Mercoledì, 17 Maggio 2023 05:30

Ucraina: C’è un “dietro le quinte” per la pace In evidenza

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Continua a non convincere molto gli analisti mondiali la visita romana di Zelensky, perché sembrerebbe che la guerra si sia impantanata, ed sia forse arrivato il momento di trovare una soluzione per la pace.

Di Andrea Caldart Cagliari, 16 maggio 2023 (Quotidianoweb.it) - Sembra evidente che i nervi siano tesissimi in casa americana, anche perché la provocazione con i droni sul Cremlino, appare il frutto di una disperata reazione, non si sa bene da parte di chi, per innescare una risposta russa.

Ancor oggi appunto, non è dato sapere l’autore di quest’iniziativa, ma di fronte a quello che emerge sempre più evidente il probabile imbroglio ucraino e gli Usa si potrebbero preparando a una strategia d’uscita.

Il progetto americano “Zelensky”, con una gestazione di molti anni di concepimento, avrebbe dovuto essere l’avamposto statunitense per il rovesciamento della Russia, ma l’attrito militare che si è innescato tra Kiev e Washington, segna l’inesorabile debacle del suprematismo yankee.

Infatti, in questi giorni Zelensky ha fatto un tour in Europa, tra gli alleati Usa, per reclutare armi e soldi, lanciando i suoi soliti anatemi disfattisti.

Quello che sta accadendo invece è che gli equilibri mondiali stiano iniziando a sgretolarsi, ma occorre stare molto vigili perché non si è all’interno di un videogioco della playstation, dove si aprono nuovi scenari e si possono riconquistare la posizione di controllo.

Siamo invece dentro il mondo dell’Unione Europea a trazione tedesca, con una moneta, l’euro, diventata fragile, oggi facile preda della colonizzazione americana.

Non esiste una politica unitaria, anzi si continua a osservare la tecnocrazia europea, cercare di smantellare il tessuto industriale e quello agricolo, in favore di un progetto mondialista di controllo sociale umano dal titolo: “non avrai nulla e sarai felice”.

Ed ecco allora fallire anche il disperato tentativo di assalto alla diligenza Europa che segna la fine dell’egemonia americana rappresentata dall’inesorabile declino di Joe Biden, che è figura diventata ingombrante.

E così il paziente dragone cinese rimasto ad osservare l’acqua che scorre sul fiume, ora prende l’iniziativa e manda il suo inviato speciale per gli affari euroasiatici, Li Hai.

Li è uomo di fiducia di Xi Jinping, ma più di tutto è un veterano della diplomazia cinese e il suo sarà un lavoro di cucitura diplomatica propedeutico all’avvio di vere e proprie trattative per la pace.

Uno sforzo diplomatico importante quello messo in piedi dalla Cina e anche dalla Santa Sede, ma senza nessun eccessivo protagonismo e soprattutto, con tutta la prudenza del caso.

Dobbiamo aprire gli occhi perché dobbiamo guardare in faccia la verità dei fatti e smetterla di vedere Kiev e l’occidente che lo segue, come le vittime degli eventi, perché invece, sono gli autori dei fatti.

Perché è questa la propaganda della narrazione unica del mainstream, per consentire la giustificazione del mantenimento di una guerra per interposta nazione.

Questa guerra è solo ideologica ed economica tra il blocco BRICS e il blocco Dollaro dove, la strategia colonialista americana, ha mostrato tutta la sua incapacità nel tentativo di salvare di deep state in Ucraina.

(Foto Quirinale.it)