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Più di 300 agenti sono impegnati dalle prime ore di questa mattina per eseguire provvedimenti restrittivi e perquisizioni emessi dalla Dda Procura della Repubblica di Bologna. Agli indagati, facenti parte del gruppo Maphite operante tra l'Emilia Romagna e il bergamasco, è contestato il reato di associazione mafiosa.

di Manuela Fiorini, Bologna – Una maxi operazione che vede impegnati più di 300 agenti della Squadra Mobile della Questura di Bologna, in collaborazione con i colleghi di Modena, Reggio Emilia, Parma, Piacenza, Ravenna, Forlì-Cesena e Bergamo, è in corso da questa mattina per eseguire oltre 15 provvedimenti restrittivi e perquisizione su ordine della Dda della Procura della Repubblica di Bologna, nell'ambito dell'inchiesta iniziata nel 2017 contro la mafia nigeriana.

Agli indagati è contestato il reato di associazione mafiosa. Farebbero tutti parte del gruppo denominato "Maphite", operante da anni in Emilia Romagna, con un ramo operativo anche nel bergamasco. L'inchiesta è partita, come dicevamo, nel 2017, grazie alle dichiarazioni di un collaboratore di giustizia, che ha consentito di risalire ai nomi e ricostruire ruoli, gradi, gerarchie, regole di affiliazione e dinamiche all'interno dell'organizzazione criminale, che si era ritagliata un posto sul territorio attraverso reati quali sfruttamento della prostituzione, spaccio di stupefacenti, uso indebito di strumenti di pagamento elettronico e violenti scontri con organizzazioni criminali nigeriane "rivali" per la sopravvivenza e la gestione del territorio.

La vasta operazione di polizia ha consentito di identificare e sottoporre a fermo anche soggetti che ricoprivano un ruolo di primo piano all'interno dell'organizzazione criminale. Tra questi vi sono coloro che gestivano la prostituzione, mantenevano i rapporti con le altre organizzazioni criminali, organizzavano lo spaccio di droga per strade e piazze cittadine e gestivano e decidevano le nuove affiliazioni attraverso consolidati rituali di iniziazione.

L'operazione, congiunta in tutto il Nord Italia, ha consentito alla Dda della Procura di Torino di ritrovare un "Libro Verde" che riporta le regole e i "comandamenti" della mafia nigeriana, le regole di comportamento e di affiliazione. Un documento preziosissimo per contestare ai fermati il reato 416bis (associazione di tipo mafioso).

Attualmente, gli arresti eseguiti in tutto il Nord Italia sono 30, tra capi e affiliati. Altri 40 soggetti, tutti di nazionalità nigeriana, sono ricercati dalla Polizia, e dieci di questi sarebbero in fuga.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Nel corso della notte, personale della Squadra Volante su segnalazione della Centrale Operativa, è intervenuto in soccorso di una giovane con intenti suicidi che si era portata sul cornicione del palazzo dalla finestra del proprio appartamento, dopo essersi chiusa a chiave all'interno della camera da letto.

Mentre una Volante provvedeva a mettere in sicurezza la zona, impedendo l'accesso al traffico veicolare, un'altra pattuglia, per gestire al meglio la situazione e creare un corretto approccio con la ragazza, ha raccolto informazioni sulle motivazioni che potevano averla indotta a mettere in pericolo la propria vita.
La giovane, come riferito dalla madre, aveva recentemente interrotto una relazione sentimentale, che l'aveva destabilizzata emotivamente, al punto tale di voler porre fine alla propria esistenza con un gesto estremo.

Gli agenti hanno ritenuto che fosse opportuno cercare di avvicinarsi il più possibile alla ragazza per instaurare un contatto diretto e che il miglior interlocutore in una tale situazione potesse essere una figura femminile.

La pattuglia, composta da un uomo ed una donna, non ha esitato a mettere a repentaglio la propria incolumità: la poliziotta, trattenuta con grande sforzo fisico per il cinturone dal collega, si è sporta oltremodo dalla finestra del bagno attiguo alla camera da letto in modo da essere molto vicina alla ragazza e parlarle.

La gestione della situazione non è stata per niente facile, complicata anche dal fatto che la giovane era in evidente stato di ebbrezza e continuava ad assumere alcolici, motivo per il quale non è stato possibile prenderla di forza e ricondurla all'interno.

Durante le operazioni di salvataggio, che sono durate più di mezz'ora, la ragazza ha alternato fasi di lucidità a momenti di profondo sconforto, minacciando più volte di buttarsi nel vuoto.
Fondamentale è stata l'intesa tra i due agenti che, nonostante la situazione precaria ed estremamente pericolosa in cui si trovavano, hanno mantenuto la freddezza necessaria per agire in totale sinergia, supportandosi e consigliandosi a vicenda.

L'estenuante e meticolosa operazione di persuasione attuata attraverso un dialogo empatico, che ha permesso di creare tra le due ragazze un legame di fiducia, ha sortito gli effetti sperati. La giovane, infatti, ha desistito rientrando nella stanza e facendovi accedere gli operatori.

I sanitari del 118 hanno provveduto a prestare alla ragazza l'assistenza e le cure necessarie.

 

Pubblicato in Cronaca Modena

Parma, 3 luglio 2019 - Il personale della Polizia di Stato in servizio presso il Posto di Polizia Ferroviaria di Parma, nella mattinata del 27 giugno u.s. ha denunciato in stato di libertà un cittadino straniero ritenuto responsabile del tentato furto di una bicicletta.

In particolare, durante il servizio di vigilanza in ambito ferroviario, estenso anche alle immediate adiacenze della locale stazione, gli Agenti della Polizia Ferroviaria, notavano un individuo che armeggiava in modo sospetto su una bicicletta.

Gli operatori, giunti a distanza ravvicinata dal soggetto, lo sorprendevano mentre utilizzando una tenaglia metallica, cercava di divellere il lucchetto di una bicicletta tipo mountain bike parcheggiata nelle rastrelliere antistanti l'impianto ferroviario.

Gli Agenti della Polizia Ferroviaria interrompevano l'azione delittuosa ed accompagnavano l'individuo in ufficio, ove veniva identificato per un ventinovenne di origine indiana residente nel reggiano il quale, sottoposto a perquisizione personale, veniva trovato in possesso anche di una chiave esagonale, un grimaldello ed una piccola chiave entrambi metallici che si presume utilizzati per altri tentativi di furto di biciclette.

Quanto rinvenuto è stato posto sotto sequestro ed il giovane responsabile dei fatti è stato denunciato in stato di libertà per il reato di furto aggravato e segnalato, altresì per il possesso degli oggetti atti allo scasso descritti.

Valutata l'irregolare posizione del soggetto in relazione al proprio soggiorno nel territorio nazionale è stato interessato l'ufficio Immigrazione della provincia di residenza per i conseguenti provvedimenti ritenuti opportuni.

Pubblicato in Cronaca Parma

Ordine di carcerazione per un 32enne nomade autore di numerosi reati contro il patrimonio: la Polizia di Stato lo arresta e lo traduce in carcere

La Squadra Mobile nei giorni scorsi ha tratto in arresto, in esecuzione dell'ordine di carcerazione emesso il 25 giugno scorso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Vicenza, un cittadino italiano di 32 anni.

L'uomo deve espiare una pena residua di anni 1 di reclusione in quanto riconosciuto colpevole del reato di furto aggravato per fatti avvenuti in provincia di Vicenza.

Il 32enne, di origine nomade, è stato al centro delle cronache modenesi per diversi mesi in quanto autore di reati contro il patrimonio, soprattutto, nel centro cittadino, che avevano portato all'esasperazione residenti e commercianti.

Pubblicato in Cronaca Modena

Contrasto al traffico di sostanze stupefacenti: Polizia di Stato e Polizia Municipale arrestano quattro nigeriani

Nella giornata di giovedì 27 giugno scorso, personale della Squadra Mobile, unitamente a uomini della Polizia Municipale di Modena, ha tratto in arresto quattro cittadini nigeriani pregiudicati, di età compresa tra i 28 e i 34 anni, responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

Nell'ambito di mirati servizi finalizzati alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti, attuati in collaborazione con la Polizia Municipale di Modena, anche attraverso appostamenti e pedinamenti nelle zone di via Gramsci, della Stazione Ferroviaria, di via Mazzoni e del parco XXII aprile, gli agenti hanno fermato tre nigeriani nei confronti dei quali vi erano fondati sospetti che potessero nascondere della sostanza stupefacente all'interno della propria autovettura.

Durante il controllo, i tre soggetti avevano manifestato segni evidenti di agitazione. La perquisizione del veicolo ha dato esito positivo in quanto sui sedili posteriori è stato rinvenuto un borsone contenente sostanza stupefacente del tipo marijuana per un peso complessivo di 4 kg.

Le verifiche sono state estese alla loro abitazione, dove è stata recuperata la somma in contanti, suddivisa in banconote di vario taglio, pari a circa 1.800 euro, oltre ad ulteriori 150 grammi di cocaina. Durante il controllo un altro nigeriano, che si trovava nell'appartamento, ha tentato di disfarsi di un involucro, successivamente accertato contenere sostanza stupefacente del tipo cocaina, lanciandolo dalla finestra.
Processati con rito direttissimo ieri mattina, il G.I.P. presso il Tribunale di Modena ne ha disposto la custodia cautelare in carcere.

Pubblicato in Cronaca Modena

Più di 300 agenti hanno eseguito questa mattina all'alba le misure di custodia cautelare. Tra i destinatari tre componenti della famiglia Grandi Aracri di Cutro e il presidente del Consiglio Comunale di Piacenza Giuseppe Caruso. (a seguire n° 3 video)

Di Manuela Fiorini Bologna, 25 giugno 2019  – Associazione di stampo mafioso, estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento e truffa aggravata. Sono queste le accuse che hanno portato all'arresto di sedici persone, presunte appartenenti alle cosche legate alla famiglia calabrese Grande Aracri di Cutro e operante da tempo in tutta l'Emilia Romagna.

La maxi operazione contro la "Ndrangheta, denominata "Grimilde" è stata coordinata dal Servizio centrale operativa della Polizia, mentre le indagini sono state condotte dagli uomini della Squadra Mobile di Bologna, in collaborazione con i colleghi di Parma, Piacenza e Reggio Emilia.
Per eseguire le misure di custodia cautelare, emesse dal gip di Bologna su richiesta della Dda, sono stati impegnati questa mattina all'alba più di 300 agenti appartenenti a tutti gli Uffici Investigativi dell'Emilia Romagna, al Reparto Mobile di Bologna, al Reparto Volo Emilia Romagna, al Reparto Prevenzione Crimine e alle Unità Cinofile.

Tra o destinatari dei provvedimenti restrittivi ci sono anche nomi "eccellenti" e figure di primo piano della rete della "Ndrangheta emiliana. Tra questi Francesco Grande Aracri e i due figli Salvatore e Paolo, ritenuti a capo del clan che opera nelle province di Parma, Piacenza e Reggio Emilia. Francesco Grande Aracri, che ha sulle spalle un'altra condanna per associazione mafiosa, viveva insieme ai figli a Brescello, nel reggiano, noto per essere stato il primo Comune in Emilia Romagna la cui Giunta è stata sciolta per infiltrazioni mafiose nel 2017.
Un altro nome eccellente è quello del Presidente del Consiglio Comunale di Piacenza Giuseppe Caruso, esponente di Fratelli d'Italia. Secondo le accuse, avrebbe favorito la cosca in una truffa ai danni dell'Unione Europea mentre era funzionario dell'Agenzia delle Dogane.

Sempre nell'ambito dell'Operazione Grimilde, è in corso di esecuzione anche un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali esponenti del gruppo criminale tra società, beni mobili e immobili e conti correnti.

Soddisfatto il Ministro dell'Interno Matteo Salvini, che sulla sua pagina Facebook ha scritto:
"La giornata inizia bene! Maxi operazione contro la 'ndrangheta in Emilia: 300 agenti sul campo per un centinaio di perquisizioni in tutta Italia e arresti per associazione di stampo mafioso, estorsione, danneggiamento, truffa. Grazie alle Forze dell'Ordine e in particolare al Servizio centrale operativo della Polizia di Stato, alla Squadra Mobile di Bologna e agli inquirenti. Nessuna tregua e TOLLERANZA ZERO per boss e delinquenti della malavita. Avanti tutta.
#lamafiamifaschifo

I video dell'operazione

Operazione: https://youtu.be/R0LlUFhlSJE

Indagini: https://youtu.be/aHLiR99-zdY

Arresto Francesco Grandi Aracri https://youtu.be/cLEbiQP9yjg

 

appendice
"Attraverso incessanti, comunica la Polizia di Stato - numerose e continue attività tecniche durante circa tre anni gli investigatori sono riusciti ad avere la prova dell´esistenza di un gruppo criminale di stampo mafioso operante nella regione Emilia Romagna che utilizzando metodi tipicamente mafiosi effettuava una serie di investimenti, apriva e chiudeva società di comodo faceva affari anche con imprenditori di primissimo livello nazionale.
Tra i vari "affari" avviati dall´organizzazione due sicuramente dimostrano la capacità imprenditoriale e criminale dell´organizzazione.
Era il giugno del 2017 quando Salvatore GRANDE ARACRI ed il padre Francesco, tramite una società edile a loro riferibile, avviano un progetto di costruzione di 350 appartamenti a Bruxelles; i due si sono occupati di individuare gli operai che avrebbero provveduto ad eseguire i lavori facendoli, pero´, lavorare in condizioni di assoluto sfruttamento imponendo loro una paga di 8 .00-9.00 euro l´ora, turni di lavoro anche di 15 ore giornaliere, talvolta senza concedere loro neanche il riposo settimanale.
Contemporaneamente, il gruppo criminale inganna i referenti della società Riso Roncaia, che a sua volta aveva vinto un bando europeo per la fornitura di riso, facendo loro credere di poter far loro ottenere una linea di credito di 5 milioni di euro e l´apertura di conti correnti bancari presso banche compiacenti.
L´operazione, ancora in corso, fatta scattare questa mattina dalla Squadra Mobile di Bologna ha permesso anche di verificare che i sodali dell´organizzazione non sempre si limitavano ad usare metodi ortodossi nella conduzione dei loro affari ma quando incappavano in qualcuno che poteva essere loro di ostacolo oppure vi era qualcuno che metteva il naso nei loro affari ricorrevano tranquillamente alla violenza ed alla forza di intimidazione.
Tipico il caso di una distributore di pizza che ha avuto soltanto l´ardire di "invadere" la zona controllata dall´organizzazione ricevendo subito un esplicito avvertimento se non avesse obbedito "qua non hai capito... che ti spariamo"
Oppure quando una troupe del Tg 2 della RAI stava effettuando un servizio nei pressi dell´abitazione dei GRANDE ARACRI a Brescello ed il giornalista subisce il lancio di una pietra da parte di Francesco Grande Aracri che va colpire il vetro dell´autovettura utilizzata dal giornalista."
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Pubblicato in Cronaca Emilia

Tra i destinatari dei provvedimenti restrittivi eseguiti dalla Polizia di Stato contro la mafia calabrese figurano elementi di primo piano del sodalizio 'ndranghetistico emiliano, tra i quali Salvatore GRANDE ARACRI, Francesco GRANDE ARACRI e Paolo GRANDE ARACRI ritenuti ai vertici del clan operante nelle Province di Reggio Emilia, Parma e Piacenza.

Tra i destinatari del provvedimento restrittivo figura Giuseppe CARUSO attuale Presidente del Consiglio Comunale di Piacenza, ritenuto appartenente al gruppo mafioso capeggiato dagli altri.
Nell'ambito della stessa operazione è in corso di esecuzione un decreto di sequestro preventivo di beni emesso dalla Dda di Bologna nei confronti dei principali appartenenti al gruppo criminale riguardante società, beni mobili ed immobili, conti correnti.

La Polizia di Stato di Bologna, in collaborazione con quella di Parma, Reggio Emilia, Piacenza e con il coordinamento del Servizio Centrale Operativo, sta eseguendo una vasta operazione nei confronti del sodalizio 'ndranghetistico operante in Emilia, storicamente legato alla nota famiglia mafiosa dei GRANDE ARACRI di Cutro.

I provvedimenti, emessi dal Gip presso il Tribunale di Bologna su richiesta della Dda sono eseguiti dai poliziotti della squadra mobile di Bologna in collaborazione con quelle di Parma, Reggio Emilia e Piacenza in varie province dell'Emilia Romagna

Nell'ambito dell'operazione, denominata Grimilde, sono impegnati circa 300 tra donne e uomini della Polizia di Stato appartenenti a tutti gli Uffici investigativi dell'Emilia Romagna, al Reparto Mobile di Bologna, al Reparto volo Emilia Romagna, al Reparto Prevenzione Crimine Emilia Romagna, alle Unità Cinofile della Polizia di Stato.

Sono in corso di esecuzione, in varie città d'Italia, anche 100 perquisizioni nei confronti di coloro che pur non essendo direttamente destinatari del provvedimento restrittivo emesso dall'Autorità Giudiziaria di Bologna sono risultati, nel corso dell'indagine, collegati al gruppo 'ndranghetistico operante in Emilia Romagna.

I destinatari del provvedimento restrittivo sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso estorsione, tentata estorsione, trasferimento fraudolento di valori, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, danneggiamento, truffa aggravata dalle finalita' mafiose.

I dettagli dell'operazione saranno resi noti in una conferenza stampa in programma alle 10.30 presso la Questura di Bologna alla quale parteciperanno il Procuratore di Bologna Giuseppe Amato, il Direttore della Direzione Centrale Anticrimine della Polizia Francesco Messina il Direttore dello Sco Fausto Lamparelli.

Pubblicato in Cronaca Emilia

Sequestrate: Una pistola semiautomatica priva di matricola, di marca Walther PPQ, di fabbricazione tedesca, calibro 9x19, Parabellum, dotata di caricatore bifilare contenente 15 cartucce calibro 9x19 ( arma clandestina con munizionamento da guerra); una pistola semiautomatica con matricola abrasa, di marca sconosciuta calibro 7,65 dotata di un caricatore monofilare , contenente 4 cartucce calibro 7,65 (arma clandestina); una scatola per cartucce di marca fiocchi contenente trenta cartucce calibro 357 Magnum.

Nell'ambito dell'attività investigativa gli uomini della Squadra Mobile della Questura di Parma, venivano a conoscenza che il cittadino albanese KERCUKU Armand classe 1987, già conosciuto dagli investigatori, deteneva nella propria abitazione armi e munizioni.

Pertanto, in data 10 giugno veniva perquisita l'abitazione dell'albanese, in via Martinella. L'atto permetteva di rinvenire all'interno del'abitazione trenta proiettili di pistola calibro 357 magnum.

L'ttività investigativa, permetteva di accertare anche che il soggetto aveva in uso un capannone adibito a officina meccanica, ubicato in un quartiere artigianale nella zona di via Paradigna, pertanto la perquisizione effettuata anche con l'ausilio di due unità cinofile anti esplosivo, veniva estesa anche in quella direzione. L'atto permetteva di rinvenire, all'interno di un cassetto di una scrivania, le due pistole sopra  descritte, nonché un rilevatore di frequenze spesso utilizzato da persone dedite a traffici illeciti, al fine di individuare la presenza di eventuali captatori ambientali.

Al termine delle operazioni, l'uomo veniva tratto in arresto per aver detenuto armi clandestine con relativo munizionamento da guerra, ed associato presso la locale Casa Circondariale così come disposto dalla Dott.ssa Emanuela PODDA Sost,. Proc.a disposizione della A.G.

Sono in corso ulteriori approfondimenti investigativi, grazie anche alle competenze tecniche della Polizia Scientifica, per capire da dove provengano le armi poste sotto sequestro e se queste possano essere state usate in una qualche scena del crimine.

Pubblicato in Cronaca Parma

Nella giornata di ieri, personale della Squadra Volante ha tratto in arresto un ghanese incensurato e regolare sul territorio italiano ed un nigeriano pregiudicato, sedicente e senza fissa dimora, rispettivamente di anni 29 e 32, responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente.

In tarda serata, gli agenti durante un controllo d'iniziativa all'interno del parco Pertini hanno notato tre stranieri aggirarsi nell'area verde con atteggiamento sospetto; il nigeriano, in particolare, aveva nascosto sotto una panchina una busta di plastica verde, ove erano contenuti, come accertato successivamente, 14,5 grammi di infiorescenze e foglie di marijuana.

Alla vista della Polizia, uno dei tre è riuscito a scappare, mentre gli altri due sono stati fermati. Anche la perquisizione a carico del ghanese ha dato esito positivo, in quanto sono stati rinvenuti, occultati nella biancheria intima, 3 involucri in cellophane bianco termosaldati contenenti marijuana e un parallelepipedo di hashish, oltre alla somma di 145 euro, suddivisa in banconote di piccolo taglio.
Dopo gli accertamenti di rito, i due sono stati trattenuti presso le celle di sicurezza, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo.

Pubblicato in Cronaca Modena

Due marocchini, ubriachi e molesti, denunciati e espulsi. Uno espulso con allontanamento fisico dallo Stato, uno allontanato da Parma con foglio di via.

Nella mattinata di ieri 3 volanti dell'Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Parma, sono state inviate presso un Bar di Parma per la segnalazione di due soggetti molesti ed ubriachi.

Giunti sul posto, uno dei due era molto agitato e palesemente ubriaco, intento nel disturbare tutti gli avventori.

Al controllo di Polizia hanno risposto proferendo testualmente "MAIALI MALEDETTI, IO NON HO PAURA DI VOI, SE NON MI LASCIATE STARE IO VI UCCIDO TUTTI", esprimendosi anche con disprezzo nei confronti del Ministro dell'Interno.

Il soggetto privo di documenti è stato accompagnato in Questura, è risultato essere un Marocchino del 1989, residente a Reggio Emilia  sprovvisto di documenti gravato da numerosi precedenti per reati contro il patrimonio e la persona.

Il soggetto è stato denunciato in stato di libertà per i reati di resistenza, minaccia e oltraggio a pubblico ufficiale, vilipendio della repubblica, delle istituzioni costituzionali e delle forze armate e sanzionato per ubriachezza ai sensi dell'art.688 C.P.

Infine, è stato altresì allontanato da Parma con un foglio di via obbligatorio dal Comune di Parma.
Il soggetto in sua compagnia, dai controlli è risultato essere un marocchino classe 88, irregolare sul Territorio nazionale., gravato già da precedenti espulsioni, nonché precedenti di polizia per furti aggravati, danneggiamenti e minacce. Per tutti questi motivi, quest'ultimo è stato espulso dal territorio nazionale, verrà accompagnato in frontiera e fisicamente allontanato dal suolo italiano ponendolo su un volo di sola andata per il Marocco.

Anche questa volta lo scambio informativo e la tempestività d'intervento ha dato i suoi frutti, permettendo, appunto, un allontanamento coatto dal territorio nazionale.

 

Pubblicato in Cronaca Parma
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