Nell'area verde si trovano attrezzi per rafforzare la muscolatura e un tracciato per il running. Presenti al taglio del nastro il sindaco di Reggio Luca Vecchi e il presidente della Provincia Giammaria Manghi.
Reggio Emilia, 14 luglio 2017
Un percorso di oltre 1 km per correre o camminare e postazioni per fare attività sportiva all'aria aperta al fine di promuovere gli stili di vita sani e consapevoli e la socializzazione tra i lavoratori delle aziende limitrofe e i cittadini tutti, bambini, adulti, anziani. E' stata inaugurata ieri la "Palestra sotto il cielo" realizzata con un impegno economico da parte della Regione di 50mila euro nell'area pedonalizzata del San Lazzaro. Presenti al taglio del nastro il sindaco di Reggio Luca Vecchi e il presidente della Provincia Giammaria Manghi.
L'area è il frutto di una progettazione partecipata che ha interessato l'Azienda Usl, il Comune di Reggio Emilia e Unimore con il coinvolgimento di CRIBA, UISP, CSI, CONI, FCR- Città Senza Barriere, Istituto Tecnico Secchi, Liceo Artistico Chierici, Cooperativa sociale L'Ovile, Centro Sociale Venezia, Consiglio Comunale dei Ragazzi e delle Ragazze, Luoghi di Prevenzione e GIS.
Il tracciato è accessibile anche a persone non vedenti e prevede tre aree per l'allenamento individuale, ciascuna delle quali con attrezzature sportive miste, quelle per rafforzare la muscolatura, quelle per la ginnastica dolce e quelle idonee a persone con disabilità. Da luglio il parco e le sue attrezzature sono già a disposizione della cittadinanza; inoltre, a partire da settembre due volte a settimana - il martedì e giovedì - si terranno attività sportive di gruppo, gratuite e aperte a tutti come Yoga e Tai chi- Chi gong.
"L'inaugurazione di questa "Palestra sotto il cielo" – ha detto il direttore amministrativo Ausl Eva Chiericati ringraziando chi ha partecipato al progetto - è la realizzazione di un sogno nato dalla volontà e dalla visione di tanti soggetti che hanno lavorato insieme, ognuno per le sue competenze, per ottenere questo risultato. Gli spazi sono stati realizzati per favorire aggregazione e socializzazione e si è posta una particolare attenzione all'attuazione di percorsi fruibili dai diversamente abili e isole adeguatamente organizzate con attrezzature rispondenti a tutte le caratteristiche richieste. Questo parco, prima luogo chiuso ai tempi del manicomio, quando era una vera e propria città nella città e in seguito spesso considerato luogo di degrado e di abbandono, è stato restituito alla cittadinanza, divenendo non solo un Campus universitario e la sede dell'Azienda Usl, ma un punto d'incontro multigenerazionale, multidisciplinare e multiculturale per tutti i cittadini".
(Ufficio Stampa USL RE)
E' racchiusa nel nostro organismo la risposta alle cellule tumorali? Lo vogliono scoprire i ricercatori di Malattie infettive del Maggiore.
Potrebbe essere un virus la nuova arma contro la malattia del secolo. La ricerca è in corso all'Ospedale Maggiore di Parma e vede il reparto di Malattie infettive schierato in prima fila per vincere la battaglia contro le cellule tumorali che si sviluppano nei pazienti affetti da carcinoma al fegato. Il pool di esperti europei punta sull'immunoterapia con l'obiettivo di rafforzare le difese immunitarie dell'organismo per lanciarle, così programmate, all'attacco delle cellule tumorali.
A Parma, a coordinare il team multidisciplinare è Gabriele Missale, responsabile della struttura semplice Ecografia Diagnostica Interventistica – Unità Operativa Malattie infettive che spiega: "L'introduzione dell'immunoterapia impiegata per stimolare le difese immunitarie dell'organismo per uccidere le cellule cancerose epatiche, è una vera e propria opportunità per i pazienti affetti da questa grave patologia". "E il fatto che siamo stati tra i primi in Europa ad arruolare pazienti – aggiunge il dottor Missale - è l'evidenza dell'impegno del nostro team di ricerca e di tutta la nostra Unità Operativa nella lotta contro l'epatocarcinoma".
Il progetto di ricerca, che porta il nome di "Phocus", vede in campo oltre all'Ospedale di Parma centri europei, asiatici, australiani e statunitensi che dovranno valutare l'efficacia di un trattamento immunoterapeutico innovativo per la cura dei pazienti affetti da epatocarcinoma in stadio avanzato. Il progetto, che ha ottenuto parere favorevole da parte del Comitato Etico provinciale, ha preso il via lo scorso anno con il coinvolgimento di 130 centri in tutto il modo per un numero complessivo di 600 pazienti coinvolti nel percorso terapeutico.
Il nuovo farmaco oggetto di studio (Pexa-Vec) prende il nome da un virus oncolitico alterato geneticamente in laboratorio per distruggere le cellule tumorali grazie al rilascio di una proteina (GM-CSF) che stimola la risposta immunitaria dell'organismo contro il tumore. Il progetto vuole confrontare i benefici ottenuti dai pazienti trattati con terapie tradizionali con i benefici del trattamento immunoterapeutico contenente il virus, sempre associato alla terapia tradizionale.
Il centro capofila della ricerca è l'Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (ISMETT) di Palermo. In Italia collaborano alla ricerca le unità operative Malattie infettive e Radiologia per l'Ospedale di Parma, l'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Udine e di Modena, l'Ospedale Cardarelli di Napoli, l'IRCCS di Meldola e l'IRCCS Lazzaro Spallanzani di Roma.
Ufficio stampa e comunicazione
Azienda ospedaliero-universitaria di Parma
Sanità Reggio Emilia. Inaugurate due Case della Salute (Nord e Ovest) e un Centro pubblico odontoiatrico per adulti e bambini. Tra risorse regionali e statali, investimenti per quasi 5 milioni di euro. Già 88 le Case della Salute in Emilia-Romagna, con un bacino di utenza di oltre 2 milioni di residenti. 11 nel territorio dell'Ausl di Reggio, e ne arriveranno altre 7.
Reggio Emilia, 10 luglio 2017
Due Case della Salute (Nord e Ovest) e un Centro specialistico pubblico interamente dedicato alle cure odontoiatriche e ortodontiche. Reggio Emilia ha tre nuove strutture sanitarie su cui poter contare, che sono state inaugurate sabato dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, dal sindaco Luca Vecchi e dal presidente della Provincia, Giammaria Manghi.
Un triplice taglio del nastro che sfiora i 5 milioni di euro: a tanto, infatti, ammontano le risorse, regionali e statali, investite per far nascere queste realtà, con un duplice obiettivo: rendere sempre più prossimi ai cittadini i servizi e le cure e rafforzare l'offerta dell'assistenza sanitaria pubblica, in particolare quella odontoiatrica, sia per gli adulti che per i bambini.
"Oggi è una giornata da incorniciare per la città di Reggio Emilia, ma anche per tutta la regione. Perché la qualità indiscussa del nostro sistema sanitario passa anche da strutture come queste- ha sottolineato il presidente Bonaccini-. Luoghi in cui si avvicinano i servizi ai cittadini, si garantiscono l'accoglienza, la continuità dell'assistenza, la gestione delle patologie croniche; e dove si fa prevenzione e promozione del benessere. Questo- ha aggiunto- significa, per noi, medicina di iniziativa: offrire servizi che non aspettano il cittadino sulla soglia, ma che gli vadano incontro. Un'idea a cui continuiamo a destinare impegno e risorse: sono già 88 le Case della salute in Emilia-Romagna, di cui 11 nel territorio dell'Azienda Usl di Reggio, con un bacino di utenza di oltre 2 milioni di residenti, quasi 69 milioni di investimenti e altri 52 già programmati. E poiché vogliamo una sanità pubblica sempre più forte e capace di non lasciare indietro nessuno- ha concluso il presidente della Regione- siamo particolarmente orgogliosi che veda la luce, in un edificio completamente ristrutturato, il nuovo Centro specialistico odontoiatrico dell'Azienda sanitaria. Che garantisce un'assistenza pubblica, di altissimo livello, ad adulti, bambini, disabili e a tutti i cittadini in condizioni di vulnerabilità sociale e sanitaria. Così vogliamo la nostra sanità".
Nuovo Centro specialistico odontoiatrico
Il nuovo centro specialistico dell'Azienda sanitaria di Reggio Emilia sorge in via Delle Ortolane 7, nelle immediate vicinanze del centro storico, e accoglie il servizio precedentemente collocato nel poliambulatorio di Via Monte San Michele. È una struttura pubblica interamente dedicata all'assistenza odontoiatrica di bambini, adulti e disabili e conta 8 ambulatori, oltre allo sportello Cup per la prenotazione delle prestazioni. Nel distretto di Reggio Emilia il servizio odontoiatrico è assicurato da 23 medici, 15 infermieri e 4 operatori socio-sanitari.
La nuova struttura, realizzata grazie ad un investimento di 691 mila euro di fondi statali e regionali, è più accessibile rispetto al poliambulatorio precedente, che sorgeva in pieno centro storico, e in questa sede totalmente dedicata, ha acquisito una forte connotazione identitaria di servizio pubblico. Vengono erogate prestazioni a tutti i cittadini che ne hanno diritto, in particolare alle persone in condizioni di vulnerabilità economica o sanitaria - quindi affette da patologie specifiche e invalidanti- in una branca specialistica che vede storicamente i cittadini rivolgersi in prevalenza a studi privati.
Casa della Salute Nord
La nuova struttura è collocata nella zona nord della città, in via Gramsci 54/L, e rappresenta il punto di riferimento per il nucleo di cure primarie n. 5 del Distretto, composto da 22 medici di medicina generale e 11 pediatri di libera scelta. Vi trovano spazio: il Pua (Punto unico di accesso), dove si effettua la valutazione del bisogno e l'organizzazione delle risposte assistenziali, con particolare attenzione all'integrazione ospedale-territorio per favorire le dimissioni protette di pazienti complessi; il servizio di diabetologia; l'ambulatorio specialistico di cardiologia; l'ambulatorio oculistico dedicato ai pazienti diabetici; la farmacia per la distribuzione farmaci ai diabetici; il servizio infermieristico domiciliare; l'ambulatorio a gestione infermieristica per i percorsi di cura delle patologie croniche; l'ambulatorio di consulenza psichiatrica per pazienti con disturbi psichiatrici lievi; due medicine di gruppo, pediatrica e generale.
Per realizzarla, sono stati investiti oltre 2 milioni di euro (risorse statali e regionali).
Casa della salute Ovest
Sorge nella zona ovest della città, in via Brigata Reggio 22, e rappresenta la Casa della salute di riferimento per il nucleo di cure primarie n. 2 del Distretto. Vi hanno sede: il punto di accoglienza e orientamento; il Punto unico di accesso; lo sportello Cup; il centro prelievi; il servizio infermieristico domiciliare, con il relativo ambulatorio; il Consultorio salute donna; l'ambulatorio screening per la diagnosi precoce del tumore del colon retto; gli ambulatori ecografico, di cardiologia, diabetologia, consulenza psichiatrica per pazienti con disturbi psichiatrici lievi; i medici di medicina generale associati in gruppo; il servizio di continuità assistenziale (Guardia medica).
Anche in questo caso superano i 2 milioni di euro le risorse, statali e regionali, investite per la realizzazione della struttura.
Case della Salute dell'Azienda Usl di Reggio Emilia
Sono 11 le Case della Salute attive nel territorio dell'Azienda Ausl di Reggio Emilia, di cui 8 piccole e 3 medio/grandi: Casa della Salute Ovest; Nord; di Puianello; Spallanzani; di Rubiera; Spreafico; di S. Ilario; di Fabbrico; Sartoretti di Reggiolo; Centro socio-sanitario Brescello; Centro socio-sanitario Novellara.
Altre 3 sono in fase di progettazione: Castellarano, Casalgrande e Castelnovo Sotto.
Per 4 Case della Salute, infine, è in corso la programmazione: Busana, Carpineti, Toano e Villa Minozzo.
Al termine del programma di sviluppo, in ogni distretto saranno a disposizione della popolazione da 2 a 4 Case della Salute, per un'assistenza sempre più a portata di cittadino. /EC
(Fonte: Regione ER)
Lo studio è condotto da Gino Bernuzzi, medico dell'Immunoematologia e Medicina trasfusionale, ed Edoardo Raposio, direttore della Chirurgia della cute.
Parma, 30 giugno 2017
È stato recentemente avviato lo studio finanziato dalla Regione Emilia-Romagna con 148 mila euro nell'ambito dei progetti di ricerca Piano sangue e plasma. A condurlo due medici dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma: Gino Bernuzzi, promotore del progetto, dirigente medico dell'unità operativa Immunoematologia e Medicina trasfusionale diretta da Alessandro Formentini, ed Edoardo Raposio, direttore della struttura di Chirurgia della cute.
In estrema sintesi i due ricercatori stanno studiando un "energetico cutaneo" in grado di riparare le ulcere della cute, ricavato miscelando un plasma ad altissima concentrazione di piastrine estratto dal sangue del paziente con le cellule staminali del tessuto adiposo.
In Italia sono circa 2 milioni le persone affette da ulcere cutanee causate principalmente da malattie vascolari, diabete, traumi e lesioni da pressione. Le ulcere degli arti inferiori, oggetto dello studio, colpiscono l'1% degli adulti ed il 3,6% delle persone di età superiore ai 65 anni.
L'attività di ricerca degli ultimi anni si è mossa verso un sempre maggiore impiego terapeutico dei fattori di crescita, citochine e cellule staminali, per facilitare la guarigione dei tessuti. In quest'ambito, prende il via il progetto per il trattamento delle ulcere della pelle che prevede l'arruolamento progressivo (fino a 62) di pazienti che abbiano però i requisiti necessari e i criteri di eleggibilità richiesti dai protocolli di studio.
Il sangue prelevato viene "centrifugato" e "separato" così da produrre un concentrato piastrinico contenente fibrina (PRF), ricco di fattori di crescita, che rigenera i tessuti. Successivamente, attraverso un intervento chirurgico di liposuzione viene prelevato il tessuto adiposo dalla zona addominale del paziente ed estratte le cellule staminali mesenchimali (ASC), per una quantità variabile a seconda della dimensione dell'ulcera da trattare. Quindi il "lipoaspirato" è trattato, in sala operatoria con apparecchiature dedicate, al fine di isolare correttamente le cellule staminali. Le frazioni isolate dovranno quindi essere miscelate con il PRF precedentemente prodotto, al fine di ottenere una soluzione da iniettare e distribuire sulla superficie della lesione cutanea.
Lo scopo principale di questo studio è quello di valutare l'efficacia del plasma ad alta concentrazione di piastrine arricchito di cellule staminali, innovative perché oltre a favorire la guarigione dell'ulcera cutanea stimolano la creazione di nuovi vasi sanguigni. Poiché il tessuto adiposo umano è onnipresente e facilmente ottenibile, in quantità di rilievo, mediante procedure chirurgiche effettuate in anestesia locale e con disagio limitato per il paziente, esso si configura quale fonte alternativa ottimale di cellule staminali adulte autologhe per la rigenerazione di tessuti.
(Fonte: Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma)
Editoriale: La punta dell'iceberg - Tornano a salire i derivati: latte spot e burro. - Cereali e dintorni. Consumi ancora tiepidi. - "Custodire le acque, coltivare il futuro": incontro a Gualtieri il 15 Maggio - "Combi mais 4.0", la punta di diamante del "Mais in Italy" - La parmigiana Patty Nevi si piazza al terzo posto assoluto alla prima gara del campionato italiano OCR -
SOMMARIO Anno 16 - n° 19 14 maggio 2017
1.1 editoriale
La punta dell'iceberg
2.1 lattiero caseario Tornano a salire i derivati: latte spot e burro.
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Consumi ancora tiepidi.
4.1 bonifica "Custodire le acque, coltivare il futuro": incontro a Gualtieri il 15 Maggio
4.2 cereali USDA Cereali e dintorni. Aggiornamento dati USDA.
5.1 Mais in Italy "Combi mais 4.0", la punta di diamante del "Mais in Italy"
6.1 FARM RUN La parmigiana Patty Nevi si piazza al terzo posto assoluto alla prima gara del campionato italiano OCR
7.1 Frutta italiana Macfrut, Ismea: cresce il valore dell'ortofrutta italiana
8.1 promozioni "vino" e partners
9.1 promozioni "birra" e partners
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Dal Pouff di Poggiolini, il Re Mida della sanità come era descritto dalle cronache del 1993, al "Boss" del dolore. In un quarto di secolo cosa è cambiato? Nulla, nemmeno la retorica etica, sempre uguale a sé stessa.
di Lamberto Colla
Parma 14 maggio 2017
E' molto facile schiacciare il pulsante dell'etica per avere il consenso plebiscitario.
Come disapprovare l'indignazione collettiva sulle parole intercettate dalla polizia giudiziaria: "Se muoiono 100 persone con questo filtro non va in galera nessuno".
La notizia ridonda sfrenata su tutte le testate giornalistiche e il mostro è servito e condannato. Un coro che canta bene sin da poche ore dopo l'arresto.
Come se le centinaia di pagine raccolte e redatte dagli inquirenti fossero già state ben lette e analizzate dai giornalisti, ancor prima che la difesa ne potesse prendere coscientemente visione.
E' lo stesso avvocato del dottor Guido Fanelli che, intervistato telefonicamente dalla conduttrice di un noto programma della mattina, conferma di non essere in grado di dare risposte, sia per la discrezione dovuta alle indagini in corso, sia per non avere ancora preso visione di tutte le carte.
Ma la condanna verso la "Fanelli Family" è già stata emessa.
Evviva lo Stato garantista!
Ma dietro, sotto, a fianco e sopra di Fanelli chi operava con e per lui?
Possibile che sia l'unico beneficiario di questa impresa criminale?
Sarebbe opportuno che i vari editorialisti e giornalisti d'inchiesta iniziassero a rovistare nelle macerie e a portare alla luce anche tutti coloro che hanno goduto e continuano a godere del sistema corruttivo, nuovo e vecchio.
Nulla infatti sembra essere cambiato dall'epoca di tangentopoli quando venne arrestato, il 20 settembre 1993 a Losanna, Duilio Poggiolini, l'ex direttore generale del servizio farmaceutico nazionale del Ministero della Sanità. Un tesoretto di 26 milioni di euro quello che fu sequestrato all'ex dirigente pubblico e che la dice lunga sul tasso di speculazione che si era incancrenito e ancora non disinnescato nel sistema sanitario.
Anche all'epoca, Poggiolini, la moglie e l'ex Ministro De Lorenzo, erano la punta dell'iceberg.
Un quarto di secolo è trascorso e la parte sommersa è ancora tale, a quanto pare.
Il pesce puzza sempre dalla testa!
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Salute. "Al nido vaccinati: un gesto importante, utile a tutti". Al via la campagna di comunicazione di Regione e Servizio sanitario regionale sull'obbligo previsto dal prossimo anno educativo: online le informazioni per famiglie e genitori. Video di medici ed esperti. Anche nel 2016 in Emilia-Romagna vaccinazioni al di sotto della soglia di sicurezza del 95%. I dati delle singole Ausl.
Bologna, 12 maggio 2017
"Al nido vaccinati": un gesto importante, utile a tutti. Prende il via la campagna di informazione del Servizio sanitario regionale e della Regione Emilia-Romagna sulle vaccinazioni obbligatorie per i bambini da 0 a 3 anni, requisito richiesto per l'iscrizione ai servizi educativi e ricreativi per la prima infanzia, pubblici e privati, dell'Emilia-Romagna dopo l'approvazione della legge regionale 19 del 2016 - la prima in Italia - che introduce l'obbligo vaccinale a partire dal prossimo anno educativo, 2017-2018, per antipolio, antidifterite, antitetanica e antiepatite B.
Sul sito www.alnidovaccinati.it viene spiegato tutto quello che occorre sapere sulla legge, con le risposte alle domande più frequenti (da quando viene applicata, i servizi per la prima infanzia interessati, come fare per "mettersi in regola"); è illustrato il nuovo calendario vaccinale regionale - in vigore dal primo gennaio 2017 -, sono disponibili tutte le informazioni necessarie su come e dove fare i vaccini, consultando l'elenco degli ambulatori vaccinali regionali, con i relativi indirizzi, e indicati quali certificati richiedere o presentare per l'idoneità alla frequenza.
Sul portale si possono poi scaricare i materiali informativi cartacei già a disposizione dei cittadini nelle strutture sanitarie del territorio regionale: opuscoli, locandine, manifesti.
E sempre online, medici ed esperti spiegano in alcuni video l'importanza delle vaccinazioni. Sul sito, infatti, si risponde al quesito di fondo: perché vaccinare? E lo si fa ricordando come le vaccinazioni siano tra gli strumenti più efficaci a difesa della salute: infatti, hanno consentito di debellare malattie gravissime - come il vaiolo - e di ridurre notevolmente la diffusione di patologie infettive come la pertosse o il morbillo. Malattie molto comuni, fino a non molti anni fa, nell'infanzia, gravate da complicanze a volte gravissime e che, negli ultimi anni, parallelamente al calo delle coperture vaccinali, stanno di nuovo aumentando. La vaccinazione rappresenta quindi un importante strumento di protezione sia individuale che collettiva, a tutela della salute pubblica; quando viene fatta dalla maggior parte della popolazione, quest'effetto protettivo si moltiplica, grazie a quella che viene definita "immunità di gregge": se la maggior parte della popolazione è protetta, il microbo, non trovando più persone suscettibili alla malattia, non riesce più a diffondere. In questo modo la vaccinazione diventa un formidabile strumento di prevenzione collettiva, la cui necessità è dimostrata anche dai dati sulla copertura vaccinale.
Le vaccinazioni in Emilia-Romagna: anche nel 2016 sotto la soglia del 95%
In base alle indicazioni dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), la percentuale di vaccinati che garantisce la migliore protezione a tutta la popolazione deve essere superiore al 95%. Percentuale che, in Emilia-Romagna, è notevolmente diminuita negli ultimi anni, scendendo dal 2014 sotto il livello di sicurezza. Nel 2016 la copertura al 24^ mese di vita per le quattro vaccinazioni obbligatorie (antipolio, antidifterica, antitetanica, antiepatite B) si è fermata al 92,4%. Tutte le Ausl sono risultate al di sotto del 95%: Piacenza con il 92,2%, Parma con il 94,1%, Reggio Emilia con il 94,1%, Modena con il 92,5%, Bologna con il 92,3%, Imola, la più alta, con il 94,5%, Ferrara con il 92,3%. Dati ancor più in flessione per l'Ausl unica della Romagna, che - sempre nel 2016 - ha fatto registrare una copertura pari al 90,9%, rispetto al 91,1% dell'anno precedente.
Le linee guida della Regione
Il provvedimento approvato dalla Giunta regionale per l'applicazione della legge che prevede l'obbligo vaccinale stabilisce la road map delle vaccinazioni, indispensabili non solo per i bambini che accedono per la prima volta ai servizi educativi e ricreativi, ma anche per quelli che già frequentano questi servizi in vista dell'iscrizione al prossimo anno educativo.
Per servizi educativi si intendono l'asilo nido (micronidi, nidi part-time, tempo lungo) e i servizi integrativi (spazio bambini, servizi domiciliari, centro per bambini e famiglie, e così via).
Le linee guida prevedono che i genitori, una volta scelta la struttura pubblica o privata alla quale intendono iscrivere il proprio figlio, debbano impegnarsi a farlo vaccinare. Dovranno quindi presentare la certificazione delle vaccinazioni effettuate - che sarà rilasciata dalle Aziende Usl e dovrà essere consegnata ai gestori dei servizi educativi - oppure autorizzare la direzione della struttura educativa ad acquisire l'idoneità alla frequenza direttamente presso l'Azienda Usl di competenza.
Il provvedimento assunto dalla Regione prevede anche la possibilità di accedere ai servizi educativi per i bimbi di età inferiore a 6 mesi: in questo caso c'è l'ammissione con riserva, con l'impegno da parte dei genitori di vaccinare il figlio (prima dose) entro il compimento del sesto mese di vita.
Per i bambini che si iscrivono direttamente al 2^ e 3^ anno, e che non sono mai stati vaccinati, è previsto l'obbligo di iniziare il ciclo vaccinale, ed effettuare almeno le prime due dosi di ciascuna vaccinazione obbligatoria prima di accedere ai servizi. Dovranno poi completare il ciclo vaccinale, con la terza dose, prima di iscriversi all'anno successivo. Le linee guida della Regione prevedono infine che, nei casi in cui la vaccinazione debba essere omessa o differita, l'esonero per motivi sanitari sia certificato dal pediatra di libera scelta e autorizzato dai Servizi vaccinali delle Aziende Usl.
(In allegato, l'immagine della campagna)
(Fonte: Regione ER)
Terapia del dolore: "Stiamo facendo tutte le verifiche e non è a rischio la salute dei pazienti". Attivato un numero di telefono. Il neo direttore Maurizio Leccabue: "In alcuni casi non sono state applicate le procedure formali previste dalla legge, ma non ci sono problemi clinici". Il direttore generale dell'Ospedale di Parma Massimo Fabi: "L'Azienda è parte lesa, stiamo valutando i danni materiali e d'immagine subiti".
Parma, 11 maggio 2017
L'Azienda Ospedaliero-Universitaria comunica che il Comitato dei garanti ha accolto la richiesta del provvedimento disciplinare nei confronti di Guido Fanelli e di Massimo Allegri che pertanto sono sospesi per 3 anni dall'attività assistenziale svolta presso il reparto di 2° Anestesia rianimazione e terapia antalgica.
"Se le accuse saranno confermate – ha dichiarato il direttore generale dell'Ospedale di Parma Massimo Fabi – l'Azienda sanitaria si considera parte lesa in questa vicenda e sta valutando i danni materiali e d'immagine subiti, a tutela dei tantissimi operatori della sanità che tutti i giorni si impegnano con serietà e passione nel loro lavoro".
L'Azienda comunica inoltre che la nomina immediata, avvenuta di concerto con l'Università di Parma, di Maurizio Leccabue alla guida dell'unità operativa in qualità di direttore facente funzione ha garantito il pieno funzionamento del reparto e la presa in carico dei pazienti. Il dottor Leccabue ha incontrato il personale sanitario e gli specializzandi dei due servizi di anestesia dell'Ospedale Maggiore per ripartire con chiarezza e trasparenza. A cominciare da subito.
"Stiamo effettuando tutte le verifiche – spiega il dottor Leccabue – e possiamo affermare che non ci sono problemi clinici per i pazienti. Si è trattato, in alcuni casi, di mancato rispetto delle procedure formali previste dalla legge senza impatto sulla salute dei cittadini. Questo lo rimarco con decisione: "Non è in discussione la bontà dei farmaci, ma la procedura".
Per fornire ogni spiegazione ai pazienti l'Azienda Ospedaliero-Universitaria ha attivato un numero telefonico di riferimento cui risponderanno i medici individuati dal nuovo direttore dell'Unità operativa Maurizio Leccabue. (telefono: 334.6077 983).
L'Università di Parma si esprime sulla presunta opposizione avvenuta nel 2016 alla richiesta di sospensione del Prof. Guido Fanelli avanzata dal Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma.
Parma, 11 maggio 2017
Questo pomeriggio sono in corso gli inerrogatori dell'inchiesta Pasimafi, che vede coinvolte 19 persone tra dirigenti medici e imprenditori nel settore farmaceutico, 75 persone indagate, 17 aziende coinvolte in attività illecite. Il sistema di corruzione, secondo l'accusa, avrebbe avuto al centro il Prof. Guido Fanelli.
In relazione alla presunta opposizione dell'Università di Parma nel 2016 alla richiesta di sospensione del Prof. Guido Fanelli avanzata dal Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma, l'Ateneo segnala che ciò non corrisponde al vero.
"La vicenda sollevata dalla Guardia di Finanza di Seregno a carico del prof. Fanelli nel 2016 era di tutt'altra natura, rispetto alle accuse formulate nell'indagine attualmente in corso. Si trattava di un'indagine che segnalava peraltro la mancata richiesta da parte di Fanelli del nulla osta al Direttore Generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma per svolgere attività extra-istituzionali di natura culturale /scientifica /formativa (non libero-professionale) negli anni 2007-2012. In realtà tale nulla osta doveva essere richiesto al Rettore, essendo il prof. Fanelli un dipendente dell'Università: cosa che questi aveva regolarmente fatto, ottenendolo in tutti i casi richiesti dal 2007 al 2012." - spiega l'Università.
"Il 20 aprile 2016 la proposta di sospensione del prof. Fanelli avanzata dal Direttore Generale Fabi venne respinta all'unanimità dal Comitato dei Garanti, organo di garanzia nominato dall'Azienda Ospedaliero-Universitaria di Parma d'intesa con l'Università, unico organo tenuto ad esprimersi su proposte di sospensione del Direttore Generale delle Aziende Ospedaliero-Universitarie nei confronti di docenti universitari in convenzione (Dlgs 517/1999, art. 5 comma 14). Pertanto non fu l'Università di Parma ad opporsi alla richiesta di sospensione avanzata dal DG Fabi, peraltro nemmeno possibile in quanto ente non deputato ad esprimersi su tali casi, bensì un parere negativo unanime dell'organo di garanzia sopracitato. Si è ritenuto doveroso riportare la verità dei fatti del 2016 in un momento in cui l'opinione pubblica, oggi, sta cercando di capire con esattezza che cosa stia accadendo circa una vicenda particolarmente complessa e dolorosa che riguarda la sanità a Parma." - conclude la nota.
Sanzioni in arrivo per visite ed esami sanitari "mancati" e non disdetti: provvedimento introdotto dalla Regione Emilia-Romagna per incentivare a disdire l'appuntamento se si rinuncia alla prestazione. L'Ausl ha spedito i primi verbali.
Parma, 28 aprile 2017
Sono in arrivo le sanzioni a chi non si è presentato all'appuntamento per fare una visita o un esame specialistico, senza disdire per tempo (cioè almeno due giorni lavorativi prima) la prenotazione.
Con la spedizione delle prime lettere, l'Ausl dà piena attuazione al provvedimento introdotto dalla Regione Emilia-Romagna il 4 aprile dell'anno scorso, per incentivare a disdire l'appuntamento se si rinuncia o se non si può usufruire della prestazione sanitaria, con il duplice obiettivo di evitare gli sprechi di risorse e di liberare il posto per chi è in attesa. E i primi risultati già si registrano: sul totale delle prestazioni prenotate dal 4 aprile 2016 al 3 aprile 2017 – quasi 4 milioni e 600 mila – gli abbandoni e le disdette fatte non in tempo sono state poco meno del 4%, mentre nel periodo 4 aprile 2015-3 aprile 2016 – su un volume di prestazioni pressoché invariato – erano il 6.7%.
"E' il primo invio – spiega Marco Chiari, direttore amministrativo dell'Ausl di Parma – che, al momento, riguarda solo le mancate disdette per prestazioni erogate dall'Ausl nelle prime due settimane di maggio 2016. Stiamo parlando di circa 800 verbali, recapitati a cittadini di Parma e provincia. Dunque – continua Chiari - è solo una prima tranche, utile anche per testare la procedura".
LA NOTIFICA DELLA SANZIONE
Tramite posta, il cittadino che non ha disdetto la prenotazione o non lo ha fatto in tempo, riceve una lettera dall'Ausl, firmata dal direttore amministrativo, di notifica della sanzione. Nella nota, sono indicati il codice della prenotazione, con la data dell'appuntamento mancato, l'entità della sanzione, che non supera (per appuntamento) i 36.15 euro e i 46.15 per la chirurgia ambulatoriale (oltre a 11 euro per spese di notifica), le modalità di pagamento (viene spedito in allegato anche il MAV già compilato) e le indicazioni per presentare eventuali giustificativi. La sanzione viene comminata anche se il cittadino è esente per reddito, età e patologia.
LA RICHIESTA DI ANNULLAMENTO DELLA SANZIONE
Nonostante la notifica, il cittadino ha 30 giorni di tempo per giustificare la mancata disdetta o l'impedimento a usufruire della prestazione, così facendo, è possibile evitare il pagamento della multa. Infatti, allegato alla nota, viene spedito anche il modulo di richiesta di annullamento della sanzione, che, debitamente compilato, insieme ad un documento di identità, deve essere spedito all'indirizzo e-mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. o via posta all'indirizzo Direzione amministrativa Ausl Parma – strada del Quartiere n. 2/A, 43125 Parma o consegnato all'Ufficio Relazioni con il Pubblico del distretto di residenza (sedi e orari www.ausl.pr.it ). Inoltre, per consegnare i giustificativi di mancata disdetta o chiedere informazioni relative alla sanzione ricevuta è possibile rivolgersi anche ai seguenti uffici: nel distretto di Fidenza, gli uffici amministrativi del dipartimento di cure primarie, in via Don Tincati n. 5 a Vaio (corpo "O", ingresso distretto, secondo piano), dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, il martedì e il giovedì dalle 15 alle 17, tel. 0524.515667-615-889-918; nel distretto Sud-Est, l'ufficio entrate, della Casa della Salute di Langhirano, via Roma n. 42/1, terzo piano, dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 13, tel. 0521.865203; nel distretto Valli Taro e Ceno, la direzione amministrativa distrettuale, via Benefattori n. 12 Borgotaro, lunedì e mercoledì dalle 10 alle 12, tel. 0525.970230 e l'ufficio amministrativo del dipartimento cure primarie, via Solferino n. 37 Fornovo, martedì e giovedì dalle 14.30 alle 16.30, tel. 0525.300493.
LE GIUSTIFICAZIONI
Le cause ammesse e che devono essere documentate, sono: ricovero in una struttura sanitaria o altri motivi di salute (che possono riguardare l'interessato o i familiari fino al secondo grado di parentela, il coniuge e i conviventi appartenenti allo stesso nucleo familiare); nascita di figlio/a (se l'evento avviene entro due giorni lavorativi antecedenti alla data della prestazione); lutto per decesso di familiare (fino al secondo grado di parentela, coniuge e conviventi se appartenenti allo stesso nucleo familiare e se l'evento avviene entro due giorni lavorativi antecedenti alla data della prestazione); incidente stradale (se l'evento è avvenuto entro 6 ore precedenti l'appuntamento); sciopero-ritardo treni, calamità naturali, furti, ciclo mestruale per visita ginecologica ed altre prestazioni correlate.
LA DISDETTA
Ancora una volta, l'invito dell'Ausl ai cittadini è di disdire se non ci si può presentare all'appuntamento almeno due giorni lavorativi prima della visita o dell'esame. Il termine ultimo è indicato sul foglio di prenotazione e, in caso di prenotazione telefonica, viene detto dall'operatore. Disdire è semplice e si può fare in diversi modi: al telefono, chiamando il numero verde 800.629.444, attivo con segreteria automatica 24 ore su 24 tutti i giorni (domenica e festivi inclusi) e con risposta di un operatore dal lunedì al venerdì dalle 7.30 alle 18 e il sabato dalle 7.30 alle 13.30; di persona, andando agli Sportelli unici dell'Ausl, agli altri sportelli di prenotazione presenti su tutto il territorio provinciale, ai Punti di Accoglienza (PdA) dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria; on line, collegandosi a CUP Web o al proprio Fascicolo sanitario elettronico o con l'app "ER Salute" (scaricabile dal sito www.prestoebene-er.it).
(Fonte: Ufficio stampa AUSL Parma)
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