Martedì, 29 Ottobre 2024 05:11

Docente danneggiata da proteina Spike: inoculata tramite test allergico In evidenza

Scritto da Ingrid Busonera

Di Ingrid Busonera(Quotidianoweb.it)  Roma, 28 ottobre 2024 - Caterina ha origini mediterranee, ha 50 anni e abita nella bellissima capitale. È docente in una scuola primaria, ma anche Educatore sanitario asl esperta dell’autismo con master e vari corsi post-laurea.

Laureata in settore psicopedagogico. Una strada piena di sacrifici per prendere gli attestati e dopo svariate vessazioni da parte della preside della scuola dove lavora, nonostante fosse soggetto allergico con esenzione per ogni tipo di vaccinazione e numerosi farmaci, viene costretta a sottoporsi a test dove le inoculano tre gocce di proteina spike, che la danneggiano irrimediabilmente.

Oggi racconta a QuotidianoWeb la drammatica esperienza vissuta a causa della somministrazione di un test somministrato, sotto pressione della scuola dove insegna, per verificare la veridicità dell’esonero al vaccino covid19.

La sua famiglia era stata già tragicamente colpita dagli effetti delle vaccinazioni: la sorella di 22 anni era deceduta dopo una vaccinazione antinfluenzale e il figlio di 15 anni aveva sviluppato una forma di autismo, insorto a causa di intossicazione da metalli pesanti post vaccino MPR.

Caterina, qual è la tua situazione attuale?

Oggi mi sento quasi come un vegetale. Spendo tantissimi soldi per visite e cure, cercando di curare le numerose problematiche con cui convivo. Sono in malattia a causa delle forti problematiche di salute scaturite dopo questa inoculazione, ho una vita molto limitata, esco per le visite e le terapie, ho fortissimi disturbi cognitivi con perdita della memoria e confusione, in alcuni momenti mi incanto con la parola e non riesco a parlare, balbetto, o mi dimentico i termini specifici. Vivo con foglietti sparsi e allarmi nel telefono, per ricordarmi le cose da fare. La scuola mi tiene sotto costante pressione anche per la malattia, causata dalle patologie, soprattutto per la neuropatia, diagnosticata di recente dopo numerose visite post inoculo. Le mie braccia non sono più funzionali, ho problemi al braccio sinistro e ho necessità di supporto anche per vestirmi. Utilizzo una stampella e non sono più autonoma.

Cosa è accaduto?

Io sono una docente e durante il primo periodo della pandemia, sono stata ricattata dalla preside, che oltretutto al tempo, era anche preside della scuola che frequentava mio figlio, con spettro autistico.

In un primo momento mi ha preso in giro, invitandomi a ridurre l’orario di lavoro per due settimane, al fine di occuparmi di mio figlio, per lei “problematico”, facendomi firmare con l’inganno un foglio dove comunicava la riduzione delle ore fino alla conclusione dell’anno scolastico e non per le due settimane concordate, obbligandomi ad astenermi dall’insegnamento per poter seguire mio figlio in lezioni parentali, e alla fine, con il ricatto del licenziamento, mi ha obbligata a sottopormi al test allergico.

Le angherie da parte della scuola

Quotidianamente la preside, oggi in pensione, mi contattava durante le ore di lezione per andare a prendere mio figlio, interrompendo lo svolgimento delle stesse e dicendo menzogne circa ipotetici problemi e “crisi” di mio figlio. Ha impedito a me e mio figlio di frequentare, costringendomi ad usufruire della Legge 104 per “non avere problemi” invitandomi a stare a casa a fare lezione parentale direttamente a mio figlio. Tale invito è stato inviato anche ad altre colleghe con familiari disabili o con problematiche di salute.

Quando è scattato l’obbligo di vaccinazione per gli insegnanti, ho presentato il certificato in mio possesso con esenzione a vaccinazioni e farmaci, nonostante ciò, la preside ha fortemente insistito perché mi sottoponessi ad ulteriore test allergico in sede scolastica, inviando una lettera dove mi costringevano a sottopormi al test pena il licenziamento.

In cosa consisteva il test?

Sostanzialmente avrebbe dovuto essere un peg test in goccine da effettuarsi per via endodermica, sul braccio.

In realtà è stata una somministrazione intradermica con inoculazione sottocutanea di alcune gocce di proteina spike, per “testarne” l’effettiva impossibilità alla somministrazione. Mi sono resa conto mentre veniva effettuato il test, che mi stavano iniettando qualcosa con una siringa molto piccola. Al mio urlo, di richiesta di spiegazioni, mi hanno detto di “tranquillizzarmi” che erano soltanto tre gocce di proteina Spike.

Mi sono sentita ingannata e presa in giro, dopo due ore, pallida e stanca, ho iniziato ad avvertire forti dolori addominali e ho avuto un’emorragia con coaguli di sangue.

Tutto questo è continuato per un intero anno, dove nessun tipo di terapia faceva effetto, se non la cura per la tiroide, prescritta dal ginecologo solo successivamente.  I problemi avuti dopo questo episodio sono numerosi:

  • infarto
  • Endometriosi
  • nebbia cognitiva
  • Aumento del peso di 30 kg
  • Linfedema
  • Neuropatia demielinizzante
  • Vasculite

Inoltre, una sera mi è salita la pressione a 250, ho avuto un’ischemia con successivo danno d’organo e infarto.

Per avere la documentazione relativa a quanto mi è stato somministrato, mi sono dovuta rivolgere ad un medico legale e ho inviato numerose lettere di sollecitazione, finché non mi è stata inviata la documentazione. Tutto questo per un capriccio della preside.

Ad oggi mi è stata riconosciuta la correlazione dei problemi di salute con l’inoculazione di proteina spike tramite test allergico e ho una invalidità del 75% da aggiornare con il peggioramento.

Che coinvolgimento ha la preside in tutto questo?

Mi ha tormentato per un anno e mezzo facendo mobbing, creandomi problemi con continue telefonate per andare a prendere mio figlio durante le ore scolastiche, costringendomi a stare a casa anziché svolgere lezione in sede, mi ha proibito di vedere il PEI (piano educativo personalizzato previsto per gli studenti con disabilità) e si è permessa di contattare i servizi sociali, che hanno appurato attraverso le verifiche, che la preside stava esercitando pressione e mobbing su di me e su mio figlio, e quanto da lei comunicato, era frutto di fantasia e menzogna.

Inoltre, periodicamente emettono circolari che mi sembrano rivolte personalmente a me, mettendo in dubbio anche i certificati medici attestanti la grave patologia che mi hanno diagnosticato. Tutt’oggi attraverso la nuova preside con cui ha contatti, mi tormenta di continuo.

Ho chiesto il trasferimento e non me l’hanno accettato. Hanno provato anche ad avere informazioni sulla scuola dove è iscritto mio figlio e mi sottopongono ad un inferno continuo. Lo scorso anno, ho fatto una segnalazione denunciando i fatti al provveditorato degli studi perché mio figlio veniva privato di tutto ciò di cui aveva bisogno per poter stare al passo con lo studio, è stato chiuso in una stanza da solo e sono accaduti altri gravi fatti per cui l’ho tolto immediatamente da quella scuola e allontanato da quelle persone.

La preside ha dichiarato anche in conversazioni e messaggistica, che lei non sopporta i disabili, motivo per cui pare abbia preso di mira me e mio figlio, portando avanti un'opera di stalking estenuante.

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