Verstappen vince anche l'ultima gara. Leclerc va sul podio, davanti a Russell. Mercedes chiude seconda nel mondiale costruttori. A Yas Marina si conclude un campionato dominato dal binomio Red Bull-Verstappen.
A Las Vegas volano Verstappen, la Red Bull e pure i tombini. Leclerc lotta come un leone ed artiglia il secondo posto. Tante luci, tanti lustrini, lunghi rettilinei ed utilizzo quasi smodato del DRS. Questa è la Formula 1 che volete?
di Matteo Landi
"La storia non basta". Negli ultimi mesi l'ha ripetuto più volte Stefano Domenicali, il Boss della Formula 1. Il tempo passa per tutti, e tutti cambiamo. E probabilmente nel CEO di Formula One Group non è rimasto molto di quel ragazzo che trascinava un divano sul prato della Tosa. Paradossalmente la sua pista di casa, quella di Imola, insieme a Monza e Silverstone è fra i tracciati a rischio di scomparsa dal calendario del massimo campionato automobilistico. I gettoni più alti vengono pagati da Qatar, Bahrain ed Arabia Saudita, e poco importa se la Storia, quella con la "S" maiuscola, è stata scritta altrove. Da quest'anno si è aggiunta anche la sfavillante Las Vegas. Con un tracciato che attraversa tutta la città, facendo propria anche la famosa Strip. Altro che il piccolo circuito del parcheggio del Caesars Palace che nel 1981 vide la vittoria di Jones, e l'anno dopo quella di Alboreto, al primo successo della sua carriera in F1. Il Circus questo weekend è tornato nella "Città del Peccato". Una grande sfera luminosa cambia l'impatto visivo del tracciato al passare degli sponsor, presentazione dei piloti in stile Hunger Games, cantanti pop ben felici di mettersi in mostra, a quello che viene celebrato come il più importante (sicurissimi?) evento sportivo dell'anno. Tanta attenzione per lo spettacolo, ma il giochino si incrina già con le prime dichiarazioni del tre volte iridato Verstappen: "mi sono sentito un clown". Va definitivamente in frantumi con le prime prove, quelle del venerdì. Pochi chilometri ed un tombino distrugge la Ferrari di Carlos Sainz. Lo spagnolo si prende anche un brutto colpo alla schiena, ed i commissari che fanno? La sostituzione del pacco batterie comporta una penalità di 10 posizioni in griglia di partenza, sanzione che viene comminata allo spagnolo. Poco importa se il pilota e la squadra non hanno alcuna responsabilità, ed anzi le colpe sono da ascrivere a chi doveva ispezionare adeguatamente il percorso. Alla Ferrari non arrivano neanche le scuse, le regole sono regole, dicono. La rabbia dello spagnolo monta (e stasera ancora non si è sopita). I commissari ispezionano quindi il percorso, controllano e sistemano i tombini. Vanno per le lunghe, e le seconde libere vengono disputate il piena notte e, nella "Città che non dorme mai", fanno sloggiare gli spettatori dalle tribune, tutti. Eppure c'è chi dice che tutto è un gran successo. Toto Wolff, Team Principal Mercedes, si inalbera in conferenza stampa: "è solo un tombino, facciamola finita", è il succo del suo discorso. Intanto il weekend va avanti, di sabato tornano gli spettatori, le luci sono ancora lì, i lustrini anche, e la narrazione mainstream dice che va tutto bene, le sfortune colpiscono anche a Las Vergas, Signore e Signori. Leclerc strappa una pole position da paura, davanti a Sainz, ma lo spagnolo ha le orecchie basse, sa che dovrà partire a metà schieramento.
Il festival del DRS
Almeno ci hanno risparmiato la Sprint Race, sussurra (neanche tanto) un ispirato Verstappen. La gara scatta, proprio Max alla prima curva si fa sotto a Leclerc e lo spinge fuori pista. L'olandese viene quindi penalizzato di cinque secondi ma non sembra preoccupato. Las Vegas offre dei rettilinei immensi, quasi infiniti. Va in scena il festival del DRS. Tanti sorpassi, tanta emozione, ci dicono, ma a ben (neanche tanto) guardare sono quasi tutti frutto dell'utilizzo dell'ala mobile. Ed è un vero peccato, in realtà. Viene mortificata la gara di Leclerc, veramente in palla questo weekend. Lotta come un leone, solo contro le due Red Bull, più performanti con l'ultimo set di gomme, ma non di molto. Con un DRS meno invasivo avremmo assistito all'arte della difesa, attore protagonista Leclerc? Non lo sapremo mai. Inoltre, se Sainz fosse partito, come meritava, fra i primi, la Ferrari avrebbe lottato alla pari. Alla fine Charles strappa un bel secondo posto, ma che fatica! Un tracciato pensato per i sorpassi in rettilineo, quello di Las Vegas, tanto vale correre in un ovale allora, verrebbe da dire.
Ferrari vicina a Mercedes in classifica costruttori
Al netto di tutto i freddi numeri ci dicono che Verstappen ha vinto ancora, ma anche che la Ferrari ha recuperato molti punti sulla Mercedes in classifica costruttori, con il solo weekend di Abu Dhabi da disputarsi. Adesso quattro lunghezze dividono i due team. Questo grazie anche al sesto posto recuperato da un Sainz abbacchiatissimo, ma pure incattivito dalle dichiarazioni di Wolff che ha sminuito quanto accaduto venerdì allo spagnolo. Adesso il pilota Ferrari è a pari punti in classifica piloti con il connazionale Alonso, al quarto posto. Mercedes-Ferrari, Alonso-Sainz (ma Norris è vicino a loro), chi avrà la meglio in questi testa a testa? Le sfide, tutto sommato, non sono molto emozionanti, ma questo è quello che passa il convento. Ma non dite a Liberty Media che questa F1, talvolta (talvolta?) scade nella noia. E lo scrive un dispiaciuto appassionato.
Norris festeggia l'ennesimo secondo posto, Alonso un grande ritorno sul podio. A vincere però è ancora lui, Max Verstappen. Ferrari, weekend disastroso.
Perez delude i suoi tifosi. Leclerc e Sainz sognano dopo una prima fila tutta rossa, ma non vanno oltre alla terza e quarta posizione finale. Si esalta ancora lui, Verstappen, vincente per la 51esima volta
Ad Austin Verstappen conquista il suo cinquantesimo successo in carriera, battendo d'un soffio Hamilton. Terzo è Norris. La Ferrari sprofonda in gara, dopo aver illuso con la pole position conquistata da Leclerc.
Verstappen domina, nel weekend in cui si aggiudica il terzo titolo iridato. Si conferma la McLaren, vincente ieri nella Sprint con Piastri, oggi in seconda e terza posizione. Ferrari male: Sainz non ha partecipato alla gara, Leclerc quinto. Gara difficilissima per vetture e piloti.
Verstappen trionfa a Suzuka, e per la Red Bull arriva il sesto mondiale costruttori della sua storia. Doppio podio per McLaren. Ferrari quarta e sesta.
Trionfa Verstappen davanti a Perez. Sainz fa gioire i tifosi Ferrari, e dopo una grande pole position riporta la Rossa sul podio
Altra corsa, altro record. Verstappen trionfa ancora, per la nona volta consecutiva. Sul podio anche Alonso e Gasly. Ferrari in crisi, quinta con Sainz, ritirata con Leclerc.
In Belgio, sullo stupendo tracciato di Spa-Francorchamps, Verstappen rimonta e trionfa ancora. Leclerc e Ferrari finalmente sul podio! Sainz ritirato.
di Matteo Landi
Una penalità per aver sostituito il cambio della sua Red Bull ha relegato Verstappen alla sesta posizione sulla griglia di partenza, lasciando a Leclerc la soddisfazione, puramente statistica (in pista si è beccato un'eternità), della 20esima pole position in carriera. Un dato particolare quello del monegasco, se paragonato alle "sole" cinque vittorie ottenute. Frutto della sua propensione a dare il meglio sul giro secco, oltre ad evidenziare le caratteristiche delle Ferrari che ha guidato negli ultimi anni, spesso in difficoltà sul passo gara. Oggi la Rossa ha ben figurato, tanto da permettere al pilota n°16 di tornare finalmente sul podio. "Solo" il terzo stagionale. Un risultanto che porta il buon umore nel box Ferrari, tramortito dal settimo e dall'ottavo posto della scorsa settimana. Questa è la storia di questo campionato, ogni pista ha le sue gerarchie. Questa è la storia di un campionato, ad esser precisi. L'altro campionato, quello disputato dai soli piloti Red Bull (quando Perez non si perde lasciandosi inghiottire dal gruppone), è invece scontato e monocorde. Verstappen vincerebbe partendo da qualsiasi posizione, anche l'ultima. Oggi l'ha presa quasi con calma. Ha cucinato i suoi avversari a fuoco lento. Fino al giro 17, quando ha artigliato la prima posizione. A quel punto Max ha iniziato a spingere veramente, seminando il compagno Perez. Il messicano ha lasciato da parte i suoi fantasmi ed è tornato a fare il buon secondo pilota, quello che Red Bull si aspetta da lui. Sul traguardo Verstappen c'è passato scodando, festoso, ma non troppo, sicuro dell'invincibilità del binomio Pilota-Auto. Ed ora per l'olandese arriva la pausa estiva più serena della sua vita agonistica.
Ferrari, un podio che riporta il sorriso
Se a metà febbraio Benedetto Vigna, AD Ferrari, non avesse pronunciato quella frase, "non avrà precedenti in termini di velocità", riferendosi alla monoposto 2023, il podio odierno assumerebbe forse un altro sapore. Red Bull ha lavorato meglio, senza dubbio, meritando di stare dov'è. La Ferrari oggi si è messa dietro Mercedes, Aston Martin e McLaren (in difficoltà con l'assetto), le tre squadre che di volta in volta contendono alla Rossa il ruolo di seconda forza. Insomma il risultato odierno non è da buttare, anzi. Un podio che va a migliorare il buon risultato ottenuto nella Sprint di ieri (quarto Sainz e quinto Leclerc). Stona però con i proclami di vittoria vecchi meno di sei mesi. Le parole non si cancellano, così come la velocità e la consistenza della Red Bull. Chi si era messo il cuore in pace già dopo le prime gare (giustamente) oggi avrà gioito non poco nel vedere i volti molto più distesi e sorridenti dei meccanici Ferrari, sotto un podio che raramente si colora, seppur in parte, di Rosso.
Per Piastri e Gasly, eroi della Sprint Race, gara amara
La Sprint di ieri, scattata su pista bagnata, aveva portato sul podio per la prima volta (ma non fa statistica trattandosi di gara corta) un grandissimo Oscar Piastri: secondo dietro al mattatore Verstappen, e davanti ad un buon Gasly su Alpine. L'asciutto oggi ha però segnato una svolta negativa, soprattutto per McLaren. Norris, dopo due podii consecutivi, ci aveva preso gusto. Un assetto troppo carico ha però penalizzato eccessivamente la velocità di punta della sua monoposto, superata a destra ed a sinistra negli allunghi. Il settimo posto finale non gli è andato neanche troppo stretto, considerando che in alcuni giri ha navigato nelle ultimissime posizioni del gruppo. Peggio è andata a Piastri, fuori pochi chilometri dopo il via a causa di un contatto con la Ferrari di Sainz. A differenza dell'australiano, lo spagnolo ha proseguito, ma la sua vettura, con un buco sulla pancia di destra, era inguidabile e lenta. A circa metà gara anche il pilota della Rossa ha quindi alzato bandiera bianca. Poca gioia anche per uno degli eroi della gara corta, Gasly, solo undicesimo al traguardo. Peccato, non solo per il francese ma per tutta la squadra, il cui risultato di ieri aveva portato un pizzico di serenità in concomitanza con un terremoto aziendale che ha pochi precedenti: dopo un inizio di stagione non convincente sono arrivati gli allontanamenti del Team Principal Szafnauer, del Direttore Sportivo Permane e del Direttore Tecnico Pat Fry! Della serie, o la va, o la spacca, per l'ex team Renault.