Di Andrea Caldart Cagliari, 4 ottobre 2022 - (Quotidianoweb.it) La GUP Dott.ssa Ermergarda Ferrarese l’ha atteso per ben 5 volte, 4 per legittimo impedimento e una per un falso allarme bomba e, in quell’occasione Solinas era presente, prima di poterlo interrogare ieri pomeriggio.
L’inchiesta della Procura di Cagliari riguarda delle nomine, ritenute illegittime dall'accusa, come quella della direttrice generale della presidenza della Giunta regionale, l'avvocata Silvia Curto, e del dg della Protezione civile, l'ingegner Antonio Pasquale Belloi.
Quando la GUP Ferrarese si è pronunciata sul rinvio a giudizio, Christian Solinas non era presente in aula.
Un’udienza lunga, durata oltre tre ore nella quale il PM Andrea Vacca, ha ricostruito i fatti chiedendo la condanna per la Vivarelli e per Solinas.
Va sottolineato che la dott.ssa Maria Grazia Vivarelli, sua Capo di Gabinetto, magistrato del Consiglio di Stato, distaccata in Sardegna, aveva già optato per il rito abbreviato ed è stata condannata a 2 anni e 8 mesi.
Dopo gli interventi dei difensori tra i quali quello dell’Avvocato Toto Casula difensore di Solinas durato un’ora e mezza, è arrivato il verdetto.
Secondo il PM, i due prescelti, con una “leggina ad hoc”, esterni all'amministrazione, non avevano i requisiti per ricoprire quegli incarichi dirigenziali in Regione e la procedura realizzata, presenta gravi violazioni di legge.
Per queste nomine si era mosso anche il Tar Sardegna sollecitato dai ricorsi del sindacato dei dirigenti regionali Sdirs, ma aveva rimandato il tutto al giudice del lavoro, dichiarandosi non competente in questi fatti.
Dopo la conquista della seggiola di governatore della Sardegna, grazie ad un percorso politico accompagnato da Salvini, Solinas diventa senatore e poi presidente della Regione.
Si rinchiude così nel fortino di Villa Devoto, sede istituzionale della presidenza regionale, e inizia una politica molto personalistica, distante dai sardi che ha condotto la regione ad uno sfascio sociale senza precedenti.
Il fallimento della gestione della sanità e dei trasporti in Sardegna, sono l’emblema di un lavoro fatto di non professionalità, spesso venute da fuori, come desiderato dal suo “capitano”.
Un “capitano” che il 25 settembre ha ricevuto il dato del consenso italiano riportandolo da decine ad unità e che di fatto ha aperto, invece, una profonda crisi all’interno del carroccio.
Il lavoro politico di Solinas ha portato la Sardegna dentro un collo di bottiglia che sta strozzando l’operato organizzativo del sistema pubblico della regione, bloccando di fatto lo sviluppo del territorio e del suo futuro.