Nella busta di paga di aprile i dipendenti della Ferrari troveranno 2.570 euro in più. Si tratta del premio di competitività per aver raggiunto nel 2015 degli indicatori previsti nel contratto aziendale.
Modena, 21 aprile 2016
Ne danno notizia i sindacati Fim Cisl Emilia Centrale, Fismic Modena, Uilm Uil Modena e Reggio Emilia e la rsa (rappresentanza sindacale aziendale) di stabilimento, che esprimono soddisfazione per il premio, il più alto nei quattro anni di vigenza del contratto aziendale firmato il 30 maggio 2012.
«La direzione aziendale ci ha comunicato che l'anno scorso la Ferrari ha avuto un buon andamento produttivo, di qualità e redditività – spiegano le segreterie di Fim, Fismic e Uilm - Questi risultati permetteranno a ogni lavoratore che l'anno scorso non abbia superato gli otto giorni di assenza di ricevere in aprile un saldo di 2.570 euro, dopo i due acconti di mille euro uguali per tutti ricevuti a giugno e ottobre 2015. Il totale annuo ammonta così a 4.570 euro; tale cifra media sarà modulata sulla base della maggiore-minore continuità lavorativa e potrà variare in base alla tabella definita in sede di contratto. Per chi non ha fatto assenze è prevista una maggiorazione del 5 per cento, pari a ulteriori 228 euro, per un premio complessivo di 4.798 euro».
Le segreterie di Fim Cisl Emilia Centrale, Fismic Modena, Uilm Uil Modena e Reggio Emilia e la rsa di stabilimento ritengono positivo il risultato, ottenuto grazie all'impegno di tutti i lavoratori che hanno condiviso l'accordo firmato tre anni fa dal sindacato che contratta. Gli stessi sindacati, incontrando i lavoratori in assemblea, hanno illustrato la trattativa in corso per rinnovare entro il 2016 un contratto aziendale in linea con le aspettative delle maestranze Ferrari.
(Fonte: ufficio stampa CISL MO)
Ferrari sul podio con Vettel e quinta con Raikkonen. Una gara di rimonta per le due Ferrari. Ancora una volta il podio sa però di occasione persa. Intanto Rosberg domina ancora.
Di Matteo Landi
Parma, 18 aprile 2016
Non ci fosse stato Rosberg davanti a tutti, vincitore senza affanno, la gara cinese sarebbe rimasta negli annali come una delle più spettacolari della storia. Pronti, via e subito contatto tra le due Ferrari. Raikkonen, qualificatosi terzo davanti a Vettel, dopo una partenza felice va largo alla prima curva, il compagno di squadra per un attimo lo copia poi, riprendendo la giusta traiettoria, si ritrova all'interno un arrenbante Kvyat. Ne viene fuori la collisione che determina l'andamento del gran premio, soprattutto delle due Ferrari, costrette a risalire dalle posizioni di rincalzo, con Raikkonen nelle vesti del più penalizzato fra i ferraristi costretto ad un giro al rallentatore con l'anteriore della sua Ferrari estremamente danneggiato. Nel frattempo Hamilton, partito dal fondo dello schieramento per un problema alla sua power unit occorso durante le qualifiche, rimane incastrato nel parapiglia generato al via dalle due Ferrari e della Red Bull di Kvyat e si ritrova anch'egli costretto ad una gara di rimonta dopo un primo giro compiuto senza ala anteriore. Tre vetture top costrette a rimontare, sorpassi a non finire. Sarebbe lo scenario ideale di Ecclestone per ogni gran premio. Ma fino a quando ci sarà questo Rosberg, i sogni del grande boss della Formula 1 non troveranno realizzazione.
Rosberg: solido e vincente
Il tedesco di casa Mercedes è stato ancora una volta impeccabile per tutto il weekend: sabato pole position, domenica dominio incontrastato. Ci ha provato Ricciardo, balzato in testa alla prima curva, ma si è dovuto arrendere ad una foratura improvvisa dopo pochi chilometri. Rosberg, comunque in agguato, senza la necessità di tentare un sorpasso ha conquistato la testa della corsa. La fortuna, si sa, aiuta gli audaci e l'inizio di campionato di Nico è veramente audace: terza vittoria su tre gare, la sesta consecutiva se si considera il finale della scorsa stagione. Il contrario di Hamilton, vittima di quei problemi che spesso accadono ai gregari ed adesso colpiscono il pluricampione del mondo. Che sia un segno del destino?
Vettel, Raikkonen ed Hamilton: che spettacolo! Ma le gare si vincono...sabato
Il risultato finale dimostra che le basi di una vittoria si gettano di sabato. Il giorno decisivo per Hamilton che si è ritrovato di colpo senza macchina e senza tempo, e per Raikkonen e Vettel che, con una vettura da pole position, hanno entrambi sbagliato la penultima curva del tracciato non andando oltre la terza e quarta posizione in griglia, superati da un veloce Ricciardo e pesantemente staccati da un Rosberg mai così solido mentalmente. Chissà che non sia la volta buona per un pilota dato da molti come "bollito", consumato dal confronto con il plurititolato compagno di squadra Hamilton. Quest'ultimo, con una vettura acciaccata, è parso in Cina meno determinato del solito ed in difficoltà nell'avere ragione degli avversari. Lo dimostra la settima posizione finale, confrontata con il quinto posto di Raikkonen ed addirittura il secondo posto conquistato da Vettel, quest'ultimo autore di un weekend da quattro in pagella fino alla prima curva della gara ma da campione assoluto nei circa 300 km restanti di corsa, nonostante una vettura danneggiata anche in un contatto con Bottas.
Ferrari: qual'è il vero potenziale?
Ancora una volta per la Ferrari si è trattato di un podio amaro, di quelli che non regalano i festeggiamenti di una "quasi" vittoria ma i sorrisi incerti di un'occasione persa. A fine gara Vettel recrimina per il comportamento tenuto al via da Kvyat, per altro ottimo terzo al traguardo. La realtà è che per la terza volta di fila la squadra di Maranello non riesce a sfruttare al massimo il potenziale di un'ottima vettura e lascia l'estremo oriente con la sensazione di non sapere ancora quale sia la reale distanza che c'è fra le prestazioni della rossa e quelle della Mercedes. Intanto i punti di distacco dal leader Rosberg salgono. La stagione è ancora lunghissima, la squadra tedesca ha dimostrato con i problemi avuti sabato da Hamilton di non essere l'armata indistruttibile della scorsa stagione. Ma la Ferrari dovrà saperne approfittare.
Nome SF16-H. Obiettivo vittoria. La squadra di Maranello presenta la nuova creatura che quest'anno punterà al mondiale. Colori che si rifanno al passato glorioso per un presente ricco di speranza. Vi sveliamo la nuova monoposto.
Di Matteo Landi
Parma, 20 febbario 2016
Bianco, nero e tanto rosso, ovviamente. Sono i colori della nuova Ferrari ed erano i colori della Ferrari che tornò al mondiale nel 1975 con Lauda dopo un digiuno che durava dal 1964, quando la rossa vinse il mondiale con Surtees. Per certi aspetti, quelli che forse contano meno, a Maranello si torna al passato. Come l'aspetto visivo. Una colorazione che inoltre strizza l'occhio a Philip Morris, invisibile ed ormai storico sponsor Ferrari, richiamato anche nel logo che campeggia sul cofano motore della nuova creatura.
Nella sostanza però si guarda avanti, a partire dal nome della vettura: SF16-H, abbreviazione di Hybrid. Per la prima volta dal 2014 la nuova formula ibrida si trova anche nel nome, forse a voler evidenziare la definitiva maturazione Ferrari nell'utilizzo di questa tecnologia. Il passo avanti fatto dagli uomini di Maranello è stato enorme. Non volendosi soffermare sulla seppur bella colorazione si nota da subito il lavoro di miniaturizzazione e ricollocamento delle componenti della power unit, evidenziato da un posteriore snello e filante degno di una top model. E per tornare al top, senza puntare solamente alle vittorie di tappa, è stata rivista completamente l'aerodinamica non solo posteriore ma anche anteriore, con un muso più corto che raggiunge le dimensioni e l'altezza da terra imposte dal regolamento grazie ad una piccola proboscide, intelligente artifizio "copiato" dalla Williams 2015, che tuttavia non rende più brutta la vettura.
La presentazione sul web è stata introdotta dal Team Principal Arrivabene, lo Chief Designer Simone Resta, il Power Unit Director Mattia Binotto, dal Direttore Tecnico James Allison e dai due piloti Vettel e Raikkonen. Con il promotore del "cambiamento" Marchionne che stavolta si è fatto da parte, dopo aver nei giorni scorsi dichiarato l'obiettivo del 2016: la conquista del mondiale. L'anno scorso, di questi tempi, il presidente auspicava di poter tornare a vincere qualche gran premio. Due, possibilmente tre. Un anno dopo, centrato l'obiettivo, si spera più che mai che possa mantenere l'ennesima promessa. Per farlo si affida ad una monoposto finalmente creata sulle indicazioni di James Allison. La seppur vincente SF15-T in realtà era figlia della precedente gestione Tombazis, sviluppata poi dall'ingegnere inglese oggi direttore tecnico Ferrari. Quest'ultimo ha innanzitutto riportato la semplicità laddove la complessità aveva creato più danni che benefici, vedi la sospensione anteriore che da pull-rod è tornata allo schema push-rod. Consapevole poi della raggiunta competitività della power unit Ferrari ha quindi spinto sull'aerodinamica e considerando le "sue" Lotus, particolarmente "gentili" con le gomme, con le quali tornò alla vittoria Raikkonen, c'è da credere che tale caratteristica possa essere un pregio della nuova nata e che anche il finlandese possa riportarsi costantemente in alto, pronto a vincere quando possibile ed a fungere da importante supporto a Vettel, punta di diamante della Scuderia.
Dopo un 2014 disgraziato ed il ritorno al sorriso nella scorsa stagione con tre vittorie, alla Ferrari l'euforia è alta. Indiscrezioni indicano dati delle simulazioni particolarmente positivi. Vediamo se si tradurranno in vittorie e se l'obiettivo mondiale verrà centrato. Da quei coriandoli che quasi soffocavano Raikkonen campione del mondo sul podio di Interlagos sono passati quasi nove anni. I tempi della riscossa sono maturi. Mercedes e Hamilton sono avvertiti.
Sarà presentato a BUK, festival del piccola e media editoria, a Modena, oggi, sabato 20 febbraio alle 17. "Lettere di Corsa" (Damster Edizioni) un libro che attraverso le lettere che Bruno Solmi, tecnico della Ferrari, inviava alla sua famiglia, dipinge il ritratto di un'epoca. L'autore è Enrico Solmi, figlio di Bruno.
Di Manuela Fiorini – foto Enrico Solmi
Modena, 13 febbraio 2016
Ferrari è un brand conosciuto in tutto il mondo. Le auto, la velocità, le gare, i piloti, ora anche i parchi tematici. Dietro al successo del Cavallino Rampante, tuttavia, ci sono uomini e donne che hanno lavorato e lavorano "dietro le quinte", dando il loro indispensabile contributo alla fama della celebre casa di Maranello. Tra di loro c'era anche Bruno Solmi, che per vent'anni ha seguito le corse delle "rosse", sia in Formula Uno che in altre categorie, come cambista per la prima squadra. Era stato assunto da Enzo Ferrari a 16 anni, nel 1943, durante la guerra, quando la allora Auto Avio Costruzioni si era trasferita a Maranello. Aveva poi frequentato una scuola di professionale, che poi sarebbe diventato l'Istituto Ferrari e si era specializzato meccanico. Nel 1945, era sfuggito a un rastrellamento, grazie alla misericordia di un sergente di origini polacche, che si era impietosito vedendo sua madre pregare per il figlio con in mano un crocifisso, era riuscito a fuggire sugli Appennini, dove si era unito alle Brigate Partigiane. Dopo la fine della Guerra, era tornato a lavorare alla Ferrari per iniziare la sua carriera di meccanico da corsa sempre in giro per il mondo. Dalle città in cui si svolgevano le gare, Bruno Solmi inviava lettere alla famiglia lontana. Erano missive piene di sogni, speranza, passione, umanità, nostalgia di casa, che si mescolavano alla cronaca degli avvenimenti sportivi.
Quelle lettere rivivono oggi nel volume "Lettere di Corsa. Bruno Solmi, l'uomo che girava il mondo in Ferrari", pubblicato da Damster Edizioni e scritto dal figlio di Bruno, Enrico Solmi. Il volume, che sarà presentato a BUK, festival della piccola e media editoria, sabato 20 febbraio alle ore 17.30, presso la Sala Longo Samuele Chimisso, è diviso in capitoli, uno per ogni anno e i ordine cronologico, secondo la data della lettera. All'inizio di ogni capitolo, una breve introduzione aiuta il lettore a inquadrare meglio le lettere nel loro contesto storico. "Lettere di Corsa" non è un libro sulla Ferrari, anzi è "anche" un libro sulla Ferrari, ma il mito del Cavallino Rampante cede qui il passo alla storia familiare di un uomo che ha vissuto con passione e sacrificio il suo lavoro, che lo ha tenuto spesso lontano dalla famiglie e dagli affetti. E' anche l'omaggio di un figlio al padre, scomparso troppo presto e un affresco che descrive la vita di quegli uomini umili, fortemente legati alla loro terra.
Ne abbiamo parlato con l'autore.
Come nasce Lettere di Corsa e perché hai deciso di raccogliere in questo libro le lettere di tuo padre Bruno?
"Il plico di lettere mi è stato consegnato da mia madre che le conservava gelosamente. Me le consegnò poco prima di morire qualche anno fa, raccomandandosi di averne cura dicendomi «leggile e ricordaci, perché è tutto quello che resterà di noi dopo che me ne sarò andata». Non ebbi il coraggio di leggerle subito e le misi da parte per riprenderle solo qualche tempo dopo. La spinta alla pubblicazione è arrivata per diversi motivi: far conoscere la storia di mio padre, uomo umile e schivo ma pieno di passione e di fame di conoscenza; dare uno sguardo al mondo Ferrari negli anni eroici, uno sguardo da dietro le quinte dei riflettori; infine, e soprattutto, il mio istinto di scrittore mi aveva fatto intravedere in questa raccolta di lettere, un vero e proprio romanzo di formazione, una storia esemplare di un ragazzo italiano nell'immediato dopoguerra, che partendo dal nulla si costruiva una vita anche grazie a un mestiere molto particolare come quello del meccanico da corsa di un mito mondiale come Ferrari, che portò lavoro in una zona dove la guerra civile era stata particolarmente cruenta".
Cos'hai provato rileggendo le lettere di tuo padre?
"Certamente una forte emozione: stavo rileggendo la storia della mia famiglia, narrata da mio padre e da mia madre. Quelle parole erano talmente vivide che quasi potevo sentire la loro presenza al mio fianco.
Alcuni episodi mi erano noti, molti altri no. Ho potuto inoltre capire diverse cose, all'interno delle
dinamiche famigliari, a cui non avevo fatto caso in passato".
La lettura della corrispondenza tra i tuoi genitori ti ha aiutato a conoscere meglio tuo padre o ha rivelato aspetti del suo carattere che non conoscevi?
"Diciamo che in parte hanno confermato la persona che mi ricordavo fosse. Una persona sensibile, molto legata alla famiglia. Ha sempre dimostrato una grande passione per il suo lavoro. Ricordo il suo orgoglio e la sua soddisfazione quando raccontava aneddoti dei suoi viaggi. Una cosa però traspare dalle lettere e che non avevo percepito: la grande sofferenza nello stare lontano da casa e della frammentarietà delle notizie che riusciva ad avere. Ricordiamoci che la lettera era un mezzo piuttosto precario. Spesso arrivavano in ritardo, magari quando si era già spostato. Poteva passare un mese senza che ricevesse notizie. Direi che il ritratto che ne esce rispetto a come lo ricordo è di una persona combattuta tra la passione e la necessità del lavoro, un lavoro importante che dava soddisfazione, e la nostalgia della famiglia".
Tra i documenti storici riportati nel libro, c'è anche il telegramma che Enzo Ferrari scrisse alla tua famiglia per fare le condoglianze in seguito alla scomparsa di tuo papà. Un gesto che sottolinea l'importanza di ogni lavoratore aveva allora per l'azienda per cui lavorava. Approccio che oggi, è venuto meno.
"Il periodo in cui padre iniziò a lavorare in Ferrari era proprio l'inizio dell'avventura, erano tempi eroici, terribili, difficili, incoscienti ma indubbiamente pieni di fascino e più ingenui o genuini. I rapporti umani erano molto più stretti, anche perché l'elemento umano era fondamentale e indispensabile. Come ho detto si trattava solo di una piccola officina all'inizio, basta confrontare le foto dei meccanici di allora con quelle di adesso. Certo le condizioni di lavoro erano più dure e la sicurezza lasciava a desiderare. Credo che quello che si possa recuperare di quei tempi sia lo spirito, l'amicizia e i valori in cui quegli uomini credevano. Oggi tutto è migliorato, ma è tutto più asettico, complici anche gli enormi interessi in ballo".
Che cosa ti auguri per "Lettere di corsa"?
"Innanzitutto spero possa piacere a un pubblico il più vasto possibile e non solo ai semplici appassionati. Libri sulla Ferrari ne sono stati pubblicati migliaia e non sentivo il bisogno di farne un altro. La mia intenzione era di parlare di un uomo, di un ragazzo uscito dalla guerra senza nulla tranne la sua voglia di fare e di imparare. Un ragazzo che ha contribuito, per la sua parte, a creare il mito che è la Ferrari oggi. Una storia italiana esemplare direi, piena di emozioni, sentimenti genuini, dolori, amori, delusioni, gioia. Il tutto senza nessuna retorica e assolutamente vero, realmente accaduto. Il messaggio che vorrei lasciare al lettore è che l'esempio di mio padre possa far riflettere su come si possa vivere facendo qualcosa di grande continuando ad amare le cose semplici e fondamentali della vita, con umiltà e senza l'arroganza di volerlo mostrare".
Info
Enrico Solmi
Lettere di corsa.Bruno Solmi, l'uomo che girava il mondo in Ferrari
Damster Edizioni 2016, 190 pag, € 14
La borsa di Milano da il benvenuto al marchio di lusso forse più famoso al mondo. Ferrari tiene nel giorno più nero che rosso delle borse europee. La leggenda di una casa automobilistica e di una piccola Scuderia.
di Matteo Landi 5 gennaio 2016 - Un avvio in pompa magna che ricorda per certi versi quello dello scorso 21 ottobre a Wall Street.
La facciata del palazzo della borsa di Milano si tinge di rosso con bolidi in bella mostra ad evidenziare l'evento del giorno: la quotazione Ferrari presso la borsa italiana. Marchionne, John Elkann, Amedeo Felisa ed il figlio del Drake, Piero Ferrari, aprono le contrattazioni che sanciscono lo scorporo di Ferrari da Fca, la fine di un matrimonio celebrato nel 1969. Alla presenza del Presidente del consiglio Matteo Renzi che ha dato il benvenuto della borsa italiana al marchio italiano forse più famoso nel mondo.
L'avvio, nei numeri, è risultato ben distante dal debutto americano. La giornata più nera che rossa della borsa italiana ha trascinato subito verso il basso il valore delle azioni Ferrari: dopo l'apertura a 43 euro è sceso sotto la soglia dei 42 per poi chiudere a 43,67 a fronte di una perdita del quasi 5 % per Fca.
Un avvio difficile, anche se tuttavia visto il pessimo andamento delle borse europee si può dire che Ferrari abbia retto il colpo. Intanto in America le azioni che il 21 ottobre avevano persino toccato i 60 dollari adesso oscillano fra i 46 ed i 48. Per Ferrari la strada è ancora lunga, ma il grande passo è stato fatto. Una storia di emozioni che adesso si fa di numeri.
La leggenda di un casa automobilistica e di una piccola Scuderia che prima di far correre auto proprie portava in pista vetture Alfa Romeo. Quando nel 1951 Gonzales detto El Cabezon vinse il primo gran premio di Formula 1 della storia della Scuderia di Maranello, battendo l'intera squadra Alfa Romeo, ad Enzo Ferrari sembrò di aver ucciso sua madre. Oggi la Ferrari si separa ancora, stavolta da Fiat. Una storia più di numeri che di emozioni, il naturale passaggio per un'entità che adesso si fa grande, in attesa di tornare ad esserlo anche sulle piste del mondiale di F1 come auspicato dal Presidente Marchionne, già dal prossimo 20 marzo in Australia.
Il mondiale va in archivio con un'altra vittoria Mercedes. La Ferrari ancora sul podio conferma di essere tornata grande. Raikkonen ritrova il sorriso, Vettel rimonta dal fondo dopo un sabato da incubo. Per la Ferrari inizia l'inverno della rimonta. -
Parma, 30 novembre 2015 - di Matteo Landi -
Nella fine il principio. Otto mesi dopo la Ferrari chiude come aveva aperto: a Melbourne Vettel riportò il sorriso ed il podio alla Ferrari, questa domenica un consistente Kimi Raikkonen torna sul podio e chiude un'annata che vede il ritorno della Ferrari alle posizioni che merita per storia e blasone. Al termine della stagione 2014 a Maranello si leccavano le ferite dopo un'ultima gara terminata mestamente in 9a e 10ima posizione a quasi un minuto e mezzo dalla Mercedes. In un anno la squadra italiana ha rosicchiato gran parte di quel distacco ed il risultato di Yas Marina le va pure stretto perchè con qualche errore in meno, uno colossale, la Ferrari avrebbe concluso ancor più vicina alle Mercedes di Rosberg ed Hamilton, giunti nell'ordine al traguardo.
Ferrari: manca poco ma basta errori
Se Raikkonen ha da recriminare su un pit stop più lento di circa 4 secondi che tuttavia non ha compromesso il suo risultato finale, per Vettel il discorso è diverso: un grave errore di valutazione del box Ferrari non ha permesso al tedesco di accedere alla seconda manche di qualificazione relegandolo alla 15esima posizione della griglia. La stagione di Vettel si è così conclusa con una bellissima rimonta che lo ha portato alla quarta posizione finale, ma il passo del tedesco, spesso al livello dei primi, lascia pensare che per lui sia stata un'occasione persa. Forse non avrebbe vinto, e non è scontato che avrebbe fatto meglio del compagno Raikkonen ma se la Ferrari il prossimo anno vorrà lottare per il titolo e non solo per le vittorie di tappa dovrà fare tesoro di certi errori perchè per superare questa Mercedes, all'apparenza imbattibile, c'è bisogno della perfezione. La squadra tedesca ha ancora una volta vinto e siglato una doppietta ma in questo inverno dovrà ritrovare quella serenità nel box che sembra andata persa e che, in vista di una sfida più accesa con le Rosse, sarà necessaria per vincere ancora.
Mercedes: successo e tensioni
A fronte di una vettura infallibile a scricchiolare sembra essere il lato umano della squadra teutonica: il fatto che Rosberg vinca tre gare di fila, ma solo a titolo ormai acquisito dal compagno Hamilton, lascia intendere che il tedesco rende al meglio solo quando è senza pressione, caratteristica non certo dei grandi campioni. Ed Hamilton durante la gara entra ancora in conflitto con il proprio box ed in mondo visione mostra tutta la sua attitudine prevaricatrice salvo poi assecondare le indicazioni del team, che a sua volta ingessa i piloti all'interno di strategie conservative ed assolutamente allineate. Grave errore quando hai in squadra un pilota che non accetta mai la sconfitta a costo di sembrare arrogante.
Alonso: il campione senza sorriso
Il primato dell'arroganza spetta tuttavia ad Alonso: un anno vissuto al volante di una delle peggiori vetture del lotto lo ha reso ancora più ingestibile per una squadra come la McLaren che ha bisogno di professionalità e serenità per poter risalire la china. Quando il pilota spagnolo, in fondo alla classifica dopo essere franato alla partenza contro l'incolpevole Maldonado, ha proposto al proprio ingegnere il ritiro volontario, all'interno del box devono essere cadute le braccia a tecnici ed ingegneri che hanno bisogno di più km possibili per poter immagazzinare dati utili allo sviluppo. Già in prova Alonso aveva mostrato del preoccupante nervosismo dando via radio degli idioti ai colleghi Grosjean e Stevens. A tanti avrà ricordato l'analogo team radio rivolto ai suoi ingegneri ai tempi che correva per il cavallino rampante, a dimostrazione che il lupo perde il pelo ma non il vizio.
McLaren: la grande in disgrazia ringrazia Button
La McLaren al momento può tuttavia contare sulla serietà e dedizione mostrate da Button: il campione del mondo 2009 in gara non si è mai tirato indietro nei duelli ruota a ruota contro vetture molto più veloci della sua in rettilineo facendo dell'esperienza la sua arma di forza. Il 12esimo posto finale non premia la sua tenacia ma rispecchia tutto il potenziale di una vettura che ha portato la McLaren al penultimo posto della classifica costruttori, dietro a team dal budget nettamente inferiore come Force India, quinta e mai così il alto, ad una Lotus sull'orlo del fallimento ma giunta sesta, ad un piccolo team come la Toro Rosso, settima e persino ad una squadra fortemente indebitata e dal futuro incerto come la Sauber.
I riflettori di Abu Dhabi salutano il mondiale 2015
Con Abu Dhabi si chiude un altro anno di Formula 1. La stagione della conferma Mercedes e del ritorno Ferrari, con Vettel vincente in tre gare e terzo in classifica finale davanti al compagno Raikkonen che col terzo posto di Yas Marina vince la lotta col connazionale Bottas e si aggiudica la quarta posizione nel mondiale. Fra i riflettori di Abu Dhabi ed il sole di Melbourne passeranno poco più di tre mesi. Vedremo se basteranno agli uomini di Maranello per completare la rimonta.
L'attore Christian Bale e il regista Michael Mann sono stati ospiti in Municipio del sindaco Gian Carlo Muzzarelli. Le riprese inizieranno in città nel 2016. L'attore ha dichiarato di essere fortemente stimolato dal ruolo di protagonista, che rappresenta una grande sfida, dovendo impersonare una leggenda come Enzo Ferrari. -
Modena, 11 novembre 2015 -
Non poteva che essere Modena, città natale e sede della casa automobilistica che porta il suo nome, a fare da cornice al film sulla vita di Enzo Ferrari.
Ieri pomeriggio, il sindaco Gian Carlo Muzzarelli ha ricevuto in Municipio il regista Michael Mann e l'attore Christian Bale che il prossimo anno gireranno il film sulla vita del celebre imprenditore e pilota automobilistico, vanto per Modena e per l'Italia. In particolare il film riguarderà gli avvenimenti pubblici e privati del 1957 per raccontarne la vita e le sfide.
Il regista, che girerà in città la maggior parte delle scene del film, ha detto di aver trovato una città magnifica, che l'ha molto colpito per la sua bellezza. Christian Bale ha dichiarato di essere fortemente stimolato dal ruolo di protagonista, che rappresenta una grande sfida, dovendo impersonare una leggenda come Enzo Ferrari. "Parole che sono un orgoglio per tutta Modena e tutti i modenesi – ha commentato il sindaco – in tutti loro c'è grande passione, e sono sicuro che la città risponderà come sempre con grande entusiasmo". Alla fine dell'incontro, il sindaco ha omaggiato i due artisti con una confezione di Aceto balsamico tradizionale.
Bagno di folla domenica 8 novembre per la Scuderia Ferrari in occasione delle Finali Mondiali del Ferrari Challange. Presentata la nuova F12tdf, 780 cv per 345 km/h. Bandiere al vento, burnout e tanta passione. Il Mugello si tinge di rosso. -
Parma, 11 novembre 2015 -
- di Matteo Landi - foto di Benedetta De Marchi - sfoglia tutta la galleria immagini in fondo al testo -
Autunno inoltrato. Il rosso degli alberi colora le colline dell'entroterra toscano, quello delle bandiere dei festanti la pista del Mugello. 50 mila tifosi contribuiscono a rendere il Ferrari Day un evento memorabile. Non poteva essere altrimenti, dopo la stagione del ritorno ai vertici della Scuderia Ferrari: 3 vittorie, 14 podii, il ritorno alla pole position ed il campionato non è ancora finito. Tanta voglia di festeggiare. Tornano in mente quei "Ferrari Day" che hanno segnato la storia della casa di Maranello come l'addio di Schumacher al termine del 2006 o la Ferrari fresca campione del mondo con Raikkonen nel 2007.
Le "Finali Mondiali" 2015 del Ferrari Challenge, il monomarca della casa di Maranello, nato in Italia nel 1993 e poi esportato in tutto il mondo, sono state il contesto ideale nel quale si è svolta la grande festa del costruttore emiliano. E dei suoi fans, che hanno innanzitutto celebrato i nuovi campioni del mondo del Ferrari Challenge. Al termine di due gare esaltanti hanno svettato nella "Coppa Shell" l'imprenditore Erich Prinoth e nel "Trofeo Pirelli" l'ex formulista Matteo "Babalus" Santoponte alla guida delle magnifiche Ferrari 458 protagoniste esclusive del Challenge.
I piloti del mondiale di F1 esaltano i fans. Burnout, autografi e strette di mano
E' stata poi la volta di Vettel, Raikkonen e dei collaudatori Genè e Gutierrez. Al volante di vetture che hanno corso nel mondiale di F1 dal 2009 al 2012 si sono resi autori di giri veloci, burnout e prove di pit stop. Per i fans è stata anche la possibilità di avvicinarsi a coloro che durante la stagione di corse appaiono così lontani, dietro quelle barriere che hanno reso accessibile solo a pochi eletti il paddock della Formula 1. Chissà se Bernie Ecclestone, grande boss della massima Formula e promotore di un mondo tanto dorato quanto inaccessibile, vedendo le immagini della grande festa Ferrari non abbia qualche ripensamento. Così, fra un autografo regalato dal sorridente Vettel ed una stretta di mano dello schivo Raikkonen, antipersonaggio per eccellenza incredibilmente amato dai tifosi, i 50.000 giunti fra le colline toscane hanno potuto assaporare l'essenza buona delle corse aggirandosi liberi nel paddock, imbattendosi in campioni del passato come Renè Arnoux o in un ex-Formula 1, ancora nell'orbita Ferrari, come Fisichella.
Il 2015 era cominciato con Arrivabene seduto in tribuna tra i tifosi durante i test pre-campionato ed ora che è prossimo alla fine, mancano solo due gare al termine della stagione, lo troviamo con l'intero staff Ferrari sommerso dall'affetto del popolo del Mugello. Un chiaro messaggio diretto a chi comanda il barcone della Formula 1.
Ferrari presenta F12tdf e 488GTE
Ferrari significa non solo competizione ma anche auto stradali. Ecco così che Marchionne e compagni colgono l'occasione per presentare la nuova F12tdf, un bolide da 780 cv e 345 km/h e la 488 GTE che correrà il prossimo anno nel WEC, il mondiale endurance già conquistato dalla 458 che adesso le passa il testimone. Sul mercato ed in pista la Ferrari continua a far paura.
Vecchie glorie che fanno sognare
Se la Ferrari produce auto da sogno per pochi, ancora più elitaria è la situazione di coloro che si possono permettere di possedere delle autentiche Formula 1 del passato. Grazie a loro si sono potute rivedere in azione al Mugello vittoriose vetture mai dimenticate. Dalla F2001 alla F150 del 2011, passando per la F2008, iridata fra i costruttori, con il numero 1 di Raikkonen campione del mondo uscente. Chissà se la Scuderia non tornerà ad assaporare presto la gloria di un tempo. Intanto è passato un altro "Ferrari Day", quello della riscossa. In attesa di fare ancora meglio.
Sergio Marchionne suona la campanella che apre la seduta della Borsa di New York. Il sogno chiamato Ferrari diventa una realtà ancora più grande. Nel 2016 dovrà puntare al mondiale ed agli investitori servirà per capire quanto i risultati in pista influiranno sull'andamento delle azioni Ferrari. -
Parma, 23 ottobre 2015 - di Matteo Landi -
La borsa di New York addobbata di rosso. Bolidi in mostra sulle strade della Downtown attirano gli occhi dei passanti e le televisioni di tutto il mondo. Sergio Marchionne suona la campanella che apre la seduta della Borsa di New York. Il 21 ottobre 2015 quel sogno chiamato Ferrari diventa una realtà ancora più grande.
Nel 1947 Enzo Ferrari fondò la casa automobilistica, terminando quel percorso iniziato nel 1929 sotto le insegne della Scuderia Ferrari, la piccola squadra che portava in pista le auto di "mamma" Alfa Romeo. Costruendo quel prodigio tutto italiano oggi chiamato Ferrari S.p.A. Mercoledì si è compiuto il disegno di Marchionne, iniziato il 7 settembre 2014, quando la Ferrari concludeva in maniera disastrosa il Gp di casa e serviva l'assist all'odierno Presidente Ferrari per mettere alla gogna mediatica Luca Cordero di Montezemolo, Presidente e creatore della Ferrari dei tempi d'oro di Schumacher e di successo nelle vendite di vetture da strada. Ne ha fatta di strada la casa di Maranello dal 1947 ad oggi.
Il titolo Ferrari, prezzato alla vigilia delle contrattazioni ufficiali a 52 dollari, ha subito sgommato a 60 all'apertura per poi assestarsi sui 55-56$ e chiudere la seconda giornata a 57. Una Ferrari che ha fatto il botto. L'ennesimo successo di Marchionne e di una Ferrari tornata vincente anche in pista. Gli ultimi appuntamenti del mondiale di Formula 1 serviranno alla Ferrari per confermare i passi avanti compiuti quest'anno, affilando le armi in vista del prossimo anno. Nel 2016, dovrà, per forza di cose, puntare al mondiale ed agli investitori servirà per capire quanto i risultati in pista influiranno sull'andamento delle azioni Ferrari.
Intanto questa domenica, proprio negli Stati Uniti, la Ferrari sa già che correrà con l'handicap di 10 posizioni di penalità sulla griglia di partenza per la sostituzione delle power unit di Vettel e Raikkonen. I due piloti Ferrari utilizzeranno la quinta unità stagionale a fronte delle quattro concesse dal regolamento. In Ferrari però nessuno ha paura, dal 1947.
Regina del Salone di Francoforte, la Ferrari 488 Spider accelera da 0 a 100 Km/h in soli 3 secondi arrivando a toccare i 200 Km/h in 8.7 secondi. -
Parma, 6 ottobre 2015 -
La Ferrari 488 Spider, ultima arrivata della casa del Cavallino, è stata presentata al Salone di Francoforte 2015. Spinta da un 8 cilindri a V di 670 Cv abbinato ad un automatico doppia frizione a 7 marce, accelera da 0 a 100 Km/h in soli 3 secondi arrivando a toccare i 200 Km/h in 8.7 secondi, con 325 Km/h di massima.
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(in collaborazione con www.videomotori.eu )
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