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Mercoledì, 09 Ottobre 2013 07:02

"Festa delle Città Civili dell'Emilia-Romagna"

Bologna, 9 ottobre 2013 -
 
C'è chi si prende cura della strada dove abita, chi ha a cuore il verde del parco accanto a casa. C'è chi si rimbocca le maniche per riqualificare il sottopassaggio dove passa il Pedibus del figlio e chi si spende per gestire il proprio orto in maniera collettiva. Le voci dei cittadini che si prendono cura della città e dei suoi luoghi e dei beni comuni, senza chiedere nulla in cambio, troveranno spazio nelle piazze dell'Emilia-Romagna il prossimo 12 ottobre in occasione della la prima Festa delle Città Civili dell'Emilia-Romagna.
Diversi allestimenti appariranno nel cuore delle città capoluogo, contraddistinti dallo slogan "Prenditi cura della tua città. È un dono", e saranno teatro del racconto delle numerosissime esperienze realizzate. E sarà proprio lì che i cittadini potranno depositare una cartolina su cui scriveranno quale impegno stanno portando avanti o quale intendono assumersi per la salvaguardia e cura dei beni comuni urbani.
"In tempo di crisi è giusto operare per rafforzare le nostre comunità affinché nessuno resti solo. In questi anni la Regione ha lavorato per tenere unito il nostro tessuto sociale ed economico", sottolinea Simonetta Saliera, vicepresidente della Regione Emilia-Romagna. "Una comunità forte è il miglior antidoto alla disgregazione sociale e all'imbarbarimento dei rapporti umani".
Tante le iniziative organizzate in regione, a margine delle attività in piazza. Si va da Piacenza, dove saranno inaugurate alcune innovative aree di orti sociali, a Ravenna dove un gruppo di cittadini si è attivato per tutelare "La Torraccia", un'antica torre di avvistamento del porto di Classe. E ancora a Modena e Reggio-Emilia dove si racconteranno i tanti casi di cittadini che gratuitamente si dedicano alla manutenzione del verde e degli arredi dei parchi, fino ad arrivare a Cesena dove tra le altre cose si inaugurerà un sottopassaggio ciclopedonale che i genitori del Pedibus insieme con la scuola hanno riqualificato con imbiancatura e murales. A Forlì un convegno dedicato valorizzerà le tante esperienze locali, mentre a Bologna i protagonisti delle buone pratiche realizzate in città arriveranno in piazza per poi partire con una biciclettata che porterà al giardino di una scuola dell'infanzia gestito in maniera sperimentale tra pubblico e privato. A Ferrara, infine, si parlerà anche del bosco sociale che un gruppo di cittadini appartenenti a un Gas (Gruppo di acquisto solidale) realizzerà insieme all'amministrazione.
La festa nasce dal progetto "Città Civili dell'Emilia-Romagna" che ha coinvolto i Multicentri per l'educazione alla sostenibilità urbana dei principali comuni capoluogo, le strutture deputate al coinvolgimento di cittadini e scuole sui temi dello sviluppo sostenibile. La rete di questi centri ha realizzato un censimento delle buone pratiche di gestione partecipata dei beni comuni e ha sviluppato e accompagnato nuove esperienze nei vari territori. La festa sarà l'occasione per valorizzare anche le strutture e i progetti già presenti, per facilitare e coinvolgere i cittadini attivi e distribuire ai partecipanti la pubblicazione "Città Civili dell'Emilia-Romagna" che offre un quadro aggiornato delle esperienze regionali insieme ad un approfondimento sui beni comuni.
Per dare risalto all'importanza del "prendersi cura" della propria città attraverso alcune testimonianze sarà presentato un breve spot di 30 secondi realizzato da Koinè e Centro Antartide con la collaborazione dei Ceas.
La Festa delle Città Civili è promossa dalla Regione Emilia-Romagna, Servizio Comunicazione, trasparenza, educazione alla sostenibilità e strumenti di partecipazione e dai Comuni capoluogo che hanno costituito i Multicentri per l'educazione alla sostenibilità urbana, con il coordinamento del Centro Antartide di Bologna.
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Pubblicato in Dove andiamo? Emilia
Bologna, 8 ottobre 2013
 
L'Assemblea legislativa ha respinto a maggioranza (approvando un ordine del giorno di non passaggio all'esame degli articoli) la proposta di legge, presentata da Fabio Filippi (Pdl), finalizzata a ottenere il sostegno regionale per la Fiera del Parmigiano-Reggiano di Casina, in provincia di Reggio Emilia.
Gianguido Bazzoni (Pdl), relatore della proposta, ha sostenuto l'importanza del marketing territoriale: "Occorre - ha detto - sapere comunicare per valorizzare le peculiarità dei prodotti e dei territori e la Fiera di Casina è una di queste opportunità".
"La Fiera - ha ricordato Filippi - è tra le più importanti rassegne regionali dedicate a questo formaggio (giunta quest'anno alla sua 47^ edizione). Risulta pertanto opportuno - ha sottolineato - finanziare e tutelare tutte quelle iniziative finalizzate alla promozione, allo sviluppo e alla vendita di un prodotto unico, che assegna all'Emilia-Romagna un importante primato in ambito agroalimentare".
A favore della proposta si sono espressi Mauro Malaguti (Pdl) e Mauro Manfredini (Lega nord) che hanno invitato la Regione a censire gli eventi più significativi presenti nel territorio regionale. Per Andrea Defranceschi (Mov5stelle) e Giovanni Favia (Misto), "è eccessivo l'uso della proposta di legge per sostenere questi eventi".
A questo proposito, Liana Barbati (Idv) ha auspicato l'utilizzo di altri strumenti di proposta. Tiziano Alessandrini (Pd), pur condividendo le finalità della proposta, ha censurato l'uso della proposta di legge: "Se questa fosse la strada - ha rilevato - ci troveremmo a discutere centinaia di provvedimenti di legge con pari dignità della Fiera di Casina. Inoltre, non dobbiamo dimenticare che siamo di fronte a difficoltà di finanza pubblica. La Regione - ha sottolineato - ha fatto delle scelte: salvaguardare, come priorità, la coesione sociale".
Marco Monari (Pd) ha invitato il consigliere Filippi, che aveva sottolineato l'eccessivo 'peso' della Romagna rispetto all'Emilia, a misurare le parole, "adottando un linguaggio più consono all'Aula".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 8 ottobre 2013
L'impegno della Regione Emilia-Romagna contro le infiltrazioni della criminalità organizzata è "massimo in ogni suo aspetto". E nella provincia di Reggio Emilia, dove "al momento non sono presenti beni immobili confiscati", tale azione si concentra nei contributi per il progetto "Cultura della legalità a Reggio Emilia", che prevede anche la realizzazione del Centro di documentazione e iniziativa sulla criminalità organizzata e un corso di formazione per amministratori pubblici, e nell'accordo di programma "Sostegno all'Osservatorio e formazione per gli imprenditori locali", che comprende "la programmazione di tre corsi di formazione per imprenditori finalizzati alla conoscenza degli strumenti di contrasto e prevenzione del fenomeno criminoso".
A fare il punto della situazione è l'assessore Gian Carlo Muzzarelli, rispondendo in Aula ad una interrogazione di Liana Barbati (Idv) sul radicamento delle mafie nel territorio di Reggio Emilia dove, avverte la consigliera, si registrano ad oggi "43 incendi ad abitazioni, cantieri, automobili e altre strutture nell'arco di un anno".
L'assessore ricorda le iniziative messe in campo dalla Regione per diffondere la cultura della legalità a Reggio Emilia e provincia: attraverso vari accordi, l'Ente negli anni ha promosso "la realizzazione dei laboratori della legalità rivolti agli studenti delle scuole secondarie di secondo grado", "una rassegna biennale sulla legalità per l'informazione e la sensibilizzazione dei cittadini", "il sostegno all'ideazione di uno spazio aggregativo per la costruzione di reti spontanee tra cittadini e associazioni", "il mediacross Reggiocontrolemafie.it", "una indagine sulla diffusione della cultura della legalità tra gli studenti delle scuole superiori intitolata 'La cultura della legalità nell'universo giovanile'", "la realizzazione, congiuntamente alla Fondazione Caponnetto, di un centro di formazione e analisi" e "il coinvolgimento delle organizzazioni sindacali, imprenditoriali e delle associazioni impegnate nel campo della legalità in incontri tematici". Infine, conclude l'assessore, "la Regione Emilia-Romagna, per le finalità previste per la ricostruzione post-sisma, sta ultimando i lavori per l'Anagrafe degli esecutori, permettendo un miglioramento dei controlli con una tempistica ottimale".
Nella replica, Barbati si dice "molto soddisfatta: invito la Regione a proseguire nell'azione di prevenzione e diffusione della cultura della legalità".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Martedì, 08 Ottobre 2013 16:24

Mandarina Duck: rimane a Bologna ed esuberi ridotti

Bologna, 8 ottobre 2013

Marchio storico, attivo nel territorio bolognese fin dal 1977, Mandarina Duck è stato acquistato dalla multinazionale coreana E-Land nel 2011; nella sede di Granarolo dell'Emilia sono impegnati 52 lavoratori, ma la proprietà ha annunciato la volontà di chiudere tale struttura, trasferendo parte delle attività nel milanese. Nei giorni scorsi, Roberto Sconciaforni - Federazione della Sinistra - ha presentato un'interrogazione a risposta immediata, chiedendo alla Giunta di intraprendere iniziative utili ad affiancare quelle dei lavoratori e delle rappresentanze sindacali, ed evitare l'ennesimo smantellamento di una storica realtà produttiva.

Oggi in Aula, l'assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli, nel rispondere a Sconciaforni ha ricapitolato le tappe della crisi che ha investito l'azienda fin dal 2010 e ricordato come la proposta di ristrutturazione prevedesse una riduzione dell'organico da 52 a 32 persone, e il trasferimento a Milano di quasi la metà dei lavoratori. Le organizzazioni sindacali hanno ritenuto inaccettabile questa proposta, il confronto è proseguito e giovedì 3 ottobre si è concluso un accordo quadro che prevede il mantenimento dell'attività sul territorio provinciale, la riduzione del numero degli esuberi da 22 a 17 e l'utilizzo di tutti gli ammortizzatori sociali conservativi disponibili, oltre ad un accordo sindacale di mobilità. Nell'ambito di un processo di rafforzamento commerciale e stilistico, l'azienda aprirà una struttura milanese con lo spostamento di 10 figure professionali.

Un epilogo "complessivamente positivo", l'ha definito nella replica Sconciaforni, rimarcando che "tuttavia si tratta di una parziale delocalizzazione". E questo caso positivo, ha aggiunto, "si colloca in un panorama complessivamente negativo, caratterizzato dall'assenza di veri segnali di ripresa, soprattutto dal punto di vista dell'occupazione". Per il consigliere Fds, occorre "accelerare il percorso che deve portare a un nuovo strumento legislativo della Regione, in grado di agire sulla attrattività di questo territorio per chi voglia svolgere iniziative imprenditoriali, e agisca da argine preventivo alle delocalizzazioni produttive".

(rg)
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 7 settembre 2013
 
La commissione Politiche per la salute e politiche sociali, presieduta da Monica Donini, "giudica incompiuta l'attuazione della legge regionale n. 11 del 2009 (Norme per la promozione e valorizzazione dell'amministratore di sostegno)" e "sottolinea l'opportunità di promuovere e valorizzare questo istituto ribadendo l'obiettivo perseguito e l'impegno assunto dalla Regione Emilia-Romagna con l'approvazione di tale legge".
La commissione ritiene inoltre che "occorra innanzitutto perseguire una maggiore omogeneità nel territorio regionale di concrete possibilità di attivazione dell'amministratore di sostegno, in primo luogo attraverso linee guida applicative regionali". Considera "essenziale che l'elaborazione di tali disposizioni avvenga tramite un confronto stabile, anche attraverso l'istituzione di un Tavolo, con tutti i territori, in modo da diffondere le esperienze più avanzate che si sono realizzate in alcuni di essi". La commissione, infine, "sostiene la necessità di: emanare precise indicazioni per l'istituzione a livello provinciale degli elenchi, previsti dall'art. 2 della legge regionale n. 11 del 2009, dei soggetti disponibili ad assumere l'incarico di amministratore di sostegno; promuovere un coordinamento a livello regionale con tribunali e giudici tutelari; diffondere maggiormente le attività di informazione, formazione e aggiornamento, con azioni che vedano un maggior coinvolgimento degli organi giudiziari e di quegli ordini professionali che maggiormente possono essere interessati dall'attivazione della figura dell'amministratore di sostegno; valorizzare maggiormente il contributo fondamentale che in tale ambito può dare il Terzo settore, senza tuttavia addossare solo ad esso la responsabilità di una efficace promozione dell'istituto. A tale scopo, pur nella consapevolezza della continua contrazione delle risorse disponibili sul versante sociale, possano essere destinate le risorse rintracciabili in diversi ambiti, non solo quelle messe in campo per il Fondo della non autosufficienza".
L'impegno dei commissari è quello di presentare un ordine del giorno in Assemblea legislativa.
Nella relazione di attuazione della legge (presentata dalla Giunta), sono evidenziati 45 progetti e iniziative di formazione e aggiornamento realizzate nel territorio regionale, rivolte ai cittadini che intendono svolgere la funzione di amministratore di sostegno: provincia di Modena (11); Reggio Emilia (10); Bologna (7); Ferrara (7); Parma (5); Ravenna (2); Piacenza (1); Forlì-Cesena (1) e Rimini (1). Tra le principale iniziative: a Parma funziona il registro istituito dalla Provincia (per gli iscritti vengono organizzati corsi di formazione e aggiornamento in collaborazione con la Fondazione "Trustee" e con i Giudici tutelari); a Reggio Emilia sono presenti nei diversi distretti varie proposte formative dal Centro di Servizio per il volontariato Dar Voce (è inoltre attivo presso il Tribunale, uno sportello dedicato all'amministratore di sostegno gestito da otto volontari). Nella provincia di Bologna è attivo il progetto SOStengo! Che vede la collaborazione tra Istituzione "G.F.Minguzzi" della Provincia; Tribunale di Bologna, VolaBo, Fondazione Dopo di Noi onlus, Università (dipartimento psicologia) che prevede varie attività di divulgazione, formazione, aggiornamento, servizi di supporto e consulenza. In provincia di Ravenna, a fine 2012, è stato attivato nel Distretto di Faenza dall'Unione di Comuni uno sportello informativo rivolto ai cittadini. Nelle restanti province vengono periodicamente attivati corsi di formazione che vedono la collaborazione tra Soggetti del Terzo Settore, Enti locali e Uffici del Giudice Tutelare.
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 7 settembre 2013

"I risultati dei quattro referendum sulla fusione di Comuni svoltisi ieri dimostrano la qualità sia della legge regionale sul riordino territoriale sia del percorso deciso dall'Assemblea legislativa, che ha messo al centro l'ascolto dei territori. L'esito delle consultazioni, nei tre casi favorevole alla fusione come in quello contrario, rappresenta l'indicazione che seguiremo in Aula, dove ora riprenderemo l'esame dei quattro progetti di legge". Così la presidente dell'Assemblea legislativa, Palma Costi, dopo i referendum consultivi che hanno visto i residenti di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia, in provincia di Ferrara, Sissa e Trecasali nel parmense e Poggio Berni e Torriana in provincia di Rimini pronunciarsi a favore della fusione dei loro Comuni in un Comune unico, via libera arrivato a grandissima maggioranza dei votanti. No alla fusione, invece, dai cittadini di Toano e Villa Minozzo, nel reggiano.

"Il riordino territoriale è tema di notevole importanza- prosegue la presidente dell'Assemblea- e per favorire ancora di più un confronto che nei territori coinvolga cittadini, associazioni, realtà organizzate ed enti locali, l'Assemblea legislativa ha deciso di emanare un bando da 75 mila euro, destinati a finanziare processi di partecipazione nell'ambito dei progetti di fusione di Comuni. Fondi- sottolinea Costi-, per un massimo di 15 mila euro a progetto, cui potranno accedere gli enti locali, anche in forma associata, e le loro circoscrizioni, e altri soggetti pubblici o privati".

Il bando, già approvato dall'Ufficio di Presidenza, è di imminente pubblicazione. "Intendiamo darvi grande evidenza- prosegue la presidente dell'Assemblea legislativa- così come abbiamo fatto con la campagna di informazione istituzionale, voluta insieme alla I Commissione e al presidente Marco Lombardi e dall'intero Ufficio di Presidenza, che ha accompagnato finora i referendum consultivi che si sono svolti, compresi quelli di ieri: sul sito dell'Assemblea abbiamo infatti creato una sezione ad hoc per dare risposte ai cittadini sul riordino territoriale e le fusioni di Comuni, un portale non per spingere le persone a sposare o meno una posizione ma per informare, un ulteriore strumento che mettiamo a disposizione delle persone e dei territori".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 7 settembre 2013
 
Al via la nuova offerta formativa degli Istituti Tecnici Superiori: 12 percorsi in 11 città dell'Emilia-Romagna per diventare tecnici specializzati in settori strategici. Iscrizioni entro il 12 ottobre. In fase di avvio su tutto il territorio regionale anche 29 percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. L'assessore Patrizio Bianchi: "Per fronteggiare la crisi l'Emilia-Romagna ha scelto di investire nella formazione di profili professionali specializzati, l'offerta della Rete Politecnica è politica di sviluppo".
Sono 12 i percorsi degli Istituti Tecnici Superiori che stanno per essere avviati in 11 città in Emilia-Romagna. Le iscrizioni alle nuove scuole di tecnologia, istituite a livello nazionale per formare in un biennio tecnici superiori in grado di inserirsi nelle imprese dei settori strategici del sistema economico-produttivo, chiuderanno infatti il prossimo 12 ottobre e le lezioni inizieranno a fine mese.
Oltre ai percorsi di Bologna, Modena, Reggio Emilia, che riguardano l'ambito della meccanica, motoristica e packaging, e a quello di Rimini sul turismo, ci sono i percorsi sulla mobilità sostenibile a Cesena e Piacenza, sull'agro-alimentare a Parma, nei settori territorio, energia e costruzioni a Ferrara e Ravenna, per le industrie creative a Cesena e Faenza in provincia di Ravenna, e infine il percorso nel settore biomedicale che sarà inaugurato a Mirandola (MO).
L'offerta formativa degli ITS – parte della Rete Politecnica segmento formativo del sistema ER Educazione e Ricerca Emilia-Romagna - si rivolge a giovani e adulti, non occupati o occupati, in possesso del diploma di istruzione secondaria superiore. I percorsi, gratuiti in quanto finanziati con fondi pubblici per 3 milioni e 600 mila euro - di cui 1 milione e 250 mila euro nazionali e 2 milioni e 350 mila regionali - si articolano in quattro semestri, per una durata complessiva di 1800/2000 ore. Alternativi all'università, ma ad essa strettamente collegati, affiancano all'attività d'aula diverse esperienze di formazione in impresa in Italia e all'estero, affidata a esperti provenienti dal mondo del lavoro, formatori, docenti della scuola e dell'università. Al termine del biennio, si ottiene un diploma di Tecnico superiore.
"In un quadro economico connotato dal perdurare della crisi e da una forte accelerazione delle modificazioni strutturali della crescita industriale, l'Emilia-Romagna ha scelto di investire nella formazione di profili professionali specializzati, dotati di competenze operative, critiche e relazionali funzionali all'innovazione e in grado di contribuire ai processi di crescita di filiere produttive strategiche per lo sviluppo del paese – spiega l'assessore regionale alla Formazione e al Lavoro Patrizio Bianchi - A questi obiettivi risponde la Rete Politecnica, segmento cruciale dell'infrastruttura formativa regionale. Finalizzata allo sviluppo delle competenze scientifiche, tecnologiche, tecniche e professionali, costruita sul confronto, la sinergia e l'integrazione tra culture ed esperienze formative e professionali eterogenee e complementari, la Rete Politecnica è politica di sviluppo che coniuga innovazione e territorio verso l'economia della conoscenza".
Istituiti per la prima volta in Emilia-Romagna nell'anno formativo 2011/2012, gli ITS hanno già diplomato 138 allievi dei 215 iscritti (sono sette su nove gli ITS che hanno già concluso i propri percorsi) e a novembre si terrà la consegna ufficiale degli attestati. A neanche un mese dal conseguimento del diploma, 61 tra i tecnici superiori che hanno concluso il percorso formativo sono già stati assunti da imprese del territorio.
Le Fondazioni ITS in Emilia-Romagna da quest'anno sono 7. Si sono infatti integrate formalmente le Fondazioni di Bologna, Modena e Reggio Emilia anche se i percorsi, tutti ambito della meccanica, sono rimasti differenziati. Novità di quest'anno il percorso per diventare Tecnico superiore per la progettazione e prototipazione di manufatti ceramici, che si terrà a Faenza, quello per Tecnico superiore per la produzione di apparecchi e dispositivi diagnostici, terapeutici e riabilitativi che si sta per avviare a Mirandola, località vocata al biomedicale in provincia di Modena e il percorso per Tecnico superiore per la mobilità delle merci e dei prodotti agricoli - Indirizzo logistica e commercializzazione dei prodotti freschi di Cesena.
L'offerta della Rete Politecnica – programmata dalla Regione a partire da un'analisi dei punti di forza dell'economia regionale – oltre che dagli Istituti Tecnici superiori (ITS) è costituita da altre due tipologie di percorsi formativi, quelli di Istruzione e formazione tecnica superiore (IFTS) e su quelli di Formazione superiore.
In fase di avvio su tutto il territorio regionale anche 29 percorsi di Istruzione e Formazione Tecnica Superiore. Come gli ITS, anche gli IFTS sono progettati e realizzati da istituti di istruzione secondaria superiore, enti di formazione professionale accreditati, università e imprese. Cofinanziati dal Fondo sociale europeo, con risorse pari a 3 milioni e 500 mila euro, formano tecnici specializzati capaci di presidiare e gestire i processi organizzativi e produttivi di impresa. Più brevi dei percorsi realizzati dalle Fondazioni ITS, si articolano in due semestri e hanno una durata complessiva di 800/1000 ore. Si rivolgono a giovani e adulti in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore. L'accesso è consentito anche a coloro che non hanno conseguito il diploma di istruzione secondaria superiore, ma hanno maturato competenze coerenti con la figura IFTS nell'ambito di altri percorsi formativi o di esperienze lavorative. Il percorso rafforza le competenze culturali e di base e sviluppa quelle specialistiche, tecniche e professionali. La formazione d'aula e di laboratorio è accompagnata da periodi di stage per consentire ai partecipanti di sperimentare in impresa le competenze acquisite, di conoscere gli ambienti lavorativi e comprenderne le dinamiche relazionali. Al termine di un percorso IFTS, a seguito del superamento di una verifica finale, viene rilasciato il certificato di specializzazione tecnica superiore valido a livello nazionale.
Maggiori informazioni sui percorsi della Rete Politecnica e per le iscrizioni si possono trovare alle pagine:
ITS
IFTS
In allegato: l'elenco di tutti i corsi attivati
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 7 ottobre 2013
 
Riordino istituzionale - La vicepresidente della Regione, Simonetta Saliera, esprime soddisfazione per l'esito del voto nei comuni dell'Emilia Romagna. "Questo risultato conferma la linea della Regione e determina un primato di cui dobbiamo andare fieri" -

"Sono onorata e felice di aver accompagnato e concretamente sostenuto queste esperienze, questi sindaci, questi territori". Così la vicepresidente della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna, Simonetta Saliera, ha commentato la netta vittoria dei "sì" nei comuni ferraresi, parmensi e riminesi in cui ieri si è votato per confermare o meno la nascita di Comuni unici. Con percentuali vicine e a volte anche superiori all'80% i cittadini di Migliaro, Migliarino e Massa Fiscaglia (provincia di Ferrara) hanno votato a favore della nascita del Comune unico, così come quelli di Sissa e Trecasali nel parmense e Torriana e Poggio Berni nel riminese. L'unico risultato negativo è stato a Toano e Villa Minozzo in provincia di Reggio Emilia. L'Emilia-Romagna non è nuova alla nascita di nuove entità comunali per fusione: lo scorso anno cinque Comuni della Valsamoggia (Savigno, Monteveglio, Castello di Serravalle, Bazzano e Crespellano) in provincia di Bologna hanno fatto da battistrada.

"Il voto dei cittadini conferma la linea politica della Regione in materia di riordino istituzionale", afferma Simonetta Saliera, che ricorda come "in un Paese dove da anni si parla a vuoto di riforme la Regione Emilia-Romagna, i sindaci dei Comuni interessati, i partiti politici e le parti sociali che si sono impegnate per le fusioni hanno dimostrato come si possano rafforzare le comunità locali realmente e con il consenso degli elettori".

"In Emilia-Romagna – conclude la vicepresidente -, dopo quello della Valsamoggia il primo gennaio prossimo nasceranno 3 nuovi Comuni in luogo di 12 a seguito di fusioni. E' un primato per il nostro Paese di cui tutti dobbiamo essere fieri. Questo vuol dire comunità locali più forti con minori costi di gestione che liberano risorse per i servizi alla persona, il sostegno allo sviluppo economico, la cura del territorio".
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 3 ottobre 2013

E' la chiesa di San Francesco di Mirandola (Mo), una delle prima chiese francescane in Italia, a rappresentare l'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna ad Assisi, dove domani, 4 ottobre, le celebrazioni francescane per il Santo patrono d'Italia avverranno alla presenza di Papa Francesco.

Ogni anno, secondo la tradizione, una delle Regioni italiane offre l'olio per alimentare la lampada che brilla accanto alla tomba di San Francesco d'Assisi e quest'anno è il turno dell'Umbria. Per l'occasione, il coordinatore della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome, Eros Brega, presidente del Consiglio regionale umbro, in collaborazione con i frati francescani di Assisi, ha invitato i presidenti delle Assemblee legislative, accompagnati dai gonfaloni ufficiali, a partecipare al momento del rito del dono dell'olio, previsto nel pomeriggio di oggi, 3 ottobre. E sempre oggi, nella mattinata, si è riunita l'Assemblea plenaria della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative in seduta ordinaria.

In occasione della due giorni di Assisi, che culminerà nelle celebrazioni con Papa Francesco, la Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative ha allestito una mostra ("Francesco nel cuore delle Regioni"), inaugurata dal presidente del Senato, Pietro Grasso, per la quale ogni Assemblea ha scelto un'immagine simbolo della propria regione (la rassegna è composta di 20 pannelli verticali): per l'Emilia-Romagna si tratta appunto della chiesa di San Francesco di Mirandola, in una raffigurazione composta che la fa vedere in tutta la sua bellezza prima del sisma del maggio 2012 e successivamente, con i danni causati dal terribile terremoto (vedi immagine allegata).

Costruita con l'attiguo convento nel XIII secolo subito dopo la canonizzazione di San Francesco, la basilica venne adattata nel XV secolo e divenne Pantheon della famiglia dei Conti Pico della Mirandola. Il terremoto del 20 maggio 2012 ha reso inagibile tutto l'edificio sacro, la sagrestia, l'annesso convento vecchio e il campanile. Dopo la nuova e violenta scossa del 29 maggio, la torre è crollata sulla Chiesa, distruggendola quasi totalmente, ed è rimasta in piedi solo la facciata.

"Le immagini della chiesa di San Francesco di Mirandola, prima e dopo il sisma- afferma la presidente dell'Assemblea legislativa regionale, Palma Costi, ad Assisi in questi due giorni- rappresentano bene sia i tanti e inestimabili patrimoni della nostra regione, religiosi, artistici, culturali, sia la forza della nostra gente, dei nostri territori, delle nostre imprese e delle nostre istituzioni: insieme siamo ripartiti subito dopo il terremoto e i risultati della ricostruzione sono sotto gli occhi di tutti. Un modello che ritengo utile a livello nazionale, per l'intero Paese".

In allegato l Chiesa di San Francesco a Mirandola
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Bologna, 2 ottobre 2013
 
Terremoto - La Giunta vara il Piano annuale 2013-2014 per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche, dei beni culturali e dell'edilizia scolastica e universitaria danneggiati. Previsti 656 interventi per un importo 530 milioni di euro -

Varato il Piano annuale 2013-2014 per la riparazione e il ripristino delle opere pubbliche, dei beni culturali e dell’edilizia scolastica e universitaria  danneggiati dal sisma del maggio 2012: 656 gli interventi finanziati  per un importo complessivo di 530 milioni di euro.
Il provvedimento è stato oggi a Bologna dagli assessori regionali Alfredo Peri (Programmazione territoriale ed urbanistica) e Gian Carlo Muzzarelli (Attività produttive), da Enrico Cocchi (Direttore generale Regione Emilia-Romagna) e Alfiero Moretti (tecnico struttura del Commissario delegato alla ricostruzione).
I Piani annuali 2013-2014 riguardano le opere pubbliche per un importo complessivo di circa 134 milioni di euro (pari a circa il 25% del totale, per 180 interventi), e i beni culturali soggetti a tutela per circa 282 milioni di euro (pari a circa il 53% per 357 interventi). È stato anche predisposto separatamente, per via della fonte di finanziamento, il Piano per l’edilizia scolastica e università, che ammonta a 105 milioni di euro (circa il 20% del totale) per 119 interventi. Sono stati, inoltre, accantonati circa 9 milioni per interventi in cui siano presenti proprietà miste pubbliche/private/Umi che incidono sulla somma totale di 530 milioni per circa il 2%. La parte predominante dei Piani è rappresentata dagli edifici che sono soggetti a tutela (Decreto legislativo n. 42 del 22 gennaio 2004 ‘Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio’): su 656 interventi questi sono 411 (per 343,5  milioni di euro), pari a circa il 65% del totale.
Il provvedimento, approvato dalla Giunta regionale, è stato predisposto dalla Struttura tecnica del Commissario delegato alla ricostruzione e presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, in seguito a un lavoro di rilevamento preliminare effettuato con la collaborazione dei comuni interessati dal sisma, con la Direzione regionale del Ministero per i beni e le attività culturali e con la Conferenza Episcopale dell’Emilia-Romagna.
«La predisposizione del Piano - ha sottolineato Alfredo Peri, assessore regionale alla programmazione territoriale ed urbanistica - è il frutto di un intenso lavoro svolto insieme a Comuni, diocesi, conferenza episcopale, sovrintendenza e altri soggetti, locali e statali, che hanno proprietà interessate dagli interventi di ricostruzione o ristrutturazione. Si tratta di una parte importante del patrimonio culturale, religioso e anche pubblico. Questo Piano ha una incidenza rilevante sull’assetto urbanistico ed edilizio delle cittadine e dei paesi».
Con la redazione di un Piano annuale 2013-2014 sono state assegnate le risorse necessarie per l’attuazione di un primo stralcio del Programma (che complessivamente comprende 1509 interventi per un importo di 1 miliardi e 330 milioni di euro) delle Opere pubbliche, dei Beni culturali e dell’edilizia scolastica e universitaria,  finanziando gli interventi più urgenti secondo le priorità già individuate. La scelta delle priorità degli interventi «è avvenuta – ha aggiunto Peri - in base ai criteri indicati dalla legge regionale, e da uno stretto confronto con i Comuni e le diocesi. Mentre per quanto riguarda la tempistica dei cantieri, si prevede che nel giro di pochi mesi potranno partire già gli interventi meno complessi; in molti casi i soggetti attuatori dispongono già dei progetti preliminari».
Con il provvedimento - predisposto con il coinvolgimento delle strutture regionali ed è stato partecipato dagli Enti attuatori - è stato anche approvato il regolamento che contiene le disposizioni legislative alle quali gli enti attuatori dovranno scrupolosamente attenersi, le tipologie dei lavori ammissibili e finanziabili, in particolare per quanto attiene il restauro attraverso la riparazione con rafforzamento locale o il ripristino con miglioramento sismico dei beni culturali.
«Si tratta di un provvedimento straordinario, per interventi e risorse, che avvia la ricostruzione del cuore delle nostre comunità. Questo provvedimento – sottolinea l’assessore regionale alle attività produttive Gian Carlo Muzzarelli – è un ulteriore e importante tassello di una ricostruzione che sta procedendo a passi spediti anche sul fronte delle imprese  e delle abitazioni».
I vari piani contengono, suddivisi per tipologie, gli interventi che hanno ricevuto i finanziamenti in base alle priorità e percentuali condivise, calcolate sul danno complessivo subìto e riferite alla somma totale dei fondi disponibili per l’annualità 2013-2014.
Tutte le tipologie del Programma sono state accorpate in otto raggruppamenti così individuati: strutture sanitarie, comuni e province, edilizia scolastica e università, enti religiosi, beni demaniali e beni ecclesiastici di proprietà pubblica, opere di bonifica e irrigazione, monasteri conventi sinagoghe e ex chiese e conventi, proprietà miste pubbliche e private. I raggruppamenti delle tipologie che hanno avuto il maggior numero di interventi sono: Comuni e Province per un importo complessivo di circa 160 milioni di euro (pari a circa il 30%, per 264 interventi), gli Enti religiosi per un importo complessivo di circa 125 milioni di euro (pari a circa il 24%, per 169 interventi), seguono le strutture sanitarie e le opere di bonifica e irrigazione.
 
Schermata 2013-10-02 alle 14.46.18
Schermata 2013-10-02 alle 14.46.32
Schermata 2013-10-02 alle 14.46.45
Clicca qui per i dettagli dei Piani annuali 2013-2014 Opere pubbliche, Beni culturali e edilizia scolastica e università
 
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
 
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