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Anche se siete intolleranti al glutine non significa che dobbiate privarvi di uno dei dolci più celebri e tipici del Carnevale! Ecco a voi una ricetta semplice per gustare le chiacchiere in questa versione senza glutine adatta anche ai celiaci.

Ingredienti

200 g di farina di riso

50 g di fecola di patate

100 ml vino bianco (un bicchiere)

50 g zucchero

20 g di burro (io ho usato la margarina di soia)

2 uova

un pizzico di sale

olio di semi

zucchero a velo

Procedimento

In una ciotola formate una fontana con la farina, la fecola e lo zucchero ed aggiungete gli altri ingredienti lavorando il composto fino a formare una palla.
Lasciate riposare il composto per almeno 30 minuti avvolgendolo in una pellicola trasparente.
Su un piano da lavoro infarinato (è importante infarinare sempre molto bene il piano di lavoro e la sfoglia, perché tende ad essere appiccicosa!) stendete bene l'impasto col matterello e con una rotella taglia pasta dentellata ricavate dei rettangoli delle dimensioni di circa 8 cm per 12 cm. Potete anche scegliere la forma che più vi piace.
Non resta che riempire una padella di olio farlo scaldare e friggere le chiacchiere da entrambi i lati finché non saranno dorate (circa 15/20 secondi).
Scolatele e fatele asciugare su un foglio di carta assorbente.
Infine mettetele su un piatto da portata, spolverate con zucchero a velo e il gioco è fatto!
Un'alternativa più leggera, può essere quella di cuocere le chiacchiere in forno a 170 gradi per circa 20 minuti, anche se penso che a Carnevale si possa fare uno strappo alla dieta!

Buon appetito e buon Carnevale!

Testo e foto di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa e naturalmente senza glutine!

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Ancora pochi giorni prima che si alzi il sipario su uno degli eventi più attesi dell'anno: Il Ballo del Doge. In occasione di questa 25esima edizione sarà lo chef stellato modenese Luca Marchini, titolare del Ristorante L'Erba del Re di Modena, ad occuparsi di tutta la parte gourmet con un menù ispirato ai temi del ballo ed alla storia di Venezia.

Martedì 06 Febbraio 2018 -

Rinascita e Celebrazione, Tempo e Piaceri della vita. La solennità di una ricorrenza e la coincidenza di traguardi importanti che rappresentano un nuovo inizio: saranno queste le suggestioni de Il Ballo del Doge 2018 che avrà luogo Sabato 10 febbraio 2018 a Palazzo Pisani Moretta, nella splendida Venezia.

Il Galà internazionale di Carnevale più famoso al mondo compie 25 anni e nella stessa sera, celebrando questo importante anniversario, allo scoccare della mezzanotte la sua ideatrice Antonia Sautter festeggerà il suo compleanno all’insegna delle sue stesse parole “I traguardi non sono mai un punto d’arrivo, ma tappe per ricominciare una nuova avventura”.

“Rebirth & Celebration”, il titolo della XXVedizione, si svelerà attraverso i tre piani dello storico palazzo veneziano che affaccia sul Canal Grande, diventando il fulcro di un unicum incredibile.

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E sarà lo chef stellato modenese Luca Marchini, titolare del Ristorante L’Erba del Re di Modena e Presidente JRE Italia, l’ideatore della parte gourmet che delizierà i palati dei presenti a questo incredibile evento. Un menù ispirato ai temi del Ballo che punta sull’importaza dell’esperienza tattile che il cibo offre, oltre che alle emozioni palatali, accompagnate dall’inconfondibile perlage dello Champagne Vranken-Pommery, official partner del Ballo, che illuminerà i brindisi di tutti i presenti nella magica atmosfera del Carnevale.

"Il Ballo del Doge rappresenta la realizzazione del sogno che si concretizza in una notte, che emoziona, ed io sono consapevole di essere partecipe di questa magia unica – spiega lo chef Luca Marchini -  Ne sto vivendo la realizzazione e ne respiro l'incredibile energia. Tutti noi abbiamo il desiderio, il sogno appunto, di vivere un'esperienza indimenticabile e fiabesca e il mio contributo è quello di fare in modo che questa esperienza si protragga e completi con il piacere della tavola. Ho immaginato a lungo un menù che potesse esprimere pienamente l'esplosione dei cinque sensi, della celebrazione della vita, e quello che ho creato rappresenta ciò che questo incredibile evento mi ha trasmesso. Non posso anticipare nulla sui piatti, ma posso dire che tutto ruota attorno a Venezia, alle sue ricette, alla sua cultura ed al fascino della sua storia rielaborata in una chiave mediterranea. Anche la mise en place richiamerà il tema dominante in un fil rouge fatto di cristalli e porcellane che serviranno per esaltare ogni singola portata".

Luca Marchini

Ma come si svolgerà questa attesissima edizione del Ballo del Doge?

Al Piano Terra, Rebirth, la Rinascita in sintonia e all’unisono con il respiro di Madre Natura, ancora generosa con noi, malgrado le offese della supposta modernità; uno sprone ad abbracciare il nostro vero io con leggerezza, facendo della propria raggiunta consapevolezza un processo di grande splendore.

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Al Primo Piano, il Tempo fuggevole, l’unico grande lusso della vita che tutti vorremmo fermare; il Tempo per amare, gioire, viaggiare,  sperimentare e realizzare desideri; Il Tempo di celebrare la bellezza come conquista dell’esistenza.

Al Secondo Piano, il Piacere come motore universale e supremo godimento di ogni istante; il Piacere come passione e creatività; il Piacere come bellezza e libertà. Perché solo se nel brivido della trasgressione si nasconde un inconsapevole ritorno all’istinto e alla vita percepita attraverso i cinque sensi, allora la Rebirth può davvero considerarsi avvenuta.

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Il Ballo del Doge rientra nel novero dei 10 eventi mondani più ambiti e fra le 100 esperienze da fare almeno una volta nella vita. Definito coralmente dalla critica “Il ballo più sontuoso, raffinato ed esclusivo al mondo”.

Ogni ospite, indossando uno degli oltre 1.500 costumi disegnati da Antonia Sautter, e realizzati interamente a mano nel suo Atelier di Venezia, prenderà parte ad una rivisitazione contemporanea dei sontuosi banchetti del ‘700.  

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L'ormai nota "Pentola Magica" cambia gestione e diventa 2.0: è Catia la nuova padrona di casa e la sua filosofia è quella di proporre piatti sani, cucina naturale ma anche tradizione parmigiana e salentina, per portare un po' delle sue radici a Parma.

Articolo di Chiara Marando – Foto Francesca Bocchia

Suona alle 5,30 ogni mattina la sveglia di Catia, le cose da fare sono tante. Lo sono sempre state, già da quando lavorava al bar, ma oggi la sua vita è cambiata. Oggi ha scelto di realizzare un piccolo sogno e rilevare una bottega dedicata al cibo sano, quello preparato con materie prime scelte accuratamente ed esaltate nella loro semplicità.
Una sfida che Catia affronta con il coraggio di chi si lascia trasportare dall'istinto, dalle decisioni prese d'impulso che vengono dal cuore. Perché a volte bisogna lasciar fare al destino ed alle emozioni. Ed ora eccola a gestire la "La Pentola Magica 2.0", evoluzione del negozio già conosciuto dai molti amanti della cucina naturale a Parma.

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Perché evoluzione? Semplicemente per la selezione più ampia di piatti che ogni giorno arricchiscono la vetrina di chi desidera un pasto saporito ma sano. Non più soltanto cucina vegana, ma anche l'influenza della tradizione parmigiana con tortelli e arrosti, nella versione con carne bianca, e di quella pugliese, o meglio salentina, con cui Catia è cresciuta.

Originaria di Lecce, ha imparato a destreggiarsi tra i fornelli dalle donne della sua famiglia, osservando i movimenti esperti di nonna e mamma che le hanno trasmesso i segreti, la capacità e la passione per la tavola. Ecco quindi che alla "La Pentola Magica 2.0" arrivano le orecchiette con le cime di rapa ed il ragù è fatto con la ricetta della sua terra, ma l'intenzione è quella di introdurre anche gli sfiziosi Rustici – fagottini di pasta sfoglia ripieni con besciamella, mozzarella e pomodoro – e i golosi Pasticciotti, ovvero tortine di pasta frolla ripiene di crema cotta con un tocco di amarena.

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Tra i piatti veg, non possono mai mancare due must come il Tortino di miglio con lenticchie rosse e la Zuppa con avena, cicerchie, lenticchie, verdure e farro. Poi contorni di stagione preparati in base a quello che offre il mercato alla mattina, con prodotti freschissimi e selezionati personalmente da Catia.

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La vera novità è l'aperitivo della domenica sera a base di Torta Fritta, simbolo della tradizione parmigiana più pura, accompagnata da Culaccia, Spalla Cotta e Prosciutto Crudo. A partire dalle 18, quindi, fauci spalancate e pronte a salutare il weekend con gusto.
Mentre parlo con Catia leggo nei suoi occhi un misto di gioia, timore per un'avventura nuova ed entusiasmante che inizia, e tanto fermento. La filosofia è quella di offrire un momento di piacere sano da assaporare sul posto, una pausa pranzo piacevole e completa, ma anche da portare a casa per una cena diversa. Già, perché "la Pentola Magica 2.0" consegna a domicilio e prepara su ordinazione quello che più vi è piaciuto. Questo, ovviamente, significa che ci si deve prendere il tempo di provare tutti i piatti e farsi ispirare giorno dopo giorno.

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La Pentola Magica 2.0
Via Egidio Pini 57/A
43126 Parma
0521 992249

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Continuano gli appuntamenti del sabato mattina dedicati ad approfondimenti e assaggi di prodotti biodiversi: il 27 gennaio al 7 di Borgo Giacomo a Parma sarà la volta del cappelletto prodotto da materie prime di biodiversità. Definiti anche gli incontri di febbraio.

Parma, 26 gennaio 2018

Al Rural Market di Borgo Giacomo Tommasini 7 a Parma proseguono gli appuntamenti dedicati alla biodiversità agricola del territorio tosco-emiliano. Dopo l'interessante mattinata di sabato scorso con Enzo Melegari, membro dell'Associazione agricoltori e allevatori Custodi di Parma e professore all'Istituto Agrario Bocchialini di Parma, che ha incuriosito i presenti parlando di antiche varietà di frutta del territorio parmense, sabato 27 gennaio sarà la volta del cappelletto in brodo.

Un cappelletto speciale quello che verrà proposto, perché preparato con farina di grani antichi, uova di gallina Romagnola, Parmigiano-Reggiano stagionato 24 mesi e carne da vacche rosse e prosciutto di maiale nero.

Dalle 10.30 alle 12.30 si avrà l'opportunità di conoscerli e assaggiarli in tutta la loro bontà, cucinati al momento da Fabio Feccia, cuoco Rural, che li immergerà in un brodo ricco di sapore, preparato con cappone di Morozzo (presidio Slow Food), piccolo paese della campagna cuneese dove cresce a terra in libertà.

Sabato 3 febbraio con Andrea Dallaturca si parlerà di culatello agricolo ottenuto da suino rurale allevato all'aperto, mentre Michele Grigolini parlerà della produzione del prosciutto di maiale nero, entrambi prodotti di eccellenza di Rosa dell'Angelo. Non mancheranno gustosi assaggi.

Il 10 febbraio protagonista sarà la Toscana con la polenta ottenuta da farina di antica varietà di mais Formenton Ottofile (zona della Garfagnana e della valle del Serchio). Consigli utili su come portarla in tavola e assaggi fumanti sono assicurati.

Il Rural Market è aperto dal martedì al sabato dalle 9.30 alle 13.30 e dalle 17 alle 20. Chiuso la domenica e il lunedì.

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Giovedì, 25 Gennaio 2018 16:09

Torta cioccolato e zenzero senza farina

Una torta da realizzare con soli 2 ingredienti principali: uova e cioccolato! Niente di più facile! È golosissima, senza farina, senza glutine e perfetta per ogni occasione.

Per renderla più particolare ho aggiunto al composto anche un po' di polvere di zenzero, spezia che si abbina a mio parere molto bene, aggiungendo quel pizzico di piccantino alla dolcezza della cioccolata!

Non vi resta che provare e soprattutto assaggiare questa torta.

Ingredienti

  • 200 gr di cioccolato fondente ma non troppo 65-70% massimo (io ho usato quello zaini)
  • 3 uova
  • Un cucchiaino di polvere di zenzero     

Procedimento

Prendere le tre uova e separare i tuorli dagli albumi.
Mettere gli albumi nel frigo.
Nel frattempo sciogliere a bagnomaria il cioccolato (si può aggiungere a piacere un cucchiaino di polvere di zenzero al cioccolato sciolto).
Tirare fuori gli albumi dal frigo e montarli a neve con le fruste elettriche e preferibilmente in un contenitore d'acciaio.
Unire i tuorli al cioccolato sciolto e mescolare. Unire anche metà degli albumi montati al composto e mescolare il tutto.
Infine incorporare la restante parte degli albumi delicatamente con una spatola non con un movimento rotatorio ma dal basso verso l'alto.
Il composto è pronto per essere messo in una teglia per torta di 15/18 cm foderata con carta da forno.
Infornare a 170 gradi per 40/50 minuti

Potete spolverare zucchero a velo o per gli amanti dello zenzero la polvere, come ho fatto io.

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Buon appetito!

Di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa e naturalmente senza glutine!

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Se amate cucinare e siete golosi, allora prendetevi un pochino di tempo per provare a preparare questa soffice Torta all’arancia in versione vegana: priva di uova, latte e burro per un peccato di gola senza di colpa

Di Chiara Marando -

Giovedì 18 Gennaio 2018 -

Una delle cose che preferisco dell’arte culinaria è la sua forza rigenerante e creativa, quell’energia rilassante che riesce a tranquillizzare ma anche a stimolare la fantasia. Inutile e controproducente usare la fretta, serve prendersi il tempo giusto e prestare attenzione. C’è chi segue le ricette e chi si lascia ispirare dagli ingredienti presenti in dispensa. Io amo entrambe le soluzioni, dipende dal tipo di preparazione.

Ma la Torta all’arancia in versione vegana, senza latte, uova e burro, è il risultato di un istinto goloso ispirato da una ricetta scovata online. La base è veg ma, per chi desidera arricchirla è possibile aggiungere gocce di cioccolato fondente o bianco.

Prepararla è semplicissimo: una torta soffice, delicata e saporita che ricorda il sapore delle ciambelle fritte...ma completamente “healthy”.

Ecco come prepararla!

Ingredienti:

50 g di zucchero

200 ml acqua tiepida

200 ml succo di arancia fresca

100 ml di olio di semi di arachidi

300 g di farina 00 o Manitoba

buccia grattugiata di 1 arancia

Cannella (opzionale)

1 bustina di lievito per dolci

Per la glassa

zucchero a velo

succo di arancia

Preparazione:

Aiutandovi con le fruste elettriche mescolate zucchero, acqua calda e succo d'arancia, quindi aggiungete 100 ml di olio e la cannella continuando a mescolare.

A poco a poco unite la farina setacciata fino ad ottenere un composto liscio e senza grumi, aggiungetevi la buccia grattugiata dell'arancia ed il lievito setacciato.

Versate l'impasto in uno stampo da 22 cm (da ciambella o da torta) imburrato e fate cuocere in forno statico preriscaldato a 170° per 40 minuti circa.

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Anche voi vi siete ripromessi di iniziare il nuovo anno rispettando una lista di buoni propositi? Fra questi c'è quello di mettersi in forma e di dire ormai basta alle grandi abbuffate? Con questa ricetta detox partirete con il piede giusto!

Un piatto semplice, salutare, leggero ma nello stesso tempo dal forte potere saziante a base di quinoa (uno pseudo cereale, naturalmente priva di glutine, fonte di fibre e minerali) cavolfiore e...curcuma!

La curcuma è una spezia molto usata in India che possiede veramente numerose proprietà. È antinfiammatoria, disintossicante, depurativa, ha effetto dimagrante e brucia grassi!

Ingredienti per due persone:

  • 150 g di quinoa
  • 1 cucchiaio abbondante di curcuma
  • 5 cucchiai di olio EVO
  • 1 cavolfiore
  • Prezzemolo tritato
  • Parmigiano o altro formaggio a piacere (ad esempio feta)
  • Noci (potete aggiungere anche semi di girasole)
  • Sale
  • Pepe

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Procedimento:

Prendete un cavolfiore pulitelo e dividetelo in cimette, mettetelo in una teglia da forno con olio sale pepe e curcuma.
Infornatelo per 30 minuti circa a 180 gradi.
Nel frattempo sciacquate bene la quinoa sotto l'acqua fredda e versatela in un pentolino con dell'acqua o ancora meglio con del buon brodo vegetale (due parti di acqua per una parte di quinoa) e cuocere fino a quando non sarà pronta (solitamente dopo 15-20 minuti vedrete che l'acqua sarà completamente assorbita e nei chicchi di quinoa un anellino bianco simile ad un occhietto).
Tagliuzzare il prezzemolo fresco.
Una volta pronto il cavolfiore lasciatelo intiepidire e poi uniteli in una ciotola con la quinoa e il resto degli ingredienti.
Aggiungete infine parmigiano o altro formaggio a piacere (ad esempio della feta sbriciolata).

Buon appetito!

Di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa e naturalmente senza glutine!

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Ad Alseno, tra Parma e Piacenza, il giovane chef Jacopo Malpeli esprime la sua creatività in piatti che rielaborano gli ingredienti in chiavi gustative originali che esaltano gli elementi.

Di Chiara Marando –

Lunedì 08 Gennaio 2018 -

Quella per la cucina è una passione che nasce fin da piccoli, si propaga attraverso i gesti quotidiani di una mamma o una nonna per poi imprimersi nella mente. Capita che rimanga un piacevole pensiero, una coccola da apprezzare, ma succede anche che la sua forza si trasformi in vera e propria creatività, talvolta in quel lavoro che molti di noi apprezzano.

Per Jacopo Malpeli, classe ’82, la cucina è stata questo, un’energia che è cresciuta in lui e si è manifestata in tutta la sua potenza non troppo presto, ma in tempo per mostrargli la giusta strada da percorrere. Allievo di ALMA, La Scuola Internazionale di Cucina Italiana, Jacopo ha lavorato con chef rinomati per poi decidere di aprire il suo ristorante. Con lui il Patron Giuseppe Arbusti e il direttore di sala Andrea Forti.

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L’Antica Osteria della Peppina, ad Alseno, esattamente tra Parma e Piacenza, rappresenta la sintesi dell’incontro tra queste terre, due culture gastronomiche vicine ma allo stesso tempo dalle personalità ben distinte. La cucina che Jacopo propone è la sua poliedrica interpretazione, la possibilità di gustare sentori noti rielaborati in chiavi gustative originali dove a fare da padrone è il contrasto di sapori. E poi ci sono le erbe ed i fiori, macchie di colore che si trasformano in dipinti rendendo i piatti delle piccole opere che richiamano le stagioni.

Le ricette sono frutto di continua ricerca e tanta, veramente tanta, immaginazione con quel pizzico di coraggio che permette di rischiare e giocare con abbinamenti apparentemente azzardati. Ma una portata, prima di essere messa in carta, viene provata e riprovata, modificata, integrata e riassemblata con una cura maniacale.

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Nel menù mare e terra si incontrano, gli ingredienti vengono esaltati con un estro che inizia dalla fantasia con cui vengono scelti i nomi delle diverse proposte, come nel caso della “Pinacolada di sgombro”, a base di sgombro marinato, cipolline borettane affumicate con latte di cocco concentrato e gel d’ananas al lime; oppure con “L’abito non fa il raviolo”, ovvero metamorfosi di un raviolo al ragù; e ancora “Oioi ho bruciato il caciucco”, spaghetti ai grani antichi trafilati in casa, ristretto di caciucco leggermente affumicato e polvere di cipolla bruciata; “In viaggio verso Cuba”, maialino da latte croccante e affumicato, insalata di mango all' habanero e coriandolo fresco con yogurt e cipolla bruciata.

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Sui dolci, poi, la gioia di sposare elementi e contrasti si fa ancora più spinta. Il “Velvet Underground” ne è una delle prove più azzeccate: gel piccante al Trinidad Scorpion, semifreddo alla stracciatella, meringhe alla menta, spugna al whisky, e crumble al limone...tutto alla barbabietola. Espressione di autunno/inverno, ecco che la stagionalità parla attraverso il dessert “Ficata”, un nome che rappresenta un vero biglietto da visita: fichi caramellati, crema di pane al gianduia, nocciole dolci e salate con biscotti di sfoglia integrale e salsa vaniglia.

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L’esperienza vissuta è quella di un gioco, che comincia con la presentazione del piacevole aperitivo, in un mix tra semplicità e ricerca. I sensi sono stimolati dalle tinte spiccatamente marcate che caratterizzano i piatti, dalle differenti texture palatali dei bocconi e dalle opposizioni dove gli alimenti più corposi vengono equilibrati da quelli acidi o fruttati.

La cucina di Jacopo è in divenire, racconta la sua età ed energia, si spinge nella sperimentazione, si evolve. La sua è l’essenza di un giovane chef che si mette alla prova, che vuole imparare ed apprendere. E il ristorante si muove con lui, l’Antica Osteria della Peppina ne rappresenta il perfetto prolungamento.

 

Antica Osteria della Peppina

Via Roma, 41,

29010 Alseno PC

Tel. 0523 190 5390

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Prima delle grandi abbuffate natalizie perchè non provare questo primo piatto salutare, proteico, leggero, nutriente e naturalmente senza glutine?

Fra gli scaffali dei supermercati sono sempre di più le marche che ci propongono la pasta ai legumi. Si proprio così! Una pasta composta da 100% farina di legumi (lenticchie, fagioli, piselli, ceci e persino soia).
Tra tutti i tipi che si trovano in commercio ho scelto di provare questi maccheroni di fagioli neri e li ho abbinati ad un ragù di zucca, ortaggio versatile e ricco di benefici!

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                                                  I maccheroni ai fagioli neri usati nella ricetta

Ingredienti per 2 persone:

• 180 g di Pasta
• 250 g di Zucca pulita
• 1 Carota media
• 1 costa media di Sedano
• 1/2 Scalogno o porro
• 1 spicchio d'Aglio
• Olio evo
• Rosmarino fresco
• Sale e Pepe

Procedimento:

Pelate la carota e il sedano, quindi lavateli e tagliateli a cubetti molto piccoli. Pulite lo scalogno, poi tritatelo finemente. Pulite la zucca e tagliatela a cubetti di circa 1 cm.
Mettete tutto in un tegame antiaderente, aggiungete uno spicchio d'aglio ed il rosmarino e versate l'olio.
Soffriggete il tutto a fiamma medio alta, mescolando ogni tanto, finché il ragù di zucca non sarà ben rosolato. Eliminate aglio e rosmarino.
Cuocete la pasta in abbondante acqua secondo i tempi di cottura indicati, quindi scolatela un po' al dente conservando un po' d'acqua di cottura.
Mantecate la pasta assieme al ragù con l'acqua di cottura conservata se necessaria, spegnete la fiamma e aggiungete il parmigiano grattugiato a seconda se volete un piatto vegetariano o addirittura vegano!

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Che dire! Una pasta "non pasta", facilmente digeribile, ricca di fibre con basso IG ed un forte potere saziante grazie al buon contenuti di fibre. Non ci sono controindicazioni anzi, consiglio di provarla in tutte le sue varianti "legumose"!

Di Francesca Perrone, una vita da celiaca

A questo link troverete un'altra mia ricetta facile, sfiziosa, di origine americana e naturalmente senza glutine!

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Doppio Malto approda a Bologna: il Brew Restaurant che sta appassionando tutta l'Italia è arrivato in Emilia con birra artigianale, buona cucina e tanto divertimento. In via Stalingrado, 42 inaugura uno dei birrifici più dinamici e premiati d'Italia, per una customer experience tutta da gustare.

18 Dicembre 2017

A soli 3 km da Piazza Maggiore, vicino alla Fiera di Bologna, apre i battenti Doppio Malto Brew Restaurant Bologna, in via Stalingrado 42, il birrificio con il ristorante dentro. Doppio Malto Bologna è una vera e propria doppia esperienza all'insegna della cultura della birra artigianale e della cucina di qualità. Oltre 200 posti a sedere, divisi tra l'area ristorante e il bancone del bar; inoltre per l'estate 2018 aprirà il beer garden, il posto ideale dove rinfrescarsi con una buona birra durante le giornate più calde.

Il viaggio di Doppio Malto parte da Erba (in provincia di Como) 13 anni fa dall'esperienza del mastro birraio Alessandro Campanini. L'itinerario prosegue poi in tutto il mondo: le birre Doppio Malto hanno ricevuto infatti quasi 100 premi internazionali. La nuova tappa del viaggio è Bologna, dove Food Brand Spa, azienda specializzata nel settore retail food&beverage e proprietaria di Doppio Malto, amplia la sua rete e apre un nuovo punto di riferimento del brand, l'ottavo ristorante sul territorio nazionale.

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Doppio Malto Bologna è un punto d'incontro per gruppi, famiglie e coppie, un brew restaurant di stampo americano, accattivante e informale. Oltre all'area ristorante, presso la zona bar è possibile sedersi al bancone per immergersi completamente nel mondo della birra artigianale. Il beer garden esterno sarà invece il luogo preferito per le calde serate estive. Una particolarità di Doppio Malto è il beer shop, dove trovare i principali oggetti di culto dell'appassionato di birra artigianale, come i growler, i tradizionali contenitori da 2 litri per la birra alla spina d'asporto, e le birre in bottiglia per chi vuole gustarne una anche a casa propria.

Doppio Malto non dimentica anche tutti coloro che vogliono trascorrere una serata all'insegna dello sport: gli schermi permettono di seguire in diretta le partite e gli eventi sportivi in un'atmosfera divertente e coinvolgente. E per chi invece preferisce gli "sport da birreria", Doppio Malto Bologna propone sfide a biliardo, a calcio balilla e freccette.

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Le birre Doppio Malto

I brew restaurant Doppio Malto sul territorio italiano puntano molto sulla diffusione della cultura della birra artigianale, sia per il curioso e appassionato, sia per il novizio: lo staff esperto di Doppio Malto indica la birra che fa per ognuno e guida il cliente nella degustazione.
Sono 13 le diverse etichette artigianali Doppio Malto alla spina, molte delle quali detengono premi e riconoscimenti a livello mondiale. La nuova arrivata si chiama Leila Lager, una birra tipo Helles a bassa fermentazione, non filtrata, una bionda beverina e dissetante.

La ricerca costante sulle materie prime, ha permesso agli esperti mastri birrai di ideare birre per tutti i gusti: dolci, fruttate, amare, speziate, agrumate, profumate dai luppoli o dal gusto tostato del malto.
Doppio Malto produce anche birre stagionali, ispirate dai gusti e dai profumi di stagione: dalle birre estive fresche e fruttate alle birre invernali caratterizzate dalle calde spezie. Per festeggiare il Natale 2017 c'è la nuovissima Jingle Beer, una Doppelbock dai sapori tostati del malto, del caffè e del cioccolato, acquistabile in confezioni regalo.
Per i palati più esperti, la proposta ricade sulle birre barricate, limited edition da gustare guidati dal sapere esperto dello staff dietro al bancone.

Solo qui si potrà chiedere una "Doppio Malto" senza incorrere in terribili errori! Il beer nerd avvisa che "doppio malto" non è una tipologia di birra, bensì una denominazione legislativa per indicare quelle birre con un grado alcolico superiore ai 3,8%vol. Qui si può ordinare una Doppio Malto, l'importante poi è specificare quale si preferisce! 

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La cucina del Brew Restaurant

Un'offerta food integrata, dall'aperitivo al pranzo, dalle degustazioni alla cena. La birra Doppio Malto rende unici i piatti cucinati direttamente con il prodotto artigianale e preparati utilizzando esclusivamente materie prime di qualità. Una sfida complessa ma obbligata per mantenere elevati gli standard.

Nel menù spiccano i piatti di carne cotta alla brace, i burger artigianali di manzo, i galletti ruspanti, le focacce lievitate naturalmente, i dolci fatti in casa e molto altro ancora. Un'esperienza culinaria adatta a tutti i palati, vegetariani e carnivori, ma anche ai più piccoli con menù speciali dedicati agli under 12 al prezzo invitante di soli 3€!

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Il format Doppio Malto

"Doppio Malto Bologna è l'ottavo punto vendita che inauguriamo sul territorio italiano", racconta Giovanni Porcu, CEO e fondatore di Food Brand Spa, azienda proprietaria del brand Doppio Malto. "Il nostro dna dinamico e giovane ci ha permesso di creare un format subito identificabile e distinguibile nel mercato affollato del food. L'alta qualità del prodotto artigianale è sicuramente il valore aggiunto per diventare il birrificio artigianale con il ristorante dentro più diffuso in Italia".

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