Grande successo di pubblico e di critica per la 19a edizione del festival che ha portato aul palco dieci spettacoli internazionali, di cui quattro presentati in prima assoluta e due in prima nazionale -
Parma, 16 dicembre 2014 -
Si è appena conclusa la 19a edizione del festival curato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto di Lenz Rifrazioni. Dal 5 al 14 dicembre sono andate in scena dieci creazioni contemporanee internazionali ispirate alle suggestioni del filosofo Gilles Deleuze. Grande attenzione di pubblico e critica nazionale.
Dieci spettacoli internazionali, di cui quattro presentati in prima assoluta e due in prima nazionale, hanno composto il programma della diciannovesima edizione del Festival Natura Dèi Teatri, organizzato dal 5 al 14 dicembre 2014 negli spazi post-industriali di Lenz Teatro di Parma (con due sconfinamenti performativi nella Chiesa di Santa Maria del Quartiere).
Lo storico Performing Arts Festival diretto da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto ha proposto creazioni ispirate a I due piani, tema concettuale che, dopo Ovulo nel 2012 e Glorioso l'anno scorso ha concluso il progetto triennale alimentato dalle suggestioni del filosofo francese Gilles Deleuze.
L'edizione 2014 di Natura Dèi Teatri si è aperta con la prima presentazione assoluta di Verdi Re Lear - L'Opera che non c'è_Premessa dal Re Lear di Giuseppe Verdi: un corposo progetto che ha visto Lenz Rifrazioni far interagire il compositore elettronico inglese Robin Rimbaud aka Scanner con il Conservatorio Arrigo Boito di Parma: una inedita collaborazione carica di risultati e di promesse.
Lenz Rifrazioni ha proposto inoltre, in prima nazionale, lo spettacolo Adelchi: seconda tappa, dopo il macroallestimento de I promessi sposi nel 2013, del progetto biennale dedicato all'opera di Alessandro Manzoni. In scena i tre attori sensibili, formati nel laboratorio permanente realizzato in collaborazione con l'Ausl di Parma – Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale, hanno rivivificato con la loro potenza emozionale la tragedia manzoniana.
Debutto assoluto anche per Hyperion | Diotima, il nuovo frutto della relazione artistica tra Lenz Rifrazioni e il musicista elettronico polacco Paul Wirkus. Si è trattato di una creazione ispirata all'Hyperion di Friedrich Hölderlin, poeta, filosofo e drammaturgo romantico al quale Lenz Rifrazioni ha dedicato, ai suoi esordi, un lunghissimo percorso di ricerca.
Di grande prestigio internazionale la presenza di Singspiele della coreografa Maguy Marin, la più importante esponente della nouvelle danse francese, spettacolo che ha stimolato nel folto pubblico dibattito e riflessione.
L'artista visivo e performativo inglese Tim Spooner ha presentato The Telescope: «una serie di eventi magnetici e reazioni chimiche, messi in scena sotto lo sguardo di una camera al microscopio e presentati dal vivo come fosse un documentario su una terra sconosciuta».
Natura Dèi Teatri ha anche accolto il ritorno del performer belga Pieter Ampe con il solo So you can feel e di Via Negativa, inquieta formazione slovena quest'anno presente con la performance On the right track. Entrambi i lavori sono stati presentati in prima nazionale.
Il Festival ha abitato per due sere la Chiesa di Santa Maria del Quartiere. In questa sede prestigiosa sono stati proposti i sermoni di Meister Eckhart messi in scena da Alessandro Berti e il concerto Corpo Sacro, costruito ad hoc da Andrea Azzali.
Natura Dèi Teatri è stata infine arricchita da due densi atti di pensiero a cura di Enrico Pitozzi. Lo studioso ha guidato il seminario Magnitudini: una radiografia della materia sonora e un dialogo sul complesso percorso di Lenz Rifrazioni attorno a Re Lear.
Il triennio dedicato al filosofo Gilles Deleuze si conclude con grande soddisfazione di organizzatori, pubblico e critica, per lasciare spazio, nei tre anni a venire, agli stratificati stimoli percettivi e cognitivi evocati dall'opera dell'artista visivo statunitense Richard Serra.
Natura Dèi Teatri è un progetto di Lenz Rifrazioni che si è potuto realizzare grazie al sostegno di MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL di Parma, Fondazione Monte di Parma, Banca Monte Parma, Camera di Commercio di Parma, Buongiorno SpA, Chiesi Farmaceutici ed in collaborazione con Conservatorio di Musica A. Boito di Parma.
(Fonte: Ufficio stampa Festival Natura Dèi Teatri)
Il genocidio del 1994, un'autentica shoa nel cuore dell'Africa, raccontata con impareggiabile maestria dagli attori Marco Cortesi e Mara Moschini
di Federico Bonati
Modena – Cominciò tutto il 6 aprile 1994, e mentre il mondo piangeva la scomparsa di Kurt Cobain, in Rwanda aveva inizio il più grande degli orrori. Il genocidio dei Tutsi ad opera degli Hutu provocò quasi un milione di vittime in centoquattro giorni, con una media aberrante di diecimila vittime quotidiane. Una storia fatta di abomini, di violenze capaci di spersonalizzare gli individui, di crimini senza precedenti, che fanno del Rwanda il luogo nel quale è stato compiuto il genocidio più veloce e sistematico della storia dell'umanità.
Una storia dimenticata, forse, con troppa fretta, che appare lontana, ma è incredibilmente vicina, come racconta Marco Cortesi: "Qui siamo davanti alla quint'essenza del genocidio, una vera e propria shoa africana. In merito Kofi Annan disse che si trattava del più grande fallimento delle Nazioni Unite. E ancora oggi, nei libri di storia, questa pagina terribile non occupa che un piccolo spazio".
Hutu e Tutsi, una linea sottile che separa due etnie, che in realtà altro non sono se non esseri umani. È proprio questa umanità il tema centrale dello spettacolo, dove si narra la storia di dignità e fratellanza di un uomo e di una donna capaci di un gesto d'inimmaginabile e straordinario coraggio, una sorta di "Shindler's List" versione africana, in grado di scuotere e illuminare le coscienze.
Come nel film "Hotel Rwanda", anche nello spettacolo di Cortesi e della Moschini si racconta di persone che hanno avuto il coraggio di essere umani, offrendo riparo a quelli che la massa definiva nemici, che qualificava come insetti, che uccideva a colpi di machete, salvandoli da morte certa. Un gesto di compassione e profondo amore verso sconosciuti, che in quel momento erano fratelli e sorelle. Mentre il male serpeggiava in quelle strade a ridosso della savana, Dio era lì, ed era presente in questi gesti. Ne sono convinti i sopravvissuti e ne è convinta anche Mara Moschini: "Non fu Dio a permettere ciò, ma il libero arbitrio dell'uomo. Furono gli uomini a compiere quei gesti disumani. Ma questa storia offre lo spunto per mostrare il doppio volto dell'animo umano: la malvagità e il coraggio di chi combatte contro di essa".
Lo spettacolo, promosso da Amnesty International, cattura l'attenzione dello spettatore, incapace di restare indifferente, che segue il corso degli eventi auspicandosi un lieto fine e ponendosi molte domande.
Perché tutto ciò? Perché un uomo può arrivare a tanto? Perché non se ne parla più? Perché l'Occidente si è tenuto lontano da questa vicenda, bollando molte volte tale storia come una mera faida tribale?
Tante domande, tutte legate al passato. Ma il passato deve fungere da manuale delle istruzioni, aiutando ogni persona a non commettere più gli errori già commessi. Ed è proprio al futuro, un futuro di speranza e riscatto, che guarda lo spettacolo, il tutto senza dimenticare ciò che è stato.
"Il riscatto dell'uomo- dice Cortesi- sta proprio nella memoria, ed è alla nostra portata. L'umanità intera deve far tesoro delle lezioni impartite dalla storia".
Uno spettacolo-inchiesta davvero avvincente e suggestivo, un'indelebile esperienza emotiva che avvolge l'animo dello spettatore, una splendida prova di teatro civile e narrazione. Una performance che merita davvero di essere vista.
Tutto questo è "Rwanda. Dio è qui". Perché Dio, come dicono a Kigali, la capitale dello stato africano, quella notte perse la via di casa, ma poi tornò e fu sempre presente in quel meraviglioso angolo di mondo che è il Rwanda.
Lo storico Festival di Parma torna a immergersi nel cuore della città: in arrivo alla Chiesa di Santa Maria del Quartiere i sermoni di Meister Eckhart e un concerto costruito ad hoc da Andrea Azzali, Corpo Sacro. Nelle stesse sere gli attori sensibili di Lenz Rifrazioni presentano Adelchi. Molte forme di umanissima trascendenza. Da non perdere -
Parma, 9 dicembre 2014 -
Nomen omen: è già manifesta nel titolo Natura Dèi Teatri la volontà di indagare le complesse relazioni esistenti fra Teatro e Sacro. Ma nella diciannovesima edizione del Festival di Parma i due direttori artistici Maria Federica Maestri e Francesco Pititto hanno assecondato il desiderio (Gilles Deleuze docet) di rendere esplicito questo legame programmando due appuntamenti non nei consueti spazi post-industriali di Lenz Teatro, bensì alla Chiesa di Santa Maria del Quartiere, nel centro della città. In quella sede prestigiosa andranno in scena lo spettacolo Maestro Eckhart di Alessandro Berti (giovedì 11 dicembre alle ore 21.00) e il concerto Corpo Sacro di e con Andrea Azzali, per l'occasione accompagnato da Giorgio Cantadori, Gabriele Bertani e Adriano Engelbrecht (venerdì 12 dicembre alle ore 21.00).
«Alessandro Berti» precisa Maria Federica Maestri «è l'unico attore italiano invitato al festival. È una presenza dall'identità molto forte, una autore lontano dai "commerci" del ristretto mercato teatrale nazionale. Maestro Eckhart, lavoro ispirato alle scritture del mistico e teologo medievale tedesco, testimonia la crisi della rappresentazione. Esiste la possibilità di una rappresentazione sacra o l'atto spirituale – la visione di Dio – è negazione in se stesso della sfera rappresentativa? In scena la via dell'esperienza mistica della conoscenza di Dio si incorpora in un sacerdote o in un attore? E Berti come disinnesca o esalta questo conflitto?». L'artista reggiano, da noi raggiunto telefonicamente, suggerisce: «Il mio teatro ambisce a una rinascita. È per me, che sono duro, un ritornare morbido. Eckhart è un esercizio, un vademecum. So bene anch'io che la vita è diversa, ma chissà, magari a furia di imitationes dei migliori, potremo un giorno trasfigurarla, guarire».
A proposito di imitationes: il concerto Corpo Sacro, spiega il suo creatore Andrea Azzali, «trae suggestione dall'identità dell'edificio di culto. Sarà dunque il luogo l'elemento d'ispirazione primaria della partitura musicale, modulata dalla densità funzionale insita nello spazio religioso. Il sacro sonoro è inteso come rifrazione architettonica che si riverbera nella performance musicale live».
Nelle stesse sere (mercoledì 10 dicembre alle ore 21.00, giovedì 11 alle ore 22.30 e venerdì 12 alle ore 22.30) negli spazi di Lenz Teatro è in programma la nuova creazione di Lenz Rifrazioni Adelchi, interpretata da attori con sensibilità psichica formati negli anni all'interno del laboratorio permanente realizzato in collaborazione con Ausl di Parma – Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale. Conclude la regista Maria Federica Maestri: «In Adelchi si sostanzia la ricerca pluriennale di un "verbo" pedagogico che renda le persone affette da disturbi dello spettro autistico in grado di esprimere le emozioni silenziate attraverso le stimolazioni drammaturgico-sensoriali dell'esperienza teatrale. Attraverso questo processo si ribalta la prospettiva dalla quale guardare alla sensibilità: gli apparenti limiti cognitivi e comportamentali delle persone sensibili non sono più considerati unicamente sintomi di un deficit patologico, ma divengono elementi da elaborare e tradurre in linguaggio estetico contemporaneo attraverso il confronto e l'agone - anche fisico e vocale - con i classici».
Per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, 335.6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Natura Dèi Teatri è un progetto di Lenz Rifrazioni che si realizza grazie al sostegno di: MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL di Parma, Fondazione Monte di Parma, Banca Monte Parma, Camera di Commercio di Parma, Buongiorno SpA, Chiesi Farmaceutici ed in collaborazione con Conservatorio di Musica A. Boito di Parma.
Info Festival Natura Dèi Teatri
Lenz Teatro – Via Pasubio 3/e Parma
+ 39. 0521. 270141
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. lenzrifrazioni.it/natura-dei-teatri/2014-2/
(Fonte: Ufficio stampa Festival Natura Dèi Teatri)
In prima nazionale a Teatro Due di Parma, dall'8 al 18 Gennaio 2015, il debutto alla regia di Fulvio Pepe con la storia corale e poetica di una comunità in crisi, alla scoperta del potere miracoloso della musica e della solidarietà.
Parma 05 Dicembre 2014 -
Quasi una favola, con la forza dei grandi sentimenti e la levità delle piccole cose quotidiane; una storia d’amore corale, in cui una comunità che annaspa nelle sabbie mobili della crisi riscopre il valore dell’amicizia, dell’arte, della speranza: Gyula, testo scritto e diretto da Fulvio Pepe, attore di grande talento, tra teatro e televisione, al suo debutto alla regia teatrale, prodotto da Fondazione Teatro Due di Parma, dove sarà in scena a partire dall’8 gennaio 2015, con repliche fino al 18. In scena Ilaria Falini, Orietta Notari, Gianluca Gobbi, Enzo Paci, Alberto Astorri, Nanni Tormen, Ivan Zerbinati, Alessia Bellotto, Antonio Zavatteri, Tania Rocchetta, Massimiliano Sbarsi costruiscono un delicato carillon scenico, il cui cuore è l’efficace meccanismo drammaturgico in cui ogni personaggio con le sue peculiarità contribuisce all’ingranaggio; le luci sono create da Pasquale Mari, lo spazio è disegnato da Mario Fontanini.
In un tempo e un luogo indefiniti, un “qui ed ora” lontano eppure molto simile al nostro oggi precario, vive Gyula, un ragazzo diverso ma di grande sensibilità e dignità, amorevolmente cresciuto da mamma Eliza. Intorno a loro si raccoglie un vicinato racchiuso in poche strade, un bar e una vecchia falegnameria: a personaggi pragmatici e terrigni si affiancano caratteri più eterei e romantici, tutti impegnati a sopravvivere alla morsa della crisi, che chiude tanto le fabbriche quanto le orchestre, che strozza i sogni, soffoca le speranze di chi desidera seguire le proprie passioni o semplicemente condurre un’esistenza tranquilla. Bogdan e Adi sono operai, Messi è capo cantiere, Yuri fa il tranviere, Viku il barista, Nina è un’ubriacona, il Maestro Jani era un violinista, ora non lo sa più, Tania è sua moglie…: questo il coro di voci ed esistenze che si intrecciano, complici una serie di coincidenze, con quella di Gyula, personaggio di lacerante purezza e di tenera ingenuità. Così, l’essere apparentemente più fragile e in difficoltà diviene invece l’unico in grado di incidere la grevità della realtà che lo circonda: Gyula diviene il sorprendente artefice di un piccolo, grande miracolo, convincendo tutti che è possibile scoprire nuove possibilità e afferrarle, se si ha passione e si crede in sé e in chi ci vuole bene.
Con questi pochi ma toccanti elementi, Fulvio Pepe mette in scena la vita quotidiana di una comunità qualunque, che diviene speciale grazie all’intervento di un “diverso”: il pubblico incontrerà le miserie e le speranze di personaggi semplici e vicinissimi alla vita, in una favola popolare e poetica che ha il sapore della tradizione e la freschezza della nuova scena italiana.
Vera protagonista è la piccola storia d’amore del sottotitolo: quella fra la madre e il figlio disabile e quella fra l’autore del testo, Fulvio Pepe, e la musica, elemento che attraversa e permea tutta la narrazione. “C’è qualcosa nella musica che mi ricorda l’amore” – ha dichiarato l’autore e regista – “La sua capacità di aggirare la sfera della coscienza, permette di far emergere delle parti di noi profonde e sconosciute, delle parti dell’Io pure e spudorate. Credo che proprio la spudoratezza sia la prima caratteristica dell’amore, come la verità. Di entrambe le cose io ho estrema paura, eppure so che entrambe, in un modo di cui non mi so spiegare, sono intimamente legate al testo”. Musica e arte dell’attore: due elementi cruciali per Pepe, che aggiunge: “Gyula ha la struttura narrativa di una favola e parla al pubblico attraverso una grammatica infantile, che trova il suo culmine in un lieto fine nato quasi involontariamente. Nella scrittura sono stato guidato dalla volontà di scrivere belle parti, ruoli gustosi, croccanti da recitare per attori di cui conoscevo già le caratteristiche e con cui desideravo lavorare, arrivando a constatare come nella fase finale di allestimento un testo appartenga alla fine immensamente di più all’attore che lo interpreta che all’autore che lo ha scritto. La scoperta di questa verità ancestrale mi ha commosso ma ha soprattutto permesso il primo miracolo di Gyula: proiettarmi in una dimensione più matura del mio lavoro. Lo spazio di Teatro Due è stato l’alveo naturale di questo processo di creazione”.
Fulvio Pepe (Bari, 1972) si è diplomato al Teatro Stabile di Genova e ha lavorato in teatro con registi come Peter Stein (I demoni), Giuseppe Patroni Griffi (Il Vizietto), Valerio Binasco (Nocciolne, Romeo e Giulietta, La Tempesta, Il Mercante di Venezia), Jurij Ferrini (Cymbeline), Marco Sciaccaluga. Attore cinematografico per Fulvio Ottaviano (Una talpa al bioparco) e Citto Maselli (Il fuoco e la cenere) e in diversi film televisivi e serie Tv (Romanzo Criminale, Montessori, Borsellino, Nati ieri), nel 2008 ha vinto al Torino Film Festival il premio come migliore cortometraggio con A chi è già morto a chi sta per morire, da lui scritto e diretto.
Info e prenotazioni: Biglietteria di Teatro Due, tel. 0521/230242, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - www.teatrodue.org
(Fonte: Ufficio Stampa Teatro Due)
eUROPA tEATRI, al via la Stagione 2014/2015 di Teatro Ragazzi. Primo appuntamento con I CIGNI SELVATICI sabato 6 e domenica 7 dicembre -
Parma, 5 dicembre 2014 -
Al via la Stagione 2014.2015 di eUROPA tEATRI rivolta ai ragazzi, promossa da Comune di Parma, Provincia di Parma, Regione Emilia-Romagna.
Primo appuntamento al Teatro Europa, in Via Oradour, sabato 6 dicembre ore 21.15 (con replica domenica 7 dicembre ore 16.30) è con "I CIGNI SELVATICI", produzione eUROPA tEATRI, liberamente ispirata alla favola H.C. Andersen, testo e regia Ilaria Gerbella, con Chiara Rubes, musiche originali di Patrizia Mattioli e pupazzi realizzati da Mirella Gazzotti (per bambini dai 6 anni di età).
Cosa di più magico c'è se non aprire un libro e vivere le avventure dei personaggi, essere trasportati nel vento della tempesta in un mare in burrasca, percorrere silenziosamente la strada del cimitero senza che le streghe si accorgano di te, e infine riuscire con il tuo sacrificio a salvare chi ami infrangendo il perfido incantesimo? Così inizia lo spettacolo, con una narratrice e un libro dalle cui pagine scaturiscono i protagonisti della fiaba.
L'anno nuovo si apre con una delle più belle storie di Perrault: domenica 11 gennaio ore 16.30 il Teatrodell'Orsa presenta "POLLICINO", testo teatrale di Bernardino Bonzani e Monica Morini, con Bernardino Bonzani e Franco Tanzi, costruzioni di Franco Tanzi, regia Monica Morini (per bambini di età inferiore ai 6 anni).
Tutto comincia con la Grande Privazione, tanta fame, pochi affetti, niente soldi. Come si fa quando i genitori non ci sono? E quando la crisi rosicchia anche i bisogni più elementari, il cibo, la casa, la scuola? E i fratelli ci aiuteranno?
Una fiaba per vincere la paura, un sentiero di molliche di pane per entrare nel bosco, sapere chi siamo, essere forti anche quando siamo i più piccoli. Come Pollicino occorre ritrovare la strada di casa e, quando proprio non si può fare altrimenti, si deve trovare il coraggio di affrontare l'orco.
Sabato 17 gennaio ore 21.15 (con replica domenica 18 gennaio ore 16.30) Europa Teatri presenta "HÄNSEL E GRETEL", liberamente ispirato alla fiaba dei Fratelli Grimm, con Marco Musso e Chiara Rubes, testo e regia Ilaria Gerbella (per bambini dai 6 anni di età).
Con "Hänsel e Gretel" ci si trova di fronte a una classica fiaba iniziatica; segni inequivocabili sono l'abbandono dei bambini nel bosco e il raggiungimento della casetta nella foresta. La storia descrive inequivocabilmente un percorso di crescita e il passaggio da una condizione infantile a una adulta. In scena i due attori assumeranno nel corso dello spettacolo le sembianze dei vari personaggi della fiaba: i genitori, la strega, gli animali del bosco.
Sabato 7 febbraio ore 21.15 (con replica domenica 8 febbraio ore 16.30) Europa Teatri presenta, per bambini dai 6 anni di età, "MANI D'ARGENTO", di e con Chiara Rubes e Franca Tragni. Se una storia è un seme, noi siamo il suo terreno, e ascoltando la storia riusciamo ad esperirla come se noi stessi fossimo l'eroe e l'eroina che alla fine vince. All'eroina di questa rocambolesca fiaba vengono, complice un padre poco accorto, tagliate le mani. Da lì una serie di peripezie la portano ad allontanarsi dalla famiglia e, attraverso molte cadute e risalite con interventi magici o di pazienza, astuzia, si arriva alla risoluzione felice: le mani ricrescono in materiale assai più prezioso che all'inizio, d'argento appunto. La fiaba sembra voler dire: realizzarsi significa non tanto non cadere, ma alzarsi ogni volta e imparare. Tra paura e stupore, gli eventi si snocciolano nel racconto e nello spettacolo in un gioco emozionante e coinvolgente di luci e ombre.
Al termine degli spettacoli, ogni domenica alle ore 17.45, si svolgerà un ciclo di incontri sulla fiaba, curato dall'antropologa Antonella Azzali, intitolato "TI RACCONTO...LA VITA", una serie di momenti di riflessione sui contenuti della fiaba e i suoi insegnamenti simbolici.
Questo il calendario degli incontri: LA METAMORFOSI (7 dicembre), SUPERARE L'ORCO (11 gennaio), CRESCERE – dalla dipendenza all'autonomia (18 gennaio), INIZIAZIONE ALLA RESISTENZA (8 febbraio).
Prezzo biglietti: 8,00 Euro adulti - 6,00 Euro ridotto bambini
Associati al Consorzio Solidarietà Sociale e Forum Solidarietà (1 bambino+1 adulto) 10,00 Euro
Info e prenotazioni: Europa Teatri, Via Oradour 14 – Parma, Tel. 0521-243377
www.europateatri.it
(Fonte: leStaffette ufficio stampa)
Sono persone "affette da disturbi dello spettro autistico", ma Lenz Rifrazioni preferisce chiamarli "attori sensibili". Il nuovo frutto della pluriennale collaborazione con il Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale dell' Ausl di Parma è sotto il segno di Adelchi. Debutto nazionale al Festival Natura Dèi Teatri -
Parma, 4 dicembre 2014 -
«Adelchi è il secondo lavoro legato al nostro progetto biennale dedicato a Manzoni. È il lato oscuro de I Promessi Sposi: una tragedia-blind spot, un'area cieca, una zona di non visione a luminosità intermittente. In questa macchia scura, a tratti illuminata dalla presenza di Dio, si compie il comune destino luttuoso dei due fratelli - Ermengarda e Adelchi. Questi due piani si rispecchiano nel buio/luce interiore dell'interprete Carlotta Spaggiari (Ermengarda), attrice con sindrome dello spettro autistico, e coincidono con la sua più intima natura: duplice nel suo assoluto desiderio di presenza e bisogno di ritiro, nella ipersensibilità emotiva dispiegata in silenzio espressivo, nella straordinaria densità artistica silenziata dalla fobia comunicativa. La sua duplicità assume nella creazione scenica forme misteriose; scardinando i processi logici e analogici, le prevedibilità comportamentali, ci avvicina al sublime: forza distruttrice e rigeneratrice dell'atto performativo»: Maria Federica Maestri introduce Adelchi, il nuovo, denso progetto performativo di Lenz Rifrazioni di cui ha curato regia, installazione ed elementi plastici.
In Adelchi si sostanzia la ricerca pluriennale di un "verbo" pedagogico che renda le persone affette da disturbi dello spettro autistico in grado di esprimere le emozioni silenziate attraverso le stimolazioni drammaturgico-sensoriali dell'esperienza teatrale. Attraverso questo processo si ribalta la prospettiva dalla quale guardare alla sensibilità: gli apparenti limiti cognitivi e comportamentali delle persone sensibili non sono più considerati unicamente sintomi di un deficit patologico, ma divengono elementi da elaborare e tradurre in linguaggio estetico contemporaneo «attraverso il confronto e l'agone -anche fisico e vocale- con i classici».
In scena attori con sensibilità psichica formati nel corso degli anni all'interno del laboratorio permanente realizzato da Lenz Rifrazioni in collaborazione con Ausl di Parma – Dipartimento Assistenziale integrato di Salute Mentale. Tutti gli interpreti di Adelchi collaborano da lungo tempo con l'ensemble guidato da Maria Federica Maestri e Francesco Pititto: Ermengarda è la giovane attrice sensibile Carlotta Spaggiari, già Monaca di Monza bambina ne I Promessi Sposi, Carlo Destro, già Fra' Cristoforo ne I Promessi Sposi, affronta il difficile ruolo del giovane Adelchi, eroe "morale", figura fondamentale nella poetica manzoniana; insieme a lui, Franck Berzieri, interprete di numerose creazioni di Lenz, impegnato nel duplice ruolo del padre Desiderio e di Carlo Magno.
Adelchi sarà presentato in prima nazionale negli spazi di Lenz Teatro domenica 7 dicembre alle ore 21.00, con repliche martedì 9 alle ore 22.30, mercoledì 10 alle ore 21.00, giovedì 11 alle ore 22.30 e venerdì 12 alle ore 22.30.
Lo spettacolo è inserito nel denso cartellone della diciannovesima edizione di Natura Dèi Teatri, Festival che presenta negli spazi post-industriali di Lenz Teatro a Parma (con due sconfinamenti performativi nella Chiesa di Santa Maria del Quartiere nel centro della città) dieci creazioni internazionali ispirate a I due piani, tema concettuale che, dopo Ovulo nel 2012 e Glorioso l'anno seguente, conclude il progetto triennale alimentato dalle suggestioni filosofiche di Gilles Deleuze.
Il Festival è in programma dal 5 al 14 dicembre. Per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, 335.6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo., Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Natura Dèi Teatri è un progetto di Lenz Rifrazioni che si realizza grazie al sostegno di: MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL di Parma, Fondazione Monte di Parma, Banca Monte Parma, Camera di Commercio di Parma, Buongiorno SpA, Chiesi Farmaceutici ed in collaborazione con Conservatorio di Musica A. Boito di Parma.
Info Festival Natura Dèi Teatri
Lenz Teatro – Via Pasubio 3/e Parma
+ 39. 0521. 270141
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. lenzrifrazioni.it/natura-dei-teatri/2014-2/
(Fonte: Ufficio stampa Festival Natura Dèi Teatri)
Lenz Teatro, a Parma, apre le porte alla diciannovesima edizione di Natura Dèi Teatri, Festival di creazioni contemporanee di teatro, musica, danza, video e performance. Si inizia con la prima presentazione assoluta di uno stratificato progetto di Lenz Rifrazioni: Verdi Re Lear - L'Opera che non c'è_Premessa, dal Re Lear "mancato" di Giuseppe Verdi. In collaborazione con il compositore elettronico inglese Robin Rimbaud aka Scanner. E il Conservatorio Arrigo Boito.
Parma, 2 dicembre 2014 -
«Un desiderio è costruire. Tutti passiamo il nostro tempo a costruire. Per me quando qualcuno dice "desidero la tal cosa" significa che sta costruendo un concatenamento. Il desiderio non è nient'altro»: una pars construens analoga a quella espressa da Gilles Deleuze muove, per il diciannovesimo anno, Maria Federica Maestri e Francesco Pititto nella complessa direzione (artistica) di Natura Dèi Teatri.
Dal 5 al 14 dicembre, lo storico Performing Arts Festival proporrà a Parma «dieci declinazioni scenico-performative dell'identità duplice, stratificata, multipla del linguaggio»: creazioni internazionali ispirate a I due piani, tema concettuale che, dopo Ovulo nel 2012 e Glorioso l'anno seguente, conclude il progetto triennale alimentato dalle suggestioni del celebre filosofo francese.
L'edizione 2014 di Natura Dèi Teatri si aprirà con la prima assoluta di Verdi Re Lear - L'Opera che non c'è_Premessa, dal Re Lear "mancato" di Giuseppe Verdi: di esso esiste solo il libretto, scritto da Antonio Somma con le correzioni del compositore stesso. La nuova proposta di Lenz Rifrazioni è «un simulacro d'opera d'arte performativa e musicale che trae dal Lear di Shakespeare e dal Lear di Verdi gli elementi fondamentali alla sua manifestazione», combinando due presenze all'apparenza decisamente dissimili: il compositore elettronico inglese Robin Rimbaud aka Scanner e il Conservatorio Arrigo Boito di Parma: un audace accostamento nato dalla volontà di sperimentare nuove forme di intreccio creativo tra melodramma, nuova composizione, scenografia reale e virtuale, stile di recitazione e di canto, musica unplugged ed elettronica.
Maria Federica Maestri, che in questa Premessa cura installazione e costumi, racconta: «Il Re Lear di Verdi incarna perfettamente l'idea deleuziana di desiderio: il libretto c'è, ma la musica è assente e sul Lear verdiano incombe il fantasma di Shakespeare e della sua opera grandiosa. La dimensione straordinaria di questo lavoro, che presentiamo al Festival in forma di studio, risiede nel tentativo di ricostruire l'opera a partire da fondamenta immateriali, invisibili, di un desiderio di cui rimangono però frammenti concreti in diverse composizioni di Giuseppe Verdi. Restituire, con la nuova scrittura musicale di Robin Rimbaud/Scanner, un'identità scenica a qualcosa di impalpabile: "aria sonora", come definì la musica Ferruccio Busoni. Due attrici in scena in funzione di Fool/Mica e Cordelia/Delia, un attore Lear in video, due baritoni in funzione di doppio Lear in scena, una soprano e una mezzosoprano Nerilla, Rosane/Delia. Il Fool, per tradizione l'unico a poter dire la verità al Re, è interpretato dalla nostra attrice sensibile Barbara Voghera, che avendo incorporato altre figure di Matto, ad esempio Clarín per Vita è Sogno o il Fool per Hamlet arriva, in questo Lear, a una sua compiutezza. Cordelia è interpretata da Valentina Barbarini, già eroina abbandonata nei nostri ultimi lavori che, come in Dido o in Aeneis, attraversa il martirio di un padre che non la comprende e la rifiuta».
Conclude Francesco Pititto, responsabile della drammaturgia visiva e performativa di questo progetto siderale: «Dare forma a un desiderio, dopo averne scandagliato gli impulsi primari e le manifestazioni più nascoste, è percorso affascinante di ogni ricerca linguistica; vestire un fantasma e vederlo muoversi solo attraverso il movimento delle stoffe è già averlo consegnato al mondo reale che, shakespearianamente, è fatto di sogni e di niente».
Verdi Re Lear - L'Opera che non c'è_Premessa sarà a Natura Dèi Teatri venerdì 5 dicembre alle ore 21.00, sabato 6 alle ore 21.00 e domenica 7 alle ore 18.30. In scena insieme a Valentina Barbarini (Cordelia) e Barbara Voghera (Fool), attrici storiche di Lenz Rifrazioni, i cantanti Ekaterina Chekmareva (mezzo soprano), Haruka Takahashi (soprano), Gaetano Vinciguerra (baritono), Lorenzo Bonomi (baritono) guidati dalla docente Donatella Saccardi. Il progetto si è definito con la consulenza musicale del M° Carla Delfrate.
Negli stessi giorni lo studioso Enrico Pitozzi, docente di Forme della scena multimediale presso il Dipartimento delle Arti dell'Università di Bologna, condurrà due stimolanti atti di pensiero: il seminario Magnitudini (venerdì 5 dicembre dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18), preziosa occasione per «indagare i processi in atto sulla scena audiovisiva contemporanea», e Dialogo intorno a Re Lear (domenica 7 dicembre alle ore 16.30), costruito allo scopo di evidenziare questioni e processi creativi dell'utopico progetto di Lenz Rifrazioni. L'ingresso agli incontri con Enrico Pitozzi è libero.
Per informazioni e prenotazioni: 0521.270141, 335.6096220, Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Natura Dèi Teatri è un progetto di Lenz Rifrazioni che si realizza grazie al sostegno di: MiBACT_Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo - Regione Emilia-Romagna, Provincia di Parma, Comune di Parma, Dipartimento Assistenziale Integrato di Salute Mentale - Dipendenze Patologiche AUSL di Parma, Fondazione Monte di Parma, Banca Monte Parma, Camera di Commercio di Parma, Buongiorno SpA, Chiesi Farmaceutici ed in collaborazione con Conservatorio di Musica A. Boito di Parma.
Info Festival Natura Dèi Teatri
Lenz Teatro – Via Pasubio 3/e Parma
+ 39. 0521. 270141
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(Fonte: Ufficio stampa Festival Natura Dèi Teatri)
Venerdì 28 novembre alle ore 21.00 il Centro teatrale europeo Etòile sarà sul palcoscenico del Teatro della Rocca "Franco Tagliavini" con "Andy" documentario teatrale sulla vita, la sensibilità umana ed artistica di Andy Warhol, uno dei personaggi mito dell' arte americana -
Novellara, 25 novembre 2014 –
La performance ci introdurrà nel sottobosco culturale newyorkese dagli anni '60 agli anni '80 quando Andy era il protagonista assoluto ed indiscusso della Pop Art. Artista, pittore, scultore e regista, Warhol legò indissolubilmente il suo nome anche alla produzione cinematografica e musicale dell'epoca. Ad accompagnare musicalmente la narrazione saranno proprio alcune delle sue scoperte e degli eclettici personaggi che passavano per la sua Factory e per la sua fervida mente: Velvet Underground, Brian Eno, The Doors, David Bowie.
Uno spettacolo che vuol essere un omaggio all'immaginifica ed estrosa visione del mondo di un creativo sopra le righe, capace di fare della banalizzazione un capolavoro e di Mao Tse Tung una icona americana.
Biglietti: intero 15.00 euro – ridotto 13.00 euro
Prenotazioni solo via email a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Servizio Vendita:
Dalla settimana prima dello spettacolo è possibile acquistare i biglietti presso la Biblioteca comunale nei seguenti orari di apertura al pubblico: dal martedì – giovedì - sabato ore 9.00 – 13.00 e dal martedì al sabato ore 15.00 – 19.00. Per maggiori informazioni URP 0522-655454 o Biblioteca 0522-655419.
Teatro comunale: un'ora prima dello spettacolo.
(Fonte: ufficio stampa Comune di Novellara)
È possibile esorcizzare la paura del terremoto attraverso il teatro? Sembra proprio di sì. Accade a Concordia sulla Secchia (MO), paese violentemente colpito dal sisma del 2012, e in altri paesi del cratere, dove è nato il progetto "Beni Comuni" -
Modena, 22 novembre 2014 - di Federico Bonati -
Il progetto, realizzato grazie al finanziamento del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo e alla promozione del Comune di Carpi in collaborazione con ERT Fondazione e ATER, raduna ben undici comuni, i cosiddetti "comuni del cratere" colpiti dal terremoto dell'Emilia di due anni fa. Oltre a Concordia sulla Secchia, i paesi interessati sono Campogalliano, Carpi, Cavezzo, Finale Emilia, Mirandola, Novi di Modena, San Felice sul Panaro, San Possidonio, Soliera ed anche Cento, provincia di Ferrara. Lo scopo di "Beni Comuni" è quello di rinsaldare e ricostruire le identità delle comunità colpite sisma. Ma come viene realizzato tutto ciò? Il tutto prende vita con la partecipazione attiva dei cittadini alla realizzazione di eventi artistici che hanno come cardine il senso della condivisione e dello stare in comune. Dalle parole, il passaggio ai fatti è breve, ne sono una dimostrazione i progetti realizzati a Concordia da "Beni Comuni" www.progettobenicomuni.it.
Si tratta di laboratori teatrali partecipati che si tengono tutti i mercoledì dalle 18 alle 21 nella saletta attigua alla biblioteca, letture per la scuola primaria ed infine lo spettacolo "Beni Quadrati".
Lo spettacolo, che andrà in scena sabato 29 novembre 2014, ore 21, presso la Sala Conferenze del Municipio in Piazza 29 Maggio, 2 a Concordia sulla Secchia ha come tema centrale tre parole: abitare, vivere, esistere.
Tre parole dal significato distinto eppure indissolubilmente legate nella percezione comune. In una casa si abita, in una casa viviamo assieme, in una casa si esiste in rapporto a una comunità. Molte case formano una città e un indirizzo rappresenta prima di tutto la possibilità di trovare una persona. Ma la "casa" intesa nello spettacolo è molto più di questo.
Lo spettacolo intende aprire una finestra sul mondo, interrogandosi su cosa sia oggi abitare, su cosa la casa rappresenti per ognuno e sulla preziosità della casa come bene comune. In particolar modo in una zona che, nel 2012, ha imparato a vedere la propria abitazione in alcuni casi come un nemico, con la paura di entrare nelle mura domestiche a causa del terremoto, in altri casi come un bene prezioso che non c'è più, per chi la casa, a causa delle scosse, l'ha persa.
Lo spettacolo, realizzato da Giulia Cailotto, Giulia Diomede, Marzia Gallo, Gabriele Genovese, Roberto Marinelli, Michele Mariniello, Irma Ridolfini, Michele Segreto, Isacco Tognon, Matteo Vignati e con Olimpia Greco alla fisarmonica, è ad ingresso gratuito, ed aperto a tutta la cittadinanza.
Se da un lato il ricordo del sisma resta indelebile in chiunque abbia vissuto quella tragica esperienza, dall'altro è possibile esorcizzarne la paura, attraverso svariati modi come, appunto, il teatro. E "Beni Comuni" ne è la dimostrazione.
Il musical "Don Milani" debutta con una doppia data al Teatro della Rocca Franco Tagliavini di Novellara sabato 22 novembre alle ore 21.00 e domenica 23 alle ore 17.00 -
Novellara, 20 novembre 2014 –
Tratto da un episodio realmente accaduto, lo spettacolo esalta la potente parola di Don Milani, prete scomodo e controverso, contrapponendola alle spensieratezze adolescenziali di alcune ragazze che si recano a lezione a Barbiana. A questo si intreccia la vicenda di un ragazzo, un musicista di una band, che decide di disertare. Il musical risalta le parole del priore cercando però di partire dall'ascolto dei sentimenti e dei problemi dei giovani di allora che, comunque, ancora oggi sono attuali, come d'altra parte lo è la parola di Don Milani.
Voluto dall'oratorio Cristo Re di Novellara per celebrare il 50° anniversario dalla sua nascita, questa del musical è diventata una produzione che è riuscita a convogliare le energie di tanti giovani locali nella realizzazione di un evento straordinario.
Sono coinvolti oltre 30 ragazzi, tra cui ballerine, cantanti, attori e musicisti che esibiranno dal vivo le canzoni originali firmate da Cristian Cattini e Simone Oliva. A loro infatti, dopo l'apprezzamento dei tre precedenti musical, è stato affidato il compito di scrittura del libretto e dei brani musicali. L'attesa è grande, tanto che le prime due date sono quasi sold out e l'Oratorio sta già ipotizzando di accontentare i tantissimi interessati allo spettacolo programmando una terza data teatrale.
Informazioni e prevendite: www.musicaldonmilani.it
(Fonte: Comune di Novellara)
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