Il Salone per gli appassionati del vino ospita anche Sol&Agrifood, rassegna agroalimentare ed Enolitech, evento sulle tecnologie per le filiere di olio e vino.
di Alessandra Ardito - Parma, 22 marzo 2015 –
Oggi è il giorno atteso dagli amanti del vino e dagli addetti ad un settore sempre più in crescita che, si stima in oltre 150000, visiteranno il Salone internazionale dei vini e dei distillati di Veronafiere ( www.vinitaly.it ), giunto alla 49^edizione.
Dal 22 al 25 marzo Vinitaly si svolge in contemporanea a Sol&Agrifood, rassegna dell'agroalimentare di qualità (www.solagrifood.com), ed Enolitech, salone dedicato alle tecnologie per le filiere del vino e dell'olio (www.enolitech.it ).
Al Vinitaly si aspettano anche operatori specializzati dal più di 120 nazioni del mondo e quest'anno, per favorire l'arrivo di buyer dall'estero, l'evento sarà fortemente orientato all'incontro con delegazioni e missioni commerciali provenienti sia da mercati maturi, sia da aree in forte o potenziale sviluppo, con un calendario di seminari e degustazioni professionali .
«Il Salone, in un anno di importanti appuntamenti per il settore, primo fra tutti l'EXPO a Milano dove saremo protagonisti da maggio con il Padiglione del Vino – dice Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere –, può contare su numeri importanti. Il totale delle aziende espositrici si consolida a più di 4.000. La superficie espositiva netta supera quota 91mila metri quadrati, che raggiungono i 100mila con Sol&Agrifood ed Enolitech. Con queste tre manifestazioni insieme, Veronafiere per quattro giorni si fa interprete e promuove l'eccellenza del settore agroalimentare made in Italy».
Come ogni anno, con oltre 150 mila visitatori concentrati in quattro giorni di manifestazione, la logistica, il sistema dei parcheggi e i collegamenti intorno al quartiere fieristico vengono strutturati per ottimizzare il tempo a disposizione del business per gli operatori: «Considerato che quasi il 40% dei visitatori raggiunge Vinitaly in treno – fa sapere Mario Rossini, vicedirettore generale di Veronafiere –quest'anno abbiamo anche inaugurato, in collaborazione con Ferrovie dello Stato e Comune di Verona, un nuovo collegamento pedonale diretto che permette, in dieci minuti, di raggiungere la Fiera dalla Stazione di Porta Nuova».
Vinitaly and the City immancabile, rinnovato e ampliato, è l'appuntamento che si è inaugurato ieri e che continuerà fino al 23 marzo. Si tratta del FuoriSalone serale di Vinitaly dedicato agli appassionati di vino, quest'anno realizzato in collaborazione con il Comune di Verona nelle piazze del centro storico di Verona: Piazza dei Signori, Cortile del Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.
Le Marche a Vinitaly 2015 con 210 etichette in terrazza e 112 aziende. Bianchi di punta sono Verdicchio, Pecorino e Passerina.
Bianchi di punta, Verdicchio, Pecorino e Passerina in testa, 20 denominazioni autoctone dalla forte identità territoriale, biologico in crescita (+15,5% di superficie vitata sul 2013 e 2^ regione in Italia per incidenza del bio sul totale superficie vitata. Fonte: Sinab). Sono le carte vincenti delle Marche del vino alla 49^ edizione di Vinitaly, in programma dal 22 al 25 marzo.
Centododici le aziende quest'anno e 210 le etichette nello stand della Regione (Pad. 7, C6/7/8/9), da degustare in terrazza a ritmo di Jazz, alla scoperta di vini non convenzionali e dai vitigni millenari.
Tra le novità 2015, oltre alle attività delle Marche a Expo, "Vino&Giovani e...hamburger" (22 marzo ore 13:30), l'easy lunch firmato Errico Recanati, con Neri Marcorè e la pluricampionessa di fioretto Elisa Di Francisca, ambasciatrice del Verdicchio nel mondo, per presentare l'indagine nazionale "Vino&Giovani" dell'Università Politecnica delle Marche, commissionata dall'Istituto Marchigiano di Tutela Vini-IMT. Un'analisi a tutto tondo raccontata in modalità twitter, che fotografa il nuovo senso dei giovani italiani per il vino, dalle abitudini di consumo a trend e spesa media. All'evento sarà presente l'assessore all'Agricoltura della Regione Marche, Maura Malaspina. L'easy lunch è realizzato con i prodotti del polo enogastronomico regionale Food Brand Marche, tra cui la nuova interpretazione di hamburger dello chef stellato.
Martedì 24 marzo alle 11:00 riflettori puntati su export, mercato interno e trend di Verdicchio & Co (le 16 denominazioni tutelate da IMT) con la ricerca di Wine Monitor di Nomisma, a cura del responsabile dell'Osservatorio, Denis Pantini. Primo piano invece sui vini piceni con lo studio "Stili di consumo nazionali, identità Picene e percezione sul consumatore finale" (ore 12:00) condotto da Gabriele Micozzi, docente di Marketing alla Luiss di Roma e all'Università Politecnica delle Marche, e con la presentazione del presidio territoriale per Expo del Piceno. Da segnalare, l'ottima performance dell'Offida Pecorino docg tra gli scaffali, quest'anno primo tra i vini emergenti nella GDO secondo le anticipazioni della ricerca Iri per Vinitaly 2015, assieme al Pecorino abruzzese (+33,6% in valore e 32,5% in volume rispetto al 2013). Segue il Passerina, da poco entrato nella grande distribuzione, con un +26,2% in valore e +28,3% in volume.
E se gli emergenti conquistano posizioni, a farla da padrone sul fatturato vinicolo regionale e sulle esportazioni è il Verdicchio, che ha trainato un export dei vini marchigiani cresciuto di circa il 66% in valore dal 2003 al 2014 (dati Istat). Il bianco fermo più premiato dalle guide italiane, ha visto inoltre crescere di circa il 30% il prezzo medio negli ultimi 7 anni.
In ascesa anche il segmento bio, che mette a segno un +15,5% in termini di superficie vitata rispetto al 2013, passando da 3.278 ettari coltivati a 3.787 ha nel 2014. Il biologico occupa ormai il 22% della superficie vitata regionale (17.400 ettari), posizionando le Marche al 2°posto in Italia per incidenza della superficie bio sul totale della superficie vitata, subito dopo la Sicilia (24%) (fonte: Sinab). Al salone mondiale del vino, tra gli stand di Vinitalybio e Vivit, saranno presenti 11 aziende, di cui 6 del consorzio di vignaioli bio Terroir Marche.
Vinitaly sarà infine l'occasione per presentare il nuovo polo enogastronomico regionale Food Brand Marche (lunedì 23 marzo ore 10:30), piattaforma di riferimento, a partire da Expo 2015, per tutti gli operatori che vogliono entrare in contatto con l'agroalimentare regionale. Una compagine che aggrega sotto un unico marchio 13 soggetti e che già oggi vale il 40,2% (circa 439 mln di euro) del valore della produzione agroalimentare marchigiana.
Completano il programma le degustazioni delle doc Rosso Piceno, Bianchello del Metauro, Colli Pesaresi, Pergola, Colli Maceratesi e Lacrima di Morro d'Alba (tutti i giorni, ore 10:00-17:00).
La Regione Marche si trova al PAD. 7 – STAND C 6/7/8/9
Le Doc Marche: Bianchello del Metauro, Colli Maceratesi, Colli Pesaresi, Esino, Falerio, I Terreni di Sanseverino, Lacrima di Morro d'Alba, Pergola, Rosso Conero, Rosso Piceno, San Ginesio, Serrapetrona, Terre di Offida, Verdicchio dei Castelli di Jesi, Verdicchio di Matelica
Le Docg Marche: Conero, Offida, Vernaccia di Serrapetrona, Castelli di Jesi Verdicchio Riserva, Verdicchio di Matelica Riserva.
Cantine Casabella ritorna alle origini nell'anno dell'Esposizione Universale. Territorio, identità e mito. Gutturnio e Malvasia: quando la tradizione perfeziona l'innovazione tecnologica -
Piacenza, 20 marzo 2015 -
È un ritorno alle origini il Vinitaly 2015 di Cantine Casabella. Un momento di riflessione ed un omaggio alla lunga strada percorsa dall'enologia della Terra del Vino, già nota in antichità per le proprie eccellenze. Ed è proprio a queste, rappresentate da Gutturnio e Malvasia, che guarda l'azienda arquatese con la produzione limitata di mille bottiglie, bianche e rosse, che ricordano i vini della tradizione, quelli dei nostri avi. Un percorso tra territorio, identità e mito. Perché il vino non è solo una bevanda, ma un'emozione che cresce giorno dopo giorno.
Sono i vini delle origini il Gutturnio e la Malvasia: sono i vini che storicamente hanno fatto risplendere il nome piacentino nel mondo, il Gutturnio dai tempi dei romani, la Malvasia grazie all'estro di Leonardo da Vinci che ha riscoperto l'antico legame con il Peloponneso. Una tradizione che da quel momento si è tramandata, di padre in figlio. Cantine Casabella è tornata a quel momento: agli affetti, al momento in cui ogni singolo gesto si tramuta in un prodotto che racconta la storia. È il recupero di un'identità pura che avviene proprio nell'anno in cui l'Italia e la sua industria agroalimentare è impegnata nella realizzazione della grande Esposizione Universale.
Cantine Casabella avvia così, proprio a Vinitaly 2015, un processo di recupero della tradizione: i due vini sono i prodotti della nostra campagna, del territorio. Puri nel gusto, semplicemente maniacali nella lavorazione. Raccolta a mano, l'uva viene diraspata e pigiata in cantina. Il mosto di malvasia è vinificato in bianco, mentre quello della barbera e della bonarda è lasciato a contatto con le bucce ed i vinaccioli per alcuni giorni, separato da loro con la pressatura. Ne esce un vino torbido, dal colore ricco e dal gusto forte e deciso, che, senza filtrazioni, subisce solamente numerosi travasi prima dell'imbottigliamento, fatto con un residuo zuccherino che rende possibile la presa di spuma in bottiglia. Ne esce un vino frizzante che presenta sul fondo i lieviti della rifermentazione.
Sulla tavola è il vino che riporta alla mente le giornate del passato, quelle lunghe tavolate di una volta, dove era solo il sapore dei cibi a donare allegria. Cantine Casabella riguarda alle sue origini: quella che più di cento anni fa vide la tenuta di Ziano Piacentino avviarsi verso una produzione che nei decenni sarebbe divenuta mondiale. E propone i due classici che da sempre sono l'identità del territorio: è il vino della tradizione; quella dei nonni, ripresa nella grafica, schietta ed elegante come il prodotto che rappresenta. Suggellata con gocce di oro caldo, l'etichetta, su carta naturale invecchiata, ricorda nella grafica il vino delle origini: caldo e saporito, ricco e pulito, come le emozioni che portiamo nel cuore ricordando il passato. Come un mito che si rinnova nel tempo.
(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)
Da domenica 22 a mercoledì 25 marzo il Parmigiano Reggiano è nell'area dedicata all'alimentazione di qualità in coincidenza con la manifestazione più importante del panorama vinicolo (stand in Sol&Agrifood B 14 / 1) -
Reggio Emilia, 21 marzo 2015 -
Ci sarà anche il Parmigiano Reggiano all'edizione 2015 di Vinitaly, con un ampio stand collocato a Sol&Agrifood, l'area destinata all'alimentazione di qualità.
"Una scelta – sottolinea il direttore del Consorzio, Riccardo Deserti – che si lega innanzitutto all'importanza di questa vetrina internazionale, che richiama annualmente a Verona decine di migliaia di visitatori e centinaia di operatori delle catene distributive di tutto il mondo, configurandosi come veicolo formidabile per diffondere la conoscenza del nostro prodotto e stabilire contatti che si possono trasformare in opportunità commerciali".
In tal senso – spiega il direttore dell'Ente di tutela – riteniamo rilevante, oltre che nuovo, il filone dell'abbinamento del Parmigiano Reggiano con vini d'eccellenza per sostenere la diffusione internazionale del prodotto e delle esportazioni".
"Contemporaneamente – prosegue Deserti – con questa presenza puntiamo ad evidenziare anche l'ampia versatilità del Parmigiano Reggiano, che ne favorisce l'uso nelle più svariate situazioni di cucina e, grazie alle diverse stagionature, permette ottimi abbinamenti per un pubblico che vuole accompagnare prodotti di eccellenza a vini di prestigio".
Insieme al Consorzio e al Parmigiano Reggiano, in vetrina a Sol&Agrifood nell'ambito del Vinitaly si alterneranno, ogni giorno, due caseifici scelti tra quelli che solitamente partecipano alle iniziative di "Caseifici in tour" e che, pertanto, si presentano a fiere e manifestazioni rappresentando di tutto il settore.
"In questo modo osserva Deserti – metteremo in evidenza non solo l'alta qualità del prodotto, garantita da un disciplinare particolarmente restrittivo che pone le condizioni per una produzione autenticamente espressione del territorio di origine, ma anche il valore del lavoro dei caseifici artigianali che sono protagonisti di questo sistema".
Domenica 22 marzo saranno in scena il Caseificio sociale Nuovo Malandrone (MO) e la Società agricola Saliceto (PR), mentre lunedì 23 toccherà al Caseificio sociale Palazzo (PR) e al Caseificio sociale di Cavola di Toano (RE).
Martedì 24 marzo sarà la volta del Caseificio Gennari Sergio & Figli (PR) e del Caseificio Sociale Castellazzo (RE), mentre mercoledì 25 marzo saranno impegnate la Società agricola Butteri (PR) e la Cooperativa casearia del Frignano (MO).
Particolarmente importanti, nei giorni della manifestazione, saranno le collaborazioni instaurate dal Consorzio del Parmigiano Reggiano con eccellenze della produzione enologica italiana e internazionale, tra cui il Consorzio di tutela dei vini della Valpolicella, Première wines&food e i vini della regione Emilia Romagna.
Il Parmigiano Reggiano sarà quindi accompagnato da grandissimi vini, ma non mancheranno appuntamenti dedicati all'alta cucina. Presso lo Spazio Première Wines&Food (Cittadella del Gusto), per tutto il periodo di Vinitaly, Alma – Scuola Internazionale di Cucina con sede a Colorno (Parma), elaborerà 4 ricette di panini gourmet per il progetto "PANinMo" con ingredienti di eccellenza. Questa location ospiterà anche due show cooking con chef di prestigio come Michele Bacilieri del Ristorante Mezza Luna di Ferrara che preparerà la ricetta "uovo croccante con crema di Parmigiano Reggiano e Yoji Tokuyoshi del Ristorante Tokuyoshi di Milano che proporrà "Cucina Italiana Contaminata: Omaggio al Parmigiano Reggiano".
Gli appuntamenti del Parmigiano Reggiano a Vinitaly 2015
Domenica 22 marzo
ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti: Caseificio sociale Nuovo Malandrone (MO) e Società agricola Saliceto (PR) presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 10.30 La degustazione dei formaggi: un mondo di profumi e aromi Degustazione di due stagionature di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
ore 12.30 Cacio e Champagne Degustazione di 5 Champagne Blanc de Blancs abbinati a 5 stagionature di Parmigiano Reggianopresso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 15.00 Show Cooking Abbinamento di due grandi classici in chiave moderna: il Valpolicella Ripasso Superiore Tenzone 2010 di Eleva e l'"Uovo Croccante con Crema di Parmigiano Reggiano e Tartufo Nero" di Michele Bacilieri del Ristorante Mezza Luna di Ferrarapresso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 17.30 Il Parmigiano Reggiano incontra il Franciacorta Brindisi tutto italiano con due stagionature di Parmigiano Reggiano in abbinamento a Franciacorta presso lo stand del Mipaaf
Lunedì 23 marzo
ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti:
Caseificio sociale Palazzo (PR) – Caseificio sociale Cavola (RE)presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 14.30 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicella presso Pad. 8 stand H- H3
ore 14.30 "Cucina Italiana Contaminata": omaggio al Parmigiano ReggianoShow Cooking diYojiTokuyoshistorico sous chef di Massimo Bottura e attuale patron del Ristorante Tokuyoshi di Milano, che proporrà "Cucina Italiana Contaminata": omaggio al Parmigiano Reggiano presso lo Spazio Première wines&food (Cittadella del Gusto)
ore 16.30 Il Parmigiano Reggiano incontra le birre strutturate Degustazione guidata di tre stagionature di Parmigiano Reggiano in abbinamento alle birre del birrificio Angelo Porettipresso spazio Agorà (Sol &Agrifood)
Martedì 24 marzo
ore 9.30 – 18.30 Caseifici in Tour Possibilità di conoscere direttamente due produttori di Parmigiano Reggiano, assaggiare il prodotto e apprenderne le particolarità. Saranno presenti: Caseificio Gennari Sergio & Figli (PR) – Caseificio Sociale Castellazzo (RE)presso lo stand B 14 / 1 (Sol &Agrifood)
ore 9.30 Caffè Press
ore 10.30 La degustazione dei formaggi: un mondo di profumi e aromi Degustazione di due stagionature di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
ore 14.30 Nel confronto tra formaggi vince l'assaggio guidato Degustazione guidata con l'associazione Onafpresso spazio Agorà (Sol &Agrifood)
ore 15.30 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicellapresso Pad. 8 stand H2-H3
Mercoledì 25 marzo
ore 11.00 Il Parmigiano Reggiano incontra i vini della Valpolicella Abbinamento di 3 stagionature di Parmigiano Reggiano con i vini del Consorzio di tutela del Valpolicellapresso Pad. 8 stand H2-H3
ore 12.00 A caccia di miti: la verità sui formaggi nella dieta Degustazione guidata di Parmigiano Reggiano con l'associazione Onaf presso area Cheese Experience
(Fonte: ufficio stampa Consorzio del Parmigiano Reggiano)
Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015
SOMMARIO Anno 14 - n° 11 15 marzo 2015
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1.1 editoriale Giustizia e moralizzazione. Cosa insegna la triste storia del bunga bunga.
3.1 export vino I Buyer internazionali vogliono il vino del Belpaese
4.1 cereali e materie prime Materie prime, in attesa degli effetti di Expo2015,
5.1 Lattiero caseario Burro: raggiunto il colmo?
6.1 economia Inflazione: Coldiretti, pesa balzo prezzi verdura del 10,8%
6.2 quote latte Quote latte, in partenza le cartelle esattoriali.
6.3 aspettando vinitaly Le cantine più famose al mondo si convertono al "bio" e l'Emilia Romagna c'é.
7.1 export eventi Parmigiano e Prosciutto di Parma in "vetrina" da Harrods,
7.2 aspettando vinitaly Il boom dei vini biologici, e artigianali.
8.1 aspettando vinitaly Il Lambrusco coccola il palato degli italiani.
9.1 promozioni e Partner Per Bacco che promozione!
Vino nel mondo. Gli italiani meglio dei francesi. Lo scenario economico di alcuni paesi è cambiato ma l'Italia trova sempre più spazio grazie all'ottimo rapporto qualità/prezzo. Il Lambrusco conquista il Brasile.
Di Alexa Kuhne - Parma, 15 marzo 2015 -
Il nostro vino convince. Conquista ogni spazio nel mondo. Scalza, qualche volta, il bordeaux francese. I segnali sono tutti in positivo. Sta ai produttori e ai distributori, ora, renderlo ancora più seducente.
Come? Mostrando la capacità di rimodulare e di trovare l'approccio giusto alle varie situazioni. Per continuare a crescere – suggeriscono gli esperti di Vinitaly – bisogna accattivarsi aree geografiche molto differenti fra loro.
"Il contatto con i mercati – spiega Giovanni Mantovani, direttore generale di Veronafiere – è fondamentale per capire le tendenze e dare alle aziende le informazioni e i servizi di cui hanno veramente bisogno e per scegliere con cognizione di causa, visto l' incremento degli investimenti del 34%. Per questo Vinitaly, con Vinitaly International, è una fiera 'aperta' tutto l'anno, che da Verona si sposta in Cina, Usa, Canada e in altri Paesi".
Un mondo a due velocità, quindi, ma in eterna evoluzione.
Ecco, di seguito, un sintetico viaggio virtuale nell'"atlante" del commercio enoico.
Dall'indagine le reazioni migliori arrivano dai nostri partner storici, come la Germania, gli Stati Uniti e la Gran Bretagna. L'India, invece, si dimostra a dir poco ostica e la Russia, che pure nel 2014 ha resistito, si trova in mezzo alla peggior svalutazione del rublo degli ultimi anni, mentre il Brasile paga dazi altissimi.
In Cina, ad esempio, è importante sfruttare la debolezza manifestata nel 2014 dalla Francia, lavorando sulla costruzione di brand forti, a patto che si parli di prezzi ragionevoli. Sempre più popolari Barolo, Barbaresco, Brunello di Montalcino e Amarone della Valpolicella.
Ma l'Asia non è solo Cina, ed anche i piccoli scalpitano, a partire dal Vietnam il mercato del vino è cresciuto molto velocemente ed i protagonisti sono stati la Francia e l'Italia, ma c'è da fare i conti con una polarizzazione dei consumi, tra bottiglie sotto i due euro e vini sopra i venti. Anche in Corea del Sud si sta sgonfiando la bolla dei vini francesi, e la gente guarda agli italiani, più accessibili. In Brasile i vini rossi toscani stanno facendo bene, così come le bollicine di Lambrusco e Franciacorta ma l'aspetto più problematico è quello che riguarda l'altissima pressione fiscale.
Risalendo il Sud America, tra i Paesi più in salute c'è il Messico, dove la cultura del vino sta crescendo velocemente, specie se si parla di vino italiano, dalle etichette toscane a quelle del Nord Italia, come l'Amarone della Valpolicella, con un occhio ai vini del Sud. Il prezzo medio si attesta sui 12-22 dollari, mentre nella fascia più bassa non c'è competizione con i vini cileni ed argentini.
Tornando nell'emisfero Sud, c'è un Paese capace di essere, allo stesso tempo, competitor e partner: l'Australia, dove la passione per il vino italiano nasce, innanzitutto, dalla passione degli australiani per il Belpaese, scelto sempre più spesso come meta per le vacanze e quando tornano in Australia vogliono continuare a bere i vini straordinariamente diversi scoperti durante il viaggio.
Restando fuori dal Vecchio continente, il nostro partner commerciale più solido sono senza dubbio gli Stati Uniti, dove la grande presenza della ristorazione italiana è il primo veicolo di promozione per il vino e poi ci sono consapevolezza e dimestichezza con le tante diverse denominazioni, tanto che a fianco delle etichette più affermate stanno emergendo i vini di Sicilia, Puglia e Montepulciano d'Abruzzo per i rossi, e Alto Adige e Friuli per i bianchi. Dopo la crisi, però, si spende qualcosa in meno, e allora se la fascia 10-25 dollari va ancora forte, sopra i 40 dollari si fa più fatica.
Nord America non vuol dire solo Usa, anzi, e in Canada, ormai, il vino italiano è diventato più importante di quello francese, grazie soprattutto grazie ai vini piemontesi, toscani e veneti , ma bisogna tener presente che qui il vino è molto caro: se in Italia una bottiglia costa 4-5 euro, in Canada arriva a 25 dollari.
Chiudono questo viaggio i mercati del Vecchio Continente, dove il vino italiano è conosciuto da secoli. Come nel Regno Unito, dove adesso vanno forte alcune regioni emergenti della Toscana, Montecucco, Maremma e Morellino, ma il mercato si sta muovendo anche su vini bianchi di carattere, come il Timorass". E se il Prosecco continuerà ad andare bene, sembrano esserci grosse difficoltà per i metodo classico, che non riusciranno a scalzare lo Champagne dalla sua posizione di leader.
Non sorprende più la Germania, dove i vini italiani costituiscono una fetta importante del mercato con un'offerta che arriva da ogni regione e praticamente su ogni fascia di prezzo sensibile.
Buona anche la reazione della Svezia. La chiave di volta per la conquista della Danimarca, invece, sta nel food pairing: il vino italiano va bene, il prezzo medio si aggira sui 5-8 euro, e i consumatori lo apprezzano molto perché si sposa benissimo con i cibi locali.
Rimonta sulla Francia anche in Olanda, dove il prezzo è sì una variabile importante e il consumatore è molto preparato e sa riconoscere e premiare il giusto rapporto qualità/prezzo.
La Francia, insomma, è l'eterna rivale, certo non l'unica da cui guardarsi, eppure, anche qui, c'è una nicchia di consumatori che hanno imparato ad apprezzare l'Italia del vino, salita alla ribalta dopo il boom dei prezzi di Bordeaux: il consumatore del francese ha trovato nel vino italiano esattamente ciò che cercava. Ottimi vini al giusto costo.
Vinitalybio spiega come dai dai marchi storici alle piccole realtà, crescano in Italia i viticoltori che si innamorano del vino biologico
Di Alessandra Ardito - La 'conversione' alle uve bio comincia anche dall'Emilia Romagna.
Quando si parla di vino biologico, sia in Italia che nel resto del mondo, ci si riferisce ad una realtà ormai consolidata. Non a caso, dati e numeri della viticoltura biologica nel nostro Paese sono in costante aumento, con sempre più aziende che puntano sul bio, verso cui a crescere è prima di tutto l'attenzione e la richiesta da parte dei consumatori. Ad analizzare le più importanti case history delle cantine italiane, dai marchi storici ai grandi gruppi, dalle piccole realtà alle griffe più famose che si sono "convertite" al biologico è un'indagine realizzata da Vinitaly.
Lo si spiega al Vinitalybio, a Verona dal 22 al 25 marzo.
Ma perché le aziende passano "dalla parte" del bio? C'è più di un motivo: dal cercare di attrarre gli amanti del bere bene, alla volontà di diversificare la produzione, dall'attenzione per l'ambiente, al desiderio di sperimentare. Quale che sia la motivazione, però, è un dato di fatto che l'Italia è il primo Paese europeo per numero di produttori biologici, e tra i dieci maggiori al mondo.
Con oltre 45.000 aziende vitivinicole biologiche (circa il 17% del totale europeo), l'Italia è leader in Europa per il settore, seguita dalla Spagna e dalla Polonia.
Nel mondo la superficie coltivata supera 1,3 milioni di ettari, per un giro d'affari attorno ai 3 miliardi di euro, con l'Italia che ha conquistato la leadership in Europa (con un peso sul fatturato bio europeo dell'8%, e su quello mondiale del 4%). Per quanto riguarda la superficie coltivata a vite in Italia, sono oltre 44.000 gli ettari di superficie vitata biologica in Italia, ma con più di 23.700 ettari di superficie "in conversione", per un totale che supera i 67.900 ettari, il 18,5% in più sul 2012.
La superficie viticola convertita al bio ha dunque una dinamica positiva, in controtendenza con le superfici totali viticole che nel 2013 si sono attestate a 646.000 ettari contro i 655.000 dell'anno prima.
In Veneto, in Valpolicella, per esempio, grandi cantine applicano i dettami dell'agricoltura sostenibile da anni e, a partire dalla vendemmia 2015, dopo la fase di conversione, otterranno la certificazione biologica. E ancora, si va dalla linea bio di Cantine Riunite & Civ, tra le più grandi realtà del vino italiano, a San Patrignano, la più importante comunità di recupero dalla tossicodipendenza, che produce vino biologico in Emilia Romagna, così come la Cleto Chiarli. La Sicilia biologica è un altro esempio di come, piccole ma conosciute realtà alle pendici dell'Etna - tra le quali Centopassi di Libera Terra che produce vini e prodotti bio nei terreni confiscati alla mafia – e grandi aziende, seguano anche i principi della viticoltura biodinamica.
Cosa sono i vini bio? Gli appuntamenti di Vinitaly aperti agli addetti e a chi vuol conoscere e investire. Saloni specializzati e un seminario-degustazione per spiegare cosa sono, come sono e come si vendono i vini di nuova generazione.
di Alessandra Ardito - Parma, 11 marzo 2015 –
Il vino certificato bio convince. E diventa un primato tutto italiano.
Frutto di un'attenzione per il territorio, piace sempre più sui mercati internazionali.
Spesso è il risultato dell'opera laboriosa di piccole, piccolissime cantine più conosciute all'estero che nel proprio Paese.
A Vinitaly, in programma a Verona dal 22 al 25 marzo, si parlerà di un amore esploso negli ultimi anni per produzioni enologiche sane e convincenti.
Due saloni specializzati, Vinitalybio e Vivit, e quest'anno, per la prima volta, una collettiva Fivi faranno un po' di chiarezza sui prodotti bio del mercato vitivinicolo mentre il seminario 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines', organizzato dalla Vinitaly International Academy, definirà cosa sono e come si qualificano – anche dal punto di vista commerciale sui diversi mercati – le varie tipologie di prodotto.
Immancabile e necessaria, al termine degli incontri, una degustazione di vini italiani ed esteri per capire il valore organolettico dei vini artigianali, in crescita anche dal punto di vista qualitativo. Perché i vini biologici rappresentano in Italia - primo produttore europeo - ormai l'11% della superficie vitata e una produzione potenziale di 5 milioni di quintali di uva da vino, con un peso di oltre il 7% sul totale nazionale. Numeri poco incisivi, ma pure in aumento, invece, per i vini naturali, che rappresentano un mondo difficile da circoscrivere.
Nel contesto di un progetto di valorizzazione di questo mercato in espansione e di comprensione delle normative vigenti, Federbio ha organizzato anche il convegno 'La revisione della normativa sul vino biologico. Il comparto si confronta'. L'incontro ha lo scopo di avviare un percorso di ampia consultazione tra tutti gli attori del comparto vitivinicolo italiano, al fine di porre le basi per alleanze e sinergie con le organizzazioni di altri Paesi europei, a tre anni dall'approvazione del regolamento europeo sulla produzione dei vini biologici. La teoria sarà naturalmente affiancata, all'interno di Vinitalybio, dall'Enoteca bio, che mette in degustazione tutti i vini biologici delle oltre 220 cantine che li propongono a Vinitaly.
Vivit sarà invece la vetrina dei vini artigianali, frutto del lavoro di quei produttori che si riconoscono nell'autenticità di un territorio e nella individualità. Oltre 120 le cantine presenti, provenienti oltre che dall'Italia da Gran Bretagna, Francia, Germania, Austria e Slovenia. Una collettiva di 56 aziende vitivinicole aderenti alla Fivi (Federazione italiana vignaioli indipendenti) affiancherà gli incontri.
La Fivi è un'associazione di aziende vitivinicole (convenzionali, biologiche e biodinamiche) che svolgono al loro interno tutto il ciclo dalla raccolta dell'uva alla commercializzazione del vino prodotto con le proprie uve, con lo scopo di rappresentare la figura del viticoltore di fronte alle istituzioni, promuovendo la qualità e l'autenticità dei vini italiani.
A conclusione del focus di Vinitaly, 'The Good, the Bad and the Ugly of Artisanal Wines' sarà l'appuntamento degustativo per chi è scettico nei confronti di concetti come artigianalità e 'startigianalità' nel mondo del vino, anche quando si tratta di grandi aziende. E' molto spontaneo, infatti, chiedersi se solo coloro che si sporcano le mani in vigna tutti i giorni con piccole produzione possano godere di questa definizione e se i vini non biologici possano essere anch'essi artigianali.
A parlarne, ancora una volta, grandi esperti del mondo del vino italiano e internazionale .
I lavori si chiuderanno con una speciale degustazione guidata di otto tra vini italiani ed esteri, di produttori famosissimi in tutto il mondo, dall'italiano Gulfi (espositore di Vinitaly) al francese Leroy.
I vini scelti nei supermercati dell'Emilia Romagna sono anche Sangiovese e Pignoletto. Tra gli amati marchigiani e abruzzesi e, per la prima volta, l'Orvieto.
di Alessandra Ardito -
Il Lambrusco piace. E sempre di più domina, insieme a Sangiovese e Pignoletto, gli scaffali delle grosse catene commerciali. I consensi più sorprendenti riguardano soprattutto questo rosso vivace e leggero, con i suoi 12 milioni e mezzo di litri venduti.
Il segreto del suo fascino è proprio nel gusto fresco e brioso che incontra, senza pretese, tutti i palati.
Oltre al re Lambrusco, i nettari di uva più richiesti nelle grandi distribuzioni della regione, nel 2014, sono quelli del territorio dell'Emilia Romagna. Lo conferma la classifica elaborata per Vinitaly dall'Istituto di ricerca IRI.
In generale, la ricerca sottolinea che ci sono segnali di miglioramento nel 2014 per le vendite in tutto il settore enologico, che invertono la tendenza negativa del 2013 e degli ultimi anni e fanno ben sperare per il 2015.
Lo studio indica ancora quali sono stati i vini più amati lo scorso anno, in base a una classifica che si riferisce ai supermercati. In vetta troviamo Chianti e Lambrusco, che da anni conquistano le prime posizioni del podio, ma che mostrano una flessione delle vendite a volume. Al terzo posto Il Vermentino, un bianco che continua a crescere di anno in anno. Buone le performances del Prosecco, del Nero d'Avola, del Muller Thurgau e del Traminer.
Tra i vini "emergenti", cioè con maggior tasso di crescita nel corso del 2014, troviamo ai primi posti i vini marchigiani/abruzzesi Pecorino e Passerina, e il siciliano Inzolia. Entra in questa classifica, per la prima volta, il laziale Orvieto .
Altro dato che salta all'occhio: la cultura enologica sta diventando una passione trasversale, che fa innamorare un tutti: si scopre sempre più il buon bere e si presta attenzione non solo al costo, ma anche all'etichetta del vino, alla sua qualità, in barba a questo momento fatto di rinunce.
E infatti, quello che vien fuori dall'inchiesta è che la difesa del 'valore' passa dalla difesa dei prezzi. Alla base c'è anche la scelta consapevole dei produttori che hanno compreso che ogni prezzo riflettere un sano equilibrio di bilancio, bilancio in cui alle principali voci di costo deve aggiungersi sempre più quello della comunicazione, che deve avere tra i suoi obiettivi quello di trovare i consumatori di vino del domani.
Un tema sul quale sta riflettendo anche la Grande Distribuzione e di cui si parlerà nella tradizionale tavola rotonda di Vinitaly che vede confrontarsi produttori e distributori. Angelo Corona, rappresentante di Federdistribuzione (la più grande associazione di catene distributive) a Vinitaly 2015, così commenta i dati di Iri: "Occorre sostenere i consumi senza 'drogare' il mercato e senza annullare la percezione del giusto prezzo che i consumatori devono mantenere. Il 2014 ci offre qualche segnale positivo, come la crescita a volume e valore della bottiglia fino a 75cl, fatto che non avveniva da anni".
"Su questi segnali occorre lavorare per dare continuità – ha aggiunto Corona -. Va ripensato il display dello scaffale, per abbinare un assortimento profondo con criteri che rendano facili la lettura dell'esposizione e la scelta. La comunicazione va migliorata e resa più efficace, sia lavorando sullo scaffale, sia con 'app' per gli smartphone, introducendo degustazioni e settimane del vino regionale. O evidenziando il corner del vino biologico che nei supermercati è ancora di nicchia, ma è cresciuto nel 2014 dell'11,3% a volume ed ha raggiunto i 1.432.000 litri venduti".
Come ogni anno torna l’imperdibile appuntamento rivolto ad amanti del vino e professionisti della ristorazione: dal 22 al 25 marzo prossimi le Fiere di Verona ospiteranno Vinitaly 2015, l’evento di richiamo internazionale dedicato al mondo dell’enologia.
Bormioli Rocco sarà presente per mostrare tutte le accattivanti novità realizzate per esaltare il vino, i suoi profumi e le sfumature di gusto che ne contraddistinguono ogni sorso. Prodotti capaci di riflettere tutta l’esperienza e la cura che Bormioli Rocco mette nelle sue creazioni, una sintesi tra design, eleganza e materiali pregiati ad alta resistenza ed affidabilità. Un’occasione perfetta per presentarsi come partner ideale per tutti i professionisti del food-service.
Vero protagonista dello stand sarà il brand InAlto con le sue collezioni di calici di alta gamma dedicate al Fine Dining. Dopo il successo di InAlto Uno, disegnata da Aldo Cibic, quest’anno saranno le collezioni Tre Sensi e Invito ad attirare l’attenzione.
Tre Sensi rappresenta l’omaggio di InAlto a vista, olfatto e gusto in quello che diviene un nuovo approccio al vino, più completo e professionale. Calici eleganti, leggeri e resistenti, grazie all’esclusivo trattamento XLT, appositamente studiati per la degustazione e realizzati in collaborazione con AIS (Associazione Italiana Sommeliers).
La collezione Invito è la sintesi del design italiano, una gamma di accessori per la tavola che si compone di due linee di caraffe ed un decanter. Ogni singolo prodotto racchiude una sua identità perché soffiato a bocca e realizzato a mano ispirandosi all’antica tradizione artigianale della lavorazione del vetro.
Da Bormioli Rocco myBusiness arriva anche la collezione Diamond con il bicchiere nelle versioni trasparente e colorato in massa (forest green, rock purple e ocean blue), i preziosi sottopiatti e le nuovissime coppe dessert in due capacità (22,5 e 36 cl).
Sempre per myBusiness saranno esposti i nuovi vasi Quattro Stagioni con manico, nelle varianti trasparente ed azzurra. Un’idea che segue il trend del “drinking & eating in a jar” , la moda giovane e di tendenza che Bormioli Rocco interpreta con il concetto Serving Creativity: prodotti multifunzionali utilizzati per cibi e cocktail.
Bormioli Rocco ha approfondito anche il variegato mondo delle birre per proporre nuove forme di bicchieri e calici che potessero esaltare al meglio le singole peculiarità organolettiche. Da questo concetto è nata la collezione Beer Club che abbina ad ogni tipologia di birra il contenitore ideale.
Il calice Tre Sensi Medium sarà protagonista, come sponsor tecnico, dell’evento di inaugurazione che aprirà Vinitaly 2015 organizzato da Operawine, in occasione della quarta edizione del Finest Italian Wine che si terrà sabato 21 marzo in piazza Brà a Verona nelle prestigiose sale del Palazzo della Gran Guardia.
Bormioli Rocco vi aspetta a VINITALY:
Partner di Slow Food presso P.10 Stand F4;
Partner dell’azienda Philarmonica PAD.9 Stand C17;
Partner di A.I.S. : Lounge AIS 1 piano Pad. 9 e stand AIS PAD. 7 Stand D10.
(Fonte: Ufficio Stampa Zenzero Comunicazione)
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