“Commemoriamo la storica lotta delle donne firmando con il segretario José Manuel Matheu l'accordo esecutivo per la libera utilizzazione e commercializzazione del PAE. L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stabilito che fa parte dei diritti riproduttivi delle donne e non è abortivo", ha spiegato il Presidente in post condiviso su Twitter.

Ogni anno, nel Paese, secondo alcune stime di gruppi locali per i diritti, risalenti al 2019, si verificano tra i 50 mila e gli 80 mila aborti clandestini.

Il primo Presidente donna del Paese, moglie dell'ex Presidente José Manuel Zelaya (destituito nel 2009) ha firmato, dunque, un ordine esecutivo che pone fine al divieto, durato oltre 10 anni, sull'uso e la vendita del contraccettivo, mantenendo in questo modo una promessa fatta nel corso della sua campagna elettorale e attesa dai gruppi femministi.

La maggioranza conservatrice dell'Honduras, una nazione fortemente cattolica, ha vietato l'uso e la vendita della pillola del giorno dopo, sostenendo che la contraccezione d'emergenza avrebbe causato aborti e, di conseguenza, rendendola illegale.

In Honduras, l’aborto, dunque, non era praticabile, neanche in casi di stupro o incesto. I medici e gli operatori sanitari erano chiamati a segnalare gli aborti clandestini alle Forze di Polizia. Per coloro che interrompevano la gravidanza in segreto, invece, erano previsti il carcere o, nel peggiore dei casi, la morte.

Secondo l’ONU – Organizzazione delle Nazioni Unite, l’Honduras è il Paese che riporta uno dei più alti tassi di violenza sessuale al mondo, provocando gravidanze indesiderate e adolescenti costrette a partorire, mettendo a rischio la loro vita.

Il significativo gesto di Castro è avvenuto simbolicamente alla fine di una giornata durante la quale centinaia di donne hanno marciato per le strade di grandi città, come Tegucigalpa e San Pedro Sula, per cause come l'ampliamento dei diritti riproduttivi e i femminicidi.

Introduzione social: Nelle ultime ore, il Presidente dell’Honduras Xiomara Castro ha firmato un accordo esecutivo che legalizza l’uso della pillola contraccettiva di emergenza in tutto il Paese.

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