Mercoledì, 13 Marzo 2024 05:42

Psicologi. Codice deontologico, ricorso al TAR: finalmente arriva il confronto In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Riceviamo e pubblichiamo il comunicato del Comitato Nazionale Psicologi EDSU.

Di redazione 12 marzo 2024 (Quotidianoweb.it) - Il 13 marzo prossimo si terrà a Roma un’udienza pubblica, presso il TAR Lazio, sul ricorso presentato da 11 colleghi, ai quali va la nostra solidarietà, relativamente alla proposta di un nuovo codice deontologico; il CNOP è chiamato a rispondere su alcuni quesiti rimasti in sospeso poiché, nella nostra comunità scientifica, non vi è stato nessun confronto “scientifico” sulla modifica del vecchio Codice.

Il Nuovo Codice Deontologico è la punta dell’iceberg di un cambiamento sostanziale del modello culturale della nostra professione, che inizia a palesarsi nel 2017 con il Decreto Lorenzin, il quale ci “omologa” a professione sanitaria.

Il dibattito sul nuovo Codice Deontologico e la sua entrata in vigore continua, ad oggi, a esistere esclusivamente grazie a una minoranza di colleghi che hanno resistito e continuano a resistere a questa spinta di omologazione di stampo medico.

CRITICITÀ NEL METODO E NEL MERITO

Il nuovo Codice Deontologico presenta criticità tanto nei contenuti, quanto nelle modalità in cui è stato ratificato.

Riguardo al metodo, la stesura delle modifiche è stata effettuata in modo elitario e senza alcuna partecipazione dalla base, che anzi era in gran parte all’oscuro di quanto si andava preparando. A causa di questo scenario il Comitato ha intrapreso numerose azioni culturali e legali, fra cui una richiesta di accesso agli atti, puntualmente disattesa .

Il referendum è stato indetto con modalità informative carenti: non tramite PEC bensì con una newsletter che solo alcuni ricevono e leggono; il voto era previsto solo in modalità online (una modalità tutt’ora sperimentale) e alla piattaforma per il voto si accedeva esclusivamente attraverso SPID o CIA dal portale del CNOP. Alcuni avrebbero voluto votare ma hanno avuto impedimenti legati all’accesso. Proprio sulla legittimità di escludere la possibilità di un voto in presenza verte uno dei quesiti che sono stati rivolti al TAR Lazio.

Il risultato, presentato in toni trionfalistici dal CNOP , è stata una “vittoria” dei SI retta tuttavia su uno scarto che, considerando il minimo afflusso al voto (12,65%), è del solo l’1,08% degli aventi diritto.

Entrando nel merito, ad un attento raffronto tra vecchia e nuova versione, emergono cambiamenti sostanziali che convalidano ed al tempo stesso sanciscono la demolizione sistematica della nostra professione attraverso il suo progressivo asservimento alle logiche dominanti dei poteri nazionali e sovranazionali.

Fra i cambiamenti più rilevanti citiamo lo stralcio dei principi etici dal corpus del Codice, raccogliendoli in una premessa non soggetta al voto referendario; l’indebolimento dell’autodeterminazione sia dello psicologo nelle sue scelte professionali, sia di coloro che vi si rivolgono; la distinzione, per quanto riguarda gli atti professionali, fra “interventi terapeutici” e “prestazioni professionali”, costringendo i primi negli stretti recinti metodologici dei protocolli medici che mal si attagliano a un intervento psicologico, mentre i secondi vengono invece deregolamentati, non necessitando più nemmeno di un consenso informato per essere espletati. Infine, emerge un marcato scientismo, elevando l’allineamento alle politiche, o meglio ai diktat, sanitari a valore etico e deontologico irrinunciabile. Infatti, secondo il nuovo articolato si potranno segnalare non solo i colleghi che effettuano una condotta scorretta (dannosa per gli utenti o per il decoro professionale) ma anche coloro che utilizzano metodologie non gradite dalla “comunità scientifico-professionale” istituzionale… modifiche che rispecchiano e anzi incoraggiano un crescente clima delatorio fra i colleghi.

Per una trattazione più estesa delle modifiche si rimanda agli articoli sul sito del Comitato .

LO PSICOLOGO DI BASE, ALIAS “PSICOLOGO DI STATO”: BRACCIO DESTRO DEL POTERE

Si sta profilando quello che sarà lo “Psicologo di base”. Il contratto durerebbe 2 anni, con preclusione all’attività privata. Quanti fra noi che contano almeno 10 anni di esperienza clinica, sarebbero disposti a lavorare come psicologo della mutua, visto il vincolo e un onorario sicuramente inferiore a quello percepito come professionisti liberi? Ma tale possibilità sarà invece seduttiva per i giovani psicologi appena usciti dal circuito universitario, con una grande voglia di lavorare ma senza esperienza, e più facilmente asservibili a norme burocratiche e scientiste.

La proposta del nuovo Codice Deontologico tende a promuovere una nuova psicologia completamente appiattita sul modello medico. Precisiamo che il termine “cura”, in medicina così come in psicologia, non implica tout court la risoluzione dei sintomi, ma porta con sé significati molto più ampi che attengono al benessere globale dell’individuo.

È importante che tutti siamo consapevoli della posta in gioco sulla quale saranno prese decisioni cruciali il 13 Marzo dinanzi al TAR.

Per tutti questi motivi il Comitato Nazionale Psicologi per l’Etica, la Deontologia e le Scienze Umane sente di esprimere massima vicinanza a tutti i colleghi che hanno partecipato al ricorso e, a tutti coloro che volessero presenziare, ricorda che l’udienza sarà aperta al pubblico e avrà luogo di mattina, presso la sede  del TAR Lazio in via Flaminia 187.

Link utili:

https://www.comitatonazionalepsicologi.it/

https://www.comitatonazionalepsicologi.it/ce-codice-e-codice-i-parte/

https://www.comitatonazionalepsicologi.it/

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