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di Gabriele Majo (da Stadiotardini.it) – Mi sono addormentato brangognando via WhatsApp con uno dei migliori autori di StadioTardini.it, subito dopo aver postato l’ennesima conferenza stampa del premier Conte con l’ultima rata dei provvedimenti in vigore, primo ministro che non gode, evidentemente, del suo gradimento politico e che di conseguenza, magari un po’ esacerbato dagli effetti collaterali indesiderati della Quarantena, non giudica essere in grado di guidare il Paese in questo percorso a ostacoli che comunque, personalmente, ritengo possa mettere in difficoltà chiunque e credo ancor di più metterebbe in difficoltà chi comodamente vidima proclami dal di fuori senza avere l’onere di prendere decisioni.

Solo chi fa sbaglia, e probabilmente, ex post, di errori possiamo tutti quanti sostenere che ne siano stati commessi e non pochi, da chi si trova al timone e la mia non vuole certo essere una indulgenza plenaria per nessuno, quella ce l’ha già mandata il Papa, concedendoci nel contempo, di poterci auto-confessare (io più che la recita in solitaria dell’atto di dolore avrei sdoganato la meno comoda confessione virtuale trasformando il telefonino in confessionale): il mio vorrebbe essere solo un invito a mantenere, se possibile, la barra dell’equilibrio a dritta (ricordate cinque anni fa, ai tempi del fallimento del nostro amato Parma? Più o meno dicevo le stesse cose, lontano da proclami da capopopolo che pure così facilmente attecchiscono sul popolino), perché qui non dobbiamo scannarci tra guelfi e ghibellini o juventini ed anti-juventini.

Qui siamo chiamati a combattere con un subdolo nemico invisibile che da un momento all'altro può impossessarsi della nostra vita. E non solo di quella degli altri. Quando pochi giorni fa scrissi il primo necrologio della special edition Coronavirus, quello sul Bianco, conclusi dicendoci che quel decesso apriva “gli occhi, un po’ a tutti, perché ci fa capire come il contagio non sia una cosa lontana che riguardi solo gli altri, ma anche chi ha condiviso una parte della nostra vita, anche se non sempre pensandola allo stesso modo”. E allora, con paura o con coraggio, manteniamo l’equilibrio, ma stiamo attenti, non facciamo gli spacconi, né creiamo divisioni.

Né, però, esageriamo con l’improvvisato senso patriottico da Mondiale che ci porta a sostenere, con hashtag o meno, del tutti uniti ce la faremo. come scusa per i flashmob solo perché, in realtà, non abbiamo una cippa da fare tra queste quattro mura e qualcosa ce lo dobbiamo pure inventare per andare sul balcone a fraternizzare, magari con chi pochi giorni prima e forse tra qualche mese, non torneremo a sopportare perché ci dà fastidio il fumo della sua sigaretta o perché non utilizza a dovere gli spazi condominiali. Anche la divisione tra complottisti e negazionisti dei complotti porta alle volte a dialoghi surreali (o surrenali) sui social, che notoriamente non frequento, ma di cui vedo i riflessi sui vari gruppi WhatsApp, unica social-concessione che appunto mi concedo.

Purtroppo le fake news pullulano anche se a diffonderle alle volte sono persone conosciute che ci mettono ‘a faccia, come diceva una nostra vecchia conoscenza, o nome e cognome, ma appunto un po’ complottisti lo sono per convinzione, o per abitudine, o semplicemente per lavoro e/o missione. Ricevo. come immagino tutti voi, decine di video di esperti, filosofi, sociologi, che, magari con voce pacata e convincente, vorrebbero indottrinarci, concatenando eventi, fatti e date (metodo che, onestamente, seguivo anch'io a suo tempo, quello pre-fallimento Parma su StadioTardini, ma con onestà intellettuale – quella che forse manca agli odierni integralisti – premettevo sempre che io vi davo la mia “verità putativa” che non era detto che coincidesse con la veridicità effettiva dei fatti o con quella che sarà la verità processuale che verrà fuori e che magari ci riserverà sorprese rispetto a quello che ci aspettavamo, anche perché resto della convinzione che gli inquirenti ci abbiano capito fin lì sulla questione, brancolando nel buio o attaccandosi a convinzioni che a me paiono un po’ fuori tema) sul fatto che a tutto questo ci sarebbero dietro gli americani, che volevano punire o limitare la Cina, non essendoci riusciti coi dazi.

Poi arrivano i main streaming che invece scientificamente ci dimostrano che il Covid 19 non è stato bio-ingegnerizzato, anche perché ci sono decine di scienziati, anche vicino a casa nostra, che stanno studiando il virus, che garantiscono essere mutante e ci sono evidenze che sia naturale. Io stesso a lungo ho pensato che fosse scappato il gatto agli stessi cinesi – così si diceva nei primi giorni a proposito di manipolazioni del virus della Sars in laboratorio e accidentalmente finito in circolo – convinzione che aveva fatto breccia nella mia mente di solito avvezza o allenata a schivare le bufale. Del resto è nella natura umana “cercare il colpevole” per placare la propria ansia, ma è una scorciatoia intellettuale da evitarsi.

Vorrei a questo proposito concludere questo sermone domenicale delle 11 – settimana scorsa avevo lasciato questo spazio all'ottimo e ottimistico Mister Roberto Dellapina col suo futuristico Rinascita: non avendo ricevuto in tempo utile il prosieguo della sua avventura letteraria supplisco io con questa mia pistolettata – con un blob, rigorosamente anonimo come da richiesta degli interessati – di alcuni stimati medici di mia fiducia sul tema Coronavirus.

Prima di trascrivere le loro note più salienti concedetemi, tornando circolarmente a quanto stavo scrivendo all'inizio sulla gestione italiana di questa emergenza, pur con tutti i limiti che possiamo annotare, il modus operandi italiano è sostanzialmente lo stesso che stanno seguendo in altre nazioni europee, o dall'Europa appena usciti con un premier che somiglia terribilmente al presidente americano, o dagli stessi Stati Uniti. E’ come il bambino al quale il genitore dice di non dare la testa contro il muro: non vi darà retta fin quando la testa non ce l’avrà data e dopo di vi darà ragione. Ora chi ci perculava per i blocchi o altro sta seguendo la stessa strada.

Le ridicole rincorse all'approvvigionamento selvaggio nei supermercati si sono globalizzate e le abbiamo viste anche in paesi più rigidi o frigidi di noi mediterranei e nessuno più predica l’immunità di gregge convertendosi alle chiusure, a rate all'italiana. Ché noi siamo in democrazia, non con un sistema totalitario come qualcuno vorrebbe (e poi si accorgerebbero che ore sono, visto che fanno fatica a stare in casa e fanno fare gli straordinari al cane pur di portarlo fuori, e si inventano runner della domenica quando fino a quella precedente poltrivano su quello stesso divano che ora sembrano schifare).

Col senno di poi non serve a una benedetta mazza postare questo o quel politico (avversario) locale o nazionale che il 22 o il 27 Febbraio brindava o marciava: la situazione è in continua evoluzione e non aiuta star lì a cercare questo o quel documento per dire sapevano anche prima. Io se lo avessi saputo prima non avrei fatto quei brindisi o quei video Milano non si ferma. Evidentemente non lo sapevano: nessuno – anche se pensiamo possa essere un coglione, solo perché avversario – è così autolesionista da sfidare il corona. Insomma: diamoci una calmata, e cerchiamo di riscoprire valori nascosti e dimenticati. Buona serata, comunque. E buon BLOB. 

WHATSAPP MEDICAL BLOB
Medico di Base: “Da quello che so io hanno confrontato il gemona e hanno escluso la manipolazione. Sembra una mutazione naturale. Se devi creare un virus cattivo ne crei uno come il vaiolo o come l’ebola. Nonostante tutto il Coronavirus è un virus debole: è termolabile a 26 gradi, e sensibile a qualsiasi disinfettante, il vaccino si potrà produrre velocemente. Se la prende soprattutto con gli anziani, ma si trasmette abbastanza velocemente come il suo parente del raffreddore. Purtroppo il problema grave lo lo pone la mancanza di posti letto, di apparecchiature di medici, infermieri e ausilii di protezione. Quindi direi molto molto improbabile la creazione in laboratorio. Poi tutto è possibile…”

Medico Ospedaliero: “Informazione: il video inviato sull'intervista del dott. Montanari, non è del tutto corretto. Anziani e cardiopatici non sarebbero morti se non avessero incontrato quel virus. Il virus, per una buona parte dei casi contagiati, sviluppa una polmonite interstiziale che nel 20% dei casi va incontro ad una insufficienza polmonare fino al collasso respiratorio. Muoiono più facilmente gli anziani e gli ammalati cronici perché non hanno forza abbastanza a resistere la lunga terapia di ventilazione assistita. I giovani, che cominciamo a vedere sempre più, hanno solo una capacità polmonare migliore e manifestano la malattia più tardi e arrivano in ospedale quando la situazione è già compromessa. Diventano dispnoici perché hanno già consumato la loro capacità di compensazione respiratoria. Essendo giovani possono resistere meglio la lunga terapia di ventilazione assistita, ma molte volte arrivano troppo tardi. Sto sempre parlando di un 20% di contagiati (che è sempre tanto) che, naturalmente, tutti coinvolti nello stesso lasso di tempo, ha portato al collasso il sistema sanitario. I più non hanno sintomi e molti, anche con polmonite, guariscono da soli. Non si riescono a ricoverare tutti. Ma sappiate che i più guariscono da soli. Se però, anche i giovani, si accorgono che dopo un medio sforzo vanno in affanno – ma affanno vero come vertigine o pre sincope – allora bisogna chiamare aiuto. Volevo solo sottolineare che i morti, sono morti molto prima del tempo, grazie al virus e non solo perché erano già ammalati”.

Medico Ospedaliero: “È una malattia che stiamo scoprendo sul campo, non ci sono arrivati altre informazioni se non l’esperienza dei nostri vicini della Lombardia. Prima che arrivasse l’onda epidemica, avevamo fatto un corso di aggiornamento sul Coronavirus che ci aveva dato informazioni quasi elementari. La realtà è ben diversa e drammatica da quello che ci si aspettava. Non voglio creare panico, voglio solo dare informazioni corrette. Sappiate che i più guariscono da soli. Una coppia di miei amici hanno sviluppato la polmonite bilaterale interstiziale, ma sono guariti; nell'arco di 4-5 giorni scompare la febbre, la tosse resiste per molto tempo,ma dopo circa 20/25 giorni passa.”

Medico di Base: “Purtroppo qualche eccezione esiste come le altre influenze, ma non hanno mai fatto il bollettino di guerra e soprattutto questo insegna come è importante la tanto sottovalutata vaccinazione che salva tutti gli anni tanti anziani. La politica del terrore spaventa le persone normali, non i coglioni. Per quelli bisogna usare altri mezzi. L’Asiatica e l’Hong Kong hanno fatto centinaia di migliaia di morti, ma era un altro mondo e nessuno faceva bollettini di morte etc etc e non c’erano respiratori ed altro. Non vengono mai fatte comparazioni. Sembra che non muoia più nessuno di niente, ma non è così. Il medico ha la funzione non solo di curare, ma anche di rassicurare. Ricevo centinaia di telefonate di gente terrorizzata solo per un mal di gola o un raffreddore… La politica del terrore serve anche a far sì che per una cazzata la gente si rechi in Ospedale affollando ancor di più i pronto soccorso: se di vuol far star e a casa la gente di utilizzino le forze dell’ordine per i coglioni e purtroppo per tanto giovani incoscienti. Ma spaventare gli altri è follia diciamo un azzardo.”

Medico Ospedaliero: “Negli uffici, in azienda, non servono mega mascherine con filtri. Noi usiamo F2, ma siamo a stretto contatto per 12 ore e usiamo F3 solo in caso di terapia con aerosol o nei momenti in cui il paziente viene intubato. Le mascherine chirurgiche vanno bene per proteggere se stessi o gli altri, (commesse, operatori agli sportelli), ma devono essere indossati sia da chi lavora che da chi si avvicina a loro. Nella passeggiata o in casa non serve niente”.

Medico Ospedaliero: “Attualmente il cocktail di antivirali (quelli usati per l’Hiv) e il farmaco antireumatoide, iniziati subito, appena arrivano in ospedale con insufficienza respiratoria, sembra dare buoni risultati, proprio per svezzarli meglio e più velocemente dai respiratori e per evitare il gesto estremo dell’intubazione. L’antireumatico inibisce quella risposta esagerata che aggrava la fibrosi polmonare con una risposta autoimmunitaria patologica. Ecco perché si dà solo a chi è già compromesso. Non lo si dà come prevenzione. Come, molto efficace deve essere l’anticorpo monoclonale sperimentato a Napoli che inibisce il processo di fibrosi polmonare tipica della risposta autoimmunitaria patologica”.

 


Autore
Gabriele Majo, 56 anni (giornalista pubblicista dal 1988 e giornalista professionista dal 2002), nel 1975, bambino prodigio di soli 11 anni, inizia a collaborare con Radio Parma, la prima emittente libera italiana, occupandosi dei notiziari e della parte tecnica dei collegamenti esterni. Poi passa a Radio Emilia e quindi a Onda Emilia. Fonda Radio Pilotta Eco Radio. Nel 1990, dopo la promozione del Parma in serie A, è il responsabile dei servizi sportivi di Radio Elle-Lattemiele, seguendo l'epopea della squadra gialloblù in Italia e in Europa, raccontandone in diretta agli ascoltatori i successi. Contemporaneamente è corrispondente da Parma per Tuttosport, Repubblica, Il Messaggero, L'Indipendente, Paese Sera ed altri quotidiani. Dal 1999, per Radio Capital è inviato sui principali campi della serie A, per la trasmissione "Capital Gol" condotta da Mario Giobbe. Quindi diviene corrispondente e radiocronista per Radio Bruno. Nelle estati dal 2000 al 2002 è redattore, in sostituzione estiva, di Sport Mediaset, confezionando servizi per TG 5, TG 4 e Studio Sport. Nel 2004 viene chiamato al Parma F.C. quale "coordinatore della comunicazione" e direttore responsabile del sito ufficiale www.fcparma.com. Nel 2009, in disaccordo con la proprietà Ghirardi, lascia il club ducale. Nel 2010 fonda il blog StadioTardini.com di cui nel 2011 registra in Tribunale la testata giornalistica (StadioTardini.it) divenendone il direttore responsabile. Il rifondato Parma Calcio 1913, nel 2015, gli restituisce l'incarico di responsabile dell'ufficio stampa e comunicazione. Da Luglio 2017 si occupa dello sviluppo della comunicazione e di progetti di visibilità a favore di Settore Giovanile e Femminile della società.

Pubblicato in Salute e Benessere

di Francesca Caggiati - 22 marzo 2020 - Si chiama Mario Sancinelli, è un bergamasco, e dal suo profilo Facebook registra un filmato e scrive: "Video sfogo di un Bergamasco, un Italiano arrabbiato. Dedicato a chi di questo schifo non ne può più."

Ed elenca gli innumerevoli errori e mancanze che i nostri politici hanno commesso in questi lunghi giorni, a partire dai primi ricoveri da coronavirus che risalgono a fine gennaio.

Fino ad arrivare ad oggi. Una situazione drammatica di cui ancora non si intravede la fine e non si riesce a prevederne i morti, con i nostri governanti focalizzati ancora sugli aspetti economici, ancor prima che sulla salute e la vita delle persone. 

Sei minuti in cui, punto per punto, disamina la situazione nella sua città. Situazione che si sta replicando in tutte le province italiane e che non risparmierà nessuno. Anzi, al Sud potrebbe essere ancora più cruenta.

Quando tutto sarà finito, Sancinelli - un cittadino come tanti, esasperato da questa situazione straziante - invita a ricordarsi di come si sono comportati coloro che dovrebbero avere a cuore il bene dell'Italia e di tutti gli italiani.

VIDEO 

https://www.facebook.com/mario.sancinelli.5/videos/2880972091989924/

Pubblicato in Cronaca Emilia

Editoriale:  - Bisogna armarsi di una gran pazienza. Il tunnel è lungo. - Lattiero caseario. Coronavirus e preoccupazioni commerciali   - Cereali e dintorni. Fase confusa e critica dei mercati. -  Le aziende vitivinicole al tempo del coronavirus – una preziosa iniziativa che può aiutarle...

Cibus-12-22mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 12 22 marzo 2020
1.1 editoriale
Bisogna armarsi di una gran pazienza. Il tunnel è lungo.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Coronavirus e preoccupazioni commerciali    
4.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Fase confusa e critica dei mercati.
6.1 cereali e dintorni tendenze.
7.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Varie fonti news
8.1 apicoltura  “Apicoltori reggiani assediati dai ladri di alveari”
8.2 agricoltura  Agricoltura. Le richieste della Regione alla ministra Bellanova
9.0 vitivinocoltura e covid-19 Le aziende vitivinicole al tempo del coronavirus – una preziosa iniziativa che può aiutarle
9.1 bonifica parmense Bonifica Parmense, orari e disposizioni per l’emergenza da Coronavirus
10.1 promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

 

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La giornata dell'acqua, una ricorrenza mondiale per concentrarci a pensare ai cambiamenti climatici. Ma quest'anno la giornata, al tempo del coronavirus, assume un significato ancor più importante. Alla fragilità climatica dobbiamo associare la fragilità ancor più grave dell'umanità.

Di Lamberto Colla Parma 22 marzo 2020 - Una molecola talmente semplice da non riuscire a interpretarla compiutamente. H2O, o più correttamente H3O+, è la formula di quello straordinario elemento chiamato acqua, l'unico presente  in natura sotto tre differenti stati: liquido, gassoso e solido.

Un enigma che ancora spacca il cervello agli scienziati.

Una formula così semplice ma così indecifrabile per un elemento straordianariamente indispensabile alla vita umana, vegetale, animale e per tutto l'ecosistema mondiale.

Oggi l'umanità è messa in scacco da un semplice virus. Da due mesi l'intera popolazione mondiale si difende applicando una forzata resilienza. L'inattività sociale come difesa; ma cosa accadrebbe in caso di parziale indisponibllità del prezioso elemento che lava, disseta, sanifica, alimenta e si autorigenera.

3 giorni di mancanza e la vita cesserebbe. Altro che quarantena da Covid-19. Una guerra a tutti gli effetti si scatenerebbe immediatamente per appropriarsi del prezioso elemento.

Se di solidarietà internazionale abbiamo visto molto poco in occasione dell'emergenza da coronavirus, a partire dal sequestro di mascherine destinate in Italia anche da parte dei nostri "splendidi alleati", immaginiamo quale potrà essere la solidarietà in caso di carenza d'acqua.

Cambiamenti climatici e pandemie possiamo ben dire che vadano a braccetto, tant'è che quest'ultime non possono essere contrastate in mancanza di un accesso universale all’acqua potabile e sicura. E' un diritto umano.

Acqua pulita per tutti. Purtroppo nel mondo, ma anche in diverse aree d'Italia, non sempre è così.

In queste giornate di contrasto alla pandemia, perciò, qualche minuto al giorno possiamo dedicarlo a pensare alle cose fondamentali e indispensabili per la nostra sopravvivenza: la salute, come mostruosamente il Covid-19 sta dimostrando, l'acqua come nutrimento, come disinfettante, come componente del 70% del nostro corpo, come componente dell'aria che respiriamo, come enigma ma anche come bellezza naturale, i rapporti sociali, che tanto sono stati limitati in questi 15 giorni e lo saranno per molto tempo ancora, la qualità della vita più in generale.

L'acqua, ricordiamo, è di tutti ma non è ancora disponibile per tutti!

 Mo_alluvione02.jpg

 

 

Per rafforzare la risposta del sistema sanitario parmense all’emergenza Coronavirus, Proges ha messo a disposizione 39 posti della nuova struttura di Roccabianca, anticipandone l’apertura.

Si chiama Villa Norge e, ormai conclusi i lavori di ristrutturazione e messa a norma, era pronta per essere aperta a fine marzo e accogliere i primi anziani in lista d’attesa.

Ma di fronte all’emergenza Coronavirus e al rischio di collasso delle strutture ospedaliere, Proges ha messo a disposizione la struttura alle autorità sanitarie e di concerto con la direttrice di Asl Parma dottoressa Saccenti e al sindaco di Roccabianca Gattara ha affrettato i preparativi e gli adempimenti affinché da subito possano iniziare gli ingressi, che da domani avverranno ogni giorno, compresi i festivi.

La struttura ospiterà così pazienti Covid o sospetti Covid dimessi dagli ospedali ma che necessitano di proseguire le terapie antibiotiche o per i quali si sconsiglia il rientro alla propria abitazione. L’ASL garantirà la presenza di medici e la fornitura dei farmaci e dei dispositivi di protezione (camici, guanti, mascherine e occhiali) affinché ogni operatore possa lavorare in totale sicurezza. Ma la cooperativa è anche alla ricerca di personale: operatori socio sanitari, infermieri e assistenti.

“Abbiamo ricevuto mercoledì – dichiara Giancarlo Anghinolfi Direttore generale di Proges – la comunicazione di Asl che cercava posti letto per pazienti Covid 19 e ci siamo attivati nel più breve tempo possibile, grazie all’aiuto del Comune. D’altronde in questi giorni tutto il nostro lavoro è un continuo affrontare l’emergenza. Le residenze per anziani e i servizi domiciliari stanno svolgendo un servizio che è diventato più che mai per tutta la comunità, curando e assistendo la parte più fragile ed esposta della popolazione. I nostri operatori stanno facendo un lavoro straordinario, in condizioni ogni giorno più difficili. Stiamo facendo il possibile, moltiplicando il nostro impegno e offrendo il nostro aiuto quando possiamo. Ma abbiamo bisogno di attenzione e provvedimenti ad hoc, per riuscire a mantenere e rafforzare attività essenziali per la salute dei nostri anziani e dei nostri operatori”.

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Proges cerca operatori socio sanitari, infermieri, addetti all’assistenza e fisioterapisti per Villa Norge e per altri servizi residenziali e domiciliari nella provincia di Parma. Per candidarsi è possibile scrivere a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Pubblicato in Cronaca Parma

Editoriale:  - Andrà tutto bene! Razzismo, discriminazione etnica e respingimenti al tempo del coronavirus - Una lenta agonia: "Breath Play", No Grazie - Lattiero caseario. Prezzi in flessione per gran parte dei prodotti in esame. - Cereali e dintorni. Borse a picco e le materie prime ne risentono -Macchine agricole: l’emergenza Coronavirus non ha fermato l’industria italiana - BCE, all'autorevolezza di Draghi abbiamo sostituito l'arroganza della Lagarde? -


cibus-11-15mar2020-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 11 15 marzo 2020
1.1 editoriale
Andrà tutto bene! Razzismo, discriminazione etnica e respingimenti al tempo del coronavirus.
2.1 economia e politica
Una lenta agonia: "Breath Play", No Grazie
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Prezzi in flessione per gran parte dei prodotti in esame.   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Borse a picco e le materie prime ne risentono
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 Parmigiano e Coronavirus  Parmigiano Reggiano: la strategia di crisi del consorzio per salvaguardare la filiera e proteggere i lavoratori
6.2 agricoltura e coronavirus Agricoltura, Coronavirus. Rinvio scadenze e altro
8.1 macchine agricole  Macchine agricole: l’emergenza Coronavirus non ha fermato l’industria italiana
9.1 BCE, spread e coronaìvirus BCE, all'autorevolezza di Draghi abbiamo sostituito l'arroganza della Lagarde?
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Luca Russo da Stadiotardini.it – Un paese intero chiuso in casa per contrastarne la diffusione, strutture sanitarie messe a dura prova dalla sua avanzata e bollettini giornalieri dai contorni drammatici. Il Coronavirus sta assumendo sempre di più le sembianze dell’11 Settembre italiano. Un 11 Settembre, però diluito nel tempo, che ci sferra un destro da potenziale ko un giorno sì e l’altro pure.

I contagiati aumentano di ora in ora, in modo sì costante, ma per fortuna non esponenziale come si temeva, crescono il numero di decessi e quello dei pazienti per i quali è necessario il ricovero in terapia intensiva, ma inizia a irrobustirsi anche l’esercito dei guariti. L’Italia, insomma, tiene botta, per ora e in attesa del prevedibile picco che gli esperti ipotizzano per la fine di Marzo. Merito di un Sistema Sanitario Nazionale che, a differenza di quanto accade altrove, garantisce cure a tutti, inclusi coloro che vuoi per l’età, vuoi perché affetti da molteplici patologie hanno una speranza di vita limitata.

Merito di medici, infermieri e operatori sociosanitari che stanno sottoponendosi a turni di lavoro massacranti, affrontando in prima linea a mani nude e a volto scoperto quel pericolo che noi comuni mortali stiamo combattendo restando a casa e in tenuta da astronauta. Loro, il nostro esercito a nostra difesa nella guerra al Coronavirus. Costretti ad operare in condizioni perlomeno critiche, perché i tagli alla Sanità degli ultimi anni hanno imposto una progressiva riduzione delle risorse e delle strutture ospedaliere i cui effetti, già visibili in tempi di pace, appaiono plasticamente evidenti e drammaticamente decisivi nella partita contro questo nemico invisibile. Una sfida che avremmo potuto vincere non dico a mani basse, ma quasi, se ormai molto tempo fa non fosse stato sdoganato il concetto di azienda sanitaria, ovvero la salute pubblica gestita da manager orientati innanzitutto agli equilibri di bilancio… e poi al resto.

Capisco, condivido e sottoscrivo la necessità di ridurre o addirittura azzerare completamente gli sprechi e l’esigenza di allocare meglio i soldi, ma come si può immaginare di offrire un servizio pubblico restando in pari? Tutt’al più si dovrebbe legittimamente tendere al “contenimento dei piazza danni”. La razionalizzazione voluta da qualcuno ci ha invece portati a sforbiciate irrazionali. Nel 2015 il regolamento per gli standard ospedalieri ha sancito che un utilizzo medio dell’80/90% dei posti letto durante l’anno va considerato efficiente. In soldoni, dei 5.000 posti di terapia intensiva disponibili sul territorio nazionale, quelli liberi per l’emergenza COVID-19 concretamente sono meno di un migliaio.

Quindi, è sufficiente che i pazienti con Coronavirus occupino il 20% dei posti per saturare i reparti. Cifre che dovrebbero farci intuire come le difficoltà attualmente patite dai nostri ospedali siano figlie non solo dell’elevata aggressività del virus, ma anche della dannosa spending review di cui sopra. Nel resto d’Europa solo la Germania è messa realmente bene in materia con 30 posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. La Francia, come noi, non va oltre i 12 e in Spagna si scende addirittura al di sotto delle 10 unità. Preoccupante il dato della Gran Bretagna: 7 posti letto di terapia intensiva ogni 100 mila abitanti. Una cifra che diventa raccapricciante se si pensa che il Regno Unito intende contrastare l’avanzata del virus puntando praticamente tutto sull'immunità di gregge, ovvero sul meccanismo di protezione per cui quando una parte significativa della popolazione risulta vaccinata contro una minaccia esterna finisce col tutelare indirettamente pure quei soggetti che non hanno sviluppato direttamente l’immunità. Una forma di protezione che si “attiva” in presenza di un vaccino, naturalmente.

Ma in sua assenza, come nel caso del Coronavirus, l’unico modo per venire all'immunità di gregge brutalmente è far sì che le persone siano contagiate così che possano sviluppare validi anticorpi. Immaginate il virus che nelle battute iniziali del suo dilagare saltando da un individuo all'altro trova soltanto semafori verdi, mentre quando l’immunità di gregge prende consistenza inizia ad imbattersi in qualche semaforo rosso. Questa è la strategia cui parrebbero voler tendere i governanti d’oltremanica: permettere al virus di camminare tra la gente e in questo modo avvicinarsi gradualmente all'obiettivo dell’immunità di gregge.

Dal mio punto di vista, un’idea malsana, rischiosa e disumana, perché al momento non si ha ancora la certezza che il COVID-19 sia una malattia immunizzante, ovvero in grado di garantire l’immunità a chi ne viene colpito, cioè non sappiamo se una persona contagiata possa essere infettata di nuovo; e perché costerà tante, tantissime, troppe vite umane, vista la letalità del COVID-19 e considerato che non tutti saranno abbastanza preparati e forti da sconfiggerlo in autonomia. E allora mi ritengo fortunato ad essere nato in Italia, in un Paese che opera pure i 90enni se esiste una sola piccolissima e impercettibile possibilità di salvargli la vita. Un’Italia che ora vedo inginocchiata, accartocciata su sé stessa, stremata dall'emergenza che l’ha travolta. Piegata, ma non spezzata. Alle corde, ma non sconfitta. In lacrime, ma non rassegnata. Un’Italia non come chi vince sempre, ma come chi non si arrende mai (cit. Frida Kahlo).

UN’ITALIA CHE CE LA FARÀ SE E SOLO SE NOI TUTTI RESTIAMO RESPONSABILMENTE A CASA. 

Da StadioTardini.it 

http://www.stadiotardini.it/2020/03/columnist-luca-russo-coronavirus-la-suicida-spending-review-sulla-sanita-continuiamo-restare-responsabilmente-casa.html

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Editoriale:  - Italiani untori?  Sarebbe giunta l'ora di richiedere i danni ai nostri splendidi alleati - Coronavirus: FIEPET Confesercenti Emilia Romagna, in bar e ristoranti della Regione persi 37,8 milioni di euro in 10 giorni. - Lattiero caseario. Cedono latte e burro. Borse di Parma e Verona ancora chiuse  - Cereali e dintorni. Mercati alla disperata ricerca di occasioni per risalire - L’Italia s’è ferma... -

cibus_10_8mar2020_cop.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 10 08 marzo 2020
1.1 editoriale
Italiani untori? E' il momento di chiedere i danni ai nostri splendidi alleati
2.1 economia  Coronavirus: FIEPET Confesercenti Emilia Romagna, in bar e ristoranti della Regione persi 37,8 milioni di euro in 10 giorni.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Cedono latte e burro. Borse di Parma e Verona ancora chiuse   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati alla disperata ricerca di occasioni per risalire
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 coronavirus sostegni UniCredit amplia le misure a sostegno dei territori colpiti dal virus COVID - 19
6.2 meccanica agraria Regno Unito: il trattore fa i conti con la Brexit
7.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determina prezzo
7.2 Coronavirus emilia  Coronavirus: il sistema sanitario regionale regge bene e intanto si pensa al lato economico del sistema produttivo e al lavoro
8.1 sanita‘ Emilia Romagna  Conferenza
9.1 coronavirus L’Italia s’è ferma...
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di Francesca Caggiati – Siamo in emergenza sanitaria ormai mondiale. Smettiamo di raccontarcela e di voler tenere gli esercizi commerciali e i mercati aperti, smettiamo di dire che è una banale influenza, smettiamo di invocare una fantomatica privacy per nascondere chi è stato colpito dal virus e potenzialmente ha già anche contagiato le persone con cui è entrato in contatto nelle ultime settimane. Smettiamola di farci dei selfie con degli slogan del tipo #parmanonsiferma, perché si sta parlando della vita delle persone.
Il diritto alla salute e alla vita deve essere messo al primo posto, al di sopra di ogni altro interesse o diritto privato. Non esiste il benessere del singolo, se non c’è al primo posto il benessere collettivo.


Finora solo la comunità cinese – che già da lunedì 2 marzo – ha deciso in modo autonomo, responsabile e consapevole di chiudere tutte le sue attività commerciali, ha dimostrato di avere a cuore il bene della collettività.


Come ha dichiarato il prof. Massimo Galli – Primario Struttura Complessa Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano – alle telecamere di La7 nel servizio andato in onda il 5 marzo scorso: “Nelle epidemie storiche hai una prima fase in cui ci si dà di gomito dicendo “Ce l’ha il nostro vicino il problema, ah che paura, però insomma ce l’ha lui”. Poi c’è la fase in cui ti rendi conto che ti è arrivata in casa e in cui rifiuti l’idea "Ma nooo! Non è possibile, non è possibile che sia qua da noi!". Poi c’è la fase in cui si deve prendere atto e vengono assunte delle misure. Poi c’è la fase in cui c’è qualcuno che dice: “Ma queste misure ci rovinano!” e allora vengono ridotte. E poi c’è la fase della rovina totale in cui la malattia dilaga”.
Semplici, ma precise parole che rendono perfettamente l’idea di quello che è successo con il primo decreto e l’attuazione dello stesso che fa quasi retromarcia poco dopo. Come dice il professor Galli: “Una assoluta sciocchezza!


Eppure abbiamo visto leader politici nazionali e locali dire di continuare a venire in Italia e a Parma, dire di continuare a vivere come se nulla fosse, postare selfie per far vedere al mondo intero che qui è tutto a posto e non c’è nulla o quasi di cui preoccuparsi. E questo è a dir poco sconcertante.


Perché sono già due settimane che l’Italia è in allerta e perché significa non essere consapevoli e non aver compreso la gravità della situazione, oppure significa fregarsene per dare un contentino agli esercenti delle attività commerciali che si lamentano, tenendo solo in considerazione l’aspetto economico a breve termine, senza avere chiaro che una pandemia come ormai è stato appurato essere il coronavirus, porterà ad un collasso del sistema sanitario ed economico inevitabile e di quelli forse mai visti prima.
Qui ci si limita a pubblicare dati statistici quasi timidamente, ricordando di attenersi alle distanze di sicurezza, che oggi non si sa neppure quali siano esattamente. Si parla di 1 mt o 1,82 mt o… ?!


https://www.corriere.it/salute/malattie_infettive/20_marzo_04/coronavirus-ma-qual-giusta-distanza-sicurezza-dc8a8c76-5df6-11ea-8e26-25d9a5210d01.shtml


Quindi cosa fare?!

Moriremo tutti? No per fortuna. Ma questo non significa che non ci dobbiamo preoccupare, perché il problema non è l’estinzione della specie.


Il problema è che il Covid-19 è una malattia che richiede un’assistenza al malato particolare, con una percentuale di malati che ha bisogno di ricevere respirazione assistita e quindi di essere ricoverata nei reparti di rianimazione. Se il numero di contagiati aumenta drasticamente, aumenta anche il numero di pazienti da ricoverare in rianimazione e chissà per quanti giorni.

Non essendoci una terapia specifica e ammalandosi gravemente fino alla morte anche persone giovani - tra i primi il medico ofmatologo Li Wenliang, 34 anni, di Wuhan, seguito da altri giovani medici cinesi - e persone apparentemente sane, bisogna evitare che il numero dei contagiati esca fuori controllo.


I posti in rianimazione sono limitati e, in più in generale, tutti i posti ospedalieri sono limitati rispetto alla popolazione, quindi il rischio concreto è quello di non poter accedere neppure alle cure che comunque – meglio ripeterlo – non sono specifiche per il coronavirus.


Il personale sanitario è limitato, si sta ammalando e alcuni medici anche in Italia sono già morti. Il rischio del collasso del sistema sanitario è reale. Non una remota ipotesi.


In aggiunta come già pubblicato da Il Fatto Quotidiano di oggi “La Società italiana di anestesia, analgesia, rianimazione e terapia intensiva ha diffuso un documento tecnico per "fornire un supporto agli anestesisti-rianimatori attualmente impegnati a gestire in prima linea" la maxi-emergenza in cui scrive: "Può rendersi necessario porre un limite di età all'ingresso in terapia intensiva. Non si tratta di compiere scelte meramente di valore, ma di riservare risorse che potrebbero essere scarsissime a chi ha in primis più probabilità di sopravvivenza e secondariamente a chi può avere più anni di vita salvata."

E il vaccino? Come prima cosa non è ancora stato trovato, quando e se verrà trovato, ci vorranno comunque mesi affinché sia disponibile, quindi non facciamoci troppo affidamento.

Prendiamo esempio dai cinesi. Fermiamoci. Ma fermiamoci seriamente. Tutti in casa per almeno due o tre settimane e comunque fin tanto che la curva dei contagi non arresti la sua crescita. Tutto chiuso, a parte gli ospedali. Medicinali e spesa consegnata a domicilio con personale munito di mascherina e pos per i pagamenti.

Se proprio non possiamo fare a meno di uscire, mettiamoci la mascherina anche se pensiamo di essere sani come i pesci, in modo da scongiurare il contagio.
Se non troviamo mascherine possiamo sempre metterci  una sciarpa sul naso e la bocca in modo tale da sopperire.
Ma se non è strettamente necessario… stiamo in casa!!

E lanciamo un nuovo slogan più saggio di questi tempi: #iomifermo


Io mi fermo significa che ho a cuore la mia salute, quella dei miei cari e di tutta la collettività. Io mi fermo significa che finalmente avrò il tempo per stare con i miei figli, i miei genitori, i miei fratelli o sorelle. Avrò il tempo per leggere quel libro che ho sul comodino da mesi, vedere o rivedere un bel film, cucinare in tranquillità utilizzando anche gli avanzi del giorno prima senza buttarli come facevo prima, ripensare alla mia vita e al mio lavoro.

Posso lavorare da casa?


Sì… possiamo anche lavorare da casa, in molti modi: mandare mail, ricevere e fare telefonate (ormai il telefono si usa per tutto tranne che per far sentire la nostra voce!), possiamo partecipare ad una riunione di lavoro in videoconferenza con colleghi e capo, clienti o fornitori, possiamo frequentare corsi e lezioni on line o in streaming e fare tante altre cose, da casa.


Ripensiamo tutti ad un modo di lavorare dislocato, geo localizzato, smart, da remoto… o chiamatelo come volete. Ma pensiamoci.


Tra qualche mese l’emergenza finirà. E quando l’emergenza sarà finita riprenderemo a frequentarci di persona, a ritrovarci per aperitivi ed eventi, ad abbracciarci e a baciarci ringraziando di essere ancora vivi!


Bisogna assolutamente evitare che il numero di persone contagiate aumenti.


E il modo più efficace è stare in casa.


Questo è l’unico vero messaggio che dovrebbe arrivare dalle Istituzioni a tutti gli Italiani. Senza tentennamenti e senza deroghe!

 

Pubblicato in Cronaca Emilia

Editoriale:   - Tafazzi gongola col CovINPS-19 e dimentica il referendum costituzionale del 29 marzo - “Spesso buono oltre" la data di scadenza contro lo spreco alimentare. - Lattiero caseario. Il “Latte spot" e il “Parmigiano” restano in fase negativa - Cereali e dintorni. Mercati ancora bassi, ma ai blocchi di ripartenza. - Spagna: Alla vigilia di FIMA. -

cibus_9_1_mar2020_-COP.jpgSOMMARIO Anno 19 - n° 09 01 marzo 2020
1.1 editoriale
Tafazzi gongola col CovINPS-19 e dimentica il referendum costituzionale del 29 marzo
2.1 spreco alimentare
“Spesso buono oltre" la data di scadenza contro lo spreco alimentare.
3.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Il “Latte spot" e il “Parmigiano” restano in fase negativa.   
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati in balia del “coronavirus”
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati ancora bassi, ma ai blocchi di ripartenza.
7.1 ambiente romagna Siccità invernale, il Canale Emiliano Romagnolo anticipa l’irrigazione
7.2 meccanica agraria Spagna: Alla vigilia di FIMA.
8.1 Prezzo riferimento Reggio E.  Determina prezzo
8.2 fiume PO  Consorzio Emilia Centrale: al via le operazioni in alveo per sgomberare dalle sabbie l’impianto di Boretto (RE)
9.1 sanita‘ Emilia Romagna  Conferenza stampa dell'Assessore alla sanità Sergio Venturi. I chiarimenti applicativi dell'ordinanza del 23 febbraio e il numero verde
10.1 incendi e prevenzione Carabinieri Forestali: attenzione agli incendi boschivi, sanzioni per l’accensione di residui vegetali effettuati senza le necessarie comunicazioni.
11.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

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