gravi malattie che riescono ancora a tenersi attaccati alla speranza del cambiamento e lo insegnano quotidianamente ai loro figli. Figli che spesso devono "marinare" la scuola perchè non hanno la possibilità di pagarsi il refettorio. Genitori che, nella indisponibilità di quasi tutto, dedicano il loro tempo libero ad assistere altri nelle loro medesime condizioni economiche ma oppressi da peggiori condizioni d'altra natura. Donne e uomini invisibili che reggono pesi enormi che schiaccerebbero degli elefanti capaci di imprese straordinarie. Donne e uomini di cui nessuno, tranne Dio, si ricorderà del loro nome ai quali la società dovrebbe tributare onori. Donne e uomini verso i quali i fortunati dovrebbero concedere qualcosa, almeno per non fare disperdere al vento la loro dignità.
Complimenti a Iacone per come è riuscito a confezionare una trasmissione che ha toccato le corde più sensibili senza la retorica che spesso accompagna alcune inchieste giornalistiche.
Un grazie a coloro che potranno dare il loro contributo a rimettere in carreggiata la macchina Italia e tutte le sue potenzialità ancora inespresse. A voi politici l'ardua sentenza.

Riccardo Iacone di PRESADIRETTA

Pubblicato in Politica Emilia
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