Venerdì, 22 Settembre 2023 06:09

Europa: il boomerang del DMA In evidenza

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Di Andrea Caldart Cagliari, 20 settembre 2023 (Quotidianoweb.it) - Varato il 6 settembre il Digital Market Act o DMA, è stato subito ribattezzato dagli analisti con il nome di “Brussel effect” indicando così un possibile effetto boomerang negativo di quest’ultimo pacchetto comunitario di norme sul digitale.

Questa direttiva colpisce le grandi piattaforme come Meta, Amazon, Apple, Bytedance ovvero TikTok, Google e Microsoft che ora hanno sei mesi di tempo per adeguarsi alle nuove normative sulla trasparenza e correttezza.

In Europa non esistono aziende proprietarie di piattaforme digitali come quelle sopra citate e questo nuovo insieme di norme, parrebbe volesse “tutelare” il consumatore finale dagli assalti giornalieri di queste gatekeeper ovvero, i guardiani.

In realtà capire il vero obiettivo di questo DMA non è facile perché, da una parte abbiamo una UE che prova a “controllare” il proprio mercato interno imponendo regole agli operatori stranieri, dall’altra abbiamo la stessa UE che vara il Digital Services Act DSA che censura la libertà d’espressione a queste piattaforme che sono costitute da tutti noi internauti che ne usufruiamo dei loro servizi.

Forse anche internet che era nata libera oggi inizia a risentire dell’assalto tecnocratico, una vera e propria aggressione legislativa che “promette” dietro al solito sloga della “trasparenza, una futura totale censura di ogni “libertà digitale”.

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Un boomerang tecnocratico che, se applicato nella sua interezza, porterà le piattaforme digitali a ripensare il loro modello di business che potrebbe diventare a pagamento.

Con ogni probabilità questa nuova alchimia del DMA tenta di farci vedere quello che dovremmo intendere, ma dobbiamo stare molto attenti che non sia semplicemente un’immagine riflessa che nasconda invece una demenza artificiosa che ci conduca in qualche altro tranello di una realtà che apparentemente sembra inossidabile.

Difficile capire, se non incomprensibile, cosa si celi davvero dietro questi interventi della UE che cerca così, di “limitare” l’influenza di queste piattaforme su noi cittadini quando invece esse stesse, sono parti attive assieme al mainstream, della manipolazione mediatica sulla narrazione e sulla propaganda alle quali giornalmente assistiamo.

Possiamo ipotizzare che questo DMA punti ad essere un ecosistema digitale europeo, ma al prezzo di quali obiettivi?

Questa politica europea si sta insinuando con troppa forza in ogni ambito della vita quotidiana di noi tutti, prendendosi una legittimazione su qualsiasi diritto fondamentale che non gli abbiamo né chiesto, né dato.

La prova del green pass, i pacchetti normativi limitanti la libertà d’espressione DSA e ora il DMA, sono l’espressione del cammino totalitario di quest’Europa, che strisciando all’interno del deficit della legittimazione democratica, va ad occupare lo spazio della politica nazionale, provando a sostituirsi ad essa.

Facciamo attenzione a questo muro che per ora ci è stato mostrato perché oggi è solo una d’chairazioen d’intenti, ma il prossimo passo sarà inventarsi il pretesto per inviarci la notifica del: “ci dispiace, ma la tua libertà non corrisponde alla nostra società, sei fuori!!!”.

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