Sono in vetrina al Vinitaly i vini selezionati nell'ambito del Concorso enologico "Matilde di Canossa - Terre di Lambrusco" promosso dalla Camera di Commercio. Operatori australiani e il Team Grissin Bon nello stand della CCIAA -
Reggio Emilia, 7 aprile 2014 -
La Camera di Commercio rilancia gli investimenti per diffondere la conoscenza del Lambrusco, che si conferma il vino più venduto in Italia con 15 milioni di bottiglie (precedendo così il Chianti) e uno dei prodotti trainanti l’export italiano di vini, che nel 2013 ha fatto segnare un incremento di oltre il 7% in valore, superando i 5 miliardi di euro.
I vini selezionati nell’ambito del Concorso Enologico “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”, promosso proprio dall’Ente camerale, sono, infatti in vetrina da ieri, nell’ambito della più prestigiosa kermesse mondiale per il vino: il Vinitaly, in corso a Verona fino al 9 aprile (www.vinitaly.com) e pronto a battere le cifre del 2013, che parlano della partecipazione di oltre 4.000 espositori e 148.000 visitatori, di cui 53.000 dall’estero.
Lo stand camerale dedicato al concorso è situato nel padiglione dell’Emilia Romagna – il n. 1 stand A9 - ed ospita l’intera selezione dei lambruschi dell’edizione 2013 del “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco”.
Sommelier professionisti permettono agli operatori, al pubblico o ai semplici curiosi di fare un viaggio nelle terre del Lambrusco di qualità da Parma a Reggio Emilia, da Modena a Mantova, per conoscere le varie tipologie delle bollicine rosse.
All'interno dello stand della Camera di Commercio, i visitatori possono degustare i lambruschi selezionati dall'ultima edizione del concorso e, grazie all'ausilio della guida “Terre di Lambrusco” (la pubblicazione multilingue che riporta i nomi, i produttori e la descrizione dei vini vincitori), acquisiscono informazioni sul territorio e sulle sue eccellenze vinicole.
Tra le tante iniziative rivolte a operatori commerciali e consumatori, spiccano sicuramente tre eventi che si muovono tra promozione economica e spettacolo.
Il primo – tenutosi il 6 aprile, giornata inaugurale del Vinitaly – ha avuto per protagonisti una decina di operatori commerciali australiani, che nello stand della Camera di Commercio di Reggio Emilia (con la partecipazione di esponenti di Veronafiere e della Camera di Commercio italiana a Melbourne, coprotagonisti dell’evento) hanno potuto degustare i lambruschi selezionati nell’ambito del Concorso Camerale (90 etichette, complessivamente).
Nel pomeriggio di domani, 8 aprile, poi, nello stand camerale è atteso l’intero Team Grissin Bon, che parteciperà alla presentazione della nuova edizione del Concorso “Matilde di Canossa – Terre di Lambrusco” con annessa degustazione.
Dieci aziende vinicole reggiane, infine, sono state protagoniste del grande workshop che si è svolto oggi, 7 aprile, con incontri b2b tra produttori di vino emiliano romagnoli e 40 importatori provenienti da 11 Paesi extra UE (Birmania, Brasile, Canada, Cina, Corea del Sud, Giappone, Hong Kong, Russia, Stati Uniti d’America, Sud Africa e Thailandia) e 7 nazioni Europee (Belgio, Danimarca, Germania, Olanda, Polonia, Regno Unito, Svizzera). L’iniziativa rientra nell'ambito del più ampio progetto regionale (denominato “Deliziando”) promosso da Unioncamere, dall'Assessorato all'Agricoltura della Regione Emilia-Romagna e finanziato anche dalla Camera di Commercio di Reggio Emilia.
Agli incontri con gli operatori commerciali stranieri hanno partecipato la Cantina sociale di Puianello e Coviolo, l’azienda agricola Podere Giardino, la Società agricola Storchi di Storchi Gianni, la tenuta La Piccola Società Agricola, Rinaldini-azienda agricola Moro, Ferrarini spa, la Tenuta di Aljano-società agricola di Marco Ferioli, Casali Viticoltori, Lini Oreste & Figli e la cantina sociale di S. Martino in Rio.
(Fonte: ufficio stampa Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)
Cantine Casabella: il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, è premio speciale "Denominazione di Origine 2014" nel centenario della cantina -
Piacenza, 7 aprile 2014 -
Si chiude con un premio prestigioso, lo speciale "Denominazione di Origine 2014", la 48.esima edizione Vinitaly delle Cantine Casabella di Castell'Arquato per il "Duca di Ferro" gutturnio doc riserva, cavallo di battaglia della casa. Un grande riconoscimento che si è andato ad aggiungere alla Gran Menzione.
A ritirare il premio, nella sala Rossini del padiglione conferenze di Vinitaly, a Verona, il direttore delle Cantine Casabella Gianfranco Rossi. A consegnare l'attestato all'interno delle premiazioni del 21 Concorso Enologico Internazionale, Damiano Berzacola, Vicepresidente di Verona Fiere, e Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato Nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. A vincere il "Duca di Ferro 2010", gutturnio doc riserva, che ha conseguito, in assoluto, il miglior punteggio quale vino di denominazione di origine italiana, giudicato da una giuria, severissima, che ha lavorato in 15 sessioni per oltre 40 ore di valutazione su circa 3 mila campioni pervenuti alla rassegna per essere degustati dalle 21 commissioni giudicatrici.
Un vanto per le Cantine Casabella che, proprio nell'anno del centenario, vedono riconosciuto un lavoro che dura da anni ed a cui partecipano tutti gli operatori che si muovono attorno questo marchio: dagli agricoltori agli operai, dagli export manager agli impiegati, sino ai commerciali ed agli enologi. Una squadra di primo livello, con nomi importanti nel mondo dell'enologia: tra tutti gli enologi Stefano Testa ed Antonio Maccieri, creatori dei vini di questa cantina. Ed è un premio doppiamente gustato se si considera che il gutturnio riserva 2010 è stato scelto dalla cantina quale rappresentante di questo primo secolo di vita e che quindi esce dalla produzione in una veste grafica d'eccezione, con tre etichette scudate ed in serie limitata a cento per ricordare questi cento anni di vini. Un traguardo nelle terre del Ducato. E la rassegna veronese è stata per Casabella la conferma di un messaggio di tradizione ed innovazione, che sta portando la cantina nel mondo, con una produzione di circa 6 milioni e mezzo di bottiglie.
«Vinitaly è per noi un appuntamento irrinunciabile- ha confermato il direttore Gianfranco Rossi- a cui giungiamo sempre con piacere perché è una delle vetrine più prestigiose a livello internazionale, con una rigida selezione dei riconoscimenti. Inoltre è un momento di conoscenza, di marketing e di comunicazione verso chi già ci conosce e chi ancora non ha avuto modo di incontrare Casabella. Il premio speciale è solo una tappa del percorso di qualità che abbiamo intrapreso. È un premio di squadra, di tutta la famiglia Casabella, che ringrazio e che sprono a proseguire su questa strada».
Nelle foto: il direttore di Cantine Casabella con la Gran Menzione ed al ritiro del premio speciale.
(Fonte: ufficio stampa Cantine Casabella)
Vinitaly inaugura in un bagno di folla. Il Ministro Martina «Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo. I numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza delI’agroalimentare del Paese»
di Virgilio -
Verona 06 Marzo 2014 ----
Complice la temperatura estiva un bagno di folla ha celebrato l’avvio della 48esima edizione di vinitaly. Migliaia di persone hanno preso d’assalto gli oltre 4.200 espositori presenti alla più importante manifestazione mondiale dedicata al vino.
E, come consuetudine, il taglio del nastro è avvenuto alla presenza del Ministro dell’Agricoltura Alimentazione e Foreste. La prima volta del Ministro Maurizio Martina, il quinto in cinque anni, il quale intervenendo per ultimo al convegno inaugurale promette solennemente di “combattere senza sosta l’italian sounding” ma anche di dare una definitiva svolta alla semplificazione delle procedure raccogliendo l’invito del governatore del Veneto, Luca Zaia, il quale ha anche chiesto di perseguire le vere frodi.
«Il vino è stato e sarà anche in futuro un grande ambasciatore del Made in Italy nel mondo» ha dichiarato Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, intervenendo all’inaugurazione del salone questa mattina. «Dobbiamo continuare a lavorare in questa direzione – ha continuato il Ministro – perché i numeri che presenta una manifestazione come Vinitaly sono la dimostrazione di un importantissimo punto di forza del'Italia».
Per il Presidente De Castro «il dato estremamente positivo che celebriamo al 48° Vinitaly di Verona riguarda la straordinaria crescita che il settore sta registrando in tutti i mercati del mondo. Il 2013 si è concluso con saldo positivo all’estero di oltre 5 miliardi: è avvenuto il cosiddetto “sorpasso”, cioè esportiamo più vino di quanto ne beviamo in Italia. Merito della vitalità delle nostre imprese».
Per Martina, infine, ai formidabili dati dell’export occorre affiancare un processo utile a “riattivare la domanda interna”.
Alla cerimonia di apertura presenti anche il Presidente della Commissione agricoltura e sviluppo rurale del Parlamento europeo, Paolo De Castro, il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, il Presidente della Provincia di Verona, Giovanni Miozzi, e il Sindaco di Verona, Flavio Tosi. A rappresentare Veronafiere, il Presidente, Ettore Riello e il Direttore generale, Giovanni Mantovani.
La cerimonia si è quindi conclusa con le premiazioni del 21 esimo concorso enologico internazionale assegnando 73 medaglie uscite da 21 commissioni, presiedute da Giuseppe Martelli, Direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell'agricoltura. che hanno valutato oltre 3.000 vini provenienti da 30 diversi Paesi.
Il premio “Gran Vinitaly 2014” è stato assegnato alla CAVIT di S.C. di Trento che ha ottenuto il maggior punteggio con due medaglie conseguite in gruppi diversi.
Il Premio Speciale “Vinitaly Nazione 2014” quest’annoè andato in Italia a Cantine Due Palme Soc. Coop. Agricola - Cellino San Marco.
Invece il premio "Banca Popolare di Verona" è stato assegnato al vino Colli Piacentini Doc Malvasia Passito "Sensazioni D'inverno - le Virtù del Poggio" 2011 della Società Agricola Terzoni Claudio S.r.l. - Vernasca (PC) per aver conseguito il miglior punteggio fra tutti i vini veneti, o emiliano romagnoli, o trentini o friulani di tutte le categorie previste dal regolamento del 21° Concorso Enologico Internazionale.
(La classifica completa 2014 è disponibile su http://www.vinitaly.com/areaEspositori/concorsiVinitaly/sel/2)
Insieme a Vinitaly, hanno aperto i battenti anche Sol&Agrifood, la Rassegna dell’agroalimentare di qualità ed Enolitech, il Salone Internazionale delle Tecniche per la Viticoltura, l’Enologia e delle Tecnologie Olivicole ed Olearie.
«Sono due manifestazioni dalle potenzialità di successo replicabili come quelle di Vinitaly – ha commentato ancora Martina –. Oltre al vino, nel settore agroalimentare abbiamo altri prodotti e altre filiere d’eccellenza che lavorano altrettanto bene».
Vinitaly, domani inizia la kermesse veronese
Dal 6 al 9 aprile Verona ospiterà il gotha dell’enologia e non solo. Alle 11,00 manifestazione di inaugurazione del 48esimo Vinitaly.
di Virgilio -
Parma 05 Marzo 2014 --
Numeri in crescita così come la qualità degli eventi che arricchiscono una delle più importante rassegne internazionali dedicate al mondo del vino.
Quattro giorni intensi che se dovessero replicare i numeri dello scorso anno vedrebbero 148.038 visitatori dei quali quasi 53.000 esteri aggirarsi tra gli oltre 4.000 espositori ben organizzati all’interno degli 89.000 mq di superficie netta.
I presupposti per replicare i numeri dello scorso anno ci sono tutti. Espositori e eventi di qualità e per tutti i gusti.
Al debutto quest’anno uno spazio espositivo dedicato al vino biologico, organizzato da Vinitaly grazie alla collaborazione di FederBio. In scena aziende produttrici Bio per eccellenza, che rispondono con rigore alle normative di tutela UE, raccontando storie di vini che ignorano la
chimica e piegano la tecnologia al rispetto della totale naturalità. Insieme agli stand, a disposizione del pubblico, un’enoteca per la degustazione di tutti i vini bio-certificati presenti a Vinitaly (VINITALYBIO: DEBUTTA IL SALONE DEDICATO AL VINO BIOLOGICO CERTIFICATO).
Enolitech e Sol&Food sono due eventi nell’evento che vanno a completare l’offerta di Vinitaly. Il primo dedicato alle tecnologie nel settore enologico e oleario (L'INNOVAZIONE NEL MONDO DEL VINO E DELL’OLIO PASSA PER ENOLITECH), mentre il secondo più dedicato al palato; OLIO, FOOD E BIRRA: I TRE VOLTI “BUONI” DI SOL&AGRIFOOD.
E fra I benefici della nuova Pac, ricorda l’ex ministro dell’Agricoltura, «i produttori potranno contare, oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi terzi, anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo».
Verona, 31 marzo 2014. Il record storico di esportazioni di vino italiano nel mondo, l’abolizione delle norme anti-dumping da parte della Cina, le opportunità di promozione anche sul mercato europeo e una Politica agricola comunitaria che ha messo un paletto alla liberalizzazione selvaggia sono alcuni degli aspetti e delle opportunità per il comparto vitivinicolo nazionale. A dirlo è l’on. Paolo De Castro, presidente della Commissione Agricoltura al Parlamento europeo, in un’intervista all’Ufficio stampa di Vinitaly.
Alla vigilia della 48ª edizione del Salone internazionale dei vini e dei distillati, De Castro consacra Vinitaly come «l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo, luogo di conoscenza e di creazione di valore per un prodotto che simboleggia al meglio la tradizione e la qualità italiana».
Presidente De Castro, con la riforma della Pac che entrerà in vigore il prossimo 1° gennaio, cosa cambia per il settore del vino?
«La nuova politica agricola ha scongiurato la liberalizzazione selvaggia dei diritti di impianto dei vigneti. Pur concludendosi il sistema dei diritti nel 2015, sarà introdotto un nuovo sistema di autorizzazioni a partire dal 2016 e fino al 2030 e gli Stati membri che si avvarranno del sistema dei diritti d’impianto avranno facoltà di decidere se passare al nuovo sistema entro il 2020. Nell’ambito dei programmi di sostegno, troveranno poi spazio nuove misure, come quella relativa all’innovazione e quella relativa alla promozione rivolta al mercato interno limitatamente all’informazione sull’uso consapevole di vino e sul sistema europeo delle denominazioni di origine e indicazioni geografiche».
Quali sono le opportunità che si aprono per i produttori italiani all’interno dell’Unione europea e nei confronti dei Paesi Terzi?
«Come anticipavo, con la nuova Pac i produttori potranno contare - oltre che sulle tradizionali risorse destinate alla promozione nei Paesi Terzi - anche su nuovi fondi destinati alla promozione nel mercato europeo. Si tratta di un’innovazione che il Parlamento ha voluto introdurre su una leva che ha caratterizzato con successo la competitività degli ultimi anni, e che potrà rappresentare indubbiamente un’ulteriore opportunità per far conoscere e apprezzare ancora di più le eccellenze del settore anche in Europa. Il mercato dell’Unione rappresenta, infatti, il 60% delle “esportazioni” dei Paesi membri, basta pensare a quanto sono importanti per l’Italia mercati come quelli della Germania e dell’Inghilterra. Quote che possono continuare a crescere grazie a un sostegno adeguato e a un’organizzazione più efficiente».
In termini di aiuti per ettaro, invece, di quanto sarà la riduzione per i vitivinicoltori e su quali valori si fisserà nel 2019, tenuto conto della convergenza?
«Su questo aspetto gli istituti di ricerca stanno elaborando simulazioni sui singoli settori per verificare gli impatti della convergenza interna rispetto al quadro attuale. La scelta del modello di convergenza (regione unica piuttosto che aree amministrative) e delle modalità di applicazione del nuovo regime di pagamento fanno parte di quel “pacchetto” di decisioni che gli Stati membri dovranno notificare a Bruxelles entro il mese di luglio. Tali scelte dovranno esser prese all’interno di alcuni “paletti” fissati dalla riforma della Pac. In tale ambito, mi piace ricordare che proprio in seguito alle modifiche apportate dal Parlamento europeo durante i negoziati, gli impatti del nuovo regime rispetto a quello attuale sono stati limitati, consentendo allo Stato membro di regionalizzare solo il 60% del budget nazionale e di limitare comunque le perdite».
Quali sono gli aspetti positivi e quali quelli più penalizzanti della riforma dell’ocm vino e del suo accorpamento all’interno dell’Ocm unica?
«La riforma dell’Ocm vino rappresenta un importante punto di equilibrio tra le diverse vocazioni ed esigenze dei paesi produttori dell’Unione. L’introduzione di un sistema autorizzativo al posto della liberalizzazione senza regole dei diritti di impianto dei vigneti è sicuramente un buon punto di approdo per un settore che deve stare al passo coi tempi, senza però per questo perdere identità. Certamente occorrerà, come stiamo facendo in Parlamento, monitorare la fase applicativa di tale misura, al fine di confermare i contenuti dell’accordo politico che è stato poi recepito dalle istituzioni europee e tradotto nell’atto di base. Per quanto riguarda l’accorpamento all’interno dell’Ocm unica, si tratta di una maggiore semplificazione e organicità di strumenti e misure che tra l’altro conferma un percorso già avviato con le precedenti riforme. L’importanza della funzione aggregativa è fondamentale per tutti i settori, compreso quello del vino. Solo se si è organizzati si riesce ad essere forti e competitivi e a guadagnare nuove fette di mercato. Ed è proprio questa la direzione in cui vanno le misure definite all’interno del dossier Pac».
Dopo il “Pacchetto Latte” e il “Pacchetto Prosciutto” si arriverà anche ad un “Pacchetto Vino” per la programmazione produttiva?
«A oggi non mi sembra una strada percorribile anche perché a riformare il funzionamento degli aiuti per il vino è stata la recente riforma del regolamento sull’Organizzazione Comune di Mercato all’interno della Pac2020 e tale aspetto non ha caratterizzato il negoziato. Certamente le finestre normative e di riforma che caratterizzeranno il lavoro della prossima legislatura europea (ad esempio nel caso di una riforma settoriale o di una revisione della Pac2020) possono rappresentare un’opportunità per ricalibrare e modernizzare gli aiuti europei anche nel settore vitivinicolo».
Doc, Docg e Igt: funzionano ancora e riescono a dare valore aggiunto ai prodotti?
«Certificare e garantire la materia prima e un percorso produttivo di qualità sono azioni fondamentali che l’Europa ha messo in campo per la valorizzazione del prodotto e per la corretta informazione del consumatore. Anche in questo caso, però, dobbiamo allontanare lo sguardo e ragionare in termini di contesto: torna centrale il tema dell’organizzazione per far sì che le nostre eccellenze riescano ad accedere ai mercati che maggiormente ne apprezzano la qualità. Qualità che è un elemento competitivo ormai imprescindibile ma che necessita di un modello di “azione” da predisporre in maniera meticolosa ed efficiente. In tal senso i successi del vino possono rappresentare un esempio vincente e da seguire anche per altre produzioni caratterizzanti il nostro straordinario patrimonio agroalimentare».
Vinitaly sta per tagliare il traguardo della 48ª edizione. Che ruolo svolge oggi a vantaggio del sistema vitivinicolo italiano?
«Con la 48ª edizione Vinitaly si conferma l’ambasciatore del vino, in Italia e nel mondo. La straordinaria forza aggregativa e la visione commerciale che caratterizza anche le “missioni” della manifestazione all’estero fanno sì che Vinitaly sia, anno dopo anno, un solido punto di riferimento per l’intero settore. Un luogo di conoscenza e di creazione di valore intorno a uno dei prodotti che meglio simboleggia la tradizione e la qualità italiana, che ha ancora importanti margini di apprezzamento e crescita sui mercati. Margini che, anche grazie allo spirito aggregativo e organizzativo di Vinitaly, oggi possono essere conquistati con successo».
La Cina ha annunciato l’archiviazione del dossier anti-dumping sul vino. Il Presidente Xi ha iniziato un tour in Europa, ma non sarà in Italia. Il sistema vino italiano ne uscirà danneggiato rispetto ai colleghi francesi?
«La chiusura della procedura cinese antidumping e anti-sovvenzione verso le importazioni di vino proveniente dalla Ue rappresenta una buona notizia per il nostro sistema vinicolo. Una decisione maturata anche a seguito del gioco di squadra messo in campo da Italia, Spagna e Francia. Anche per queste ragioni credo che non ci siano all’orizzonte penalizzazioni per il sistema vino italiano rispetto a quello francese, a prescindere dall’agenda del Presidente Xi. Certamente, come sistema Italia - così come accade già da tempo in Francia - dovremmo esser capaci di sfruttare le opportunità commerciali, soprattutto quelle provenienti dal mercato cinese. Il record storico delle esportazioni italiane di vino, che lo scorso anno si sono attestate su un valore di 5 miliardi di euro, costituisce un dato importante per continuare a crescere in futuro anche sul mercato orientale. In tal senso, la chiusura della procedura antidumping deve rappresentare un nuovo punto di partenza nelle relazioni commerciali con il paese asiatico».
Intervista a cura del Servizio Stampa Veronafiere
In crescita nel primo bimestre 2014 le vendite di vino nei supermercati. Le strategie delle catene distributive.
(Verona, 31 marzo 2014) – Migliorano le vendite di vino nei supermercati nei primi due mesi del 2014. Nel primo bimestre gennaio/febbraio le vendite di bottiglie da 75cl sono più dinamiche e guadagnano 3 punti percentuali sul 2013, facendo segnare un -0,3% a volume rispetto a ad una chiusura 2013 del -3,4% (vedi tabella allegata).
“In realtà già l’ultimo trimestre 2013 aveva dato segnali positivi, cioè di un rallentamento del calo delle vendite - ha spiegato Virgilio Romano, Director Cliente Service di IRI – ed ora i primi due mesi del 2014 mostrano un netto miglioramento. Recupera anche il brik con un -2,1% (rispetto al -9,4% del 2013). Probabilmente abbiamo lasciato alle spalle le difficoltà del 2013, in linea con l’andamento dell’economia e dei consumi, e possiamo essere fiduciosi per il 2014”.
Il dato positivo ha creato interesse nel mondo delle cantine che cercano di capire quali saranno le strategie future della grande distribuzione, come ha sottolineato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere: “Si tratta di un dato che potrebbe rappresentare l’inversione di tendenza rispetto al continuo calo dei consumi interni registrato negli ultimi anni. A questo punto sarà ancora più importante il convegno del 7 aprile a Vinitaly su ‘Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero’, cui parteciperanno Federdistribuzione, Coop, Conad, Federvini, Unione Italiana Vini, Eataly, perché da lì scaturiranno idee e proposte per stimolare il mercato domestico”.
In attesa del convegno di Vinitaly, le prime indicazioni stategiche arrivano dai buyer vino delle catene distributive che partecipano all’ormai tradizionale evento B2B “Gdo Buyers’ Club” di Vinitaly: Coop, Conad, Selex, Carrefour, Despar, Billa, Sisa, Agorà Iperal.
Per rilanciare le vendite di vino nei supermercati le catene distributive stanno valutando diverse leve potenziali: la ristrutturazione degli scaffali, una maggiore comunicazione, una riduzione o un aumento delle promozioni, una maggiore enfasi su prodotti a marchio del distributore, vino biologico e vino bag in box.
"Il cambiamento dei consumi e delle logiche di acquisto apre a nuove prospettive di mercato - ha dichiarato Luigi Rubinelli, moderatore del convegno a Vinitaly e Direttore di RetailWatch.it - bisogna comunicare il valore del prodotto, la sua funzione d'uso, la sua cultura locale. Indispensabile un riferimento all'Italia per chi esporta. Infine il prezzo: attenzione alle nuove confezioni come il bag in box che recano in sè l'esigenza alla disponibilità immediata di prodotto sfuso con un buon rapporto valore-prezzo".
La spinta promozionale è già troppo alta secondo la Coop che ha un programma ben definito: “La strategia per il 2014 riguarderà una riduzione marcata delle promozioni sul vino tipico mentre replicheremo le stesse dello scorso anno sugli spumanti. Riguardo i vini tavola faremo promozioni più profonde dovute al calo del prezzo di acquisto degli stessi” ha riferito Francesco Scarcelli, buyer vino di Coop Italia.
Diversa la strategia del Gruppo Selex (insegne come Famila, A&O), come ha spiegato il Category manager Flavio Bellotti: “Per il 2014 prevediamo di aumentare la pressione promozionale a fronte del mantenimento del prezzo nominale dei singoli prodotti e di ristrutturare lo scaffale aumentando lo spazio dedicato ai marchi privati e ai vini spumanti”.
Bisogna parlare di più al consumatore, aiutarlo ad orientarsi tra gli scaffali sempre più pieni di vini tipici, come sostiene Valerio Frascaroli, buyer vino di Conad: “Siamo impegnati a definire un’adeguata comunicazione a scaffale. Coi prodotti a nostro marchio cerchiamo di dare una risposta adeguata alle esigenze del consumatore, ma non sarà mai totalmente esaustiva”.
La comunicazione è tra le leve strategiche di Carrefour, che lancia l’etichetta parlante: “Presenteremo una nuova etichetta "parlante" che dettaglierà al cliente tutte le informazioni sul vitigno, la tipologia, la provenienza e l'abbinamento di cibo consigliato – ha riferito Paolo Colombo, Category manager di Carrefour - Continueremo lo sviluppo iniziato lo scorso anno di prodotti ad etichetta esclusiva e l'organizzazione di eventi/attività di degustazione e valorizzazione dei prodotti, oltre a un maggior presidio del localismo e del territorio con la selezione di piccoli produttori”.
La composizione e la ristrutturazione dello scaffale è la chiave della strategia per il 2014 di Despar, Gruppo Sisa e Billa.
Per Simone Pambianco, Product manager prodotti a marchio Despar :“Questo 2014 dovrebbe rappresentare l’anno del riposizionamento a scaffale dopo due anni di esplosione dei prezzi. Questo contribuirà sicuramente a riportare i consumi entro binari diversi, soprattutto per la fascia di consumo entry level”.
Per Germano Ottone, buyer vino del Gruppo Sisa: “Tra gli obiettivi del 2014 c'è la revisione del format assortimentale nella categoria vini, ogni centro distributivo del Gruppo proporrà ai punti di vendita un cluster specifico; nell'ambito di questa revisione è previsto l'inserimento di vini di alta gamma”.
Per Alfonso Ruffo, buyer senior bevande di Billa: “Il 2014 sarà per Billa l’anno di consolidamento della strategia espositiva e assortimentale implementata nel 2013: vini esposti per fascia prezzo con attenzione alla comunicazione al cliente”.
VINO BIOLOGICO E BAG IN BOX TRA GLI SCAFFALI
Un contributo alle vendite arriva anche, oltre che dalle bottiglie a marchio del distributore, anche dal vino biologico e dal vino bag in box, cioè di quelle confezioni da 3/5 litri di vino conservato senza ossigeno, spillabile dal rubinetto.
Tra chi punta decisamente sul biologico c’è Carrefour, come ha spiegato Colombo: “Abbiamo già in assortimento 15 etichette e tra queste 5 sono vini biologici senza solfiti aggiunti. Sono esposti a scaffale sia nella corsia del vino che in quella riservata al settore biologico, in particolare nei punti vendita dove è previsto uno spazio dedicato al BIO (planet)”.
Guarda con interesse al biologico anche Coop, che non dispone di corner anche se sta testando corner specifici, e Conad, come ha raccontato Frascaroli: “Il Vino Biologico sta cominciando ad essere richiesto dal consumatore e le vendite presentano trend in crescita, ma si parla sempre di numeri bassi; ad oggi non è previsto un corner specifico”.
Attenzione al biologico anche in Billa anche perché le vendite potrebbero beneficiare “delle ultime modifiche in termini di regolamento comunitario (legge 203), per cui è possibile scrivere sull’etichetta del prodotto che il vino è biologico (e non più solamente le uve)”.
Anche Agorà Network gioca la carta del biologico, come ha riferito il buyer Massimo Cavaleri: “Testeremo sui punti vendita più grandi tre referenze di vino ottenuto con l'impiego di un sistema agricolo biodinamico di un'azienda siciliana. Al momento non prevediamo di creare un corner a parte, ma di inserire le referenze sul lineare o al massimo di posizionarle nella cantinetta evidenziandole opportunamente”.
Ancora sotto esame delle catene distributive l’eventuale investimento sul vino bag in box.
“Il vino in bag in box si sta evolvendo da solo prodotto basico, di prezzo, a prodotto di maggior pregio, includendo anche vini Doc e per il 2014 prevediamo di aumentare l'offerta di questo tipo di prodotto” ha spiegato Bellotti del Gruppo Selex.
In Coop, al contrario, non si prevede uno sviluppo immediato del bag in box: “L’unica valutazione che stiamo facendo riguarda se cambiare il formato venduto oggi passando dall’attuale 5 litri a un più piccolo e comodo 3 litri”.
Anche alla Conad osservano che il bag in box non sta avendo per ora un grande successo in Italia, a differenza di quanto avviene in Europa.
Ismea parteciperà alla 48ma edizione del Vinitaly, in programma a Verona dal 6 al 9 aprile.
Sono sei i premi conquistati dalle cantine aderenti a Confcooperative Modena al 21esimo concorso enologico internazionale di Vinitaly, svoltosi alla Fiera di Verona dal 27 al 31 marzo.
Modena, 4 aprile 2014
Sono sei i premi conquistati dalle cantine aderenti a Confcooperative Modena al 21esimo concorso enologico internazionale di Vinitaly, svoltosi alla Fiera di Verona dal 27 al 31 marzo. La Cantina S. Croce di Carpi ha ottenuto tre gran menzioni: una per il Lambrusco Igt Emilia frizzante secco "Il Castello" 2013, una per il Lambrusco Salamino di Santa Croce doc frizzante secco e una per il Lambrusco Salamino di Santa Croce doc frizzante amabile 2013. La Cantina Formigine-Pedemontana ha vinto una medaglia di bronzo con il Lambrusco Igt Emilia rosato frizzante "Tramontino" 2013 e una gran menzione con il Lambrusco Grasparossa di Castelvetro doc frizzante amabile "Rosso Fosco" 2013. Infine la Cantina Settecani di Castelvetro, che ha ottenuto una gran menzione per il Pignoletto di Modena doc spumante brut "7 note" 2013. I vini premiati potranno fregiarsi di una speciale etichetta identificativa. Sono quasi 3 mila i campioni di vini (tranquilli, frizzanti e spumanti) arrivati da trenta Paesi e sottoposti al vaglio di 21 commissioni di valutazione presiedute da Giuseppe Martelli, direttore generale di Assoenologi e presidente del Comitato nazionale Vini del Ministero dell'Agricoltura. Intanto le quattro cantine aderenti a Confcooperative Modena (Cantina di Carpi e Sorbara, Cantina S. Croce di Carpi, Cantina Formigine-Pedemontana e Cantina Settecani di Castelvetro) partecipano alla 48 esima edizione di Vinitaly, il salone internazionale dei vini e distillati in programma a Verona da dopodomani - domenica 6 aprile - a mercoledì 9 aprile.
(Fonte: ufficio stampa Confcooperative Modena)
Cento anni DiVini nelle terre del Ducato: un traguardo importante per le Cantine Casabella di Castell’Arquato che si presentano alla 48.esima edizione del Vinitaly con un numeri mondiali.
Castell’Arquato, 1 Aprile 2014 ----
La loro storia giunge dal cuore di questa terra nata per offrire il nettare di Bacco sin dai tempi antichi. Ne esce una tradizione millenaria che si rinnova nel tempo grazie al lavoro dell’uomo, dei figli di quel luogo così generoso. Sono cento anni che affondano le radici nel lontano 1914: mentre il mondo è nel caos per il primo conflitto mondiale Casabella esce con la sua prima bottiglia. Una produzione che parlerà, nel giro di un secolo, al mondo intero.
Proprietario di quegli estesi vitigni di Ziano Piacentino, terra di confine emiliano, il conte Montemartini, deputato del Regno d’Italia, che nel podere di Casa Bella realizzò il sogno di una viticoltura moderna, improntata, per l’epoca, alle nuove richieste di un mercato europeo in cui prodotti piacentini e dell’oltrepò pavese erano testimony di un’azienda che sorgeva su due territori già celebri. Non è un caso che l’onorevole Montemartini, stando agli atti del 1909 della Camera dei Deputati, spingesse per nuove regolamentazioni per la coltivazione (persino sugli innesti) dei vitigni e per la produzione dei vini.
Dal 1914 Casabella di strada ne ha fatta parecchia. I passaggi societari, i cambi di regole di gioco, ma il marchio, quello delle Cantine è sempre rimasto tale. Perchè il prodotto si racconta da solo. La svolta è del 1991: la nuova società rileva l’azienda agricola ed inizia una serie di interventi mirati che puntano sulla tradizione del vino e l’innovazione della produzione. Da Ziano, dove vi sono 50 ettari di terra coltivata a vite, la sede amministrativa si sposta a Castell’Arquato a cavallo del nuovo millennio. Qui, il borgo millenario diventa fonte d’ispirazione per una linea che rivive nel “Duca di Ferro”, ne “Il Principe”, nel “Bande Nere” e nell’“Arquatum”, le scene delle storia arquatese: dalla conquista del Duca al passaggio del pontefice Paolo III Farnese. Scene epiche da suggestione. I cento anni rinnovano l’amore per un territorio, splendido ed immutato nel tempo, sfondo naturale di questa azienda che ora guarda già all’appuntamento con Expo2015, forte dei numeri che la caratterizzano, non per ultima una produzione da 6 milioni e mezzo di bottiglie l’anno.
Un brand che ha saputo imporsi a livello mondiale. E che solo lo scorso anno ha conquistato I palati della Nuova Zelanda: un traguardo che è il fiore all’occhiello della società di Castell’Arquato.
“100 anni DiVini”: l’anteprima del Vinitaly, dedicata al territorio, è stata la scoperta di emozioni e di suggestioni. Fiero rappresentante della casa in questo centenario è il “Duca di Ferro”, della storica linea Mont’Arquato, un gutturnio riserva celebrativo.
Un’etichetta che negli ultimi anni è sempre stata protagonista di riconoscimenti per l’eccellente qualità del prodotto e che anche quest’anno non ha
La veste grafica, completamente rinnovata, lo presenta in una serie numerata e limitata: cento bottiglie, a ricordo dell’evento. Particolare anche l’etichetta, lamierata ed in rilievo, che ricorda lo scudo del Duca di Castell’Arquato, rigorosamente applicata a mano per rendere migliore la precisione del posizionamento. Il tutto con lo stemma laccato del Mont’Arquato, simbolo della linea più nota delle Cantine.
<Siamo molto orgogliosi dei traguardi, raggiunti grazie ad una squadra giovane, coesa che crede nel dono che questa splendida terra ci offre, il vino. A loro, ad ognuno di loro, va il nostro grazie. Continuiamo- ha commentato il direttore delle Cantine Casabella Gianfranco Rossi, insignito del titolo di “benemerito della vinicoltura italiana” dalla Regione Emilia Romagna nel 2011- a seguire il nostro percorso, fatto di tradizione ed innovazione: quello che ci ha guidato in questi cento anni di vini Casabella>.
Nel primo bimestre gennaio/febbraio le vendite di bottiglie da 75cl sono più dinamiche e guadagnano 3 punti percentuali sul 2013, facendo segnare un -0,3% a volume rispetto a ad una chiusura 2013 del -3,4% -
Verona, 31 marzo 2014 –
Migliorano le vendite di vino nei supermercati nei primi due mesi del 2014. Nel primo bimestre gennaio/febbraio le vendite di bottiglie da 75cl sono più dinamiche e guadagnano 3 punti percentuali sul 2013, facendo segnare un -0,3% a volume rispetto a ad una chiusura 2013 del -3,4% (vedi tabella allegata).
“In realtà già l’ultimo trimestre 2013 aveva dato segnali positivi, cioè di un rallentamento del calo delle vendite - ha spiegato Virgilio Romano, Director Cliente Service di IRI – ed ora i primi due mesi del 2014 mostrano un netto miglioramento. Recupera anche il brik con un -2,1% (rispetto al -9,4% del 2013). Probabilmente abbiamo lasciato alle spalle le difficoltà del 2013, in linea con l’andamento dell’economia e dei consumi, e possiamo essere fiduciosi per il 2014”.
Il dato positivo ha creato interesse nel mondo delle cantine che cercano di capire quali saranno le strategie future della grande distribuzione, come ha sottolineato Giovanni Mantovani, Direttore generale di Veronafiere: “Si tratta di un dato che potrebbe rappresentare l’inversione di tendenza rispetto al continuo calo dei consumi interni registrato negli ultimi anni. A questo punto sarà ancora più importante il convegno del 7 aprile a Vinitaly su ‘Cantine e grande distribuzione: nuove strategie per il mercato italiano ed estero’, cui parteciperanno Federdistribuzione, Coop, Conad, Federvini, Unione Italiana Vini, Eataly, perché da lì scaturiranno idee e proposte per stimolare il mercato domestico”.
In attesa del convegno di Vinitaly, le prime indicazioni stategiche arrivano dai buyer vino delle catene distributive che partecipano all’ormai tradizionale evento B2B “Gdo Buyers’ Club” di Vinitaly: Coop, Conad, Selex, Carrefour, Despar, Billa, Sisa, Agorà Iperal.
Per rilanciare le vendite di vino nei supermercati le catene distributive stanno valutando diverse leve potenziali: la ristrutturazione degli scaffali, una maggiore comunicazione, una riduzione o un aumento delle promozioni, una maggiore enfasi su prodotti a marchio del distributore, vino biologico e vino bag in box.
"Il cambiamento dei consumi e delle logiche di acquisto apre a nuove prospettive di mercato - ha dichiarato Luigi Rubinelli, moderatore del convegno a Vinitaly e Direttore di RetailWatch.it - bisogna comunicare il valore del prodotto, la sua funzione d'uso, la sua cultura locale. Indispensabile un riferimento all'Italia per chi esporta. Infine il prezzo: attenzione alle nuove confezioni come il bag in box che recano in sè l'esigenza alla disponibilità immediata di prodotto sfuso con un buon rapporto valore-prezzo".
La spinta promozionale è già troppo alta secondo la Coop che ha un programma ben definito: “La strategia per il 2014 riguarderà una riduzione marcata delle promozioni sul vino tipico mentre replicheremo le stesse dello scorso anno sugli spumanti. Riguardo i vini tavola faremo promozioni più profonde dovute al calo del prezzo di acquisto degli stessi” ha riferito Francesco Scarcelli, buyer vino di Coop Italia.
Diversa la strategia del Gruppo Selex (insegne come Famila, A&O), come ha spiegato il Category manager Flavio Bellotti: “Per il 2014 prevediamo di aumentare la pressione promozionale a fronte del mantenimento del prezzo nominale dei singoli prodotti e di ristrutturare lo scaffale aumentando lo spazio dedicato ai marchi privati e ai vini spumanti”.
Bisogna parlare di più al consumatore, aiutarlo ad orientarsi tra gli scaffali sempre più pieni di vini tipici, come sostiene Valerio Frascaroli, buyer vino di Conad: “Siamo impegnati a definire un’adeguata comunicazione a scaffale. Coi prodotti a nostro marchio cerchiamo di dare una risposta adeguata alle esigenze del consumatore, ma non sarà mai totalmente esaustiva”.
La comunicazione è tra le leve strategiche di Carrefour, che lancia l’etichetta parlante: “Presenteremo una nuova etichetta "parlante" che dettaglierà al cliente tutte le informazioni sul vitigno, la tipologia, la provenienza e l'abbinamento di cibo consigliato – ha riferito Paolo Colombo, Category manager di Carrefour - Continueremo lo sviluppo iniziato lo scorso anno di prodotti ad etichetta esclusiva e l'organizzazione di eventi/attività di degustazione e valorizzazione dei prodotti, oltre a un maggior presidio del localismo e del territorio con la selezione di piccoli produttori”.
La composizione e la ristrutturazione dello scaffale è la chiave della strategia per il 2014 di Despar, Gruppo Sisa e Billa.
Per Simone Pambianco, Product manager prodotti a marchio Despar :“Questo 2014 dovrebbe rappresentare l’anno del riposizionamento a scaffale dopo due anni di esplosione dei prezzi. Questo contribuirà sicuramente a riportare i consumi entro binari diversi, soprattutto per la fascia di consumo entry level”.
Per Germano Ottone, buyer vino del Gruppo Sisa: “Tra gli obiettivi del 2014 c'è la revisione del format assortimentale nella categoria vini, ogni centro distributivo del Gruppo proporrà ai punti di vendita un cluster specifico; nell'ambito di questa revisione è previsto l'inserimento di vini di alta gamma”.
Per Alfonso Ruffo, buyer senior bevande di Billa: “Il 2014 sarà per Billa l’anno di consolidamento della strategia espositiva e assortimentale implementata nel 2013: vini esposti per fascia prezzo con attenzione alla comunicazione al cliente”.
VINO BIOLOGICO E BAG IN BOX TRA GLI SCAFFALI
Un contributo alle vendite arriva anche, oltre che dalle bottiglie a marchio del distributore, anche dal vino biologico e dal vino bag in box, cioè di quelle confezioni da 3/5 litri di vino conservato senza ossigeno, spillabile dal rubinetto.
Tra chi punta decisamente sul biologico c’è Carrefour, come ha spiegato Colombo: “Abbiamo già in assortimento 15 etichette e tra queste 5 sono vini biologici senza solfiti aggiunti. Sono esposti a scaffale sia nella corsia del vino che in quella riservata al settore biologico, in particolare nei punti vendita dove è previsto uno spazio dedicato al BIO (planet)”.
Guarda con interesse al biologico anche Coop, che non dispone di corner anche se sta testando corner specifici, e Conad, come ha raccontato Frascaroli: “Il Vino Biologico sta cominciando ad essere richiesto dal consumatore e le vendite presentano trend in crescita, ma si parla sempre di numeri bassi; ad oggi non è previsto un corner specifico”.
Attenzione al biologico anche in Billa anche perché le vendite potrebbero beneficiare “delle ultime modifiche in termini di regolamento comunitario (legge 203), per cui è possibile scrivere sull’etichetta del prodotto che il vino è biologico (e non più solamente le uve)”.
Anche Agorà Network gioca la carta del biologico, come ha riferito il buyer Massimo Cavaleri: “Testeremo sui punti vendita più grandi tre referenze di vino ottenuto con l'impiego di un sistema agricolo biodinamico di un'azienda siciliana. Al momento non prevediamo di creare un corner a parte, ma di inserire le referenze sul lineare o al massimo di posizionarle nella cantinetta evidenziandole opportunamente”.
Ancora sotto esame delle catene distributive l’eventuale investimento sul vino bag in box.
“Il vino in bag in box si sta evolvendo da solo prodotto basico, di prezzo, a prodotto di maggior pregio, includendo anche vini Doc e per il 2014 prevediamo di aumentare l'offerta di questo tipo di prodotto” ha spiegato Bellotti del Gruppo Selex.
In Coop, al contrario, non si prevede uno sviluppo immediato del bag in box: “L’unica valutazione che stiamo facendo riguarda se cambiare il formato venduto oggi passando dall’attuale 5 litri a un più piccolo e comodo 3 litri”.
Anche alla Conad osservano che il bag in box non sta avendo per ora un grande successo in Italia, a differenza di quanto avviene in Europa.
(Fonte: ufficio stampa Servizio Stampa Veronafiere)
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