Nel giorno della sua (ri)elezione, il Presidente Sergio Mattarella ha affermato che i doveri devono prevalere sulle prospettive personali, con l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei cittadini.
Il principio vale a tutti i livelli politici e per quanto possa comprendere le aspettative e le ambizioni personali, tutte lecite e legittime, anche il dato politico di questa (ri)elezione dice chiaramente ciò che da anni è davanti agli occhi di tutti, il sistema politico è profondamente in crisi.
Vale per la politica, per i partiti, ma vale per la comunicazione e i media, vale per le istituzioni e per tutti i livelli di intermediazione.
Europa Verde a Parma, per primo, ha accolto l’appello che mi vede da anni, dentro e fuori l’istituzione consigliare di Parma, porre al centro del dibattito politico la questione democrazia e l’urgenza di dotarsi di nuovi strumenti democratici che ricostruiscano quel rapporto di fiducia che è la relazione tra l’eletto e l’elettore, nuovi strumenti civici che tengano conto del dato politico più rilevante, la distanza tra i cittadini e la politica.
Leggo in questi giorni che l’esponente del PD, Michela Canova, apre all’idea di rischiare nell’intraprendere un progetto diverso, nel suo scritto afferma che “è tempo di individuare strumenti partecipativi che rappresentino dei punti di riferimento per la cittadinanza sempre più esclusa.
Un processo di riappropriazione della politica, quella vera, aperta e coinvolgente le persone, senza il quale ogni formula politico-partitica, pur con decine di sigle, si risolve in un simulacro a cui si danno titoli richiamanti un civismo, un progressismo, o peggio una democrazia, privi di contenuti”.
Non posso che essere felice poiché questo è proprio il tempo in cui i doveri devono prevalere sulle prospettive personali e l’impegno è quello di interpretare le attese e le speranze dei cittadini.
Uno strumento esiste, esiste un gruppo di studio che da anni lavora sul tema che dovrebbe essere al centro del dibattitto politico prima del posizionamento personale o le finte discussioni sui programmi.
Vorrei sentire dai compagni del PD dire ai cittadini che confondere l’azione amministrativa con le elezioni è un inganno, un inganno che si vende facilmente ai cittadini, proprio quei cittadini che pensiamo di rappresentare perché eletti e che chiamiamo alla politica solo a partecipare al momento elettorale.
Cara Michela Canova, facciamo breccia nel partito e proviamo a porre al centro del dibattitto l’urgenza democratica e la partecipazione deliberativa dei cittadini.
Il gruppo di studio cui faccio parte, presieduto da Rodolfo Lewanski dell’Università di Bologna, ha scritto e presentato due anni fa all’amministrazione di Federico Pizzarotti un regolamento comunale per l’istituzione delle Assemblee deliberative delle Cittadine e dei Cittadini estratti a sorte.
Le amministrazioni comunali, le Città possono essere catalizzatori di un cambiamento dal basso, Parma può essere esempio nazionale di un nuovo modo di intendere la politica e la relazione tra eletti e cittadini, cittadini chiamati a caricarsi quota parte di una responsabilità a supporto di un sistema incapace di prendere decisioni, un teatrino che vede utilizzare strumentalmente il cittadino a supporto di tesi ideologiche che molto spesso non corrispondono al bene comune ma al raggiungimento di una personale battaglia politica.
Apriamo un dibattito nel partito Michela, organizziamo un’assemblea di partito, un luogo di dibattito che metta da parte le prospettive personali e che ponga al centro l’impegno di interpretare le attese e le speranze dei cittadini.
MarcoMaria Freddi
Radicale
Consigliere Comunale di Parma – Gruppo Misto