Con i rialzi congiunturali di settembre (+2,1%), prosegue moderata la ripresa dei prezzi, ma i livelli restano sempre inferiori a quelli del 2015 ( -8,6%). L'indice core segnala una deflazione di fondo meno marcata (-7,1%).
I contenuti rialzi riscontrati nei prezzi agricoli nella seconda metà dell'anno proseguono anche nel mese di settembre. L'analisi dell'Indice dei prezzi agricoli Ismea, che si è attestato nel mese in esame a 111,8 (base 2010=100), ha infatti evidenziato un dato congiunturale di crescita moderata dei listini (+2,1% rispetto ad agosto).
Tuttavia il confronto su base annua mostra ancora un calo significativo (-8,6%): infatti a settembre 2015 l'indice aveva registrato un picco dei prezzi agricoli e di conseguenza il confronto risulta sfavorevole. La dinamica ribassista è stata più marcata per i prodotti delle coltivazioni (-13,0%), mentre i prezzi dei prodotti zootecnici hanno mostrato una migliore tenuta (-3,6%).
L'andamento ribassista appare meno marcato secondo l'Indice core (-7,1%). Questo indicatore, elaborato dall'Ismea escludendo le componenti più stagionali e con quotazioni più variabili, quali frutta e ortaggi, ha infatti il vantaggio di cogliere la tendenza di fondo dei prezzi agricoli, smussando eventuali picchi positivi e negativi.
Resta comunque evidente il prosieguo della tendenza deflativa nonostante i rialzi congiunturali del secondo semestre dell'anno.
La flessione dei prezzi all'origine si riflette sui prezzi al consumo di beni alimentari e bevande (inclusi alcolici): si è arrestata la crescita propulsiva dei prezzi degli alimentari non lavorati, ora pari allo 0,4%, mentre i prezzi della componente dei prodotti lavorati hanno riportato una variazione deflativa (-0,1%) (dati provvisori Istat settembre, indice FOODXT).
Tornando ai prezzi all'origine, Il dato tendenziale per i prezzi delle coltivazioni riflette dinamiche eterogenee dei vari segmenti produttivi. Continuano i forti cali nelle quotazioni dei cereali (-18,5%). Andamento ribassista anche per olii e grassi vegetali (-25,0%), con il prezzo dell'olio extra vergine d'oliva che perde 28,3 punti percentuali.
Tra i prodotti più stagionali, calano gli ortivi, per quasi tutte le tipologie di prodotto (melanzane, pomodori, insalate, legumi, patate, radici) ad eccezione delle zucchine (+8,0%).
Positivo invece il confronto annuo per le colture industriali (+8,0%, di riflesso alla risalita del prezzo dei tabacchi), e per i semi oleosi (le quotazioni della soia crescono del 5,6% su base annua).
Relativamente alla frutta (+11,1% annuo), spiccano a settembre per rialzi nelle quotazioni i limoni, il cui prezzo è più che raddoppiato rispetto all'anno scorso (+157%), e la frutta a guscio (+14,9%).
L'analisi congiunturale indica che le variazioni più significative si registrano nei listini dei prodotti frutticoli (+6,4%), dei semi oleosi (-5,1%), e dei cereali (-4,6%).
Per il comparto zootecnico la tendenza risulta meno deflativa, beneficiando di una congiuntura relativamente favorevole al settore (+3,3% rispetto ad agosto). Scende il prezzo del bestiame vivo (-2,2%) per effetto di un generalizzato calo nelle quotazioni di bovini, cunicoli, ovi-caprini e volatili; il suino è l'unico allevamento a distinguersi per una crescita tendenziale del prezzo dell'animale (+13,0%). Relativamente ai prodotti lattiero-caseari, il calo delle quotazioni di 3,2 punti percentuali su base annua traduce i ribassi dei prezzi del latte (-9,0%) e dei formaggi molli, semiduri e fusi, non appieno compensati dalla risalita delle quotazioni del burro (+41,2% la variazione annua, sospinta da un rialzo congiunturale del +21,9%). I prezzi delle uova, anche a settembre, restano stabili su livelli inferiori di circa 20 punti percentuali rispetto a quelli del 2015.
La ripresa congiunturale fa sì che migliori la variazione acquisita dei prezzi agricoli per l'intero 2016: il confronto con il dato medio del 2015 passa dal -7,1% registrato nel mese di agosto al -6,4% di settembre. Migliora leggermente anche la variazione acquisita calcolata per l'Indice "core", passata al -6,8%, dal -7,4% di agosto.
(Fonte Ismea 10 ottobre 2016)
Solo il 4% della produzione agricola prende la via dei mercati esteri, mentre oltre il 20% delle aziende pratica la vendita diretta (più del 40% nel caso delle olivicole).
La vendita diretta è praticata dal 22% delle aziende agricole italiane, e tra queste la metà ricorrono in esclusiva a questa forma di commercializzazione. È quanto si evince da un'indagine Ismea condotta su un panel di mille aziende appartenenti ai vari comparti agricoli.
Più nel dettaglio, l'analisi di vari canali di sbocco indica un'estrema eterogeneità da settore a settore: per le aziende con allevamenti da carne il canale preferenziale è direttamente l'industria di prima trasformazione, a cui destinano il 43% dei capi allevati, mentre per le aziende della zootecnia da latte è più rilevante la quota di produzione (46%) destinata agli organismi associativi (Cooperative, Associazioni, OP, Consorzi), come anche nel caso dei viticoltori (39%), e degli operatori specializzati in seminativi (38%) e legnose (31%). Questi ultimi due settori destinano una quota altrettanto significativa della produzione agli intermediari commerciali.
Dalle risposte fornite, risulta poi che il 35% della produzione nazionale di olio di oliva viene venduta direttamente al consumatore finale. La vendita diretta è infatti molto diffusa tra le aziende olivicole e interessa il 44% delle aziende intervistate, tra le quali la quota maggiore la utilizza come unico canale di commercializzazione.
Relativamente ai mercati di destinazione, complessivamente la quota di prodotto che le aziende destinano all'estero ammonta a 4% del totale, di cui il 3% verso i Paesi europei e l'1% verso i Paesi Extra-Ue. Le percentuali sono analoghe per tutti i comparti, a eccezione delle aziende olivicole e vitivinicole, per le quali la quota estera sul totale commercializzato ha un'incidenza più rilevante (rispettivamente, 7% e 13%).
La destinazione geografica principale rimane la provincia stessa di localizzazione dell'azienda, dove viene esitata una quota pari al 74% del totale commercializzato dalle imprese nell'ultima campagna commerciale.
In riferimento alle tipologie di contratto, sulla base delle risposte fornite dalle aziende intervistate, emergerebbe che il contratto scritto di durata uguale o inferiore all'anno sia molto più diffuso di quello di durata superiore ai 12 mesi e che molti imprenditori pratichino ancora l'accordo verbale, o in fase preliminare al contratto scritto o perché attinente a cessioni di prodotti realizzate in seno a un organismo associativo.
Per più della metà degli operatori, il prezzo viene fissato sulla base di quello praticato dai principali mercati di riferimento al momento della stipula del contratto ma con aggiustamenti alla consegna in base alla qualità. Le aziende che aderiscono a una cooperativa, si basano, infine, sul prezzo di liquidazione fissato da questa.
(in allegato il Report Ismea in formato pdf)
(Fonte Ismea 29 settembre 2016)
Editoriale: Antiterrorismo e le falle tedesche e europee. Latte spot. Due mesi di costante crescita. Dal salone del Gusto di Torino 2016, in bicicletta. Cereali e dintorni. Mercati stabili e stime abbastanza in linea con le attese. I sovversivi del gusto. Il bello italiano. Ismea, lieve risalita dei prezzi agricoli a settembre.
SOMMARIO Anno 15 - n° 41 16 ottobre 2016
1.1 editoriale Antiterrorismo e le falle tedesche e europee.
2.1 Lattiero Caseario Latte spot. Due mesi di costante crescita.
3.1 eventi Dal salone del Gusto di Torino 2016, in bicicletta
3.2 Pasta e tracciabilita' Scopri di che pasta son fatta.
4.1 cereali Mercati stabili e stime abbastanza in linea con le attese.
5.1 cereali Cereali e dintorni. Le stime USDA del 12 ottobre
6.1 il bello italiano I sovversivi del gusto. Il bello italiano
7.1 prezzi agricoli Ismea, lieve risalita dei prezzi agricoli a settembre
8.1 mercati Indagine Ismea sui canali di sbocco delle aziende agricole
9.1 promozioni "vino" e partners
9.2 promozioni "birra" e partners
Ieri sera (12 ottobre) sono stati pubblicati i dati delle previsioni USDA. I valori pubblicizzati hanno rispettato le aspettative. Le riduzioni di prezzo in gran parte assorbite dal calo dell'indice di cambio €/$.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 13 ottobre 2016 -
Come raramente accade le stime pubblicate da USDA quasi coincidono con le previsioni.
A seguire il confronto dei dati USDA attuali, le stime degli analisti e i dati della precedente campagna.
I DATI USDA DEL 12 OTTOBRE 2016 - CONFRONTO -
L'indice di cambio vede il rafforzamento dell'euro da qualche giorno e i vantaggi di un ridimensionamento dei prezzi si è fortemente assottigliato.
PREZZI DEL 12 OTTOBRE 2016
Indicatori internazionali 13 ottobre 2016
l'Indice dei noli è sceso a 906 punti, il petrolio ruota, tra alti e bassi, attorno a 50$/bar (WTI) e l'indice di cambio vede il rafforzamento del euro quotare 1,10113.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Il mercato sta vivendo una fase di staticità e le soglie 300 dollari per la farina di soya e 350 punti per il seme, pur tra alti e bassi e recuperi, tengono.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 11 ottobre 2016
La Reuter è uscita con la media delle stime degli analisti dei raccolti USA che porremo a confronto con quelle che verranno pubblicate nelle prossime ore dall'USDA (12/10). Le cifre confermano le voci che circolavano nelle ultime settimane e che confermerebbero un leggero calo della produzione del corn. leggero aumento invece è stimato nel comparto del seme di soia, rispetto alle stime dell'USDA di settembre.
La produzione del corn è stimata in circa 383 milioni di tons contro i 385 circa di settembre. Gli stock di fine campagna a 60 contro 60,50. La produzione del seme di soia è a circa 117 contro 114 circa dell'USDA di settembre. Gli stock di fine campagna sono stimati a circa 11milioni di tons contro i quasi 10. Gli stock di fine campagna del grano in USA sono stimati a circa 31 milioni di tons contro i circa 30 di settembre.
Variazioni contenute e merce ancora lontana dalla deficienza. I consumi continuano a mantenere le linee acquisite nelle scorse annate, fatta eccezione per il comparto soya che risulta in crescita.
Sul mercato domestico da segnalare la resistenza del mais seppure non si possa completamente escludere una leggere flessione negativa. I proteici si mantengono in posizioni ancora accettabili, mentre i cruscami restano su prezzi ridotti così come i sottoprodotti.
Ancora limitati i consumi del comparto zootecnico e bioenergetico anche se, con il progressivo ridursi delle temperature, i primi dovrebbero riprendere quota.
Indicatori internazionali 10 ottobre 2016
l'Indice dei noli è risalito a 922 punti, il petrolio si muove attorno verso l'alto a 51,0$ e l'indice di cambio ruota attorno a 1,11268.
Dati UDA 30 settembre 2016
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Si prospetta scarsa la produzione italiana di olio di oliva targata 2016. Le prime stime Ismea, in collaborazione con Unaprol, parlano di un -37% rispetto alle 475 mila tonnellate dello scorso anno.
Lo sviluppo vegetativo è stato particolarmente problematico sia da un punto di vista sia climatico che fitosanitario. A questo si è sommato il fatto che quella attuale è fisiologicamente un'annata di scarica in molte delle aree più olivetate del Paese.
A livello mondiale, a frantoi ancora chiusi, Ismea stima un calo del 9% che dovrebbe riportare la produzione sotto la soglia dei 3 milioni di tonnellate. La riduzione della produzione italiana si somma, infatti, anche a quella di Grecia e Tunisia, mentre in Spagna si prevede ancora una sostanziale rispetto al volume del 2015 (1,4 milioni di tonnellate).
Nelle prossime settimane Ismea, avvalendosi anche dei dati forniti dai frantoi, procederà ad aggiornamenti delle stime produttive unitamente al monitoraggio continuo della situazione di mercato.
(Fonte Ismea 30 settembre 2016)
Dopo i primi scossoni che hanno seguito la pubblicazione dei dati USDA dello scorso venerdi, i mercati si stanno riallineando. La farina di soia mostra segni di marcata linearità.
di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 6 ottobre 2016 -
Dopo le stime Usda del 30 settembre scorso il mercato, per il comparto soya, ha registrato immediatamente un risultato positivo e confermato anche il lunedi 03/10 per poi prendere una leggera strada in discesa nei due giorni successivi (4 e 5 ottobre). In definitiva la soglia 300 dollari per la farina e 950 punti per il seme sta tenendo.
Le previsioni dei raccolti di seme e di mais sono ovunque stimate buone e le vendite/consumo, specie per la soya, tengono bene. Si viene a delineare un contesto di mercato molto lineare sul periodo 10/2016-31/12/2018. Nella giornata odierna il prezzo è stato di 336 partenza porti per la farina di soya proteica per 27 mesi, mentre per la soya 44% il prezzo è inferiore di 7-8 euro.
Prezzi di tutto rispetto che dovrebbero difficilmente tendere a ulteriori ribassi.
Sul mercato nazionale il mais di base contratto 103 continua a mostrare segni di resistenza sulla posizione, mentre per quello qualitativo sussistono limitati spazi per nuovi cali. Dall'estero ancora non si sono manifestate particolari pressioni di merce anche in forza dei problemi qualitativi e sanitari (Aflatossine) e per il persistere di problemi connessi alla logistica dei trasporti gommati.
Indicatori internazionali 6 ottobre 2016
l'Indice dei noli è sceso a 869 punti, il petrolio cresce a 49,50$ e l'indice di cambio vede il rafforzamento del euro quotare 1,11834 con punte anche inferiori.
Dati UDA 30 settembre 2016
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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di Mario Boggini e Virgilio - Milano, 03 ottobre 2016 - Il mercato ha ben tenuto ai dati pubblicati dall'USDA venerdi scorso. Le serie sono in positivo e le prossime ore saranno determinanti per meglio valutare le reazioni dei grandi investitori.
Indicatori internazionali 03 ottobre 2016
l'Indice dei noli è sceso a 875 punti, il petrolio si muove attorno verso l'alto a 48,0$ e l'indice di cambio ruota attorno a 1,12304.
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(*) Noli - L'indicatore dei "noli" è un indice dell'andamento dei costi del trasporto marittimo e dei noli delle principali categorie di navi dry bulk cargo, cioè quelle che trasportano rinfuse secche. Il BDI può anche costituire un indicatore del livello di domanda e offerta delle rinfuse secche.
Mario Boggini - esperto di mercati cerealicoli nazionali e internazionali - (per contatti +39 338 6067872) - - Valori indicativi senza impegno, soggetti a variazioni improvvise. Questa informativa non costituisce servizio di consulenza finanziaria ed espone soltanto indicazioni-informazioni per aiutare le scelte del lettore, pertanto qualsiasi conseguenza sull'operatività basata su queste informative ricadono sul lettore.
Officina Commerciale Commodities srl - Milano
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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 15 - n° 39 02 ottobre 2016 -
Editoriale: 80 anni ricordati da tutti o quasi, con qualche sorpresa. Listini positivi per il "Parmigiano" e il latte spot. Cereali e dintorni. Mercati innervositi in attesa dei dati USDA . Prezzo a riferimento II quadrimestre 2015. Cia, cibo made in italy un "must" quasi sconosciuto per gli stranieri.
SOMMARIO Anno 15 - n° 39 02 ottobre 2016
1.1 editoriale 80 anni ricordati da tutti o quasi, con qualche sorpresa.
2.1 Lattiero Caseario Listini positivi per il "Parmigiano" e il latte spot
3.1 parmigiano reggiano Parmigiano Reggiano. L'incremento di produzione non spaventa Alessandro Bezzi
3.2 acqua val d'enza Acqua, la Val d'Enza in cerca di risposte al fabbisogno idrico
4.1 cereali Cereali e dintorni. Probabili sorprese dai dati USDA del prossimo 30 settembre
5.1 cereali Cereali e dintorni. Mercati innervositi in attesa dei dati USDA
6.1 latte prezzo riferimento Prezzo a riferimento II quadrimestre 2015
6.2 Made in italy Cia, cibo made in italy un "must" quasi sconosciuto per gli stranieri
7.1 parmigiano reggiano Sabato e domenica torna caseifici aperti
8.1 promozioni "vino" e partners
8.2 promozioni "birra" e partners
Sabato 1 ottobre all'agriturismo Corte Bebbi di Barco di Bibbiano con il Ministro dell'Ambiente Galletti. Incontro presso l'agriturismo Corte Bebbi a Barco di Bibbiano.
Sarà il Ministro dell'Ambiente Gian Luca Galletti l'ospite principale al convegno che il coordinamento Agrinsieme (Cia, Confagricoltura, Copagri, Aci agroalimentare), il Comune di Bibbiano e l'Unione Comuni Val d'Enza organizzano sabato mattina 1 ottobre presso l'agriturismo Corte Bebbi a Barco di Bibbiano, per affrontare l'argomento che da anni agita la valle ed in particolare gli agricoltori: "Acqua in Val d'Enza Quali risposte al fabbisogno idrico?".
Associazioni del comparto agroalimentare ed istituzioni, partendo dalla condivisione di alcune premesse come "la quantità e qualità dei raccolti è per gran parte condizionata dalle fonti e dal governo delle provviste idriche, a maggior ragione per un territorio come quello della Val d'Enza, che vanta un prodotto unico al mondo quale il Parmigiano Reggiano, e per i prati stabili polifiti, garanti della biodiversità locale", cercano quindi una risposta condivisa, in grado di corrispondere alle diverse esigenze di agricoltura e salvaguardia del territorio.
A discutere con il Ministro, dopo il saluto del Sindaco Andrea Carletti e la relazione di Antenore Cervi per Agrinsieme saranno, moderati dal giornalista Gianni Montanari, il prof. Alberto Montanari dell'Università di Bologna, il Commissario al Consorzio Emilia Centrale Franco Zambelli, la consigliera regionale Luciana Serri ed il presidente della Provincia Giammaria Manghi. E' previsto anche un saluto della Sen. Leana Pignedoli e dell'Assessore regionale Agricoltura Simona Caselli.
(Fonte CIA Reggio Emilia)
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