L'iniziativa, promossa da GRADE e Hard Rock Beer dopo il sisma del 2012, ha venduto 5.000 t-shirt. La donazione servirà a realizzare due laboratori, uno linguistico e uno informatico, per le Scuole Medie di Reggiolo
Reggio Emilia, 18 febbraio 2014
La notizia è diventata ufficiale nel giorno di San Valentino. Sono state 5.000 le persone che, con un meraviglioso gesto d'amore, hanno acquistato le t-shirt "Sono scosso ma non crollo", permettendo di raccogliere 39.000 euro (al netto delle spese) a favore delle Scuole Medie di Reggiolo.
L'iniziativa - promossa dai volontari GRADE Onlus di Reggiolo, in collaborazione con Hard Rock Beer, Radio Number One, Deus Eventi, Jam For live, Union Sound Acquisti, con il patrocinio del Comune di Reggiolo - è iniziata nel 2012, subito dopo il terribile sisma, con l'obiettivo di raccogliere fondi da destinare alle scuole terremotate, e si è conclusa a gennaio 2014.
L'importo raccolto è stato consegnato al Comune di Reggiolo, che ha provveduto alla realizzazione di un laboratorio linguistico, con 28 postazioni e lavagna multimediale, e un laboratorio informatico dotato di 29 tablet per le Scuole Medie, potenziando così l'attività didattica rivolta ai ragazzi. Inoltre sono stati acquistati anche 4 defibrillatori per le palestre comunali.
L'inaugurazione ufficiale del laboratorio e la consegna dei tablet si svolgerà sabato 1 marzo, ore 11.30, presso la struttura scolastica.
«Questa importante donazione – spiega Paolo Avanzini, Presidente di GRADE Onlus – ci permette di dimostrare la nostra vicinanza alla città di Reggiolo che, da anni, dimostra grande attenzione alla nostra associazione. Dopo il terremoto di maggio 2012, abbiamo ritenuto fondamentale affiancare Hard Rock Beer in un percorso di solidarietà, che ha permesso di mettere a disposizione le strutture della Festa della Birra per un primo supporto agli sfollati e di garantire un contributo economico con l'iniziativa "Sono scosso ma non crollo"».
(Fonte: ufficio stampa Kaiti)
A chiedere un provvedimenti legislativo ad hoc per la nostra provincia è il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco -
Modena, 13 febbraio 2014 -
Una legge speciale per Modena che possa aiutare concretamente il nostro territorio a risollevarsi dopo le diverse calamità naturali che lo hanno colpito in meno di due anni: terremoto e siccità nel 2012, tromba d'aria e frane in montagna nel 2013, ancora frane e alluvione nel 2014. A chiedere un provvedimenti legislativo ad hoc per la nostra provincia è il presidente di Confcooperative Modena Gaetano De Vinco, che invita i parlamentari modenesi a preparare un testo e a presentarlo al più presto alle Camere con spirito "bipartisan". «In occasione di queste calamità abbiamo capito due cose – afferma De Vinco - Primo: a Roma non hanno l'esatta percezione di quando accaduto a Modena, soprattutto dopo l'esondazione dei fiumi, e ne sottovalutano le conseguenze sul piano economico e sociale. Secondo: le leggi attualmente in vigore sono talmente frammentate, se non addirittura concorrenti tra loro, da non consentire interventi efficaci per sostenere una provincia che contribuisce in modo significativo al Pil nazionale. Se Modena non riparte è un problema non solo per noi, ma per tutto il Paese». De Vinco cita gli esempi della legge speciale per Venezia, varata nel 1973 dopo la grande alluvione del 1966, e la legge speciale per Napoli che il sindaco De Magistris sta chiedendo per scongiurare il dissesto finanziario sotto il Vesuvio. «Per fronteggiare gli eventi calamitosi eccezionali che ci hanno colpito nell'ultimo biennio servono provvedimenti eccezionali. La legge speciale per Modena di cui sollecito l'approvazione – continua De Vinco – non può limitarsi alla sospensione delle scadenze fiscali, ma deve prevedere risorse economiche adeguate per aiutare le famiglie e le imprese e mettere il territorio in sicurezza una volta per tutte, dalla montagna alla Bassa. Inoltre abbiamo bisogno della massima semplificazione burocratica per accedere ai finanziamenti. Traduco: prima i soldi, poi le carte, altrimenti si rischia di non far in tempo a salvare un territorio in forte sofferenza non solo dal punto di vista economico». A preoccupare il presidente di Confcooperative Modena, infatti, è anche la tenuta della coesione sociale e la crescente sfiducia nelle istituzioni, come dimostra il moltiplicarsi dei comitati spontanei di cittadini. «Governo e Parlamento diano un segnale forte di attenzione e solidarietà concreta a un territorio che non si è mai pianto addosso e che – sottolinea De Vinco - non ha mai partecipato alle questue per ricevere contributi a pioggia o interventi puramente assistenzialistici. Il concatenamento di calamità naturali in un breve lasso di tempo ci ha messo in ginocchio: senza l'aiuto straordinario di tutto il Paese questa volta rischiamo di non rialzarci. Per questo invoco una legge speciale ed esorto istituzioni e parti sociali modenesi a unirsi in una sana azione di lobby territoriale finalizzata – conclude il presidente di Confcooperative Modena - all'approvazione in tempi rapidi di una norma ad hoc per Modena».
(Fonte: Ufficio stampa Confcooperative Modena)
Oltre 2.500 studenti reggiani a lezione di... terremoto
- Reggio Emilia, 9 febbraio 2014 -
Il terremoto è meno misterioso e, si spera, meno spaventoso per oltre 2.500 studenti di 29 scuole medie di ben 21 comuni reggiani che nelle scorse settimane hanno partecipato al ciclo di lezioni sul rischio sismico tenuto dalla Protezione civile della Provincia di Reggio Emilia insieme all'esperto Giuliano Pardini e al volontariato.
Il progetto didattico "Conosciamo il terremoto" - promosso dalla presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini, dall'assessore provinciale all'Istruzione Ilenia Malavasi e dalla responsabile della Protezione civile della Provincia Federica Manenti – ormai dal 2005 mira a far conoscere ad alunni e insegnanti che cos'è un terremoto, perché si verifica e quali effetti provoca, qual è la realtà del rischio sismico nella provincia di Reggio Emilia, quali sono le corrette norme di comportamento da seguire prima, durante e dopo una scossa, nonché iniziare a conoscere il sistema di Protezione civile.
"Da tempo la Provincia di Reggio Emilia è impegnata non solo nella gestione delle varie emergenze e nella messa in sicurezza di edifici scolastici e opere pubbliche, ma anche in attività informative tese a diffondere una adeguata cultura di protezione civile, che significa spiegare ai cittadini quali sono i rischi presenti sul nostro territorio, i buoni comportamenti da osservare, le modalità e le misure di autoprotezione da adottare in situazioni di pericolo", spiega la presidente della Provincia, Sonia Masini.
Le valutazioni di gradimento ricevute dalle scuole hanno evidenziato piena soddisfazione da parte di studenti e professori per le 96 ore di lezione tenute in massima parte dal Giuliano Pardini, esperto di rischio sismico e responsabile della Protezione civile di Viareggio, nonché dai funzionari della Provincia Matteo Guerra, Alessio Campisi, Simona Giampellegrini e Giuseppe Sgrò, con la partecipazione dei volontari delle diverse associazioni locali di Protezione civile, che hanno così avuto l'occasione per dialogare con i ragazzi e far conoscere loro l'importate attività svolta (Associazione nazionale Alpini di Castelnovo Monti, Il Campanone di Scandiano-Casalgrande, Tricolore di Reggio Emilia, Gruppo volontari Albinea). Gli incontri preceduti dall'invio di materiale didattico e illustrativo, utilizzabile direttamente dai docenti per introdurre l'argomento.
"La scuola rappresenta un ambiente privilegiato per diffondere una sempre maggiore conoscenza dei fenomeni che colpiscono la nostra provincia e far crescere una cultura di Protezione civile, non a caso proprio il comparto scolastico è quello in cui si è sempre concentrata in maniera prioritaria l'attività della Provincia dal punto di vista della prevenzione, sia in termini di verifica della sicurezza degli edifici sia dell'informazione sui rischi", aggiunge l'assessore provinciale all'Istruzione, Ilenia Malavasi.
"Sensibilizzare i ragazzi in età scolare è fondamentale soprattutto per ciò che concerne le tematiche riguardanti il rischio sismico, al fine di creare una cultura della sicurezza basata sulla prevenzione e sull'autoprotezione", conclude Federica Manenti, responsabile della Protezione civile della Provincia di Reggio Emilia, ricordando "come le scuole abbiano sempre risposto con grande entusiasmo alle nostre iniziative" e come "questo progetto didattico ci abbia consentito anche di fornire consulenza nella progettazione e nell'esecuzione delle periodiche prove di evacuazione che, per legge, gli istituti scolastici sono tenuti a svolgere".
(fonte provincia di Reggio Emilia)
"Il nostro modo per essere vicini a territorio e popolazioni modenesi colpite dal sisma" -
Modena, 6 febbraio 2014 -
Tra poche ore, a Sochi in Russia a circa 4000 chilometri da Modena, Nicole della Monica e Matteo Guarise, coppia azzurra di pattinaggio artistico su ghiaccio, trasformeranno il loro sogno olimpico in realtà.
Ma prima di partire per la città russa che ospita le Olimpiadi invernali hanno pensato di farsi ritrarre con la tazzina di Caffè Molinari loves Emilia. "E' il nostro modo per manifestare solidarietà ad una terra meravigliosa, ma gravemente ferita: quella modenese", che li ha visti anche protagonisti in un esibizione diversi mesi fa al Palaghiaccio di Fanano.
Con la foto, hanno voluto esprimere il proprio apprezzamento e condivisione nei confronti dell'iniziativa lanciata dall'azienda modenese Caffè Molinari – pensata per raccogliere fondi da devolvere per la ricostruzione della Torre dei Modenesi di Finale Emilia, crollata durante il sisma dello scorso anno – così come la propria vicinanza a quanti colpiti dal terremoto del maggio 2012.
Il duo Della Monica-Guarise qualificatisi per le Olimpiadi di Sochi a seguito del brillante nono posto conquistato in occasione degli europei di Zagabria un anno fa, sono tra i primi atleti che scenderanno in pista. L'11 febbraio, saranno infatti impegnati, sulle note di "Sansone e Dalila" di Camille Saint-Saens, per il programma corto. Programma, o meglio prova che qualifica già per la finale olimpica prevista per il 13 febbraio prossimo.
(fonte: ufficio stampa Nevent)
Export +5%, tenuta dei consumi interni e produzione e scorte in calo.
Il “barometro” volge al bello per il Parmigiano Reggiano”. Tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri. Obiettivo del Consorzio, raggiungere quota 50% d’export.
di Lamberto Colla - Bologna, 29 gennaio 2014 -
Se lo scorso anno fu il terremoto a tenere banco alla tradizionale conferenza stampa del Consorzio di Tutela del Formaggio Parmigiano Reggiano, quest’anno lo sono stati i fattori di positività che hanno cominciato a manifestarsi nel corso del 2013. La soddisfazione del presidente Giuseppe Alai, affiancato dai due vicepresidenti Monica Venturini e Adolfo Filippini, traspare evidente soprattutto in relazione ai tempi di crisi vissuti dal Paese. E’ stato il responsabile del Centro Stampa, Gino Belli, a avviare i lavori e a sottolineare come l’elemento rilevante del 2013 sia stato l’istituzione del Piano di Regolazione dell’Offerta. Piani, sottoscritti dai produttori, che vanno nella direzione di consolidamento del rapporto tra il prodotto con il territorio di origine. Una assunzione di responsabilità da parte di ciascuno che ancor più rafforza la filiera produttiva. Un elemento di distintività che andrà a arricchire gli elementi identificativi di un prodotto sempre più orientato all’export.
- Sintesi annata 2013 -
In breve sintesi, l’annata 2013, ha registrato un Calo della produzione dello 0,85% e delle giacenze del 4,3%, buona tenuta dei consumi interni, export ancora in forte crescita (+5%), quotazioni in lieve flessione su base annua e in netta ripresa negli ultimi cinque mesi: è segnato da questi valori il consuntivo 2013 del Parmigiano Reggiano, che nel corso dell’anno ha superato pressoché interamente anche le drammatiche conseguenze del terremoto del maggio 2012.
“Sul versante delle quotazioni – spiega il presidente del Consorzio di tutela, Giuseppe Alai – abbiamo vissuto un 2013 a due velocità. La media annua dei prezzi all’origine, che si è attestata a 8,74 euro/kg, con una flessione del 4,2% rispetto al 2012, nasce infatti da quotazioni che nei primi sette mesi si sono mantenute largamente al di sotto di quelle del 2012 (la media del periodo è stata pari a 8,60 euro/kg), mentre da agosto si è via via consolidata una ripresa che nel mese di dicembre ha fatto segnare il migliore risultato dell’anno (9,05 euro/kg), ulteriormente confortato dalle quotazioni della Borsa comprensoriale (che ha sede a Parma), che in quest’avvio di 2014 hanno segnato punte massime di 9,40 euro/kg e con minimi mai al di sotto dei 9 euro/kg”.
“Siamo dunque su valori – aggiunge il presidente del Consorzio – che non si toccavano dall’ottobre 2012 e che, associati a diversi altri elementi positivi, lasciano intravvedere un futuro più soddisfacente per i produttori, alle prese con rilevanti aumenti di diverse voci che incidono sul costo di produzione complessivo”.
A guardare gli indicatori di produzione molti sono i segnali positivi da registrare e tra questi, Alai indica il calo delle giacenze (-4,3% nel 2013, con una ulteriore accelerazione a partire dall’agosto scorso), la flessione produttiva (3.279.156 forme prodotte nel 2013 contro 3.307.221 del 2012), le difficoltà di prodotti similari d’importazione che cozzano contro un elevato prezzo del latte a livello mondiale, il superamento delle difficoltà legate al terremoto 2012, la forte crescita dell’export e la buona tenuta dei consumi interni. “In un anno di grandissima difficoltà per le vendite alimentari al dettaglio – spiega al proposito Alai – le vendite di Parmigiano Reggiano nella GDO sono scese solo dell’1% e sono state ben compensate dall’incremento di quelle effettuate direttamente dai caseifici e da altri canali, tanto che il nostro risultato è positivo nonostante un calo delle vendite di formaggi duri pari al 2,3%”.
“Oggi – prosegue il presidente del Consorzio – il nostro primo obiettivo è dare stabilità ai redditi dei produttori e da questo punto di vista riteniamo che proprio il 2013 sia stato un anno di svolta per il Parmigiano Reggiano”. “Con decisione assembleare pressoché unanime – sottolinea Alai – a settembre è stato dato il via a quel “Piano di regolazione dell’offerta” che lega il nostro sistema, e individualmente ciascuno dei suoi 3.500 allevatori, ad un governo della produzione che ne sancisce un più diretto legame con il territorio ed il mercato, proprio per esercitare una tutela attiva dei redditi, altrimenti impossibile senza una ordinata crescita che ponga fine ad oscillazioni che anche nel recente passato (il 2011 sul 2010) hanno determinato crescite annue superiori al 7%”. Proprio il piano approvato nel settembre scorso prevede, per il 2014, una produzione di 3.250.000 forme (29.000 in meno rispetto al 2013).
Le esportazioni
Il barometro sembra dunque volgere al bello per il Parmigiano Reggiano e tra i segnali migliori si collocano ancora quelli provenienti dai mercati esteri.
“Nel 2013 – sottolinea il direttore del Consorzio del Parmigiano Reggiano, Riccardo Deserti – sui mercati esteri sono state collocate 45.800 tonnellate e grazie a questo rilevante incremento è salita al 34% (e raddoppiata in cinque anni) la quota di prodotto destinato all’export”.
E qui si innesta uno dei grandi obiettivi del Consorzio: “per il 2020 – afferma Deserti – puntiamo a portare la quota delle esportazioni al 50% sul totale”.
Ai vertici delle classifiche dell’export restano la Francia (con una quota del 19%), il Regno Unito (17,1%), la Germania (16,9%) e gli USA (16,5%), seguiti da Canada, Giappone e Svizzera.
“È in massima parte a questi Paesi – spiega Deserti – che si lega la nostra crescita, anche se si sta consolidando un flusso sempre più consistente verso altre aree”.
“Pur partendo da quote complessivamente ancora modeste – prosegue Deserti – l’export al di fuori dei Paesi citati registra un +25%, con crescite percentuali molto rilevanti in Brasile (+130%), Indonesia (+140%), Arabia Saudita (+93%), Kuwait (+30%, Messico (+25%), India (+19%), Russia (+16%), Corea del Sud (+16%)”.
Nuovi investimenti
Un’affermazione internazionale, unita al buon andamento dei consumi interni, che sarà sostenuta dai nuovi rilevanti investimenti programmati dal Consorzio, che per il 2014 mette in campo 13,7 milioni di euro equamente suddivisi su Italia ed estero.
“Il nostro obiettivo primario – spiegano Alai e Deserti – è quello di far percepire meglio le caratteristiche e l’unicità del nostro prodotto, grazie ad azioni informative/formative molto articolate che valorizzino al meglio il Parmigiano Reggiano sia laddove vi sono margini di crescita legati ai suoi tratti distintivi, sia laddove è necessario sottrarlo ad una dinamica di consumi globali in recessione”. Specifici progetti – con un ulteriore investimento per quasi 1 milione di euro – sono poi in campo con gli esportatori, la GDO e sul canale horeca.
Buona parte del bilancio del Consorzio (complessivamente 22,9 milioni) sarà poi assorbita dalle attività di controllo e vigilanza. “Nel 2013 – sottolinea il direttore Riccardo Deserti – sono state singolarmente controllate 3.500.000 forme nei caseifici, cui si sono aggiunti i controlli effettuati all’interno degli esercizi commerciali, che complessivamente hanno coinvolto 1.748 punti di vendita”. “Un sistema oneroso – conclude Deserti – ma necessario per assicurare ai consumatori e ai produttori quella tutela che non si può semplicemente rivendicare o delegare ad altri, ma richiede un ruolo attivo da parte di chi rappresenta un sistema così importante per l’agroalimentare italiano, per migliaia di imprese e decine di migliaia di operatori”.
- Bilancio Post Terremoto -
Ottocentomila posti forma ricostruiti, 1 milione di famiglie, 6 catene distributive e 59 caseifici coinvolti in acquisti e vendite solidali, 380 caseifici impegnati con un contributo straordinario, oltre 4.800.000 euro ripartiti tra i caseifici colpiti: sono questi – ad oggi – i grandi numeri che stanno alle spalle della ricostruzione avvenuta nel comprensorio del Parmigiano Reggiano dopo il devastante terremoto del maggio 2012.
Dalle vendite solidali effettuate dai caseifici del comprensorio aderenti all’iniziativa “1 euro per rinascere” sono arrivati 513.950 euro, cui si sono aggiunti quelli legati alle vendite nelle catene
distributive e nel canale horeca per 486.614 euro, i contributi di altri operatori commerciali per 31.064 euro e le donazioni dirette al Comitato caseifici terremotati, pari a 167.664 euro. La cifra complessiva di 1.199.429 euro è stata distribuita ai caseifici in proporzione al numero delle forme danneggiate (complessivamente ne sono cadute quasi 600.000).
L’impiego della prima tranche del contributo straordinario deciso dall’Assemblea dei caseifici del Parmigiano Reggiano nel luglio 2012 ha poi già consentito di assegnare alle strutture danneggiate un’altra rilevante cifra, pari a 3.624.000 euro, consegnati ai caseifici danneggiati tenendo conto non solo del danno subito, ma anche delle diverse misure di tutela alle quali individualmente hanno potuto fare ricorso (contributi pubblici e rimborsi assicurativi, essenzialmente).
In totale, dunque, sono stati ad oggi erogati 4.823.429 euro, in attesa di completare il percorso delle istruttorie per la quantificazione dei danni e risarcimenti.
Terremoto, emanata Ordinanza del Commissario delegato Vasco Errani che proroga, a causa dell'alluvione che ha colpito il modenese, tutte le scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese -
Bologna, 28 gennaio 2014 –
Prorogate, a causa dell'alluvione che ha colpito il modenese, tutte le imminenti scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese nonché dei progetti e delle istanze in attuazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali.
Lo definisce l'Ordinanza emanata oggi dal presidente della Regione Emilia-Romagna e Commissario delegato per la Ricostruzione, Vasco Errani (la numero 2 del 2014 che modifica la 131 del 18 ottobre 2013), che stabilisce la proroga per le disposizioni relative ai termini di presentazione delle prenotazioni e delle domande di contributo per la ricostruzione.
Il provvedimento si è reso necessario alla luce degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi tra il 17 e 19 gennaio 2014 negli stessi territori colpiti dal sisma del maggio 2012. Eventi che hanno comportato, e comportano, numerosi disagi alle popolazioni oltre ad impedire il corretto e completo svolgimento del lavoro dei tecnici pubblici dei Comuni direttamente colpiti e di quelli ad essi contigui attualmente impiegati per gli interventi di messa in sicurezza e assistenza alla popolazione nonché dei tecnici privati residenti nelle aree colpite ed interessati dalle pratiche per la ricostruzione post sisma in tutto il territorio che non sono nelle condizioni di poter rispettare le scadenze previste.
L'istanza di prenotazione, oggetto di proroga, è comunque obbligatoria per il successivo deposito della domanda di contributo. L'istanza consiste nella semplice compilazione di un modulo, sempre all'interno delle due piattaforme informatiche Mude e Sfinge, contenente le principali informazioni relative all'intervento (il beneficiario, l'ubicazione, la stima del costo, il numero di unità immobiliari e famiglie per le residenze, mentre per le imprese vengono richiesti il settore, i beni su cui si chiede contributo). I dati dichiarati in fase di istanza di prenotazione possono poi essere rettificati in fase di deposito della domanda.
ABITAZIONI
Per quanto riguarda abitazioni con danni B o C, la scadenza per il deposito viene spostata al 30 aprile 2014, in questo caso non è prevista istanza di prenotazione.
Per le abitazioni con danni classificati E la prenotazione dovrà essere compilata entro il 31 marzo 2014 e il deposito della domanda dovrà avvenire entro il 31 dicembre 2014.
Per quanto riguarda interventi su immobili compresi nelle Umi il deposito della domanda è previsto entro il 31 dicembre 2014 mentre per quelle subordinate al piano della ricostruzione entro il 30 giugno 2015.
IMPRESE
Prevista la prenotazione entro il 31 marzo 2014 e il deposito entro il 31 dicembre 2014.
OPERE PUBBLICHE
I termini stabiliti dal Regolamento per l'attuazione dei Piani Annuali 2013-2014 Opere pubbliche, beni culturali, edilizia scolastica e università (che riguardano la presentazione dei progetti preliminari, definitivi ed esecutivi degli interventi), decorrono dal 1 marzo 2014 (stessa decorrenza per le opere di importo inferiore ai 50 mila euro). Mentre in merito alla presentazione dell'istanza al Commissario delegato per l'inserimento nel Programma delle Opere pubbliche e dei beni culturali, è prorogato al 31 marzo 2014.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
A causa del maltempo saranno prorogate tutte le imminenti scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese -
Bologna, 27 gennaio 2014 -
Prorogate tutte le imminenti scadenze relative alle pratiche per la ricostruzione delle abitazioni e delle imprese nonché dei progetti e delle istanze in attuazione del Piano delle opere pubbliche e dei beni culturali. I dettagli delle scadenze di ciascun adempimento saranno contenuti in una apposita ordinanza del presidente della Regione e Commissario delegato alla Ricostruzione Vasco Errani, che sarà emanata nei prossimi giorni.
«Con la decisione di spostare le scadenze per le pratiche della ricostruzione – ha evidenziato l'assessore regionale alle Attività produttive Gian Carlo Muzzarelli - rispondiamo ad una necessità del territorio e alle comprensibili preoccupazioni dei cittadini. Non è un segnale di rallentamento. Anzi, io sono certo che i professionisti e gli uffici pubblici continueranno ad impegnarsi per accelerare le procedure. Ma non possiamo correre il rischio che i cittadini perdano i loro diritti».
Il provvedimento si è reso necessario alla luce degli eccezionali eventi alluvionali verificatisi tra il 17 e 19 gennaio 2014 nei medesimi territori colpiti dal sisma del maggio 2012. Eventi che hanno comportato, e comportano, numerosi disagi alle popolazioni oltre ad impedire il corretto e completo svolgimento del lavoro dei tecnici pubblici dei Comuni direttamente colpiti e di quelli ad essi contigui attualmente impiegati per gli interventi di messa in sicurezza e assistenza alla popolazione nonché dei tecnici privati residenti nelle aree colpite ed interessati dalle pratiche per la ricostruzione post sisma in tutto il territorio che non sono nelle condizioni di poter rispettare le scadenze previste.
(fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Dapprima il terremoto, poi un violento tornado e ora l’alluvione. La popolazione e le imprese della bassa modenese messe a dura prova dai segni di Terra, Aria e Acqua. Un disastro annunciato?
di Lamberto Colla - Parma, 22 gennaio 2014 -
Una terra di gente tenace e caparbia come quella modenese è, molto probabilmente, difficile da ritrovare. Forse tutti avrebbero reagito con la medesima forza ma quanto è accaduto a questa piccola e operosa zona, in un lasso di tempo così breve, ne ha dello straordinario.
Un terremoto, quello del maggio 2012, che ha raso al suolo attività produttive, case e inferto una terribile ferita psicologica alla popolazione modenese. Due scosse di elevatissima intensità a distanza di 9 giorni hanno messo Ko u’area che esprimeva l‘1,5% del PIL nazionale. Lutti, feriti e macerie sono stati lasciati sul campo quel 20 e 29 maggio del 2012. Un anno dopo, siamo a maggio del 2013 quando un tornado, paragonabile a quelli statunitensi, colpì una larga striscia di territorio scatenando al suola un’energia mai prima recensita in europa. Anche in quel caso distruzione e vittime andarono a sommarsi alla ferita ancora aperta del terremoto. L’acqua nel frattempo già aveva iniziato a dare, sempre in quei giorni, forti segnali di instabilità e le frane che hanno martoriato le province di Parma e Reggio, andarono a sommare i loro effetti disastrosi ai disagi e ai conti dell’Emilia. Infine, e speriamo da ultimo, l’alluvione di questi giorni ripropone all’opinione pubblica il dramma del dissesto idrogeologico colpendo ancora una volta la bassa modenese. Nuove vittime e nuovi ingentissimi danni.
Colpa delle nutrie che hanno scavato gallerie negli argini per alcuni, mentre un disastro annunciato per altri. TempoNews il 27 gennaio del 2012 titolava “Finiremo tutti sott’acqua”.
“Se non si costringe Aipo (Agenzia Interregionale per il fiume Po) - attacca il giornale - a fare in fretta gli interventi necessari, finiremo tutti sott’acqua e, prima o poi, potrebbe scapparci il morto”: è questo il timore espresso sia dagli agricoltori che operano lungo le sponde del Secchia che dai residenti di Sozzigalli, frazione di Soliera dove, giovedì scorso, si è svolta un’assemblea molto partecipata per discutere del fiume insieme al sindaco Giuseppe Schena, all’assessore all’Ambiente Caterina Bagni e all’assessore provinciale Stefano Vaccari.
E’ ora di correre presto ai ripari. I segnali, dalla Liguria all’Emilia, sono forti e chiari da tempo. Se non si interviene con una azione preventiva forte e determinata altri danni e vittime si dovranno rendicontare.
Ad oggi, in seguito degli eventi sismici, sono state rimosse circa 600 mila tonnellate di macerie -
Bologna, 17 gennaio 2014 -
«Bene l'inchiesta della magistratura. È un fatto positivo che ci sia un sistema di controlli chiaro che garantisca trasparenza e legalità della ricostruzione». Lo ha detto il presidente della Regione e Commissario delegato alla ricostruzione Vasco Errani, in merito all'inchiesta della magistratura modenese sul trasporto della macerie.
Sul sistema dei controlli, la Regione Emilia-Romagna ha definito una procedura che da un lato permette il monitoraggio amministrativo delle attività di rimozione e dei relativi flussi, e dall'altro raccoglie anche le informazioni utili per la tutela della legalità che in questi mesi sono state costantemente fornite al Girer (il Gruppo interforze Emilia-Romagna) ed alle varie forze di polizia che ne hanno fatto richiesta.
Ad oggi, in seguito degli eventi sismici, sono state rimosse circa 600 mila tonnellate.
Tutta l'operazione di smaltimento delle macerie è stata realizzata seguendo un sistema meticoloso di tracciabilità che ha consentito di monitorare puntualmente le fasi di localizzazione dei cantieri, del trasporto, dello smaltimento e del recupero nonché della qualità dei materiali stessi.
(Fonte: ufficio stampa Regione Emilia Romagna)
Presenti gli organi dirigenti dell'Associazione imprenditoriale modenese il Sindaco della città dei Pico Maino Benatti e il presidente del Consiglio regionale Palma Costi -
Modena, 16 gennaio 2014 -
"C'è necessità di ricreare condizioni di fiducia, finalizzate all'avvio di una nuova fase di crescita. Per un tessuto economico che, malgrado sisma e crisi, non si è arreso, ha resistito riprendendo il lavoro tra infinite difficoltà. Snellimento delle pratiche burocratiche, ricostruzione, acceso al credito, una proroga seria al rifinanziamento dei mutui: servono segnali forti e concreti a tal senso. C'è tanto da fare, ostacoli e problemi non mancano, ma non ci tireremo indietro. Siamo stati al fianco delle imprese nei momenti peggiori, lo siamo oggi, lo saremo sempre". Un inciso di rilievo quello di Mauro Bega direttore sindacale di Confesercenti Area Nord a coronamento dell'inaugurazione della nuova sede dell'Associazione imprenditoriale a Mirandola. Con lui anche il sindaco della città dei Pico Maino Benatti, il presidente del Consiglio Regionale Palma Costi, Roberto Bernaroli e Andrea Ratti rispettivamente presidente Confesercenti Area Nord e membro del consiglio di presidenza di Confesercenti Modena.
La nuova sede - in via Agnini sempre presso il direzionale La favorita con l'ingresso ora al civico 94 - sostituisce di fatto quella sita nel medesimo stabile. Va ricordato comunque che l'attività dell'Associazione non si è mai arrestata se non per pochi giorni immediatamente dopo il sisma. Confesercenti infatti per non far mancare il proprio sostegno e vicinanza, data la gravità del momento agli associati, aveva provveduto ad attivare un apposito punto di riferimento in due casette mobili così da poter continuare ad offrire i propri servizi di consulenza.
Dopo il taglio del nastro e il saluto alle autorità il presidente Bernaroli ha voluto ringraziare i dipendenti Confesercenti per l'incessante impegno profuso nei mesi successivi al sisma. L'intervento di Mauro Bega ha offerto poi qualche spunto di riflessione su post-sisma e ricostruzione. "Rimane indelebile il ricordo di quei drammatici giorni. Come del resto la reazione di fronte alla catastrofe, mostrata da cittadini ed imprese. Reazione che ha contribuito tra mille difficoltà, prima a salvaguardare e quindi a rimettere in moto quella rete importante e fondamentale costituita da tante micro e piccole imprese del commercio, del turismo e dei servizi, parte dell'ossatura portante dell'economia locale. Confesercenti non ha fatto mancare il proprio sostegno, come non mancherà di farlo oggi e in futuro. Sono innumerevoli e difficili le sfide imposte ogni giorno dal binomio composto da crisi e sisma. Le imprese stanno resistendo, ma a fatica dal momento in cui le richieste di sospensione e rateizzazione delle imposte o la realizzazione di una fiscalità di vantaggio portata avanti da Associazioni, Comuni e Regione, sono state dal Governo disattese o accolte solo in parte. Le difficoltà però non debbono frenare la possibilità per la città di Mirandola di recuperare quella centralità che l''ha sempre contraddistinta come polo attrattivo commerciale e dei servizi dell'intera Area nord, comuni e province limitrofe compresi".
"È il momento della ricostruzione – ha evidenziato Bega - del nostro tessuto economico, sociale e culturale. E Il commercio deve essere parte integrante di questo progetto come lo è del territorio. A tal senso riteniamo ci sia necessità di un'azione sinergica tra l'Amministrazione comunale, le Associazioni imprenditoriali e di tutti gli imprenditori per contribuire all'elaborazione di un progetto che sia innovativo e di rilancio. In particolare del centro storico, in grado di mettere insieme recupero degli immobili sostegno delle imprese presenti e delocalizzate, azioni mirate di promozione. Il nostro impegno in questa direzione non verrà a meno. Come del resto quello di continuare ad essere un punto di riferimento per le PMI di Mirandola".
"Il 2014 – ha sostenuto il Sindaco di Mirandola Maino Benatti - sarà un anno importante per la ricostruzione della nostra comunità ed abbiamo bisogno dell'aiuto di tutti. Le Associazioni di categoria, in particolare, hanno dato prova di impegno nella fase di emergenza e nell'avvio della ricostruzione, a fianco dei cittadini e delle istituzioni. A Confesercenti va dato merito per il lavoro svolto e per la costanza nell'opera di ripresa, culminata con l'apertura di questa nuova sede. All'associazione rivolgo i più sentiti auguri per il tanto lavoro che resta ancora da fare per far tornare le nostre comunità come prima e, se possibile, ancora migliore"
Situazione imprese commercio, servizi, terziario comuni Area Nord colpiti dal sisma
Il momento dell'inaugurazione ha rappresentato per l'Associazione anche l'occasione per fare il punto relativamente alla situazione attuale in merito alle piccole e medie attività imprenditoriali del commercio come dei servizi, dei comuni della sola Area Nord lesionati dal sisma Su un totale di circa 1600 imprese attive, sono circa 270 quelle che permangono ancora in strutture temporanee per la difficoltà a rientrare nella loro sede o trovarne un'altra adeguata alle loro esigenze. Nello specifico, risultano ancora delocalizzate in media circa il 16% delle imprese. Riguardo invece alla situazione dei singoli comuni dell'Area Nord: a Mirandola risultano ancora in strutture mobili o d'emergenza il 16% delle attività; a Concordia e San Felice Sul Panaro, sono rispettivamente il 30%; a Cavezzo e a San Possidonio il 20%; mentre nei restanti Comuni – Finale Emilia, Medolla , San Prospero e Camposanto, variano da un 6% ad un 10%.
(Fonte: ufficio stampa Confesercenti Modena)