Sabato, 16 Novembre 2024 05:50

Sovranismo e miliardari: lo scontro tra Mattarella e Musk accende la politica italiana In evidenza

Scritto da Andrea Caldart

Di Andrea Caldart(Quotidianoweb.it) Cagliari, 14 novembre 2024 - Lo scontro diplomatico e mediatico tra il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e il magnate americano Elon Musk è esploso nelle ultime ore, scatenando un acceso dibattito politico in Italia che ancora non si placa.

Le divergenze emerse hanno dato vita a un confronto che va oltre le questioni di sovranità nazionale, toccando il delicato rapporto tra politica, giustizia e potere economico, e sollevando riflessioni sul diverso trattamento riservato ai miliardari stranieri da parte della politica e dell’opinione pubblica italiana.

Tutto è iniziato con le recenti dichiarazioni di Musk, da tempo fautore di posizioni critiche verso la regolamentazione statale e i limiti imposti ai colossi tecnologici.

La sua agenda sovranista e libertaria, che punta a ridurre al minimo le ingerenze governative, ha creato tensioni con diverse istituzioni europee, Italia compresa.

Mattarella, difendendo l’importanza della regolamentazione per salvaguardare il tessuto socioeconomico nazionale, ha replicato fermamente alle uscite di Musk, rivendicando la necessità di uno Stato attivo e presente. “Non è accettabile – ha dichiarato il Presidente – che interessi privati di miliardari esteri possano scavalcare la sovranità democratica e le istituzioni italiane.”

Mentre una parte dell’opinione pubblica e della sinistra ha accolto con favore le parole di Mattarella, vedendo in lui un baluardo della sovranità e della giustizia sociale, si è anche aperto un dibattito sulla coerenza politica delle cariche dello Stato in queste posizioni.

Solo due anni fa, infatti, era il 2022, in una situazione analoga, la Francia aveva fatto dichiarazioni simili per proteggere i propri interessi nazionali di fronte alle mire di imprenditori stranieri, senza però incontrare lo stesso tipo di indignazione pubblica o sostegno da parte dei politici italiani.

Le azioni di Macron e del governo francese, critiche verso alcune operazioni economiche estere italiane, vennero accolte con silenzio da molte delle stesse voci oggi contrarie a Musk, che all’epoca non criticarono l’atteggiamento protezionista di Parigi.

Questa apparente incongruenza ha suscitato forti critiche da parte dei sostenitori di Musk e dei difensori del libero mercato, i quali sottolineano un certo “doppio standard” che sembra definire chi possa o meno muoversi in Italia senza troppi ostacoli.

Secondo loro, alcuni miliardari vicini alle forze progressiste come Soros, Bezof, Gates, Zuchemberg, o che perlomeno non minacciano l’establishment politico europeo, vengono trattati con favore, mentre figure vicine a Trump come Musk trovano muri e ostacoli.

Il cuore della polemica non riguarda solo Musk, ma solleva interrogativi più ampi su chi sia considerato “ben accetto” tra i miliardari globali e a chi si possa dire no.

Mentre grandi aziende come Amazon e Facebook, pur non prive di critiche, hanno trovato spazi di dialogo con le istituzioni europee e italiane, Musk sembra essere diventato un bersaglio per le sue visioni decisamente libertarie e antisistema.

A fare la differenza, secondo alcuni osservatori, non sarebbero quindi solo le effettive pratiche aziendali, ma anche l’allineamento – o la dissonanza – con le convenienze e le sensibilità del momento.

Per la sinistra, questa è una battaglia di principio, in cui è necessario che lo Stato fissi regole precise per impedire alle grandi fortune private di influenzare la politica e l’economia nazionale in modo eccessivo.

E allora che dire di quando nel 2022 con un post Elly Schlein se la prese con la Corte suprema americana per la sentenza sull’aborto? Lì Mattarella e la sinistra non si preoccuparono dell’intervento della segretaria del Pd in un “Paese amico”, come dire, per citare le parole di Mattarella, se sei di sinistra e del PD puoi permetterti tutto e di più.

Ma in America i più non sanno che se un giudice sbaglia, il suo lavoro finisce lì, proprio come è capitato al magistrato Ken Starr famoso per aver indagato gli scandali di Clinton, che trovò lavoro come preside in un’università del Texas. E non come qui in Italia che alcuni giudici, sembrerebbe si ritengano al di sopra del governo e della stessa democrazia.

Tuttavia, questa visione si scontra con chi accusa i partiti progressisti di applicare criteri diversi a seconda di chi sia il miliardario in questione: il trattamento riservato a Musk, infatti, sembra più duro rispetto a quello riservato ad altri imprenditori americani o europei, soprattutto in ambito tecnologico, che non hanno mai avuto difficoltà nel trovare interlocutori favorevoli tra i vertici istituzionali.

Mentre il confronto tra Mattarella e Musk continua ad animare il dibattito pubblico, resta aperta una domanda che va oltre la cronaca: fino a che punto la politica italiana può (e deve) mantenere una coerenza nei confronti del capitale straniero e delle influenze economiche globali, indipendentemente dalle convenienze e dagli allineamenti momentanei?

Foto: credits Agenzia Dire

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