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Editoriale:  - Mamma li turchi e la inesistente diplomazia europea dei soliti splendidi alleati - Latte in ripresa, panna ancora in calo -Cereali e dintorni. Attenti al 10 ottobre. Quali dati da USDA? - Modena, per due giorni città dello Champagne - Agrilevante, le specialità di Nobili spa in mostra a Bari. -


Scibus-41_13ott19-COP.jpgOMMARIO Anno 18 - n° 41 13 ottobre 2019
1.1 editoriale
Mamma li turchi e la inesistente diplomazia europea dei soliti splendidi alleati.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte in ripresa, panna ancora in calo
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Attenti al 10 ottobre. Quali dati da USDA?
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Dopo l’USDA mercati in leggera ripresa
7.1 frumento e affini Workshop tematico con esperti su grano
7.2 eventi champagne Modena, per due giorni città dello Champagne
8.1 agrilevante Bari Agrilevante, le specialità di Nobili spa in mostra a Bari.
10.1 Parmesan fake Falso Parmigiano Reggiano alla fiera ANUGA di Colonia: intervengono le autorità tedesche
11.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

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Editoriale:  - Cornuti e mazziati! -Latte in calo, crollo della crema, scendono i formaggi - Cereali e dintorni. Rischio dazi USA sui mercati interni, italiani in particolare - Agrilevante 2019... l'agricoltura mediterranea in un unico evento! - Conclusi i lavori di regimazione idraulica in comune di Carpaneto - 


SOMMARIO Anno 18 - n° 40 06 ottobre 2019 cibus 40-6ott19-COP.jpg
1.1 editoriale
Cornuti e mazziati!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte in calo, crollo della crema, scendono i formaggi
3.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
4.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Impennata dei prezzi.
5.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Rischio dazi USA sui mercati interni, italiani in particolare.
7.1 Patata di bologna dop Patata di Bologna D.O.P. Un'eccellenza dei fertili suoli bolognesi
7.2 FIERE - Agrilevante 2019 Agrilevante 2019... l'agricoltura mediterranea in un unico evento!
8.1 eventi agroalimentare Il Nocino e la "ricetta" segreta dell'elisir d'amor - Le foto
10.1 viabilità Lombardia Emilia Ponte Verdi di Ragazzola chiuso per 3 notti dal 7 ottobre dalle 21 alle 6.
10.2 dazi usa Dazi Usa: Cosa cambia per il Parmigiano Reggiano
11.1 bonifica piacenza Conclusi i lavori di regimazione idraulica in comune di Carpaneto
12.1promozioni “vino” e partners
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Domenica, 06 Ottobre 2019 06:38

L’oro d’Italia – La salute del nostro miele

"Se l'ape scomparisse dalla faccia della Terra, all'uomo non resterebbero che quattro anni di vita", così citava Albert Einstein alla metà degli anni 50.

di L'Equilibrista Reggio Emilia, 04 ottobre 2019 - Il consueto eccesso pensai fra me e me, ma nel tempo ebbi più volte la fortuna di conoscere persone che fanno dell’apicoltura la loro ragione di vita. La loro passione, il loro credo tanto da orientare delle buone pratiche in virtù di queste creature.

Prima di documentarmi, pensavo fosse una esagerazione o quanto meno una presa di posizione voluta per mettere le persone davanti a delle responsabilità che oggi invece sembrano quasi una razionale e decisa missione. L’autonomia del nostro Pianeta è a forte rischio e mai come adesso ne abbiamo preso coscienza, sarà per la tenace lotta ingaggiata da Greta Thumberg o per la diffusione dei seminari e diversi incontri in Regione, che aiutano a capire che una tale sentenza ha già effetti deflagranti sulle nostre vite.


E veniamo ai fatti, perché nel nostro Paese è praticamente azzerata la produzione di miele a causa dell'andamento climatico siccitoso dello scorso mese di Marzo che, seguito da un mese di aprile e maggio dal meteo particolarmente bizzarro e caratterizzato da vento, pioggia e sbalzi termici, non ha consentito alle api neanche di trovare nettare sufficiente da portare nell'alveare.


L'allarme lanciato da Coldiretti sugli effetti del maltempo è perentorio ed ha caratterizzato una distorta primavera, delineando gravi problemi agli alveari compromettendone fioriture tanto che le api non avendo la possibilità di raccogliere il nettare, non ne possono produrre e quel poco deve necessariamente servire alla loro sopravvivenza.


Dopo le crisi del 2016 e del 2017, finalmente ecco una timida ripresa della produzione nel 2018, che però si è ancora una volta arrestata nel 2019 proprio a causa delle avverse condizioni meteorologiche e che in particolare nella prima parte dell’anno, confermano il grave impatto del cambiamento climatico in atto, determinando perdite molto alte della produzione. In diverse zone d’Italia si tratta già di un vero e proprio azzeramento del raccolto di miele e quindi della impossibilità di poter pianificare o addirittura pensare al futuro di questa eccellenza italiana in modo sereno.


In Emilia Romagna, se prendiamo ad esempio la produzione di acacia, rileviamo un livello di produzione per nulla soddisfacente, tanto che si stima una media produttiva di soli 10 kg/alveare, ben al di sotto quindi dei 25-30 kg ad alveare per le aree del nord Italia che distanzia i 18 kg in media del sud Italia.


Nonostante questa situazione di estrema emergenza però, al Concorso Grandi Mieli d’Italia Tre Gocce d’Oro, sono ben 1.011 mieli partecipanti, provenienti da ogni parte d’Italia ed anche se non è stata raggiunta la cifra record di 1.124 campioni dell’anno scorso, gli Apicoltori non indietreggiano e continuano la loro attività fatta di rispetto, attenzione e cura verso un mondo fragile ed destramente importante per tutto l’ecosistema e la biodiversità.

(sotto una strage di api)

api morte.jpg

 

 

 

 

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Editoriale:  - Tutti in fregola per la sorpresa di Conte - Lattiero caseario. Contrazione latte, scende la crema e il Parmigiano Reggiano -Cereali e dintorni. Mercati stazionari verso il basso. Euro indebolito - EIMA 2020: in due giorni prenotato più di un terzo dell’intero spazi - Parmigiano Reggiano, il commento sui dazi di Trump - Si chiama AZZURRA, si legge efficienza -

SOMMARIOcibus-39-29set19-COP.jpg
Anno 18 - n° 39 29 settembre 2019
1.1 editoriale
Tutti in fregola per la sorpresa di Conte!
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Contrazione latte, scende la crema e il Parmigiano Reggiano
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Mercati stazionari verso il basso. Euro indebolito
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 bonifiche Canale Emiliano Romagnolo: 60 anni all’insegna di innovazione e sostegno all’agricoltura.
6.2 FIERE - EIMA e SIMA EIMA 2020: in due giorni prenotato più di un terzo dell’intero spazi
7.1 Grano Duro Campagna grano duro, incontro in Regione con scienziati, produttori e rappresentanti di categoria.
7.2 logistica cooperativa Si chiama AZZURRA, si legge efficienza
9.1 USA e i dazi di trump Parmigiano Reggiano, il commento sui dazi di Trump
9.2 cooperative I primi 40 anni della Casearia Agrinascente PARMA 2064
10.1 fiume PO Fiume PO, protocollo d’intesa tra Università e Autorità distrettuale
11.1promozioni “vino” e partners
12.1 promozioni “birra” e partners

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L'assessore Caselli: "Innovazione e ricerca, programmazione produttiva e accordi di filiera le sfide da raccogliere per il futuro del comparto, minacciato da cambiamenti climatici e fitopatologie". Il punto sulle tecniche agronomiche migliori e sulle buone pratiche per ottenere frumenti più sostenibili e di migliore qualità.

Bologna - L’influenza del cambiamento climatico sulla coltivazione di grano duro, la ricerca e l’innovazione al servizio della produzione, le strategie d’impresa, l’andamento dei mercati agricoli e la copertura dei rischi. Sono i temi di cui si è parlato oggi a Bologna al convegno su “Grano duro in Emilia-Romagna: oltre la campagna 2019” organizzato dalla Regione proprio alla vigilia della stagione di semina, come opportunità di confronto e di approfondimento tecnico-scientifico e di orientamento degli agricoltori nelle scelte.

Bastano pochi elementi per comprendere l’importanza del comparto cerealicolo emiliano- romagnolo: la regione è tra le prime in Italia per la produzione con una quantità annuale (dati Istat 2014-2018) che si attesta a 2,1 milioni di tonnellate. Di queste, 773 mila tonnellate sono di frumento tenero, 373 mila di frumento duro, 647 mila di mais. Coltivano cereali oltre 31 mila aziende: più della metà del panorama agricolo regionale, per una superficie complessiva di circa 311 mila ettari di cui 127 mila a frumento tenero, 62 mila a frumento duro, 69 mila a mais.

È stata l’occasione per fare il punto con rappresentanti delle associazioni di categoria, Università, Arpae, aziende ed enti di ricerca, sulla stagione 2019 che ha visto le rese del grano duro penalizzate dall’andamento climatico, con maggio freddo e piovoso e giugno molto caldo e siccitoso, e di conseguenza una riduzione media stimata del 20% a seconda degli areali. Per quanto riguarda il livello dei prezzi le quotazioni, sebbene in ripresa, risultano troppo basse, tali da non consentire la copertura dei costi di produzione.

“Ricerca e innovazione, sia in campo tecnico che nelle strategie commerciali- afferma l’assessore regionale all’Agricoltura, Simona Caselli-, sono le strade da seguire per affrontare i cambiamenti climatici e le fitopatologie che sempre più incidono sulle produzioni agricole. I contributi di oggi, di alto livello scientifico e specialistico, indicano che le scelte per un’agricoltura sempre più evoluta e resiliente passano dall’agricoltura di precisione, allo studio delle innovazioni varietali, oltre ad adottare avvicendamenti e tecniche colturali che favoriscano la sostenibilità e la qualità dei suoli. Va sottolineata l’importanza della programmazione produttiva e degli accordi di filiera, con l’obiettivo di massimizzare e stabilizzare le rese produttive, contenere i costi senza incidere sulla produttività e sulla qualità del prodotto e ridurre i rischi di mercato”.

Secondo l’assessore, “il mercato del grano duro italiano va tenuto al riparo dalla logica delle commodities, delle materie prime indifferenziate. Abbiamo un’agricoltura vocata alla qualità piuttosto che alla quantità: occorre dunque puntare sempre più sulla filiera del Made in Italy e sulla programmazione anche attraverso le aggregazioni. In Emilia-Romagna abbiamo già un importante accordo di filiera per la produzione di frumento duro di alta qualità, che da oltre 10 anni viene sottoscritto da Barilla e da tutti gli attori coinvolti: società sementiere, organizzazioni di produttori e Consorzi agrari. Quella degli accordi di filiera resta la strada maestra e per le relazioni interprofessionali che genera. Va infine sottolineata l’importanza delle assicurazioni e dei fondi mutualistici quali strumenti atti a mitigare le perdite di reddito dovute agli eventi esterni. Come regione abbiamo raggiunto una copertura assicurativa nettamente superiore a quella media nazionale e restano da implementare i fondi mutualistici. Mentre su ricerca e innovazione abbiamo finanziato diversi gruppi operativi per l’innovazione (GOI), abbiamo un bando aperto e uno in uscita che potranno offrire nuove opportunità”.

Le indicazioni scientifiche emerse oggi da Università di Bologna, Centro di ricerca genomica Crea, Ismea e aziende di ricerca come Horta e Open Fields, puntano l’attenzione sui sistemi di supporto alle decisioni (Ssd), software che guidano le scelte tecniche e permettono di migliorare la produttività e la sostenibilità anche in condizioni avverse.
Importante il lavoro presentato da Crea e dal professor Tuberosa sulla mappatura genetica del grano duro che apre nuove frontiere alle tecniche di miglioramento genetico e può consentire un più rapido adattamento della specie anche ai cambiamenti climatici.


È stato inoltre fornito, dalla società Aretè, un’analisi del mercato mondiale e uno scenario previsionale dei mercati internazionali ai fini delle scelte di semina di quest’autunno e della relativa programmazione.
Al convegno sono intervenuti tra gli altri i presidenti regionali Eugenia Bergamaschi (Confagricoltura), Cristiano Fini (Cia), Carlo Piccinini (Confcooperative FedAgriPesca) Augusto Verlicchi (Legacoop).

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Editoriale:  - Altro che bipolarismo o forse sì, se inteso come “disturbo” - Lattiero caseario. Latte ancora in trend positivo, ok crema, formaggi di nuovo stabili - Cereali e dintorni. Gli attacchi ai sauditi spingono i prezzi al rialzo. - Concorso Nocino e torte di noci, presentata la 36esima edizione-

cibus_38-22set19-COP.jpgSOMMARIO
Anno 18 - n° 38 22 settembre 2019
1.1 editoriale
Altro che bipolarismo o forse sì, se inteso come “disturbo”
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte ancora in trend positivo, ok crema, formaggi di nuovo stabili
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Gli attacchi ai sauditi spingono i prezzi al rialzo.
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 raccolta funghi Crescono i funghi - intensificati i controlli da parte dei Carabinieri Forestali.
6.2 eventi gastronomici Parmigiano Reggiano Night
7.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano è Official Partner di CHEESE
7.2 Life agricolture LIFE AGRICOLTURE: progetto al via per regalare nuovo sviluppo e tutela all’appennino emiliano 
9.1 Piacenza e dissesto idrogeologico Amministrazioni e Consorzio insieme per la lotta al dissesto idrogeologico
9.2 eventi Noci e nocino Concorso Nocino e torte di noci, presentata la 36esima edizione
10.1 fungo IGP Borgotaro Borgotaro: prosegue, anche nel prossimo fine settimana, la kermesse dedicata al fungo IGP
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners

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Le imprese agricole ‘angeli custodi’ del territorio vedono riconosciuto un ruolo attivo nella difesa dell’Appennino in lotta perenne con i mutamenti climatici e lo spopolamento. Grazie all’Unione Europea, i Consorzi di Bonifica, la Regione Emilia-Romagna, il Parco dell’Appennino Tosco-Emiliano e il Centro Ricerche Produzioni Animali un modello replicabile e più sostenibile.

PAVULLO NEL FRIGNANO (MO) - 

Coinvolgere attivamente le aziende agricole dell’Appennino Emiliano, veri e propri ‘angeli custodi’ del territorio, da sempre in lotta per contrastare i mutamenti climatici e lo spopolamento delle zone montane più degradate ed implementare un nuovo modello, sostenibile e replicabile in altri territori, di governancelocale dell’ambiente, per ridurre gli effetti negativi dei mutamenti climatici e sviluppare azioni pianificate per realizzare sistemi agro-ambientali a salvaguardia del carbonio organico del suolo. E’ questo il focus del progetto europeo Life AgriCOlture, coordinato nel ruolo di capofila dal Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale e che coinvolge fattivamente il Consorzio dellaBonifica Burana, il Centro Ricerche Produzioni Animali (CRPA) e il Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano. Il kick off meeting del progetto si è svolto nella mattinata di venerdì 20 settembre, nella sala Consigliare dell’Unione Comuni del Frignano a Pavullo nel Frignano, in provincia di Modena. I lavori, moderati dal giornalista Andrea Gavazzoli e aperti dal padrone di casa Giovan Battista Pasini presidente Unione Comuni del Frignano sono stati introdotti dai partner che sostengono l’iniziativa comunitaria: Domenico Turazza, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica dell’Emilia CentraleFrancesco Vincenzi, presidente nazionale di Anbi e del Consorzio della Bonifica BuranaFausto Giovannelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano e Giuseppe Veneri, presidente del Centro Ricerche Produzioni Animali. Successivamente  si sono alternati al microfono i diversi responsabili tecnico-agronomici dei diversi enti e le conclusioni dei lavori, davanti ad una sala gremita anche dai giovani studenti dell’istituto Spallanzani di Montombraro di Zocca (Mo), sono state tirate nell’intervento di Simona Caselli, Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna.

 

IL PROGETTO LIFE


Il progetto Life AgriCOlture, che ha valore economico complessivo di circa 1 milione e 500 mila euro - finanziato dall’Unione Europea per oltre 830 mila euro - prevede un ruolo attivo di quindici aziende agricole delle aree appenniniche di Modena, Reggio Emilia e Parma, che verranno remunerate per i loro servizi ecosistemici legati. Il modello organizzativo potrà essere replicato in altre zone dell’Appennino e se i dati, come si spera, saranno positivi potrebbe essere esteso al resto dei paesi dell’Unione Europea. Attraverso l’introduzione di azioni pianificate e di strumenti di management sostenibile della risorsa suolo verranno applicate alcune soluzioni agronomiche innovative mirate per contrastare il dissesto idrogeologico, ridurre gli effetti delle emissioni e aumentare la fertilità dei suoli in alcune aree degradate e salvaguardare il carbonio organico, che svolge un ruolo fondamentale nella funzione fisica, chimica e biologica del suolo e contribuisce al ricambio dei nutrienti, alla capacità di scambio cationico, alla ritenzione e alla disponibilità idrica. Grazie allo sviluppo del progetto all’interno delle aziende agricole, si creerà un processo virtuoso di condivisione di esperienze, conoscenze specialistiche e settoriali da parte di tecnici del Centro Ricerca e Produzione Animale e di una rete internazionale di specialisti che verranno coinvolti in seminari e prove sul campo. Ogni azienda partecipante sarà accreditata come ‘Agricoltore Custode del Suolo’ Le ‘buone pratiche’, che verranno implementate con azioni dimostrative nel corso di tre anni,  riguarderanno, tra le altre cose, anche la gestione efficiente dei reflui zootecnici, l’applicazione di rotazioni colturali e di pratiche di agricoltura conservativa, oltre ad eventuali sistemazioni idraulico-agrarie.

“Il nostro Consorzio – sottolinea Domenico Turazza, Direttore Generale del Consorzio di Bonifica Emilia Centrale come capofila ringrazia tutti i partner che partecipano a questo straordinario progetto Life volto a ridurre le emissioni ed incrementare la fertilità dei suoli nelle aree dell’Appennino. Con soluzioni innovative di ricerca agronomica aggiornate - e non con tecnologie costose - si possono ottenere dati essenziali per poter partecipare al processo di lotta ai mutamenti climatici, coinvolgendo soprattutto le ‘sentinelle del territorio montano’ ovvero le imprese agricole”.“Oggi riuscire nell’impresa di vincere un bando Europeo di valore universale come Life AgriCOlture – dichiara Francesco Vincenzi, Presidente Nazionale ANBI e del Consorzio della Bonifica Burana - non è semplice e riuscire a farlo mettendo a frutto l’esperienza maturata
dai Consorzi di bonifica nella tutela del territorio è doppiamente soddisfacente: ciò che maggiormente stimola è anche il coinvolgimento delle 15 aziende agricole  dedelle aree appenniniche tra Modena, Reggio Emilia e Parma. Aree in cui il contributo territorio delle imprese è provvidenziale e dovrebbe avere una adeguata considerazione sia nella progettualità condivisa per il contrasto al dissesto idrogeologico e alle ripercussioni degli effetti dei mutamenti climatici che ad una più giusta è proporzionale remunerazione per questo importante ruolo di servizio eco sistemico reso all’ambiente e alla comunità”. 

“Questi progetti - conclude Simona Caselli, Assessore Agricoltura, Caccia e Pesca della Regione Emilia-Romagna - hanno un valore globale e la regione Emilia Romagna sarà al fianco
dei partner con entusiasmo. Presentare oggi, nella giornata della mobilitazione per il clima, un progetto che in modo organico va nella direzione dell’agroecologia e che unisce attenzione all’ambiente, sviluppo e condivisione con le imprese agricole e lotta al dissesto è una concomitanza non casuale. Nella nuova Pac dovrebbero traviare sempre maggior spazio questo tipo di iniziative”. 

 

Le aziende coinvolte nel progetto Life AgriCOlture sono: l’Azienda Agricola Begani di Palanzano (Parma), la Cooperativa di comunità La valle dei Cavalieri di Succiso Nuovo di Ventasso, l’Azienda Agricola La Fattoria di Tobia di Gova di Villa Minozzo, l’Azienda Agricola Rossi Daniele e figli di Montecreto (Modena), l’Azienda Agricola Le Capre della Selva Romanesca di Frassinoro (Modena), l’Azienda Agricola Le Cornelle di Gova di Villa Minozzo, l’Azienda Agricola Castellari s.s di Monchio di Castelnovo ne' Monti, l’Azienda Agricola Lavacchielli Ermanno di Paullo nel Frignano (Modena), l’Azienda Agricola I Casoni di Trignano di Fanano (Modena), l’Azienda Agricola Grisanti Spagnolo di Groppo di Vetto, l’Azienda Agricola Agriturismo Casa Minelli di Paullo nel Frignano (Modena), l’Azienda Agricola Giavelli s.s. di Case Gatti di Viano, l’Azienda Agricola La Fazenda s.s. di Prignano sulla Secchia (Modena), l’Azienda Agricola Bonacorsi e Colombarini di Guiglia (Modena) e l’Azienda Agricola L’Arcobaleno di Cavola di Toano.

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Editoriale:  -Due Conti alla corte di Bruxelles - Lattiero caseario. Novità nel listino Parmigiano Reggiano: prezzi in tenue contrazione - Cereali e dintorni. Impennata di prezzi dopo l’uscita dei dati USDA. - "Quando i valori della cooperazione attraversano i settori" e la solidarietà crea lavoro e dignità sociale - Summit al Distretto del Po:mitigazione del rischio e vulnerabilità dell’area nord tra Parma e Colorno -


SOMMARIO Ancibus-37-15set19-COP.jpgno 18 - n° 37 15 settembre 2019

1.1 editoriale Due Conti alla corte di Bruxelles
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Novità nel listino Parmigiano Reggiano: prezzi in tenue contrazione
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Fiammata rialzista
4.1 cereali e dintorni tendenze.
5.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Impennata di prezzi dopo l’uscita dei dati USDA.
6.1 eventi gastronomici "Quando i valori della cooperazione attraversano i settori" e la solidarietà crea lavoro e dignità sociale.
8.1 parmigiano reggiano Il Parmigiano Reggiano Kasher Parma2064 alla Giornata della Cultura Ebraica
8.2 CHEESE 2019 - BRA CHEESE 2019, il Parmigiano Reggiano è Official Partner
9.1 rischio idraulico Summit al Distretto del Po:mitigazione del rischio e vulnerabilità dell’area nord tra Parma e Colorno
10.1 11 settembre 2001 - terrorismo 11 Settembre 2001: Attacco all'America e al mondo occidentale
10.2 eventi funghi Fungo porcino di Borgotaro IGP in festa - il video promo di “Io parlo parmigiano”
11.1 bonifica Parma Consorzio Della Bonifica Parmense e Solidarietà: Al via due tirocini formativi
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners
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Editoriale:  -I predestinati.- Latte, crema e panna in trend positivo, Parmigiano Reggiano in leggera fluttuazione - Cereali e dintorni. Al momento nessuno scossone prevedibile - Al via il settembre gastronomico - Tacchino vegetale al 100% e molto altro, i prodotti dell’estro di Enzo Marascio -

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SOMMARIO Anno 18 - n° 36 8 settembre 2019
1.1 editoriale
I predestinati.
2.1 lattiero caseario Lattiero caseario. Latte, crema e panna in trend positivo, Parmigiano Reggiano in leggera fluttuazione
2.1 Bis lattiero caseario Lattiero caseari. tendenza
3.1 cereali e dintorni Cereali e dintorni. Al momento nessuno scossone prevedibile.
4.1 cereali e dintorni tendenze.
6.1 eventi gastronomici Al via il settembre gastronomico
7.1 eventi DOP Festival del Prosciutto Di Parma 2019
7.2 mangimistica EMILCAP, avviato l'iter per la nuova certificazione per una filiera garantita
8.2 governo Conte Bis, al giuramento
9.1 politica gastronomica Dalla Pastasciutta Antifascista al Tortellone Sovranista. La politica a tarallucci e vino?
9.2 bonifiche Ripristinata la funzionalità idraulica del Rio Grande a Borgonovo
10.1 vegan - novita’ Tacchino vegetale al 100% e molto altro, i prodotti dell’estro di Enzo Marascio
10.2 sicurezza alimentare Escherichia Coli fuori dai limiti, il Ministero richiama il "ghiaccio"
11.1 bonifica Piacenza Terminati i lavori di regimazione idraulica a Lugagnano
12.1promozioni “vino” e partners
13.1 promozioni “birra” e partners

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La nuova fondamentale certificazione a garanzia di una filiera “sicura” a misura di produttore e consumatore.


Con la Certificazione Norma ISO 22005 - straordinaria nel panorama italiano della fornitura di mangimi - EMILCAP incrementa notevolmente il valore di salubrità delle materie prime a beneficio di una corta filiera tutta italiana
Parma 4 Settembre 2019 – Garanzia “blindata” per una filiera nazionale tracciabile a beneficio di tipicità locali del territorio di provata qualità e con una spiccata sensibilità e attenzione verso tutti i complessi percorsi di produzione che hanno a cuore la sostenibilità e la tutela ambientale unitamente al benessere animale. Sono queste le importanti ragioni che, anche grazie alle nuove certificazioni, consentono oggi ad una impresa come EMILCAP – in progressiva e costante crescita di quote di mercato e fatturato nel settore mangimi Non OGM – di centrare l’obiettivo di della propria mission aziendale: quello di assicurare maggior salubrità alimentare per i consumatori.


EMILCAP continua infatti il percorso di valorizzazione dei principi che sono alla base della sua filosofia produttiva: step by step il brand, che nasce dalla collaborazione tra il Consorzio Agrario dell'Emilia, il Consorzio Agrario di Parma e il Consorzio Terrepadane, è diventato sempre più punto riferimento e partner consolidato di molteplici realtà produttive per la produzione di mangimi di altissima qualità.

Oltre alla garanzia di una filiera agricola oggi orgogliosamente “tutta italiana” e all'utilizzo di mangimi esclusivamente e rigorosamente Non OGM, EMILCAP alza ancora l’asticella avviando così un percorso ulteriormente virtuoso di certificazione di massimo livello per la tracciabilità della filiera di origine italiana per amidi e proteine, legata ai contratti di coltivazione degli agricoltori italiani promossi dal complesso universo produttivo dei consorzi agrari.

EMILCAP, che produce mangimi per tutti gli animali ma, principalmente, per vacche da latte per la produzione del Re dei formaggi, il Parmigiano Reggiano, anche con tecnologie speciali di precottura degli alimenti uniche nel panorama italiano, esegue oltre 7.500 analisi di autocontrollo all'anno, attraverso un laboratorio in house di analisi scientifica. Sicurezza alimentare e qualità dei prodotti sono da sempre alla base del suo percorso: è certificata Non OGM e nel 2007 ha ottenuto la certificazione biologica per la commercializzazione dei prodotti con alti standard qualitativi.

Con questa nuova certificazione (norma ISO 22005), straordinaria nel panorama italiano della fornitura di mangimi, EMILCAP si propone di determinare, oltre al valore sanitario delle materie prime, dato dalla filiera “cortissima” e dal controllo delle materie prime dalla semina, anche le tipologie varietali più idonee alle rese delle produzioni zootecniche.

Una filiera completa che va dalla fase di coltivazione, attraverso quella del ritiro e stoccaggio presso i Centri di stoccaggio dei consorzi agrari o presso i fornitori accreditati, a quella della trasformazione delle materie prime in mangimi internamente presso gli stabilimenti EMILCAP di Parma, infine quella della fornitura dei prodotti direttamente alle stalle. Il percorso di tracciabilità è in grado quindi di fornire evidenze trasparenti: Data di semina/Lotto del seme, Quaderno di campagna (Trattamenti fitosanitari, concimazioni ed altre operazioni colturali), Data di raccolta, Ricevimento del prodotto post-raccolta, Controlli nella eventuale fase di essiccazione per alcuni cereali (es. granoturco nazionale), Attività di monitoraggio sul Lotto nella fase di stoccaggio, Lotto della materia prima entrata in Mangimificio, Lotto di uscita del mangime.

 

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