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Venerdì, 05 Dicembre 2014 10:23

Ormai si tassano anche le frane...

Assemblea della CIA a Castelnovo né Monti approva documento sull'IMU per i terreni montani - Si è discusso anche di PSR e Parmigiano-Reggiano -

Reggio Emilia, 5 dicembre 2014 -

Una tassa anche per i terreni franati? C'è stato anche spazio per un po' d'ironia nell'assemblea della Cia montana, dove accanto al nuovo Piano di sviluppo rurale della Regione, si è parlato di Parmigiano-Reggiano e di nuove norme IMU che ora va pagata anche sui terreni montani, salvo quelli detenuti da agricoltori professionali nei soli comuni oltre i 600 metri d'altitudine, temi che hanno catturato l'attenzione della folta platea di agricoltori, in particolare appartenenti ad aziende giovani.

Sul tema dell'IMU che dovrà essere pagata per i terreni ricadenti in montagna nei comuni al di sotto dei 600 metri, è stato approvato un documento - ordine del giorno per autorità e parlamentari, che riprende quanto già espresso nei giorni scorsi da Agrinsieme: solo 14 giorni per applicare una norma del tutto nuova, con pagamento in unica soluzione, contro le due rate concesse in genere per la stessa imposta; quindi una palese violazione del principio sancito nello "Statuto del contribuente" che vieta di prevedere adempimenti a carico dei contribuenti prima di 60 giorni dalla entrata in vigore di provvedimenti di attuazione di nuove leggi, e del principio costituzionale di eguaglianza dei cittadini di fronte alla legge.

Nell'assemblea CIA sono stati affrontati anche i temi delle misure previste dalla nuova PAC 2014/2020 e dal Piano di sviluppo rurale della Regione Emilia-Romagna, attualmente sotto esame da parte dell'Unione europea, piano che interessa tutte le aziende agricole del comprensorio montano.
I piani produttivi del Parmigiano-Reggiano hanno animato la discussione, anche rispetto alla grave crisi del comparto che sta falcidiando il reddito dei produttori, in particolare della montagna, dove si sta verificando un vistoso calo delle aziende presenti, cosa che si ripercuoterà anche sull'assetto del territorio e sulla sua tenuta.

(Fonte: Uff. stampa Cia di Reggio Emilia)

Mercoledì, 03 Dicembre 2014 08:34

Niente di nuovo sul fronte dei lattiero caseari.

Lattiero Caseario. Replicati i listini dell'ottava precedente in tutte le borse prese a riferimento. Rispetto al 2013 il Parmigiano ha registrato una flessione in termini percentuali molto più consistente rispetto al Grana Padano.

Di Virgilio, Parma 3 dicembre 2014 -

LATTE SPOT Persiste la fasi stazionaria del Latte Spot. Tra 38,15 e 39,18€/100 litri di latte sono le quotazioni, minima e massima, confermate alla borsa di Verona relativamente al Latte Crudo Spot Nazionale. Il latte intero pastorizzato di provenienza estera è invece stato quotato ancora una volta all'interno della forbice compresa tra 36,60 e 37,63/100 litri di latte. Con la chiusura di novembre la perdita, del valore medio, rispetto al medesimo mese dell'anno precedente si attesta a -25,93% per il latte nazionale e del 27,09% per il latte di provenienza estera. -10,71% e -14,41% è la perdita del valore medio del prodotto prendendo a riferimento l'intero periodo di contrattazione.

BURRO E PANNA Nessuna variazione è stata rilevata nelle diverse borse prese a riferimento. Sulla piazza milanese pertanto il Burro CEE si è confermato a 2,85 €/kg, a 3,05 il burro da centrifuga, a 2,10 il pastorizzato e infine a 1,90€/kg il burro zangolato da creme fresche. Il Burro zangolato quotato sulla piazza di Parma ha replicato il listino dell'ottava precedente fissando il prezzo a 1,50€/kg. 1,64 e 1,70€/kg sono i listini determinati per le creme di latte e panna di centrifuga a uso alimentare contrattate rispettivamente a Milano e a Verona.
Anche nel caso del burro la caduta dei listini rispetto all'anno precedente è considerevole. La media confrontata relativamente ai primi 11 mesi vede il burro CEE cedere il -11,90% e -11,18% per il burro da centrifuga. Ancor più marcata la differenza per il burro pastorizzato che perde il -19,16% e per lo angolato che registra un gap del -20,47%.

GRANA PADANO La borsa mantovana, anche per la ottava appena conclusa, conferma i listini precedenti sia per il 10 e sia per il 14-16 mesi di stagionatura. Una performance che, ormai al traguardo di fine anno, vede limitare le perdite al -1,41% (valore medio) per il 10 mesi di stagionatura e del -4,39% per il 14-16 mesi di stagionatura rispetto all'anno precedente.
Analogamente la borsa all'ombra della "madonnina" ha confermato i prezzi anche per questa settimana di rilevamenti. Nell'osservazione del confronto tra i prezzi medi 2013 e 2014 (11 mesi) il 9 mesi di stagionatura cede il -1,36% (6,88€/kg contro il 6,97€/kg) e il -5,95% il 15 mesi di stagionatura (7,80 contro il 8,30€/kg del 2014).

PARMIGIANO REGGIANO Anche il Parmigiano Reggiano si prende una settimana di tregua e vede confermati i listini alla borsa di riferimento di Parma. Molto maggiore è invece la perdita percentuale rispetto all'anno precedente se confrontata con il Grana Padano. -5,5% la perdita del 12 mesi di stagionatura del prezzo medio 2014 rispetto al 2013 (8,32 contro 8,80€/kg) e del 8,08% per il 24 mesi la cui media 2014 - 11 mesi di rilevamento - è pari a 9,66€/kg contro il 10,55 del 2013.

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Cibus Agenzia Stampa Agroalimentare: SOMMARIO Anno 13 - n° 48 30 novembre 14

SOMMARIO Anno 13 - n° 48 30 novembre 14

1.1 editoriale L'urlo degli assenti.
3.1 vino Wine2Wine fotografa i trend del vino
4.1 Lattiero caseario Cala di altri 5 cent il prezzo all'origine del "Parmigiano"
5.1 federconsorzi Agrinsieme, i soldi alla Federconsorzi sono uno "scippo" agli Italiani.
5.2 agricoltura clima Fiducia in calo per le aziende agricole
5.3 Nutrizione La dieta mediterranea costa meno del junk food
6.1 Ho.re.Ca. Oliera addio, scattano multe fino 8mila euro
6.2 consumi e mercati Male le mele bene l'olio confezionato
7.1 export Embargo russo, i primi dati elaborati da Ismea

c.a.s.e.a. - Agenzia stampa elettronica  agroalimentare - copertina e sommario

Domenica, 30 Novembre 2014 10:45

Fiducia in calo per le aziende agricole

Il clima mina la fiducia delle aziende agricole nonostante il miglioramento atteso a medio termine espresso dagli operatori.

Roma, 26 novembre 2014
Peggiora nel terzo trimestre 2014 il clima di fiducia delle aziende agricole italiane, nonostante il miglioramento delle attese sugli sviluppi di medio termine espresso dagli operatori. Secondo la consueta indagine condotta da Ismea su un panel di 800 aziende agricole, l'indicatore sintetico che misura il sentiment in campagna perde quasi tre punti su base trimestrale e due sullo stesso trimestre del 2013, portandosi a -9,1 (il campo di variazione è compreso tra -100 e +100).
Alla base della flessione, spiega l'Ismea, il peggioramento dei giudizi sugli affari correnti, in un trimestre contrassegnato da un andamento meteo che ha avuto impatti fortemente negativi su diverse coltivazioni, a danno soprattutto di vigneti e oliveti.
Tra i fattori che hanno inciso negativamente sulla fiducia anche la riduzione dei prezzi agricoli, scesi a un ritmo più sostenuto (-6,6%) rispetto alla dinamica dei costi di produzione (-0,8%). Mostrano invece un miglioramento i giudizi sugli sviluppi a 2-3 anni.
A livello settoriale si osserva un peggioramento del sentiment più o meno diffuso, con le sole eccezioni degli allevamenti da latte, che scontano un miglioramento dei giudizi sul futuro, e delle aziende olivicole, che hanno invece beneficiato di una ripresa delle quotazioni all'origine. Rispetto al valore medio dell'indice generale, il livello della fiducia, nel terzo trimestre 2014, risulta più basso nel comparto dei seminativi e in quello della zootecnia da carne; di converso è più elevato, seppure negativo, nei settori del vino, del latte, della frutta e dell'olio d'oliva.
Solo il 19,4% delle imprese interpellate da Ismea ha dichiarato, nel trimestre in esame, problemi con ricadute sostanziali sulla gestione ordinaria dell'attività aziendale. Quota che sale tra il 22% e il 25% nel caso delle aziende fruttifere e vitivinicole, che hanno risentito maggiormente delle anomalie climatiche e metereologiche della stagione estiva.
Quanto alle intenzioni di investimento su un periodo di dodici mesi, il 22% delle aziende ha risposto in senso affermativo, il 70% si è espresso negativamente, mentre il restante 8% non ha fornito risposte. La propensione a investire risulta più elevata nelle imprese condotte da giovani under 40 e nei settori a più alto grado di internazionalizzazione, in particolare vini, oli e zootecnia da latte.
(Fonte Ismea)

Domenica, 30 Novembre 2014 09:30

Male le mele bene l'olio confezionato

Produzione aumentata e embargo russo condizionano la stagione di commercializzazione delle mele. Al contrario l'Olio d'oliva cresce in consumi, valore e quota export.

di Virgilio - Parma, 25 novembre 2014
Indietro tutta per i prezzi delle mele, titola Ismea, nel comunicato stampa relativamente alla analisi del mercato delle mele. A quasi tre mesi dall'avvio della campagna di commercializzazione - prosegue il documento dell'Istituto di ricerche - il mercato si è stabilizzato sui deludenti risultati di debutto. Tre gli elementi caratterizzanti la stagione 2014/2015: l'incremento della produzione a livello nazionale (+13%) e in sede europea (+9%), il blocco delle esportazioni verso la Russia, l'andamento stagionale penalizzante nell'avvio di campagna. I primi scambi sono avvenuti a ritmi lenti e sulla base di prezzi in decisa contrazione rispetto alla passata stagione. Drastici arretramenti di prezzo sono stati registrati sia nella fase di scambio all'origine che all'ingrosso con perdite tra il 30% e il 40%.
Le varietà maggiormente penalizzate sono state le Gala, seguite dalle Golden Delicious e della Fuji. Mentre la Gala ha risentito maggiormente nella fase d'origine e la Golden è stata penalizzata nella fase delll'ingrosso, la Fuji ha registrato un analogo arretramento in entrambe le fasi di commercializzazione.
Molto meglio, invece la situazione dell'Olio d'Oliva che invece sta vivendo una stagione positiva, in netta controtendenza rispetto al 2013 che aveva registrato un andamento fortemente negativo.
Più 3% gli acquisti di oli di oliva confezionati. I dati del Panel Ismea Gfk/Eurisko rivelano, nei primi nove mesi di quest'anno, un aumento di oltre il 3% su base annua sia in volume che in termini monetari.
Se i consumi terranno lo si vedrà nei prossimi mesi, spiega l'Ismea. Molto dipenderà dagli sviluppi della nuova campagna, partita con prezzi decisamente elevati e produzioni in forte riduzione, sia in Italia che in Spagna.
A metà novembre, secondo le rilevazioni dell'Istituto, le quotazioni, a causa dei rilevanti vuoti d'offerta, sono balzate in media oltre la soglia del 6 euro/kg franco produttore, raddoppiando rispetto ai livelli di un anno fa.
L'export nel frattempo continua a registrare progressi. In otto mesi le spedizioni oltre frontiera di oli di oliva italiani sono aumentati del 12,5% in volume. Ancora più sostenuta la dinamica delle importazioni (+45% rispetto a gennaio-agosto 2013), con gli arrivi dall'estero (principalmente di prodotto spagnolo) che a fine anno potrebbero portarsi ai massimi da inizio millennio.

Pubblicato in Agroalimentare Emilia

Quarto ed ultimo appuntamento, venerdì 28 novembre, con il ciclo di incontri promosso dalla Camera di Commercio per approfondire gli strumenti e le agevolazioni in campo per lo sviluppo d'impresa.

Reggio Emilia, 26 novembre 2014 -

Dopo il bando regionale per le start up innovative, gli elementi essenziali per l'avvio di nuove imprese e il programma "Garanzia Giovani", al centro del confronto vi sarà il Programma di Sviluppo Rurale 2014-2020 della Regione Emilia-Romagna.
Nel corso dei lavori, in programma alle ore 9,00 nella sala convegni della Camera di Commercio, saranno approfondite le sei priorità del programma, la definizione delle zone rurali e le modalità di richiesta dei finanziamenti.
All'incontro interverranno il segretario generale della Camera di Commercio, Michelangelo Dalla Riva, e Teresa Schipani, funzionaria della Regione Emilia-Romagna.
Così come i precedenti, il confronto è organizzato in collaborazione con Ifoa.

(Fonte: Dalla Camera di Commercio, Industria, Artigianato e Agricoltura di Reggio Emilia)

Sabato, 22 Novembre 2014 09:48

Comuni Fioriti, premiato Borgo Val di Taro

All'assessore al turismo Omar Olivieri è stato consegnato il premio speciale cittàslow e comune "virtuoso".

Borgotaro, 22 novembre 2014 -- --
Il comune di Borgo Val di Taro, ha ottenuto due premi speciali durante la cerimonia di premiazione del Concorso Nazionale Comuni Fioriti d'Italia, che si è tenuto alla Fiera di Bologna. La neo eletta "Miss Comuni Fioriti" Elisa Mazzucchelli ha premiato il capoluogo della Valtaro, rappresentato sul palco dall'assessore al turismo Omar Olivieri, con il premio speciale Cittaslow, ed anche come comune "virtuoso" nel coinvolgimento delle associazioni di categoria. La giuria ha apprezzato la collettività borgotarese per la "buona pratica" che adotta in merito alla sensibilizzazione alla cura dei fiori oltre che dei privati e degli spazi pubblici, anche dei ristoranti, degli alberghi e di tutti gli esercizi commerciali.

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D.LGS. 150/2012. Introdotte nuove disposizioni per il rilascio e rinnovo delle abiitazioni alla vendita, acquisto e per consuenza sull'impiego di prodotti fitosanitari in agricoltura.

Parma, 13 novembre 2014 -
Il d.lgs. 150/2012, attuativo della direttiva 2009/128/CE in materia di utilizzo sostenibile dei pesticidi, stabilisce che a decorrere dal 26 novembre 2015 chiunque acquisti e utilizzi in modo professionale prodotti fitosanitari o intenda svolgere attività di vendita di tali prodotti o di consulenza sull'impiego degli stessi, deve essere in possesso di specifiche abilitazioni.

Le abilitazioni sono ottenibili in base a un sistema di formazione, rilascio e rinnovo, che le Regioni – secondo quanto stabilito dal Piano d'azione nazionale per l'uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (DM 22 gennaio 2014) - devono mettere a disposizione degli utenti entro il 26 novembre 2014, attenendosi ai requisiti indicati dal d.lgs. 150/2012 e dal Piano medesimo.

La nuova disciplina nazionale - rispetto alla previgente recepita dalla Regione con la DGR 1120/2008 - prevede la nuova figura del consulente per l'impiego dei prodotti fitosanitari, un incremento della durata complessiva dei corsi e un aggiornamento dei loro contenuti, sia di quelli finalizzati all'abilitazione che di quelli di aggiornamento.

E' prevista una clausola che salvaguarda la formazione svolta ai sensi della DGR 1120/2008, se autorizzata prima dell'entrata in vigore della nuova DGR.
(allegato File del Decreto di Giunta Regionale Emilia Romagna 1722/2014)

Una proposta davvero nuova, che mancava nel panorama agricolo. Arianna Alberici, coordinatrice provinciale AGIA: "Oggi è impensabile condurre un'attività agricola senza le più complete e adeguate conoscenze di Marketing, gestione amministrativa e aziendale." -

Reggio Emilia, 6 novembre 2014 -

"Proponiamo ai giovani che sono interessati a diventare imprenditori agricoli un "Master in Apertura e Gestione di Start-Up Agricole" per fornire agli aspiranti imprenditori del settore tutti gli strumenti tecnici e pratici necessari a ridurre al minimo i rischi connessi con l'apertura di una nuova impresa". Lo segnala ai giovani reggiani Arianna Alberici, coordinatrice provinciale AGIA (Associazione dei giovani aderente alla CIA): "Ogni giorno in Italia nascono 15 nuove aziende agroalimentari, ma spesso non superano i primi due anni di attività, che sono i più difficili e quelli in cui è maggiormente necessario un supporto solido e affidabile. Da qui l'idea dell'Agro-Business Start Academy, cui invitiamo un primo nucleo di giovani interessati all'attività agricola".

Conoscere le leggi e la fiscalità dell'agricoltura e delle imprese consente di utilizzare al meglio le possibilità offerte da Regioni e Comunità Europea. Elaborare un buon business plan permette di accedere a finanziamenti e fondi, riducendo il capitale da investire e insieme riducendo i rischi di gestione. Gestire il marketing con efficacia permette di farsi conoscere dai clienti e vedere subito i frutti del proprio impegno. Coinvolgere efficacemente le risorse umane permette di creare un team affiatato e teso al risultato.

Per rispondere a queste esigenze di formazione e innovazione, Agricoltura è Vita Associazione, ente di Formazione e Ricerca promosso dalla CIA-Confederazione Italiana Agricoltori, propone, insieme alla stessa CIA ed AGIA- Associazione Giovani Imprenditori Agricoli il Master in Apertura e Gestione di Start-Up Agricole. Il percorso di studi, che prevede una durata di 240 ore, di cui 120 in aula e 120 di stage presso un'impresa agricola Cia, è aperto ad un massimo di 20 partecipanti. Il Master si terrà a Roma ed è rivolto a coloro che intendono aprire un'impresa nel settore agricolo.

"Il Master in Apertura e Gestione di Start up agricole (Agrobusiness Start Academy- cerca la pagina su FB!) che la Cia e il gruppo giovani di Agia promuove, rappresenta una risposta efficace e fattiva alle tante problematiche che si possono incontrare nel momento in cui si decide di investire il proprio futuro nella Terra" -spiega Arianna Alberici -. "Oggi è impensabile condurre un'attività agricola senza le più complete e adeguate conoscenze di Marketing, gestione amministrativa e aziendale. Ecco perché nasce e sosteniamo con convinzione l'utilità di questo Master, che si presta benissimo a complemento di una formazione più accademica (ricordiamo infatti con piacere il boom di iscrizioni alle facoltà di Agraria) e che speriamo possa contribuire a invertire la tendenza tuttora in atto che vede sempre più le nostre campagne svuotarsi causando cosi uno scarso ricambio generazionale in agricoltura".

La domanda di ammissione, scaricabile on line dai siti internet delle suddette Associazioni raggiungibili dal sito della CIA oppure dal sito della CIA reggiana www.reggioemilia.cia.it, dovrà pervenire ad Agricoltura è Vita Associazione entro il 30 novembre 2014.

(Fonte: Uff. stampa e comunicazione Cia di Reggio Emilia)

Domenica, 02 Novembre 2014 11:07

In crescita i prezzi di frumento duro e della semola

Ismea pubblica "Tendenze" frumento e mangimistica. Lieve progressione del frumento tenero e una netta contrazione dell'offerta del frumento duro. Particolarmente elevate le quotazioni del "duro".

Roma, 29 ottobre 2014 -

Le più recenti indicazioni sull'evoluzione dell'offerta mondiale di frumento nel 2014 evidenziano una lieve progressione della produzione di frumento tenero a fronte di un netto calo di quella del frumento duro. In Italia, si evince dal report Ismea Tendenze relativo al terzo trimestre dell'anno, le stime dell'Istituto indicano invece per entrambe le tipologie raccolti in aumento. Di riflesso alla contrazione dell'offerta mondiale, il trimestre si è chiuso con le prime tensioni al rialzo per i prezzi del frumento duro nel mercato italiano (+5% su base congiunturale). Solo nelle ultime settimane del corrente mese, tuttavia, il frumento duro ha raggiunto delle quotazione particolarmente alte (328,14 €/t la quotazione media nella settimana dal 20 al 26 ottobre) portandosi di circa il 40% sopra i livelli dello scorso anno.

Per quanto riguarda i consumi delle famiglie italiane, nei primi nove mesi dell'anno si è osservata una ripresa tendenziale degli acquisti domestici di pasta di semola (+1,8%) Sul lato degli scambi con l'estero, gli ultimi dati disponibili aggiornati a luglio evidenziano un peggioramento del deficit strutturale della bilancia commerciale della granella di frumento rispetto ai primi sette mesi del 2013, da imputare al consistente incremento dei volumi importati, seppure a valori medi unitari più bassi. Nello stesso periodo, l'attivo di bilancio del settore pastario ha evidenziato solo una lieve erosione in ragione della contrazione dei prezzi all'export. Migliora infine in maniera significativa, nel trimestre di osservazione, il clima di fiducia sia dell'industria molitoria che nell'industria pastaria.

Per il mais e la soia Ismea stima un incremento produttivo rispettivamente di circa il 14% circa e 33%. Le rilevazioni dell'istituto, indicano per entrambi i prodotti, quotazioni all'origine in calo su base trimestrale e annua, sulla scia delle dinamiche internazionali. Migliora sia per il mais che per la soia il deficit strutturale della bilancia commerciale grazie a minori esborsi per l'import.
(fonte Ismea 29 ottobre 2014)

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