Teatro Lab ha portato a Novellara 3.700 presenze che si sono divertite a confrontarsi attraverso il linguaggio multiforme del teatro, e che hanno scoperto una cittadina viva ed accogliente.
Novellara (RE) 1 aprile 2014 –
Si è conclusa venerdì mattina l’edizione 2014 del Festival Internazionale Teatro Lab, che quest’anno ha visto tutti gli spettacoli e i laboratori svolgersi nel Teatro “Franco Tagliavini” e negli altri luoghi del centro di Novellara.
Etoile Centro Teatrale Europeo, la Provincia di Reggio Emilia, il Comune di Novellara e FITA-Federazione Italiana Teatro Amatori, partner del progetto, hanno infatti voluto concentrare tutte le attività del Festival in un territorio molto attento alla cultura e al rapporto tra i giovani e l’intera cittadinanza ed il teatro. Ed i risultati di questi 14 giorni di teatro di e con la comunità hanno dato ragione a questa visione.
La comunità novellarese si è infatti mossa con attenzione per sostenere Teatro Lab: a partire dai commercianti del centro che hanno allestito le vetrine con i colori del Festival ed esposto con orgoglio le locandine, dando risalto all’evento per le strade cittadine. Per passare poi per la giovane compagnia Taldirò, otto ragazzi novellaresi, impegnati da qualche anno nel portare in diverse iniziative locali spettacoli autoprodotti, che hanno presentato lo spettacolo “Il bianco non esiste” e sono entrati a far parte come maschere dello staff del Teatro “Tagliavini”.
Teatro Lab ha portato a Novellara 3.700 presenze che si sono divertite a confrontarsi attraverso il linguaggio multiforme del teatro, e che hanno scoperto una cittadina viva ed accogliente. I 17 spettacoli portati in scena hanno creato un filo conduttore che va dalla coproduzione italo-franco-olandese fuori concorso “Freedom project”, presentata in anteprima il 22 febbraio, alla Sicilia, dalla compagnia texana Kids who Care, che ha presentato lo spettacolo “Deep in the heart”, al Piemonte, dal Friuli Venezia Giulia alla Toscana.
Quest’anno inoltre si sono presentate al Festival non solo istituzioni scolastiche di diverso ordine e grado, ma anche associazioni e compagnie che riconoscono l’importanza di un momento di confronto e divertimento. Tra queste la compagnia ITAF-International Theatre Academy of FITA, che ha scelto proprio il palco di Teatro Lab per concludere un percorso di alta formazione teatrale, che ha visto impegnati gli allievi in diverse sessioni di lavoro svoltesi tra l’Italia e la Romania.
A riprova dell’impegno e coinvolgimento di ciascun partner in quest’avventura, alla cerimonia di chiusura del Festival hanno voluto prendere parte, e salire sul palco con il direttore artistico di Etoile e del Festival Daniele Franci, il sindaco di Novellara Raul Daoli e il presidente nazionale di FITA Carmelo Pace. Il Sindaco Daoli ha detto: “Novellara non può far a meno di questa rassegna teatrale che ha contaminato tutti, seminato speranza, partecipazione e coinvolgimento. Teatro Lab è una iniezione di fiducia e di speranza nel territorio. Scuole e compagnie provenienti da tutt’Italia e dall’Europa ci hanno fatto respirare la vera Europa”.
Daniele Franci dichiara: “ Io e miei collaboratori siamo estremamente soddisfatti di questa edizione di Teatro Lab, che, come nelle intenzioni nostre e dei partner che ci hanno sostenuto, si è rivelato un laboratorio teatrale costante ed in continua evoluzione. Quest’anno abbiamo portato a Novellara tante scuole che, nonostante il periodo di difficoltà, come noi credono nel teatro come strumento di espressione e crescita, e altrettante realtà da tutta Italia, come la giovane compagnia triestina Tèt-Teatro Etoile Trieste, che, da accompagnamento formativo di Etoile, sta ora cominciando a camminare con le proprie gambe. Abbiamo aperto laboratori d’improvvisazione e coinvolto la cittadinanza, a partire dai Taldirò, a cui va un grazie particolare, in modo attivo in quella che è la filosofia fondamentale del Festival: creare un luogo di incontro di esperienze e percorsi diversi, che rappresenti un laboratorio sempre più ricco ed in movimento, mai chiuso e ripiegato su sé stesso. Sono orgoglioso dei risultati raggiunti fino qui e non vedo l’ora di partire per la prossima edizione.”
Un particolare ringraziamento va a tutti coloro che hanno creduto in questo progetto, a partire da Provincia di Reggio Emilia, Comune di Novellara e FITA-Federazione Italiana Teatro Amatori, commercianti e famiglie novellaresi.
Per info 333 90 55 604 e www.centroetoile.eu
(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)
Domani, Venerdì 28 marzo al Cavolaforum, a Cavola di Toano (RE), in un solo spettacolo si concentreranno trent’anni di storia della compagnia e a seguire un regalo per le nuove generazioni: la presentazione di un corso di recitazione.
Toano, 27 marzo 2014 -
Questo traguardo lusinghiero, trenta anni di attività, è stato festeggiato dai componenti, con amici e sostenitori, il 6 dicembre 2013 e da tutti coloro che nel tempo si sono susseguiti nella storia della compagnia, ma in questa stagione teatrale il direttivo del Cavolaforum ha deciso di dedicare, alla stessa, varie serate speciali, per riconoscere al Buffone di Corte anche il merito di aver valorizzato per tanti anni il dialetto e la cultura contadina.
In particolare venerdì si terrà uno spettacolo che proporrà le scenette più divertenti tratte dalle nove commedie scritte dagli autori del Buffone di Corte. Sarà l’occasione per rivedere le malefatte di Rino Giorgini e Mario Saielli; le esilaranti performance di Silvia Razzoli, la straordinaria mimica di Daniele Incerti e Lorenza Tincani, le riuscite compartecipazioni di Ivo Rondanini, Paola Belli, Fausto Iaccheri e Claudio Martelli. Senza dimenticare però chi lavora agli allestimenti delle scenografie: Alessandro Manzini, Claudio Monticelli e Davide Mucci.
Alcuni componenti del Buffone collaborano attivamente alla gestione del cartellone teatrale, alla coordinazione e alla presentazione di molte manifestazioni e spettacoli che si tengono presso la sala convegni, utilizzata sovente come vero e proprio teatro, il Cavolaforum.
Per chiudere questo ciclo di celebrazioni e per incoraggiare la passione per il teatro e la recitazione nelle giovani generazioni “Il Buffone di Corte” ha pensato di regalare ai bambini del Comune di Toano un corso estivo di teatro, che si svolgerà presumibilmente nel mese di agosto e terminerà mettendo in scena una rappresentazione vera e propria.
I componenti della compagnia credono fermamente che la cultura dello stare assieme per divertirsi, per tenere vive le tradizioni del teatro popolare e dialettale e contadino, sia un ottimo dono da porgere ai giovani come simbolo di speranza in un momento che offre poche occasioni di serenità a tutti.
“E’ la notte del 20 maggio 2012 quando i cittadini dell’Emilia vengono svegliati all’improvviso da un forte boato: la terra trema, le case e gli edifici più fragili crollano. Le persone incredule corrono in strada col terrore negli occhi: da quel momento la loro vita non sarà più la stessa”.
Modena, 26 marzo 2014 -
Il musical “Heartquake: vite che cambiano” scritto e diretto da Grazia Gamberini è promosso dall’Associazione Musicale Gospel Soul di Carpi. Racconta il terremoto che ha colpito a più riprese l’Emilia a partire dal 20 maggio 2012 e le sue conseguenze, soprattutto a livello sociale e psicologico.
I testi delle canzoni e dei recitativi sono ispirati alle testimonianze di cittadini che hanno vissuto in prima persona il sisma. I personaggi del musical riflettono i profondi cambiamenti che questo ha comportato nelle loro vite e relazioni con una energia tipicamente emiliana. Da qui la scelta di dare risalto al dialetto carpigiano attraverso due attori storici del gruppo dialettale “Al Filos” di Carpi: Dafne Savani e Renato Corsi. Uno spettacolo che valorizza ciò che il terremoto ha cambiato dentro le persone, oltre che fuori. Ecco spiegato il gioco di parole racchiuso nel titolo del musical, “heart-quake” “scossa del cuore” che ben sintetizza lo spirito dello spettacolo.
L’idea è che attraverso l’arte si possa in parte sanare le tante ferite che il terremoto ha provocato, per questo abbiamo dedicato la replica del sabato mattina alle scuole medie e superiori di Carpi ma anche alle scuole medie di tutta la “bassa modenese”.
Il musical “Heartquake: vite che cambiano” è uno spettacolo intenso, emozionante, suonato e cantato dal vivo, in cui la prosa si mescola alla forza dei canti del Gospel Soul (più di 40 coristi) e alla danza magicamente espressa dagli allievi scelti dell’Accademia Kataklò di Giulia Staccioli, centro di alta formazione professionale (www.accademiakataklo.com) di Milano.
Il musical ha debuttato ad aprile 2013 al Teatro Asioli di Correggio con due serate sold out e ha replicato a maggio 2013 al Teatro Puccini di Firenze.
Prossime date:
venerdì 4 e sabato 5 aprile 2014 ore 21:00 al Teatro Comunale di Carpi
Il musical ha ricevuto il patrocinio del Comune di Carpi, dell'Unione dei Comuni Modenesi dell'Area Nord (quelli più colpiti dal sisma), e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
Il cast del musical vede partecipazioni importanti quali Fabrizio Voghera (già Frollo e Quasimodo nel musical “Notre Dame de Paris” di Cocciante) e Will W. Roberson (attore, cantante e ballerino americano interprete di diversi musical come “Jesus Christ Superstar”), Cristina Montanari, Greta Bortolotti, Elisa Lolli, Andrea Parmeggiani, e tanti altri.
Tra i musicisti che suoneranno dal vivo Paolo Andreoli, Simone Valla, Emanuele Stassi, Francesco Zucchi.
Coreografie: Giulia Staccioli
Assistente alle coreografie: Paolo Benedetti
Assistente alla regia: Silvia Callea
“E’ la notte del 20 maggio 2012 quando i cittadini dell’Emilia vengono svegliati all’improvviso da un forte boato: la terra trema, le case e gli edifici più fragili crollano. Le persone incredule corrono in strada col terrore negli occhi: da quel momento la loro vita non sarà più la stessa”.
Modena, 26 marzo 2014 -
Il musical “Heartquake: vite che cambiano” scritto e diretto da Grazia Gamberini è promosso dall’Associazione Musicale Gospel Soul di Carpi. Racconta il terremoto che ha colpito a più riprese l’Emilia a partire dal 20 maggio 2012 e le sue conseguenze, soprattutto a livello sociale e psicologico.
I testi delle canzoni e dei recitativi sono ispirati alle testimonianze di cittadini che hanno vissuto in prima persona il sisma. I personaggi del musical riflettono i profondi cambiamenti che questo ha comportato nelle loro vite e relazioni con una energia tipicamente emiliana. Da qui la scelta di dare risalto al dialetto carpigiano attraverso due attori storici del gruppo dialettale “Al Filos” di Carpi: Dafne Savani e Renato Corsi. Uno spettacolo che valorizza ciò che il terremoto ha cambiato dentro le persone, oltre che fuori. Ecco spiegato il gioco di parole racchiuso nel titolo del musical, “heart-quake” “scossa del cuore” che ben sintetizza lo spirito dello spettacolo.
L’idea è che attraverso l’arte si possa in parte sanare le tante ferite che il terremoto ha provocato, per questo abbiamo dedicato la replica del sabato mattina alle scuole medie e superiori di Carpi ma anche alle scuole medie di tutta la “bassa modenese”.
Il musical “Heartquake: vite che cambiano” è uno spettacolo intenso, emozionante, suonato e cantato dal vivo, in cui la prosa si mescola alla forza dei canti del Gospel Soul (più di 40 coristi) e alla danza magicamente espressa dagli allievi scelti dell’Accademia Kataklò di Giulia Staccioli, centro di alta formazione professionale (www.accademiakataklo.com) di Milano.
Il musical ha debuttato ad aprile 2013 al Teatro Asioli di Correggio con due serate sold out e ha replicato a maggio 2013 al Teatro Puccini di Firenze.
Prossime date:
venerdì 4 e sabato 5 aprile 2014 ore 21:00 al Teatro Comunale di Carpi
Il musical ha ricevuto il patrocinio del Comune di Carpi, dell'Unione dei Comuni Modenesi dell'Area Nord (quelli più colpiti dal sisma), e il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Carpi.
Il cast del musical vede partecipazioni importanti quali Fabrizio Voghera (già Frollo e Quasimodo nel musical “Notre Dame de Paris” di Cocciante) e Will W. Roberson (attore, cantante e ballerino americano interprete di diversi musical come “Jesus Christ Superstar”), Cristina Montanari, Greta Bortolotti, Elisa Lolli, Andrea Parmeggiani, e tanti altri.
Tra i musicisti che suoneranno dal vivo Paolo Andreoli, Simone Valla, Emanuele Stassi, Francesco Zucchi.
Coreografie: Giulia Staccioli
Assistente alle coreografie: Paolo Benedetti
Assistente alla regia: Silvia Callea
Nozze d'Argento a casa Ariette. Il 2014 è infatti l'Anniversario del 25° anno di vita alle Ariette e del matrimonio di Paola Berselli e Stefano Pasquini. Una lieta occasione per assaggiare in un solo fine settimana il repertorio del Teatro delle Ariette di Castello di Serravalle, Valsamoggia (BO) -
Parma, 20 marzo 2014 -
venerdì 21, sabato 22, domenica 23 marzo 2014
Teatro delle Ariette - Deposito Attrezzi
Via Rio Marzatore 2781 - Loc. Castello di Serravalle, Valsamoggia (BO)
NOZZE D’ARGENTO #1 | un fine settimana alle Ariette
‘Matrimonio d’inverno. Diario intimo’
‘Teatro Naturale? Io, il couscous e Albert Camus’
‘Il Teatro, i Teatranti e gli Spettatori’ incontro a cura di Massimo Marino
Nozze d’Argento a casa Ariette. Il 2014 è infatti l’Anniversario del 25° anno di vita alle Ariette e del matrimonio di Paola Berselli e Stefano Pasquini. Una lieta occasione per assaggiare in un solo fine settimana il repertorio del Teatro delle Ariette.
In apertura della 18° edizione di ‘A teatro nelle case’ Primavera 2014 saranno presentati i due ultimi spettacoli: ‘Matrimonio d’inverno. Diario intimo’ (venerdì 21 e sabato 22 marzo ore 20) e ‘Teatro Naturale? Io, il couscous e Albert Camus’ (domenica 23 marzo ore 13).
Come tutte le creazioni del Teatro delle Ariette, i due lavori affidano un ruolo centrale allo spettatore dell’evento teatrale, che sta dentro lo spettacolo invece di osservarlo da fuori. La drammaturgia si sviluppa attorno al cibo, che viene preparato in scena e condiviso con gli spettatori come elemento evocativo concreto della memoria sensoriale del racconto.
MATRIMONIO D’INVERNO Diario intimo racconta la vita quotidiana dei due protagonisti, Paola Berselli e Stefano Pasquini, alla fattoria delle Ariette nell’inverno 2008/9 accompagnando la preparazione dei tortellini.
TEATRO NATURALE? Io, il couscous e Albert Camus’ racconta del viaggio in Francia, nell’estate del 1978, di Stefano, allora diciassettenne, della scoperta del couscous e di ‘Lo Straniero’ di Albert Camus accompagnando la preparazione di un couscous vegetariano.
Due spettacoli piccoli, intimi, fortemente autobiografici, con capienza limitata di spettatori, che però hanno una forte dimensione internazionale. ‘Matrimonio d’inverno. diario intimo’ ha realizzato tournée in Francia e Spagna e per ‘Teatro Naturale? Io, il couscous e Albert Camus’ è previsto il debutto della versione spagnola in maggio al Teatro Gayarre di Pamplona e della versione francese in autunno alla Ferme du Buisson Scene Nationale de Marne la Vallèe.
In chiusura del fine settimana al Teatro delle Ariette si svolgerà l’incontro ‘Il Teatro, i Teatranti e gli Spettatori’ (domenica 23 marzo ore 15) condotto dal critico teatrale Massimo Marino, con interventi di spettatori e di operatori teatrali, per riflettere insieme sul ruolo centrale dello spettatore, sui suoi desideri e le sue istanze. Un percorso di ricerca e di studio sulla relazione che lega indissolubilmente i tre elementi (soggetti) costitutivi dell’evento teatrale.
info e prenotazioni
Teatro delle Ariette Tel. +39.051.6704373
(Fonte: ufficio stampa e promozione leStaffette )
Lo spettacolo fa parte del ciclo di iniziative di “Percorsi al femminile” e si svolgerà sabato 22 marzo -
Boretto, 18 marzo 2014 -
Uno spettacolo dedicato a una figura femminile carismatica e straordinaria del Novecento, la grande Frida Kahlo. Si svolgerà sabato 22 marzo 2014 al Teatro del Fiume lo spettacolo "Frida" di e con Marina Coli, liberamente tratto dal romanzo di Pino Cacucci. Una serata che si inserisce nel ciclo di incontri “Percorsi al femminile fra arte, cinema e letteratura”, la rassegna organizzata dall’Amministrazione Comunale in collaborazione con le associazioni e le organizzazioni del territorio nel corso dell’intero mese di marzo.
Lo spettacolo di Marina Coli è un affresco sulla vita di una vera e propria icona femminile, un esempio di libertà, tenacia, coraggio: anticonformista e femminista in anticipo sui tempi, la Kahlo è stata musa e artista, pronta a spezzare le regole, a triturarle, purché il suo essere potesse esprimere quel caleidoscopio di sentimenti che in lei si susseguivano. Soprattutto è stata una donna che, in nome della vita, ha affrontato ogni battaglia, ogni sofferenza.
Marina Coli, accompagnata sul palco dal duo di musicisti mariachi "Los Higones", interpreta l'appassionata esistenza dell'artista messicana attraverso un monologo intenso, restituendo "la sintesi infuocata di un’esistenza, la parabola di una grande pittrice".
In occasione dello spettacolo, nel foyer del Teatro saranno esposte un gruppo di opere di Azeglio Bertoni dedicate a figure femminili dell'arte e della civiltà contemporanea per la mostra "Tracce di Novecento”. L’appuntamento è organizzato in collaborazione con la Galleria Napoleone Cacciani, che ospita una mostra personale dell'artista: lo spazio espositivo, inoltre, sarà aperto dopo lo spettacolo per una visita guidata a cura del prof. Ivan Cantoni.
(Fonte: ufficio stampa Kaiti expansion)
Intensa riflessione sul femminicidio giovedì 20 marzo sul palco dell'Altro Teatro di Cadelbosco -
Reggio Emilia, 15 marzo 2014 -
La visita di un appartamento, i silenzi e le malinconie di un passato tormentato, una storia che riemerge con tutti i suoi nodi irrisolti. Elementi fondanti dello spettacolo teatrale "Bentornato amore - Storia di un'ossessione quotidiana" la cui prima andrà in scena giovedì 20 marzo alle 21 all'Altro Teatro di Cadelbosco Sopra.
Lo spettacolo è stato scritto da Claudia Mosconi ed avrà la regia di Roberto Rocchi, che saranno anche gli unici due attori in scena.
LO SPETTACOLO
In un momento in cui la violenza domestica e il femminicidio sono, purtroppo, di grande
attualità, lo spettacolo si sofferma su quella perversa, diabolica attrazione che si innesca in chi accetta un rapporto violento, sul carattere che sta alla base di una vittima e del suo carnefice.
Si tratta di una riflessione nei confronti dell'amore legato alla violenza.
LA SCRITTURA TEATRALE
Attraverso una scrittura che dipinge due personaggi reali senza mai indugiare nel moralismo o nel sensazionalismo, la vicenda (plausibile, pur nella sua estremizzazione) si svolge nell'ambiente realistico di una casa, che è anche simbolo della costrizione di un rapporto ossessivo e brutale.
Ne risultano così due personaggi affetti entrambi da una sorta di "patologia", di "mostruosità", che li conducono verso scelte e comportamenti ricorrenti, che si alimentano l'un l'altro e che rendono impossibile una "liberazione". L'allestimento è semplice, con pochi elementi scenici che però hanno un forte valore evocativo; la regia vuole prima di tutto far emergere le molteplici sfaccettature emotive che compongono i personaggi anche attraverso la creazioni di immagini che possano spiegarne il continuo disagio interiore.
LA STORIA
Una giovane agente immobiliare fa visitare un appartamento ad un uomo silenzioso e melanconico. Chiusi tra le mura di una casa carica di significati e ricordi sopiti da quasi 20 anni, i due innescano una relazione che porta alla luce gli aspetti più nascosti del loro animo. Irrimediabilmente attratti l'uno verso l'altro in una dinamica perversa, pongono le basi per un orrore nuovo, ma del tutto simile a quello antico che già si consumò nello stesso luogo 17 anni prima. Una casa che rimanda a molte altre, luoghi di quotidianità dove si confondono violenza e amore, dove a volte si arriva fino a tragici epiloghi.
Uno spettacolo che mette in scena amori violenti attraverso le storie di questi due personaggi. Amori del passato, del presente e di un avvenire che si proietta in un "happy end" grottescamente macabro e inquietante.
PRENOTAZIONE BIGLIETTI al 3484201524
"Angelo della gravità (un'eresia)", di Massimo Sgorbani, con Leonardo Lidi, regia Domenico Ammendola, produzione Nove Teatro.
Lo spettacolo sarà in scena al Teatro Cavallerizza di Reggio Emilia, nell'ambito della rassegna 'Progetto in scena, idee per il futuro' organizzato dalla Fondazione I Teatri, sabato 15 (ore 20.30) e domenica 16 marzo (ore 18).
Reggio Emilia, 12 marzo 2014 -
Stati Uniti: un detenuto nel braccio della morte in attesa dell'impiccagione.
Colpo di scena: esecuzione sospesa per obesità. Il condannato, troppo grasso, avrebbe spezzato la corda del boia. Paradossi tragici della pena di morte.
Da questo fatto di cronaca Massimo Sgorbani ha tratto un monologo dal punto di vista del detenuto, imprigionato, oltre che nella sua cella, in una situazione surreale quanto verosimile.
Il testo, che si è aggiudicato il Premio Speciale della Giuria Riccione 2001 "Bignami-Quondamatteo", viene ora portato in scena con la regia di Domenico Ammendola, fondatore di NoveTeatro, e l'interpretazione di Leonardo Lidi.
Ne l''Angelo della gravità' la personale ricerca registica di Domenico Ammendola si arricchisce attraverso il sodalizio artistico con Massimo Sgorbani. La scena ricrea uno spazio asettico e il regista inserisce un collage di emissioni sonore e luci, enfatizzando lo scorrere del tempo e la potenza della parola, quasi a voler schiaffeggiare il pubblico. La scenografia è l'appiglio per l'attore-personaggio per non lasciarsi trascinare dalla corrente della morte: è una cella, ma potrebbe essere un qualsiasi luogo davanti o almeno nelle vicinanze di Dio.
Il fatto di cronaca originario è rimasto un semplice spunto. "Angelo della gravità" è la storia di un obeso, un uomo con evidenti problemi di disordine alimentare e di immaturità psicologica, un animo infantile intrappolato in un corpo cresciuto a dismisura la cui sola consolazione è il cibo. E proprio inseguendo il cibo l'uomo approda nel paese da favola dove i supermercati sono aperti a tutte le ore e i panini sono come quelli dei fumetti: gli Stati Uniti. Qui, in terra straniera, consuma l'efferato ma candido delitto per il quale viene condannato all'impiccagione. Il monologo è il resoconto che l'uomo fa delle sue vicende mentre attende di essere appeso alla corda del boia.
"Angelo della gravità", però, è soprattutto la storia di un'eresia. Eresia paradossale, figlia di una cultura essenzialmente laica e materialista, nella quale lo slancio religioso è sempre mischiato a elementi profani. Eresia di un'epoca in cui il consumo stesso è diventato la più diffusa delle religioni.
Da qualche anno NoveTeatro porta avanti un percorso di ricerca sulla drammaturgia contemporanea. "Angelo della gravità" è il primo testo scritto da un autore italiano mentre i testi precedentemente affrontati erano di autori anglosassoni. La scelta è ricaduta su questo testo per due motivi: la sua grande forza drammaturgica che si sposa perfettamente con un'idea di teatro vicina alla Compagnia e il grande impatto sociale di un testo che non volendo esserlo è, suo malgrado, di forte denuncia sociale e riflessione collettiva. In questo lavoro in particolare NoveTeatro ha condotto una ricerca attoriale tra attori e nuovi talenti usciti dalle accademie. Dalle note di regia: 'Non è solo un attore che stiamo cercando, ma un corpo che lo contenga e trattenga. Un Angelo tra quelli meno volatili'.
Si segnala che lo spettacolo non è consigliato ai minori di 16 anni
Note dell'Autore Angelo della gravità è un testo nato in seguito alla lettura di una notizia riportata anni fa dai giornali: negli Stati Uniti, un detenuto nel braccio della morte era in attesa che la sua condanna venisse eseguita tramite impiccagione. L'esecuzione, però, era stata sospesa perché il condannato in questione era grasso al punto che il suo peso avrebbe spezzato la corda del boia.
Da qui l'idea di mettere in forma di monologo un fatto che, accostando in modo così bizzarro tragedia e paradosso comico, travalicava da solo la realtà e si poneva nella dimensione del verosimile.
Il fatto di cronaca originario è rimasto un semplice spunto. "Angelo della gravità" non è la storia di quell'obeso, ma di un obeso, un uomo con evidenti problemi di disordine alimentare e di immaturità psicologica, un animo infantile intrappolato in un corpo cresciuto a dismisura.
La sua sola consolazione è il cibo. Il cibo, un tempo ricevuto dalla madre, è il solo, più alto dono d'amore che lui conosca. E proprio inseguendo il cibo l'uomo approda nel paese da favola dove i supermercati sono aperti a tutte le ore e i panini sono come quelli dei fumetti: gli Stati Uniti. Qui, in terra straniera, consuma l'efferato ma candido delitto per il quale viene condannato all'impiccagione.
Il monologo è il resoconto che l'uomo fa delle sue vicende mentre attende di essere appeso alla corda del boia.
"Angelo della gravità", però, è soprattutto la storia di un'eresia. Eresia paradossale, figlia di una cultura essenzialmente laica e materialista, nella quale lo slancio religioso è sempre mischiato a elementi profani. Eresia di un'epoca in cui il consumo stesso è diventato la più diffusa delle religioni.
Nel corso del monologo, il condannato a morte costruisce la sua personale visione del mondo, la sua cosmogonia, e lo fa utilizzando i soli elementi di cui dispone: cresciuto nel culto delle merci e della televisione, disegna una delirante concezione dell'ordine universale e morale nella quale la pornografia coincide con l'agape e l'indigestione con l'eucaristia. Forte di questa fede, l'obeso approda alla visione celeste degli "angeli della gravità" che grazie alle loro ali vincono il peso della materia e si elevano verso Dio. Nella certezza di entrare a far parte della schiera di questi angeli, il condannato affronta con serenità la sua morte imminente e si consegna a una paradossale ma autentica santità. (Massimo Sgorbani)
Il testo ha ricevuto il Premio Speciale della Giuria al Premio Riccione Teatro ed.2001)
Così la Stampa
La regia attenta e misurata di Domenico Ammendola sottolinea i passaggi di tempo e di spazio, ricorrendo, grazie all'abilità di Lorenzo Savia, ad un suggestivo gioco di luci e di suoni diffusi. (...) Una parola scenica che scorre come un fiume in piena. Un testo surreale che racconta la storia di un uomo con evidenti problemi di disordine mentale, ossessionato dal cibo.(...) E l'angelo che era in scena, Leonardo Lidi, con gesti pacati e misurati, attento a tutte le sfumature, ha saputo dare corpo e voce alle visioni, ai pensieri scenici, dell'autore e del giovane regista. (Angela Villa, Dramma.it)
La messa in scena pone l'accento sulla fragilità di questo individuo, solo in un mondo che lo sovrasta e di cui non capisce le dinamiche (...) Le musiche e le luci creano una dimensione di straniamento, rimandando qua e là all'influenza dei media. La scenografia crea una dimensione non realistica (...) La narrazione si svolge su due piani, abitando due spazi scenici differenti, quello sussurrato al microfono e quello dei ricordi, resi vivi dai movimenti e dalla mimica di Lidi. (Serena Lietti, Sipario)
Cibo a dismisura, pornografia, religione si muovono in un iperspazio ideale in cui la gravità è assente (...). Il testo di Massimo Sgorbani è un monologo dai toni forti, traduce in fondo l'ossessività consumistica di un mondo distratto e distorto dal potere mediatico, in cui tutto pare galleggiare allo stesso livello, ed è interpretato da uno straordinario Leonardo Lidi che sa coniugare, nel racconto della vita del protagonista, i momenti di tragicità e quelli di una candida quanto disarmante follia. La scelta registica di addobbare il palco di palloni bianchi, cangianti al pari del costume dell'attore, conferisce l'aspetto protettivo del grasso come la levitazione degli angeli agognata dal condannato consentendo, attraverso un adeguato disegno luci, di tradurre cromaticamente gli stati d'animo del personaggio al centro. (Claudio Elli, PuntoeLinea Magazine)
(...) Quel che c'è è la spiazzante contradditorietà fra eventi di una grevità tale da sconsigliarne la visione ai minori di 16 anni e una leggerezza ed oniricità. Quasi, del registro narrativo. Da riportare l'ossimoro ad un livello altro. Così qui a stridere – in senso intenzionale e costruttivo – è l'efferato candore con cui vengono raccontati i fatti. (...) La tragedia reale è il suo essere goffamente inadeguato ad un mondo da cui, pur tutti i suoi 'spessi strati di ciccia' non riescono a proteggerlo, quella sua scolla inconsapevolezza, quel suo pensiero bambino intrappolato in un corpo morbido ma possente. (Francesca Romana Lino, PlateaLmente)
Confrontarsi con un testo di questa portata è un'impresa eroica e il regista è riuscito nell'intento, e così anche l'attore che ha tenuto testa al flusso di parole, emozioni, immagini e odori di questa perla della drammaturgia contemporanea. (Francesca Sangalli, GIOVIO15)
MASSIMO SGORBANI, drammaturgo e sceneggiatore, si è diplomato in drammaturgia alla Scuola Civica P.Grassi. In teatro ha collaborato con Franco Branciaroli, Antonino Iuorio, Ivana Monti, Sabrina Colle, Patrizia De Clara, Lucia Ragni, Ruggero Cara, Federica Fracassi. Nel 2001 ha vinto il Premio Speciale della Giuria Riccione 2001 "Bignami-Quondamatteo", con il testo Angelo della gravità. Nel 2003 si è classificato secondo al Premio Fersen con il testo Il tempo ad Hanoi. Sempre nel 2003 ha ottenuto la "segnalazione di continuità" al Premio Riccione per il testo Le cose sottili nell'aria. Nell'agosto del 2008 ha ricevuto il premio Franco Enriquez per la drammaturgia. Nel maggio 2008 il Teatro Franco Parenti ha organizzato il "Focus su un autore: Massimo Sgorbani", dieci giorni nel quale sono stati rappresentati sette suoi spettacoli a cura di Andrée Ruth Shammah. Nel marzo 2013 il suo testo Blondi è andato in scena al Piccolo Teatro Studio di Milano mentre nel settembre è andato in scena lo spettacolo Fuck me(n), scritto insieme a Giampaolo Spinato e Roberto Traverso, e vincitore del premio Giovani Realtà del Teatro. I testi di Massimo Sgorbani sono pubblicati da Ubulibri, con il titolo di Teatro di Massimo Sgorbani, da Editoria&Spettacolo con il titolo Due pezzi quasi comici, e da Titivillus con il titolo Innamorate dello spavento.
DOMENICO AMMENDOLA, frequenta il D.A.M.S. di Bologna indirizzo lettere, filosofia e disciplina dello spettacolo. E' assistente alla regia di G. Cobelli per Un patriota per me di J. Osborne prodotto da ERT e assistente alla regia di Gigi Dall'Aglio per La bottega del caffè di C. Goldoni prodotto da ERT e dal Teatro Stabile della Sardegna. Nel 1998 diventa direttore artistico del Centro internazionale ART, ed è assistente alla regia di Cesare Lievi per The Rake's progress prodotto dal Teatro Comunale di Modena. Nel 2004 fonda il Centro Teatrale MaMiMò, centro di formazione permanente per Reggio Emilia e provincia in qualità di presidente e direttore artistico. Nel 2007 fonda e tutt'ora dirige NoveTeatro. Nel 2008 cura la regia dello spettacolo Clizia prodotto dal Teatro Stabile di Sardegna. Nel 2009 cura la regia dello spettacolo Bianca Morte, spettacolo semifinalista al Premio Scenario–Ustica 2009. Nel 2011 dirige ed interpreta Processo a Giulio Cesare spettacolo con Paolo Bonacelli e Urbano Barberini.
LEONARDO LIDI, giovane attore (1988), diplomato al Teatro Stabile di Torino, ha lavorato al cinema con Francesco Paladino ('Where the Rivers runs 'Miglior Thriller Psicologico" New York International Indipendent Film e Maurizio Losi.( 'In direzione Ostinata e contraria' - Prix du meilleur scénario al Festival " Les Mureaux" – Parigi ).
A teatro è stato diretto da registi quali Andrea De Rosa, Valter Malosti, Carmelo Rifici, Paolo Rossi.
NoveTeatro, che ha sede a Novellara (Reggio Emilia), è centro teatrale fondato nel 2007 dal regista Domenico Ammendola che ne è anche il direttore artistico. E' ente di produzione di spettacoli di prosa con professionisti diplomati alle principali accademie nazionali, coinvolge personalità importanti del panorama teatrale italiano. All'attività di produzione si affianca la scuola teatrale di NoveTeatro e un'intensa attività di teatro civile. Tra le produzioni annovera Processo a Giulio Cesare con Paolo Bonacelli per la regia di Domenico Ammendola.
Info e prenotazioni
0522 458811
Biglietti: Intero 15 euro – ridotto 12 euro over 65 – ridotto Tessera Zeroventisette e universitari 10 euro
(Fonte: ufficio stampa leStaffette)
Il Progetto Giovani di Novellara ha avviato una mappatura dei gruppi musicali presenti sul a Novellara e dintorni al fine di conoscere le realtà musicali presenti sul territorio e promuovere la partecipazione dei gruppi agli eventi a carattere musicale che si svolgono sul territorio.
Novellara (RE) 12 marzo 2014 –
Da qualche settimana è a disposizione dei gruppi musicali e compagnie teatrali locali la sala prove realizzata dall'amministrazione comunale attraverso il recupero del fabbricato in disuso, retrostante la scuola di Musica locale "Lo Schiaccianoci" (via Provinciale Nord 129).
La sala prove, che verrà gestita dall'associazione culturale "Lo Schiaccianoci" e da Progetto Giovani è stata realizzata grazie al contributo di 21.000 euro ottenuto dalla Legge regionale 14/2008 "Norme in materia di politiche per le giovani generazioni" a cui si sono aggiunte risorse comunali pari a 24.843 euro. In totale, i lavori realizzati, per un importo di quasi 46.000 euro hanno permesso il rifacimento di tutte le lattoniere, il consolidamento della fondazione, il ripristino dell'intonaco ed il rifacimento completo degli impianti sanitari nonché delle pareti con un nuovo controsoffitto acustico fondamentale e ulteriori migliorie sono in programma nelle prossime settimane.
Nel contempo il Progetto Giovani di Novellara ha avviato una mappatura dei gruppi musicali presenti sul a Novellara e dintorni al fine di conoscere le realtà musicali presenti sul territorio e promuovere la partecipazione dei gruppi agli eventi a carattere musicale che si svolgono sul territorio.
Ogni gruppo o musicista può segnalare la propria attività musicale scaricando l'apposita scheda sul sito www.comunedinovellara.gov.it, consegnandola a mano al Centro Giovani (in via Gonzaga, 9 tutti i pomeriggi di martedì, mercoledì, giovedì e venerdì dalle ore 16.00 alle 19.00) o inviandola all'indirizzo email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)
Dal 15 al 28 marzo giovani provenienti da Europa e USA parteciperanno al festival giunto quest'anno alla quinta edizione. Malavasi: "La cultura è una leva importante per ripartire" -
Reggio Emilia, 12 marzo 2014 -
Libertà, lavoro e democrazia. Sono queste le parole chiave del Festival internazionale Teatro Lab, giunto quest'anno all'edizione numero 5, che dal 15 al 28 marzo coinvolgerà centinaia di giovani in un percorso di creazione/formazione teatrale. Ad ospitarlo saranno il Teatro di Novellara, il cortile della Rocca dei Gonzaga e tutto il territorio del comune della Bassa. La rassegna, che è promossa dal Centro teatrale europeo Etoile in collaborazione con la Provincia di Reggio Emilia e il comune di Novellara, quest'anno si arricchisce ulteriormente ospitando delegazioni provenienti da Francia, Olanda e, per la prima volta, Romania e Stati Uniti. L'apertura del festival è prevista per sabato 15 marzo, alle 20,30 al teatro Tagliavini con lo spettacolo "Deep in the heart", per la regia di Deborah Jung, progetto per il 25° anno di Kids Who Care, gruppo teatrale proveniente da Forth Worth nel Texas.
"Saperi, cultura, scuola, crescita devono essere le parole chiave da cui ripartire per dare ai nostri giovani un'opportunità e una visione per creare futuro – afferma l'assessore provinciale all'istruzione Ilenia Malavasi -. Ecco perché la nostra Provincia sostiene il progetto Teatro Lab. Cosa c'è di più importante in questo Paese in difficoltà economica, sociale e morale che sostenere i giovani, la loro creatività e il loro talento come unica leva strategica per far ripartire il Paese? La risposta sembra scontata, ma non ovvia".
Il festival, nelle intenzioni degli organizzatori, rappresenta un progetto per far confrontare i giovani su alcuni temi fondamentali che rappresentano il filo rosso di questa edizione: lavoro, democrazia e libertà.
"La libertà e la democrazia sono un bene prezioso – prosegue l'assessore Malavasi - che va custodito da parte di ogni cittadino con impegno quotidiano. Dobbiamo ripartire da questa certezza e tornare ad essere una Repubblica all'altezza dell'articolo 1 della Costituzione, fondata sul lavoro, se vogliamo costruire giorno dopo giorno una società coesa, responsabile, consapevole, che si prende carico dei problemi della collettività e bandisce l'individualismo. Il teatro dunque non rappresenta solo un luogo culturale e artistico, ma un'arte al servizio di una crescita consapevole, di un percorso formativo che è fatto di competenze che possono essere acquisite dentro e fuori la scuola, con quella curiosità, quella passione e quel senso civico che deve stimolare ad essere protagonisti della nostra vita!"
Anche l'assessore alla cultura del comune di Novellara, Paolo Santachiara, vede il teatro come un luogo culturale chiave per la vita di una comunità "perché aiuta l'uomo e la comunità a conoscersi, oltre a svolgere un "sottile" ma efficace ruolo terapeutico per gli attori e per gli spettatori".
"Ora sono davvero chiave per il futuro del nostro paese e per la nostra comunità i temi scelti per quest'anno – prosegue Santachiara - Il lavoro da senso alla vita dell'uomo, dona dignità in quanto lo rende partecipe della costruzione della comunità, del bene comune oltre ad essere fonte di sostentamento per la propria famiglia. A Novellara, dal luglio 2013, l'Amministrazione Comunale, ha attivato un importante progetto chiamato "Cultivar", che si propone di cogliere le energie nascoste presenti in ogni giovane, in ogni attore del territorio, e in ogni azienda, e attivando cammini interattivi, far emergere, scrutare e individuare nuove fecondità, nuove vie, nuovi lavori.
Sono certo che questo Festival troverà feconde sinergie con il progetto Cultivar e, sarà una grande occasione di stimolo, di gioia e di bellezza per i nostri giovani e per tutta la nostra comunità".
Soddisfazione per il festival è stata espresso anche dal direttore artistico Daniele Franci: "Vedere come negli anni il festival si sia modificato e abbia ampliato il proprio programma e la proposta culturale per la città che lo ospita, è certamente una grande soddisfazione; come del resto sono molto orgoglioso delle scuole e delle compagnie che hanno deciso di prendere parte all'iniziativa. Incredibile il coinvolgimento delle scuole del territorio e dei commercianti che, sempre attenti, saranno i primi a dare il benvenuto ai tanti ragazzi e ragazze che arriveranno a Novellara dal 15 al 28 marzo. Un festival che vuole sempre creare momenti di incontro e scambio tra i vari partecipanti attraverso i laboratori teatrali e le attività collaterali pomeridiane".
(Fonte: ufficio stampa Provincia di Reggio Emilia)
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