Lunedì, 08 Agosto 2022 06:32

Rapporto Shock di Amnesty: l’esercito ucraino, la verità “scomoda” per Zelensky In evidenza

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Non tutta la verità della guerra in Ucraina è sempre stata raccontata, ma molto spesso, tanto spesso, solo la “comoda verità a senso unico”.

Di Andrea Caldart Cagliari, 7 agosto 2022 (Quotidianoweb.it) - A dire il vero, il mondo si è accorto dell’Ucraina solo dopo il 24 febbraio, il giorno in cui iniziò “l’operazione speciale” come l’ha definita Putin.

In Ucraina invece era dal 2014 che in quell’area “russofona” il governo di Kiev non accettava “l’invadenza” russa o per meglio dire, quella parte del paese del Donbass, molto più vicina culturalmente ai russi che agli ucraini.

Molti giornalisti già dai quei tempi avevano iniziato ad occuparsi della situazione, soprattutto non si capiva il perché  di mettere un attore come Zelensky a presidente, con l’aiuto degli Usa, oggi primi sostenitori del loro pupillo-attore, mettendo in prima linea i Paesi europei.

Diventa così tutto molto più chiaro ed inconfutabile; gli americani per i loro “bisogni” espansionistici di allargamento della Nato sono disposti a tutto pur di provocare Putin che, a differenza degli ottuagenari americani, sta dimostrando di bloccare un’invasione colonialista euro-atlantista non solo sul terreno di guerra, ma anche su quello economico, chiamando a raccolta i BRICS e facendo indebolire ulteriormente il dollaro e le economie che da esso dipendono.

Purtroppo, a farne le spese sono sempre le persone che si trovano in mezzo al conflitto, degli innocenti che stavolta però, in un rapporto davvero molto “critico” di Amnesty International pubblicato pochi giorni fa, si mette in evidenza come il governo di Kiev abbia “usato” questi innocenti.

Nel rapporto si dice questo: “L’esercito di Kiev ha messo in pericolo i civili ucraini stabilendo basi e facendo funzionare sistemi d’arma nelle aree residenziali, comprese scuole ed ospedali, mentre ha cercato di respingere l’invasione russa.

Le tattiche dell’Ucraina hanno violato il diritto umanitario internazionale poiché hanno trasformato obiettivi civili in obiettivi militari.

I conseguenti attacchi russi nelle aree popolate hanno ucciso civili e distrutto infrastrutture”.

Sono prove inconfutabili quelle raccolte dall’organizzazione anche perché  ottenute con il supporto di immagini satellitari che dimostrano come volutamente le forze ucraine hanno attaccato obiettivi civili in diciannove città e villaggi.

Quello che fa rabbrividire di questo rapporto è che le immagini satellitari mostrano scientificamente, secondo Amnesty che: “La maggior parte dei centri abitati dove si trovavano i soldati ucraini era a chilometri di distanza dalle linee del fronte e, dunque, ci sarebbero state alternative che avrebbero potuto evitare di mettere in pericolo la popolazione civile”.

Non è tardata la risposta del prode “patinato” Zelensky attraverso il suo consigliere Mykhailo Podolyak che ha tuonato contro dichiarando: È una vergogna che un’organizzazione come Amnesty International stia partecipando a questa campagna di disinformazione e propaganda; l’Ucraina rispetta le leggi di guerra e il diritto umanitario internazionale. La priorità assoluta per le forze armate è preservare la vita e la salute di ogni cittadino”.

Purtroppo, per queste comparse da telenovela dell’orrore, Amnesty ha raccolto delle prove anche con le testimonianze dirette di civili, come ad esempio a Bakhmut che, stremati e impauriti, raccontano come l’esercito ucraino si impossessa degli edifici civili nei centri abitati e non chiede agli abitanti di evacuarli ed Amnesty dichiara: “In questo modo, è venuto meno al dovere di prendere tutte le possibili precauzioni per proteggere le popolazioni civili”.

A rafforzare ulteriormente l’orrore raccontato da Amnesty la testimonianza di un uomo sopravvissuto, fa capire perfettamente il “clima di terrore” in cui questa popolazione è colpita da “fuoco amico”: “Non ci è permesso dire nulla su cosa fa l’esercito, ma siamo noi a pagare le conseguenze”.

Era il 2015 quando Giulietto Chiesa dichiarò, dopo un anno dal golpe che mise Zelensky sul podio: “E’ probabile che dalle prossime settimane, forse mesi, assisteremo a qualcosa di molto grave sulla  frontiera ucraina perché è da li che ci si prepara per convincere gli europei che bisogna colpire la Russia”.

Profetico? Visionario? “Gomblottista”? Semplicemente reale, un osservatore che cercò di metterci in guardia dal colpo di stato che destituì il governo democraticamente eletto di Vitor Yanukovich nel 2014, per imporre l’attore-Nato Zelensky.

Chiesa dichiarò apertamente: “Le forze che hanno abbattuto Yanucovich che combattevano nella Euromaidan”, erano state preparate da lungo tempo sui territori ucraini, polacchi e della repubblica Baltica. Guarda caso tutti Paesi che sono parte dell’Ue ma che non sono mai stati de-nazificati e sono entrati in Europa portandosi dietro la memoria del nazismo”.

“Denazificare l’Ucraina” è la parola che compare nel discorso che Putin fa alla Russia per spiegare l’intervento che ha ordinato e da lì, abbiamo scoperto che in quella terra oltre gasdotti sotterranei che arrivano nei nostri paesi, ci sono altri minerali, ma soprattutto “interessi vari”, come portato alla luce dopo l’evacuazione della acciaieria Azovstal, interessi non propriamente del tutto ucraini.

Link Utili:

https://www.amnesty.org.uk/press-releases/ukraine-military-endangering-civilians-locating-forces-residential-areas-new