Al termine del secondo trimestre 2018 si dimezza il calo delle imprese attive in regione (-1.730 unità, -0,4 per cento) rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Diminuiscono le imprese del commercio (-1.054), dell'agricoltura (-973) e delle costruzioni (-628), come nelle attività manifatturiere e immobiliari. Segnali positivi dai servizi alle imprese e attività di direzione aziendale e consulenza gestionale. Accelera decisamente la crescita delle società di capitale (+2.778), mentre rallenta la discesa di società di persone (-1.950) e ditte individuali (-2.499).
In calo, seppur ridotto, il numero delle imprese registrate e delle imprese attive. E' questa in estrema sintesi la dinamica che emerge dalla lettura dei dati ufficiali sulla natalità e mortalità delle imprese nel secondo trimestre 2018, diffusi da Unioncamere Emilia-Romagna che ha elaborato i dati del Registro delle imprese delle Camere di commercio.
Le imprese registrate in Emilia-Romagna sono risultate 455.850 a fine giugno, quindi 1.638 (-0,6 per cento) in meno rispetto allo stesso mese dell'anno precedente. È un dato nell'ordine di grandezza che ha caratterizzato il secondo trimestre dal 2013 al 2016, ancora ampiamente superiore ai saldi prevalenti nel periodo precedente la crisi.
Nel trimestre considerato, le iscrizioni (6.506) sono lievemente aumentate, ma restando prossime al minimo degli ultimi venti anni, segnato nel 2017, mentre le cessazioni (4.912) sono diminuite avvicinando nuovamente i minimi dello stesso trimestre del 2014.
Al contrario, in Italia, la base imprenditoriale si è ampliata lievemente (+0,1 per cento).
Le imprese attive rendono la misura dell'effettiva capacità della base imprenditoriale. A fine giugno in Emilia-Romagna erano 404.404, ovvero 1.730 in meno (-0,4 per cento) rispetto allo stesso trimestre del 2017. Si è quindi dimezzata l'ampiezza della flessione tendenziale, che è la più piccola degli ultimi sette anni.
A livello nazionale le imprese attive sono risultate in lievissimo aumento (+0,1 per cento).
I settori di attività economica. A livello di macro settori, la base imprenditoriale regionale dell'agricoltura, delle costruzioni e dell'industria continuano a restringersi, mentre quella dell'aggregato dei servizi resta sostanzialmente invariata. In dettaglio, la riduzione delle imprese attive è stata più rilevante nell'insieme del commercio (-1.054 unità, -1,1 per cento), nell'agricoltura, silvicoltura e pesca (-973 unità, -1,7 per cento) e nelle costruzioni (-628 unità, -0,9 per cento). Segno rosso anche per l'industria manifatturiera, che riduce però la perdita a 275 unità, -0,6 per cento).
Più dinamici attività professionali, servizi alle imprese e turismo.
Segnali positivi vengono infatti solo dagli altri settori dei servizi, in primo luogo dall'aggregato del noleggio, delle agenzie di viaggio e dei servizi di supporto alle imprese (+417 unità, +3,5 per cento), quindi dalle attività professionali, scientifiche e tecniche (+311 unità, +2,0 per cento) e dai servizi di informazione e comunicazione (+194 unità, +2,2 per cento).
Spicca la rapidità della crescita delle attive nella sanità e assistenza sociale (+5,2 per cento) e dell'istruzione (+3,5 per cento), ambiti nei quali lo stato del settore pubblico ha lasciato ampi spazi all'imprenditoria privata.
La forma giuridica. La riduzione della base imprenditoriale è stata determinata dall'andamento negativo delle ditte individuali, scese di 2.499 unità (-1,1 per cento) e dalla riduzione, più contenuta, ma più rapida, delle società di persone (1.950 unità (-2,5 per cento).
Queste ultime risentono in negativo dell'attrattività della normativa sulle società a responsabilità limitata, che sostiene invece il forte aumento tendenziale delle società di capitale (+2.776 unità, +3,2 per cento), raddoppiato allo stesso trimestre dello scorso anno.
di Guido Zaccarelli Mirandola 28 luglio 2018 - Chi è il nomade? Aristotele chiamava villaggio «la prima comunità formata da diverse famiglie per la soddisfazione di bisogni che erano più puramente di tutti i giorni».
I nomadi vivevano per la comunità. All'origine delle attuali città ci sono quindi le comunità dei villaggi tribali, ovvero l'unione di più famiglie allo scopo di migliorare le condizioni di vita dell'altrui persona e condividere una cultura e uno stile di vita etico ed economico. Le persone hanno vissuto in comunità per circa due milioni di anni. La caccia è sempre stata l'attività principale destinata a garantire a tutti, in egual modo, e egual misura, la possibilità di nutrirsi.
L'avvento dell'agricoltura ha modificato l'organizzazione della comunità, passando da circolare a piramidale, dovuto al cambio delle attività, dalla caccia alla coltivazione e all'allevamento. Dalla relazione paritetica tra i membri delle comunità scompare la figura del nomade, che si struttura in una organizzazione verticistica, e la cooperazione a vantaggio della dominazione, che ha imposto l'uso della forza fisica e concettuale.
Il nomade analogico è la persona che fin da subito, o nel corso della propria esistenza, decide di lavorare in proprio sfruttando le abilità manuali e intellettive di cui dispone, il falegname, lo scultore, il pittore e l'agricoltore.
Il nomade digitale è una nuova figura professionale che sfrutta le moderne tecnologie dell'informazione e della comunicazione per lavorare da remoto creando una comunità digitale dove le persone condividono i valori e gli scopi. Cosa hanno in comune i nomadi analogici e digitali?: il benessere della persona e la possibilità di disporre in modo concreto e costruttivo delle proprie abilità lavorando in un contesto felice. Il punto di partenza e di arrivo è la serenità evitando di lavorare in aziende piramidali dove le persone non sono valorizzate, dove le attività sono concentrate sulla produzione di massa, sull'individualismo economico e di carriera e viene tolto il respiro alla creatività.
Il conforto o comfort è la condizione di sollievo, di essere sollevato da un peso che oscura la luce della mente e dello Spirito. Le persone ambiscono a vivere situazioni di benessere dove stare bene con se stesse e in relazione con le altre. Oggi più di ieri si avverte, non solo nell'aria ma anche nella realtà, il forte desiderio di vivere a proprio agio i contesti nei quali sono presenti le condizioni fondamentali per dare conforto e gioia alla propria anima. Quando questa situazione è diffusa in ogni angolo del nostro corpo anche lo Spirito ne trova beneficio e motiva le persone al fare. La zona di comfort è quella dimensione individuale dove le persone stabilizzano la loro condizione psico-fisica evitando di compiere qualsiasi tipo di movimento per l'insana paura di trovarsi in situazioni difficili da gestire e di fallire. Rimanere a lungo nella zona di comfort limita l'esistenza dell'uomo. Nel caso in cui le persone rimangono nella zona di comfort, pur consapevoli della presenza di un forte disagio interiore, vivono una condizione di profonda insoddisfazione che a lungo termine è in grado di limitare, se non annullare, le condizioni psico-fisiche che legano l'uomo alla sua stessa esistenza: l'azione. Le persone perdono interesse per ogni cosa che accade, per sé e intorno a sé, riducendo progressivamente la disponibilità al movimento ed entrando in un circolo vizioso dal quale spesso è molto difficile uscire.
Tipiche sono le situazioni lavorative legate alla necessità economica del dipendente, o dei singoli membri di una famiglia, di rimanere legati a contesti nei quali è forte il legame con il disagio e l'uscita di scena sarebbe la strada da preferire per raggiungere la salvezza. In molti sperano di ricevere conforto dagli altri per rimarginare le situazioni e dare un senso compiuto alle situazioni che stanno vivendo. «Non è facile trovare una voce amica».
Differente è la posizione di molte persone che vivono nella zona di comfort i cui contesti sono appaganti e dai quali ricevono un conforto positivo e che desiderano vivere il più a lungo possibile. La consapevolezza è il punto di contatto che lega le persone al conforto. Sapere cosa le persone desiderano e quali sono i propri obiettivi abilita a vivere la permanenza e la condizione di benessere nella di zona di comfort in modo completamente differente. Le condizioni dove il desiderio di conoscere per crescere induce all'azione, sono quelle che favoriscono il passaggio alla zona dell'apprendimento.
La condizione si ottiene quando l'individuo è in movimento e compie ogni giorno un passo dopo l'altro come se dovesse salire le scale della propria abitazione per raggiungere il piano superiore: «se le persone non gettano un sasso nello stagno l'acqua non sarà mai in grado di generare i cerchi, se non appoggiano il piede sul gradino successivo non saranno mai in grado di raggiungere il piano superiore». La motivazione è la condizione che spinge le persone a mettersi in viaggio per raggiungere sempre nuovi obiettivi, dove sfidare le avversità e coglierne le opportunità.
È proprio di questi giorni l'incontro con alcune persone che a metà del loro cammino lavorativo hanno deciso che il benessere è l'obiettivo principale della loro esistenza e per raggiungerlo, hanno stabilito di uscire da aziende piramidali per fare gioire la loro identità e dare un senso compiuto alla loro esistenza, diventando nomadi analogici o digitali.
I nomadi del terzo millennio sono persone che all'inizio del loro cammino lavorativo, o ad un certo punto della loro esistenza, hanno deciso che il benessere è la moneta principale con la quale finanziare il loro stare bene. Innanzi ad una strada piana, o tutta in discesa, preferiscono mettersi alla prova e dare spazio alla possibilità di uscire dalla zona di confort per raggiungere quella dell'apprendimento dove è difficile rimanere per la mancanza di punti di riferimento stabili. Questa è la forza del nuovo nomade. La passione, la perseveranza e la sensibilità a comprendere le situazioni che si vengono a creare in ogni momento, sono i farmaci più utilizzati dalle persone per superare il disagio e il dubbio che si instaura quando entrano in contatto con situazioni completamente nuove.
Una volta stabilizzata la posizione, e reso confortevole il contesto, il passo successivo abilita il passaggio verso una nuova condizione di apprendimento fino a quando l'obiettivo principale non viene raggiunto.
La zona di comfort è una zona dove è fondamentale rimanere per consolidare le situazioni che sono importanti per le persone senza perdere mai di vista il desiderio di apprendere e scoprire nuovi mondi per vivere la vita nella pienezza del tempo. Il terzo millennio è in continuo movimento e apprendimento. Il vero patrimonio sono le persone, siamo NOI, non lasciamo agli altri la possibilità di vincere questa sfida che obbliga gli individui a vivere nella zona di comfort quando invece potrebbe vivere felice nella zona di apprendimento e godere ogni giorno della luce proveniente dall'oltre.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
La matematica è una scienza antica, la Conoscenza Condivisa è di questo secolo. La prima nata per apprendere le modalità con le quali fare calcoli, studiare grandezze fisiche e logiche, quantità e figure spaziali, la seconda per farla diventare una scienza con la quale apprendere le modalità per realizzare organizzazioni circolari declinate sul valore delle persone.
di Guido Zaccarelli Mirandola 21 luglio 2018 - La matematica ci porta al concetto di ordine, naturalmente approdato a Noi dal cosmo, come insieme ordinato di tutte le cose. La Conoscenza Condivisa approda in Noi per cercare di dare ordine alle organizzazioni modificando la struttura aziendale, da piramidale a circolare, creando punti in equilibrio tra loro ed equidistanti dal centro. La relazione che nasce è di uguaglianza di due entità a, b, che in possesso di identità differenti si pongono entrambi sullo stesso piano di osservazione. L'uguaglianza a = b introduce il concetto di mutuo, di scambio, che confina con l'aiutarsi in modo reciproco, alla pari.
Ciò che vede una entità a, (o dominio) vede l'altra entità b, da prospettiva differente, ma insieme osservano il tutto: nel caso di un cerchio, il punto centrale. Se all'uguaglianza a = b aggiungiamo = c possiamo applicare il principio della transitività: se a, sta b e b sta a c, allora a sta a c. Questo principio si pone come base scientifica per rappresentare in termini assoluti la reciprocità che ricordiamo essere: un dare senza perdere un prendere senza togliere. La matematica ci riporta all'armonia delle cose rappresentata ed è raffigurata dalla Dea MAAT responsabile della disposizione e dell'ordine delle costellazioni. Figlia del dio-sole RA è stata inviata sulla terra per stabilire un nuovo ordine delle cose.
La Conoscenza Condivisa non ambisce ad essere rappresentata da una Dea. Certamente aspira ad assumere un ruolo chiave nel variegato contesto economico, sociale e produttivo dove ogni giorno incontra aziende che si muovono in modo indipendente, e senza una visione comune, lontani dal riunirsi intorno ad un tavolo per adottare un protocollo condiviso tra soggetti destinatari di una nuova identità imprenditoriale. Raggiungere ciò che la Dea MATT rappresentava: l'equilibrio della relazione per agire verso l'ottenimento di risultati fino a quel momento lontani dall'essere osservati, studiati e in ultima analisi confutati. L'ordine arriva dopo il caos, dopo un temporale, ecco apparire all'orizzonte l'arcobaleno. Il caos è nelle frazioni, nel rapporto tra le due entità a, e b,: chi sta sopra non vede chi sta sotto e viceversa. Chi è al numeratore non vede il valore espresso da chi è posto al denominatore. Osserva solo il risultato numerico. Una organizzazione aziendale dove chi sta in cima non conosce, e non vede, chi sta sotto è destinata nel terzo millennio a scomparire nel panorama economico locale e globale.
Quando i mercati erano orientati a realizzare prodotti per soddisfare i bisogni dei clienti, l'organizzazione piramidale, a base frazionaria, poteva permettersi il lusso di mantenere alti livelli di redditività compensati dall'automazione di processo e di prodotto. Il marketing emozionale sostenuto dalla necessità di soddisfare i desideri delle persone impone che le entità a, b, c, d, ecc. possano dialogare alla pari e mutuare le conoscenze e le competenze per un fine comune applicando sempre il principio della transitività.
Come eliminare il rapporto a vantaggio della relazione? Un cambio di mentalità, come transitare dal medioevo al rinascimento. La conoscenza condivisa è l'espressione autentica di un nuovo rinascimento organizzativo. Quanto a Noi, In ambito sociale o familiare, ci siamo mai chiesti se stiamo vivendo una relazione o un rapporto? Chi sono, a, oppure b,?
La risposta ci deve condurre a considerare la relazione come il modello di riferimento utilizzato per raggiungere gli obiettivi comuni, nel secondo caso, essere frutto dell'imposizione. Se non riusciamo a dare una risposta certa alla domanda, possiamo chiedere aiuto alla matematica e alla Dea MAAT, oppure dietro l'angolo c'è sempre ad attenderci la Conoscenza Condivisa.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale e Dalla Piramide al Cerchio, la persona al centro dell'azienda, Franco Angeli Editore
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
di Guido Zaccarelli Mirandola 14 luglio 2018 - Cos'è la Wiki Azienda? è una azienda liquida che adotta al proprio interno la conoscenza condivisa. È rapida, veloce, grazie alla partecipazione di tutti i soggetti, che vengono così coinvolti in un processo decisionale allargato. La Wiki azienda si caratterizza per la portata storica che caratterizza la sua presenza nel mondo economico e produttivo: la scomparsa dell'IO a vantaggio del NOI dove le persone sono parte attiva del cambiamento per raggiungere il fine comune. Il processo di differenziazione, che la pone al centro del reale mutamento di ogni comparto delle aziende, è il processo che consente di raggiungere un risultato maggiore della somma dei singoli sforzi. Il valore delle persone non è unitario. La disponibilità a collaborare consente di coagulare gli sforzi e raggiungere una energia complessiva maggiore della somma dei singoli apporti.
La rilevanza che si ottiene da questo processo di cambiamento consente di rivedere la struttura gerarchica, che pur mantenendo ruoli e funzioni, si dispone in forma circolare. Thomas Samuel Kuhn, fisico e filosofo statunitense, nel libro La struttura delle rivoluzioni scientifiche riporta con forza la parola paradigma riferito alla possibilità di vedere la stessa cosa in modo completamente diverso. Il cambio di paradigma nelle WiKi azienda si ottiene postulando il cambio nel modo d'intendere l'organizzazione delle aziende concepita in forma piramidale. Entrare in azienda e vedere lo schema circolare è un primo passo per cambiare il modo con il quale si osserva la stessa informazione. Il secondo passo è la consapevolezza che il clima del mondo è cambiato.
L'effetto serra ha radicalmente cambiato l'evoluzione ciclica delle stagioni provocando un insano aumento della temperatura della terra, come pure la crisi economica mondiale ha inciso profondamente nella ricchezza degli stati e delle persone. Le due realtà devono cambiare il modo con il quale entrambe osservano la realtà che cambia. Il terzo passo è la persona al centro. Cambiamenti che necessariamente devono indurre le persone e la società civile ed industriale ad una riflessione affinché si possa giungere ad una nuova presa di coscienza collettiva. Il progredire del tempo dovrebbe porre l'uomo nelle condizioni di avvertire l'urgenza di mettere in atto il cambio di paradigma e immaginare la WiKi azienda come l'origine di un nuovo cosmo che spinge l'organizzazione verso il NOI.
«Il pianeta-uomo che segue un preciso ordine delle cose e mette a disposizione del pianeta-organizzazione ogni elemento per poter entrare in contatto con il pianeta-conoscenza per fornire l'equilibrio al sistema-azienda». «Questa è la sfida più grande che l'uomo ha davanti a sé. Se non vi è un cambiamento nel modo di percepire, di giudicare la realtà vuole dire che la radice dell'IO non è stata investita da nessuna novità e che l'organizzazione non è riuscita a trasmettere in modo corretto i propri intenti per rendere consapevole le persone del cambiamento in atto».
La Wiki Azienda nasce per educare le persone a risolvere i problemi insieme e spingerle verso un nuovo modo d'intendere le relazioni sociali: nasce il paradigma della conoscenza condivisa.
"Nessun uccello vola troppo in alto, se vola con le proprie ali" - William Blake da "Il Matrimonio del cielo dell'Inferno"
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale. Franco Angeli Editore.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 7 luglio 2018 - Cos'è il senso di appartenenza?: è il significato che le persone attribuiscono all'unità di misura dello stare insieme. Il senso è il valore intrinseco associato alla relazione messo in atto con una o più persone che muta l'insieme delle regole e dei comportamenti in base al contesto di riferimento. Il valore è il sentimento intrinseco che l'uomo conferisce ad una specifica relazione, diversa da una situazione all'altra.
L'appartenenza dipende dal contesto che svolge la funzione di arricchire e di completare il senso della relazione e delimita l'insieme delle condizioni, delle opportunità e dei vincoli relazionali e culturali che sono propri di qualsiasi scambio comunicativo. Il dialogo si struttura in base al codice impiegato per formare il contenuto del messaggio nel quale sono presenti i segni e le regole che il mittente e il destinatario devono condividere per trovare l'intesa (accordo) comprendere la conversazione. Si può ampliare o restringere secondo le esigenze che si presentano di momento in momento.
L'appartenenza cresce proporzionalmente in base all'unità di misura definita dalle persone in quel contesto.
Cosa significa essere parte di un contesto?: godere dei privilegi offerti dal riconoscimento del sé. L'identità circolare delle persone viene ammessa alla vita comune e cresce in relazione all'apporto soggettivo che insieme definisce: maggiore è il significato che le persone attribuiscono al desiderio di stare insieme, maggiore sarà il valore assegnato al senso di appartenenza. Nasce il coinvolgimento per garantire continuità al contesto e lunga vita alla relazione.
Cosa significa tutto questo nel sistema sociale al quale ognuno appartiene e nelle organizzazioni aziendali?: la gioia di vivere in un ambiente felice.
La gioia è un movimento dell'anima e la felicità è il frutto generato dall'uomo per nutrire il bene comune, stati d'animo che agiscono per condividere insieme il benessere organizzativo. L'appartenenza consolida l'apprendere gli stati situazionali da destinare ad una dimensione importante di se stessi per la crescita comune. L'organizzazione trae un vantaggio competitivo immediato che traduce per migliorare il dialogo tra le persone e ridurre le incomprensioni. Ecco perché è necessario parlare di appartenenza circolare che nasce con la prospettiva rilevante di assegnare un valore crescente al senso di appartenenza, dove ogni persona possa rivedersi nell'altro, al pari dell'azione messa in atto dai neuroni a specchio che suggeriscono azioni e comportamenti riflessi. Il fine ultimo è di stimolare la partecipazione attiva nella realizzazione di una organizzazione che possa continuamente essere evocata nel tempo per il profondo senso etico che gli appartiene.
Ogni giorno la vita ci offre in dono le sue bellezze, persone che ci accompagnano nel divenire del tempo, che ci seguono anche se non sempre cogliamo i loro sguardi, ma loro sono sempre lì ad attenderci con il sorriso, una parola e la mano tesa, non per ricevere ma per dare nell'amicizia, quella vera, quella che non dimentica, quella che non si dimentica di esistere.
Riferimenti bibliografici: Guido Zaccarelli, La Conoscenza Condivisa, verso un nuovo modello di organizzazione aziendale. Franco Angeli Editore.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
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Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
L'art. 37 del Regolamento Europeo Privacy (2016/679 Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati-GDPR) ha introdotto l'obbligo di adeguare l'organigramma aziendale della privacy, prevedendo la figura del DPO ovvero del Responsabile per la Protezione dei Dati. Vediamo nel dettaglio quali sono le imprese tenute a nominare il DPO e quali sono i compiti della nuova figura professionale.
Devono nominare un DPO tutte le aziende le cui attività principali riguardano il trattamento dei dati che, per finalità, oggetto o natura, richiedono il monitoraggio regolare e sistematico su larga scala degli interessati. Ad esempio tutte le aziende la cui attività principale consiste nel trattamento di dati sensibili, relativi alla salute oppure dati genetici, giudiziari e biometrici. In tutti gli altri casi è possibile nominare la figura del DPO su base volontaria.
Quali sono i compiti del Responsabile per la Protezione dei Dati?
Il DPO ha la responsabilità di far rispettare le normative europee e nazionali in materia di privacy e i suoi compiti principali sono l'osservazione, la valutazione e la gestione dei dati personali.
La nuova figura dovrà essere sempre coinvolta nelle questioni inerenti la protezione dei dati e nello specifico si occuperà di sorvegliare sull'osservanza del regolamento e verificare le attribuzioni delle responsabilità.
In tal modo si garantisce che un soggetto qualificato si occupi in maniera esclusiva della materia della protezione dei dati personali, aggiornandosi sui rischi e le misure di sicurezza, in considerazione della crescente importanza e complessità del settore. Inoltre, si dovrà occupare di sensibilizzare, informare e formare il titolare, i responsabili e i dipendenti dell'azienda ed essere il punto di incontro con l'Autorità Garante. In tutti i casi, il DPO dovrà lavorare in maniera autonoma e indipendente per assicurare che ulteriori mansioni e funzioni non entrino in conflitto di interessi perché altrimenti il DPO dovrebbe in pratica controllare se stesso.
Quali i requisiti della nuova figura professionale?
Il DPO dovrà possedere adeguate conoscenze della normativa e della prassi di gestione dei dati personali. Un'approfondita conoscenza della normativa e delle prassi in materia di privacy, nonché delle norme e delle procedure amministrative che caratterizzano lo specifico settore di riferimento, sono le competenze core.
In fase di nomina sarà quindi importante valutare candidati che possano dimostrare qualità professionali adeguate alla complessità del compito da svolgere, magari documentando le esperienze fatte, la partecipazione a master e corsi di studio/professionali (in particolare se risulta documentato il livello raggiunto). Il DPO potrà essere selezionato anche tra i dipendenti dell'azienda oppure potrà essere un libero professionista, legato all'azienda da un contratto di servizi.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 1 luglio 2018 - L'iceberg è l'immagine maggiormente impiegata nei libri di testo e nelle riunioni per rappresentare la dimensione immateriale della realtà che ci circonda per favorire le persone ad un approccio unitario verso un concetto, un pensiero o un fenomeno difficilmente definibile in altre modalità. Riduce l'ambiguità e favorisce il confronto dialogico abilitando il pensiero accrescitivo tra le persone. Viene impiegato per rappresentare la conoscenza, il talento emotivo, e tante altre situazioni.
Oggi l'iceberg lo impiegheremo per rappresentare la dimensione invisibile (capitale intangibile) che associata alla dimensione visibile (capitale tangibile) concorre a formare il patrimonio complessivo di una azienda. La dimensione visibile è prontamente detta nelle cose materiali che si vedono, i capannoni, gli uffici, le macchine per produrre i beni di consumo, le scrivanie, i computer.
Ad ognuna di queste voci vengono corrisposti valori economici che indicano il costo del bene. Molto più difficile è definire la dimensione invisibile, (il capitale intangibile), composta dalla struttura organizzativa, dall'innovazione, dai brevetti, dalle competenze dei singoli e dalla conoscenza. Il capitale intellettuale è una energia invisibile che si muove all'interno dell'azienda, e come la definisce Goran Roos, è un flusso che si muove su due fronti, uno di tipo strategico e l'altro di misurazione, dove il primo è attento alla creazione e all'impiego di conoscenza e il secondo alla realizzazione di strumenti atti a misurare la dimensione intangibile. La difficoltà (e il suo limite) sta proprio nell'individuare e utilizzare la stessa unità di misura per valorizzare il capitale intangibile e trasformare il valore da qualitativo in quantitativo per essere pesato in modo uniforme e replicato in altre circostanze.
La somministrazione di questionari ai dipendenti, ai quali fare corrispondere valori pesati per definire una modalità di lettura uniforme e trasporre i risultati in azioni concrete, può essere un metodo sul quale tracciare una strada da intraprendere per migliorare le strutture organizzative. Ciò che spesso si osserva nelle aziende è l'introduzione di modelli organizzativi, anche di forte cambiamento strutturale, senza che il management abbia minimamente valutato e tenuto in debita considerazione i costi associati al capitale intangibile, fattore spesso decisivo nell'affossare i bilanci di una impresa.
Non tenere conto dei riflessi e delle ricadute nel breve e medio termine, è molto grave soprattutto per l'aumento dei costi tangibili che si vengono a determinare. La prospettiva sbandierata per un futuro migliore, come la panacea di tutti i mali precedenti, che ambiscono alla rinascita di una nuova cultura del benessere personale e relazionale, privo della adeguata formazione e coinvolgimento preventivo, è l'espressione autentica del puro fallimento promosso dai lavoratori che ostacolano il cambiamento. Prima le persone vanno poste innanzi al modello organizzativo che incontreranno a breve scadenza e messi in chiaro - scuro i riflessi positivi e negativi del cambiamento prospettato, ai quali devono essere aggiunti i suggerimenti condivisi con il personale, per un atteso coinvolgimento unitario. Successivamente devono programmate sessioni di preparazione al cambiamento dove prevedere corsi di formazione per l'adozione di comportamenti e linguaggi da adottare con il nuovo modello organizzativo, la cui azione deve essere considerata per step incrementali crescenti e non come risultato di un cambiamento assoluto, che elimina tutto il passato per fare posto al presente che avanza. Infine, definire il programma, le azioni concorrenti e i tempi di attuazione, consente di limitare i danni in caso d'errore e il recupero dei disservizi qualora la ristrutturazione organizzativa non produca i frutti sperati.
La presenza di un clima aziendale positivo inoltre, favorisce il cambiamento e riduce la dimensione intangibile che diventa immediatamente disponibile sottoforma di capitale tangibile da impiegare per finanziare sviluppi futuri. Le aziende non sono dei manager; a loro è affidato il compito di governare processi e percorsi di crescita individuale e collettiva e innanzi alla percezione iniziale di un possibile errore strategico corre l'obbligo di affinare lo sbaglio o abbandonare la strada intrapresa, perché maggiore è il tempo dedicato all'attesa, più rilevante sarà il tempo da riservare a unire i cocci di una ristrutturazione che si presentava straordinaria sulla carta ma anomala nella realtà. Il capitale intangibile è una risorsa preziosa per l'impresa, da tenere sempre in considerazione, per il contenuto valoriale ed economico di cui dispone che incoraggia l'adozione di strategie di lungo corso e la promozione di progetti ambiziosi per assicurare un futuro di crescita economico e sociale a tutta la comunità aziendale.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
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Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
di Guido Zaccarelli Mirandola 24 guigno 2018 - L'organizzazione attuale del lavoro è ancora impostata sulle legge del capo e del sottoposto. Una situazione ancestrale che inizia quando le persone sono passate dal condurre una vita nomade ad una basata sull'agricoltura, dal cacciare per vivere ad allevare per commerciare. Il dominio dell'uomo sull'altro segue la legge di chi comanda e chi ubbidisce.
Ieri, chi comandava aveva il rispetto delle posizioni altrui. Aveva memoria del passato del lavoratore. Ora molto meno. Fino a qualche tempo fa l'esperienza maturata sul campo aveva un valore personale ed aziendale che riceveva il rispetto anche come fattore di crescita professionale. Il curriculum serviva per dimostrare ciò che si era fatto e i capi ne tenevano conto nell'esprimere un giudizio complessivo ai fini della valutazione parziale e finale. Ora, molti capi hanno perso la memoria. Richiamati verso l'alto da una energia invisibile che attira tutti i corpi verso il centro dell'interesse individuale, si disinteressano del chi sei e pressano al fare per la crescita perpetua. Il giorno nel quale il budget non viene rispettato, in relazione alle annualità precedenti, allontanandosi dal trend imposto dall'impresa, ecco che il passato viene cancellato per lasciare spazio ad altre persone disposte a correre per scalare rapidamente il successo. Il tempo personale svanisce assorbito dal tempo lavoro che non concede spazio e tregua imponendo la connessione perpetua che passa da IoT H24 (Internet of Think ) ad IoM H24, ( Internet of Man ).
Chi opera in aziende che hanno sedi sparse in tutto il globo è chiamato a fasi lavorative di lungo respiro, perché quando una parte del mondo cammina l'altra riposa. La globalizzazione ha perso la memoria del giorno e della notte: c'è sempre il sole. Il turn over dei capi eleva la perdita di memoria e il passato delle persone vissuto all'insegna dell'impegno e della disponibilità crescente sfuma lasciando dietro di sé una scia di delusione che nel tempo si trasforma in frustrazione e nella perdita di ideali, franati rovinosamente a terra dal mancato riconoscimento della propria identità: ciò che conta è il successo del capo.
Le persone perdono il consenso e il disagio limita la buona volontà che spinge al disinteresse e nemmeno gli incoraggiamenti altrui sono in grado di mutare il contesto del singolo. I capi si mettono sul mercato alla ricerca di nuovi adepti ai quali consegnare l'idea di un successo assicurato, fino a quando anche loro non si troveranno nelle stesse condizioni dei loro predecessori: nulla vale di più di ciò che serve al momento.
Le persone sono considerate al pari di un ingranaggio mobile della catena di montaggio che deve dare il meglio di sé nello stesso istante nel quale emerge il bisogno al pari di un componente per realizzare un prodotto finito. Un numero x della catena y. Terminata la sua funzione la memoria di un tempo viene abbandonata al proprio destino e ai capi spetta il compito di applicare in modo perpetuo la regola: work and dont' think, you are the future.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
In molti si stanno affrettando a coniare e ipotizzare scenari innovativi da attribuire a Industria 5.0, la fase postuma dell'Industria 4.0 che vede attualmente protagonista ancora la macchina al posto dell'uomo impiegata per massimizzare la gestione organizzativa e rendere efficiente i processi produttivi.
di Guido Zaccarelli Mirandola 17 giugno 2018 - L'Industria 5.0 sarà l'era della Conoscenza Condivisa dove la persona è al centro dell'azienda e la macchina posta al lato dell'uomo, in posizione strategica, per sostenere l'innovazione di prodotto e di processo. Un cambio di paradigma e di prospettiva necessario per affrontare le sfide offerte dalla globalizzazione.
Lo scenario appena descritto, forte di una tecnologia digitale molto avanzata, ha messo alle corde molte aziende che non hanno tenuto in considerazione la necessità di disporre in tempo reale di personale formato ad operare all'interno di un mondo completamente nuovo e staccato dal precedente mondo analogico.
Un vuoto che le imprese stanno cercando di colmare con molte difficoltà. Una transizione che si doveva, e poteva prevedere, agendo sulla formazione costante delle maestranze sempre tenuta lontana dalle posizioni di ascolto, di promozione e di valorizzazione delle singole e comuni identità personali e professionali.
I cieli sono circolari e Platone li accetta come punto di riferimento oggettivo per la misura del tempo, dove tutto torna: l'uomo finalmente ritorna protagonista assoluto della nuova era cosmica dell'industria 5.0 che assorbirà in tutto, o in parte, l'industria 4.0 per delineare la nascita dell'Economia 5.0, quella che veramente proietterà l'uomo nell'Iperuranio, oltre la volta del cielo. Quando la tecnologia sarà assorbita in tutte le funzioni cardini, serviranno persone preparate e formate a condividere la conoscenza per raggiungere il fine comune.
Una svolta che le aziende tendono ancora a tenere lontano, dai propri propositi, perché immersi nell'acquisto e nell'impiego di nuove tecnologie, nella produzione e nella ricerca di persone in possesso di requisiti specifici per condurre le macchine al lavoro.
Quando riusciranno a vedere oltre il confine del proprio sguardo attuale l'Industria 5.0 della Conoscenza Condivisa sarà pronta a seguirli in un cammino dove le persone affronteranno con impegno il lavoro quotidiano, spinti dalla forza dell'adesione alla reciprocità che segnerà la nascita dell'Economia 5.0 uniti dalla volontà comune messa in atto dal mondo istituzionale, sociale e imprenditoriale.
L'Industria 5.0 della Conoscenza Condivisa è un modello di gestione organizzativa che pone la persona al centro dell'azienda. È l'innesto di una nuova cultura e senso dell'etica sociale all'interno delle organizzazioni. La creazione di luoghi di lavoro felicitanti pone le persone nella piena disponibilità di condividere la conoscenza e accrescere il valore etico ed economico dell'azienda. Si tratta di un modo d'intendere in modo differente la relazione tra le persone per incoraggiare lo scambio paritetico delle comunicazioni tra individui, dal centro alla periferia e viceversa, e sollecitare interventi di adattamento reciproco di tutti i componenti dell'organizzazione.
L'industria 5.0 della Conoscenza Condivisa porta con sé inumerevoli vantaggi, quali, la riduzione delle necessità di controlli e quindi dell'impiego di tempi non produttivi, la minore incidenza delle assenze ingiustificate e dei tempi morti di attività, la condivisione generalizzata delle sorti aziendali, conseguente ad una maggiore certezza del posto di lavoro e al miglioramento professionale ed economico, il feed back delle conoscenze dalla base verso l'alto, così da consentire un costante miglioramento prestazionale, l'eliminazione del turn-over motivato dalla ricerca di miglioramenti.
L'industria 5.0 della Conoscenza Condivisa impegnerà l'azienda anche ad adottare il Techinal Report UNI T/R 11642 da inserire nella carta dei servizi dell'azienda per promuovere il valore della persona.
L'industria 5.0 della Conoscenza Condivisa è pronta per salpare. Occorre un comandante disposto a condividere un progetto che parla al futuro sottoposto, come per Platone, a superare l'esame della Doxa, dove hanno senso e valore i concetti di passato, presente e futuro come l'Industria 5.0 della Conoscenza Condivisa. Anche per Noi tutto tornerà e sarà l'inizio di una nuova era.
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
CURRICULUM
Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
Cambia-mento e muta-mento spesso vengono impiegati come sinonimi, in realtà appartengono a concetti e situazioni completamente differenti.
Di Guido Zaccarelli Mirandola 8 giugno 2018 - Per spiegare al lettore una immagine chiara e di rapida assimilazione, proviamo a giocare con le parole.
Si prenda il viso di una persona e si osservi il mento. Il cambia-mento è associato alla sostituzione del mento dove il nuovo prende il posto del vecchio facendo assumere al volto una immagine nuova e completamente differente rispetto a quella precedente. Il muta-mento è associato alla trasformazione che può avvenire in modalità, tempi e velocità differenti. Una sorta di slow-motion o effetto moviola che subisce una variazione, istante dopo istante, fino a quando non assume l'immagine definitiva del cambia-mento. Il cambiamento e il mutamento sono associati al cambio di prospettiva del mento orientato ad osservare una realtà differente rispetto a quella precedente, oppure ad una successiva quando sarà messa in atto.
Il cambiamento è una situazione che fissa in modo stabile, e duratura nel tempo, una situazione che interseca un punto dal quale è possibile iniziare a tracciare una nuova fase del mutamento. Il mutamento è lo sguardo del mento che istante dopo istante traccia una linea in direzioni differenti per raggiungere nel tempo il cambiamento. In ambito economico, entrambi sono associati a sguardi che il mento utilizza per fissare e stabilire con attenzione gli stati situazionali e l'evoluzione, o l'involuzione, dei mercati. Il cambiamento è tipico del periodo pre crisi, indicativamente prima degli anni '2000 , associato a eventi che cambiavano lo stato delle cose con cicli costanti.
Se pensiamo ad una automobile, il modello cambiava con tempi molto lunghi, 5 o 10 anni, perché i prodotti dovevano durare nel tempo. L'azienda era solida quando dimostrava che riusciva a realizzare merci indistruttibili. La crisi ha introdotto nuove congiunture e introdotto nuove opportunità, che qualcuno ha saputo cogliere rispetto ad altri. L'opportunità è l'immagine riflessa del cambiamento. Innanzi a qualcosa di irreversibile, inizia una nuova fase esplorativa che si conclude con il cambiamento. Il mutamento è la fase di adattamento reciproco di stati situazionali differenti che devono condividere nel tempo un comportamento univoco.
Entrambi, possono essere associati alla massa critica, chiamata anche punto di non ritorno.
Prendiamo per esempio Internet, prima utilizzato per scambiare informazioni tra i centri di ricerca, università, poi con il tempo è diventato uno strumento insostituibile di massa che inciderà in maniera sempre più intima, e rilevante, nella vita delle persone condizionandone il comportamento.
Il passaggio dal telefono a disco combinatore a quello con i tasti, dal telefonino di prima generazione ai modelli touch, le nuove economie 4.0, le applicazioni IoT (Internet of Thinks), l'innovazione che è tale quando diventa un bene socialmente utile e condiviso. e tanti altri esempi. La scelta è tipica del cambiamento. Dopo ore, giorni e mesi dedicati alla riflessione continuamente sottoposti a continui mutamenti, decidere, significa cambiare.
Il condizionamento è un'altra espressione del mutamento fino a quando, e Pavlov lo ha dimostrato, il cane ha iniziato a salivare al suono della sola campanella, senza scorgere la vicinanza della bistecca. Lo stimolo e risposta è l'immagine che deve proiettare il nostro pensiero verso il mutamento e cambiamento,perché più stimoli, di varia natura ed entità, determinano nel tempo un cambiamento.
La guarigione è l'espressione più autentica del cambiamento, dove la malattia volta pagina e consente al mento di osservare la vita da un'altra prospettiva.
In realtà cos'è il cambiamento? È il passo successivo che l'uomo compie rispetto al precedente. Il mutamento è l'insieme delle fasi intermedie che vengono compiute per appoggiare il piede sul terreno mentre cammina in avanti proteso verso il futuro. Il cambiamento è il futuro che chiama l'uomo a sé per offrirgli ogni giorno l'opportunità di crescere per ridurre lo spazio che lo separa dall'Assoluto.
Platone ci corre in aiuto e suggerisce la presenza di due mondi, il primo soggetto a continui cambiamenti e l'altro più in alto delle idee che non variano.
Aristotele suggerisce che il cambiamento dipende dai limiti imposti dalla natura all'uomo, frutto del suo desiderio di dare una risposta cognitiva e razionale al Mistero della vita. Il cambiamento è una prospettiva in continuo divenire senza ritorno.
Eraclito a tal proposito afferma: "Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va."
GUIDO ZACCARELLI:
Bibliografia: Informatica, insieme verso la conoscenza (2010) - La conoscenza condivisa, verso un nuovo modello organizzativo (2012) - Finestre di casa nostra (2013) - Dalla piramide al cerchio, la persona al centro della azienda (2016)
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Guido Zaccarelli è referente dl Servizio Informativo dell'Azienda Sanitaria di Modena, presso il distretto di Mirandola. Laureato in Comunicazione e Marketing, ha conseguito un Master in Management per il coordinamento delle professioni sanitarie. Dal 2008 è docente di informatica presso l'Università di Modena Reggio.
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