Di Andrea Caldart Cagliari, 14 dicembre 2022 (Quotidianoweb.it) - Eva Kaili, vicepresidente del parlamento UE e l’ex europarlamentare italiano Antonio Panzeri, sono i primi nomi che da due giorni riempiono le colonne dei giornali, per le accuse ricevute di corruzione e riciclaggio di denaro.
Sarà la giustizia e l’indagine a definire i contorni di questa vicenda e, fino a prova contraria, sono innocenti e va garantito il diritto alla difesa.
Certo è che vedere pacchi di soldi in sacchi, a noi che eravamo abituati a poche decine di migliaia di euro nella cuccia del cane, fa un certo effetto pensando, che questi politici da Strasburgo, difendevano un Paese come il Qatar, dove vige la sharia.
Ma non solo, in Qatar le mogli sono sottomesse ai mariti, gli omosessuali vengo definiti “haram”, una sorta di malattia mentale e non da ultimo, le migliaia di morti nei cantieri per la costruzione degli stadi.
Non possiamo certo dire che sia un Paese da difendere o tanto meno all’avanguardia nei diritti umani come sosteneva proprio la Kaili, in un suo intervento al parlamento europeo dicendo: “Il Qatar è in prima linea per i lavoratori, ha abolito la “kafala” e inserito il salario minimo, riforme che società anche europee si rifiutano di applicare”.
Parole che provengono da quella sinistra socialista europea che dovrebbe avere più attenzione verso i diritti dei più deboli che sempre ha dichiarato di difendere, anziché genuflettersi alle ricche petrolmonarchie.
Il punto è che tutto questo fa a cazzotti con i principi della sinistra che così, dimostra di essere maitresse lobbysta, faccendiera in grandi affari internazionali per creare lo sdoganamento del Qatar, quale partner affidabile per l’Europa.
E come potrebbe essere diverso, adesso che l’Europa ha rotto con il “cattivo Putin”, non presentare il Qatar quale Paese prezioso partner economico, visto che il gas ci serve.
Certo che per 1,5 milioni di euro questo spot pubblicitario è costato molto caro ai qatarini e soprattutto, se sarà tutto qui.
E mentre la sinistra si riempie la bocca di solidarietà, buonismo, Ong varie, questi paladini dei diritti, esigono il tracciamento dei pagamenti da parte dei cittadini e commercianti.
Come fosse il Pos la risoluzione dell’evasione tanto da far prendere anche una bella tramvata, su questo tema, proprio ieri, alla Von der Leyen.
Infatti, nel presentare il rapporto europeo sull’evasione Iva, mostra che nel 2020 il nostro Paese, ha il record di evasione proprio di quell’imposta.
Un gradissimo abbaglio smentito da Bankitalia che invece dichiara che il 2020 è stato un anno di massimo incasso di Iva, ma nessuno si è ricordato che quello era l’anno del “chiusurismo per decreto”, ovvero l’anno del lockdown.
Probabilmente è venuto il momento di dubitare seriamente di seguire gli “amanti della solidarietà” perché molto spesso, dietro alle loro lotte del buonismo da salotto d’élite, si celano affari molto più meschini.