Sono le donne a sbirciare più spesso lo smartphone del partner. A rivelarlo è uno studio condotto da Sotomo per Sunrise. Secondo il rapporto un quarto delle ragazze tra i 15 e i 30 anni lo ha già fatto. Il codice d'accesso, del resto, per molti giovani non è un segreto
Tra i più giovani sbirciare il telefono del partner alla ricerca di indizi di infedeltà è più una cosa da donne che da uomini. A svelarlo è uno studio condotto da Sotomo per Sunrise che ha coinvolto più di 2'600 persone tra i 15 e i 30 anni.
Il 28% delle ragazze e giovani donne, in particolare, ammette di aver già spaito nello smartphone di un'altra persona contro il 13% dei maschi. Per entrambi i sessi, l'apparecchio spiato era nella stragrande maggioranza dei casi proprio quello del partner e l'obiettivo era trovare prove di una possibile infedeltà.
Per i giovanissimi, del resto, l'accesso al telefonino di qualcun altro non rappresenta affatto un problema. Due terzi degli intervistati ammettono infatti che una o più persone conoscono il codice di accesso del loro dispositivo. La persona che più spesso dispone di questo privilegio è proprio il partner (70% dei casi). Seguono il/la migliore amico/a, i fratelli o le sorelle, i colleghi e, per ultimi, i genitori.
Tra gli altri risultati dello studio, evidenzia Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", tuttavia lo smartphone è associato principalmente ad esperienze positive che negative. Oltre a uno strumento per comunicare e trovare informazioni, dai giovani è molto apprezzato come macchina fotografica e supporto per ascoltare musica e, nel caso delle ragazze, piace perché garantisce una sensazione di maggiore sicurezza quando ci si trova fuori casa.
(13 novembre 2018)
Al via la seconda edizione del Corso di Difesa personale per le donne: un'alternativa all'essere vittima.
Parma, 24 aprile 2018
Dal 2 Maggio, per quattro mercoledì, dalle 20,30 alle 22, presso la Sala Civica Barchessa in Via Bizzozero al via la seconda edizione del corso gratuito di difesa personale e psicologica.
Per reagire alla violenza sulle donne il Comune promuove e offre gratuitamente un corso di quattro lezioni per imparare a difendersi in modo efficace. Elisabetta Magnani, psicologa e psicoterapeuta condurrà la parte teorica, Cristian Pallamidesi, Maestro di Qwan Ki Do, esperto di difesa personale e del conflitto, l'aspetto pratico-tecnico. Per accedere al corso, che sarà a numero chiuso e prevede una quota associativa di 10 euro, scrivere o telefonare a 3388431167 o Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..
Il corso è rivolto a donne e ragazze dai 14 anni compiuti e si terrà il 2, il 9, il 16 e il 23 maggio, sono previste poi tre lezioni aggiuntive di approfondimento tecnico e incontri individuali con la psicologa.
Fonte: Comune di Parma
Le Nazioni Unite stimano che una donna su tre sul pianeta sarà picchiata o stuprata nel corso della vita: questo significa un miliardo di donne e bambine. Anche quest'anno, One Billion Rising vuole far sentire la propria voce contro la violenza. Un evento mondiale, che si esprime e trova forma nel flash mob internazionale ideato Dalla drammaturga e attivista femminista Eve Ensler e si svolge in 200 paesi del pianeta, mobilitando un miliardo di persone unite nell'affermare una cultura del rispetto e della solidarietà. Ed è proprio questo il messaggio di OneBillion Rising 2018 che si tiene il 14 febbraio: sottolineare l'importanza della solidarietà come linfa vitale per una rivoluzione pacifica e arma contro ogni violenza.
In Italia la rivoluzione a passi di danza si svolge in circa 100 città. Il Coordinamento dei Centri antiviolenza dell'Emilia-Romagna aderisce alla manifestazione con una serie di iniziative ed eventi organizzati dai centri territoriali. Si balla tutti insieme per porre fine ad ogni forma di abuso contro le donne e per riportare al centro del dibattito pubblico i diritti e la parità di genere.
Di Seguito alcune delle Iniziative organizzate Dai Centri aderenti al Coordinamento.
L'appuntamento a Bologna
Casa delle donne per non subito violenza Onlus (Bologna): Ore 15:00 Piazza Nettuno - Bologna Flash mob Ripercussioni brasiliane Afroeira. Ore 16:00 Flash mob drum circle con tamburi sciamanici e con il Laboratorio Sociale Afrobeat. Ore 17.00 Flash mob Lezione aperta di samba con il gruppo di musica brasiliana Sambaradàn. Ore 18.00 Flash mob Parata da Piazza Maggiore al Parco della Montagnola (via Indipendenza).
L'appuntamento a Reggio Emilia
Associazione Non da sola: ore 16.00 - p.za Prampolini - Reggio Emilia: Flash mob.
L'appuntamento a Parma
Il Centro Antiviolenza, 17 febbraio alle ore 16:30 in Piazza Garibaldi - link all'evento su Facebook. Le prove del Centro Antiviolenza di Parma si terranno giovedì 8 e mercoledì 14 alle ore 18:00 presso il Centro Esprit, in via Emilia Ovest, 18/A.
A questo link troverete la mappa con tutte le iniziative organizzate in Italia.
Donne alla guida? Sono una sicurezza. Statistiche sugli incidenti e osservazioni degli psicologi del traffico sfatano il detto "donne al volante, pericolo costante". A parità d'incidenti, in base ai chilometri percorsi, quelli causati dagli uomini sono più gravi.
Il vecchio adagio "donna al volante pericolo costante" è da tempo un falso mito già soppiantato dalle statistiche sulle strade di mezzo mondo. Perchè quello che veniva chiamato "gentil sesso" rappresenterebbe una sicurezza alla guida più degli uomini, secondo i dati rivenienti dagli incidenti, ma anche dalle osservazioni degli psicologi del traffico.
A tal proposito, lo "Sportello dei Diritti" ritiene molto interessante quanto riportato dall'Ufficio prevenzione e infortuni (Upi) svizzero, il centro elvetico che ha mandato federale per la prevenzione degli infortuni al servizio della popolazione, secondo cui le donne al volante sarebbero più disciplinate e si assumerebbero meno rischi rispetto agli uomini, e ciò benché abbiamo meno esperienza. Rispetto agli uomini, rileva in particolare la psicologa Uwe Ewert dell'Upi, le donne non amano la velocità e sono meno spesso sotto l'influenza dell'alcool. Questi due fattori di rischio distinguono chiaramente, a dire degli esperti, i due sessi quando sono al volante.
Il numero di incidenti è più o meno uguale quando vengono messi in relazione ai chilometri percorsi, con però una differenza fondamentale. «Gli incidenti causati dagli uomini risultano molto più gravi rispetto a quelli provocati da donne», evidenza la Ewert. La possibilità di ferirsi gravemente o di morire è nettamente più alta tra gli esponenti del sesso "forte". Le donne guidano molto di meno sulle autostrade, dove il rischio di incidenti è più basso. Mentre causano numerosi incidenti agli incroci.
Da un punto di vista statistico, gli uomini sono due volte più numerosi rispetto alle donne ad essere coinvolti in incidenti gravi, secondo un'analisi dell'Upi. In Svizzera, nel 2016, si sono registrati 2600 uomini coinvolti in incidenti gravi rispetto a 1400 donne. Gli incidenti gravi causati da donne sono dovuti in buona parte al non rispetto della precedenza: sono due volte più frequenti degli incidenti causati da disattenzione o eccessiva velocità, e otto più elevati rispetto agli incidenti provocati dall'alcool. Tra gli uomini, il mancato rispetto della precedenza è la causa principale di incidenti, ma tale dato è solo due volte più elevato rispetto alla disattenzione, la velocità o l'alcool che per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", si confermano le cause principali di sinistri stradali sulle strade europee e per le quali è corretto l'incremento di misure dei governi tesi sanzionare i comportamenti che mettono a repentaglio la sicurezza e l'incolumità dei cittadini.
Venerdì 24 novembre, dalle ore 20, in occasione della Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne, il Salotto Aggazzotti propone una serata di letture, canzoni e musica
MODENA – Ancora troppe donne, in Italia e nel mondo, sono vittime di violenza, magari proprio da parte di chi dovrebbe invece proteggerle e amarle. Proprio per focalizzare l'attenzione sulle vittime di violenza "al femminile", il prossimo 25 novembre è stata istituita la Giornata Internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne.
Per l'occasione, il Salotto Aggazzotti propone, venerdì 24 novembre, a partire dalle ore 20, la serata Voci di donne, ideato in collaborazione con l'Associazione Culturale Blu Bramante, che da alcuni anni organizza Malamore No, per raccogliere fondi a favore del Centro contro la violenza di Modena.
Lo spettacolo propone un'alternanza di letture, canzoni e musica. Voci narranti saranno Margherita Citro e Alessandra Di Bartolomeo, due giovani di poco più di trent'anni che vivono la complessità della loro identità femminile e presteranno la loro voce a letture di poesie e testi che parlano della violenza contro le donne, affinché si trovino sempre più risposte alla violenza di genere.
La parte musicale è invece affidata a due affermati professionisti, di grande complicità musicale e capacità espressiva: Sabrina Gasparini, voce chiara e potente, apprezzata interprete da quasi trent'anni e rappresentante per l'Emilia Romagna dell'italianità con numerose tournée in Sud America. Sarà accompagnata da Claudio Ughetti, definito dalla critica "il poeta della fisarmonica". Sassolese, Ughetti è stato tra i collaboratori storici di Pierangelo Bertoli.
Il concerto avrà inizio alle 21, ma sarà preceduto da un'apericena dalle 20. Quota di partecipazione € 10.
Info e prenotazioni
392/0512219 – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Dopo i recenti casi di violenza nel comune di Reggio Emilia, il problema sicurezza continua a crescere sempre più anche nella provincia.
Questa volta in Piazza della Repubblica e vicino viale Ruggeri, in centro a Guastalla, dove una pensionata, di ritorno a casa dopo aver fatto visita al figlio, si è ritrovata minacciata da due stranieri in stato di ebbrezza alcolica che l'hanno inseguita fino a quando la donna non è riuscita a raggiungere un bar e attendere aiuti.
Scene che si ripetono quotidianamente sempre con vittime delle donne e sempre in comuni amministrati dal centrosinistra dove i cittadini sono abbandonati al loro destino: Reggio Emilia, Correggio, Cavriago e ora Guastalla. Tutti comuni dove le Donne Emiliane si stanno radicando sil territorio per dare voce a questi gravissimi casi e fronteggiare questa sgradevole situazione venutasi a creare da un illogico disinteressamento alla sicurezza dei propri cittadini, lasciando soli anziani, donne e bambini anche nel pieno centro della città. Commenta Claudia Bellocchi, Lega Nord e presidente delle Donne Emiliane
Raffaele Morelli intervistato da Matteo Viviani. La presidente della commissione Assembleare in Emilia Romagna reagisce all'intervista sull'uso della seduzione e chiede all'Authority di multare il programma Le Iene di Italia 1.
7 novembre 2017
"Affermazioni gravi e diffamanti" quelle pronunciate dallo psichiatra e psicoterapeuta Raffaele Morelli, si legge nel comunicato della Regione Emilia Romagna.
Dopo il caso Weinstein, Matteo Viviani, delle Iene in onda su Italia 1, ha intervistato il noto psichiatra che aveva rilasciato dichiarazioni discutibili in merito ai casi di molestie sessuali ricevute da attrici di Hollywood.
Frasi, appunto, che non sono piaciute affatto alla Conferenza delle presidenti degli Organismi regionali di Pari Opportunità, con la richiesta immediata all'Agcom di sanzionare i responsabili del servizio televisivo. "Denunciamo– spiega la coordinatrice nazionale e presidente della Commissione Parità dell'Emilia-Romagna Roberta Mori– il fatto di aver dato spazio e risonanza ad affermazioni gravi e diffamanti dell'onorabilità femminile, in particolare quando il noto psichiatra afferma che 'in ogni donna è presente una prostituta' e quando suggerisce alle donne che hanno subito la violenza di non raccontarlo".
Parole "abominevoli e irricevibili", secondo le presidenti, in quanto "generano consenso attorno a uno stereotipo insulso e retrivo che alimenta un immaginario collettivo distorto di donne oggetto, le quali alla fine non sono mai solo vittime ma anche un po' complici delle violenze subite, perché in ogni donna vi sarebbe l'istinto alla mercificazione del proprio corpo".
Un'intervista e delle affermazioni che non sono piaciute per niente alla presidente Mori, "e anche nel caso fosse una boutade mediatica, costruita per cavalcare l'onda degli scandali sessuali nel mondo dello spettacolo -dice-, resta inaccettabile". Per questo, come denunciato all'Agcom e al Consiglio nazionale dell'Ordine Psicologi, la Conferenza delle presidenti degli Organismi Pari Opportunità regionali ritiene che "vadano censurate le dichiarazioni diffuse e sanzionati i soggetti responsabili della loro diffusione. Questo per impedire il perpetuarsi di una cultura patriarcale, ove lo stupro, le violenze e le molestie sulle donne -conclude Mori- trovino sponda nei media italiani attraverso grottesche ricostruzioni".
Per molti è una perfetta sconosciuta, eppure colpisce in Italia 3 milioni di donne e nel mondo ben 150 milioni. L'endometriosi è una malattia subdola e cronica, di cui non si conoscono le cause e non esistono cure definitive, né percorsi medici di prevenzione. Di certo cambia radicalmente la vita di chi ne soffre, che si sente smarrita, con l'autostima sottozero e i rapporti sociali, la vita di coppia e il lavoro messi a dura prova.
Dal 2005 l'A.P.E. Onlus (Associazione Progetto Endometriosi) - un gruppo di donne affette da endometriosi che si basa sul reciproco sostegno, conforto e aiuto - è impegnata in un'importante campagna di sensibilizzazione per informare e aiutare le donne ad affrontare una malattia dolorosa e invalidante. Occorrono molti anni per avere una diagnosi certa e spesso è necessario più di un intervento chirurgico. L'endometriosi lavora in silenzio e può occludere le tube, creare aderenze, distorcere gli organi riproduttivi, provoca dolori forti durante il ciclo e l'ovulazione, dolori durante o dopo i rapporti sessuali, dolore pelvico cronico, cistiti ricorrenti, perdite intermestruali, colon irritabile. Le testimonianze sono tante e diverse: c'è chi dopo un intervento di "pulizia" ottimale è riuscita ad avere un figlio; chi grazie alla terapia ormonale può condurre una vita quasi normale; c'è chi invece ha subito danni pesanti (dalla resezione intestinale alla perdita di un rene); chi deve fare i conti con un danno chirurgico permanente e convivere con la vescica neurologica o con un ano artificiale (il cosiddetto sacchetto). 3 milioni di donne vogliono essere riconosciute dalla Società e non essere abbandonate a se stesse, come se la malattia non esistesse.
L'unico modo per combattere è informare. Incontri di sostegno, conferenze pubbliche, cene sociali, formazione nelle scuole, tavoli informativi sono tra le iniziative proposte in tutta Italia dai gruppi di volontarie dell' A.P.E. Onlus. Il 18 ottobre, alle ore 20.30, presso il Comune di Collecchio in Viale Libertà 3, il Gruppo A.P.E. di Parma, ha organizzato una conferenza, patrocinata dal Comune di Collecchio, per parlare di tutto ciò che riguarda l'endometriosi: diagnosi, terapia, dolore, infiammazione, alimentazione e stile di vita.
L'endometriosi è una malattia dolorosa e in alcuni casi invalidante, recentemente inserita nei nuovi LEA. La conferenza vedrà la partecipazione in veste di relatori del Dr. Martino Rolla, Responsabile dell'Ambulatorio Endometriosi dell'Azienda Ospedaliero Universitaria di Parma, il Dr. Massimo Gualerzi, cardiologo e Direttore Sanitario di Terme di Salsomaggiore e Jessica Fiorini, Vicepresidente A.P.E. Onlus. Momenti come questo sono un ottimo strumento di informazione e approfondimento per capire cos'è l'Endometriosi, quali sono i sintomi, come si arriva alla diagnosi e quali sono le terapie mediche disponibili, fondamentale inoltre sapere come uno stile di vita sano e una corretta alimentazione possano influire positivamente sull'infiammazione e quindi alleviare il dolore. La partecipazione alla conferenza è aperta a tutti e gratuita. Info: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
18 ottobre ore 20.30 // Sala Consiglio, Comune di Collecchio, viale Libertà 3
A.P.E. ONLUS è un'associazione senza scopo di lucro che nasce nell'ottobre del 2005 su iniziativa di un gruppo di donne, con esperienza di endometriosi vissuta sulla propria pelle o con storie di volontariato attivo in altre realtà. La presidente è Annalisa Frassineti, membro del Consiglio Direttivo e Referente del gruppo di Forlì-Cesena-Ravenna. L'obiettivo principale di A.P.E. Onlus è quello di diramare notizie e informazioni sulla malattia così diffusa, ma così poco conosciuta. Info: 329 3449704 - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. www.apeonlus.it
Sabato 14 Ottobre, Forum Donne Indipendenti in collaborazione con l'associazione A.N.D.O.S Onlus Parma ha partecipato all'iniziativa Ottobre mese della prevenzione del tumore al seno con l'evento "Allungami la mano".
Un'occasione per richiamare ancora una volta l'attenzione delle donne alla visita preventiva. La Dott.ssa Cecilia Zanacca dopo aver presentato A.N.D.O.S. (Associazione Nazionale Donne Operate al Seno) e l'attività che svolge sul territorio, ha sottolineato quanto sia importante prevenire con un controllo annuale per evitare un percorso che potrebbe essere davvero traumatico e pericoloso per la salute delle donne ma non solo.
Un evento che ha suscitato grande interesse agli presenti che durante l'incontro sono intervenuti condividendo esperienze ed informazioni. Tutti i partecipanti hanno aderito all'invito per la visita ed ecografia preventiva (gratuita) presso la sede di A.N.D.O.S Parma in Via Emilia Ovest, 18 Parma. La presidente del Forum Donne Indipendenti Marsida Mehdiu, ringraziando i presenti e la dottoressa Cecilia Zanacca per la disponibilità e il tempo dedicato, ha invitato tutti per un aperitivo preparato per l'occasione.
Come di consueto l'evento si è chiuso con musica e un brindisi tra le famiglie.
L'Azienda ospedaliero-universitaria di Parma offre opportunità di colloquio alle donne su ginecologia, endocrinologia. L'appuntamento da fissare all'Ufficio relazioni con il pubblico.
Un Ospedale che vuole essere a misura di donna, a partire da una proposta concreta. Per farlo offre alle cittadine diciotto colloqui informativi gratuiti con specialisti di ginecologia ed endocrinologia sulla menopausa, per capire come affrontare il particolare momento della vita e i nuovi equilibri ormonali che si prospettano. Gli appuntamenti personalizzati si terranno il pomeriggio di giovedì 19 ottobre presso l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, con richiesta da avanzare il giorno prima, mercoledì 18 ottobre dalle ore 11 alle ore 14, all'Ufficio relazioni con il pubblico, tel. 0521.703015.
Specifiche esigenze e problematiche di ognuna potranno dunque essere affrontate con i professionisti della Ostetricia e ginecologia, Endocrinologia metabolica geriatrica e della Endocrinologia e malattie del metabolismo del Maggiore, a seconda delle necessità. A disposizione per i colloqui: Michela Monica della Ostetricia e ginecologia, presso l'ambulatorio ginecologico, padiglione Maternità (pad. 13) primo piano; Graziano Ceresini e Marina Michela della Endocrinologia metabolica geriatrica, Clinica geriatrica, presso ambulatorio di Endocrinologia n.152 al padiglione Barbieri (pad.11), primo piano e Simona Cataldo della Endocrinologia e malattie del metabolismo presso l'ambulatorio endocrinologico, padiglione Clinica medica (padiglione 26), primo piano. L'iniziativa è promossa dall'osservatorio nazionale Onda e riservata agli ospedali italiani premiati con i bollini rosa per l'attenzione alle patologie femminili.
La menopausa non è un malattia, ma una fase della vita che condiziona il quotidiano con sintomi da conoscere bene per una soddisfacente vita quotidiana: possibili cambiamenti dell'equilibrio della vita sessuale, lievi tachicardie, leggera insonnia, episodi di calore –flashes-, impoverimento del tessuto osseo e cambiamento del metabolismo dei grassi che può portare, nei casi più complessi, a un indiretto aumento del rischio di eventi cardiovascolari e cerebrovascolari. Per imparare a conoscere, e dunque contenere, i sintomi e, soprattutto, non averne paura, alle donne in menopausa, e a quelle che stanno per entrarvi, l'Ospedale offre un'opportunità di informazione e consapevolezza.
Con questa iniziativa, il Maggiore, con i propri professionisti medici, vuole avvicinare la popolazione femminile alle principali patologie che la riguardano, informandola sui percorsi di diagnosi e cura più appropriati, a testimonianza dell'impegno continuo nella promozione della medicina di genere e nella personalizzazione della cura, al fine di garantire appropriatezza diagnostica e terapeutica.
Nel biennio 2016-2017, il Maggiore è stato premiato con tre "Bollini Rosa", il massimo premio a cui può aspirare un'azienda sanitaria, per i servizi offerti e per l'alto livello di attenzione verso le patologie femminili. Il numero di Bollini Rosa (da 0 a 3) viene assegnato sulla base di tre criteri valutativi: presenza di servizi nell'ambito delle specialità di maggior rilevo clinico ed epidemiologico per la popolazione femminile; appropriatezza del percorso diagnostico-terapeutico, in relazione alle esigenze e alle caratteristiche psico-fisiche della donna; presenza di servizi per l'accoglienza della paziente e per la tutela della sua dignità. Per l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma referenti del progetto "Bollini Rosa" sono Giovanna Campaniello, responsabile del Governo Clinico, Gestione del Rischio e Coordinamento Qualità e Accreditamento e Gabriella Raise, dirigente medico del Governo clinico.
(Fonte: Ausl Parma)
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