Di Andrea Caldart Cagliari, 9 agosto 2023 (Quotidianoweb.it) - Assistemmo ad una campagna politica dove c’era chi continuava a sostenere che la strada segnata da Draghi era l’unica sola via maestra e quindi dovevamo cedere la sovranità totale del nostro Paese, e chi invece la destra appunto, negava tale percorso per invece continuare a mantenere indipendenti gli interessi dell’Italia.
Vinse Giorgia e la sua oppofinzione.
È la democrazia, fronti diversi che si contendono l’elettorato a suon di promesse, salvo poi non adempiere realmente agli impegni presi.
Siamo in democrazia e a decidere sono i cittadini che formano il popolo che ancor oggi libero e autodeterminato, sceglie i propri “condottieri”.
Ma sarà proprio così?
Gli elettori scelgono sulle informazioni che le varie “officine politiche” propinano a suon di spot e sgolamenti nelle piazze, e nella conoscenza si crea quella coscienza collettiva e quel senso di appartenenza allo Stato.
Quello che però si è verificato, al momento della scelta in cabina elettorale, fu l’evidente scollamento tra la politica e il popolo dove, chi vinse numericamente fu proprio l’astensionismo.
È il frutto della manipolazione dell’informazione che ha come conseguenza quella di annebbiare la realtà, confondendola e provocando un rigurgito contro le istituzioni, allontanando il popolo dall’esercizio della democrazia.
Lo stesso popolo del dissenso venne percepito come disunito perché ognuno a modo suo offriva apertura, ascolto, imparzialità, ma in realtà verticismi e personalismi di quei movimenti e partiti erano costantemente divisi.
Quello che invece sarebbe dovuto nascere era un processo unitario in una fusione consapevole che superasse le barriere ideologiche dei singoli, verso una politica coordinata a favore della Costituzione e della democrazia.
Oggi più che mai viviamo in un periodo storico dove è di fondamentale importanza l’unità dei cittadini contro gli interessi sovranazionali propagandati da una informazione manipolatrice asservita ai poteri globalisti, e volta soprattutto a delegittimare chi opera all’esterno degli “accordi istituzionali” e divulga attraverso il web e i social.
È in atto un vero e proprio attacco alla libertà del pluralismo dell’informazione per una costruzione dell’informazione “preconfezionata” che costruisce un’opinione pubblica sempre più alterata nei fatti, scollegata dalla realtà.
Solo un pluriverso dell’informazione, che si contrappone alla narrazione del mainstream controllato da pochi “baroni” senza scrupoli né anima, potrà creare una nuova coscienza nazionale per riattivare un percorso democratico in difesa della libertà e della Costituzione.
Il momento storico è di quelli epocali e se non ci uniamo in un sentimento di coscienza collettiva, lasceremo che le nostre istituzioni trasformino il nostro Paese in una nuova oligarchia che ingabbierà le nostre libertà e dei nostri figli.