Si è tenuto martedì 23 maggio 2023, alle ore 21:00, il seminario on line "san Pio X e la condanna del modernismo" tenuto da don Curzio Nitoglia, uno dei più autorevoli tomisti esistenti, ed organizzato dalla SSML/Istituto ad Ordinamento universitario "san Domenico" di Roma con la collaborazione del prof. Daniele Trabucco che vi insegna Diritto Costituzionale.
Una realtà accademica privata caratterizzata da un grande pluralismo scientifico e da un autentico respiro di libertà. Dopo i saluti introduttivi della prof. ssa Adrianna Bisirri (International Campus), che ha richiamato l'importanza delle tematiche affrontate poco conosciute ai più, e della dott.ssa Sandra Mella (consigliera comunale a Belluno), è seguita la lezione di don Curzio Nitoglia il quale, con grande equilibrio e rigore scientifico, ha illustrato la inconciliabilità del modernismo, definita "sintesi di tutte le eresie" dal Papa san Pio X (pontefice dal 1903 al 1914), con la dottrina cattolica. In particolare, il relatore ha spiegato come il nome modernismo è stato usato da san Pio X nel Decreto "Lamentabili" (3 luglio 1907), nell’Enciclica "Pascendi" (8 settembre 1907), nell’Allocuzione "Relicturus Ecclesiam" (16 dicembre 1907)7 e nel motu proprio "Sacrorum antistitum" (1° settembre 1910) e, infine, nell’Allocuzione "Il grave dolore" (27 maggio 1914).
Papa Sarto individua, in questi "atti magisteriali" due caratteristiche principali e fondamentali del modernismo:
1°) la filosofia soggettivista applicata alla Religione rivelata;
2°) il disprezzo della Tradizione apostolica, fonte della Rivelazione assieme alla S. Scrittura. L’infatuazione per la modernità, da parte dei modernisti, ha comportato
- 1°) l’accettazione del soggettivismo, del relativismo e dell’immanentismo della filosofia del mondo moderno che va da Cartesio sino a Hegel; inoltre
- 2°) dal punto di vista della teologia, ha comportato la rottura con la dottrina e la pratica della "Chiesa pre/conciliare", come la chiamano i modernisti stessi (v. card. Benelli Segretario di Stato di Paolo VI, estate del 1976 e poi anche il cardinal Kasper, 2012).
Tuttavia, il mondo promette e non mantiene. Dunque, "gli uomini di Chiesa avranno un bel "farsi amabili", cedendo continuamente allo spirito del mondo, ma non saranno mai amati né dal mondo e quel che è peggio neppure da Dio, come diceva Dante: "A Dio spiacenti e a li ‘nimici sui" (M. De Corte, p. 123).
È seguito, a conclusione dell'intervento, un ampio dibattito con la partecipazione anche di docenti di altri Atenei.