PAC
Pac - Rabboni: "La nuova proposta del Ministero sugli aiuti accoppiati è un passo in avanti, ma migliorabile". Sì all'inserimento di pomodoro e barbabietola. Escluso il Piano proteine vegetali
Bologna 8 Maggio 2014 - “Soddisfazione per l’accoglimento di alcune delle indicazioni dell’Emilia-Romagna, in particolare quelle relative al pomodoro da industria e alla barbabietola, ma rammarico per gli importi modesti dei pagamenti e per l’esclusione del Piano proteine vegetali.”
Questo in sintesi il commento dell’assessore regionale all’agricoltura dell’Emilia-Romagna Tiberio Rabboni al termine della riunione delle Regioni con il Ministro Martina per gli aiuti accoppiati della Pac 2014-2020. Una riunione ancora interlocutoria e che verrà aggiornata nei prossimi giorni. “La proposta presentata dal Ministro – spiega Rabboni – rappresenta un passo in avanti per quanto riguarda l’accoglimento delle nostre richieste per il pomodoro da industria e la barbabietola da zucchero, due filiere di grande importanza per l’Emilia-Romagna e l’Italia. Tuttavia si tratta di una proposta migliorabile.”
Tra i punti non soddisfacenti dell’accordo per l’assessore emiliano-romagnolo vi sono il basso importo degli aiuti accoppiati per pomodoro e barbabietola, rispetto a quelli previsti dai principali Paesi competitori dell’Italia, il non accoglimento della richiesta dell’Emilia-Romagna per la frutta trasformata e l’esclusione del Piano per le proteine vegetali che in un primo tempo era stato inserito. Un settore quest’ultimo molto importante per l’alimentazione bovina e nel quale l’Italia è fortemente dipendente dall’estero. “Soprattutto per la soia e l’erba medica – sottolinea Rabboni – è necessario aumentare la produzione nazionale per garantire una filiera no ogm".
COLDIRETTI E CAMPAGNA AMICA ADOTTANO PRIMO DOCUMENTO DOP PARMIGIANO
Parma 08 Maggio 2014 -- - -
“Si è sempre comunemente detto et dice li formaggi essere di Parma, quando essi formaggi sono stati et sono alle cascine delli infrascritti luoghi, cioè del Cornocchio, di Fontevivo, di Mandregolo, di Noceto, et simili luoghi circonvicini alla medesima città di Parma”.
Così recita il primo documento che delimita la zona di produzione del Parmigiano, “adottato” da Coldiretti Emilia Romagna, che ieri a Parma ha organizzato il mercato di Campagna Amica “GustosaMente”, proprio sotto i portici dell’ospedale Vecchio, dove ha sede l’Archivio di Stato che conserva l’antico documento.
Redatto il 7 agosto 1612, dal notaio camerale Giacomo Muratori, alla presenza di Sante Bernarduzzi, anziano dell’arte dei lardaroli e formaggiai di Parma, affiancato da quattro reggenti della medesima arte e il tesoriere generale dello stato farnesiano, Bartolomeo Riva, il documento risente dei quattro secoli di vita ed ha necessità di essere restaurato. Al restauro daranno un contributo importante proprio Coldiretti e Campagna Amica, che al mercato di Parma hanno portato prodotti all’altezza della storia e della tradizione del documento del 1612 perché sono tra quelli che hanno contribuito a fare di Parma e dell’Emilia Romagna la food valley che è oggi. i cittadini di Parma hanno potuto infatti scegliere tra il Parmigiano Reggiano di vacche rosse, la razza il cui latte è stato il primo ad essere usato nel medioevo per la produzione del “Re dei formaggi”, i salumi di maiale nero di Parma, salvato dall’estinzione ed oggi nell’olimpo dei maiali di antica tradizione, l’aceto balsamico tradizionale di Modena,
Ambiente: impianti di cogenerazione alimentati da rifiuti di origine animale, Defranceschi: Regione chiarisca
Bologna 08 maggio 2014 ----
L’utilizzo di sottoprodotti di origine animale (Soa) di categoria 1 per il funzionamento di impianti di cogenerazione funzionanti con motori endotermici è oggetto di un’interrogazione di Andrea Defranceschi (M5s). Il consigliere fa presente che i Soa di categoria 1 sono “un rifiuto pericoloso e a rischio destinato solo allo smaltimento ad alte temperature, mentre i motori endotermici utilizzati per la combustione e la cogenerazione raggiungono temperature più basse rispetto alla combustione in caldaia. Tuttavia– sottolinea- le temperature di combustione più basse, vicine ai 500 gradi, nel caso dei sottoprodotti in questione sono ideali per la produzione di diossina, in quanto si lavora su grassi animali artefatti che variano di continuo e che per loro natura sono serbatoi di diossina”, pertanto “le molecole di diossina ed Ipa escono intatte dal camino per depositarsi sul suolo nel raggio di pochi chilometri”.
Dopo il pronunciamento della Commissione veterinaria Sanco 7015 dell’Unione europea del 20 febbraio 2014, in base al quale sarebbero superati i vincoli e gli ostacoli al trattamento dei Soa (nel parere se ne parla in senso generico, senza riferimento alle specifiche tipologie 1, 2,3) nei motori endotermici, il consigliere vuole sapere se la Giunta regionale ritenga di concedere la possibilità di trattare in tali motori grassi di categoria 1 che “sfruttando gli incentivi energetici possono, nei luoghi più disparati, emettere per 24 ore al giorno fumi, con autocontrollo del titolare, a temperature più basse di quelle stabilite dalla legge, soprattutto in zone a vocazione agricola di pregio”, con il risultato, avverte Defranceschi, che "potrebbero sorgere camini da cogenerazione con un danno rilevante per le colture agricole e la salute umana”.
A tal proposito, l’esponente del Movimento 5 stelle chiede alla Regione “se ritenga di mantenere la classificazione dei Soa di categoria 1 nell’ambito dei rifiuti" e di richiedere espressamente la loro combustione “solo in presenza di calore a temperatura di 1100 gradi centigradi e passaggio certo a 2 secondi, oppure obbligare la presenza di un post combustore a metano che possa bruciare i fumi in uscita in modo da abbattere al 100% le emissioni nocive e cancerogene”.
Risorse del Programma regionale di sviluppo rurale a favore delle aziende agricole del modenese colpite dal tornado del 30 aprile scorso.
Modena, 6 maggio 2014 -
L’annuncio arriva dall’assessore regionale all’agricoltura Tiberio Rabboni. “Ci stiamo attivando per intervenire con un bando simile a quello già emanato per la tromba d’aria che ha colpito il bolognese e il modenese nel maggio 2013 – spiega Rabboni – utilizzando precedenti economie sulla misure 126 del Psr 2007-2013. Si tratta di una possibilità concreta che si affianca a quella di utilizzare le risorse del decreto legge Alluvione approvato dal Governo lo scorso 18 aprile che stanzia 210 milioni di euro per la bassa modenese colpita dall’esondazione del fiume Secchia del gennaio scorso. E’ una decisione che prenderemo non appena avremo chiarito cosa prevede il decreto stesso per quanto riguarda i Comuni colpiti dal tornado.”
Il bando del Psr permetterà di stanziare contributi dell’80% a favore delle imprese agricole colpite dal tornado nei comuni di Nonantola, San Cesario e Castelfranco, e comunque negli ambiti territoriali in fase di accertamento, per il ripristino delle strutture aziendali distrutte o danneggiate, compresi gli impianti frutticoli e i vigneti, l’acquisto di macchinari e attrezzature, di scorte vive o morte e di impianti antigrandine e di irrigazione danneggiati.
“Il nostro impegno - spiega Rabboni - è intervenire laddove si siano verificati eventi catastrofici, come appunto il tornado del modenese, per i quali non è prevista l’obbligatorietà di assicurare le produzioni e le strutture per accedere agli aiuti del Fondo di Solidarietà Nazionale. I regolamenti nazionali ed europei non ci danno invece la possibilità di prevedere misure compensative a fronte di avversità atmosferiche come pioggia e grandine, proprio perché rispetto a queste è possibile assicurare le produzioni”.
E’ invece estesa tutte le aziende colpite dall’ondata di maltempo dei giorni scorsi la possibilità di usufruire degli sgravi fiscali e previdenziali previsti dal decreto legislativo 102 del 2004, qualora ci sia stato un danno alla Plv superiore al 30%. Tale possibilità potrà essere attivata dopo che la Province competenti avranno terminato la ricognizione dei danni e la delimitazione del territorio colpito.
Entro il 30 maggio le domande per la tromba d’aria di un anno fa.
Scade il prossimo 30 maggio il bando della Regione che stanzia 5 milioni di euro per la tromba d’aria che un anno fa, per la precisione il 3 maggio 2013, colpì i comuni di Argelato, Bentivoglio, Sala Bolognese, San Giorgio di Piano, San Pietro in Casale in provincia di Bologna e quello di Castelfranco Emilia in provincia di Modena. Anche in questo caso il finanziamento regionale è stato reso possibile da economie su precedenti bandi e permetterà di coprire anche le spese già sostenute purché debitamente documentate. Le domande possono essere presentate oltre che dalle aziende agricole anche dalle imprese di trasformazione e commercializzazione e vanno inviate alle Province di Bologna e di Modena. Entro il 5 settembre il Servizio aiuti alle imprese della Regione provvederà ad emanare una graduatoria unica regionale.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 18 05 Maggio 14
Anno 13 - n° 18 - 05 maggio 14
(PDF Scaricabile)
SOMMARIO
Anno 13 - n° 18 05 Maggio 14
1.1 editoriale
1° maggio festa senza lavoro
2.1 agroalimentare
Al via CIBUS 2014 - molti gli espositori e tante le novità,.
3.1 suinicoltura
Suinicoltura, aumento contenuto dei costi di produzione
4.1 pac
Riforma PAC: Mipaaf avvia collaborazione con Ismea
4.2 ogm
Coldiretti, il TAR boccia ricorso su stop semine in Italia
5.1 Energia
Emilia Romagna, un fondo di 24 milioni per le rinnovabili
6.1 lattiero produzioni
Le produzioni DOP del 1° trimestre 2014
7.1 ambiente
Imballaggi: 100% riciclabili si può
8.1 aziende e bilanci
Emak S.p.A.: approvato il bilancio 2013
«Agricoltura ha bisogno di giovani. Meno burocrazia per Pac e Psr 2014-20» -
Modena, 29 aprile 2014 -
«L’agricoltura di oggi ha bisogno di giovani che, con nuove idee e una moderna organizzazione gestionale, definiscano l’indispensabile passaggio da azienda a impresa per affrontare la sfida del mercato globale. È necessario, però, che il “sistema Italia” nel suo complesso sappia fare squadra, riducendo gli sprechi e valorizzando le opportunità».
Lo ha detto Giordano Toni, confermato presidente provinciale della Copagri (Confederazione produttori agricoli) al termine del terzo congresso, celebrato oggi a Modena. Toni ha ricordato che, unitamente a quella regionale e italiana, l’agricoltura modenese è uno dei maggiori produttori mondiali di cibo di qualità. Per questo l’anno scorso il settore ha retto alla crisi, perdendo solo il 3 per cento delle imprese: a fine 2013 quelle iscritte alla Camera di commercio di Modena erano 8.819. La Produzione lorda vendibile provinciale si è attestata nel 2013 a quasi 519 milioni di euro, in crescita del 3,6 per cento rispetto al 2012.
«L’alluvione di gennaio, causata dalla mancata manutenzione degli argini del Secchia, ha messo in ginocchio molte aziende già colpite dal sisma del 2102, allagando 6.500 ettari di terreno coltivato a vite e a pere, oltre che a seminativo. I nostri agricoltori – ha dichiarato Toni - chiedono che si metta a mano a quelle normative che impediscono di pulire i corsi dei fiumi, estirpare la vegetazione che blocca il corretto deflusso delle acque, anche e soprattutto durante le ormai frequenti piene causate da eventi meteorici sempre più violenti. Allo stesso modo serve una politica che sancisca l’importanza della prevenzione e della stabilità idrogeologica del territorio e prenda atto di come un sostegno pubblico a favore delle imprese agricole che curano il territorio abbia un ritorno enorme in termini di efficacia. Resta imprescindibile il ruolo dei consorzi di bonifica».
La Copagri esprime forti perplessità sull'accordo istituzionale raggiunto per la nuova Pac (Politica agricola comune) 2014/2020. «Il problema non sono i piani nazionali, i progetti e le strategie per il loro perseguimento, - ha spiegato Toni - ma il fatto che le risorse devono essere assicurate direttamente ai produttori agricoli, tanto più in considerazione delle numerose esperienze passate che hanno visto il nostro Paese dover rincorrere fino alla scadenza l'obiettivo della totale spesa dei fondi, e non certo per responsabilità imputabili ai produttori, ma per inefficienza amministrativa e burocratica. Sul Psr (Piano sviluppo rurale) che si sta chiudendo abbiamo investito molte energie per divulgarne i contenuti e spingere le imprese meritevoli a utilizzare queste potenziali risorse. Purtroppo, però, in molti casi parte del contributo alle imprese è stato vanificato da spese elevatissime per la gestione delle pratiche. La burocrazia allontana sempre più l’imprenditore dalle istituzioni».
Toni ha ricordato che sono circa 1.100 le aziende iscritte alla Copagri di Modena e appartenenti a diversi settori produttivi, dalla produzione di latte da Parmigiano Reggiano ai suini, dalla vite all’ortofrutta e ciliegie; gli addetti iscritti Inps sono complessivamente 550, mentre sono 24 mila le giornate lavorate. I dirigenti e operatori Copagri svolgono la loro attività sindacale su tutto il territorio provinciale. Copagri, che partecipa alla Consulta agricola provinciale ed è firmataria del contratto integrativo provinciale dei lavoratori agricoli, ha recentemente partecipato alla costituzione di Agrinsieme, il nuovo coordinamento che ha lo scopo di rappresentare in modo unitario le istanze delle imprese agricole modenesi. «La Copagri, nata con un progetto di unità sindacale ha, unitamente agli altri interlocutori, il compito di assicurare che l’agricoltura fornisca elevati standard di sicurezza alimentare e dell’ambiente, valorizzando il territorio e – ha concluso Giordano Toni - fornendo un contributo fondamentale alla costruzione di un modello di sviluppo competitivo sul mercato globale e multifunzionale».
(Fonte: ufficio stampa Coopagri Modena)
È dedicato all'agricoltura tra qualità, multifunzionalità e inclusione il terzo congresso provinciale della Copagri (Confederazione produttori agricoli) di Modena, che si celebra domani - martedì 29 aprile - al Baluardo della Cittadella -
Modena, 28 aprile 2014
L’assise comincia alle 9 con i saluti dell’assessore provinciale all’Agricoltura Luca Gozzoli. Dopo la relazione del presidente uscente di Copagri Giordano Toni, imprenditore agricolo di Montegibbio di Sassuolo, intervengono l’assessore regionale all’Agricoltura Tiberio Rabboni, i presidenti provinciali di Cia Cristiano Fini, Confagricoltura Eugenia Bergamaschi, Coldiretti Francesco Vincenzi, Confcooperative Gaetano De Vinco e Legacoop Lauro Lugli. Partecipano anche Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, e il presidente nazionale di Copagri Francesco Verrascina. Sono circa 1.100 le aziende iscritte alla Copagri di Modena e appartenenti a diversi settori produttivi, dalla produzione di latte da Parmigiano Reggiano ai suini, dalla vite all’ortofrutta e ciliegie; gli addetti iscritti Inps sono complessivamente 550, mentre sono 24 mila le giornate lavorate. I dirigenti e operatori Copagri svolgono la loro attività sindacale su tutto il territorio provinciale. Copagri, che partecipa alla Consulta agricola provinciale ed è firmataria del contratto integrativo provinciale dei lavoratori agricoli, ha recentemente partecipato alla costituzione di Agrinsieme, il nuovo coordinamento che ha lo scopo di rappresentare in modo unitario le istanze delle imprese agricole modenesi.
(Fonte: Confederazione Produttori Agricoli)
Bocciato il ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech MON810 modificato geneticamente.
Parma, 28 aprile 2014 -
Il Tar del Lazio ha bocciato il ricorso presentato contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais biotech MON810 modificato geneticamente. Lo rende noto con grande soddisfazione la Coldiretti nel sottolineare che la sentenza conferma definitivamente il divieto di coltivazione in Italia.. L’agricoltura italiana - sottolinea la Coldiretti - resta dunque libera dagli Ogm come chiedono quasi otto italiani su dieci (76 per cento ) che sono contrari all’utilizzo di organismi geneticamente modificati dell’agricoltura in Italia.
“Un risultato ottenuto grazie alla grande mobilitazione delle associazioni di ambientalisti, agricoltori, consumatori, cooperatori riuniti nella coalizione Liberi da Ogm” ha affermato il coordinatore Stefano Masini responsabile ambiente della Coldiretti nel chiedere al Governo di “chiarire quali siano le sanzioni da applicare nel caso di violazione del divieto di messa a coltura in modo da evitare situazioni analoghe a quanto accaduto nella scorsa estate in Friuli Venezia Giulia, che hanno portato alla contaminazione di terreni confinanti con quelli illegalmente coltivati con mais MON810, come accertato dalle indagini del Corpo Forestale dello Stato”.
Gli organismi geneticamente modificati (Ogm) in agricoltura - continua la Coldiretti - non pongono solo seri problemi di sicurezza ambientale e alimentare, ma soprattutto perseguono un modello di sviluppo che è il grande alleato dell'omologazione e il grande nemico della tipicità, della distintività e del Made in Italy. Nell’Unione Europea - conclude la Coldiretti - nonostante l’azione delle lobbies che producono ogm, nel 2013 sono rimasti solo cinque, sui ventotto, i paesi a coltivare Ogm (Spagna, Portogallo, Repubblica Ceca, Slovacchia e Romania), con appena 148mila ettari di mais transgenico MON810 piantati nel 2013, la quasi totalità in Spagna (136.962 ettari).
(Fonte: ufficio stampa Coldiretti)
Ramadori: “L'Italia ha bisogno di incentivi allo sviluppo e non di freni”
Il Presidente di UNIMA, Silvano Ramadori, in rappresentanza delle imprese agromeccaniche italiane, chiede con forza al Ministro delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, Maurizio Martina, di adoperarsi con tutti i mezzi per scongiurare il rischio del taglio alle agevolazioni sul gasolio destinato all'agricoltura.
Secondo autorevoli indiscrezioni pare infatti che nell'odierna riunione (18 aprile 2014 ndr) del Consiglio dei Ministri venga messa in discussione un'agevolazione che ha assunto un carattere strutturale e che ha accompagnato lo sviluppo della meccanizzazione agricola italiana fin dal lontano 1923.
L'Italia ha bisogno di incentivi allo sviluppo, sottolinea Ramadori, e non di freni: togliere l'agevolazione al gasolio agricolo significa mettere in ginocchio settori trainanti del made in Italy e spingere l'agricoltura al di sotto della soglia di marginalità.
Auspicando un ripensamento da parte del Governo su una materia di così forte impatto economico e psicologico, le imprese agromeccaniche chiedono che l'agricoltura italiana non venga ulteriormente marginalizzata rispetto agli altri Paesi europei che ancora credono nel ruolo strategico della produzione primaria.
(Unima 18.04.14)
L’annuale resoconto del CRPA sulla suinicoltura conferma il momento di positività del settore. Profitti registrati nell’esercizio 2013. Meglio è andata alle aziende specializzate nell’ingrasso.
Reggio Emilia, 24 aprile 2014 –
Sembra ormai lontano il 2008, l’anno malefico che a questa attività aveva procurato una perdita di circa 0,06 € per kg di peso vivo, in media. Una piccolissima ripresa era stata registrata nel 2009. Scarsissimo il profitto pari a circa 0,005 €/kg peso vivo, e nel 2010 un’altra ricaduta, con una perdita di circa 0,05 euro.
Da tre anni, invece, l'allevamento del suino pesante a ciclo chiuso riesce a generare profitti agli allevatori italiani.
Dal 2011 il Crpa è tornato a registrare dati economici con il segno positivo nella produzione del suino pesante, con circa 0,02 €/kg peso vivo, risultato che nel 2012 è salito a 0,09 euro e che nel 2013 si è attestato a quota 0,08.
Dall’analisi presentata, lo scorso 16 aprile, dal responsabile economico del Crpa Kees De Roest, i conti sono andati meglio in quegli allevamenti che fanno solo ingrasso. Infatti, in questoa tipologia di allevamento, il Crpa ha registrato un costo di produzione pari a quello dell’anno precedente pari a 1,54€/kg. Un risultato perseguito non solo dal calo del costo del magrone ma anche da un «sensibile aumento della produttività delle scrofaie».
Un risultato apprezzabile che dimostra come la competitività delle imprese si realizzi anche attraverso il management e la gestione organizzativa dell’allevamento.
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